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Autore: holls    02/02/2024    3 recensioni
La quattordicenne Melissa e sua madre Dana sono in cerca di tranquillità dopo il divorzio che ha scosso e distrutto la loro famiglia.
Decidono quindi di passare un paio di settimane in una tranquilla cittadina situata tra le montagne austriache, con l'intenzione di fare trekking nei boschi per ristabilire un contatto con la natura.
L'accidentale quanto inquietante ritrovamento della carcassa di un cervo, però, le porterà a scoprire che quei boschi celano più di un segreto, e che anche gli abitanti della tranquilla Leibnitz hanno qualcosa da nascondere...
[Aggiornamenti tutti i venerdì]
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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23

 

Il crepitio della fiamma del camino fu il primo rumore che avvolse Melissa non appena mise piede in quella casa. Era situato sulla destra, in una struttura a mattoni rossi. Accovacciata davanti, con l’attizzatoio in mano, sedeva una donna più vecchia di sua madre, e dava loro le spalle. Era minuta e all’apparenza tozza, e le fiamme del fuoco facevano brillare il grigio dei suoi capelli.

Quando Peter chiuse la porta dell’abitazione, la donna si voltò di scatto con un’espressione accigliata, che lasciò spazio a un sorriso non appena lui le si avvicinò per fare le presentazioni.

«Mamma, loro sono Dana e…» Peter incespicò nel tentativo di ricordarsi il nome della ragazzina.

«Melissa», lo aiutò lei.

«Molto lieta», rispose la donna, stringendo la mano prima all’una e poi all’altra. «Io sono Lydia.»

Melissa notò i suoi denti ordinati. Anche i capelli erano ben tenuti e in fondo, dando un’occhiata alla camicetta con trine sul colletto che indossava, si sarebbe potuto dire al massimo che era demodé, ma non che fosse stropicciata o sfilacciata. Melissa provò una sensazione di calore al petto, di una ritrovata sicurezza.

In fondo a quella grande stanza, c’era una cucina in rovere illuminata da una piccola finestra con delle tendine beige. La cappa sopra ai fornelli si intonava col resto, così come un paio di mensoline poste su una credenza a mezza altezza. Sopra c’erano contenitori cilindrici che riportavano le scritte “Sale” e “Zucchero”. Melissa si avvicinò, e lì accanto adocchiò un altro attrezzo cilindrico con sopra una manovella.

Lydia glielo porse. «È un macinino», le spiegò con la stessa voce rassicurante con cui si era presentata. «Vuoi vedere come funziona?»

Melissa scoccò un’occhiata verso sua madre. Era davanti al camino, con le mani protese verso il calore della fiamma e gli occhi indirizzati di sottecchi verso Peter, che si scaldava accanto a lei.

«Magari un’altra volta», rispose a malincuore. Glielo rese, e per un attimo si domandò se la signora Lydia non avesse bisogno di aiuto nel rimetterlo a posto, visto quanto si allungò per riporlo sulla mensola. Le tremavano le mani – Melissa lo notava solo in quel momento – e la sua pelle era secca e rugosa.

Sembra così vecchia, ora, pensò. Le sorrise per mascherare quel pensiero.

Zoppicò nel tornare da sua madre e Peter. Si lasciò distrarre da un orologio a cucù alla parete, che divideva una fila verticale di pentole di ottone. Guardò Lydia e si chiese se fossero lì per arredo o se le avesse invece usate nel corso della sua vita.

«Lis, siediti. Starai sicuramente meglio», le suggerì sua madre, indicando un divano angolare color panna che Melissa notava solo in quel momento, dirimpetto al camino. Il dolore alla caviglia tornò a pulsare e non se lo fece ripetere due volte.

«Che è successo, cara?», le domandò Lydia, che si sedette insieme a lei.

«Ho dolore alla caviglia», rispose soltanto. Sebbene la donna le ispirasse sicurezza, c’era ancora qualcosa in quelle quattro mura di legno che non la faceva sentire tranquilla.

Lis, è vecchia, tentò di rassicurarsi. Anche se avesse un coltello, non potrebbe certo rincorrerti. Il fuoco crepitava con regolarità, come fosse stato un silenzioso spettatore. 

«Vado a prenderti del ghiaccio, piccolina», le disse ancora la signora Lydia con una certa premura. Peter la ringraziò e lo stesso fece Dana, mentre la guardavano allontanarsi e sparire in una stanza adiacente all’apparenza più piccola.

«Vorrei farti fare il giro della casa, Dana», esordì Peter. Melissa si scambiò uno sguardo con sua madre, talmente fugace che non riuscì a decifrare le reali sensazioni di lei. Sul volto di Dana si fece largo un sorriso che Melissa definì sincero. E quella sensazione di calore, di rinnovata sicurezza, lasciò spazio a qualcosa di più criptico dello sguardo di poco prima.

«Va bene.»

«Faremo in un attimo, Melissa, non preoccuparti.»

In quell’attimo di silenzio tra le parole di Peter e la risposta che stava per dare, l’unico sottofondo era il costante crepitio del fuoco e il fruscio della signora Lydia in quello che doveva essere il bagno.

«Ma certo. Andate pure», rispose con un sorriso forzato. Per ogni passo con cui sua madre si allontanava, Melissa sentiva crescere sempre di più la necessità di guardarsi letteralmente le spalle. Si voltò, ma vide solo un piccolo corridoio e l’ingresso per una stanza in fondo e una a lato, accanto alla quale c’erano le scale che sua madre e Peter stavano percorrendo.

Cominciano dal piano di sopra?

Le si formò un’immagine, nella mente, ma non era macabra. Era più qualcosa che aveva a che fare con il divorzio dei suoi. Qualcosa che l’aveva attanagliata anche sotto la doccia il giorno prima.

La signora Lydia stava ancora cercando il ghiaccio, e ogni tanto borbottava qualcosa.

Ci mette tanto, per un po’ di ghiaccio. E se…?

Si tastò la caviglia. Il dolore per un attimo fu lancinante. Si voltò poi verso la porta d’ingresso, chiusa, ma non a chiave. Sostò con gli occhi sulla piccola finestra della cucina, troppo piccola perché potesse passarci senza fare acrobazie.

Tornò a guardarsi alle spalle, chiedendosi cosa ci fosse in quella stanza in fondo al corridoio. E fu lì che, a fare capolino dallo stipite della porta, vide suo fratello Bradley.

 

   
 
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