Dolenti Note
Tristezza.
Immobile, persa nei tuoi pensieri.
Ti domandi cosa ci sia di diverso nell'aria, cosa sia cambiato da quell'attimo in cui ti sentivi triste, malinconica, persa nei tuoi pensieri. Le persone parlano, ma non ti ascoltano mai... e vorresti gridare, vorresti vomitare quelle parole chiuse con un lucchetto nel tuo cuore, e vorresti evitare di piangere, come un'emerita idiota.
La tristezza non è né un sentimento, né un emozione.
Non ha forma, non ha colore, non sa di nulla se non di amarezza.
Non hai ancora trovato quello che ti può fare felice... Eppure ti sembra vicino, palpabile, afferrabile ad occhio nudo; ma non riesci ad arrivarci.
È come quel ramo a cui aggrapparti, ad una spanna dal tuo volto.
Non riesci: una barriera invisibile ti divide dal nulla. Non perdi tempo a spiegarti il senso – irrazionale – di quelle contraddizioni, non ne hai il tempo.
Una lacrima tasta audacemente il tuo volto minuto, graffiandoti le gote candide con un semplice zampillo trasparente; fatichi a toglierlo, sai già che ne comparirà un altro... e la tristezza incombe, mostrandosi in tutta la sua crudeltà: tante stille copiose, una dopo l'altra, gocciolano con rapidità sui lineamenti più sporgenti del tuo viso, inumidendolo.
E attendi un momento di felicità.
Sarà solo temporanea, sfuggente, ma ti basterà.
Almeno finché quella tristezza che credevi di aver affrontato,
non presenterà nuovamente il suo estratto conto.