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Autore: Shinalia    18/09/2009    15 recensioni
Nessun vampiro, solo umani alle prese con uno strambo matrimonio!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi con il primo capitolo di questa storia! me lo sono scritto durante la nottata, insieme ai due successivi! XD
Wow ho notato i 6 commenti e sono rimasta sbalordita *____* grazieeee ... per non parlare dei 14 preferiti e 16 seguiti!
ed è proprio per ringraziarvi che ho deciso di postare velocemente il nuovo capitolo!
Spero di leggere altri commenti ... kiss kiss

Betato by Ronnie8437

I

Successivamente alla scioccante rivelazione, Alice si era premurata di scavare a fondo nel mio armadio alla ricerca di un vestito adatto per la clamorosa occasione. Dal canto mio, ero troppo sconvolto anche solo per parlare o per insultare le sue assidue intromissioni.

Mio fratello si sposa!

La mia mente vagliava le più assurde possibilità. Che una donna fosse riuscita ad irretire mio fratello era già di per se strabiliante, ma ciò che realmente temevo era il “tipo” di donna che aveva compiuto una tale impresa.

I gusti di Emmett erano ben noti a tutta la famiglia, e gli sguardi eloquenti dei miei genitori quando giunsero al ristorante rispecchiavano la mia stessa preoccupazione.

Con chi diamine si presenterà quel rincitrullito scapestrato di mio fratello?

“Qualunque cosa accada, noi sosterremo Emmett!” esclamò mio padre lanciandomi un’occhiata di ammonimento. Probabilmente temeva una delle mie solite reazioni. Non avevo mai adorato le ragazze che si ostinava a presentarci.

Mio fratello non era uno stolto, eppure le sue scelte in fatto di donne si limitavano semplicemente all’apparenza, optando per bamboline senza un briciolo di personalità o di acume.

Bellissime, su questo non c’era alcun dubbio. Ma incapaci di protrarre una conversazione che non fosse semplicemente incentrata sui nuovi abiti di Dior o Versace.

Spaventosamente inquietanti.

Era mio desiderio poter vedere mio fratello sistemato con una ragazza che potesse essere alla sua altezza. Di certo non un’amante della cultura, che avrebbe rispecchiato per lo più i miei canoni.

Infatti i miei gusti erano ben altri. Ciò che ricercavo in una donna non era la semplice bellezza estetica, soprattutto contraffatta da mediocri interventi chirurgici. Non negavo che l’aspetto fisico fosse un dettaglio non trascurabile, ma volevo avere accanto una donna con cui poter condividere opinioni e passioni. Qualcuno che mi comprendesse, e non si limitasse al mio aspetto esteriore. Una persona elegante ed interessante.

Un’ardua impresa, considerando il livello di intelligenza che avevo riscontrato nelle mie fugaci “relazioni”.

Nei miei venticinque anni, non avevo mai incontrato nessuno che si avvicinasse anche minimamente a questi miei canoni, e ciò mi rendeva non poco frustrato. Avevo disperatamente cercato qualcuno con cui condividere una storia che non fosse solo di una notte, fino a quando non mi ero arreso all’evidenza.

Se accadrà sarò qui ad aspettarla, ma cercare invano era da escludere.

“Non fiaterò, lo giuro” mormorai accasciandomi stancamente sulla sedia, contemplando irritato l’orologio.

Odio i ritardatari!

Jasper mi fissò scuotendo il capo divertito. Era da sempre il mio migliore amico, nonché fidanzato ufficiale di Alice. Si erano conosciuti un pomeriggio a casa mia, e da allora erano praticamente inseparabili.  

Non potevo negare di aver spesso invidiato il loro rapporto così profondo, benché mi fossi sempre stupido delle palesi differenze tra di loro.

Jasper era un soggetto pragmatico e tendenzialmente serio e tranquillo. Alice era l’esatto opposto, l’emblema dell’eccentricità e dell’esuberanza.

Si dice che gli opposti si attraggono e, osservando loro, non posso affermare il contrario.

Dei passi pesanti ci preannunciarono l’arrivo di Emmett. Mi voltai svogliatamente verso di lui, sorpreso dalla sobrietà e dall’eleganza del suo vestito gessato.

Che diamine è successo a mio fratello?

Emmett non era mai stato tipo da abiti eleganti e, sebbene si fosse trasferito a New York da due anni, ero certo che in questo non fosse cambiato. Nelle sue visite precedenti, il suo abbigliamento non era mutato minimamente ed osservarlo in quel modo mi sorprese non poco.

Che fosse semplicemente a causa dell’occasione e dell’annuncio che si apprestava a fare?

Sperai vivamente fosse quello il motivo. Quell’alone di serietà stonava completamente con il suo carattere ilare e canzonatore. Adorava sbeffeggiare chiunque con le sue battute, molto spesso inopportune. A prima vista poteva incutere un certo timore a causa della stazza, eppure era una delle persone più affabili che avessi mai conosciuto.

“Famiglia!” salutò in tono allegro, ma estremamente contenuto rispetto ai suoi canoni.

Tese una mano ad una figura minuta alle sue spalle facendole segno di avanzare, ostentando una dolcezza ed una premura che non gli era mai stata propria.

“Ragazzi, vi presento la mia Bella!” mormorò accarezzando con la voce il suo nome .

Lo stupore si diffuse, palesandosi sui volti dei presenti.

Dov’è la bionda ossigenata che ci aspettavamo?

Esme fu la prima a riprendersi dallo stato di trans, notando l’espressione accigliata ed imbarazzata di Bella che si mordeva nervosamente le labbra. Probabilmente i nostri sguardi allucinati dovevano averle creato soggezione.

“Cara, piacere di conoscerti – sorrise sincera. – io sono Esme , la madre di Emmett!” si presentò, intenerita dall’espressione impacciata della ragazza.

Lei rispose abbozzando un sorriso timido, presentandosi agli altri componenti della famiglia, almeno sino a quando il cameriere non giunse a richiedere le ordinazioni.

Io non proferii parola, iniziando a far scorrere il mio sguardo su di lei. Conoscendo i gusti di mio fratello, mi sarei aspettato la solita bambolona ossigenata, con labbra e seno rifatti. Invece, la figura dinanzi a me era di tutt’altro genere. Certo non si poteva non definirla bella, ma ostentava una bellezza nel suo complesso semplice. Labbra piene, viso a cuore, capelli castani ed ondulati che ricadevano morbidi sulla schiena.

La pelle color alabastro era segnata da un leggerissimo velo di trucco, e le guance avevano assunto un naturale quanto tenue sfumatura di rosso.

Deliziosa.

Ecco l’unica parola con la quale la si poteva definire … davvero.

Un calcio allo stinco mi fece sobbalzare, distraendomi dai miei pensieri. Mi voltai con uno sguardo inferocito verso Alice al mio fianco. “Che diamine fai? Hai perso il senno?” borbottai indispettito.

“Cazzo Ed, te la stavi mangiando con gli occhi!” mi ammonì bisbigliando, attenta a celare la nostra conversazione ai presenti.

“Ah!” fu ciò che riuscii a dire, prima di chinare il capo imbarazzato.

Ok, stavo fissando la futura moglie di mio fratello con un’espressione probabilmente da maniaco. Che sarà mai? pensai ironicamente.

Sperai vivamente che nessuno avesse notato la mia défaillance e, onde evitare ulteriori imbarazzanti situazioni, decisi di prestare attenzione al piatto di tagliatelle al ragù che faceva bella mostra davanti a me.

“Bella, che lavoro fai?” udii la domanda di Alice sinceramente interessato.

“La giornalista, per un giornale locale! -  rispose in un sussurro. – io ed Emmett ci siamo conosciuti a lavoro. Lo stavo intervistando!” terminò sorridendogli teneramente.

“Wow – esclamò mia cugina emozionata. – Ed è stato un colpo di fulmine?”

Il sorriso divertito che passò sui volti di entrambi non mi sfuggì, ma non seppi interpretarlo. Mio fratello Emmett era l’allenatore di una famosa squadra di football nei pressi della Grande Mela. Veniva considerato uno degli scapoli più ambiti del luogo a causa del suo lavoro e delle ottime condizioni economiche di cui disponeva. Era stato intervistato spesso da giornali locali che sottolineavano la sua tendenza al libertinaggio e il suo amore per la bella vita.

Mi domandai se il giornale di Bella fosse di quel tipo! Ovvero dedito al semplice gossip.

“Di che giornale si tratta?” domandai dando voce ai miei pensieri.

Quella strana ragazza mi incuriosiva non poco.

Lei parve sorpresa di udire la mia voce, e per quelli che mi parvero interminabili istanti mi fissò come imbambolata.

“Bhe, è un quotidiano – balbettò, torcendosi nervosamente le mani – io mi occupo degli argomenti relativi allo sport e, talvolta, di qualche episodio di cronaca!”

Il braccio di Emmett le avvolse le spalle attirandola a sé. Non riuscii ad udire ciò che le bisbigliò all’orecchio, ma il suo rossore fece presupporre fosse qualcosa di non propriamente casto. Ciò che sorprese tutti noi fu il controllo mostrato da mio fratello. Non si era mai posto alcun problema ad esternare i suoi pensieri liberamente, sebbene ciò potesse talvolta creare imbarazzo.

Dev’essere davvero innamorato.

La cena proseguì tranquilla, così come le incessanti e pressanti domande che Alice poneva ininterrottamente alla nostra ospite. Lei non ne parve infastidita, al contrario sembrava divertita dall’esuberanza di Alice. Non potei non notare il sorriso tenero che le rivolgeva.

Scoprimmo molte cose di lei quella sera, notando ancor più la palese differenza con le usuali fiamme di Emmett. Era una ragazza intelligente, estremamente dolce e riservata e per nulla volgare.

Come faccia a stare con mio fratello, proprio non me lo spiego!

Avvertii un vago senso di invidia nei suoi confronti. Quella che avevo davanti a me era una ragazza davvero interessante.

Beato il mio fratellino …

“Bene, credo sia ora di andare a riporre i bagagli - annunciò mio fratello soddisfatto. – Eddy, carichiamo tutto nella tua macchina?” domandò pacato mentre aiutava Bella ad alzarsi, scostando leggermente la sedia.

Lo fissai con un cipiglio in volto, ma acconsentii tranquillamente.

“Ehm, Eddy?” Alice reclamò la mia attenzione, esitante. Giocava nervosamente con una ciocca di capelli.

È nervosa, cattivo segno!

“Dimmi …” borbottai esitante, non propriamente convinto di voler ascoltare ciò che la sua mente aveva congeniato.

Generalmente non era mai qualcosa di vagamente positivo. Almeno per il sottoscritto.

“Oggi ho dimenticato di accennarti un piccolo dettaglio – sussurrò aggrappandosi a Jasper, dopo aver notato la mia espressione tutt’altro che benevola. – Emmett e Bella sono ospiti a casa tua!”

 
   
 
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