Wow ho notato i 6 commenti e sono rimasta sbalordita *____* grazieeee ... per non parlare dei 14 preferiti e 16 seguiti!
ed è proprio per ringraziarvi che ho deciso di postare velocemente il nuovo capitolo! ♥
Spero di leggere altri commenti ... kiss kiss
Successivamente
alla
scioccante rivelazione, Alice si era premurata di scavare a fondo nel
mio
armadio alla ricerca di un vestito adatto per la clamorosa occasione.
Dal canto
mio, ero troppo sconvolto anche solo per parlare o per insultare le sue
assidue
intromissioni.
Mio
fratello si
sposa!
La
mia mente vagliava le più
assurde possibilità. Che una donna fosse riuscita ad irretire mio
fratello era
già di per se strabiliante, ma ciò che realmente temevo era il “tipo”
di donna
che aveva compiuto una tale impresa.
I
gusti di Emmett erano ben
noti a tutta la famiglia, e gli sguardi eloquenti dei miei genitori
quando
giunsero al ristorante rispecchiavano la mia stessa preoccupazione.
Con
chi diamine
si presenterà quel rincitrullito scapestrato di mio fratello?
“Qualunque
cosa accada, noi
sosterremo Emmett!” esclamò mio padre lanciandomi un’occhiata di
ammonimento.
Probabilmente temeva una delle mie solite reazioni. Non avevo mai
adorato le
ragazze che si ostinava a presentarci.
Mio
fratello non era uno
stolto, eppure le sue scelte in fatto di donne si limitavano
semplicemente
all’apparenza, optando per bamboline senza un briciolo di personalità o
di
acume.
Bellissime,
su questo non
c’era alcun dubbio. Ma incapaci di protrarre una conversazione che non
fosse
semplicemente incentrata sui nuovi abiti di Dior o Versace.
Spaventosamente
inquietanti.
Era
mio desiderio poter
vedere mio fratello sistemato con una ragazza che potesse essere alla
sua
altezza. Di certo non un’amante della cultura, che avrebbe rispecchiato
per lo
più i miei canoni.
Infatti
i miei gusti erano
ben altri. Ciò che ricercavo in una donna non era la semplice bellezza
estetica, soprattutto contraffatta da mediocri interventi chirurgici.
Non
negavo che l’aspetto fisico fosse un dettaglio non trascurabile, ma
volevo avere
accanto una donna con cui poter condividere opinioni e passioni.
Qualcuno che
mi comprendesse, e non si limitasse al mio aspetto esteriore. Una
persona
elegante ed interessante.
Un’ardua
impresa,
considerando il livello di intelligenza che avevo riscontrato nelle mie
fugaci
“relazioni”.
Nei
miei venticinque anni,
non avevo mai incontrato nessuno che si avvicinasse anche minimamente a
questi
miei canoni, e ciò mi rendeva non poco frustrato. Avevo disperatamente
cercato
qualcuno con cui condividere una storia che non fosse solo di una
notte, fino a
quando non mi ero arreso all’evidenza.
Se
accadrà sarò
qui ad aspettarla, ma cercare invano era da escludere.
“Non
fiaterò, lo giuro”
mormorai accasciandomi stancamente sulla sedia, contemplando irritato
l’orologio.
Odio
i
ritardatari!
Jasper
mi fissò scuotendo il
capo divertito. Era da sempre il mio migliore amico, nonché fidanzato
ufficiale
di Alice. Si erano conosciuti un pomeriggio a casa mia, e da allora
erano
praticamente inseparabili.
Non
potevo negare di aver
spesso invidiato il loro rapporto così profondo, benché mi fossi sempre
stupido
delle palesi differenze tra di loro.
Jasper
era un soggetto
pragmatico e tendenzialmente serio e tranquillo. Alice era l’esatto
opposto,
l’emblema dell’eccentricità e dell’esuberanza.
Si
dice che gli
opposti si attraggono e, osservando loro, non posso affermare il
contrario.
Dei
passi pesanti ci
preannunciarono l’arrivo di Emmett. Mi voltai svogliatamente verso di
lui,
sorpreso dalla sobrietà e dall’eleganza del suo vestito gessato.
Che
diamine è
successo a mio fratello?
Emmett
non era mai stato
tipo da abiti eleganti e, sebbene si fosse trasferito a New York da due
anni,
ero certo che in questo non fosse cambiato. Nelle sue visite
precedenti, il suo
abbigliamento non era mutato minimamente ed osservarlo in quel modo mi
sorprese
non poco.
Che
fosse semplicemente a
causa dell’occasione e dell’annuncio che si apprestava a fare?
Sperai
vivamente fosse
quello il motivo. Quell’alone di serietà stonava completamente con il
suo
carattere ilare e canzonatore. Adorava sbeffeggiare chiunque con le sue
battute, molto spesso inopportune. A prima vista poteva incutere un
certo
timore a causa della stazza, eppure era una delle persone più affabili
che
avessi mai conosciuto.
“Famiglia!”
salutò in tono
allegro, ma estremamente contenuto rispetto ai suoi canoni.
Tese
una mano ad una figura
minuta alle sue spalle facendole segno di avanzare, ostentando una
dolcezza ed
una premura che non gli era mai stata propria.
“Ragazzi,
vi presento la mia
Bella!” mormorò accarezzando con la voce il suo nome .
Lo
stupore si diffuse,
palesandosi sui volti dei presenti.
Dov’è
la bionda
ossigenata che ci aspettavamo?
Esme
fu la prima a
riprendersi dallo stato di trans, notando l’espressione accigliata ed
imbarazzata di Bella che si mordeva nervosamente le labbra.
Probabilmente i
nostri sguardi allucinati dovevano averle creato soggezione.
“Cara,
piacere di conoscerti
– sorrise sincera. – io sono Esme , la madre di Emmett!” si presentò,
intenerita dall’espressione impacciata della ragazza.
Lei
rispose abbozzando un
sorriso timido, presentandosi agli altri componenti della famiglia,
almeno sino
a quando il cameriere non giunse a richiedere le ordinazioni.
Io
non proferii parola,
iniziando a far scorrere il mio sguardo su di lei. Conoscendo i gusti
di mio
fratello, mi sarei aspettato la solita bambolona ossigenata, con labbra
e seno
rifatti. Invece, la figura dinanzi a me era di tutt’altro genere. Certo
non si
poteva non definirla bella, ma ostentava una bellezza nel suo complesso
semplice.
Labbra piene, viso a cuore, capelli castani ed ondulati che ricadevano
morbidi
sulla schiena.
La
pelle color alabastro
era segnata da
un leggerissimo velo di trucco, e le guance avevano assunto un naturale
quanto
tenue sfumatura di rosso.
Deliziosa.
Ecco
l’unica parola con la
quale la si poteva definire … davvero.
Un
calcio allo stinco mi
fece sobbalzare, distraendomi dai miei pensieri. Mi voltai con uno
sguardo
inferocito verso Alice al mio fianco. “Che diamine fai? Hai perso il
senno?”
borbottai indispettito.
“Cazzo
Ed, te la stavi
mangiando con gli occhi!” mi ammonì bisbigliando, attenta a celare la
nostra
conversazione ai presenti.
“Ah!”
fu ciò che riuscii a
dire, prima di chinare il capo imbarazzato.
Ok,
stavo
fissando la futura moglie di mio fratello con un’espressione
probabilmente da
maniaco. Che sarà mai? pensai
ironicamente.
Sperai
vivamente che nessuno
avesse notato la mia défaillance e, onde evitare ulteriori imbarazzanti
situazioni, decisi di prestare attenzione al piatto di tagliatelle al
ragù che
faceva bella mostra davanti a me.
“Bella,
che lavoro fai?”
udii la domanda di Alice sinceramente interessato.
“La
giornalista, per un
giornale locale! - rispose
in un
sussurro. – io ed Emmett ci siamo conosciuti a lavoro. Lo stavo
intervistando!”
terminò sorridendogli teneramente.
“Wow
– esclamò mia cugina
emozionata. – Ed è stato un colpo di fulmine?”
Il
sorriso divertito che
passò sui volti di entrambi non mi sfuggì, ma non seppi interpretarlo.
Mio
fratello Emmett era l’allenatore di una famosa squadra di football nei
pressi
della Grande Mela. Veniva considerato uno degli scapoli più ambiti del
luogo a
causa del suo lavoro e delle ottime condizioni economiche di cui
disponeva. Era
stato intervistato spesso da giornali locali che sottolineavano la sua
tendenza
al libertinaggio e il suo amore per la bella vita.
Mi
domandai se il giornale
di Bella fosse di quel tipo! Ovvero dedito al semplice gossip.
“Di
che giornale si tratta?”
domandai dando voce ai miei pensieri.
Quella
strana ragazza mi
incuriosiva non poco.
Lei
parve sorpresa di udire
la mia voce, e per quelli che mi parvero interminabili istanti mi fissò
come
imbambolata.
“Bhe,
è un quotidiano –
balbettò, torcendosi nervosamente le mani – io mi occupo degli
argomenti
relativi allo sport e, talvolta, di qualche episodio di cronaca!”
Il
braccio di Emmett le
avvolse le spalle attirandola a sé. Non riuscii ad udire ciò che le
bisbigliò
all’orecchio, ma il suo rossore fece presupporre fosse qualcosa di non
propriamente casto. Ciò che sorprese tutti noi fu il controllo mostrato
da mio
fratello. Non si era mai posto alcun problema ad esternare i suoi
pensieri
liberamente, sebbene ciò potesse talvolta creare imbarazzo.
Dev’essere
davvero innamorato.
La
cena proseguì tranquilla,
così come le incessanti e pressanti domande che Alice poneva
ininterrottamente
alla nostra ospite. Lei non ne parve infastidita, al contrario sembrava
divertita dall’esuberanza di Alice. Non potei non notare il sorriso
tenero che
le rivolgeva.
Scoprimmo
molte cose di lei
quella sera, notando ancor più la palese differenza con le usuali
fiamme di
Emmett. Era una ragazza intelligente, estremamente dolce e riservata e
per
nulla volgare.
Come
faccia a
stare con mio fratello, proprio non me lo spiego!
Avvertii
un vago senso di
invidia nei suoi confronti. Quella che avevo davanti a me era una
ragazza
davvero interessante.
Beato
il mio
fratellino …
“Bene,
credo sia ora di
andare a riporre i bagagli - annunciò mio fratello soddisfatto. – Eddy,
carichiamo tutto nella tua macchina?” domandò pacato mentre aiutava
Bella ad
alzarsi, scostando leggermente la sedia.
Lo
fissai con un cipiglio in
volto, ma acconsentii tranquillamente.
“Ehm,
Eddy?” Alice reclamò
la mia attenzione, esitante. Giocava nervosamente con una ciocca di
capelli.
È
nervosa,
cattivo segno!
“Dimmi
…” borbottai
esitante, non propriamente convinto di voler ascoltare ciò che la sua
mente
aveva congeniato.
Generalmente
non
era mai qualcosa di vagamente positivo. Almeno per il sottoscritto.
“Oggi
ho dimenticato di accennarti
un piccolo dettaglio – sussurrò aggrappandosi a Jasper, dopo aver
notato la mia
espressione tutt’altro che benevola. – Emmett e Bella sono ospiti a
casa tua!”