22 Giugno
Caro Diario,
Nemmeno questa notte sono
riuscita a dormire. Mi maledico
per non riuscirci da giorni.
Penso sempre a quello che mi sta accadendo. Forse dovrei esserne
felice. Me lo
ripeto tante volte, ma poi, all’improvviso …
avverto il vuoto dietro i miei
passi e lo stordimento che sento dentro sbiadisce i nuovi colori che
dovrebbero
illuminarmi il cuore.
Avevo da poco aperto gli occhi quel giorno. Era una mattina come le altre. Nel giro di cinque minuti avrei dovuto alzarmi, lavarmi, portare il mio cane fuori e correre in ufficio. Il solito supplizio delle sette del mattino. Ore e ore sul computer tra documenti e cartacce da produrre o archiviare. Preoccupazioni, telefonate continue e rimproveri mi aspettavano con la solita puntualità. Può sembrare strano a raccontarlo, mio Caro Diario, ma, come sempre avevo cominciato la giornata sapendo che la parte migliore di quelle prossime ventiquattro lunghe ore sarebbe arrivata solo a tarda sera quando Lui, come sempre negli ultimi due anni, mi avrebbe cercata, senza parole, senza spiegazioni e …mi avrebbe avuta, senza ribellioni.
Ora e tutto diverso. Da sette giorni il tempo ha cambiato ritmo, ho un nuovo nome, un nuovo aspetto, vivo in una nuova città e … non ho la più pallida idea di come sia successo.
Sono sicura che se tu potessi, quaderno a spirale con la copertina bianca, mi chiederesti “ Ma come è possibile che tu non sappia come è cambiata la tua vita?”. Vorrei poterti rispondere, davvero, ma l’unica spiegazione che ho nella mia mente ti sbalordirebbe più di un qualsiasi silenzio.
Sto guardando la mia mano sinistra mentre scrivo. L’argento cesellato abbraccia la madreperla come uno scrigno fa con il suo tesoro.
Non posso credere fino in fondo a quello che già penso. Non posso davvero ritenere questo monile la fonte di tutto. O forse si.
Devo lasciarti, sono venuti a prendermi.