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Autore: Mixxo    11/02/2024    3 recensioni
Karin è in fase di riabilitazione dopo un'incidente sul lavoro. Per non rimanere con le mani in mano, si dedicherà alla lettura di un misterioso libro di recente successo a Yrff. Non tanto per la capacità dell'autore, quanto alle voci - per lei fondate - che sia stato scritto da un'emerso, una persona proveniente da un'altro mondo.
"Boral è un mondo abbandonato dalle divinità. Il sole si è spento da anni e gli ultimi barlumi di vita combattono per la sopravvivenza. In quel luogo ho incontrato un gruppo di caotici avventurieri che non meritano il titolo di eroi, ma che han fatto ciò che serviva per concedere loro di essere chiamati tali."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[Capitolo 4]

[Strale Khanterz]

“COME HAI FATTO A ROMPERLA!?”

Vaxt è energico la mattina. Non me lo aspettavo dai cervelloni voltici, pensavo che impiegassero almeno un paio d’ore per attivarsi. Faccio schioccare la lingua sul palato. “Tecnicamente l’ha rotta il frammentantore. Quante scaglie costa la riparazione?”

Vaxt guarda seccato le due metà della spessa arma che mi aveva creato la mattina prima. Non so se sia irritato dal fatto che una sua creazione non abbia retto o cosa. “Quarantanove scaglie.”

Sbatto le mani contro il tavolo. “Ma da un fabbro normale spendo la metà!”

Vaxt sbatte le palpebre, impassibile. “Un fabbro normale ci mette quattro giorni.”

“…Ma se con me ci mettono sempre una settimana.”

“Forse non vogliono che tu ne abbia una in mano tanto presto. Rettifico, cinquanta scaglie, e stavolta le paghi di tasca tua.”

Riluttante per la sua considerazione, stacco il sacchetto con le scaglie dalla cintura e lo lascio cadere sul tavolo. Vaxt lo afferra lentamente e lo apre guardandoci dentro.

“Le stai contando? Davvero?”

“Si.”

Comprendo la reputazione di casinista per i danni fatti in città, ma non tengo mai debiti.

“Una cattiva fama ti rende un balordo a tutto tondo.” La mano di Kae si appoggia sulla mia spalla. “Ciao Vaxt.”

Il voltico mette il sacchetto assieme ad altri e torna a fissare le due metà dell’arma. “Buongiorno Kae.”

Alzo la mano. “Non me lo distrarre. Che poi andiamo alla grotta.”

Kae mi molla la spalla. “Ma ti sei appena ripreso. La tua gamba-“

Mi volto verso di lei, alzo il piede e tiro un calcio all’aria. “Voltici delle misture, mi rimettono apposto ogni volta.”

“Il tuo corpo si abituerà ad assumere misture prima o poi e non ti faranno più niente.”

Guardo il voltico. “Tu ripara intanto, in caso hanno trovato diverse formule, basterà cambiare quale prendere.”

“Veramente…” Kae fa combaciare i polpastrelli. “Le misture di ogni tipo necessitano di erbe e altri componenti per essere create. Ed i frammentatori hanno distrutto quasi tutti i campi in cui le coltivavamo. Potrebbero finire le scorte presto.”

Vaxt sbatte le palpebre, si volta alle sue spalle. “TOGLIETE NOAH DALLA FORGIA!”

Assottiglio gli occhi. Un altro pericoloso come me? Non l’ho mai sentito. Non è importante al momento, picchietto le dita sul tavolo vicino alle due metà della mia arma. “Ripari in fretta, per favore?”

 

Le porte principali d’entrata di Cyrrium sono state progettate per essere un monumento all’accoglienza: bancarelle di cibi tipici di varie isole, la banda di murks ferma in attesa che un passante decida quale melodia richiedere.

Lascio le scaglie in mano all’uomo della carne, inspiro l’aroma di affumicato, quasi quasi me la mangerei io. Arrotolo la cima del sacchetto e lo ficco nella bisaccia. Darkrariana, a noi due!

Kae mi segue a braccia incrociate. Non sembra contenta, ma non dice nulla e di solito non perde occasione per correggermi.

“Sei sicuro di volerla disturbare? Dovresti evitare di andare a cercare guai, te l’ho detto le riserve di materiali per le misture sono scarse.”

Come non detto. “Sembra ragionevole. Voglio parlarle.”

Kae fa una risata soffocata. “Non ti credo.”

Le rivolgo un sorriso sghembo. “Ma come, non sei la mia ravvivafiaccole? Dovresti fidarti di me.”

Kae sbatte le palpebre, è ancora più perplessa. “Non credo tu sappia in cosa consiste di preciso il mio lavoro.”

No, infatti. E in teoria non mi interessa. Ma se ti distrae dal dissuadermi, spiega pure. “Non fate da supporti morali alle persone per farle tornare a lavoro?”

Kae apre la bocca, inspira. “Parte del nostro lavoro è sapere quando ci stanno prendendo in giro.”

Devo mettermi a correre? Quei guanti non so come contrastarli. Ma se ci penso, è riuscita a farsi la salita per i terrazzamenti senza problemi. Non è seminandola che mi libererei di lei. “Magari vuoi ravvivare la fiaccola di quella poveretta?”

La vedo spalancare gli occhi, sbigottita. Che l’idea le piaccia? Sono un genio! Continuo a premere su questa cosa!

Il vociare nella piazza d’entrata si solleva tutto in un colpo. Mi distraggo da Kae, forse c’è una rissa?

La folla si sta aprendo verso i lati della strada per lasciare libero spazio a una diligenza blindata, la quale si ferma al centro preciso della piazza.

Con un paio di scatti la portiera si spalanca. Da essa esce un ragazzo sulla trentina in armatura azzurra. Ha una faccia da schiaffi.

“Signori, popolo. Abbiamo preso la megera!”

La folla esulta. Alcuni confabulano tra loro con espressione preoccupata. Personalmente, mi spiace non aver potuto partecipare a questo giro di pattugliamento se hanno trovato qualcuno di così pericoloso.

Il cavaliere infila il braccio nella carrozza e con uno strattone scaglia fuori una giovane dalla pelle chiarissima in netto contrasto con la lunga chioma nera, gli occhi rossi rimangono bassi a fissare le mattonelle della piazza.

La riconosco, deglutisco. Mi hanno fregato la darkrariana.

Incrocio le braccia. “Vedi Kae? Abbiamo perso tempo e me l’hanno fregat-”

Kae non mi sta ascoltando, gli occhi le brillano di una luce che non ho mai visto nel suo sguardo. Sembra… felice.

“Kae?”

Si volta verso di me con sorriso esaltato. “Se l’hanno catturata possiamo capirla e rimetterla sulla retta via.” Allarga le braccia, piccole scintille sprizzano dai suoi guanti. “Renderla una persona migliore!”

Inizio a pensare che Kae potrebbe essere una cultista di qualche setta, altro che ravvivafiaccole. Onestamente non mi interessa, ma se volesse recuperare la darkrariana per sé, potrei sfidare quel tipo. Metto mano sulla spada. “Carichiamo?”

“Con diplomazia.”

Alzo un sopracciglio. Che vuol dire?

La guardo avvicinarsi alla carrozza. La darkrariana ha i polsi legati da corde, si mette in ginocchio. Non ha l’aria di qualcuno che è arrabbiato o frustrato, sembra quasi aver accettato la cosa. Non ha nemmeno un briciolo di rancore nei confronti di chi l’ha catturata? Inizio a dubitare che si tratti di una vera darkrariana.

Il cavaliere si mette in mezzo tra le due ragazze, mette mano al fodero della sua arma e Kae si ferma. “Signorina?”

Kae tira fuori qualcosa dalla giacca, glielo mostra. “Kae, ravvivafiaccole. Vorrei prendere in custodia la darkrariana.”

Mi avvicino, i mercenari aspettano solo una scusa per tirare fuori le armi, indipendentemente dal contesto in cui si trovano. Kae potrebbe aver bisogno di una mano… Forse. Ha steso un frammentatore senza problemi, in teoria non ha bisogno di assistenza, ma se posso menare le mani perché no?

Con sorpresa – e mio rammarico – il cavaliere abbassa la mano, fissa Kae. “Non c’era nessun accordo con i ravvivafiaccole, il mio padrone non fa accordi con voi.”

Ahi. Questo è uno di quelli che ha debiti d’onore, invasati, preferisco i cultisti. Almeno loro seguono qualcosa perché ci credono, non sono costretti.

“Serve un accordo per instillare nuovamente la scintilla dell’amore per la vita in un individuo?” Kae fa un passo avanti, il cavaliere ne fa un altro indietro. Per la Guardiana, Kae incute timore a chiunque.

“Quale sarebbe la causa della sua cattura? Perché è una darkrariana? Cos’ha fatto per meritarsi il vostro odio? Fare parte di una razza sconfitta da anni? Lo trovo meschino. Questo non fa che innescare un ciclo d’odio che trasforma innocenti in persone disposte a tutto pur di avere diritto alla v-.”

“Hai finito di dare aria alla bocca?”

Una figura si ferma sulla soglia della carrozza. Uno della mia età dalla corporatura mingherlina, tiene sulla spalla una spada sulla cui lama vi sono una serie di glifi. Abiti da nobile, sguardo da coglione distaccato sotto la frangia verde. Scende dalla carrozza con un balzo. “Questa feccia non impara in nessun modo se non quello con il quale sono stati cresciuti.” Alza una gamba e sferra una pedata alla schiena della darkrariana, quella crolla a terra senza dare segno di resistenza.

Kae si avvicina verso la darkrariana, il tizio abbassa l’arma e la frappone tra le due, il suo compare sfodera la spada e la punta verso Kae. Direi che ho aspettato abbastanza. Lascio cadere la sacca, estraggo la mia arma e carico. Devio la spada del cavaliere e lo butto a terra con una spallata. Sferro un fendente verso la testa del nobile. Dal terreno escono una serie di radici che avvolgono il mio braccio e lo immobilizzano.

Fisso quell’idiota. I glifi della sua spada sono illuminati di una tenue luce marrone.

“Khanterz.”

Sai il mio nome, grazie al cazzo, io sono famoso, tu chi cazzo sei?

Il tizio guarda la folla. “Immagino non obietterà nessuno se porto questa catastrofe a Lastguard. Quelli come lui devono stare là.”

Kae si alza e fronteggia il nobile. “Vi state approfittando della vostra influenza Fion.”

Il tizio la guarda distaccato. "Lo sto facendo? Mi ha apertamente attaccato con l'intento di ferirmi. Forse i tuoi metodi da santo non stanno funzionando, ravvivafiaccole.” Abbassa la spada, si avvicina con il volto a lei. "Speri che uno di loro di ammazzi per essere ricordata?"

Kae non accenna a indietreggiare. "Di nobile avete solo il titolo."

“Tramandato da genitori che hanno perso la vita per mine vaganti come loro. Un’orfana come te dovrebbe capire quando è il momento di smettere di cercare di comprenderli.”

Per la prima volta vedo Kae fare un passo indietro, la sua espressione è quella di una fiera che studia la preda che ha davanti. Di certo non è finita qui.

Fion sferza l’aria, le radici che mi bloccano il braccio si piegano e mi scagliano dentro la carrozza.

Non è la prima volta che passo una notte in gattabuia. Potrei ricostruire la parete opposta alle sbarre della cella nel commissariato per quanto l’ho guardata. La gente non è mai stata contenta delle mie risse. Da quel punto di vista sono d’accordo con papà, se ho fatto un guaio devo riparare all’errore e questo non significa solo ripagare i danni.

Sbatto la spalla contro la portiera. Mi trovo seduto all’interno, sul sedile opposto vi è Clark Blake, una delle guardie armate di Cyrrium. Ricordo di lui perché spesso mi porta di persona all’ufficio dello sceriffo. Come tutti gli altri pensa che io sia una catastrofe, ma a differenza di quelli come Vaxt non sembra terrorizzato all’idea di starmi vicino per più di venti secondi.

Afferra il fucile che tiene accanto a sé per la canna e lo tira sul sedile. “L’hai fatta più grossa del solito se ti paragonano a una darkrariana.” Tende la mano. “L’arma per favore, te la restituiamo quando esci.”

Non mi piace affatto l’idea di separarmi dalla spada, è figa potrebbero fregarmela. Ma di solito Clark è affidabile. Seppur riluttante, porgo l’elsa verso di lui.

La mette via. “Ora fai spazio.”

Dalla porta della carrozza viene spinta dentro la darkrariana, cade semisdraiata accanto al mio sedile. Ora che noto meglio, c’è un dettaglio che non mi suona: nessuno di loro ha ferite o in generale segni di scontro addosso. Clark deve aver notato la mia perplessità, ha un sopracciglio alzato.

“Fion è così forte da averla battuta subito?”

Clark afferra il fucile con entrambe le mani, sospira.

La darkrariana si mette seduta e sta distante.

Alterno lo sguardo tra i due confuso.

“Non ha opposto resistenza.” Si limita a dire Clark.

Guardo la darkrariana. “Perché?”

Lei guarda fissa di fronte a sé. “Non servono altri spargimenti di sangue inutili. Infante imbecille.”

Inizio a dubitare che sia una darkrariana, non sono ragionamenti da gente come loro. Anche i suoi insulti sono troppo… aristocratici per me.

 

[Kae]

La carrozza si allontana verso il centro della città. All’interno ci sono le due opportunità di realizzare i miei progetti. E quel broccolo me li ha appena portati via.

“Tsk, nobili.” Cammino verso la Nimbus. Capisco che suo figlio abbia bisogno di disciplina, ma Belsar non dovrebbe permettere alle persone di elevarsi a portatori dell’unica morale corretta. Specie se si tratta di mocciosi viziati coperti da un nome importante. È così che quelle persone problematiche rimangono tali.

 

Apro le porte della Nimbus, rilasso le spalle. Passando davanti alla forgia saluto Vaxt con un cenno. Devo avere una faccia terribile, si è ritratto come la prima volta in cui l’ho forzato ad uscire dalla sua stanza. Salgo le scale. L’ufficio di Belsar ha la porta chiusa. Che non abbia ancora saputo le ultime novità? Mi fermo davanti alla porta. Di solito la lascia spalancata, sempre a disposizione per chi volesse proporre un nuovo sistema, o ad ascoltare direttamente i problemi dalle voci dei cittadini. Che si tratti di un argomento delicato?

La porta si spalanca violenta. Esce una ragazza in armatura bianca, gli occhi argentati sono quelli di chi sta macchinando un piano avventato. Dovrò tenerla d’occhio nei prossimi giorni, o informarmi su di lei, sa di sospetta.

Mi affaccio nell’ufficio. Belsar è di spalle, fissa la finestra che dà sulla città. Potrebbe stare ancora elaborando le parole della ragazza di prima. Tossisco per annunciarmi. Belsar si volta, un lampo di preoccupazione sparisce in fretta nei suoi occhi e torna ad avere l’espressione bonaria di sempre.

“Giovane Kae… Ho saputo degli eventi appena accaduti.”

Devo valutare l’ipotesi che quel pezzo bianco degli scacchi fosse uno sgherro di Fion mandato a raccontargli la sua versione… Non troppo diversa da quella reale, ma sicuramente l’avrà ingigantita per premere sui sensi di colpa da padre di Belsar.

Annuisco. “Strale è ancora impulsivo, ma sicuramente non è come vi è stato descritto.”

Belsar si avvicina alla scrivania e appoggia una zampa sulla scrivania. “Accolito di Darkraria? No, non credo nemmeno io.”

Chiamiamolo direttamente figlio del Ferale già che ci siamo. Fion, mi provocate ribrezzo solo pensare al vostro nome. Omuncolo indegno. Ingoio i miei pensieri ed espiro. “Quindi pensate di farlo rilasciare il prima possibile? Se voglio avere progressi devo battere il ferro finché è caldo.”

Belsar ritrae la zampa dietro le ali. “Temo che stavolta non potrò limitarmi a una sgridata, giovane Kae.”

Non suona bene, incrocio le braccia. “…Perché ci sono i darkrariani di mezzo?”

“La ferita nella nostra comunità da quegli individui è ancora aperta. La comparsa di una di loro è solo l’ultimo dei segnali.”

I miei guanti si accendono, piccole scintille vengono rilasciate. Si spegneranno prima di raggiungere terra, non è un problema. “Cioè?”

“I frammentatori nei campi. Sono stati trasportati alla Nimbus e studiati. Non sono semplici abomini che hanno assorbito metallo abbandonato. Quelle capacità vengono date solo con certi tipi di infusione di glifi. Infusione che veniva usata principalmente proprio dai darkrariani.”

“Dunque la gente teme una loro nuova campagna militare dopo gli anni di silenzio.” Magari qualcuno suggerisce che Strale sia una loro spia dato che è stato adottato da Belsar e non ha mai specificato come lo ha trovato. Le persone amano pensar male.

“Devo far calmare le acque, giovane Kae. Per ora sia lui che la darkrariana verranno portati a Lastgard.”

Capisco, e solo in parte, per la Darkrariana, ma lì ci sbattono solo i criminali incorreggibili.

Belsar allunga la zampa, sta puntando alla mia testa. Lo fa sempre con chi ha fatto del suo meglio.  “Mi spiace di averti fatto perdere tempo. Puoi considerare il tuo compito conclus-”

“Con tutto il rispetto, borgomastro, decido io quando il mio compito è terminato.”

Belsar tuba sorpreso.

“Il mio lavoro terminerà solo quando non potrò davvero fare più nulla. Ora con permesso, devo prepararmi per un viaggio a Lastgard.” Giro i tacchi e mi avvio verso l’uscita. Lascio la porta aperta per eventuali altre persone come da etichetta. Non mi faccio tappare le ali da un moccioso in grado di sollecitare le masse meschine. Non perdo contro queste cose.

Una figura mi si piazza davanti. La ragazza in armatura bianca mi fronteggia.

“Sento che entrambe abbiamo avuto una cattiva notizia oggi. Sono pronta a scommettere che sono collegate.”

[Karin Alden]

Più sfoglio le pagine più odio ammettere che la storia mi sta interessando. Non lo ammetterò mai di fronte a Myra, non voglio darle soddisfazioni.

Da quel che so i libri “normali” non ti fanno un cambio di protagonista così.

Ma questo non è un libro normale, giusto?

I “darkrariani” stanno iniziando a diventare ricorrenti. Mi chiedo se non sia uno di loro ad essere emerso e ad aver scritto il libro. Improbabile, non si metterebbe in cattiva luce. Eppure sento di aver già sentito chiamare qualcuno così in giro…

  
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