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Autore: NightWatcher96    15/02/2024    0 recensioni
Dopo la morte del suo migliore amico Izuku Midoriya, Katsuki ha inizialmente trovato conforto nel cibo ma un atteggiamento Bulimico ha avuto ripercussioni sul suo aspetto fisico. Una sera, poco prima di chiudere il combini dove lavora, un cane entra e di lì a poco anche un certo Eijiro Kirishima. Una cosa è certa... quel cane dal collare rosso ci ha messo le sue zampe!
Warning: AU, no Quirk, Tematiche Delicate
Ship: KiriBaku
R-18!
Genere: Azione, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Non piangere, per favore» mormorò cupamente il rosso. «Con me sarai al sicuro. Te lo prometto, Katsuki».

Finalmente decise di afferrare quelle dita. Eijiro sorrise morbido e lo portò di nuovo al suo petto. Premette la fronte contro il ventre dell'altro ma non disse nulla.

«Io non mi sopporto, Eijiro. E' un tormento».

Il rosso ne aveva abbastanza di prepararsi. Forse lo aveva fatto abbastanza. Allora, con un po' troppa foga, aprì l'accappatoio di Katsuki e lo abbracciò in vita.

L'altro si sentì esposto ma provò a respingere con tutte le sue forze il desiderio di voler scappare. Eijiro gli stava offrendo una possibilità d'oro e se l'avesse rifiutata sentiva che se ne sarebbe pentito a vita.

Un'ultima lacrima scese sulla guancia, la mano affondò tra le ciocche rosse senza stringere.

«Ti preoccupa il morbido del tuo addome?» chiese Eijiro. «Perché io lo trovo adorabile. Insomma... guarda che cosa mi è successo!».

Quando Katsuki ci fece caso, sentì indistintamente una sensazione rovente e dura premergli in mezzo alle cosce, appena sopra le ginocchia. Arrossì nel comprendere che Eijiro si era eccitato moltissimo.

Da un lato si sentì affascinato dal fatto che il suo fisico poteva scaturire pensieri poco casti ma dall'altro pensò che l'impennata del fallo fosse dovuta alla preparazione anale.

«Ora come funziona?» domandò Eijiro.

«Vuoi farlo a quattro zampe o disteso?».

«Mmh... disteso. Anche se non ti vedo, voglio sentire la sensazione di avere il tuo viso che mi osserva».

Katsuki arrossì e borbottando un lieve -stupido che non sei altro!- salì sul letto. Eijiro si distese, lasciandosi aprire il più possibile le gambe. Deglutì un groppo di emozioni quando la mano dell'altro gli si poggiò sull'interno della coscia destra.

Ciò portò un'altra vibrazione nelle sue parti intime.

«Mi preparerò dopo. Ora voglio entrare in te» ammise il biondo.

Scese rapidamente dal letto per afferrare burro e preservativi. Ma poi gli venne in mente una cosa.

«Senti, non li possiamo usare i preservativi».

«E perché?» chiese l'altro, perplesso.

«Il burro è sostanzialmente olio alla fine e gli oli non permettono di far aderire o mantenere bene un preservativo di lattice. Quindi se vuoi che ti lubrifichi per bene dentro lo faccio ma non te lo metterò».

Eijiro ci rimase male, tanto da costruire un broncio.

«Mi dispiace, è colpa mia» ammise. «Ma possiamo farlo anche senza. Se sei tu va bene e poi ti posso assicurare che sono sano come un pesce! Non c'è pericolo di contrarre malattie veneree!».

Katsuki rimase colpito da quell'atto di grande fiducia.

«Sono sano anche io. Il mio disturbo alimentare non mi rende meno sano di te» gli disse con un ghigno.

Eijiro si rianimò. Katsuki prese una generosa quantità di burro e iniziò a lubrificare per bene l'interno ben dilatato. Quando l'indice scivolò e colpì accidentalmente una terminazione nervosa in profondità, il rosso si contorse nel benessere ed emise un gemito così forte che si schiaffò le mani contro la bocca.

Katsuki lo prese in giro fischiando ma continuò la sua missione burrosa. Infine passò al suo uccello abbastanza duro. Lo cosparse per bene, poi tenne spalancate il più possibile le gambe del rosso e si avvicinò di punta all'entrata.

Non appena picchiettò la pelle pulsante, tutti e due sussultarono.

«Cazzo!» imprecò il biondo.

«Mettilo dentro!».

Non ebbe nulla da obiettare. Le carni si adattarono con un pochino di fatica al corpo estraneo e il burro rese scivoloso al punto giusto il passaggio fino allo scroto. Katsuki gemette in puro benessere, Eijiro sussultò per un po' di dolore ma poi sospirò al piacere che infiammò le sue parti basse.

«E' fantastico, Katsuki!».

«E non mi sono ancora mosso, Capelli di Merda».

Eijiro si spostò alcune ciocche dal viso. Sorrideva e i suoi occhi si muovevano in direzione del soffitto.

«Sai, le mie mamme hanno detto che quando la luce colpisce il lampadario, sulle mura compaiono le stelle. E' vero?».

Katsuki guardò istintivamente la stanza e ne rimase sorpreso. Sul soffitto, le pareti e parte del pavimento c'erano tante piccole stelle verdastre e sembrava di essere davvero al centro dell'universo.

«Sì, lo è».

Eijiro gli avvolse le gambe intorno ai fianchi. Katsuki non volle perdere tempo a immaginarsi il grasso creare tante anti-estetiche increspature schifose. Allora decise di muoversi.

Afferrò i lati del bacino del rosso per trovare sostegno, non gli importò di affondare le unghie nella carne. Le interiora di Eijiro si stringevano meravigliosamente intorno al suo fallo e sentiva le terminazioni nervose pulsare e colpire la sua pelle sensibile.

Il movimento molto lento si fece leggermente più incalzante.

«Sei meraviglioso, Katsuki» pigolò estasiato Eijiro. «La mia prima volta migliore di sempre!».

A causa di quelle parole e del batticuore di eccitazione, mischiato alla paura di poter essere sorpreso dalle signore Kirishima in qualunque momento, Katsuki lo cavalcò con molta più energia ma lo costrinse a venire prima del previsto.

Se lui riempì copiosamente quell'interno che l'aveva stregato, il membro eretto verso l'alto di Eijiro ebbe qualche goccia bianca che iniziava a gocciolare per forza di gravità verso l'inguine.

«Cazzo...» imprecò il biondo.

Che figura! Di solito durava molto di più! Perché aveva fatto una prestazione così tanto scadente?

Forse poteva ancora salvare il suo onore. Katsuki uscì da quella calda apertura, sollevò sotto le ascelle le gambe di Eijiro e fece altrettanto con il bacino fino a portare il fallo verso la sua bocca.

Aveva visto su internet come si facesse un fellatio ma non era molto sicuro che sarebbe stato eccezionale. Chiuse gli occhi, avvicinando la lingua. Non appena sfiorò la pelle calda e tirata, Eijiro sussultò con così tanta forza che altre gocce arrivarono e in parte colpirono la punta dell'appendice nella bocca di Katsuki.

L'assaggiò.

Non era così male. Anzi, forse un pochino salato.

Allora affondò sull'intera asta. Fu molto impetuoso, ragion per cui quando la punta toccò la sua ugola, gli venne un conato di vomito per riflesso e iniziò a tossire con forza.

«Kat...! Stai bene?» piagnucolò Eijiro.

Che razza di voce? Sembrava una donna bisognosa di un cazzo!

Katsuki non gli rispose, così tornò di nuovo a succhiare, ma stavolta senza farselo scivolare troppo in gola. Non era pronto, ecco perché si limitò ad alternare succhiate rumorose fino a metà lunghezza a leccate languide dallo scroto in su.

Eijiro gemette ma venne così copiosamente che schizzò tutto il viso dell'altro. Arrossì davvero tanto: in quella semi-oscurità il biondo non riuscì più a capire quale fosse il suo viso e quali i capelli.

Anche lui...! Era venuto troppo presto!

«M-mi dispiace!» gemette il rosso.

«Fa niente. E' la prima volta» gli rispose il maggiore di età. «Beh? Vuoi mettermelo anche tu o no?».

Eijiro rimase sorpreso, così annuì. Katsuki gli poggiò in mano il burro e lo lasciò lubrificarsi il fallo floscio, mentre lui si occupava di dilatarsi per bene.

«Di solito ho molta più resistenza» disse casualmente il rosso.

«E' la prima volta, te l'ho detto».

«Quindi...» Eijiro deglutì timidamente prima di proseguire. «... ci saranno altre occasioni?».

«Volevi che fossi il tuo ragazzo?» Katsuki ridacchiò a quell'espressione stupita. «Ma non prometto nulla. Non so un cazzo di relazioni, tu saresti la prima persona con la quale provo a fare qualcosa di decente, quindi non ti aspettare rose e fiori».

«Fin da quando sono nato non ho mai avuto le cose facili e non mi dispiacerà affatto combattere per averti... per te!».

Il biondo arrossì teneramente.

Continuarono a stimolarsi e a prepararsi in silenzio. Avevano un orecchio costantemente puntato alla porta che nessuno dei due si era ricordato di chiudere a chiave.

Beh, ma in fondo anche il brivido di fare qualcosa di trasgressivo non guastava.

Katsuki ansimò nel momento stesso in cui fu colpito un punto davvero piacevole tra le sue natiche. Mosse istintivamente il bacino, rovesciando la testa al soffitto ma fu allora che il suo grasso vibrò un po'.

Eijiro, alla cieca, gli poggiò la mano aperta sull'addome... lo fece rimanere completamente senza fiato e con un'espressione di terrore negli occhi spalancati.

«Katsuki, io ti trovo adorabile. Ti prego, non sentirti in imbarazzo».

«Tu sei molto... bello...» ammise l'altro, flebile. «E non puoi capire quanto io faccia schifo rispetto a te».

Il rosso vagò per cercare il mento e quando lo trovò lo baciò con passione a tal punto da togliergli il fiato. Il rumore delle loro labbra fu come una vibrazione calda dalla trachea al petto nudo, appena sopra il cuore.

«Non potrò mai vederti ma posso immaginarmi come sei».

«E... come mi immagini?».

Eijiro gli accarezzò il labbro inferiore con il pollice. Sorrideva teneramente, con gli occhi socchiusi.

«Con i capelli biondi, gli occhi forse simili ai miei e una forza sorprendente. Sento il tuo odore come l'autunno e immagino di passeggiare con te su un viale pieno di foglie secche... non pensi anche tu sia così adorabile? Che tu sei adorabile, Katsuki?».

Il biondo chiuse con forza le palpebre.

Perché cazzo non faceva altro che piangere?

Eijiro gli baciò una guancia e così facendo leccò una delle lacrime sfuggite.

«Come fai a sapere che sono biondo e ho gli occhi rossi?».

«Da piccolo, le mie mamme mi leggevano spesso un libro di un ragazzo che era andato a salvare una principessa da un drago cattivo. Quel cavaliere era biondo e aveva gli occhi rossi. Anche se non so la differenza dei colori, ho capito che il biondo e il rosso sono chiari e dato che mi vibra il petto di cose belle come se fosse qualcosa di chiaro con te... mi è venuto istintivo affibbiarti quelle caratteristiche» spiegò dolcemente il rosso. «Che dire? Sei venuto a salvarmi, mio Cavaliere!».

Ora, anche Katsuki stava provando qualcosa di caldo nel petto.

Era felicità.

La prima volta dopo cinque anni.

«Posso mettertelo dentro?» riprese timido Eijiro.

L'altro se la ridacchiò prima di passare a una posizione a quattro zampe. Guidò l'altro alzato sulle ginocchia tirandolo per il polso della mano sinistra. Cercò di non battere ciglio alle forti dita che affondarono in una natica.

«Va bene... sto per metterlo».

Il biondo non ebbe il tempo di fare un commento sarcastico, perché sentì la punta calda e umida picchiettare in mezzo alle sue chiappe, nella speranza di trovare l'entrata giusta. Quando ciò accadde, l'eccitazione e l'emozione fecero entrare bruscamente il fallo troppo in profondità e troppo velocemente.

Katsuki provò un dolore terribile a tal punto che gemette, stringendo le palpebre, le dita sulle lenzuola e inarcando la schiena. Eijiro ne fu mortificato.

«Mi dispiace!» piagnucolò.

«Non fa niente. Ce la fai?».

Il rosso si chinò sulla sua schiena, le braccia si avvolsero intorno al torace per qualche attimo perché poi le mani tastarono tutto il suo grasso sporgente. Katsuki trattenne istintivamente il fiato pur di renderlo piatto.

Eijiro gli baciò dolcemente la spalla destra, la guancia strofinò teneramente appena sotto le scapole. Le mani si beavano nell'affondare un po' nel morbido e il batticuore del biondo faceva continuamente contrarre le pareti dell'ano intorno al suo membro finalmente di nuovo eccitato.

«Katsuki, sei perfetto per me. Quindi, ti prego, non nasconderti».

«Non è vero... tu non lo sai quanto mi odio!».

Katsuki espirò. Il rosso decise di muoversi lentamente. I loro bacini si scontrarono appena con un suono ciclico e umido.

«Io mi sono rovinato con il cibo».

«Allora io ti curerò con il mio amore, vedrai» gli rispose l'altro, contro la sua schiena.

Il tono basso e languido si espanse sotto la pelle come un'onda sonora. Il suo corpo vibrò semplicemente. Katsuki si mordicchiò il labbro inferiore poi scosse il capo.

«Non lo sai se è amore il tuo o solo voglia».

«Sarebbe dovuto svanire tutto dopo quella prima terribile prestazione, no? Invece continuo a sentire un qualcosa di forte e bello verso di te. Sono sicuro che non è una cotta» rispose dolcemente Eijiro.

Tornò con la schiena dritta e le mani ben strette ai fianchi di Katsuki. Strinse piacevolmente lo strato di grasso, offrendo qualche strizzatina.

Il suo membro parve gonfiarsi ancora di più in quella caldissima apertura. Iniziò a muoversi ma non lo fece lentamente, scelse un ritmo sostenuto che al biondo non dispiacque affatto.

La stanza si riempì di gemiti.

Il corpo di Katsuki vibrava e quello di Eijiro spingeva contro il suo con un piacevole movimento. Sarebbe rimasto volentieri così per sempre. Eppure, proprio com'era avvenuto prima, la durata del maschio al Top raggiunse pericolosamente il limite.

Il rosso andò più lentamente: i muscoli pelvici erano tutti contratti e sentiva un formicolio piacevolissimo.

«Katsuki, mi dispiace tanto! Ma sto per venire!» ammise.

«Cazzo... anche io...! Vieni e basta!» gli ringhiò l'altro, frustrato.

Il getto lo riempì. Il biondo inarcò la schiena a quella sensazione calda, improvvisa e bollente, un po' strana. Lui venne in un piccolo getto giusto sulle lenzuola.

Eijiro, ansimante, gli si chinò nuovamente sulla schiena per scoccargli dei baci dalla nuca, alle spalle fino alla scapola sinistra.

«Mi è piaciuto» ammise nel suo orecchio.

Katsuki arrossì. Era molto felice.

Quando finirono il loro primo rapporto intimo, sgattaiolarono in fretta in bagno. Katsuki spinse l'altro nella doccia e aprì l'acqua calda.

«S-stiamo facendo la doccia insieme?» balbettò Eijiro, stupito.

In realtà, l'intenzione del biondo era quella di lasciarlo lì a lavarsi mentre lui si sarebbe occupato di raccattare dei vestiti e di togliere le lenzuola sporche.

Anche se qualcosa gli diceva che sicuramente Tsumugi e Reira avevano creato l'atmosfera giusta per farli scopare, desiderava far scomparire le tracce assolutamente!

Tornò in bagno con i vestiti puliti trovati rovistando nella cabina armadio e anche le lenzuola appallottolate sotto l'altro braccio.

«Facciamo la doccia insieme così risparmieremo tempo!» disse frettolosamente Katsuki.

Si occupò di lavare i muscoli del rosso, che se ne stava rigido, con le mani sul suo attrezzo e la faccia alle mattonelle.

«Che cazzo? Sei imbarazzato?».

Eijiro timidamente annuì con il capo. Katsuki afferrò spugna e bagnoschiuma, quel poco rimasto, per potergli strofinare la schiena. Era come un trapezio rovesciato splendidamente scolpito.

Provò ammirazione, vergogna, incredulità e disgusto per sé stesso.

«Abbiamo appena fatto sesso, perdendo entrambi la verginità del culo. Come puoi provare imbarazzo?».

«E' che... qui siamo con le luci accese... ed è un po' imbarazzante...».

«La tua cazzo di logica non la capisco e neanche mi interessa. Facciamo presto! Le tue mamme potrebbero tornare da un momento all'altro!».

Non si fecero neppure sfiorare la mente dal pensiero di quanto sarebbe stato erotico scoprirsi sotto l'acqua calda. 

Finito di lavare Eijiro, anche Katsuki fu rapido ma minuziosamente preciso.

Alla fine, cambiarono il letto e si vestirono.

«Ho preso dei vestiti tuoi. Te li laverò e te li riporterò» ammise il biondo.

«Puoi tenerli! Mi fa piacere!» sorrise Eijiro.

Katsuki guardò la grossa t-shirt nera e i pantaloni larghi che indossava. Era come immerso nel profumo di ciliegie con rum e cioccolato fondente di Eijiro e in un certo senso... si sentiva così protetto e al sicuro.

Senza un vero perché, lo abbracciò. Eijiro ne rimase un po' sorpreso ma sorrise soddisfatto.

«E pensare che non ti hanno dato fastidio i lividi e le contusioni» ironizzò.

«Ho provato dolore ma sono stato bravo a nasconderlo e vuoi sapere una cosa?» Eijiro lo baciò teneramente. «Ne è veramente valsa la pena!».

Katsuki si beò alle carezze che ricevette alla guancia.

«Mi porterai davvero in palestra?» chiese, le dita delle mani arricciavano nervosamente l'orlo della maglietta. «Sono stanco di abbuffarmi e vomitare».

«Sì. Cominceremo quando ti sentirai pronto».

«Pensavo tu fossi il mio ragazzo. Pensavo avremmo fatto subito le cose insieme!» sbuffò Katsuki, a braccia conserte.

Sogghignò, aspettando la reazione di Eijiro.

Quest'ultimo abbassò le spalle, sollevò le mani a mezz'aria con un'espressione incredula.

«H-hai detto... t-tuo ragazzo?» pronunciò incredulo.

Katsuki si alzò dal letto, con lo sguardo puntato alla porta bianca chiusa.

«Voglio provare a prendere in mano la mia vita e questo implica assaporare la vera felicità».

Eijiro balzò in piedi e lo abbracciò con foga.

«Farò di tutto per renderti felice, Katsuki! Sono così raggiante! Sei il mio ragazzo!».

Improvvisamente, un rumore raspante arrivò da dietro la porta. Il rosso sospirò un po' ma non lasciò andare Katsuki perché gli tenne una mano sul fianco e schiacciato contro un lato del suo petto.

«Non è carino origliare!».

«Ops... ci hai scoperte, Eiji!».

Katsuki arrossì. Red Riot fece un giro completo intorno ai due, annusando i loro vestiti, poi abbaiò nella speranza di poter avere coccole. Ovviamente non tardarono ad arrivare dal biondo. Con la maglia larga e la tuta che inghiottiva il suo grasso si sentiva più confidente.

«Da quanto tempo eravate qui?».

Tsumugi e Reira se la ridacchiarono.

«Per tutto il tempo» rispose melliflua la corvina, Katsuki per poco non ebbe la saliva di traverso. «Stavo scherzando, ragazzi! Siamo rincasate da qualche minuto e poiché Red Riot voleva vedervi-».

«Fin dove avete origliato?» sbuffò il rosso.

Quella parola ripetuta e marcata con un tono contrariato, provocarono una risata di gusto nella donna dai capelli rossi. Reira, infatti, abbracciò Katsuki e poi il suo adorato figlio.

«Dalla vostra dichiarazione reciproca» e i due arrossirono. «Io e Tsumugi abbiamo capito che Katsuki sarebbe stato il ragazzo giusto per te, Eiji, dal momento stesso che ha messo piede in casa nostra».

Il rosso si fece più contento: «Katsuki, sentito? I miracoli esistono e anche il destino!».

Il biondo si trattenne dal commentare che no, non ci credeva ma era sicuro che tutto ciò che stava succedendo doveva essere opera di Izuku. I suoi occhi si intenerirono al pensiero del suo amico perduto.

«Perché non dormi qui con noi, Katsuki? Si è fatto piuttosto tardi e non vogliamo farti tornare a casa considerando la brutta strada c'è qui fuori» propose Reira, con fare materno.

«Non dista molto dal combini dove lavori, no?» aggiunse anche Tsumugi.

«Abbiamo un futon ma se vuoi puoi dormire sul divano. Ha anche la funzione letto» riprese Reira.

«Ma puoi anche dormire nel mio letto. Tanto se stiamo abbracciati a farci le coccole tutta la notte non avremo problemi di spazio!» se ne uscì entusiasta Eijiro e Red Riot abbaiò con fare convinto.

Katsuki divenne paonazzo.

Ma che diavolo di problema avevano quelle persone? Cos'è che non capivano dell'avere un po' di privacy?

«D-dormirò nel futon» ammise.

«NO! Dormirai con me! Non ti farò dormire in terra! Non posso permetterlo ora che sei il mio ragazzo!» esclamò il rosso, convinto.

«Ti conviene accettare, Shonen» ridacchiò Tsunugi. «Guarda che Eijiro sa essere molto persuasivo».

«E va bene, cazzo» sbottò l'altro, ormai arreso.

Eijiro lo prese per mano. Sorrideva e teneva gli occhi chiusi.

Non aveva bisogno di vedere, non se riusciva a sentire tutto di Katsuki e gli bastava.

«Non è un sogno, vero?» chiese a sé stesso sottovoce.

«No. Non lo è» rispose dolcemente Katsuki.

«Bene. Che ne dite ora di un bel gelato?» propose Reira.

Katsuki guardò insicuro la sua pancia. La fame che sentiva era davvero sproporzionata, considerando l'abbondante cena che aveva ingurgitato qualche ora prima. Temeva che se avesse accettato, il suo disturbo..!

La stretta di Eijiro lo fece sobbalzare un po' ma anche uscire da quella voragine oscura di voci maligne e ronzanti. Lo guardò stupito.

«Va tutto bene, Kat».

Le due donne avevano capito che in quel biondo particolare c'era un'enorme battaglia ma confidavano nel loro eterno bambino. Eijiro lo avrebbe salvato, così come Katsuki stesso sarebbe stato la sua ancora.

Erano perfetti insieme. Imperfetti agli occhi di tutti eppure, la faccia della stessa medaglia.

«Non vedo l'ora di presentarti a Yoichi-san! Sarà molto felice di sapere che ho un bellissimo ragazzo!» cinguettò improvvisamente il rosso crinito.

«Chi è Yoichi-san?» domandò il biondo.

«E' il mio datore di lavoro!».

Katsuki annuì. Era molto insicuro ma voleva provare a rompere ancora un po' il guscio in cui si era da sempre rinchiuso. Iniziava a sentire delle crepe e la luce stava filtrando. La speranza si era finalmente accorta di lui.

-Izuku, non so niente. Mi sono buttato in questa possibilità ma spero tu possa guidarmi e aiutarmi- pensò con un sorriso.

Eijiro non aveva mai smesso di stringergli la mano e attraverso le dita sentiva il suo cuore impavido battere. 

Sentiva la forza scorrere. 

Sentiva una felicità incredibile nelle sue vene.

Sentiva che Eijiro era quello giusto.

Improvvisamente, un raggio di luna si allungò verso entrambi: si fermò proprio in corrispondenza delle loro mani unite. E il biondo capì. Una lacrima scese lungo la guancia, i suoi occhi si addolcirono, un sorriso crebbe sulle sue labbra.

La risposta di Izuku.

Il suo migliore amico gli aveva appena dato la sua benedizione.

«Oi, Eijiro».

«Sì, Katsuki?».

Il biondo lo baciò sulle labbra velocemente. Lo vide arrossire, lui se la ridacchiò con gusto, mentre Tsumugi e Reira si occupavano di mettere il gelato in piccole scodelle dipinte a mano, dando loro le spalle.

«Niente. Sono solo fottutamente felice».

«Anche io, Kat!» rispose il rosso, abbracciandolo. «Anche io...».

Entrambi non vedevano l'ora di vivere la loro piccola, particolare, solida ma straordinaria nuova vita, iniziata davvero per caso, forse per opera di Izuku o di un destino che, per mezzo di un cane curioso, aveva deciso di unirli in un'unica, emozionante Felicità.

Red Riot abbaiò, alzando una zampina. 

Oh, sì. Era merito suo. La felicità aveva un collare rosso, stavolta! O meglio, Happiness dal collare rosso.


 
The End
  
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