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Autore: KushinaKurosaki    15/02/2024    1 recensioni
Distrutta l'organizzazione aveva
ritrovato quel bel calore che
scaldava il suo petto ed una,
molto inaspettata, nuova amica.
In America viveva serena ignara della tempesta,
che sarebbe arrivata a infrangere i suoi sogni.
Era una One-Shot ma risultava troppo lunga ed
ho dovuto dividerla.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Jodie Starling, Shuichi Akai
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Shiho sospirò guardando la sua migliore amica dormire serenamente sul letto. Finalmente si era addormentata, aveva pianto per tutta la notte e consolarla, era stata dura.
Da un lato la comprendeva, sulle sue spalle c'era un macigno e lei non poteva alleggerire Jodie da quel peso se non si confidava.
Forse avrebbe dovuto intavolare lei il discorso? Si affacciò alla finestra della sua camera, alzò lo sguardo verso la luna mentre una lacrima luccicò sul suo volto.

 

  Shuichi, questa non te la perdono 

Sei un bugiardo.

 

Perché doveva vedere gli stessi eventi del suo passato avvenire sulle spalle della sua amica?
Certo, lui non era morto ma era come se lo fosse. Si era ritrovata da sola in una situazione abbastanza spinosa,
aveva voluto rimuovere quel trauma dalla sua mente ma lui era intervenuto. Era come il Mercoledì, sempre in mezzo.

 

«Lo sai che Akemi l'ha affidata a me? » ammise Akai  varcando la porta della camera buia.
 « Lo avevo intuito. Sta bene? » ebbe la forza di chiedere incontrando le sue iridi verdi. 
« Si, sta bene. Tu vorresti incontrarla? » lo aveva chiesto senza malizia… lui.. lui non la stava giudicando.

« Non ne ho il diritto. Come posso presentarmi a lei dopo otto anni e sconvolgere  la sua vita?» domandò con un triste sorriso.

 

Perché? Perché le ritornava adesso in mente quella conversazione? Scosse la testa cercando di scacciare quel ricordo, non voleva piangere.
Lui quella sera l'aveva abbracciata lasciandola sfogare sul suo petto, era un argomento che odiava riprendere ma lui l'aveva poi convinta a
mettersi in contatto con i suoi genitori adottivi. Aveva scritto loro una lettera a cui aveva ricevuto risposta ma non aveva avuto il coraggio di
incontrarsi direttamente con loro. Ma era merito suo se aveva visto le foto della sua bambina. Era stata dura darla in adozione ma per lei,
nella sua vita all'interno dell'organizzazione, non ci sarebbe stato posto. Non sarebbe stata condannata come lo erano state lei e Akemi.

 

Il mattino successivo Jodie si svegliò portando la mano all'altra metà del letto.
Il materasso era freddo e non vi era neanche una piega. Doveva mettersi il cuore in pace ma non ci riusciva.
Aveva persino rinunciato al suo lavoro, voleva che il suo bambino potesse essere al sicuro da eventuali rischi e pericoli.
Shuichi aveva compreso la sua scelta, promettendogli di restare al suo fianco e proteggerli, non avrebbe più partecipato alle missioni sotto copertura.

« Sei riuscita a riposare un po’ ? »  le chiese gentilmente la voce del vecchio James. 
« Un po’. » ammise la bionda stropicciandosi gli occhi. « Shiho è andata a fare due passi. » spiegò James notando che la donna continuava a guardarsi intorno.
Le faceva tenerezza. Jodie, la sua bambina si era sempre preoccupata per gli altri trascurando anche se stessa. Era merito suo se Shiho e Akai avevano legato nuovamente
nonostante il capitolo “Akemi”, ed era così abile nell'allacciare rapporti che aveva sciolto persino il cuore della ramata.
Già, neanche lei aveva preso bene la morte di Akai, certo il loro rapporto era pieno di alti e bassi ma erano comunque molto legati.

 

« Regina di Ghiaccio scommetto che tu non verseresti una lacrima se io morissi.» esclamò l'uomo dai capelli lunghi mentre le scompigliò i capelli
sotto le allegre risate di sua sorella. «  Oh, si nota così tanto Rye? Beh in quel caso, si avresti vinto la scommessa.» fiatò acida lei mentre l'uomo sorrise divertito.

 

Guardò il parco spoglio, era il mese di ottobre e gli alberi erano già belli colorati. Aveva approfittato del fatto che James si era ripresentato di buon'ora per uscire,
con lui non aveva un legame profondo ma in parte gli ricordava il dottor Agasa. Anche lui, nonostante avesse notato gli occhi rossi, non le aveva posto alcuna domanda,
né le aveva detto parole di conforto e, seppur a qualche esterno potesse sembrare una sua mancanza, lei l'aveva apprezzato.  Il rapporto con suo cugino, non sapeva proprio
come definirlo ma era contenta. Di lutti ne aveva affrontati ben tre, sebbene dei genitori ricordasse poco o nulla le loro mancanza l'aveva sempre avvertita.
Non aveva avuto modo di ringraziare né i suoi genitori, né Akemi ma ad Akai  aveva detto ciò che pensava e lo aveva ringraziato quindi non aveva alcun rimpianto.
Si sedette sul bordo della fontana rotonda guardando il cielo. Il funerale si sarebbe svolto fra una settimana, per permettere ai parenti in Giappone di arrivare in America e per la fine dell'autopsia. Fu sorpresa nell'udire la voce fredda di sua zia, sembrava che la notizia non l'avesse minimamente scalfita ma sapeva che non era così.
«  Shiho, non devi preoccuparti sto bene. » esclamò la donna. 
« Non penso, Masumi? »  chiese la giovane.
« Si è da poco addormentata, invece la fidanzata come l'ha presa? Io l'avevo avvisato che sarebbe finito come suo padre.» la voce era acida come al solito eppure era
certa che stesse piangendo. C'era una velata nota di dolore nella sua voce. Aveva perso suo marito ed ora aveva perso anche suo figlio.

Odiava ammetterlo ma lei era una donna forte, molto più di lei.

   
 
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