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Autore: Ortensia_    21/02/2024    0 recensioni
Yūji, Nobara, Megumi, Tsumiki e Junpei sono in viaggio per godersi una vacanza. È ormai notte quando si ritrovano sulla strada desolata indicata dal navigatore e l’auto si ferma senza dare più segni di vita.
Non c’è proprio nessuno sulla strada, non un’anima a cui chiedere aiuto.
È una situazione al limite del paranormale. Il fatto che stia per piovere e che l’unico riparo nel raggio di chilometri sia una casetta fatiscente in mezzo al bosco pare l’inizio di un horror e Nobara non manca di incarnare la parte dell’amica terrorizzata e, nella convivenza forzata che li aspetta, anche quella della ficcanaso che insinuando implicazioni sentimentali e sessuali fra gli altri conviventi non fa altro che infilare spiacevoli pulci nelle orecchie e creare situazioni che altrimenti non si verificherebbero.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Fushiguro Megumi, Fushiguro Tsumiki, Itadori Yuji, Kugisaki Nobara, Yoshino Junpei
Note: AU | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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2. Pare che siano i fratelli Fushiguro ad avere pensieri impuri
「──────────────────────────   ˗ˋˏ    ˎˊ˗   ──────────────────────────」







    Accertatosi che non vi fosse alcun telefono fisso all’interno della casa, il gruppo era uscito a recuperare i bagagli, rientrando poco prima che si scatenasse un’acquazzone.
    Dopo essersi sistemati nelle rispettive stanze, si erano riuniti come da accordi nel piccolo salotto, ognuno portando con sé qualche snack da condividere.
    Tsumiki, che da casa aveva portato soltanto del tè, cosa di cui si stava pentendo amaramente considerato che avrebbe dovuto scroccare il cibo degli altri, era scesa per prima e aveva messo a bollire dell’acqua, constatando con sollievo che anche il gas era funzionante.
    Quando aveva portato tazze e teiera in salotto, aveva trovato il gruppo impegnato in una discussione animata, la televisione accesa.
    «Non voglio vedere budella che schizzano da tutte le parti!» protestò Nobara.
    «Ma sarà divertente!» ribatté Yūji.
    Intanto Junpei trafficava con alcune chiavette USB di diversi colori. Aveva detto loro che avrebbe portato qualche film e Tsumiki aveva pensato che in vacanza non avrebbero avuto molto tempo per vederli, ma ora, in quella vecchia casetta persa nel nulla, un po’ di sano intrattenimento si sarebbe rivelato provvidenziale per passare il tempo. Più ci pensava, più quella situazione le pareva assurda.
    «Megumi?» domandò a vuoto, perché gli altri tre continuarono a discutere, ignorandola.
    Poggiò il vassoio sul tavolino a sinistra del divano e imboccò le scale, diretta al piano superiore.
    Quando arrivò alla porta del fratello bussò piano, restando in attesa.
    Nessuna risposta.
    Bussò più forte e appena qualche istante dopo vide la maniglia abbassarsi con lentezza esasperante, quasi costasse una fatica tremenda aprire quella porta.
    Megumi non disse nulla, limitandosi a rivolgerle uno sguardo indifferente.
    «Stiamo per vedere un film» gli disse, «non fare l’asociale.»
    «Non rompere, Tsumiki.»
    Megumi chiuse la porta, o per lo meno ci provò, perché Tsumiki aveva già anticipato la sua mossa mettendo un piede oltre la soglia, mossa che le aveva permesso di sventare il suo tentativo di fuga.
    «Diciannove anni e fai ancora il bambino» si lamentò lei. «Avanti, è solo un film…»
    Le sue labbra si contrassero in un broncio. «Mi farebbe piacere se ci fossi anche tu» borbottò subito dopo, le guance leggermente gonfie.
    Megumi sbuffò, spalancando nuovamente la porta.
    «A me la bambina sembri tu» commentò con un sospiro.
    Afferrò un pacchetto di salatini che aveva poggiato su un vecchio mobile accanto alla porta e la raggiunse in corridoio.







    Quando i fratelli Fushiguro scesero al piano di sotto, Junpei era impegnato a scorrere le icone dei film sullo schermo del televisore.
    «Questo qui parla di un gruppo di amici che si riunisce in una vecchia casa. Una di loro viene posseduta e comincia ad ammazzare gli altri… mi sembra adatto alla situazione, no?» Junpei rivolse un sorrisetto a Nobara.
    «Stronzo!»
    «Io ci sto!» Yūji si lasciò cadere sul divano, occupando l’ultimo posto a sinistra. Megumi non disse nulla ma fece lo stesso, sistemandosi all’estremità opposta.
    «Okay» seppur titubante, Tsumiki prese posto accanto al fratello e batté la mano sul divano per esortare Nobara a raggiungerla.
    L’amica le rivolse un’occhiata che trasudava: “Non farmi questo!”, ma si rassegnò e si sedette accanto a lei con un sospiro.
    Junpei sorrise vedendoli tutti sistemati, quindi spense la luce, prese posto fra Nobara e Yūji e avviò il film.







    Non era stato poi così male, alla fine. Anzi, superata la morte del primo personaggio, a Nobara era perfino piaciuto.
    «Volete guardarne un altro?» propose Itadori.
    «Io sono un po’ stanca» Tsumiki cominciava a risentire della sveglia all’alba e delle cinque ore di guida.
    «Anche io» si accodò Nobara, che pur avendo cambiato idea sullo splatter non era certa sarebbe riuscita a reggerne due di fila.
    «O forse hai solo paura» la stuzzicò Junpei.
    In tutta risposta, lei gli infilò una patatina nella maglietta, sogghignando divertita non appena lo vide dimenarsi.
    Il crack della patatina non tardò ad arrivare e Junpei si ritrovò a sollevare appena la maglietta, scuotendola energicamente per sbarazzarsi delle briciole.
    «Va bene» disse lanciando un’occhiataccia alla sua carnefice, «allora andiamo a dormire.»
    Stava per alzarsi quando Nobara, di punto in bianco, disse qualcosa che non si sarebbe mai aspettato.
    «Non scopate, per favore.»
    Come Junpei, anche gli altri si pietrificarono sul posto.
    «Nobara, ma che… che dici?» la voce di Tsumiki tremò appena per l’imbarazzo.
    «Mi riferisco ai due alla mia sinistra» si rivolse a Yūji e Junpei. «Seriamente, Tsumi, non la senti la tensione sessuale fra questi due?»
    «C-che?» Junpei si sentì avvampare. «Perché mai dovremmo? Non stiamo mica insieme!»
    «A me piacciono le ragazze» Yūji si affacciò alla ricerca dello sguardo di Nobara, volendosi accertare che lo avesse sentito.
    «Mh…» Nobara rivolse una rapida occhiata alla sua destra, poi tornò a guardare Yūji e Junpei, un sorrisetto divertito dipinto sul volto. «Io parlavo di voi due, ma pare che siano i fratelli Fushiguro ad avere pensieri impuri.»
    «Cosa…?!» saltò su Tsumiki. «Nobara, che dici?!»
    «Non mi sembra proprio…» mormorò Yūji, sbalordito da quel bizzarro risvolto.
    «Guardate come si tocca la faccia Tsumiki» Nobara sogghignò, assestando una gomitata all’amica, «tutta nervosa e imbarazzata!
    «E prima Fushiguro si è sfiorato il naso per un attimo» aggiunse subito dopo.
    Megumi la incenerì con lo sguardo.
    «Non mi è sfuggito mica» Nobara gli mostrò i denti in un sorriso trionfante.
    «Esco a prendere una boccata d’aria.»
    Seccato da quelle insinuazioni, decise di dileguarsi immediatamente, scattante ed evanescente come un gatto.
    «Anche io.»
    Junpei lo seguì a ruota.
    Nobara, Yūji e Tsumiki restarono seduti in silenzio. La prima sembrava riflettere su qualcosa, mentre Yūji era visibilmente confuso e Tsumiki alquanto imbarazzata.
    «Ma certo!» Kugisaki si batté il pugno destro sul palmo sinistro. «Sì! Megumi e Junpei!»
    «Megumi e Junpei cosa?!»
    Sobbalzò a quella replica istantanea, quasi all’unisono, da parte degli altri due.
    «Umh…» soppesò le parole per paura di scatenare una nuova reazione, poi, quando osservò bene gli sguardi che Yūji e Tsumiki le tenevano puntati addosso, ebbe una nuova, folgorante, rivelazione.
    «Ma certo! Ora ho capito tutto!»







    «Tesoro, per solidarietà femminile ti dico: sì! Okay, scopati Junpei!»
    Tsumiki si pietrificò nel bel mezzo del corridoio. Guardò l’amica con gli occhi sgranati, le labbra appena dischiuse, ma era talmente confusa e imbarazzata che non riuscì a parlare.
    «Però che non vi venga in mente di farlo nel nostro letto.»
    Che situazione assurda.
    «Trovate un posticino carino in questa catapecchia e dateci dentro» Nobara le sorrise alzando il pollice, come a volerle dare la propria benedizione. «Occhio però a non finire come tante coppiette degli horror» rise.
    Tsumiki boccheggiò. Stava finalmente per dire qualcosa, ma l’amica la precedette.
    «Povero Yūji!» sospirò. «A lui sì che è andata male.»
    «Pe—» Tsumiki aggrottò appena la fronte, destabilizzata dal suono roco della sua voce: l’imbarazzo le aveva asciugato la gola. Se la schiarì. «Perché?»
    «Oh, non te ne sei accorta?» Nobara sembrava stupita. «Appena ho parlato di Fushiguro e Junpei siete scattati, è ovvio che siete gelosi. E Yūji è geloso di tuo fratello.»
    Tsumiki non sapeva cosa risponderle, ma le sue labbra si dischiusero ugualmente in un fremito.
    «Come si fa a provarci con Fushiguro? Se ci pensi, Junpei è molto più avvicinabile!
    Che hobby ha tuo fratello oltre ad avere la faccia appesa tutto il giorno?» Nobara si tirò le palpebre verso il basso, scimmiottando l’espressione abbattuta di Megumi.
    Tsumiki distese le labbra in un sorriso nervoso. Quell’imitazione l’avrebbe trovata davvero molto divertente se non fosse stata così turbata dall’insinuazione di Nobara sui sentimenti di Itadori per suo fratello.







    «Fushiguro?»
    Quando si voltò, Megumi si ritrovò il viso di Yoshino a un palmo dal naso.
    Aggrottò la fronte, infastidito dallo sguardo ostile dell’altro.
    «Ti piace Yūji?»
    L’irritazione lasciò il posto allo stupore, tanto che appena qualche istante dopo sentì i muscoli del viso distendersi, le sopracciglia appena inarcate.
    «Non vi avrei lasciati in camera insieme se così fosse» rispose sostenendo lo sguardo dell’altro. «E poi come puoi pensare che mi piaccia uno scemo del genere?»
    L’espressione di Junpei si ammorbidì: Fushiguro sembrava sincero.
    Non riuscì a reprimere un sospiro di sollievo, ma fortunatamente Megumi sembrò non farci caso, anzi gli voltò subito le spalle annunciando che sarebbe rientrato.
    Rimasto solo, Junpei si soffermò a osservare le nuvole rischiarate dalla luce opalescente della luna, lo scintillio dell’acqua sull’erba.
    Quello stesso scintillio lo intercettò appena sopra la sua spalla destra, quando si ritrovò una lattina rossa sospesa a qualche centimetro dalla faccia.
    «Stai bene?»
    Il sorriso largo e luminoso di Yūji gli fece perdere un battito.
    Junpei lo ricambiò con un timido fremito delle labbra, per poi annuire e afferrare la lattina.
    «Ora va meglio, sì.»







    Megumi non riusciva a togliersi dalla testa quanto detto da Nobara. Lui, che le era seduto accanto e la stava guardando, lo sapeva meglio di chiunque altro: Tsumiki aveva avuto una reazione fin troppo imbarazzata e quel continuo movimento delle mani gli faceva sospettare che avesse davvero qualcosa da nascondere.
    Proprio in quel momento, lei uscì dal bagno. Megumi capì fin da subito dallo sguardo che gli rivolse che era arrabbiata.
    «Ho fatto qualcosa?»
    Tsumiki sembrò sorpresa e Megumi non ebbe difficoltà a capirne il motivo.
    Aveva l’abitudine di ignorare le espressioni della sorella, felici o tristi che fossero, perciò doveva sembrarle strano che si fosse interessato a lei di punto in bianco. Angosciato dalle insinuazioni di Nobara, non era proprio riuscito a tenere a freno la lingua.
    «No, non hai fatto niente.»
    Non era esattamente la persona più empatica al mondo, ma il tono secco con cui Tsumiki gli si era rivolta avrebbe reso evidente anche ai sassi che, sì, in realtà aveva fatto sicuramente qualcosa che non doveva fare. Solo, doveva capire cosa.
    «Sei incazzata nera» la pungolò.
    «Non sono arrabbiata» ribatté lei.
    Megumi ripensò di nuovo a come si era imbarazzata quando Nobara aveva insistito sul fatto che avesse “pensieri impuri”. Increspò la fronte, nervoso, ma riuscì a mantenere un’espressione abbastanza piatta da non insospettire la sorella.
    «Tsumiki…» che schifo. Non poteva credere di essere sul punto di dirlo, ma era il modo più rapido per capirci qualcosa… «Se ti piace Itado—»
    «Beh, a te piace Junpei» lo interruppe lei, spiazzandolo.
    «Quindi che vuoi da me?» continuò Tsumiki, puntandogli il dito.
    «Non puntarmi il dito, Tsumiki» odiava quando lo faceva e lei lo sapeva, infatti continuò a muovere il dito avanti e indietro.
    «Tsumiki!»
    Quando finalmente si decise ad abbassarlo, Megumi parlò di nuovo, indispettito all’idea che avesse sorvolato riguardo a Itadori.
    «Si può sapere perché siete tutti convinti che io sia gay?»
    «Non lo so» Tsumiki chiuse la porta del bagno con un tonfo, passandogli accanto in tutta fretta. «Saranno le ciglia da cerbiatto.»
    Megumi rimase fermo nel bel mezzo del corridoio, guardandola andare via.
    «Eh?»






  ɴᴏᴛᴇ ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ 
Qui solo per dire che la scorsa settimana ho terminato la long, quindi a meno che io non finisca intrappolata in qualche metropolitana invasa dalle maledizioni ne vedrete certamente la conclusione!
Piccolo fun fact: quando ho scritto questo capitolo ero fresca di maratone di film horror su YouTube (cosa che probabilmente ha influenzato le premesse di questa storia), proprio lì avevo visto il film citato da Junpei… peccato lo avessero già tolto quando l’ho cercato perché non ricordavo il titolo… e infatti ho bellamente sorvolato su come si chiami ahah! (magari qualcuno di voi lo sa: questi tizi a un certo punto si sfidano a chiudersi in bagno e a dire tre volte allo specchio “Bloody Mary”, così facendo una di loro viene posseduta). Ho provato a cercare online ma, per quanto abbia trovato delle trame simili, gli attori erano completamente diversi, a tal punto che a una certa mi son detta che forse avevo sognato tutto…
Vi segnalo che il terzo capitolo sarà pubblicato eccezionalmente giovedì 29, ma dal quarto in poi prometto che si tornerà all’appuntamento del mercoledì!
Sperando che questo ammasso di cavolate abbia allietato la vostra giornata, vi saluto

   
 
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