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Autore: Anime_mia    24/02/2024    1 recensioni
I capitoli dei "funghi dell'età" sono tra i miei preferiti. A questi si ispira questa tenera e, spero, anche un po' comica storia.
Prendete appuntamento dal dentista perché vi si carieranno i denti per quanto è sdolcinata!
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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In un buio assordante si stagliava la sua figura. Era sempre bello, come lo ricordava. Una lacrima gli rigava il viso
- Akane, mi dispiace, io... non posso sposarti… -

- Cosa stai dicendo? Perché??? -

- Tu sei troppo piccola per me e io non posso aspettarti… Mi sposerò con una delle mie altre fidanzate… -

Aveva allungato una mano per cercare di afferrarlo, di trattenerlo, ma non c’era riuscita. Il suo braccio era troppo corto, la sua mano troppo piccola, lei era ancora una bambina.

- No, aspetta, Ranma! Ti supplico, aspettami! Io… Io posso crescere! Noooo! -

 

SCIAFF

 

- Ahia! - Akane si risvegliò da quell’incubo grazie all’intervento di Ranma che era sgattaiolato nel suo letto nella notte e adesso ancora dormiva beatamente a quattro di spade.

- Idiota! Mi hai fatto male! Svegliati! - lo scosse violentemente e lui lentamente aprì gli occhi.

- Che ci fai nel mio letto?? Pervertito! - a quest’ultima parola lui si svegliò del tutto

– Pervertito?? Ma dai Akane, abbiamo sei anni, cosa mai potrei farti? Figuriamoci! E poi sei racchia pure a quest’età! - lei strinse i pugni imbufalita e dopo poco uscì dalla sua camera lasciando un Ranma pieno di bernoccoli e privo di coscienza.

 

Dopo la colazione ripresero le ricerche per il terzo giorno di fila. Si cominciavano a perdere le speranze, quei maledetti funghi non si vedevano e Ranma cominciava a vagliare l’ipotesi di partire per cercarli nel bosco. Certo, se era difficile trovarli nel giardino di una casa, figuriamoci in un posto tanto ampio, ma valeva la pena tentare!

D’un tratto si ripresentò dinanzi al gruppo in tenuta da viaggio: salopette giallo canarino con un pulcino stampato sul davanti e zainetto in spalla, pronto a partire. Soun e Genma cercarono di farlo desistere, ma quel testone sembrava così determinato – Basta! Non posso stare qui con le mani in mano, se qui non ci sono altri funghi stiamo solo perdendo tempo! Devo andare e cercar- Uh, guadda Akane! Un pesciolino rosso! - e si avvicinò al laghetto accucciandosi sul bordo.

Akane era già partita in quarta – Ma sei scemo? Dove vorresti andare in queste condizioni? - ma non continuò la sfuriata perché fu costretta ad afferrarlo dallo zaino per impedirgli di cadere nello stagno. - Hai forse perso il lume della ragione? Prima vaneggi cose senza senso e ora non sei neanche più in grado di tenerti in equilibrio da solo? Oggi sei proprio strano… - lo voltò e lo guardò in faccia per parlargli meglio, ma rimase colpita dal suo sguardo.

Un pensiero le balenò nella mente: era questo che intendeva Ranma il giorno prima…? Loro stavano diventando bamb-

- Mi piace il pulcino sulla tua tutina perché mi piace il giallo! Dove vai con lo zaino, a scuola? -

- Io… Non lo so… Forse sono tornato ora… Vuoi giocare a nascondino? -

- Sììì!! Tu conti e io mi nascondo! - e andarono avanti a rincorrersi per un’ora abbondante prima di rinsavire.

Soun e Genma tirarono un sospiro di sollievo e fecero sparire lo zaino del bambino, per evitare ulteriori idee balzane. Nello stato in cui era Ranma, sicuramente non si sarebbe potuto avventurare all’esterno, men che meno in bosco.

 

Ormai era quasi l’ora di pranzo stavano ancora perlustrando il giardino quando si sentì suonare alla porta. Ranma, insospettitosi, afferrò Akane e, rotolando, entrambi andarono a finire nello spazio sotto la casa all’altezza della veranda. Lo stesso posto in cui lui si era rifugiato quella volta che voleva mangiare quegli orribili dolcetti fatti dalla sua fidanzata per vedere se spuntavano anche a lui i petali di ciliegio sul viso.

Nel frattempo anche Soun e Genma, percependo il pericolo, si sbrigarono a farsi trovare nella loro classica posa: seduti alla scacchiera.

- Ranma, ma che fai? Guarda, mi hai fatto sporcare tutto il vestito! - protestò Akane.

- Ssshh! - le mise un dito sulla bocca e lei arrossì – Non ci dobbiamo far vedere da nessuno in queste condizioni, potrebbero approfittare della situazione – aveva paura che qualcuna delle sue pazze spasimanti potesse fare del male ad Akane e lui in quel momento non era in grado di proteggerla.

Dal nascondiglio i due sentirono dei passi sopra le loro teste e riconobbero la voce di Ukyo accolta dalla sempre amabile Kasumi che la stava facendo accomodare e si stava dirigendo in cucina per offrirle il solito té. Mentre attendeva, la fidanzata carina fu raggiunta da Nabiki, tornata da poco dall’ultimo giorno scuola prima delle vacanze estive.

- Sono venuta per sapere se Ranma sta bene, ha perso questi ultimi giorni di scuola… E anche Akane… -

La sorella furba approfittò prontamente – Sì, se vuoi sapere che fine hanno fatto sono 3000 yen. -

Si sentì un frusciare di banconote - Ranma e Akane sono fuori città per una settimana, per sapere dove sono altri 2000 – silenzio. Poi altro frusciare di soldi.

- Li abbiamo spediti alle terme a Kyoto per farli avvicinare un po’ con la scusa di una sorta di missione. Che tonti! -

E qui Nabiki si complimentò con sé stessa: non solo aveva appena guadagnato 5000 yen, ma più tardi probabilmente li avrebbe raddoppiati facendosi ricompensare per il favore appena fatto ai due fidanzatini, oppure poteva ricattarli con la scusa di rivelare agli altri dove fossero realmente… Va beh, in ogni caso avrebbe incassato altri soldi.

Ukyo, irritata da quella scoperta, ringraziò e se ne andò bofonchiando anatemi contro la mediana delle Tendo.

Ranma, incassato l’insulto della futura cognata, pensò però che quella succhiasoldi di Nabiki si era rivelata come al solito perfidamente geniale: la voce di quella frottola si sarebbe presto diffusa anche agli altri impiccioni e tutti si sarebbero tolti dalle scatole per una settimana, considerato quanto ci voleva per andare a Kyoto, scoprire la verità e tornare da lì.

 

Passato il brivido dell’essere scoperti, Ranma si girò a guardare Akane, le teneva ancora il dito sulla bocca per zittirla, lei era arrabbiata, guardava in basso pronta ad esplodere aveva gonfiato le guance paffute, era un po’ sporca di terra in viso, i capelli arruffati con qualche ciuffo d’erba incastonato… Era così buffa, ma anche così carina! E prima che potesse iniziare ad urlare e a picchiarlo decise di provare a disinnescare la bomba

– Scusa per questa notte, è che sono due giorni che non chiudo occhio perché con questo corpo non riesco a contrastare la mole di quello stupido panda di mio padre e non sapevo dove andare… Volevo salire sul tetto, ma non riesco a fare dei balzi sufficientemente alti, quindi ho pensato che potevo mettermi ai piedi del tuo letto, ma forse dormendo mi sono spostato… -

Akane a quelle parole si calmò leggermente, chi meglio di lei poteva capire la sensazione di impotenza che stavano provando in quei giorni? Insomma, anche per farsi il bagno dovevano essere sempre aiutati perché non riuscivano ad entrare nella vasca da soli!

- Ma me lo potevi chiedere! Ero convinta di dormire da sola! Invece mi hai fatto svegliare di soprassalto! E poi… - s’interruppe improvvisamente sgranando gli occhi, il suo sguardo fissava qualcosa dietro il suo fidanzato – Ranma… Ma quelli sono funghi… - lui si voltò e li vide, lì, in fondo. Erano proprio loro, ce n’era un piccolo gruppetto e un paio erano piuttosto grandicelli. Erano salvi!

Uscirono di corsa dal nascondiglio per avvisare gli altri. Kasumi prese due ciotoline e vi sistemò i funghetti con un righello accanto per misurarne la crescita, entrambi raggiungevano già gli undici centimetri circa. Poi incaricò Nabiki di portarli in soffitta, serviva un ambiente umido e buio per favorirne la crescita.

Quando li poggiò a terra, nell’angolo più scuro e nascosto della stanza, la ragazza pensò che quello era il luogo giusto. Lì sarebbero stati al sicuro da quei due, che pian piano stavano diventando sempre più bambini.

Ora non restava che aspettare che crescessero, avevano ancora qualche giorno, poi glieli avrebbe fatti mangiare, qualsiasi dimensione avessero raggiunto! Non aveva intenzione di occuparsi ulteriormente di quei due marmocchi! Ma per il momento ci si poteva rilassare.

   
 
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