Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: dragun95    04/03/2024    2 recensioni
Keto è una città portuale in cui vige la legge del più benestante. Chi ha i soldi può permettersi tutto, mentre i poveri hanno poco o niente. Nergal fa parte di una minuscola parte della parte bassa della città che può vantarsi di avere ricchezza e potere, tanto che tutta la città lo conosce come "Il maestro oscuro".
In genere non gli interessa niente di chi abita la parte alta, basta che non danneggino i suoi affari. Almeno finché non si ritroverà coinvolto suo malgrado in un intrigo che serpeggia in tutta Keto e che sembra voler riportare alla luce un segreto rinnegato nelle profonde acque nere che bagnano e danno vita alla città.
Genere: Noir, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 5

 

 
Il rumore delle grida riecheggiò tra le pietre delle mura di cui erano composte le segrete, amplificandone il suono. Per Askew, le sue stesse grida di dolore erano come delle coltellate alle sue stesse orecchie. Anche se meno dolorose delle frustate che stava ricevendo.
 
-Sei un’inutile idiota- gli gridò dietro suo fratello maggiore facendo schioccare la frusta, che provocò un segno sanguinante sulla schiena del giovane.
 
-Fratello…non è stata…AAAHHHH- cercò di giustificarsi ma si ritrovò solo da gridare quando venne frustato nuovamente. Geert Kragebrats, era il primo genito della casa e fratello maggiore di Askew. Ma in quel momento ne era così disgustato che avrebbe solo voluto vederlo sparire dalla faccia della terra.
 
-Hai idea dell’umiliazione che ci hai causato, coglioncello? Farsi trattare in quel modo da quello sgorbio cornuto!- suo fratello era furioso, così come lo era loro padre. Per loro un’umiliazione pubblica era un grave disonore.
 
-Non basta essere l’ultima famiglia della piramide. Getti ancora più fango su di noi!- gli urlò insultandolo e continuando a frustarlo per farlo urlare. Askew dovette stringere i denti ma il dolore era così forte che non riusciva a farlo uscire dalla sua bocca.
 
-…quel agh, tipo…non è nor..male…è un vero anf…mostro- si cercò di giustificare. Se suo fratello fosse stato lì insieme a lui, avrebbe di certo percepito quello che aveva percepito lui. Il mana di quel tipo con le corna era così denso e forte, che non poteva essere umano. Ma Geert strizzò gli occhi facendo schioccare nuovamente la frusta. Non voleva sentirlo, suo padre gli aveva detto di punirlo ed è quello che stava facendo.
Continuò a frustarlo finché non perse i sensi. A quel punto schioccò le dita ed una persona con il volto incappucciato, un torturatore si avvicino prendendo la frusta.
 
-Continuate finché non impara la lezione!-
 
-Si, signorino Geert- rispose il torturatore vedendolo uscire. Appena chiuse la porta fece cenno ad un altro torturatore di far riprendere i sensi ad Askew con dei sali. Un secondo dopo la stanza si riempì nuovamente di urla e schiocchi di frusta.
 
Geert uscì dalle segrete, tornando ai piani superiori. Quell’idiota di suo fratello lo aveva messo di pessimo umore e lo era anche suo padre. Con la figuraccia che aveva fatto, la loro reputazione aveva ricevuto un duro colpo ed era sicuro che qualcuno avrebbe potuto approfittarne.
Si fermò davanti ad uno dei numerosi specchi esposti nei corridoi della sua tenuta, ritrovandosi ad ammirare il proprio volto. Se paragonato a quello del suo fratellino, lui era molto più bello con la pelle chiara quasi pallida che metteva in risalto i capelli neri con qualche ciocca rosso scuro e gli immancabili occhi color ametista, una caratteristica della sua casata. Sotto all’occhio sinistro però partiva un tatuaggio viola scuro che scendeva per tutta la guancia, che ricordava una fune intrecciata con delle rune nere scritte all’interno dei nodi.
 
Avrà anche punito suo fratello, ma non poteva di certo lasciare impunito chi li aveva umiliati. Tirò fuori dalla tasca un fischietto in argento portandoselo alle labbra e soffiando. Ciò nonostante non venne prodotto alcun suono o almeno non uno di quelli percepiti dall’orecchio umano.
Qualche istante dopo quattro figure vestite interamente di nero si palesarono davanti a lui inchinati in prostrazione.
 
-Ci ha chiamati Lord Geert- disse uno dei quattro con una voce dal timbro femminile, restando con la fronte poggiata al pavimento.
 
-Si…- disse freddo continuando a guardarsi allo specchio senza guardarli direttamente: -Ho bisogno che raccogliate informazioni su Nergal Farigh- le quattro figure non fecero nemmeno una piega a sentire quel nome. Ma produssero delle specie di miagolii impercettibili.
 
-Vuole che…lo eliminiamo?-
 
-Mi stupirebbe se voi vermi ne foste capaci!- era chiaro che sebbene quegli sciavi fossero dei Birāla, anche con la loro innata silenziosità non potevano vincere contro uno come il Maestro oscuro. Di questo anche lui ne era consapevole.
 
-Sorvegliatelo a distanza, senza farvi scoprire. Voglio che abbiate informazioni su cosa fa e i suoi contatti. Andate!- le quattro figuro miagolarono appena per poi sparire silenziosamente così com’erano apparse. Quell’idiota di Askew aveva sbagliato a sfidarlo a viso aperto, lui preferiva altri metodi più subdoli. Ma prima di tutto gli servivano informazioni concrete e non solo le voci che girava, solo allora avrebbero potuto mettere in atto la loro ritorsione.
Quel mostro cornuto doveva capire che non si scherzava con i Kragebrats.
 

 
---Ψ---Ψ---Ψ---Ψ---Ψ---
 

[Tre giorni dopo]
 
Finalmente il giorno dell’asta clandestina era arrivato. Nergal non resisteva più, erano passati solo tre giorni è vero. Ma per lui erano state ore interminabili, passate a trasformare piombo in oro e a pensare a quando avrebbe avuto quel Grimorio tra le sue mani. E ora mentre si stava preparando sentiva le sue mani fremere.
Prese un profondo respiro asciugandosi i capelli. Prima di andare si era fatto una bella doccia fredda per cercare di sbollire la sua impazienza dell’inizio dell’asta.
 
Con solo un asciugamano alla vista stava guardando cosa mettersi tra gli abiti del suo armadio. Era indeciso su cosa mettersi, di certo non poteva andare in modo informale. Anche se era un’asta clandestina non voleva fare una pessima figura. Anche se nessuno avrebbe mai osato criticarlo o solo in pochi osavano farlo. Dopo una quindicina di minuti scelse il completo.
Optò per una camicia in seta rosso scuro dal bavero con rifiniture in argento e i bottoni in avorio, abbinati a pantaloni del medesimo tessuto ma neri e una cintura nera con fibbia in argento. Sopra invece indossava una ciacca in cuoio nero di Lindworm con delle lame ricurve in vero metallo sulla spalla sinistra come decorazione, scarpe e guanti erano entrambi neri con delle coperture metalliche affilate. E come decorazione ai polsi portava dei gemelli in argento e oro a forma di foglia.
 
Si fermò un attimo allo specchio per guardarsi e sistemarsi il colletto della camicia. Di certo era uno stile che non passava in osservato e poteva incutere un po' di timore. Ma era perfetto per l’evento a cui avrebbe partecipato.
 
-È il momento di andare- disse avviandosi verso la porta, ma si fermò un’istante prima di uscire. Non poteva lasciare la sua dimora così incustodita, anche se non credeva che si sarebbe avvicinato qualcuno.
Schioccò le dita un paio di volte e l’aria all’interno dell’abitazione tremolò per un’istante. Dopo un secondo si sentì un rumore, come se qualcosa stesse strisciando sotto il parquet e la carta da parati. Non si capiva cosa lo stesse producendo ma erano tanti e piuttosto grossi.
 
“Io esco, se entra qualcuno di sospetto catturatelo” disse telepaticamente prima di uscire ed affidare la protezione ai suoi “guardiani”.
 
 
Il teatro Middle tent, era un classico teatro in stile europeo, fabbricato in marmo e legno alto due piani. Una struttura imponente se si valuto che si trova sulla soglia che separava la parte bassa da quella alta di Kētō. La struttura era stata pensata per le classi “benestanti” dei bassi fondi e quelle più povera della parte alta.
Ma questo teatro in realtà aveva anche una doppia faccia. Dato che oltre agli spettacoli si tenevano anche incontri clandestini per la vendita di oggetti esotici e preziosi o quello degli schiavi.
 
Quando Nergal ci si trovò davanti, notò che era tutto chiuso. O almeno da fuori. Stando dalle informazioni lasciategli da Dhalsim, si entrava da dietro e con una parola d’ordine. Per fortuna il librario si era premurato di scrivergli anche quella.
Si guardò intorno per vedere di non essere seguito e sgusciò nel vicolo vicino alla struttura fino alla porta di emergenza. Afferrò la maniglia ruotandola tre volte a destra. La porta si aprì e lui si ritrovò dei fucili puntati contro, da quattro individui mascherati. Il corvino li osservò uno per uno senza minimamente battere ciglio.
 
-Devo comprare un biglietto per lo spettacolo- disse semplicemente. I quattro tirarono indietro la sicura delle armi.
 
-Prima classe o popolano?- chiese uno di loro. Questo era il momento della verità, se avesse sbagliato gli avrebbero sparato e dato l’allarme.
 
-Posto sotterraneo con vista sulle gabbie grazie- ci furono qualche secondo di silenzio e alla fine i quattro si fece da parte facendolo entrare e chiudendo subito la porta.
 
-Più avanti c’è una botola che porta alla sala dell’asta- lo informò una delle guardie: -Le consiglio di indossare una maschera se vuole restare anonimo- ringraziò andando verso la botola indicata che era aperta e tirando fuori da sotto la giacca una maschera a punta in metallo che copriva fronte fino alla punta del naso con delle lenti rosso scuro sui buchi degli occhi. Se la infilò in volto e scese giù nella botola.
Quando giunse alla fine di essa si ritrovò in un’ampia stanza ad arco, con al centro un grande palcoscenico. All’interno c’erano almeno un centinaio di persone sedute a dei tavoli. Tutti con indosso delle maschere.
 
-Salve caro ospite- disse una voce facendolo girare di scatto incontrando un cameriere con una maschera meta bianca e metà nera.
 
-Vuole accomodarsi ad un tavolo?- il corvino annuì: -Prego mi segui- gli disse il cameriere conducendolo lungo i tavoli già occupati. Non riconosceva nessuno degli ospiti anche se non gli importava poi molto. Era venuto solo per un’oggetto in particolare e nient’altro.
Lo fecero accomodare ad un tavolo circolare completamente da solo.
 
-Gradisce dell’idromele?- gli domandò una cameriera in abito molto succinto che risalvata molto le sue forme e faceva intravedere lo spacco dei seni e le gambe. Anche lei aveva una maschera come il cameriere.
Ci pensò su un’istante per poi fargli segno di si con le dita, mettendo sul tavolo una moneta d’oro. La cameriera gli versò un bicchiere del nettare giallastro, e con rapidità prendere la moneta. Nergal prese il bicchiere facendo ondeggiare l’alcool fermentato nel bicchiere e prendendone un sorso. Sentì in bocca prima il retrogusto dolciastro del miele e poi quello forte dell’alcool. Non era il suo alcolico preferito ma per una serata come quella ci stava bene.
 
Dopo una ventina di minuti, un uomo mascherato con degli abiti appariscenti salì sul palco scenico facendo un inchino ai partecipanti.
 
-Do il benvenuto a tutti i partecipanti all’asta. Prima di iniziare vi spiegherò le regole: Chi rilancia di più per un’oggetto se lo aggiudica, gli oggetti verranno consegnati solo a fine asta con il compenso in denaro…ed ora bando alla chance, diamo inizio all’asta!- un lieve coro si alzò dalle persone nella sala, mentre due grossi e muscolosi schiavi, portavano sul palco il primo oggetto.
 
-Il primo pezzo di oggi è un grosso contenitore di: Gjesnekool. Invecchiato per più di tre secoli- il contenitore era fatto in vetro scuro e spesso grande come un uomo, all’interno c’era quello che sembrava un serpente marino striato con una grossa pinna rossa lunga tutto il corpo, che galleggiava in dell’alcool. Il Gjesne era forse uno dei più piccoli e sfuggente tra le specie dei serpenti marini, molto difficile da avvistare. Catturarne uno, era una vera rarità.
 
-La base d’asta è di cinquanta milioni- comunicò gli annunciatori dando inizio alle offerte.
 
-Sessanta milione- disse qualcuno dei presenti, mentre altri rilanciavano alzando i prezzi.
 
-Venduto a centocinquanta milioni- si congratulò il banditore facendo segno di portare il prossimo oggetto. Questa volta era una gabbia in ferro e vetro con all’interno un uccello simile ad un pappagallo ma al posto delle piume aveva una corazza cheratinosa simile ad un cervo volante e dei barbigli marrone scuro che spuntavano appena dalle giunture.
 
-Proseguiamo con un esemplare di uccello Zhen delle terre orientali. Questa specie è classificata come animale pericoloso per la polvere velenosa che secerne. La base d’asta è di cento milioni-
 
-Duecento milioni- offrì qualcuno tra la folla. Nergal si chiese chi volesse avere così tanto quell’uccello. L’unico pregio era la polvere che oltre ad essere letale, aveva anche un effetto dipendente su chi la usava, come una droga. Chi li capiva i gusti degli altri era proprio bravo.
 

 
---Ψ---Ψ---Ψ---Ψ---Ψ---
 

-Duecentotrenta-
 
-Trecento- ribatte qualcun altro.
 
-Non pensavo potesse interessarti- disse Nansen rivolto alla persona seduta al suo stesso tavolo.
 
-Ho una predilezione per gli animali esotici- rispose Ju-Won. Era un individuo di più di vent’anni abbastanza in carne e con degli abiti tradizionali orientali con rifiniture in oro e dei fermagli decorati con delle gemme. Come maschera ne indossava una che mostrava un grande sorriso e un pizzetto finto. Ma questa non nascondeva i capelli neri legati in una piccola coda bassa e le grandi orecchie i cui lobi erano più lunghi del normale.
 
-Vuoi mangiartelo?- chiese l’altro, un membro dei Matiboj. Mentre l’altro era un membro della famiglia Shangdi.
 
-Certo che no! La sua polvere ha molti utilizzi dalla medicina all’assassinio- spiegò velocemente lui, aspettando che qualcuno ribattesse la sua offerta.
 
-Trecentocinquanta mila-
 
-Quattrocentocinquanta- aumentò lui, non voleva certo farsi sfuggire una specie vietata come quella.
 
-Comunque ti sei accorto di chi c’è laggiù?- chiese il biondo, dietro alla maschera da drago indicando un punto sotto al piano rialzato dove si trovavano. Ju-Won seguì il punto indicato, vedendo una persona solitaria al tavolo con una maschera metallica. Per sfortuna però non nascondeva le corna che erano irriconoscibili.
Il giovane degli Shangdi si stupì di ritrovare lì una creatura più unica che rara come quella.
 
-Non mi aspettavo di vederlo qui. Chissà cosa cerca?- si chiese mentre il battitore chiudeva l’asta per lo Zhen a suo favore.
 
-Ho sentito che dovrebbero mettere all’asta un Grimorio- ora gli era tutto chiaro. Si trovava lì solo per accaparrarselo.
 
-Vorresti fare un offerta per quel libro?- Nansen rise divertito.
 
-Potrei solo per fare un dispetto a quel Cervo nero. Ma non mi interessano quei vecchi libri ammuffiti, sono troppo pericolosi- il paffutello dovette dare ragione al suo “amico”, anche la sua famiglia lo aveva messo in guardia dalle magie contenute nei Grimori.
 
Il picchiettio della protezione metallica del dito contro il legno del tavolo, stava diventando un suono ritmico di impazienza. Non ne poteva più di aspettare. Sapeva che in ogni asta lasciavano i pezzi migliori per la fine, ma quel chiacchierone del battitore parlava troppo e anche i presenti erano assurdamente lenti.
Lo facevano apposta a farlo aspettare per farlo innervosire. Strinse la presa sul bicchiere che iniziò a creparsi. Mentre digrignava i denti per l’impazienza di aspettare l’oggetto che gli interessava, allora si chiese: Perché dovesse aspettare. Avrebbe fatto meglio a liberare i suoi poteri per prendere il Grimorio con la forza. Per lui sarebbe stato facile e se qualcuno avesse provato a fermarlo non avrebbe dovuto far altro che farlo fuori.
 
“Liberati da queste buone maniere e sfoga tutto il tuo potere” la voce che la pronunciò non sembrava quella dei suoi pensieri. Era qualcosa di più oscuro come le tenebre che lo circondavano e che erano parte di lui. Erano come parassiti sottopelle che si contorcevano per essere alimentati.
 
-Mi scusi signor ospite, gradisce ancora da bere?- chiese il cameriere avvicinandosi al suo tavolo. Strinse il bicchiere mandandolo in frantumi e facendo sobbalzare il poveretto. Attirando l’attenzione di qualcuno dei tavoli vicini.
Nergal si rivolse a chi lo stava disturbando, scrutandolo con i suoi occhi rossi che sembravano brillare come tizzoni di magma fuso.
Il poveretto deglutì sentendo un vento gelido entrargli fin dentro le ossa. Tutto quello che voleva era solo il Grimorio e lui si stava stufando di quell’attesa. Graffiò il tavolo con gli artigli metallici del guanto, mentre l’oscurità del locale sembrò convergere sotto i suoi piedi, come se lui la stesse richiamando a se.
 
-Forse…dovrei farlo sul serio…- sussurrò dando ascolto al pensiero nella sua mente. Alcune delle persone percepirono una densa e forte sorgente di mana oscuro. Inclusi i Ju-Won e Nansen che guardarono subito il Maestro oscuro, chiedendosi cosa avesse in mente di fare, mentre la paura cresceva, facendosi strada dentro di loro.
A Nergal sarebbe bastato uno schiocco di dita, per richiamare i suoi rampicanti e tingere quella stanza di rosso sangue. Un solo schiocco e avrebbe liberato il suo potere.
 
-Venduto per quattrocentotrenta monete- disse il battitore mentre i due schiavi portavano via l’antico spadone: -Ed ecco l’ultimo oggetto della prima parte dell’asta- sul palco venne portato un piedistallo con una teca in vetro e dentro di esso un libro. Appena lo vide si bloccò, poco prima di schioccare le dita. Il Grimorio era finalmente arrivato.
A quella vista sentì tutta la sua frustrazione, la rabbia e l’istinto di distruzione, scemare da dentro di lui. Come se l’oscurità che stava cercando di possederlo non avesse più alcun appiglio su di lui, finendo per ricadere da dov’era venuta. Si alzò di scatto per provare a vederlo meglio, fermando l’afflusso della sua magia. Il cameriere a quel punto ne approfittò per defilarsi.
 
-Un autentico Grimorio, recuperato da delle antiche rovine del deserto Khurrai. Il prezzo iniziale è…- l’uomo non finì la frase che sentì qualcuno che gli passava di fianco. Nergal era salito sul palco mettendosi proprio davanti alla teca che conteneva il libro per guardarlo più da vicino. Aveva una copertina a motivi a squame bluastro con piccole decorazioni in osso e il disegno in rilievo del teschio di un animale non ben definito.
Si era avvicinato anche perché voleva sentire che fosse autentico e non una contraffazione. Ma dal residuo di mana che percepiva da oltre la teca, era chiaramente autentico. Preso ad osservarlo non si rese conto di essere stato circondato e tenuto sotto tiro dalle guardie dell’asta.
 
-Signore è vietato salire sul palco. Le chiedo cortesemente di scendere, oppure verrà scortato fuori- in risposta si tolse la maschera dal volto, girandosi lentamente così che l’uomo e il resto dei partecipanti potessero vedere con chi avevano a che fare.
 
-Offro settecento milioni per il Grimorio- disse secco. Il battitore per poco non si strozzò con la sua stessa saliva, mentre nella stanza si alzò un brusio di stupore. La sua battaglia, se così si poteva chiarare iniziava adesso. Voleva vedere chi avesse avuto il coraggio di sfidarlo.
 
-O..offro ottocento…- provò a dire un’altra persona interessata, ma lo sguardo che il corvino gli lanciò ebbe lo stesso effetto di una spada che gli lacerava le carni. Il poveretto si morse la lingua facendo segno di volersi ritirare.
 
-Allora sono settecento milioni…nessuno offre di più?...- nessuno osò alzare la mano per ribattere: -Settecento milioni e uno…due…tre…Venduto per Settecento milioni. Ora signore potrebbe tornare cortesemente al suo posto- lo pregò il battitore. Nergal lanciò uno sguardo al Grimorio poggiando la mano sul vetro della teca, prima di rimettersi la maschera e scendere dal palco tornando al suo posto. A quel punto tutti sembrarono tirare un sospiro di sollievo.
 
-Mi scusi cameriere- tutti i camerieri sobbalzarono sentendosi chiamare, nessuno di loro voleva andare a vedere cosa volesse. L’uomo più vicino al tavolo spinse una sua collega verso il corvino. Questa squittì appena sentì il suo sguardo su di sé.
 
-C..co..cosa po..posso fare per…voi?- balbettò tremando per la paura.
 
-Posso avere della birra se possibile?-
 
-C..certo signore. Gliela vado subito a prendere- disse lei sparendo a prendere quello che gli era stato ordinato.
 

 
---Ψ---Ψ---Ψ---Ψ---Ψ---
 

-Venduta per quattrocento ottanta milioni- il banditore chiuse l’asta per una donna avvenente vestita con una toga bianca e i capelli marrone scuri raccolti sulla testa. La seconda parte dell’asta clandestina consisteva in schiavi di varie razze e terre. Portati lì solo per essere venduti al miglior offerente.
 
-Peccato, era molto carina!- si lamentò il membro dei Mariboj.
 
-Se la volevi davvero avresti offerto di più. O sei a corto di soldi?- rise Ju-Won. L’altro gli fece il dito medio per mandarlo a fare in culo. Mentre un’altra donna veniva portata sul palco. Anch’essa vestiva con una toga bianca che metteva in mostra il fisico ben sviluppato ma non troppo. Aveva dei capelli ricci color nocciola e un solo grande occhio di colore azzurro.
 
-La prossima merce è una Ciclope di vent’anni. Base d’asta trecento milioni-
 
-Trecento-
 
-Cinquecento-
 
-Seicentoventi- offrì Nansen. Quella femmina lo attirava molto.
 
-Settecento-
 
-Ottocentocinquanta- rilanciò il biondo, deciso a non perdere quella battaglia.
 
-La vuoi proprio quella schiava è?- gli chiese l’asiatico, l’altro non rispose, ma da quanto offriva era chiaro che la volesse.
 
Nergal invece passò il tempo a bere, anche se quello spettacolo nauseabondo gli faceva quasi chiudere lo stomaco. L’idea di avere uno schiavo per lui era qualcosa di impensabile.
E se davvero avesse voluto degli schiavi, avrebbe preferito il rispetto o al massimo la paura per tenerli al suo servizio. Invece del Collare di controllo.
Mandò giù forse la birra numero cinque, non lo sapeva. Dopo che si era accaparrato il Grimorio, avrebbe dovuto aspettare la fine dell’asta per averlo e già questo gli dava fastidio. Così vicino ad assaporare il potere che conteneva eppure bloccato. Poteva sentire nuovamente l’impazienza che tornava, ma questa volta si impose di ricacciare l’oscurità in fondo e lasciarla lì dov’era. Ormai era quasi finita e dopo quelle ultime fasi avrebbe lasciato a quelle sanguisughe i soldi e sarebbe tornato a casa per vedere meglio il suo acquisto.
 
“Resisti ancora un po' e non perdere la calma” si diceva picchiettando lo stesso nervosamente, il dito contro il legno.
 
-Ed ora eccoci arrivato all’ultima asta della serata. Per voi abbiamo tenuto il pezzo migliore per la fine- l’uomo fece segno di portare sul palco l’ultima merce dell’asta di schiavi. Tre figure vennero costrette a salire sul palco, causando lo stupore generare. Quando il moro alzò lo sguardo sgranò gli occhi anche lui davanti a ciò che stavano mettendo all’asta.
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Ed ecco finalmente il momento dell’asta clandestina è arrivato. Ma prima vediamo nuovamente Askew che però viene punito per essere stato umiliato da Nergal. Si vede che i Kragebrats tengono più all’onore che al legame di sangue.
Chissà che avranno in mente di fare per ripercussione contro il Maestro oscuro?
L’asta si è svolta in maniera tranquilla, se si toglie il fatto che il protagonista voleva fare una strage solo perché era stufo di aspettare. Ma alla fine ha avuto quello che voleva e non ha nemmeno dovuto faticare.
 
Chissà cosa avrà stupito tutto incluso il nostro caro Nergal? Dovrete aspettare il prossimo capitolo per scoprirlo. Ringrazio chi è arrivato a leggere fin qui e spero che la parte dell'asta non sia stata pesante, visto che è la prima volta che ne scrivo una. A presto.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: dragun95