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Autore: loverrrr    06/03/2024    3 recensioni
Edward e James hanno un sogno: diventare avvocati e aprire uno studio insieme. Le loro giornate sono fatte di studio e lavoro, per pagarsi gli studi. Nella loro testa c'è solo una cosa: prendere la laurea. Cosa accadrebbe se l'amore bussasse alle loro porte? Scopriamolo insieme...
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, James, Victoria | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buon pomeriggio ^_^ finalmente (lo dico ogni volta perché non riesco ad aggiornare presto come vorrei) eccomi con l’aggiornamento. Eravamo rimasti che… Bella incontra prima Edward, poi Mike e James. Se ricordate, mentre Edward era rimasto sorpreso del fatto che Bella e James si conoscessero, James non aveva detto nulla a riguardo.  

Nel capitolo precedente…

James arrivò all'improvviso, cogliendo Bella di sorpresa e aumentando il suo imbarazzo. Notando la situazione, James le rivolse un sorriso rassicurante nel tentativo di metterla a suo agio.

«Ciao ragazzi!» salutò, rivolgendosi sia a Edward che a Bella. 

Edward, con un'ombra di confusione, chiese: «Voi due vi conoscete?» 

Bella rispose prontamente, cercando di mantenere la calma: «Me lo ha presentato Mike, loro sono grandi amici.» 

La sua risposta non sembrò convincere del tutto Edward e, improvvisamente, un ricordo balenò nella sua mente: James gli aveva accennato di una sua collega di lavoro di nome Isabella.

Bella, cercando di minimizzare l'evidente imbarazzo, li salutò velocemente, inventando di aver dimenticato il cellulare a casa. Corse verso casa, incontrando Victoria sulla strada. La bloccò e iniziarono a parlare.

Nel capitolo precedente…

E in quello precedente ancora, James aveva fatto notare a Edward che Isabella era il nome di una sua collega. Quindi mi viene un dubbio: che James abbia capito tutto? Scopriamolo in questo capitolo.

 

 

Bella evitò ogni tipo di contatto con James fino alla fine del turno. Pur non avendone la certezza, sospettava che lui avesse rivelato a Edward la verità durante la pausa pranzo. 

Dopo essere rientrata a casa con Victoria, ricevendo un altro rimprovero durante il tragitto dalla caffetteria a casa e, dopo cena con un panino preparato al volo, si fece una doccia e si sdraiò a letto. 

Prese sonno subito. Al risveglio, fu disturbata dal suono insistente della sveglia del cellulare; si girò e si rigirò più volte nel letto prima di decidere di alzarsi. Victoria stava facendo colazione.

«Buongiorno! Come sta la studentessa?» chiese in tono sarcastico, porgendole una tazza di caffè bollente.

Bella prese la tazza e ne bevve un sorso mentre cercava di tenere lontano dalla sua mente il pensiero Edward/James. Si sedette borbottando un: «Lasciamo stare che è meglio.»

«Dai scherzavo. Oggi dobbiamo rimanere fino all’ora di chiusura, Zafrina mi ha chiesto se possiamo sostituirla e le ho detto che non c’erano problemi.»

Ci mancava anche Zafrina. Pensò Bella facendo colazione. Tuttavia rispose all’amica che non c’erano problemi. Arrivarono puntuali al lavoro e trovarono Mike che stava pulendo il bancone. 

«Ehilà, newyorkesi!» Le salutò Mike alzando lo sguardo. Ovviamente, scherzava.

«Magari lo fossimo veramente» disse Bella, andando ad aiutarlo.

«E studiassimo alla Columbia. Deve essere bellissimo poter passare lì ore ed ore a lezione, in biblioteca» aggiunse Victoria, con lo sguardo che guardava il soffitto, come se stesse sognando, e per un attimo le parve di essere lì.

Quelle parole colpirono dritte nel cuore di Bella, aumentando il peso che teneva nello stomaco da giorni. 

«Parli così perché non sai la fatica che faccio per prepararmi agli esami. A proposito, tra mezz’ora devo andare perché voglio arrivare un po’ prima per ripassare in biblioteca. Ma torno nel pomeriggio, così vi do una mano visto che Zafrina ha avuto un imprevisto.»

Il discorso di Mike scosse Bella dalle parole di Victoria, e si dedicò a sistemare alcuni tavoli rimasti sporchi dalla sera precedente, non prima di aver dato una gomitata all’amica per riportarla alla caffetteria. 

La caffetteria si riempì rapidamente con studenti e professori che entravano e uscivano. Bella alzò lo sguardo dal lavello e vide entrare James. Si disse di rimanere calma. James salutò a poco a poco tutti i colleghi.

«Ciao Bella!» esclamò con un sorriso amichevole.

Bella, cercando di non balbettare e di non dare a vedere quanto la sua presenza la mettesse in ansia, ricambiò il saluto immaginando di avere di fronte un qualsiasi cliente. «Ehi, James.»

«Mi cambio e arrivo.»

Bella annuì e guardandolo andare via si lasciò sfuggire un sospiro dalle labbra. James aveva mantenuto un atteggiamento amichevole, fingendo di non sapere nulla riguardo alla bugia che lei si era inventata. Furbo sì, ma stupido no. Quando ieri mattina era arrivato alla caffetteria e aveva visto Edward parlare con la sua collega, James era stato molto astuto, avrebbe potuto smascherarla davanti a Edward, ma perché farlo quando poteva divertirsi?

Uscì dalla stanza e iniziò a lavorare. L’ora di pranzo arrivò in un attimo.

«Bella, facciamo una pausa?» propose Victoria, poggiando sul bancone un vassoio con alcuni bicchieri e piatti.

«Ecco a te, buona giornata» Bella sorrise e diede il resto alla cliente, poi si voltò per guardare l’amica. «Sì, dai.»

Mike era stato avvisato da Victoria e aveva concesso alle ragazze venti minuti di pausa. 

«Sono stanchissima» disse Victoria raccogliendosi i capelli in una coda bassa.

«Io non vedo l’ora che arrivi questa sera per piazzarci davanti alla tv, mangiando schifezze.»

«Pizza e patatine?»

«Naturalmente, dolcezza! Lo sai che adoro le patatine fritte, specie se le mettono sulla pizza» disse, ridacchiando, e girò lo sguardo verso le strisce pedonali.

Sbiancò di colpo vedendo Edward al semaforo parlare al telefono con lo sguardo rivolto verso il basso.

«Scusami, Viky» disse Bella, entrando frettolosamente nella caffetteria come se volesse scappare di nuovo di fronte al suo problema, e si chiuse in bagno.

Victoria la seguì.

«Bella, apri. Sono io!» disse con tono serio, traspariva un certo rimprovero nella sua voce.

«Edward, è qui» disse agitata, con le mani poggiate sul lavello e lo sguardo rivolto verso il basso, visibilmente turbata.

Victoria addolcì il tono della voce. «Lo so. Direi l’occasione perfetta per dirgli finalmente la verità. Me lo avevi promesso, ricordi?»

«Ok, esco.» 

Bella tolse le mani dal lavandino ed uscì. 

Edward era seduto su uno degli sgabelli liberi, chiacchierando con James mentre sorseggiava un caffè.

«Augurami buona fortuna» disse guardando l’amica.

«Buona fortuna.» Victoria le sorrise quando un ragazzo le chiese un menù al tavolo cinque.

«Arriva subito» rispose al giovane e si affrettò a servirlo. «Ecco a voi, ragazzi» disse, lasciando il menù sul tavolo.

Si voltò e osservò con sgomento Bella seduta al tavolo con Edward, senza il solito grembiule. 

«Scommetto che Bella non è iscritta alla Columbia, vero?» disse James con tono beffardo, trovandosi accanto al bancone con una tazza di caffè in mano.

Victoria desiderò sprofondare sotto la sabbia e cercò di giustificare la situazione. Si voltò verso James e disse:  «Ecco lei…» 

«Scusa Viky, come mai Bella è seduta a parlare con un ragazzo, senza indossare il grembiule?» domandò Mike con uno sguardo perplesso, reggendo un vassoio di bicchieri vuoti che poggiò sul bancone. 

Prese la parola James. «Mike, non mi avevi detto che tua cugina studia alla Columbia!» disse con un tono scherzoso.

«Mia cugina una studentessa della Columbia?» esclamò con sgomento Mike, voltandosi a guardare James con un’espressione confusa. «Pff, no. Assolutamente no.»

«E va bene, lo ammetto: Bella ha combinato un casino» disse Victoria, gesticolando e la voce tremante per l’imbarazzo.

«Si è finta una studentessa e Edward ci è cascato in pieno» spiegò James.

«Bella, non voleva che le cose andassero in questo modo. È che… quando siamo arrivate qui, ha voluto fare un giro dell’università e…» 

«Vi ho assunte perché so qual è il vostro sogno e ho sempre creduto in voi. Questo da mia cugina non me lo sarei mai aspettato» disse Mike in tono deluso.

«Ti chiedo scusa anche a nome suo. Bella, non aveva idea che le cose sarebbero andate così» disse Victoria dispiaciuta.

«Per oggi fingerò che Bella sia una cliente, ma che non accada mai più e stasera voglio parlarle» disse serio Mike.

Victoria rispose con un semplice «Grazie» sentendo il cuore più leggero.

Mike tornò a servire ai tavoli.

«James, scusami e scusala. Bella a volte è un po’ pasticciona» disse Victoria con lo sguardo rifletteva una miscela di mortificazione e dispiacere.

James replicò ironico: «Pasticciona è poco.»

Victoria tentò di attenuare la tensione. «Lo dirai a Edward?»

James guardò con scetticismo. «Dovrebbe farlo lei, non credi?»

Victoria sospirò. «Spero non combini altri guai» aggiunse con una punta di preoccupazione nel tono della voce.

«James, puoi venire un attimo?» Carmen lo chiamò dal tavolo vicino all’entrata.

«Arrivo!» rispose e la raggiunse.

Victoria rivolse lo sguardo al tavolo dove Bella chiacchierava serenamente con Edward.

«Sicura che non vuoi un caffè? Un toast?» domandò Edward.

«Sono a posto così, tranquillo» rispose Bella, accennando un timido sorriso.

«Mi ha fatto piacere rivederti» rivelò lui, finendo di bere il caffè. 

Bella, imbarazzata, rispose: «Anche a me, Edward.» 

«Dovremmo rifarlo. Intendo, vederci ancora. Ma questa volta senza incontri casuali» disse cercando di sdrammatizzare con una dolce risata. 

Il telefono di Bella vibrò. Si scusò tirandolo fuori dalla tasca dei jeans, lo teneva sempre lì in caso di emergenza. Victoria era nella stanza adibita allo staff e la stava chiamando; sembrava molto arrabbiata.

«Si può sapere cosa diavolo ti è preso? Mike è incavolato nero!» 

Bella schiarì la voce. «Oh, Viky. Oddio scusami, ho dimenticato dell’appuntamento!» esclamò passandosi una mano tra i capelli mentre si alzò. «Due minuti e arrivo.» Chiuse la telefonata, notando che anche Edward si era alzato. «Edward, perdonami. Ma devo proprio andare» si avvicinò, gli diede un bacio sulla guancia e uscì dalla caffetteria, svoltando verso sinistra…

   
 
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