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Autore: KushinaKurosaki    10/03/2024    2 recensioni
L’organizzazione degli uomini in nero era stata sconfitta. Tutti coloro che erano stati coinvolti da quella brutta faccenda potevano ormai tornare a tirare un sospiro di sollievo, forse non proprio tutti. Lei era oscurità e la luce del sole era la sua più acerrima nemica, però vi era da dire che neanche la notte era sua alleata. Era un angelo dell’oscurità destinato a soffocare e nessuno lo poteva notare. Alle volte paragonava la sua vita a quella di una stella, perché nessuno guarda le stelle quando splende la Luna. E anche se non splendesse, fra le scintillanti sorelle, chi noterebbe una fioca stella in procinto di cadere nel baratro? Era così che si sentiva la povera Shiho Miyano, tutti avevano vinto, lei era uscita l’unica sconfitta.
ReixShiho ShuichixJodie
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Jodie Starling, Quasi tutti, Rei Furuya, Shuichi Akai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Shiho sospirò guardando Ran, era venuta personalmente a casa del dottore per chiederle se le andasse di andare al Tropical Land…e non aveva saputo dir di no. Quel luogo per lei aveva avuto ricordi gioiosi ma adesso erano diventati molto dolorosi. Non avrebbe dovuto accettare ma ormai era tardi. Masumi l’aveva presa sottobraccio, anche sua cugina si era resa conto della sua situazione e tentava in tutti i modi di aiutarla ma non aveva la fermezza di Jodie. « Shi-chan stai bene? » chiese leggermente intimidita da una sua possibile risposta. « Si grazie. » 
« Non ti lascio, con me sei al sicuro. » esclamò allegra lei. Il giorno in cui aveva scoperto che la ragazzina era sua cugina aveva saltellato contenta in tutta casa. Finalmente non sarebbe stata più sola, sua cugina era una ventata d’aria fresca nella sua vita. Le dispiaceva non poter uscire con lei ma comprendeva il suo disagio, passare la maggior parte degli anni in isolamento per poi ritrovarsi catapultata in un mondo ostile e sconosciuto. 
« Grazie mille Sumi-chan »

 

« Ran lo sai che a me non piace. » borbottò Sonoko senza curarsi di abbassare la voce.  « Devi solo conoscerla meglio » spiegò Ran roteando gli occhi al cielo. Non riusciva a comprendere perché Sonoko si comportasse così, però le dava tremendamente fastidio. E se fosse stata trattata così da Shiho? Non credeva che l’amica avrebbe potuto reggere, inoltre la ragazza aveva conosciuto solo dolore  e quale luogo migliore di un parco divertimenti? « Ran apri gli occhi! » Shiho abbassò lo sguardo cercando di ignorare le due ragazze che litigavano e non era la prima volta che capitava. « Sonoko devi aprirli tu gli occhi! Smettila! Sul serio… » 

 

« Ho sbagliato ad accettare l’invito vero?  » bisbigliò senza farsi sentire verso la cugina riportandola con i piedi per terra. Lei non rispose, semplicemente si morse la lingua insicura su cosa dirgli. Shiho sorrise tristemente guardando le due intente a discutere ancora. « Scusami non credevo di crearti ancora problemi Akemi » Shiho sgranò gli occhi correndo via da lì, lasciando perplesse le tre ragazze mentre Masumi le corse dietro. « Akemi? » chiese curiosa la ragazza dai capelli a caschetto castano.

 

Come era potuto accadere? Come aveva potuto pronunciare il nome di sua sorella riferito ad un altra? Era stato un singolo  istante, e l’immagine di Ran si era accavallata a quella di Akemi. Forse il luogo, forse complici anche il carattere e la somiglianza…ma...ma…che inconsciamente stesse provando a far si che Ran prendesse il suo posto? Serrò le mani sul lavabo guardandosi allo specchio, nessuno avrebbe potuto prendere il suo posto.

 

Era indecisa. Doveva entrare? Probabilmente Shiho aveva bisogno di restare sola. Di Akemi sapeva solo le vicende che avevano portato  alla fuga di Shiho e che, tanto per cambiare, suo fratello era coinvolto. In realtà non sapeva perché l’avesse chiamata con il nome di sua sorella ma probabilmente era dovuto a ciò che avvertiva anche lei. Ran era travolgente, ispirava sicurezza e fiducia e forse era questo ad averla tratta in inganno. « Shiho? » alla fine optò di entrare in bagno, la maglia larga celeste aveva delle piccole gocce sulla maglia. L’abbracciò, sapeva che lei non amava quei gesti affettuosi ma alle volte preferiva usarli alle parole. Ricordava le volte in cui era uscita con Akemi e la sua migliore amica, lei aveva da sempre tentato di dividerle e non c’era mai riuscita.

 

Se dovesse accadere qualcosa ad Akemi per me l’unica responsabile sarai tu! 

 

Quelle parole così veritiere le sembravano una maledizione, uno di quei mostri che guardava con i bambini che da Kamen Yaiba  erano passati a fan di Gege Akutami col suo Jujutsu Kaisen. Alle volte si era chiesta se lei non fosse altro che la maledizione della sua famiglia. Se lei non fosse nata, i suoi genitori  non avrebbero mai accettato di entrare nell’organizzazione e Akemi sarebbe viva. L’aveva rivista poi accanto alla tomba di sua sorella, era deceduta qualche mese dopo la morte di Akemi e le era dispiaciuto. Non era alla fin dei conti una cattiva persona, era la sorella che lei avrebbe dovuto avere al suo posto. Shiho era destinata ad annegare.

E questo la ramata lo sapeva bene, sarebbe annegata tra i sensi di colpa per le sue azioni, non aveva mai voluto uccidere…e lo aveva fatto. Non si era mai opposta a nulla per proteggere Akemi, e ora…ora…rendersi conto che non aveva mai potuto proteggere nessuno, la faceva sentire peggio. « Ti riporto a casa » affermò Masumi guardandola. Da quando era entrata aveva smesso di piangere e ciò dubitava fosse un bene. Sapeva a cosa stava pensando, l’anniversario della morte di sua sorella sarebbe stato domani e Shiho, stando a quanto detto da suo fratello, si sentiva in colpa ma nessuno in famiglia la odiava. Nessuno la biasimava per ciò che aveva fatto, lei stessa per quanto stesse andando contro i suoi principi morali, al suo posto non avrebbe esitato ad obbedire. Per proteggere chi amava non si sarebbe lasciata spaventare dalla morte di persone che non conosceva. Era quello ciò che Shiho aveva fatto ma ignorava che la ragazza, le vittime uccise dai suoi farmaci, le conosceva a memoria, così come conosceva i loro volti che nei suoi incubi tornavano prepotenti. Neanche la sua vita sarebbe bastata ad espiare le sue colpe, e questo lo sapeva bene anche Sherry il lato di lei più inumano.  

 

Il dottor Agasa sospirò ringraziando Masumi, non sapeva più cosa fare. La sera che era uscita con Jodie non aveva chiuso occhio, oggi era tornata a casa in lacrime e parlare per la ramata non era mai stata una valida opzione. Non aveva avvisato ma sperava che lui fosse in casa, aveva bisogno di un consiglio e preferiva suo fratello a sua madre.

« Masumi? » chiese lui sorpreso invitandola ad entrare e la ragazza si imbarazzò nel notare che con lui ci fosse una donna bionda. Era la sua fidanzata? No forse una collega o entrambe. « Vieni con me.» lo trascinò altrove sotto lo sguardo incuriosito della bionda che restò in disparte nonostante la curiosità stesse crescendo.

 

   
 
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