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Autore: sandrinakiss92    11/03/2024    0 recensioni
Luna é una terrestre ma giurò di non esserlo mai piú. Promise di non combattere e smettere così di lodare l'arte del combattimento per cui é stata cresciuta. Decide di rifugiarsi presso una stazione petrolifera, evitando tanta violenza, fondando il "Popolo della Barca" e, in quanto leader di esso, contrariamente al motto tipico terrestre "Jus Drein Jus Daun" ("Sangue chiama sangue"), vi sono rifugiati giovani orfani di guerra, tra cui donne, uomini e bambini che hanno scelto la via della salvezza.
Nonostante le sue opinioni pacifiste, rimane comunque una forte combattente. Se necessario, sostiene di poter ancora combattere per uccidere affinché sapesse il suo popolo al sicuro. Ma, un giorno, Re Roan, a capo di tutte le nazioni, decide di inviare presso Luna una giovane e valorosa guerriera, appartenente alla fazione della lega degli assassini, Sara Lance, affinché riuscisse a convincere la nostra leader, ex terrestre, a far ritorno su un trono che le spetta, e aiutando tutti a salvar loro da un'incombente apocalisse.
Genere: Avventura, Erotico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Luna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
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Mi chiamo Luna, ho 27 anni e vengo dalla terra. Sono l'ultima Natblida, una “Sanguenero”. Ero destinata a guidare un esercito di terrestri, i Trikru, dopo la morte del comandante ma, sapete cosa successe? mi rifiutai, scappando così al mio destino. Non volevo essere a capo di una nazione, non credevo nemmeno potessi essere capace di guidarne una, a dire il vero. Così, mi ritrovo a capo del popolo della barca, i Flourkru, di tutte quelle persone che vogliono salvarsi, stanche di combattere, con la sola voglia di sopravvivere. Mi definireste una codarda? E perchè mai? Soltanto per aver scelto la via della salvezza? Per aver portato al sicuro centinaia di uomini, donne e bambini? Questa gente mi ama e mi rispetta. La cosa è reciproca, tengo a loro e farò di tutto per proteggerla. A causa del colore del mio sangue, sono stata cresciuta come un assassina. In passato, i custodi della fiamma hanno saputo sfruttare la mia rabbia insegnandomi che era nobiltà. Per anni ho trovato gioia nella morte e nel dolore, così uccisi mio fratello, anch'esso un sangue nero. Come tali eravamo stati inviati a Polis per essere addestrati nell'arte del combattimento e del comando. Dunque fui la prescelta. Le giornate passate tra la mia gente fanno di me una persona migliore. Mi sento grata di insegnar loro a rispettarsi, a prendersi cura del prossimo. Nel mio popolo regna l'amore, quello che non ho mai ricevuto, nemmeno da bambina. I miei genitori sono morti alla mia nascita, lasciandomi alle cure di mio fratello. Ha fatto così tanto per me ed io l'ho tradito. In cielo non c’erano molte nuvole e l’aria di quella sera era piacevole, quel tanto che bastava a smuoverti le chiocche dei capelli. Intorno al fuoco si stavano scaldando delle portate e a turno persone raccontavano storie. Anche se sono il loro comandante non mi va di sentirmi superiore, non lo sono, soltanto il loro punto di riferimento. Una bambina dall'aspetto grazioso, dagli occhi di un colore simile al mare azzurrino e dei capelli di un biondo cenere mi stringeva la mano. Mi faceva pensare che quella bambina potevo essere io, circondata dell'affetto di chi se ne prendeva cura. D'un tratto qualcuno mi distolse dai pensieri. Dei soldati della nostra gente avevano con se qualcosa, o forse qualcuno. Era buio pesto e l'unica fonte di luce era la fiamma del focolare. “Luna, l'abbiamo trovata sulla riva mentre eravamo di vedetta, chiede di parlare con te." Feci loro cenno di avvicinarla in modo da poterla vedere bene in faccia. Una donna dai capelli biondi era legata ed imbavagliata. Sembrava ferita, aveva un taglio sulla fronte. Portava una divisa che la differenziava da tutti noi, un completo bianco. Potevo pensare che appartenesse ad un altro popolo. Potevo scorgere della rabbia sul suo volto. Beh, potevo biasimarla, chiunque si trovasse nella sua stessa situazione lo sarebbe stato. "Il bavaglio!" ordinai di lasciarla parlare se avesse voluto. A nessuno dovrebbe essere negato il diritto di parola. "Cosa ti porta quì? Sei sola?" "sei Luna, giusto?" chiese affannosamente "chi vuole saperlo?" “ Sono Sara Lance della lega degli assassini ma vengo in pace. E si, sono sola." "dimostralo!" "come?" Quella donna non mi ispirava per niente fiducia, ma cercai di cambiar discorso. "Cos'é che vuoi?" “vorrei poter parlare in privato con te" "e come faccio ad essere sicura che tu non voglia uccidermi?" "pensa un po’, ricciolina, i tuoi uomini mi hanno disarmata" disse con ovvietà, alzando gli occhi al cielo. "le mani possono essere un arma "non slegarmele allora!" Mi stava sfidando. Ordinai, dunque, alle guardie di portarla al capanno e di lasciarci sole. La guardai per un istante negli occhi. Presi il coltello, le avvicinai e con un colpo la liberai dalla stretta della corda ai polsi. "Ti ascolto" "Sono stata mandata dal Re del popolo di Azgeda, il mio è in alleanza con loro, Chiediamo altrettanto di stringere un alleanza con il popolo della barca" "e perchè mai?" "serve un comandante. Sappiamo che sei l'ultima Natblida, sei una terrestre!" Nessuno del mio popolo sapeva che lo fossi. Nessuno doveva saperlo, giacchè il popolo dei terrestri era considerato come quello che spargeva sangue. Una cattiva reputazione, non trovate? E io non ero più una sua assassina. Mi assicurai che nessuno avesse sentito quelle parole. Per fortuna eravamo sole. "Non appartengo più a quella gente, ormai." “A capo dei Trikru risiede una “Sanguerosso”, abbiamo bisogno di una Natblida per poter guidare una nazione e tu dovevi prendere parte all’ottavo novizio...” Come se non lo sapessi. “non posso abbandonare la mia gente...” “come vuoi.” Quindi? Se ne andava? Con un calcio inaspettato mi colpi dritta nel petto ed io la feci cascare a terra con un attacco. “se non vuoi darmi ascolto con le buone, non vedo altri modi” Con un salto tornò in piedi cercando di bloccarmi con le spalle al muro ed io cercavo di respingerla con quanta forza avevo. Con una mano riuscì a tirare dalla tasca una piccola capsula bianca dai bordi seghettati con sopra un incisione. No, aspettate, so di cosa si trattava. Era la fiamma del comandante. “Ascende superius” la fiamma cominciò ad allungare i suoi filamenti verso me. Non ve l’ho ancora raccontato ma, la fiamma funzionava soltanto con una sanguenero. ad un sangue rosso avrebbe provocato la morte. Avevo le mani bloccate dalla sua presa. “Una volta messoti questa, non avrai più scelta” Urlai e con tutta la forza che avevo la spinsi a terra. Ebbi il tempo di afferrare il mio pugnale dallo stivale e glielo puntai alla gola. “Ti avevo dato l’opportunità di scappare e tu non l’hai fatto!” E chissà perché, in fondo non voleva uccidermi, no? Con occhi assetati di sangue mi disse che non sarei mai stata capace di uccidere ancora, e infatti non l’avrei fatto ma lei mi stava provocando. “Chi? io? e perché non dovrei? Non ho avuto pietà nemmeno per mio fratello, pensi l’abbia per te? io sono l’oscurità” “ti sbagli, tutti meritano la luce. se verrai con me avrai un'altra occasione per mostrarti per quella che sei.” fece una pausa “o per quello che non sei, una vigliacca!" Quelle sue parole mi bloccarono. Mi arresi, gettai l’arma a terra e la obbligai ad andarsene. Mi avrebbe uccisa? ed io, avrei dimostrato di essere ancora una volta debole? “Vattene!” La ragazza, stupita dal mio comportamento rimase a terra, non si mosse. "Guardie!” I due uomini fecero irruzione nella tenda. "L'accompagnerete alla riva affinché possa far ritorno da dove è venuta, se opporrà resistenza, imbavagliatela e portatela al capanno. Vediamo se cambierá idea!” Le lanciai un ultima occhiata gelida e furiosamente lasciai il terreno. Sara Lance sarebbe diventata un mio  problema.
   
 
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