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Autore: Hamsterplane    14/03/2024    1 recensioni
Quindi ho letto molte fic in cui Lucifero aveva Hanahaki, e volevo creare un po' di Alastor Angst, ed eccomi qui a scrivere una fic su questo!
Inizialmente la mia idea era quella di realizzare un one-shot, ma ecco che pubblico questa fic in capitoli per lasciare più suspense e libera fantasia ai lettori!
(se ci sono errori grammaticali nella scrittura non preoccupatevi e ditemelo, probabilmente sarà stato un momento di distrazione visto che la maggior parte di questa fic l'ho scritta in classe e durante la notte, o semplicemente il famosissimo correttore automatico che non fare il suo lavoro)
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alastor, Charlie Morningstar, Lilith, Lucifer Morningstar, Rosie
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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I passi di Lucifero erano veloci lungo quel corridoio che iniziava a farsi infinito, le stanze sembravano tutte uguali e quella stramba porta di legno rossiccio non era ancora visibile, il suo respiro era caldo e la sua testa quasi esplodeva per quanto era surriscaldato dall'ansietta che percorreva la sua schiena e lo faceva rabbrividire. Sembrava un loop di stanze, o forse era solo colpa sua che non conosceva quel posto abbastanza bene da sapere dove si trovasse la stanza del cervo, si maledisse mentalmente per la pessima scelta, e ciò gli portò ancora più angoscia, dopo che le macchie cremisi erano sparite si sentiva un cane smarrito in cerca del suo padrone, probabilmente quel imbecille aveva deciso di teletrasportarsi nonostante le sue gravi condizioni. Un passo, un altro, il pavimento legnoso scricchiolava sotto i suoi piedi, aveva girato quei corridoi più volte e diamine se trovava quel che cercava, ma tutto ciò durò poco, un leggero tonfo provenì da dietro un muro vuoto. Era davvero sciocco a non pensare che il demone della radio si sarebbe nascosto nella sua debolezza in modo da non essere trovato dall'altra gente dell'hotel. Con uno schiocco di dita fece apparire il suo scintillante bastone con punta a forma di mela rossa. "come ho fatto a cascarci.." Lasciò che un sospiro uscisse dalle sue labbra prima di sbattere leggermente l'estremita inferiore dell'oggetto posto fra le sue mani sul pavimento, una scia dorata si alzò fra le mura intorno a sé, e un incantesimo, ormai debole, venne spezzato. La porta della stanza di Alastor apparse ai suoi occhi. Non appena l'imponente entrata di legno rossiccio si materializzò di fronte ai suoi occhi, il biondo si affettò a bussare, bussò tre volte, il rumore delle sue nocche che sbattevano sulla porta fu seguito da un silenzio, nessuna risposta. In quel momento gli interessava poco di litigare o meno, tanto lo avrebbero fatto lo stesso, quindi poggiando una mano sulla maniglia provò ad aprire di violenza la porta ma codesta era chiusa a chiave. "Diamine... Va bene ho capito... Alakazam" pronunciò sottovoce materializzandosi nella stanza di fronte alla porta serrata alle sue spalle. L'odore ferroso in quella stanza era insopportabile, i suoi occhi vagarano per la stanza prima di notare una striscia cremisi segnare il muro fino al bagno della sua stanza, si avvicinò riluttante dal fetore che gli dava quasi alla testa, quella dannata palude. Spalancò gli occhi, non era affatto una bella vista, l'overlord era seduto contro il muro nel suo bagno ricoperto di rosso. "Alastor!? Alastor ! Cazzo sei davvero un'idiota" senza perdere tempo si buttò in ginocchia al suo fianco e prese un'asciugamano che portò sulla parte ancora aperta della ferita in modo da pulirla dal sangue. "merda, fammelo direi sei proprio una testa di cazzo, potevi morire, sei fortunato che ti ho trovato" parlava quasi come se l'uomo al suo fianco potesse sentirlo e quasi rispondergli. Si alzò le maniche della camicia bianca, che ormai aveva preso tonalità rossiccia per via del sangue, ma quello era di certo uno degli ultimi pensieri che poteva passare per la mente del re dell'inferno. Raccolse l'ago penzolante dalla ferita per finire di ricucire, ciò che lo stupì furono dei strani rametti che fuoriuscivano da essa, su codesti erano presenti quei strani petali bianchi che negli ultimi tempi erano sparsi un po' in tutte le zone che frequentava il demone della radio, era di certo qualcosa che lo preoccupava, ma in quel momento la cosa più importante era richiudere quella dannata ferita, così iniziò a finire il processo precedentemente fatto dal cervo, e prima di chiudere del tutto e unire i due lati di tale, con l'ago bucò la punta del suo dito lasciando che un po' del suo sangue dorato da angelo caduto ci cadesse all'interno, in modo da velocizzare il tempo di cura, poi chiuse definitivamente la ferita, allungò una mano sopra il lavandino e afferrò delle bende bianche e pulite che iniziò a mettere attorno al petto di Alastor, una volta finito ci fece un leggero nodo e sospirò passandosi una mano sulla parte superiore della fronte per togliere un po' di sudore, non l'avesse mai fatto, ora anche i suoi ciuffi dorati erano macchiati di rossiccio, ma era poco rilevante in quel momento. Aveva bisogno di un medico, un vero medico che potesse diagnosticare cosa fossero quei rami, e presto lo avrebbe contattato, ma non era intento a lasciarlo sul pavimento nello stato in cui si trovava. In tutto quel tempo non aveva notato l'ombra di Alastor alle sua spalle che lo osservava, ma ora che i suoi occhi si spostarono da un lato all'altro per trovare un luogo su cui poggiare il rosso, aveva incrociato la sua strada. "oh sei tu, pensi si riprenderà presto?" Chiese il re dell'inferno mentre sollevava Alastor da terra tenendolo fra le sua braccia in stile principesco, era più leggero di quanto pensasse, il suo respiro era leggero e affannato, la sua testa poggiata sul petto di Lucifero e la sua espressione era davvero calma, quasi non gli dispiaceva vedere il suo viso più rilassato, anzi lo trovava carino, ma non l'avrebbe mai ammesso. L'ombra si limitò a dare un pollice in su, ma ciò non basto a rassicurare il biondo. "odio doverlo fare, ma non lo metterò a riposare nel letto pulito mentre sembra un pasticcio rosso, inoltre non penso sia molto comodo" poggiando Alastor steso sul sofà della stanza si diresse verso il suo armadio per frugare al suo interno e trovare qualche vestito comodo, ciò che gli andò subito all'occhio fu una camicia di un rosso abbastanza vivace, era perfetta, avrebbe potuta tenerla aperta in modo da non fare pressione sulla ferita con i vestiti, poi abbinò il tutto con dei pantaloni neri, o meglio i primi pantaloni che trovò. "Bene..." prese i vestiti in mano e tornò dal demone della radio, girando lo sguardo e coprendosi gli occhi schioccò le dita, un'aura dorata si espanse intorno agli indumenti che aveva in mano, in pochi minuti Alastor era completamente cambiato di vestiti, il re dell'inferno allora lo prese di nuovo fra le braccia e lo poggiò sul letto sistemando le coperte sopra di lui fino a sotto la ferita. "ecco fatto... Ah.. Ah... Pensi si sveglierà Infretta?... " guardò di nuovo l'ombra e codesta alzò la spalle in risposta. "che idiota, che idiota!" probabilmente era troppo tempo che imbottigliava lo stress che la situazione gli aveva portato sulle spalle, o semplicemente voleva negare con una scusa così banale la sua preoccupazione. Lentamente si lasciò cadere vicino al bordo del letto in ginocchia, il suo viso si contrasse cercando di mantenere una figura salda e non lasciarsi andare dalle emozioni, ma il suo intento fallì, mentre serrava le labbra, le sue gote iniziarono a rigarsi di lacrime, sottili scie umide che scendevano calde fino al mento e gocciolavano sul lenzuolo lasciando piccole macchie di una tonalità più scura su di esso, prese un grosso respiro per calmarsi e si alzò di scatto guardando l'ombra che era rimasta immobile a guardarlo. "non una parola su quello che hai appena visto" tirò su col naso e si asciugò le lacrime. "tienilo d'occhio per me, vado a darmi una pulita e a cercare un medico, se succede qualcosa teletrasportati da me e fammi cenno di tornare in questa stanza o ti farò sparire con le mie stesse mani." Detto ciò semplicemente si teletrasportò nella sua stanza che era al lato opposto di quella del cervo, non gli importava di Alastor, no niente affatto, non voleva essere un fallimento per la sua cara figlia, e non voleva vederla piangere... Inoltre quando era arrabbiato piangeva. Era una scusa plausibile probabilmente, ma era una mezza verità il tutto. Lasciando cadere i suoi vestiti sul pavimento si diede una veloce lavata e si cambiò i vestiti, fece tutto il più velocemente possibile, non perse nemmeno tempo ad asciugarsi i capelli o sistemarli, poi si diresse verso l'entrata del hotel per andare in cerca di un dottore. Sperava solo che quella festa fosse finita, in modo da non esser visto in uno stato abbastanza pietoso da molta gente. Quando scese fortunatamente era così, Angel era troppo occupato a parlare in modo sporco con Husk, Lilith non era presente e Rosie probabilmente era tornata nella città cannibale, così si affrettò verso il grande portone d'entrata del Hotel per sgattaiolare fuori e dirigersi nella Pentagram City in cerca di un buon ed affidabile medico. Ma i suoi piani non andarono alla meglio, quando aprì la porta cercando di non fare rumore venne subito interrotto dalla sua cara Char Char e da Maggie? Jaggie? Oh certo Vaggie! Insomma dalla fidanzata di sua figlia. "Papà dove stai andando? E perché lo fai come se fossi in qualche sorta di missione segreta?" chiese la principessa con fare curioso, non sarebbe mai riuscito a mentirle, era oltre le sue capacità, dopotutto aveva promesso di non nasconderle più nulla, quindi si affrettò a prendere entrambe da parte in modo da trovarsi in un luogo più privato dove parlarne. "bene... Da dove inizio... ricordate la ferita provocata da Adamo ad Alastor? Insomma penso sia peggiorata, l'ho trovato steso sul pavimento sanguinante, e quando stavo ricucendo la sua ferita strani rami ricchi di petali bianchi sporgevano dal suo interno, potrebbe avere qualche infezione, quindi sto andando a cercare un medico... Uh si! non panicate ho la situazione sotto controllo, e per quanto non mi piaccia come persona lo aiuterò lo stesso" Lo sguardo che Charlie gli lasciò fu per lui come un raggio di sole, era così dolce ed estremamente fiero, subito ella lo abbracciò. "grazie papà, sei il migliore!... mi fido di te, riuscirai a curarlo ne sono sicura" probabilmente il suo ego era cresciuto un bel po' dopo ciò, ma non si lasciò trasportare, anzi, lasciò un bacio sulla fronte della figlia e salutando sia lei che la fidanzata camminò via in cerca di un dottore. Passarono meno di due orette prima che il re dell'inferno caminasse per il lungo corridoio verso la stanza del demone della radio seguito da quello che era il medico pronto a curare il cervo steso sul letto. Arrivati di fronte alla porta della sua stanza un brivido gli percorse la schiena, aveva quasi paura di controllare la situazione in cui era conciato il rosso, ma non poteva restare fermo lì come un palo, quindi lasciando che un respiro uscisse dalle sue labbra, spinse la maniglia verso il basso e la porta si aprì con un leggero scricchiolio. Non appena la sua testa sbucò oltre la porta fu quasi stupito, ma non perché fosse successo qualcosa, ma perché Alastor era ancora dormiente, o probabilmente sarebbe meglio dire svenuto, almeno questo era quello che sperava. Spalancò la porta e camminò di fretta verso il letto di Alastor prendendogli un polso, ci massaggiò un po' i pollici sopra per trovare un punto in cui fare pressione per sentire il sua battito cardiaco, fortunatamente era regolare, si sentì più leggero. I suoi occhi si dipinsero di cremisi e sulla sua testa spuntarono due corna aguzze color sangue, guardò il dottore, non aveva pazienza e non si sarebbe lasciato prendere in giro da un qualsiasi dannato, l'uomo sul letto aveva bisogno di cure, e la persona che si era portato dietro era rinomata come uno dei migliori medici dell'inferno. "bene, hai due possibilità. La prima è che visiti questo uomo, trovi quale sia il problema e trovi un'ottima ed efficace cura, in cambio vieni pagato con una grande mancia. Seconda... Semplicemente se ti azzardi a fallire, l'inferno avrà un dottore in meno, intesi?" Il dottore annuì quasi in terrore e si avvicinò al demone della radio iniziando ad eseguire alcune visite, Lucifero lo osservava attentamente, voleva davvero aiutare ma non aveva la minima idea di cosa fare, avrebbe semplicemente aspettato qualche richiesta o cose simili, voleva veramente aiutare. Il dottore poggiò lo stetoscopio sul suo petto, e iniziò a muoverlo leggermente su codesto, le sue espressioni erano strane, quasi dubbiose. "mi ha detto che c'erano dei rami sporgenti all'interno del suo petto, con dei petali bianchi giusto? Sembrerebbe anche che le sue vie respiratorie non siano così libere come si pensasse. Farò una veloce radiografia" avvicinando una mano al petto del cervo, una leggera luce verde si fece strada a forma rettangolare su tutto il suo torso. "questo caso è abbastanza particolare, ricordo di averne sentito parlare ma avrò bisogno di un paio di giorni per indagare, se è possibile penso sia meglio tenere d'occhio la sua situazione". Lucifero incuriosito diede un'occhiata alla radiografia, probabilmente la peggiore delle scelte, un brivido percorse la sua schiena e i suoi denti si serrarono, la situazione all'interno dei suoi polmoni era un pasticcio, oggetti che sembravano rametti si erano formati al suo interno espandendosi qua e là, attaccato ad essi c'erano piccoli petali, probabilmente quelli di tonalità biancastra che ha trovato vicino al suo corpo precedentemente. "bene" si prese un momento ti pausa per ingoiare ed evitare che la sua voce uscisse spezzata, no, non era preoccupato, non poteva esserlo, lui sapeva bene di odiare l'uomo che ora era dormiente, lo sapeva benissimo, e l'unico motivo per cui era ancora in vita era la sua adorata figliola. "puoi andare, cerca la cura, e fai Infretta." Ancora una volta squadrò il dottore, codesto aveva appena finito di attaccare una flebo al braccio di Alastor, dopotutto dato che era incosciente aveva bisogno di nutrirsi in altro modo, successivamente, dopo aver sistemato il tutto, con un inchino uscì Infretta dalla stanza lasciando il re dell'inferno e il cervo da soli. Lucifero non disse nulla, rimboccò le coperte al rosso, e si diresse verso il bagno di quella stanza, dato che aveva deciso di restare lui stesso al suo fianco avrebbe pulito i dintorni, e sopratutto quella precisa stanza che emanava odore ferroso. Con uno schiocco di dita fece apparire un secchio e un moccio, si rimboccò le maniche, e si permise di frugare fra i dischi di Alastor per mettere un po' di musica. Come immaginava era tutto Jazz, cosa che al biondo non dispiaceva, era uno dei suoi generi musicali preferiti dopotutto. Prese il disco fra le mani, era una sorta di playlist di canzoni, poi con molta attenzione fece passare il foro centrale di esso attraverso il perno per fissarlo sul piatto, infine con molta delicatezza, non voleva di certo romperlo in qualche modo, alzò la testina del giradischi e la portò sul disco che iniziò a girare con una dolce melodia. Al dolce suono sorrise debolmente, con le dita prese il pitch ed abbassò leggermente il volume, non voleva disturbare troppo la quiete di Alastor, e certamente voleva evitare di svegliarlo in modo brusco. Contento del disco che aveva scelto tornò verso la camerata pitturata di cremisi, prese il moccio fra le mani e iniziò a pulire il casino sul pavimento, era quasi soddisfacente vedere le piastrelle uscirne pulite, e soprattutto l'odore ferroso svanir via e lasciar spazio a quello del detersivo, ma non durò molto questa sensazione piacevole, un'odore che aveva ignorato per lungo tempo si fece strada fra le sue narici, diamine quella puzza di fogna, si sentì lo stomaco sottosopra, come poteva Alastor vivere in un ambiente del genere? Si chiese mentalmente. Si affrettò a pulire il resto in modo da occuparsi di quel secondo problema più grande. Finalmente il bagno luccicava, quindi chiudendo la porta lasciò la piccola stanza. "hey... Ombra? Ti chiamerò ombra, secondo te si arrabbia se gli faccio sparire la palude?" la figura avvolta dall'oscurità alzò le spalle. "oh andiamo non è una risposta... Va bene non che m'importa se si arrabbia, quindi direi che una piccola ristrutturazione è fattibile, e quindi..." schioccò le dita e il muro che dava sulla palude si sostituì con un semplice muro della stessa tonalità rossastra degli altri, sopra di essi erano presenti alcuni scaffali, alcuni erano vuoti mentre altri avevano delle paperelle decorate sparse qua e là. Lucifero ricevette un'espressione interrogativa dall'ombra. "questa stanza è già un mortorio, inoltre puzza e ci vorrà un po' per disintossicare l'aria, e avevo bisogno di un po' di colore potrei impazzire a vedere solo rosso e nero fino al suo risveglio" fece spallucce. Si tolse il cappotto e lo buttò sul tavolino vicino al giradischi, con fare esausto si sedette sulla sedia di fianco al letto, abbassò leggermente lo sguardo dal suo viso al suo petto e successivamente si fermò alla sua mano, quasi tremante la prese con delicatezza, passò le mani sulla sua pelle leggermente ruvida ma piacevole, portò la mano del rosso contro la sua guancia e guardò i tratti del suo viso dormiente, i lati delle sue labbra rilassati e non costretti a restare alzati in un sorriso, era davvero strano vederlo così tranquillo, solitamente fra loro c'era sempre un battibecco quasi insopportabile, ma ora qualcosa scaldava il petto del re del inferno, e quasi trovò fastidiosa la sensazione perché a scatenarla era il demone della radio. Lasciò uscire un sospirò dalla sua gola, uno che non sapeva nemmeno di star trattenendo, la mano poggiata sulla sua guancia ora era di fronte a sé intento a lasciarla e poggiarla al suo posto per far riposare il cervo tranquillamente, ma le sue azioni furono differenti, non tornò subito al suo posto, prima di poterla lasciare ci posò un delicato bacio sul palmo. Allontanò lentamente il viso e lasciò andare la mano, una vampata di calore gli ricoprì le guancia quando si rese conto di ciò che aveva appena fatto, cosa gli era preso? Probabilmente la stanchezza lo stava portando a fare azioni strane, certo era quello il motivo, non c'era altra spiegazione, e ancora una volta si trovava in negazione. Strinse i denti cercando di scostare i suoi pensieri dalla situazione, non poteva comportarsi così, specialmente dopo aver lasciato un bacio sul palmo della mano del demone della radio. L'ombra di Alastor stava ridendo dietro di lui trovando la situazione esilarante, o meglio le espressioni assunte dal re dell'inferno mentre probabilmente stava avendo una crisi interna sulle sue azioni, trovò ancora più strana la situazione quando vide codesto poggiare la testa sul materasso con fare esausto e chiudere gli occhi, stava cercando di addormentarsi? Probabilmente era così. La stanchezza di certo lo stava travolgendo, non si era fermato dal momento in cui aveva trovato le macchie di sangue vicino alla ringhiera piegata. ------------------------------------------------ I suoi occhi si aprirono con molta lentezza, il buio che precedentemente oscurava i suoi pensieri e la sua vista si stava leggermente schiarendo, un dolore si espande sul suo petto fino ad arrivare al braccio in cui qualcosa sembrava essere infilato. Una volta aperti gli occhi si guardò intorno, era la sua stanza, poteva riconoscerla, anche se l'odore al suo interno era particolarmente diverso dal solito, ma era piacevole, nonostante rimase confuso dalla presenza di un muro insolito con sopra dei scaffali e delle paperelle, di sottofondo iniziò a sentire un po' di musica Jazz, era un'atmosfera rilassante, il dolce suono era accompagnato da un leggero russare. Aiutandosi con una mano si alzò leggermente e si mise seduto, la prima cosa che notò fu un tubo attaccato al suo braccio, probabilmente da ciò proveniva il dolore precedente, ma ignorò alla svelta il tutto quando una chioma bionda diventò più chiara alla sua vista, cosa mai ci faceva il re dell'inferno dormiente sul lato del suo letto? Ma presto ne capì il motivo, i ricordi di ciò che era accaduto prima di svenire gli tornarono in mente come uno schiaffo tirato con grande forza, la voce descritta angelica nei suoi pensieri che urlava il suo nome era proprio Lucifero Morningstar, ci rimase quasi sorpreso. Per quanto tempo era svenuto? E perché egli era rimasto al suo fianco? Poggiò una mano sul petto scontrandosi contro un tessuto particolare, bende. Il re dell'inferno si era preso il disturbo di curarlo una seconda volta e prendersi cura di lui, qualcosa si scaldò nel suo petto, restò semplicemente fermo a guardarlo incantato, non l'avrebbe svegliato.
   
 
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