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Autore: KushinaKurosaki    15/03/2024    1 recensioni
L’organizzazione degli uomini in nero era stata sconfitta. Tutti coloro che erano stati coinvolti da quella brutta faccenda potevano ormai tornare a tirare un sospiro di sollievo, forse non proprio tutti. Lei era oscurità e la luce del sole era la sua più acerrima nemica, però vi era da dire che neanche la notte era sua alleata. Era un angelo dell’oscurità destinato a soffocare e nessuno lo poteva notare. Alle volte paragonava la sua vita a quella di una stella, perché nessuno guarda le stelle quando splende la Luna. E anche se non splendesse, fra le scintillanti sorelle, chi noterebbe una fioca stella in procinto di cadere nel baratro? Era così che si sentiva la povera Shiho Miyano, tutti avevano vinto, lei era uscita l’unica sconfitta.
ReixShiho ShuichixJodie
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Jodie Starling, Quasi tutti, Rei Furuya, Shuichi Akai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Shiho si rigirò fra le mani il piccolo bigliettino che Rei le aveva lasciato, la calligrafia bella e ordinata rendevano facile la lettura ma nonostante quello l’aveva riletto quattro volte. Ad ogni volta il suo sorriso si illuminava maggiormente, anche perché non se lo aspettava. Lui l’aveva compresa e, senza che lei chiedesse nulla, le aveva dato tutto.

Cara Shiho, 
So bene quanto dura possa essere ricominciare da zero, tuttavia permettimi di darti una piccola spinta. Spero possa tornarti utile ma ora sta a te decidere come usarlo.

Inizialmente non aveva capito di che cosa stesse parlando ma nella cartella vi era la laurea rilasciata dalla Neighbour Rotterdam University! Credeva che l'organizzazione l’avesse bruciata nell’incendio in cui avevano fatto sparire le sue tracce. Era in parte incuriosita, voleva sapere come l’avesse ottenuta  ma evidentemente era un vantaggio della pubblica sicurezza. Sospirò riponendo tutto in un cassetto, quella carta era il suo lascia passare ma doveva decidere lei se usarla o meno e cosa fare.  Il campanello suonò e lei corse ad aprire salutando i tre giovani detective che di tanto in tanto, ogni giorno in realtà, venivano a giocare a casa del dottore. « Ragazzi dai, forza vi ho preso anche la merenda!» esclamò mentre Genta si fiondò contento in casa sotto le risate allegre di Ayumi e Mitsuhiko. «Ai- chan oggi sei più allegra! » bisbigliò timido Mitsuhiko per poi seguire Ayumi. Era stata una vera sorpresa scoprire che lui l’aveva riconosciuta, nel primo momento in cui l’aveva vista sotto le sembianze di Shiho l’aveva ringraziata chiamandola con il suo pseudonimo e mantenendo quel piccolo segreto fra loro.

« Shiho-neechan? » la richiamò Ayumi addentando un pezzo di torta al limone, la ragazza si limitò ad osservarla. « Oggi la maestra Kobayashi ci ha assegnato un compito molto difficile. Tu ci aiuteresti a capirlo? » chiese la piccola mentre Genta sbiancò, ecco cosa aveva dimenticato a casa!  Mitsuhiko porse a Shiho il quaderno di giapponese e la ragazza li guardò allibita. « Sembra un indovinello del dottor Agasa ma in realtà vi chiede di descrivere il vostro sogno. » esclamò divertita mentre Genta sorrise. « Il mio sogno è mangiare la polpetta più grande del mondo, magari poi passo alle anguille e poi… » « Il solito. » ammise Shiho divertita dal suo pensar sempre a mangiare.
« Io vorrei diventare insegnante  » la sorprese Ayumi, effettivamente era gentile e disponibile e con Genta e Conan aveva avuto molta pazienza. « Io non lo so, forse in polizia. Mi piace aiutare qualcuno risolvendo misteri.  » affermò rosso il ragazzo mentre Genta annuì energico. « Quella bambina era così allegra quando le hai ridato il pupazzo! Io invece porteró avanti il negozio dei miei genitori!» esclamò allegro il bambino mentre Shiho sorrise finalmente conscia di cosa fare.  « Torno subito, voi iniziate tranquillamente a giocare. » affermò Shiho per poi allontanarsi.

Chissà che cosa stava facendo? Di tanto intanto guardava il cellulare ma il silenzio da parte sua gli metteva ansia. Forse non aveva ancora avuto modo di aprire la cartella che le aveva dato oppure era successo qualche imprevisto. Sbuffò all’ennesimo richiamo di Azusa, nel tentare di corrergli dietro. Non bastava la corsa che quel delinquente gli aveva fatto fare quella mattina? Fra un sospirò e l’altro finalmente il ragazzo poté tornare a casa anche se non era più in grado di reggersi all’impiedi. Mandò un messaggio a Kazami, domani non si sarebbe alzato dal letto. Haro iniziò subito a fargli le feste, era normale d’altronde era rimasto solo una giornata intera, un po’ gli dispiaceva ma non poteva fare altrimenti.

Il cellulare di Shiho squillò e lei assottigliò lo sguardo. « Kudo se non hai un buon motivo io- » esclamò con la voce minacciosa mentre al detective si rizzarono i capelli.  Shiho acida era un problema,  Shiho ironica era fastidiosa… Shiho arrabbiata era una certezza di morte. « Ho bisogno di un favore importante. Mi  accompagneresti al centro commerciale? » chiese il detective mentre Shiho sospirò era meglio che iniziasse a pensare ad una buona scusa. La ragazza avvisò il dottore e prese le chiavi del maggiolone, dopo sarebbe dovuta andare a provare per il nuovo lavoro ed era un po’ in ansia. I due ragazzi entrarono in auto e prima che Shiho accendesse il motore guardò il detective  con fare sospetto. 
«Ci ho pensato attentamente e voglio chiedere a Ran di sposarmi. » « Tre parole Kudo. Tu. Non. Stai Bene.» sbottò Shiho guardandola esterrefatta. « Miyano quelle sono quattro parole e ci ho pensato bene. Non voglio più perderla, certo l’età non è avanzata ma ehi…voglio farle capire che a lei tengo. E che sono serio.» spiegò Shinichi mentre la ragazza lo guardò con un sorriso. « Io…dell’amore non so molto Kudo, ma Ran non ha bisogno di una proposta, vuole semplicemente che quando vi vedete tu non corra appresso ai cadaveri. » spiegò la ragazza mentre il corvino ridacchiò. Chissà se anche lui avrebbe fatto così? Era l' indole malsana dei detective no?

Chissà se Shiho aveva più preso una decisione. Era seriamente tentato di chiamarla, ma aveva paura di metterle ansia e pressione. Guardò l'orologio, era ormai sera e si era da poco svegliato, aveva dormito più di dodici ore ed ora aveva un mal di testa allucinante. Inarcò un sopracciglio, cosa voleva Kazami a quell'ora? Guardò il messaggio e sbiancò.

" I guai sono appena iniziati, la cara
Ariadne ha trovato una ragazza fissata come lei!"

Era un'ottima notizia quella, almeno si sarebbe risparmiato le ramanzine della megera sul fatto che sprecasse il suo tempo. Aveva quarant'anni ma ne dimostrava molti di meno, ma restava un'incognita pericolosa. 
   
 
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