Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: elelunare    23/03/2024    0 recensioni
Terza storia da me edita dopo "Questa volta lo farò io" e "L'isola dove tutto si complica". Zoro, Sanji, Robin e Nami cercano di nascondere il proprio comune segreto ma una sfida incredibile attende tutta la ciurma...riusciranno ad approdare a God Valley, l'isola dove si scontrarono i Rocks e Gold Roger? E che cosa lì attenderà lì?
Ps: Contiene qualche spoiler sulla vera trama di OP, mentre la storia, i dettagli e le vicende sono del tutto inventate. I personaggi e il mondo di OP sono copyright di Eiichiro Oda.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Nico Robin, Roronoa Zoro, Sanji, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“DUE ISOLEEEE!!!! A DRITTAAAAAA!!!!!!!!!”

Usopp con il suo urlare a squarciagola destò tutti dai propri affari mattutini. La prima a precipitarsi sul ponte fu Nami.

“Che cosa?! Di già?!” corse di fretta, rubò poi dalle mani del nasone il cannocchiale per precipitarsi a scrutare l'orizzonte. “CASPITA!.. Ragazzi!!! Tutti quii!!! ADESSO!!!!” urlò esagitata.

Quella mattina erano rimasti tutti piacevolmente sorpresi nel constatare il cambiamento del colore del mare che, all'alba, pareva dello stesso colore rosa del cielo, poi era mutato in viola acceso, color delle violette di prato. Qualcuno aveva commentato che sembrava vino (Zoro), altri che era inquietante (Usopp), altri affascinanate (Robin)... C'era stato pure chi l'aveva trovato profumato (Chopper) e chi lo voleva bere tutto (indovinate un po'...). Però quella cosa delle due isole ora era inaspettata.

Accorsero tutti sul ponte, chi un po' frastornato, chi ancora con mestoli o attrezzi vari in mano, tutti con un punto di domanda in faccia. Poi apparve il verde, ancora grondante e con un asciugamano striminzito che copriva solo le parti intime (aveva appena finito di fare la doccia dopo l'allenamento).

“Allora ragazzi, ci siamo tutti?!” fece la rossa, per poi bloccarsi alla vista dello spadaccino in quelle condizioni “EHI TU! Non sei... presentabile!!!” urlò inferocita, tirandogli il cannocchiale addosso. Zoro lo scansò, Usopp urlò un “NO!”, tutti fissarono il verde negando con la testa. Robin alzò solo le sopracciglia: era il solito.

“Hai fretta! ...Sono uscito così!” si giustificò lui, seguirono risate e commenti tra i quali quelli del cuoco che sussurrò fra sé e sé un “Bifolco babbuino babbeo”.

“Sì certo, ho fretta!...Vabbeh, comunque! Le vedete quelle due punte all'orizzonte?” ricominciò la rossa con occhi luccicanti, senza più badare ad altro. Tutti cercarono di osservare quello che lei intendeva. Annuirono. “Ecco, quelle sono gli occhi del drago. Del nostro drago, capite?! Quindi vuol dire che ora siamo pienamente sulla testa! Siamo sulla testa e quelli sono gli occhi! Dobbiamo oltrepassarli per arrivare alla fine del capo! Io non pensavo che fossimo già così lontano...cioè credevo che questo tratto fosse più lungo ma... ci siamo!!! Avete capito, no? Sì?....”

Nami si fermò a studiare le facce dei compagni. Sorridevano ma erano sorrisi forzati, nessuno aveva veramente capito, tutti tranne una.

“Quelli sono gli occhi del drago, quindi siamo quasi giunti a destinazione. In teoria, fra poco, scorgeremo God Valley” sentenziò Robin.

I ragazzi, ascoltando la mora, esplosero in un “OOHHHHhhhh!!!” di comprensione. Finalmente avevano capito.

“Beh, e io che ho detto?!” fece la rossa, spazientita.

“Siamo arrivati?! Siamo arrivati! Siamo arrivati!!!!! YAAAHUUUUUUU!!!!!!!!!” Esplose il capitano “CIURMAAA DOBBIAMO FESTEGGIAREEEEE!!!!!”

Rufy si mise a correre per tutto il ponte, mega esaltato. Appena passò vicino alla rossa, lei lo prese per un orecchio. Questo si allungò, allora lei tirò più forte, Rufy si lamentò e tornò da lei con la faccia di chi non coprendeva cosa non andava.

“Calmacalmacalma!!... Non siamo ancora arrivati! E avete visto di cosa è capace questo mare! Quindi stiamo allerta e che nessuno tocchi per nessun motivo queste acque...la situazione mi pare fin troppo tranquilla”

“Nami ha ragione. Dobbiamo stare allerta, non è il momento di rilassarsi” sottolineò Sanji, concorde.

“Beh, starò di guardia tutto il giorno se necessario!” fece Usopp (che voleva scampare ai lavori di riparazione dell'acquario).

Qualcuno annuì, Rufy protestò. “Ma dobbiamo fare festa!!! Dobbiamo pescare qualcosa di buono!”

“NOO!!” urlarono Nami e Sanji in coro.

“E se fossero acque nocive? Da stamattina non ho scorto neanche un pesce, nemmeno un movimento sospetto delle onde, né una bolla... E' altamente probabile che non sia acqua sana” fece il cuoco gesticolando con un mestolo di legno (era sporco di qualcosa di rosso e il capitano, pericolosamente vicino, si allungò a ciucciarlo). Il biondo lo allontanò con un calcio.

“Abbiamo capito tutti allora???” chiese esasperata Nami.

“Siiiii” fece in coro il gruppo... tranne Rufy che si lamentò di aver fame.

Si congedarono quindi con la promessa di tenere gli occhi bene aperti, la rotta verso le due isole e non toccare l'acqua di quel mare per nessuna ragione.

 

---

 

Zoro allora si avviò verso la sua camera, doveva mettere qualcosa addosso. Pensò che quella navigatrice a volte era davvero insopportabile. Che aveva fatto lui di tanto strano? Come se lei non avesse visto in costume da bagno tutti ormai! Che cambiava?... Il verde aprì la porta, la richiuse dietro di sé, tolse l'asciugamano da dov'era posto e lo usò per asciugarsi la faccia, si strofinò i capelli energicamente e poi... si accorse di avere davanti a lui Robin, Robin seduta sul letto.

La mora si passò una mano sulla guancia e strabuzzò gli occhi.

“Oh! Non ti avevo visto!” fece Zoro scostandosi, in imbarazzo. Adesso sì che aveva fatto una figuraccia. Però...aveva notato anche una cosa. L'asciugamano ormai bagnato che aveva tra le mani ritornò a coprire le sue parti basse. Le si sedette accanto. Lei gli sorrise, senza felicità.

“Cosa c'è? Perchè piangi adesso?”

“...”

 

---

 

Nello stesso momento, Nami, con nonchalance, entrò in cucina. Il biondo era intento a preparare un sughetto proprio invitante! Si avvicinò a lui.

“Mmh!... Che buon profumino! Cosa prepari?”

“Spaghetti al sugo di mare. Almeno sfrutto quei poveri pesci del defunto acquario..erano lì da un po'” disse lui. La rossa pensò che aveva una camicia troppo elegante per cucinare.

“Certo...” concordò lei “E cosa intendevi con quell'occhiolino di poco fa? Sono curiosa..”

Il biondo le lanciò un occhiata furba, sorrise e spense il fuoco.

“Credo di avere una soluzione al mio... problema” fece enigmatico.

Nami sbattè le palpebre, era sempre più curiosa (intendeva quel problema, giusto?). Sanji si appoggiò alla cucina e guardò in alto, con fare vago. Si accese una sigaretta.

“Però dovremo fare un furto”

“I furti sono la mia specialità” sentenziò la rossa.

 

---

 

“Credo... perchè mi sento in colpa”

“Ti sei già scusata ieri, è inutile che tu rimanga in questo stato” fece Zoro mettendole in ordine un ciuffo ribelle. “Abbiamo fatto tutti cose assurde in questo viaggio, e di certo ieri non eri in te. L'hanno capito tutti, è acqua passata”

La mora gli fece un debole sorriso, con gli occhi ancora lucidi.

“Dimmi la verità, vi ho fatto del male?”

Zoro scosse la testa e sbuffò. “No, devi stare tranquilla”

“Ti rendi conto che poteva scatenersi quella cosa, Zoro?... Cosa sarebbe accaduto?”

Lei intendeva quel suo strano potere, quella specie di risveglio scatenato sull'isola dei selvaggi.

“Non è accaduto. Non pensare ai 'se' e ai 'ma'. E' inutile”

“Avrei potuto uccidervi tutti” disse la mora, abbassando lo sguardo a terra.

“Non l'avrei permesso” fece Zoro, sicuro.

“Se succedesse...se dovessi per caso...non essere in me e attivare quella cosa contro di voi...tu dovrai fermarmi a tutti i costi, Zoro”

Robin tornò a guardarlo, stava piangendo di nuovo ma sembrava molto determinata. Il verde sbuffò, le prese le spalle e se la trascinò addosso.

“Non accadrà. Ma se dovesse succedere, non esiterò. Non esiterò a mettere in salvo tutti, te compresa”

La mora lo abbracciò, voleva sparire tra quelle forti braccia. Nascose la faccia nel suo petto.

“Non dire più cose del genere” fece Zoro, con un'insolita tenerezza.

 

---

 

Quando Sanji annunciò che il pranzo era pronto, Robin si svegliò. Sorpresa, si rese conto di essersi addormentata, accanto a lei, Zoro, stava disteso a leggere qualcosa. Aveva pure gli occhiali da vista!

“Da...da quando in qua porti gli occhiali?” chiese la mora, ancora assonnata.

“Mh?” si destò il verde, distratto “Da quando ho perso l'occhio...ma non li metto mai” fece lui, togliendoli subito.

L'archeologa si mise a ridere “Non serve che li nascondi, mfuh! E poi ti stanno bene!”

“Tu, invece, dormi sempre ultimamente” commentò lo spadaccino mettendo via anche il libro (l'archeologa lesse solo “Storie di spade”).

“AH! Ho proprio fame! Andiamo?” fece lei mettendosi a sedere.

Zoro sorrise, felice di vederla serena, fece un cenno d'assenso e prese le katane (doveva sempre portarle con sé, era meglio...).

 

---

 

Il pranzo si svolse in modo tranquillo, Brook e Usopp si diedero il cambio per fare la guardia fuori, quella spaghettata di pesce rimise in sesto tutti.

“Sanji, è qualcosa di stratosferico!!!!! Ce n'è ancora???” fece il capitano.

“Rufy, da mangiare ci sono i piatti se vuoi” gli rispose il cuoco (il moretto ne aveva mangiato ormai sei piatti strapieni).

“Nuoooohh....” Il capitano si rattristò, ma alla vista dei biscotti comparve un sorriso sulla sua faccia. Tutti risero.

“Ragazzi, vado avanti con i lavori. Sanji, ottimo come sempre!” si congedò Franky.

Dopo un minuto uscì anche Zoro dalla cucina. Sanji osservò il suo bicchiere: strano, non aveva finito il sakè.

 

---

 

“Stai facendo un bel lavoro! Ti serve aiuto?!”

Franky disattivò l'aggeggio che aveva tra le mani e si girò a guardare chi fosse, con l'elmetto e gli occhialoni non aveva capito bene.

“Zoro?...”

“Dicevo, ti serve una mano?”

“Beh, se non hai nulla da fare, sì!” fece un po' sorpreso il cyborg. In effetti era in alto mare con i lavori, quella stanza era un disastro, due braccia forti gli sarebbero servite.

“Ok, dimmi cosa devo fare”

Il cyborg si chiese per un attimo se quello davanti a lui fosse sul serio lo spadaccino, ma poi gli sorrise e gli diede indicazioni.

Lavorarono duramente nell'acquario per ben tre ore.

 

---

 

La rossa e il biondo, nel frattempo, erano presi da ben altre faccende.

Sanji non aveva detto granchè a Nami, non le aveva raccontato i dettagli. Avevano fatto quello che non andava fatto (avevano rubato dalla dispensa di Franky una quantità vergognosa di cola) ma la ragazza non capiva il perché. Cosa c'entrava con il suo problema? La rossa sapeva solo che avrebbe dovuto presentarsi nel bagno grande in una data ora del pomeriggio, tutto qui. Si sistemò i capelli quindi e bussò.

Sanji aprì la porta, il bagno era in penombra, la fece entrare in silenzio e poi richiuse la porta a chiave. Non le disse niente, non serviva.

Il bagno era immerso in una luce tenue, tante piccole lucine erano state messe un po' qua e un là per dare un po' d'atmosfera romantica e avvolgente. Quell'ambiente era diventato qualcosa di magico! La vasca, più in là, sembrava piena ed era cosparsa di fiori, sia dentro che sul bordo. Nami si voltò verso il cuoco, era a bocca aperta.

“Vuoi? Brindiamo” fece lui, porgendole un bicchiere di spumante “Sei ...troppo bella”

Nami sorrise e annuì, non ci stava capendo nulla.

Bevvero guardandosi negli occhi, poi posero i bicchieri chissà dove e iniziarono a baciarsi.

Si baciarono prima dolcemente, poi con molta più passione, Sanji ormai non aveva più nessun problema in quella fase, iniziò, nel contempo, perfino ad accarezzarla tutta e a spogliarla. Nami ridacchiò.

“Quindi era un bagno nella vasca quello che dovevamo fare...” sussurrò al biondo che, con mani molto abili, l'aveva già lasciata in lingerie.

Sanji non disse nulla, la prese in braccio, e con un sorriso sornione la portò vicino alla vasca. La sedette sul bordo. Le si inginocchiò davanti, le prese le mani e le baciò, poi le mise proprio sopra i bottoni della sua camicia. E attese.

Lei doveva spogliarlo. Nami si destò, era come ipnotizzata da quell'uomo che sapeva sempre come stupirla, non avrebbe mai immaginato di potersi perdere così per lui. Iniziò piano a slacciare ogni singolo bottone cercando di andare con calma ma sotto sotto stava fremendo, lui in compenso pareva molto tranquillo, concentrato. Tolta la camicia, Nami lo tirò a sé. “Ti amo” gli sussurrò, prima di dargli un bacio dolce, e lui sorrise un poco. Poi il biondo si alzò in piedi, ammiccò, e lei capì che doveva fare pure il resto. La navigatrice slacciò pure i pantaloncini, li tirò giù e ridacchiò di nuovo. Fece scorrere le mani su quelle forti gambe e il biondo fece un profondo respiro, era ad occhi chiusi. La rossa pensò che forse il cuoco la stava prendendo un po' troppo sul serio così decise di fargli uno scherzetto: si bagnò la mano nella vasca ma si accorse subito che quell'acqua era strana, pizzicava, era... piena di bollicine! In tutto quel gran daffare si era completamente dimenticata della bibita rubata! Si leccò un dito, era proprio ciò che pensava!

“Ma...ma hai riempito la vasca di cola?!” chiese divertita “In effetti c'è un profumo un po' strano qui dentro”

Il biondo non le rispose, sorrise e andò dritto ad immergersi nella vasca. Nami, ancora spiazzata, seguì le sue mosse: il biondo si calò nella cola tiepida, fece un grugnito che la rossa non decifrò e le fece cenno di entrare.

“Attenta a non scivolare, ho messo anche un po' di miele...Ti aiuto” disse infine, protendendo le mani.

“..Cos..?!” Il miele? Ma davvero? Nami era un po' bloccata ma si decise ad entrare comunque.

Il liquido scuro la avvolse, pizzicava un po' e aveva un odore dolciastro un po' forte ma non le importava, voleva raggiungere il cuoco.

“Il miele farà bene alla pelle e la cola ti aiuterà a liberarti dalle tossine, almeno così ho letto” fece lui abbracciandola.

“Hahahahha! Sei completamente matto! Ci appiccicheremo tutti e Franky ci ucciderà! Hahhah” rise lei attaccandosi a lui.

“Che ne dici di liberarci anche delle ultime cose?” le pifferò lui.

Lei annuì. ...Diamine! Era sempre più audace!

“Ma perché proprio la cola?!” chiese divertita la rossa, sentendo che lui le stava sfilando via il reggiseno. Sanji iniziò a leccarle il collo e la spalla in modo molto sensuale.

“Perchè odio il suo odore e il suo sapore” disse, premendo il suo corpo contro il suo. Nami sentì la sua virilità pulsare violentemente. Lo strinse, ritornando seria. Finalmente aveva capito il perché di quella stramba scelta: Sanji le stava provando proprio tutte! Nami sperò profondamente che questa volta funzionasse, lo voleva con tutta sé stessa, con tutto il suo cuore. Si disse che avrebbe fatto la brava e avrebbe assencondato ogni richiesta del cuoco.

Ora si trovavano completamente nudi, l'uno vicino all'altra, e quella penombra, l'acqua scura e quel tiepido che li avvolgeva li faceva sentire proprio a loro agio. Il biondo la spinse fino al bordo della vasca e iniziò a baciarla profondamente, poi di nuovo sul collo, sul decoltè, sui seni ormai turgidi, infine si immerse e continuò a donarle dei baci sulla pancia, soffermandosi poi più in fondo nella sua parte più sensibile. Iniziò ad esplorarla e stuzzicarla con maestria. Era pazzesco! Ma come faceva così in apnea?! Nami avvampò, gemette, urlò, Sanji riemerse solo dopo alcuni minuti prendendo una sonora boccata d'aria. La rossa gli si appiccicò d'istinto, lo circondò con le gambe, troppo presa da lui. Il biondo respirò ancora e le regalò un bacio rovente.

“Che dici...?” iniziò a dire, ma lei gli parò un dito sulla bocca, annuendo decisa. Era ovvio che era pronta per quel momento.

Non fu facile trovare un appiglio sicuro in quella vasca ma Nami cercò di aggrapparsi bene al bordo, lo stesso fece il biondo con una mano, e con l'altro braccio la ghermì.

“Tu non sai quanto ti amo...” mormorò lui, e lei cercò solo di rilassarsi, non aveva bisogno di quelle parole, lo sapeva già da tempo.

I loro corpi si incontrarono di nuovo, piano, dolcemente, enormi emozioni pervasero i loro sensi e le loro menti. Poi lui, finalmente, entrò con prudenza in lei. Nami, in estasi, spalancò la bocca, Sanji invece gli occhi: incredibile, ce l'aveva fatta! Restò per un poco lì dentro come in esplorazione di un mondo nuovo, poi andò a controllare come stava la sua adorata. Lei stava respirando con la bocca, la sua espressione tradì un po' di sofferenza ma subito gli sorrise. La rossa annuì di nuovo, quindi lui non ci pensò più e andò avanti. Iniziò lentamente ad entrare e uscire dentro di lei e Nami iniziò a gemere.. il biondo era incredulo, era stra-felice! Uno dei suoi sogni più grandi quel giorno si era avverato!

 

---

 

Mancava poco alla cena quando Zoro e Franky finirono di sistemare l'acquario. Lo spadaccino, ancora grondante di sudore, andò a prendere due bibite in cucina, lo accolse il cuoco con uno storto sorriso ebete. Era pure in una mise insolita, una sottospecie di vestaglia viola.

“Fa pure, amico!” disse il biondo sentita la sua richiesta, in tutta risposta Zoro si servì e se la filò via guardandolo male (c'era di sicuro qualcosa che non andava in lui).

Il verde tornò sul ponte a prua, era lì che lo attendeva il cyborg. Franky si stava ancora asciugando la fronte e guardava il mare violetto che, con il tramonto, stava assumendo un colore rossastro. Lo spadaccino arrivò da lui porgendogli la bibita fresca e lui lo ringraziò: era sul serio stanco! Aveva una faccia!

“E' stata una sfaticata ma grazie a te ho fatto prima di quanto pensassi” fece il carpentiere “Quel dannato Usopp si è inventato una scusa dopo l'altra per non fare nulla oggi!”

Zoro sorseggiò la bevanda: doveva andarci piano, era troppo fredda.

“Non devi ringraziarmi, ho fatto doppio esercizio. E comunque dovrei ringraziarti io, ieri hai fatto un ottimo lavoro con Robin”

Franky sorrise. “Ho protetto una compagna, l'avrei fatto con chiunque di voi”

Lo spadaccino annuì, respirò profondamente. “Ho un favore da chiederti, Franky”

“Hahhahah!” si mise a ridere lui “Certo! L'avevo capito” disse, poi prese un grande sorso della sua bibita.

“Voglio affidartela”

Nel mentre che Zoro accartocciava la sua lattina, a Franky andò di traverso ciò che aveva bevuto. Tossì più volte, ci mise un po' per riprendersi.

“Co..cos'hai detto?!” fece al verde, stralunato.

Cosa aveva capito quel carpentiere? Zoro fece un mezzo sorriso, negò con la testa e si mise a guardare il mare. “Le cose si stanno facendo sempre più complicate in questo viaggio...non possiamo prevedere nulla. Tutto ciò che sta accadendo è inimmaginabile e sempre più rischioso. Ho semplicemente pensato che, nel caso in cui io non fossi materialmente presente e non potessi proteggerla, potresti farlo tu al posto mio. So bene quanto ci tieni, il tuo pugno l'ha dimostrato”

Il cyborg, ad occhi splancati, lo fissava come inebetito. Non sapeva che dire.

“E' molto importante per tutti e due... lo è anche per Rufy e i suoi obiettivi. Dobbiamo tenerla al sicuro, fosse l'ultima cosa che facciamo”

“Coufh!” il cyborg si scrollò con un ultimo colpo di tosse e rispose con un “Certo, contaci!” quella richiesta l'aveva inizialmente sconvolto ma aveva senso. Ed era ovvio che lui l'avrebbe fatto.

Zoro lo fissò un attimo, fece un cenno d'assenso e se ne andò, lasciando al cyborg altre riflessioni nella mente. Una cosa era sicura: doveva amarla sul serio tanto per abbassarsi a fare al cyborg quella richiesta.

 

---

 

La cena fu squisita ma... decisamente imbarazzante.

Il cuoco sembrava fuori di sé, ubriaco, ma non lo era. Era decisamente su di giri: serviva i piatti cantando canzoni mielose, regalava sorrisetti fastidiosi a tutti (Zoro compreso!) e, cosa che notarono tutti, aveva la camicia storta, con i bottoni per dentro! Cosa abominevole di solito per un uomo come lui. Insomma, era preoccupante, fuori come una campana! Ma non era l'unico ad avere un atteggiamento strambo: Nami non toccava cibo, e lo fissava continuamente con occhi sognanti. E ogni volta che lui andava da lei ad insistere con quella vocina fastidiosa che doveva mangiare, la rossa diceva che l'aveva già fatto...per poi accorgersi di avere ancora il piatto pieno!

Finì che tutti mangiarono in silenzio (solo il capitano rideva di quella situazione!) e poi si dileguarono celermente dalla cucina lasciandoli soli. Lasciando Nami seduta sopra il biondo che la imboccava come fosse una bambina.

“Chopper! Direi che una visitina a tutti e due devi farla!” fece il nasone appena fuori dall'uscio della cucina.

“E anche d'urgenza!” sottolineò lo spadaccino. Robin ridacchiò e Brook commentò che erano solo ragazzi.

Rufy rideva ancora.

 

--

 

Dopo un quarto d'ora Chopper uscì fuori per il suo turno di guardia ma si ricordò che doveva andare a controllare Nami e Sanji che poco prima erano sembrati malati. Quindi fece dietro front per dirigersi alla cucina, si bloccò poco dopo sentendo dei versi strani venire proprio da quella stanza.

“Mhhh...ahuh..”

“Ahh...”

La renna si inquietò, chiunque fosse stava proprio male! Ascoltò più attentamente...

“Mmh..tesoro..Ahh! Non possiamo qui...”

“Ah...non resisto più...certo...possiamo...”

“Ough!....Hahah...guarda che ora abbiamo anche una stanza dove andare eh?..” Nello stesso tempo in cui Nami disse questa frase, la renna aprì la porta. Chopper era agitato , preoccupatissimo!

“Chi sta male qui?! Ecco il dottore! Cioè IO!”

La rossa e il biondo si bloccarono di colpo, si girarono allarmati. Nami era sopra il tavolo della cucina, mezza nuda, e tra le sue gambe c'era Sanji in una posizione equivoca. “Porca miseria...la porta” bofonchiò maledendosi.

Chopper cambiò espressione, dalla preoccupazione passò allo stupore, poi divenne rosa e poi rosso, infine mollò un urlo acuto e scappò via da quel posto correndo veloce come un fulmine.

I due scoppiarono a ridere.

 

Chopper, in super imbarazzo, istintivamente, pensò di andare da Robin. Si mise a correre nella direzione del ponte superiore dove si trovavano le stanze delle due coppie della ciurma, si fermò davanti alla porta interessata, bussò, aspettò che qualcuno rispondesse e poi entrò. Andò dritto dritto dalla mora urlando il suo nome. Robin era seduta sul letto, in vestaglia, lo fissò con stupore chiendogli cosa era successo mentre lui correva ad abbracciarla.

“Ahhhhh!!! Robiiiinnn!!!!!!!!! Voglio stare quii!!!!”

Zoro, che stava sistemando le sue katane, si voltò e lo fulminò.

“Và a fare la guardia e togliti da qui, dottore!” comandò.

“No! NO! Non voglio! Non. Voglio!” si mise a fare i capricci la renna.

La mora e il verde si scambiarono sguardi dubbiosi: ma che gli era successo?

“Adesso ti calmi e ci dici cos'hai Chopper...” fece Robin staccandolo dolcemente da lei.

“Ho fatto una cosa brutta...non mi perdoneranno!” piagnucolò, guardando in basso.

“Cosa puoi aver mai fatto, umh?” fece Zoro, minimizzando. Si mise seduto vicino alla mora, squadrandolo.

Chopper, intimidito, si rifiondò sull'archeologa, stringendola.

“Allora?! Rispondi!” alzò la voce il verde, che non vedeva l'ora di andare a dormire visto la pesante giornata che aveva avuto.

La renna si mise a piangere e Robin lanciò uno sguardo terribile allo spadaccino. Lui sbuffò spazientito.

“Chopper...lo sai che puoi dirci tutto. Non aver paura e dicci cos'hai fatto, capiremo” sussurrò la mora al dottore.

Ci volle un po' ma poi Chopper si convinse. Ancora nascosto sotto i seni di Robin pronunciò queste parole:

“S..Sanji e Nami non sono malati...Io li ho visti...stavano facendo...facendo!..Si stavano a-annusando!!” balbettò, non riuscendo a esprimere quello che aveva visto in realtà.

Robin e Zoro si scambiarono uno sguardo incredulo, poi la mora si morse le labbra e a Zoro scappò mezzo sorriso. Scoppiarono tutti e due a ridere. Chopper sgusciò dal suo nascondiglio: perché ridevano, perchè tutti ridevano quella sera?

 

---

 

Chiarito il fatto che non ridevano di lui e che Nami e Sanji non se la sarebbero presa affatto, Zoro e Robin congedarono Chopper dalla stanza, lui si scusò (il suo musetto era ancora rosso) e dichiarò di andare a fare la guardia, ma proprio sull'uscio aperto avvertì qualcosa di strano. Il suo naso aveva sentito odore di pioggia. Guardò subito verso il mare e restò stupito. Zoro si mise subito in allarme.

“Cosa c'è? Cosa c'è Chopper?!”

“P..piove...eppure qui no”

“Che cosa vuoi dire?!” fece lui uscendo dalla stanza in mutande. Strabuzzò l'occhio fissando a prua. “Non è...possibile” pronunciò.

Robin, Zoro e Chopper andarono subito a verificare. Era incredibile, quello che vedevano era irreale! Mai vista una cosa del genere! Stava piovendo, ma stava accadendo al contrario! Piccole gocce di acqua marina si staccavano dalla superficie dell'acqua per migrare verso l'alto, verso il cielo. Era come se tutta quel mare stesse evaporando.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: elelunare