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Autore: Ranma789    26/03/2024    1 recensioni
E se Ranma arrivasse al Ryozampaku, il dojo dei folli Maestri di Kenichi, per addestrarsi?
Come la prenderebbe Kenichi, e che rapporto avrebbe Ranma con Miu, una persona con la quale ha molto in comune?
E perché Ranma, un anno dopo il matrimonio fallito, vive da solo con sua madre e non ha più rapporti con Genma, con i Tendo e, soprattutto, con Akane?
Cosa lo ha spinto a rinnegare la sua vita passata a Nerima?
Allenarsi al Ryozampaku potrebbe aiutarlo a crescere e ad assumersi quelle responsabilità che ha sempre rifuggito, accettando il suo destino di diventare un Maestro.
Ma quando Kenichi e l'Alleanza Shimpaku si troveranno in pericolo, sarà solo collaborando che potranno salvarsi tutti...sempre che il cuore non ci metta lo zampino, e che la gelosia non rovini tutto. Ancora una volta.
Nota: per Kenichi, la fiction si svolge circa tre mesi dopo la fine del manga, per Ranma un anno dopo il diploma
[CROSSOVER RANMA 1/2 e KENICHI THE MIGHTIEST DISCIPLE]
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nodoka Saotome, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki, Tatewaki Kuno
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nelle settimane successive, Ranma pensò spesso a quanto gli aveva detto Saiga.
Era turbato, anche se lo nascondeva bene.
Non poteva fare a meno di pensare che, se davvero erano tutti in pericolo, si stava assumendo una grossa responsabilità.
Stavano tutti correndo un grave rischio.


Fiducia.


Sincerità.


Responsabilità.


Tutto ruota sempre intorno a questi tre elementi od alla loro mancanza, eh?


Saiga gli aveva anche detto un altro paio di cose di capitale importanza.


<< Non ho scoperto ancora nulla di preciso, ma sappi che tu ed i tuoi amici siete costantemente sorvegliati.
Ci deve essere una ragione per questo, quindi fate attenzione.

E’ molto importante che tu racconti a Sakaki ed a tutti gli altri che il carico di armi che avete fermato qualche mese fa era una copertura: in realtà, nascoste sulla nave c’erano un certo quantitativo di sostanze chimiche sconosciute provenienti dal Sud Est Asiatico, che attualmente stanno venendo lavorate in un centro di ricerca di massima sicurezza appena fuori dal Kanto*.
Cercherò di infiltrarmi, ma non sarà facile.

Infine, e questa è la cosa più importante di tutte, devi dire a mio padre che i membri delle Otto Lucenti Lame Esecutrici hanno intenzione di recarsi in Giappone nel prossimo futuro. Non so ancora quando accadrà, ma lo faranno.
Hanno sviluppato dei metodi per arrivare ovunque senza lasciare tracce, quindi le autorità potrebbero non esserne informate.
Sarebbe bene che Shigure preparasse dei Tekkou anche per tutti gli altri
… >>


Ranma non avrebbe mai scordato l’espressione dei Maestri quando li aveva convocati una mattina, mentre i ragazzi erano a scuola, per raccontare loro dell’incontro avuto con il figlio dell’Anziano.
Erano tutti sconvolti dalla sorpresa, e non capitava spesso.


“Comunque, è proprio tipico di Saiga-commentò Akisame-servirsi di Ranma per farci avere un messaggio del genere senza recarsi direttamente qui, e dunque senza far sapere ai nostri nemici di averci avvisati”.


“Già, ma avvisati DI CHE COSA?-imprecò Sakaki, strizzando la lattina di birra che aveva in mano, fino a farla esplodere-non sappiamo nulla di preciso, e potremmo dover affrontare le Otto Lucenti Lame Esecutrici.
Dannazione…se penso che ce l’hanno fatta sotto il naso…lo SAPEVO che era troppo strano che assumessero due come Agaard e Sogetsu solo per sorvegliare un carico…per giunta con l’ordine di ritirarsi non appena fosse stato scaricato sul territorio giapponese. Il vero obiettivo era un altro! Hanno sfruttato quei contrabbandieri a loro insaputa!”


“Il che ci fa capire quanto sia importante quest’operazione-rifletté Kensei-se hanno adoperato un piano talmente elaborato.
Tu non hai nulla da rimproverarti, Sakaki-kun, quell’operazione di contrabbando era estremamente complessa e l’avete sgominata in modo impeccabile.
Chi avrebbe potuto immaginare…”


“Comunque-iniziò Hayato, facendo calare il silenzio-una preparazione del genere, non può essere stata sviluppata da chiunque. Riesco ad indovinare la presenza di una mente superiore dietro a tutto questo. Riconosco quasi il modus operandi…”


“Già, lo penso anch’io-confermò Akisame-ora che ci penso, c’è un altro dettaglio significativo: la nave del contrabbando si chiamava NEREUS.
Ora, Nereo era una mitica divinità marina dell’antica Grecia, in grado, come anche il più famoso Proteo, di cambiare forma. Una metafora del fatto che il vero obiettivo non fossero le armi ma le sostanze chimiche. Una specie di beffa, messa sotto il nostro naso. Quasi una firma dell’esecutore…qualcuno appassionato di tutto ciò che è antico…”


Ranma era stato successivamente congedato, dicendogli di non preoccuparsi, perché i Maestri avrebbero provveduto ad istituire dei turni di sorveglianza per i ragazzi, mentre Shigure avrebbe lavorato, nei limiti del possibile, per preparare delle protezioni che permettessero loro di affrontare avversari armati con tranquillità.


Il ragazzo col codino si sentì un pochino in colpa di non aver rivelato l’altra parte del messaggio, ma su questo Saiga si era fidato del suo giudizio e l’aveva lasciato libero di operare come preferiva.


Tuttavia, anche ad una più attenta analisi, non riteneva davvero plausibile che uno tra Kuno, Ryoga e Mousse fosse un traditore al servizio dello Yami.
Era convinto che su questo, persino l’ineffabile Saiga Furinji si fosse sbagliato.


Per sicurezza, provò comunque a pedinare con discrezione i suoi amici un paio di volte ciascuno, non appena se ne andavano dagli allenamenti, ma la cosa non portò a nulla.


Kenichi, Miu e Renka erano stati tenuti all’oscuro su ordine di Hayato, per non distrarli dai loro imminenti esami. Sarebbero stati avvisati a tempo debito.


Di nuovo, Ranma ci rimase male a tener loro nascosta una cosa simile, ma in effetti era vero: farli vivere nell’ansia senza avere idea di che forma potesse avere la minaccia, non avrebbe avuto senso. Sarebbero stati soltanto stressati e poco lucidi, quando questa fosse arrivata davvero, se avessero passato settimane o mesi a dare la caccia ai fantasmi.

◊◊◊◊◊

I ragazzi si diplomarono senza patemi e tutti molto bene, alla fine di Marzo**.


Per festeggiare l’occasione, vennero tenute due grandi feste: una al Ryozampaku, alla quale parteciparono anche Ryoga, Mousse, Kuno e Nodoka (che ormai si era affezionata a Kenichi e Miu) ed un’altra con i membri dell’Alleanza Shimpaku, che iniziò nella loro sede-Ranma era contento di ritornarci in circostanze pacifiche-e proseguì in vari locali che frequentavano nelle loro uscite del fine settimana.


Infatti anche Thor, Nijima e le otto Valkyrie si erano diplomati con successo e naturalmente tutti i loro amici avevano partecipato ai festeggiamenti.


In quell’occasione, Ranma si sentì dire da Miu che gli era sembrato teso-infatti non poteva fare a meno di controllare che nessuno saltasse loro addosso, ora che sapeva-ma poi si rilassò: era improbabile che lo Yami tentasse qualcosa nel bel mezzo della movida di Tokyo.


I festeggiamenti riservarono anche delle sorprese: dopo MESI di frequentazione, Ukita e Freya uscirono allo scoperto come coppia, ricevendo il plauso di tutti, che in genere commentavano cose come “ERA ORA!” o “come state bene insieme”.
Ranma notò che lei era arrossita, ma serena, mentre Ukita-a proposito, era sempre stato grosso, ma da quando si allenava con Koetsuji al Ryozampaku sembrava più muscoloso, più definito ed al tempo stesso più agile-appariva impacciato ma sereno, come se fosse la prima cosa nella vita della quale fosse davvero sicuro.
Kisara si complimentò con entrambi senza imbarazzi.


Ma nessuna sorpresa fu grande come la persona che accompagnò Takeda. Il pugile si era presentato con la sua nuova fiamma: nientemeno che Rachel Stanley!
Dopo un momento di iniziale sconvolgimento, ed un rischio di attacco in 19 contro 2, gli animi si calmarono, con Takeda che provò a spiegare, imbarazzatissimo, che dopo tutte le volte che Rachel aveva combattuto con loro dalla parte giusta e che aveva lasciato lo Yomi, aveva pensato che le avrebbero dato almeno una possibilità.
All’inizio la cosa sembrò lasciare perplessi molti di loro, ma in men che non si dica stavano tutti facendo festa insieme come vecchi amici.


Rachel appariva leggermente diversa, ma non troppo: amava sempre stare al centro dell’attenzione e non mancò di provocare gli sguardi dei maschi grazie alle sue forme prorompenti a malapena contenute nel suo completo da cowgirl con gilé e minigonna di pelle marrone a frange. Non contenta, sfoggiava stivali texani e cappello da cowboy, quasi per evidenziare al massimo la sua nazione d’origine.


Quando si incrociò con Renka, sua grande rivale, ci furono fredde cortesie, ma a metà della serata la bionda non mancò di sconvolgere tutti i presenti dando a Takeda un lungo bacio infuocato, noncurante degli sguardi di tutti.
Infine, l’allieva di Diego Carlo sembrava avere uno sguardo sornione dopo aver guardato prima Ranma e Miu e poi Kenichi e Renka. Il perché di questo, il ragazzo col codino non avrebbe saputo dirlo.


Infine, ad un certo punto, Kisara scelse di dare a tutti un’altra ragione per festeggiare annunciando in anteprima di avere passato il test d’ingresso per l’Università di Tokyo, facoltà di Economia e Commercio. L’annuncio scatenò un’ondata di festeggiamenti e di urla e portò ad un ulteriore giro di bevute (cominciavano ad essere tante).
Ranma si complimentò caldamente con la ragazza, la quale ne fu stupita ma molto commossa e le promise di raccontarlo a “Ranko”, in caso Kisara lo desiderasse, o di lasciarlo fare direttamente a lei, a seconda delle preferenze.


La serata si concluse con un concerto improvvisato nel loro bar preferito, con Kisara a cantare, Siegfrid alla chitarra, Tsuji al basso e Thor alla batteria.


Nel marasma che ne seguì, Ranma si ritrovò trascinato via dalla folla da Miu per una sessione di limone spintissimo lontano da occhi indiscreti, ma non poté fare a meno di preoccuparsi lo stesso.
E fu in quel momento, prima di affondare nel viso di lei, che si rese conto che era da un pezzo che non vedeva Kenichi e Renka…

◊◊◊◊◊

Aprile correva via veloce.
Ranma continuava ad allenarsi al Ryozampaku di mattina e ad allenare Kisara come Ranko il pomeriggio, però quest’ultima aveva iniziato le lezioni all’Università, perciò potevano allenarsi solo due o tre volte la settimana.


Di per contro, Ryoga, Mousse e Kuno avevano conosciuto molto meglio Kenichi, Miu e Renka perché ora si allenavano tutti insieme al mattino.


Come previsto, Miu e Renka non intendevano andare all’università-per meglio dire, Renka aveva qualche progetto, ma aveva detto di volersi prima prendere un anno sabbatico per decidere-mentre Kenichi si era pre-iscritto a Lettere Moderne all’Università Pubblica di Tokyo, ma sarebbero passati mesi prima che potesse sostenere l’esame di ammissione***.


Gli allenamenti mattutini erano ancora più piacevoli ora che li svolgevano tutti insieme, anche se, naturalmente, il maggior tempo libero e la vicinanza causavano un ancora più accentuato agonismo tra i vari allievi.


Era interessante notare come ora i vari ragazzi avevano la possibilità di confrontarsi tra di loro e persino di fare dei leggeri incontri di sparring gli uni contro gli altri.
Ranma poté notare per la prima volta i reali progressi di tutti i suoi amici, vecchi e nuovi.
Dal momento che di norma o si stava allenando lui o stava allenando Kisara, il livello che avevano raggiunto non gli era infatti noto.


Doveva ammettere che erano tutti migliorati in modo prodigioso.


Ryoga era diventato molto più rapido, meno legnoso nei movimenti, per quanto non ancora esattamente fluido e ragionava di più nello scegliere le tecniche da adoperare, invece che affidarsi solo alla forza bruta.
Allo stesso tempo, però, si allenava con Apachai, quindi adoperava ancor più spesso di prima le micidiali ginocchiate e gomitate tipiche della Muay Thai ed i calci dati colpendo con lo stinco della gamba, anziché col piede.
Stava lentamente imparando a controllare il suo Ki del Dou per potenziarsi senza perdere al controllo, ma al tempo stesso per non doversi deprimere ogni volta, in combattimento, per richiamare le energie.


Mousse sembrava aver finalmente scelto di non adoperare un’infinità di armi diverse, ma tutte male, per concentrarsi invece su una selezione ben precisa di strumenti adatti ad ogni situazione: un bastone lungo ripiegabile, una spada lunga, due sciabole, un paio di coltelli larghi e corti, una mezza dozzina di pugnali da lancio, una ventina di dardi da tiro, una corda con attaccato un peso ed un’altra con attaccato un rampino.
Aveva così raggiunto un livello di padronanza molto maggiore nell’utilizzare ciascuna di queste armi (e Ranma, era convinto che oltre alle armi nascondesse un mucchio di altri oggetti utili, proprio come i regali che erano stati fatti a lui) ed al tempo stesso non aveva trascurato l’allenamento fisico ed il combattimento a mani nude.
Di norma, era persino leggermente più veloce di Ranma, ma meno forte; si muoveva in modo molto fluido ed era il più bravo nel tirare i calci.
Il cinese aveva anche un ottimo controllo del Ki del Sei.
Nel complesso Mousse, ragionò Ranma, sarebbe persino potuto essere l’avversario più ostico per lui, a maggior ragione se avesse scelto di adoperare il suo prodigioso cervello per sviluppare delle strategie complesse.


Quanto a Kuno, sembrava diventato in grado di imprimere nella spada il massimo livello di velocità e potenza del quale era capace e si era addestrato a contrastare vari stili di combattimento e tipi di avversari che usavano armi differenti (in varie occasioni si era anche allenato con le Valkyrie all’Alleanza Shimpaku).
Inoltre, aveva perfezionato la capacità di lanciare lame di vento per combattere anche a distanza ed era riuscito ad evocare il suo Ki del Dou per potenziarsi anche senza bisogno di rompersi un melone in testa.
Nel complesso, era sempre meno forte degli altri due, ma era comunque molto cresciuto.


Anche gli allievi del Ryozampaku erano migliorati in modo enorme.
Ranma ne poteva avere una vaga idea perché assisteva ai loro incontri di allenamento settimanali e perché li affrontava in 2 contro 1 una volta al mese, ma era incredibile notare con quanta rapidità ciascuno di loro progredisse.


Certo, erano comunque tutti ad enorme distanza da lui o dai suoi amici, ma dovevano avere, stimò, tutti raggiunto il livello Esperto.
Nel notare come Kenichi fosse migliorato nel combinare tra di loro le varie arti marziali che imparava, Ranma provò un moto d’orgoglio nel petto simile a quelli che provava quando allenava Kisara: era stato lui ad impostare i suoi allenamenti per quello scopo ed ora ne vedeva i frutti.
Nel complesso, Kenichi sembrava molto più bravo anche a livello difensivo e quindi era plausibile pensare che avrebbe subito meno danni in combattimento e Ranma notò che le sue combinazioni sembravano cominciare ad avere logica precisa…senza dubbio, il giovane stava sviluppando il suo stile personale.


Caratteristica che non faceva difetto a Miu: la praticante bionda amava, ancor più del ragazzo col codino, le mosse strane, imprevedibili ed acrobatiche del clan Furinji e le stava sviluppando in un’arte marziale pressoché nuova e senza difetti che travolgeva il nemico come un turbine, attaccandolo da ogni parte, senza tuttavia mai esporsi troppo.


Renka, invece, forse anche in virtù del suo essere una praticante Sei, combatteva in modo più calcolato, per evitare di commettere errori di avventatezza, come le era capitato in passato. Aveva, comunque, una personalità prorompente, ma nel combattere, non la faceva più di tanto emergere: avendo a disposizione il vastissimo arsenale di tecniche del Kung Fu cinese ed ancor di più le super mosse sviluppate nella famiglia Ma, la ragazza preferiva attirare l’avversario in trappola, lasciandogli credere di essere in vantaggio, deflettendo i suoi attacchi e conducendolo al contempo in trappola passo dopo passo, esattamente dove voleva lei, per indebolirlo con attacchi mirati agli arti, ai punti vitali od al plesso solare e quindi finirlo con qualcuna delle sue mosse segrete.


Sono tutti completamente diversi-si ritrovò a pensare il ragazzo codino-ciascuno persegue la propria via che non assomiglia a quella degli altri, eppure tutti mirano alla medesima vetta, e tutte le vie sono ugualmente efficaci. E’ questo il bello delle arti marziali


Vederli combattere gli uni contro gli altri era uno spettacolo. Oltretutto, quegli scontri erano necessari a farli crescere ulteriormente, perché soltanto confrontandosi con stili ed individui differenti si poteva aggiustare le proprie capacità perché fossero efficaci contro il maggior numero di avversari possibili.


Ranma si trovò ad osservare una strana sessione di allenamento, con Kenichi contro Kuno, Renka a confronto con Mousse e Miu che affrontava Ryoga.


Per tanto tempo quei due mondi, Nerima ed il Ryozampaku erano stati separati, ed ora si stavano incontrando.


Era stato Hayato a proporre che facessero quello sparring leggero, usando il Sasso-Carta-Forbice per decidere i turni: nei giorni successivi avrebbero comunque provato tutte le altre possibili combinazioni.


Kenichi sembrava molto concentrato, indossava i suoi Tekkou ed aveva chiesto a Kuno di utilizzare la spada vera, non il bokken di legno: questo per meglio affrontare le sue paure nel confrontarsi con avversari armati. Tatewaki era rimasto impressionato dal coraggio del ragazzo e ne aveva rispettato il desiderio.


Mousse aveva l’aria del professore anche mentre faceva sparring con Renka: mentre lei cercava di attaccarlo in tutti i modi possibili, lui ne defletteva tutti i colpi e si spostava scivolando all’indietro con una certa grazia, per giunta correggendone ogni errore come se fosse stato un compito di matematica.
Tale comportamento sarebbe risultato odioso a chiunque, ma Renka non sembrava badarvi, rimanendo impassibile ed anzi implementando i suggerimenti in tempo reale, risultando così sempre efficace: immersa nelle arti marziali fin da bambina, non perdeva occasione per imparare da un praticante di livello Esperto Avanzato.


Lo scontro forse meno ben assortito era quello tra Miu e Ryoga: entrambi erano combattenti Dou e quest’ultimo doveva abituarsi all’idea di combattere contro una ragazza.
Lei stava usando il suo Ki per potenziarsi e lui no e dovette riconoscere che quella ragazza combatteva in un modo ancora più imprevedibile di Ranma: questo però gli permise di concentrarsi sullo sviluppo della difesa e della capacità di seguire i movimenti dell’avversario, visto che lui era comunque di un livello superiore.


Entrambi, però, percepivano qualcosa, durante il combattimento: un certo disagio, come se loro due non avessero chimica, da un lato, e dall’altro come se lei provasse una punta di diffidenza nei suoi confronti per i suoi trascorsi con Ranma, che non gli aveva del tutto perdonato, malgrado l’avesse fatto lui.
Inoltre, pareva quello che accadeva intorno a lei la distraesse, turbasse o comunque influenzasse un po’.


Siamo combattenti Dou-rifletté Ryoga-usiamo le nostre emozioni per potenziarci, ma questo vuol dire…che quando usiamo il Ki siamo più ricettivi rispetto ai sentimenti ed alle emozioni di chi ci sta intorno? Cos’è che sente questa ragazza, ora? Vediamo…


Il ragazzo con la bandana espanse il Ki e come gli avevano insegnato a fare, cercò di percepire cosa accadeva, mentre continuava a difendersi da Miu.
Le voci ed i rumori del prato gli apparivano direttamente nella testa, ovattati, come se fosse sott’acqua.


E’ preoccupata per Kenichi, perché Kuno usa una spada vera…ma è lo stesso Kenichi che gli chiede di attaccare seriamente, lo sento gridare << ANCORA! >>.
Strano, il ragazzo mi sembra avere un atteggiamento diverso dal solito, sembra più serio, quasi…corrucciato?
No, è determinato come se volesse allenarsi per far del male a qualcuno. Che strano…


E poi…Renka e Mousse si allenano a meraviglia, hanno una bella intesa. Qualcuno direbbe che sono una bella coppia.
In effetti non avevo notato quanto quella ragazza assomigliasse a Shampoo, ma non ha l’atteggiamento da stronza che l’Amazzone teneva sempre…eppure Mousse non sembra essersi fatto strane idee su di lei…però Kenichi ha comunque notato la loro intesa?
E’ arrabbiato anche per questo? E’…geloso di lei? Non mi è chiaro…


…e Miu…se n’è accorta a sua volta ed è…gelosa della gelosia di Kenichi? Non ha senso.
Se n’è resa conto perché anche lei sta usando il Ki del Dou? Eppure…non è solo questo.


Sia lei che Kenichi sono turbati…come se si sentissero in colpa. Come se, dal momento in cui hanno realizzato di essere gelosi…si sentissero in difetto per qualcos’altro che stanno facendo, che non permette loro di esprimere apertamente i loro sentimenti. Ma cosa…


Il calcio di Miu gli arrivò dritto davanti alla faccia. Se l’era perso.


Ma Ryoga Hibiki bloccò la suola della sua scarpa a mezz’aria con la propria mano. Ci era comunque andata vicino.


“Woah! Se devi allenarti con me, fallo seriamente-lo rimproverò la bionda. In effetti era strano sentirla rivolgersi a qualcuno con severità-se sei nel mondo dei sogni mentre combatti, finirò col colpirti. Ma se sarà più facile del normale, non sarà stato comunque un buon allenamento per me”


“Ragazzina, non è così facile colpire Ryoga Hibiki. Ti assicuro che al mio livello, posso permettermi di fare sparring con voi ragazzi ed anche percepire quello che mi accade intorno”


“Beh, preferirei che non lo facessi. Concentrati sul combattimento”


Ryoga parve immusonito. Non si fidava di lui, questo era certo. Ma voleva comunque aiutarla.


“In realtà, mi sei sembrata tu quella distratta. Forse è stato un effetto collaterale dell’usare il Ki del Dou, ma…preoccuparti degli altri non farà bene al tuo allenamento.
Oppure dovresti prima risolvere le tue questioni in sospeso”.


Miu parve contrariata. Abbassò le braccia e sospirò, frustrata.


“Non sono più dell’umore giusto. Mi sembra chiaro che quest’allenamento sia tempo sprecato. Magari andrà meglio domani” e prese a camminare verso l’edificio principale.


Badò con attenzione a non rivolgere a Ranma un singolo sguardo, per evitare sospetti e lui fece lo stesso.
Però, da sopra la botte sulla quale stava appollaiato, il ragazzo col codino aveva assistito a tutto e si domandava quale fosse il problema.


A dire il vero, era già abbastanza mogio per non aver partecipato.
Hayato aveva specificamente chiesto che lui restasse fuori, perché gli altri sei praticanti non si conoscevano affatto ed era più utile che si scontrassero tra di loro.
Ma ora si era liberato un posto.


Saltò giù dalla botte, oziosamente, e rivolse a Ryoga uno sguardo neutro.
Poi iniziò a sgranchirsi le spalle ed il collo.


“Che ne dici, Ryoga? Ti va di fare quattro salti io e te, come ai vecchi tempi?”


Il ragazzo con la bandana ne fu un po’ stupito, ma poi la cosa lo rincuorò.
Non aveva più combattuto con Ranma dal giorno nel quale le loro vite erano state rovinate, con la rivelazione del suo segreto ad Akane.
E quel giorno era stata l’unica volta in vita loro che avevano combattuto con rabbia, con l’intenzione di farsi realmente del male.


Anche se avevano fatto pace, era un bel segnale che Ranma volesse fare uno sparring amichevole con lui.
Era segno che si fidava di nuovo.
Al tempo stesso, entrambi sembravano giù di morale ed una bella lotta avrebbe sicuramente giovato loro.


Mentre i due si confrontavano ed iniziavano, blandamente, a gonfiare il Ki, gli altri due scontri di allenamento erano giunti ad un momento critico.
Kenichi aveva bloccato la katana di Kuno con un perfetto Shinken Shirahadori****, ma adesso stava venendo spinto verso il basso dalla pressione della forza del suo avversario e non riusciva a mantenere la presa. Sembrava frustrato, come se non volesse fare brutta figura di fronte ai presenti.


Renka, invece, era stata completamente bloccata in una presa da Mousse, che le stringeva-piano si intende-il collo con un avambraccio, tenendola girata di spalle, con la testa contro il suo petto, mentre le bloccava il polso dell’altro braccio con la mano: la ragazza cercava di dimenarsi ma era tutto inutile, ed il suo avversario le diceva di arrendersi.


Ma tutto giunse a conclusione quando iniziarono a sentire quei due Ki gonfiarsi.
Mousse e Kuno volsero lo sguardo verso destra ed i loro occhi si fecero distanti, persi nei ricordi.
Poi lasciarono andare i loro avversari in contemporanea ed iniziarono ad allontanarsi dal prato, per andare sul portico.


“Ehi! Dove vai, Kuno? Guarda che non avevo mica ancora perso!” protestò Kenichi
“Già! Mousse! Cosa fai? Lo scontro non era affatto finito!” fece Renka con veemenza.
“Oh, sì che lo erano. Entrambi” affermò Kuno.
“Ed in ogni caso non vi conviene restare lì-fece Mousse-altrimenti rimarrete coinvolti.
Fidatevi, parlo per esperienza. Quello che sta per cominciare non è uno scontro come tutti gli altri”


I due ragazzi volsero lo sguardo stupiti ai due giovani uomini che gonfiavano il proprio Ki a livelli stellari mentre si confrontavano a pochi metri di distanza da loro, come se tutto fosse stato deciso dal destino.
Kenichi e Renka optarono per andare anche loro sotto il portico.


Quando sembrarono pronti, entrambi i ragazzi sollevarono i pugni in guardia.


Scattarono in avanti nello stesso momento, come ad un segnale convenuto.


Ranma attaccò per primo. Una serie di pugni leggeri, dati per testare le reazioni avversarie.
Ryoga riuscì ad evitarli con movimenti della testa. Era migliorato.


Poi fu lui a tirare qualche pugno, con lo stesso obiettivo, ma Ranma non ebbe difficoltà a schivarli a sua volta.
Ma erano finte, per preparare una ginocchiata destra al corpo.
Ranma scartò di lato per evitarla, portandosi sul fianco sinistro di Ryoga.


Gli afferrò dall’esterno il polso sinistro con la mano sinistra per tenerlo fermo e poi tirò un colpo alla tempia col dorso del pugno destro.
Ryoga abbassò la testa lasciandolo scorrere sopra e poi, con un unico, fluido movimento, fece una capriola in avanti, in salto, provando al contempo a colpire Ranma col tallone al viso.


Il ragazzo scartò all’indietro, lasciando andare il braccio dell’avversario, che atterrò in piedi e, per evitare di essere attaccato alle spalle, lanciò un calcio laterale all’indietro, alla cieca.


Ranma, invece, scattò in avanti, per attaccare il suo viso esposto con una gomitata.


Cosa? Si muove come se pattinasse


Ryoga bloccò l’avambraccio nemico con le mani, ma ne venne respinto all’indietro.
Approfitto però dello slancio per lasciarsi cadere di schiena, ancora avvinghiato al braccio di Ranma ed eseguì una capriola all’indietro, facendo ruotare i loro corpi come una ruota, e ritrovandosi a rovescio, con Ranma steso a terra e lui a cavalcioni sopra.


Da lì, Ryoga fece grandinare verso il basso una serie di pugni rapidi e potenti diretti al viso, ma Ranma, in qualche modo, riusciva comunque a schivarli per un soffio, muovendo la testa a destra ed a sinistra a supervelocità, facendogli perforare soltanto il suolo.


Kenichi: “Che cosa?”
Renka: “Ranma sta schivando da quella posizione?”
Mousse: “E questo è ancora niente”


Ranma, infatti, richiamò le gambe con un colpo di reni e poi fece esplodere un doppio calcio all’addome di Ryoga, mandandolo a volare per aria.


Da lì, con un’acrobazia, il ragazzo col codino si rimise in piedi e spiccò un balzo verso l’alto, per attaccare l’avversario sospeso a mezz’aria.


Kenichi: “Il combattimento aereo è una specialità di Ranma…è in vantaggio!”
Tch! Cosa dovrei fare, un giorno, per riuscire a batterlo?


In effetti Ranma arrivò rapidamente ad una decina di metri di altezza, rifilando una scarica di pugni nello stomaco di Ryoga, che parve accusare.
Però il ragazzo con la bandana si riprese subito ed eseguì una mezza giravolta, colpendolo al fianco con un calcio rotante destro, usando lo stinco e facendolo schizzare verso uno dei tronchi degli alberi del giardino.
Renka: “Come? Ryoga ha potuto contrattaccare da quella posizione?”


Anche lui iniziò a cadere, ma sfruttando il contraccolpo del suo stesso calcio, andò a sbattere contro un altro albero e da lì si diede la spinta coi piedi per saltare di nuovo in avanti verso Ranma, che aveva appena fatto lo stesso.


Si colpirono a mezz’aria, ed ancora il rinculo li spinse indietro, ciascuno verso un albero diverso, non gli stessi di prima e ripeterono l’operazione.
In breve, due figure, troppo rapide per essere viste, saettavano da un albero all’altro, balzando per aria, incrociandosi a mezza distanza e lasciando delle onde d’urto nei punti nei quali si scontravano.
Poi, dopo una mezza dozzina di quei colpi, l’energia elastica si esaurì, ed entrambi si lasciarono cadere a terra, atterrando in guardia, in piedi su una gamba sola.


Respiravano appena un po’ più pesante.
I ragazzi erano esterrefatti.


Poi, come ad un segnale, i due contendenti scattarono di nuovo, correndo lateralmente lungo il prato ed al contempo scambiandosi raffiche di pugni e parando quelli dell’avversario.
Arrivati a poca distanza dal muro di cinta, si fermarono e Ryoga si piegò in avanti a sorpresa, accettando di prendere un pugno in piena fronte per guadagnare spazio e tirare un montante al corpo di Ranma, che gli spezzò il fiato e lo fece quasi piegare in due.


Approfittando di questo, il ragazzo con la bandana tirò un calcio al fianco sinistro di Ranma, ma colpì solo l’aria quando questi spiccò un balzo in aria e gli tirò a propria volta un calcio destro al volto.
Si sentì un impatto, e parve che Ryoga fosse stato colpito, invece aveva parato con l’avambraccio.


Da lì, Ryoga afferrò con entrambe le mani la gamba estesa di Ranma e facendo una mezza piroetta, lo scaraventò a terra, facendolo impattare di schiena.
Kenichi: “Ryoga è in vantaggio?”


Il ragazzo con la bandana spiccò un balzo verso Ranma, a terra, per colpirlo con un calcio ad ascia, ma questi rotolò lateralmente, evitandolo, poi, benché fosse schiena a terra, gli tirò lui un paio di calci da quella posizione, uno allo stomaco, facendolo piegare in due, poi uno al mento, dal basso all’alto, sbalzandolo indietro.


A quel punto Ranma balzò in piedi e gli sferrò un pugno destro al viso, che però, a sorpresa, Ryoga schivò di pochissimo, approfittando poi della posizione estesa in avanti dell’avversario per colpirlo con una ginocchiata allo stomaco.


Cercò poi di finirlo con una gomitata dall’alto in basso mentre era piegato in due, ma Ranma fece una piroetta su sé stesso, con le gambe piegate, schivando di pochissimo il colpo, voltandosi, dandogli per un attimo la schiena, e ritrovandosi in posizione per dargli lui, al termine della giravolta, una gomitata nel fianco.


Ryoga accusò, ma poi ruotò su sé stesso a propria volta per colpire Ranma di slancio con l’avambraccio sinistro. Il ragazzo col codino, per schivare, fece un paio di capriole all’indietro, prima di rimettersi in guardia.


Entrambi avevano un po’ di fiatone e si guardavano sorridendo.


“Sono pressoché alla pari” osservò Kuno.
“Sì, ma presto uno dei due guadagnerà un vantaggio” replicò Mousse.


Si lanciarono l’uno contro l’altro e Ranma colpì Ryoga con un pugno destro al viso.
Questi però, di contraccolpo gli diede un calcio basso con la gamba destra alla sua gamba sinistra.


Ranma, nell’incassarlo, assecondò il movimento, lasciandosi cadere verso sinistra, ma allo stesso tempo col braccio ancora esteso afferrò il bavero di Ryoga, per trascinarlo a terra con sé mentre cadeva, e con uno scarto, lo proiettò al suolo.


Il ragazzo con la bandana si ritrovò in una situazione opposta a prima, ad essere schiena a terra, con Ranma a cavalcioni.
Però a differenza sua, il ragazzo col codino non sbagliò, tempestandolo di pugni al viso.


Ryoga, malgrado la situazione, sorrise.
Fece uno scatto di reni e si sollevò in piedi, stringendo Ranma tra le braccia intorno alla vita e dietro alla schiena, sollevandolo di peso.
E strinse. Si sentì un sinistro CRACK!


A Ranma sfuggirono dei gemiti, ma dopo pochi secondi ebbe la presenza di spirito di colpire la testa dell’avversario, da entrambi i lati, coi palmi delle mani, sulle orecchie, scioccandolo per un momento e facendogli mollare la presa.


Cascato a terra, Ranma volle guadagnare distanza, quindi colpì Ryoga con un colpo di palmo allo stomaco con la sinistra, ma venne colpito simultaneamente con un pugno sinistro al viso.


Entrambi vennero spinti all’indietro, le suole che scivolavano sul prato.
Per un attimo, si dovettero riprendere.
Sembravano ambedue un po’ provati.


Poi scattarono di nuovo in avanti.
Si scambiarono molti colpi a vicenda, parandoli tutti.


Poi Ranma tirò un calcio alto con la gamba sinistra che Ryoga intercettò con la propria spalla, impedendogli di arrivare al volto.
Da lì, curvò per colpire Ranma con una gomitata sinistra, che il ragazzo col codino intercettò afferrando l’avambraccio del rivale con le mani.


Nel farlo, però, venne spinto indietro, e poiché stava ancora su una gamba sola per il calcio sferrato, si diede uno slancio e fece una capriola all’indietro in aria, colpendo Ryoga al viso con un calcio dato con la gamba che prima era d’appoggio a terra.


Una volta atterrato, Ranma piombò in avanti verso Ryoga per approfittare del suo stordimento afferrandogli le gambe in una presa di lotta, per farlo cadere a terra, ma Ryoga si lasciò cadere in avanti, schiacciandolo sotto il peso del suo corpo, gli cinse la vita con le braccia e poi lo sollevò di peso, caricandoselo sulle spalle e preparandosi ad eseguire una powerbomb (5*) sul malcapitato.


Questi, però, intuendo il pericolo, gli cinse la testa con le gambe e piroettò all’indietro, facendolo cadere a terra con una perfetta hurracanrana (6*).


Da lì provò ad eseguire una presa di soffocamento con le gambe, ma Ryoga si liberò di pura forza e provò a mettergli in leva la gamba.
Ranma se la vide brutta, ma approfittò di una distrazione di una frazione di secondo per afferrare a propria volta la gamba del rivale a mettergliela in leva a propria volta.


Kenichi: “A-accidenti! Entrambi potrebbero slogare il ginocchio dell’avversario!”
Mousse: “Sì, ma prima che accadrà, di certo…”


Entrambi i contendenti dettero un calcio in spinta, col tallone, con la gamba libera, al viso dell’avversario, ed entrambi, per parare, lasciarono la presa ed incrociarono le braccia davanti al viso, intercettando il colpo con gli avambracci.
Entrambi, per la potenza dei colpi, vennero respinti indietro, strisciando sul prato.


Per l’ennesima volta si rialzarono e si lanciarono all’attacco.
Renka: “Ormai non si stanno più divertendo. Sono irritati. Hanno fretta di concludere”.


Un nuovo, rapidissimo scambio di colpi avvenne tra le loro braccia.
Stavolta fu Ryoga ad interrompere lo scambio tirando un calcio destro alle costole.


Ranma lo parò, ma dovette usare entrambi gli avambracci.
Il contraccolpo gli fece molto male agli arti.


Ryoga sogghignò.
Tirò un gancio sinistro al viso di Ranma, ma questi si abbassò e lasciò che il pugno gli passasse sopra.
Poi esplose in un destro formidabile allo sterno di Ryoga, abbassandosi ed imprimendo tutta la spinta del corpo nel colpo.


Il ragazzo con la bandana fu stordito per un momento, poi si riebbe e tirò un altro gancio sinistro, stavolta basso, al fianco destro di Ranma.


Questi accusò il colpo, ma in risposta gli sferrò una gomitata sinistra in giravolta al viso, sulla tempia.


E poi un montante al mento col destro.


Ryoga venne sbalzato indietro, in aria, descrivendo una parabola mentre un fiotto di sangue gli usciva dalla bocca ed infine piombò a terra.


Tuttavia, dopo alcuni secondi si rialzò in piedi, barcollando, respirando pesante e pulendosi il sangue dalla bocca con la manica del vestito.
Osservava sogghignando il rivale che teneva le braccia stese a peso morto lungo il corpo, irrigidite per l’impatto col calcio.


“Non…non avrai pensato-anf!-che fosse così facile, vero Ranma? E poi…anf! Non vedo molto bene quelle braccia…”


Anche se, a dire il vero…non vedo bene un bel niente…di Ranma, ne vedo due o tre…


Ranma sogghignava a sua volta.
“Oh, non l’ho mai creduto, Ryoga…anf…piuttosto, preoccupati della tua gamba destra…”


La mia gamba destra? Ma cosa?
Ryoga provò a fare un passo in avanti e scoprì di trascinarsela dietro, non riusciva più a muoverla, era rigida come uno stoccafisso.


Guardando bene, notò che aveva una mezza dozzina di segni su di essa, come se qualcuno avesse usato le nocche per colpirgli dei punti di pressione, rendendola inutilizzabile.
Eeh? Ma quando l’ha fatto? Non vorrai dirmi che…è stato subito dopo aver parato?


“Eeee, direi che per oggi può bastare così”


Era stato il Maestro Akisame, che si era intromesso in mezzo tra i due, talmente veloce che sembrava avesse usato il teletrasporto, sollevando una nuvoletta di polvere nel punto dove era apparso.


◊◊◊◊◊

“Accidenti, certo che voi due siete davvero avventati-commentò poi mentre lui e Kensei li curavano in infermeria-non vi sembra di aver un po’ esagerato per un semplice allenamento?”

“Ma non direi, Koetsuji-shishou-fece Ranma-per noi, questa è ordinaria amministrazione”


“E’ vero-confermò Ryoga-poco più che un modo per augurarsi buona giornata”


“Ohoho, che ragazzacci pieni di energie-commentò Kensei-dev’essere bello essere giovani ed impertinenti”


Apachai, commentando invece il duello contro Ranma, notò che Ryoga era migliorato, era più veloce e schivava meglio, oltre a ragionare sulle combinazioni, ma al tempo stesso usava di più la Muay Thai, non aveva perso l’abitudine di colpire duro ed accettava di subire colpi pur di infliggerne al nemico.


Mousse, Kuno, Kenichi, Renka e tutti gli altri Maestri li osservavano in silenzio.


Mousse in particolare sembrava soddisfatto di quanto aveva visto.


Kenichi aveva notato con attenzione come Ranma avesse combattuto in modo diverso dal solito ed anche in modo diverso dallo scontro con Sakaki: invece che combattere con tecnica e strategia, aveva rischiato, accettando il confronto con Ryoga sul piano della rissa brutale, dove per giunta gli era inferiore.
Probabilmente voleva solo divertirsi un po’ e verificare il livello raggiunto dal suo avversario.


Giusto. Ranma combatte per il piacere di farlo.
E’ contento che ci siano qui i suoi vecchi rivali perché sa che riescono a stargli dietro.
Anzi, VUOLE che ci riescano. Altrimenti…non avrebbe più nessuno con cui giocare, per così dire.


E quando combatte, inizia sempre con una fase di studio…specie quando si sente in vantaggio e non vuole chiuderla troppo presto…nel prossimo scontro con Miu contro di lui…dovremo approfittare di questo!


Quando i due dottori ebbero finito, Ranma e Ryoga restarono da soli in infermeria.
“Beh, Ryoga, devo dire…niente male davvero. Stai correggendo i tuoi difetti ed al contempo esaltando i tuoi punti di forza”.
“Grazie Ranma. Anche tu confermi il livello che hai raggiunto. Mi hai colpito un po’ più spesso di quanto abbia fatto io, e senza dover ricorrere a tecniche speciali”
“Era un incontro di allenamento, dopotutto. Visto che i ragazzi non potevano più…”


“Già, a questo proposito. Voglio darti un avvertimento. Credo che le cose tra loro…non vadano bene.”
“Uh? Che intendi dire? Ho notato anche in passato un po’ di bisticci, ma…”
“Non si tratta di questo. Io…l’ho percepito. Sia Kenichi che Miu erano…turbati”


“Ma…da che cosa?”
“Questo non saprei dirlo. Però entrambi hanno qualcosa che non li fa sentire a proprio agio. E ciò ne influenza il comportamento e persino gli allenamenti”.
Ranma ripensò al comportamento più corrucciato e votato al sacrificio di Kenichi con Kuno ed all’insolita severità di Miu con Ryoga.
“Sì, forse hai ragione. Ti ringrazio dell’avvertimento, li terrò d’occhio”

◊◊◊◊◊

Invece Ranma non riuscì ad avere una vera risposta da Miu, la quale fu evasiva e sostenne semplicemente che il suo strano comportamento era dovuto solo all’essere irritata con Ryoga per l’allenamento.
Era da quando Renka stava al Ryozampaku che Ranma notava tracce di gelosia-anche se, da quando erano iniziati i loro incontri notturni, quelle tracce si erano parecchio diradate-quindi non indagò oltre.
Al massimo si poteva trattare di uno strascico del passato. Di conseguenza preferì non svegliare il can che dorme.


Che Miu ci stia ripensando? Su noi due?
A dire il vero, è da un po’ che non vedo Renka stare appiccicata a Kenichi…al tempo stesso, quei due sono entrambi più rilassati, quasi soddisfatti, ultimamente.


Lui, però, a volte sembra corrucciato, come se rimuginasse su qualcosa…e gli ho visto lanciarmi degli sguardi strani, ultimamente.
Ostili, persino. Forse si sta preoccupando di non potermi provare a battere, da quando sono stato proclamato Maestro?
Eppure al momento sembrava felice per me…qualcosa gli avrà fatto cambiare idea?

◊◊◊◊◊

Nei giorni successivi avvennero gli incontri di allenamento con le altre combinazioni rimanenti: prima Ryoga (malgrado le medicazioni) contro Kenichi, Mousse contro Miu e Kuno contro Renka; poi Mousse contro Kenichi, Miu contro Kuno e Renka contro Ryoga.
In tutti i casi, gli allievi del Ryozampaku poterono mostrare i loro progressi ai compagni più grandi, senza però essere in grado di sopraffarli.
Kenichi, dopo l’allenamento con Ryoga, si fermò a parlare con lui in privato per qualche minuto.

◊◊◊◊◊

Passata un’altra settimana, giunse la domenica fatale del duello di allenamento tra Ranma da una parte e Kenichi e Miu dall’altra.


I precedenti scontri avevano avuto esiti vari e mai davvero decisivi, in quanto i Maestri li avevano concepiti soprattutto come occasioni di allenamento, per tutte le parti coinvolte.
Era dall’ultima settimana di Novembre, il giorno successivo allo scontro sulla nave “Nereus” che l’Anziano aveva stabilito quegli allenamenti per gli allievi.
Quella volta, prima che il mese finisse, c’era stato soltanto tempo per lo scontro tra Miu e Renka con Ranma.


Dalla settimana successiva, per tre settimane si susseguivano, ogni Sabato pomeriggio, i duelli tra allievi: Kenichi contro Miu, Kenichi contro Renka e Miu contro Renka.
La quarta settimana, lo scontro 2 vs 1.


Perciò a fine Aprile era ben la sesta volta che avvenivano gli scontri in modalità handicap.


In Novembre Ranma si era sbarazzato abbastanza agevolmente di Miu e Renka, le quali, per quanto forti individualmente, non avevano alcun tipo di lavoro di squadra.
Quello era stato probabilmente anche uno dei momenti più bassi del rapporto tra le due.
L’intesa era migliorata in Febbraio, ma non in modo così significativo. Istintivamente, riuscivano a mettere in difficoltà l’avversario costringendolo a reagire d’istinto agli attacchi eseguiti con i loro stili così diversi, ma non realmente coordinandosi.


Già in Dicembre, invece, Kenichi e Renka avevano un’intesa migliore che nei primi giorni del loro allenamento, grazie anche al suggerimento che Ranma aveva dato a Renka di utilizzare il trucco di Kokin ed Hermit, gli impulsi di Ki del Sei, per coordinarsi tra di loro.
Tale collaborazione era migliorata ulteriormente in Marzo, quando i due combattenti Sei, divenuti anche ottimi partner (e persino amanti, da qualche settimana), erano riusciti praticamente a tenere Ranma in stallo, tanto quanto ci erano riusciti i due discepoli del Satsujinken, senza però, ovviamente, potergli infliggere colpi tali da batterlo.


Invece, Kenichi e Miu, che già a fine Gennaio sembravano essere tornati al loro rapporto abituale, avevano dovuto lavorare un po’ per ritrovare lo smalto di un tempo anche a livello combattivo.
La causa di ciò stava nel fatto che non si erano più allenati insieme per lungo tempo, a causa dei nuovi programmi, e per quanto sulla nave, solo due mesi prima, la loro intesa si fosse rivelata formidabile, coordinarsi per affrontare un singolo avversario forte, anziché molti più deboli, presentava difficoltà non banali, che però sembravano superabili e pareva evidente che la volta successiva avrebbero fatto ancor meglio.


Lo scontro di Aprile dei due Discepoli del Ryozampaku con Ranma avrebbe dunque svelato il reale livello della loro evoluzione.


Quanto ai duelli individuali, nei cinque mesi nei quali si erano svolti, Miu aveva battuto Renka 3 volte a 2 e Kenichi 4 volte ad 1, mentre Renka contro Kenichi aveva ottenuto un risultato salomonico di 2 vittorie, 2 sconfitte ed un pareggio.


Da un lato era indubbio che Kenichi non se la sentisse di rischiare di ferire le ragazze, dall’altro stava sviluppando la consapevolezza che tale ideale rischiava di ostacolare non solo la propria evoluzione, ma anche la loro; ragion per cui stava diventando più determinato e cominciava a mettercela tutta.
Il numero delle sconfitte dipendeva principalmente dalla differenza di esperienza e dalla minor volontà di fare sul serio. A Kenichi riusciva difficile colpire le ragazze, anche andandoci piano.
Il dato significativo era che l’unica vittoria contro Miu era stata conseguita da Kenichi in Aprile: il Discepolo, in quella circostanza, era sembrato motivato in modo particolare…

◊◊◊◊◊

Come nelle altre occasioni importanti, tutti i Maestri, più Renka, Mousse, Kuno e Ryoga stavano seduti sui cuscini sotto il portico.
Ranma, Miu e Kenichi stavano invece al centro del prato, concentratissimi.
Fu Hayato, come al solito, a dare inizio alle danze.
“Iniziate!”


Ma non si saltarono addosso subito.
Kenichi e Miu iniziarono lentamente a camminare in tondo intorno a Ranma, con la guardia alzata, distanti qualche metro l’uno dall’altra.
Il ragazzo col codino doveva a sua volta guardarsi da entrambi, e li seguiva spostandosi lentamente.


Bravi…persino io sono indeciso se prendere l’iniziativa o meno, perché potrebbe essere una trappola…ma credo che aspetterò facciano la prima mossa, giusto per curiosità


Ed infatti la prima mossa non tardò ad arrivare.
Miu fintò un attacco verso l’alto e Kenichi uno verso il basso, poi, simultaneamente, si scambiarono di posizione.


Fu Miu a scagliare con le sue lunghe gambe un calcio a spazzata verso quelle di Ranma, mentre il suo compagno spiccava il volo per attaccare il ragazzo con una ginocchiata volante al viso.


Ranma intercettò d’istinto il ginocchio di Kenichi a mezz’aria con entrambe le mani, ma in questo modo tenne sospeso l’avversario per aria e questi lo iniziò a bersagliare di pugni alla testa esposta.
Contemporaneamente, Miu mutò posizione, scivolò alle spalle di Ranma, che aveva la visuale oscurata, gli colpì il retro delle ginocchia con un calcio e poi iniziò a tempestarlo di pugni ai reni.


I pugni si muovevano a supervelocità, però non erano ancora giunti a bersaglio.
Ranma dovette agire in fretta.
Abbassando di slancio le braccia, spostò Kenichi verso terra di peso, evitando che lo colpisse al viso, ma lasciò esposta la propria testa, avendo le braccia occupate.


Ed in realtà Miu puntava a quello.
Invece che colpirlo coi pugni, gli afferrò il tronco con le mani e fece un salto mortale, portandosi a testa in giù sopra di lui e bersagliandolo, dall’alto verso il basso, con ginocchiate al viso esposto.


“Ooh, bella tattica, nipotina mia…” commentò Hayato, lisciandosi la barba.
“Accidenti! Avevano pianificato fino a questo punto? Kenichi non era l’attaccante, ma l’esca!-si stupì Ryoga-in pratica, era una doppia finta!”


Ma un attimo prima che le ginocchiate raggiungessero la testa di Ranma, questi ebbe un sussulto, fece uno scarto verso l’alto e lanciò Kenichi a peso morto verso il cielo, così che fu lui ad intercettare il colpo di Miu con il busto, facendogli da scudo umano.


“Accidenti! Ranma-san è stato spietato!” commentò Renka.
“Era l’unica cosa che potesse fare in quella situazione-liquidò la cosa Sakaki-ha agito d’istinto”
“Beh, in un certo senso è una testimonianza del lavoro di squadra di Kenichi e Miu-osservò Akisame-l’hanno messo in difficoltà”


Miu rimase sconvolta dell’incidente ed atterrò in piedi mentre Kenichi rovinava al suolo.
Ranma aveva fatto uno scarto all’indietro, per riguadagnare distanza.


“Kenichi! Come stai?! Mi dispiace! Io…”
“Ahia, che male…LO SO! Lasciami stare, sto bene…” aggiunse il ragazzo tenendosi il fianco e rimettendosi faticosamente in piedi senza però accettare la mano tesa della ragazza.
Quel dettaglio fece alzare un sopracciglio un po’ a tutti.


“Ehi, Kenichi! Tutto a posto? Scusami, ma non ho avuto scelta” si informò Ranma.
“Ci vuole ben altro!-Commentò il Discepolo Più Forte della Storia-comunque sono contento che tu ammetta già di essere in difficoltà, perché abbiamo appena cominciato”
“Ohoh, stai finalmente tirando fuori le zanne anche tu. E’ una cosa rara…”
“NON NE HAI IDEA!”



“Kenichi, ce la fai?”
“Non ti preoccupare, Miu, proseguiamo con lo schema n°2”
“S-sì” confermò la ragazza, un po’ dubbiosa.


Kenichi e Miu si lanciarono all’attacco.
Stavolta, invece che da direzioni opposte, erano fianco a fianco.
Inoltre, Ranma si rese conto, eseguivano esattamente le stesse mosse!


Pugno destro, poi calcio frontale sinistro, poi pugno sinistro, poi ginocchiata destra.
Esattamente le stesse!
Ma così era molto più difficile pararle!


E nel farlo, Ranma rimaneva per forza esposto all’attacco successivo!
Per giunta, iniziarono a mettere di proposito un piccolo scarto temporale: prima uno dei due attaccava più lentamente e l’altro più rapidamente, poi il contrario!


Così, Ranma, che si aspettava ormai gli attacchi simultanei, non riusciva a pararli perfettamente, ed alcuni colpi superavano la sua guardia, costringendolo ad arretrare.
Bell’idea! Ma adesso tocca a me! E’ inutile stare sulla difensiva!


<< VERSIONE MODIFICATA DELLA TECNICA DELLE CASTAGNE! >>


Ma nel caricare, come faceva sempre, i pugni al fianco prima di far esplodere la tecnica, Ranma annunciò la sua intenzione.


Kenichi e Miu sembravano aspettarsi quella reazione, perciò fecero in tempo a lanciarsi a terra, Kenichi alla propria sinistra (la destra di Ranma) e Miu alla propria destra (viceversa) lasciando che i pugni dell’avversario colpissero il vuoto dove si trovavano poco prima.


Come? L’hanno schivata? Ma come facevano a…?
Eheh, Ranma…cosa credi? Ci siamo preparati, questa volta” pensò Kenichi


[UNA SETTIMANA PRIMA.
“Ryoga, io…devo chiederti un favore. Tu hai affrontato spesso Ranma. Avresti, per caso…qualche dritta da darmi?”]


Ryoga ha detto che spesso Ranma usa la Tecnica delle Castagne quando è in difficoltà e che inoltre si riconosce quando sta per farlo da come carica i pugni. E’ proprio così


Fulminei, Kenichi e Miu cambiarono posizione e, da pancia a terra che avevano, si girarono sulla schiena e si fiondarono sulle gambe di Ranma, intrappolandole con le proprie, a forbice: Kenichi bloccò la destra e Miu la sinistra.


Ranma, stando in piedi, non poteva muoversi, né raggiungerli con le braccia mentre stavano praticamente seduti a terra.
“APA! Che bella idea hanno avuto!”
“Sì, bisogna dire che stanno mostrando un ottimo lavoro di squadra” confermò Kensei.


Miu e Kenichi passarono al punto successivo che era colpire Ranma ai fianchi, uno ciascuno, con dei pugni dal basso all’alto.
Ancora una volta, il ragazzo col codino si ritrovò spaesato, ma venne salvato dai suoi riflessi.


Si abbassò di colpo, piegando le ginocchia quanto possibile (anche se non poteva muovere le gambe) e si coprì i fianchi con le braccia piegate, così che i pugni dei due ragazzi, invece che al tronco sotto le costole, lo colpirono sugli avambracci.
“Non male-ammise Mousse-ma è sempre sulla difensiva”


Ranma capì che non poteva lasciare loro l’iniziativa, allargò le braccia verso i suoi avversari ed aprì le mani.
Non arrivava abbastanza vicino a sfiorare i loro visi, perché vedendolo avevano scartato all’indietro, mantenendo però salda la loro presa sulle sue gambe.
Ma nei palmi di Ranma cominciarono a roteare due sfere di energia azzurrina che fecero sudare freddo i due ragazzi.


“Come? Non vorrà colpirli in viso con la versione inferiore del Moko Takabisha!” esclamò Ryoga.


Miu e Kenichi, interdetti per un secondo, sciolsero la presa e si lanciarono via, con delle capriole all’indietro.
Ranma, di nuovo con le gambe libere, si abbassò verso terra e colpì il suolo con le due sfere di energia.


Piccole esplosioni di terra andarono addosso ai ragazzi e sollevarono una nuvola di polvere che coprì il campo di battaglia.
Tutti e tre erano oscurati alla vista del pubblico.


Sakaki sogghignava come un lupo.
“Ovviamente non voleva colpirli…ha usato quella tecnica come diversivo, come ha fatto con me: per liberarsi dalla presa e per rendere loro più difficile il lavoro”
“Miu e Kenichi puntavano ad influenzare le reazioni di Ranma per farlo finire dove volevano loro-spiegò Akisame-ma è un gioco al quale si può giocare in due”
“Ora, Ranma…vuole…approfittare…della mancanza di…visuale?” domandò Shigure.


Infatti, la nuvoletta di polvere non si era ancora posata, ma gli spettatori sapevano che i contendenti si trovavano lì dentro.
Ranma si muoveva al buio come un gatto ed era un incubo non sapere da dove avrebbe attaccato.


“Accidenti! Non vedo niente!” protestò Kenichi.
Intanto, intorno a loro, si udivano degli swiish, che testimoniavano come Ranma cambiasse posizione rapidamente, per non farsi individuare.
“Concentrati, Kenichi! Usa gli altri sensi e non la vista”


Ranma iniziava però a fare delle finte per non farsi individuare.
Miu si mise a quattro zampe ed iniziò a ruotare su sé stessa, tirando calci in ogni direzione, applicando le mosse di Silat: anche se fosse stata attaccata, l’avversario sarebbe rimasto coinvolto nel contrattacco.


Così fu Kenichi a venire colpito da Ranma con un calcio alla schiena e sbalzato a terra, fuori dalla nuvoletta di polvere, che presto si dissolse.


Ranma e Miu si fronteggiarono.
“Siamo rimasti noi due” le disse, in tono di sfida il ragazzo col codino.
“Tsk! Se pensi che sia rimasta quella di otto mesi fa…od anche solo di tre mesi fa…TI SBAGLI DI GROSSO!”



E scattò all’attacco.
Quei due erano identici.
Non importava quale rapporto avessero, quando si trattava di combattere, tutto veniva messo da parte. Contava solo il loro orgoglio di praticanti.
Ma a Miu risultava facile: non voleva per davvero essere sottovalutata.


Una raffica di colpi rapidi, potenti, ma molto ragionati si abbatté su Ranma, che li parò tutti, ma dovette impegnarsi per farlo.
Calci alti, pugni, ginocchiate, colpi di avambraccio, dati con il giusto tempismo per non lasciargli tregua ed evitare contrattacchi.


“Sei migliorata…te lo concedo” commentò con una smorfia soddisfatta.
“E non hai ancora visto niente”


Ranma notò che Miu stava aumentando il ritmo come se si stesse potenziando col Ki, durante il combattimento.
Ha imparato a fare una cosa simile?


“Ma cosa succederebbe se io passassi al contrattacco?”
Miu gli sferrò un calcio alto che Ranma parò con l’avambraccio nello stesso momento in cui la colpiva-per non farle troppo male-col palmo della mano destra allo stomaco.
Ma si accorse che la ragazza l’aveva simultaneamente colpito col gomito sinistro al braccio che aveva usato per attaccare: si aspettava quella mossa e voleva danneggiargli il braccio destro.
Solo che l’onda d’urto dell’impatto del palmo la sbalzò via comunque.


Ranma si massaggiò un po’ l’avambraccio.
“Buona idea, ma non basterà”
“Farò tutto quello che è necessario per vincere-dichiarò lei, competitiva, rialzandosi in piedi-anche sfidarti sul tuo stesso terreno”
E spiccò un balzo verso di lui.
Ranma fece altrettanto, ed in breve entrambi esplosero in una raffica di calci volanti l’uno contro l’altra, restando sospesi per aria.


“Ooh, Miu riesce a tenergli testa combattendo in aria!” si stupì Renka.
“Certo, è naturale-dichiarò Hayato-anche lo stile Furinji e le tecniche dei Kuremisago comprendono molte manovre aeree”
Piuttosto, mia nipote non può comunque vincere così, ma credo che lo sappia. Deve trattarsi di una strategia…


Infatti Kenichi, di cattivo umore, si rimise in piedi e si preparò, piegando le gambe come una molla, per poi slanciarsi in un calcio verso l’alto.
<< KOROI NUKI! >>


Che Cosa? Era una trappola anche questa?
Miu gli fece una linguaccia, impertinente.


Si era ricordata del suo avvertimento di mesi prima, che combattendo a mezz’aria ci si espone a contrattacchi dal basso.
Per evitare Kenichi, che gli stava volando addosso come un missile, Ranma fece una cosa semplicissima: smise di attaccare Miu.
In questo modo, la magia della forza centrifuga che gli permetteva di stare sospeso in aria finché attaccava, si esaurì, ed egli cadde a terra a peso morto, mentre Kenichi oltrepassava di slancio il punto dove si era trovato fino ad un attimo prima.


Tutti e tre atterrarono al suolo in piedi.
I due ragazzi erano determinati, e cominciarono a corrergli contro.


Ad un certo punto, Miu si sovrappose a Kenichi, coprendolo alla visuale di Ranma, poi fece un salto a mezz’aria e piegò le gambe, tenendo i piedi uniti: Kenichi sollevò la gamba ed appoggiò il suo piede ai suoi, poi sferrò una sorta di calcio laterale, proiettandola in avanti come un razzo.


Miu aveva le braccia incrociate davanti al viso e centrò Ranma in pieno stomaco (oltre ad essere stato colto impreparato dalla strategia e dall’accelerazione, istintivamente non voleva colpirla in viso e lei, che lo sapeva, ne approfittò), facendolo piegare in due.


Ma il ragazzo col codino immaginava che la strategia non si esaurisse lì.
Afferrò Miu con le braccia e la gettò a terra, alla sua sinistra, per evitare che gli coprisse la visuale.
E fece bene, perché Kenichi stava avanzando col pugno esteso, girando tutto il corpo nel tirare un pugno.
<< MUBYOSHI! >>


Ranma si voltò di lato con una mezza piroetta e vide il suo pugno scorrergli di fianco ed oltrepassarlo senza danni, come al rallentatore, facendogli solo uno sbrego nel camiciotto.
Ci è mancato poco…


“Mi spiace Kenichi, ma finisce qui”
Nell’avanzare senza trovare resistenza, il Discepolo era infatti slanciato in avanti e non poteva evitare attacchi dalla propria destra, dove si trovava Ranma, il quale, mentre gli passava di fianco, alzò l’avambraccio destro per colpirlo al volto.


“NO!”
Miu, rialzatasi, alle spalle di Ranma, tirò un calcio alto al suo braccio destro, spostandolo più un alto del volto di Kenichi, che esaurì lo slancio oltrepassandolo senza danni.


Poi Miu colpì Ranma con una gomitata sinistra, alla nuca.
Kenichi intuì la possibilità, si acquattò a terra e tirò un calcio all’indietro, col tallone, colpendo Ranma allo stomaco.


Il ragazzo col codino era perciò piegato in avanti e Miu fece un salto con capriola, afferrandogli la testa tra le mani e, nell’atterrare, lo proiettò, obbligandolo a fare una capriola in avanti a sua volta e schiantandolo a terra di schiena.


Kenichi, a quattro zampe, gli tirò un altro calcio che Ranma parò, non potendosi però rialzare, per farlo, mentre Miu spiccava ancora una volta il volo per atterrargli sopra, in giravolta, come una trottola.
<< FURINJI KOUHOU YOKU >>


Ma quando ebbe finito di girare su sé stessa, come una ballerina, sotto i suoi talloni c’era solo la voragine che aveva scavato a terra, Ranma era sparito.
Non lo aveva preso.


Stava invece in piedi a cinque metri da loro, le mani sui fianchi ed un ghigno soddisfatto.
Stava battendo le mani.


“Sono fiero di voi-dichiarò-ma quelli sono gli ultimi colpi che riuscirete ad infliggermi oggi. E’ una promessa”
“Kenichi…”
“Sì”


Ed entrambi fecero esplodere i loro Ki al massimo della potenza, iniziando a rifulgere, Miu di fiamme arancioni, Kenichi di una luce azzurrina, mentre i suoi occhi sembravano scrutare lontano, nello spazio…stava usando il Ryusui Seikuken.


Sono davvero in gamba-pensò Ryoga-anche se Ranma si sta divertendo ad osservare la loro crescita, è indubbio che abbiano un ottimo lavoro di squadra.
Forse ho sbagliato del tutto valutazione. Se non andassero d’accordo, non potrebbero collaborare così bene


I due ragazzi si scagliarono addosso a Ranma, Miu dalla sua sinistra e Kenichi dalla sua destra ed iniziarono a tempestarlo di colpi.
Il ragazzo col codino doveva usare entrambe le braccia e le gambe per parare simultaneamente, come gli aveva insegnato l’Anziano, e muoversi in modo impercettibile per continuare ad averli entrambi di fronte ed evitare che uno dei due gli finisse alle spalle.


Ranma riesce a contrastarli entrambi mentre vanno al massimo della potenza-osservò Mousse-del resto, la forza di uno che ha affrontato Sakaki al 60% non poteva essere tutta qui


Ma la situazione non era così semplice.
Il Ryusui Seikuken aveva un’altra caratteristica: in quello stato, l’utilizzatore poteva guardare l’avversario negli occhi e sincronizzarsi col suo respiro per prevederne le mosse.
Ma questo aveva come effetto collaterale quello di fare qualcosa di molto simile a leggergli nella mente.
Ed a Kenichi non piacque quello che vide nella mente di Ranma.


Stava pensando che la forza di Miu lo eccitava un po’.


Il ragazzo col codino, ignaro della violazione della sua privacy, aveva iniziato a potenziarsi col Ki, lentamente ma costantemente, per tenere il passo con i suoi avversari.
E sembrava provarci gusto.
Miu era giusto un pochino più potente.
Ma Kenichi aveva una difesa migliore.


Inesorabilmente, costrinsero l’avversario a stare sulla difensiva mentre si spostavano, fino a quando Miu non fu di nuovo alle sue spalle e Kenichi di fronte.
“Certo, la loro strategia è chiara-dichiarò Renka-hanno capito che Kenichi è più bravo nel difendere e Miu è più forte nell’attaccare ed inoltre Ranma lo sa.
Quindi, prima l’hanno sorpreso facendo l’opposto di quanto si aspettasse, cioè usando Miu come diversivo per permettere a Kenichi di colpire.
Ed ora che sono al massimo della potenza sono tornati alla tattica base: sarà Kenichi a tenerlo impegnato mentre Miu prova a stenderlo al massimo della potenza.
Attaccare alle spalle sembra una strategia semplice, ma funziona, specie contro un Maestro: anche se Ranma può difendersi dai punti ciechi col Sesto Senso, Kenichi ne prevede le mosse col Ryusui Seikuken e può orientare i suoi attacchi per tenerlo impegnato e Miu può attaccarlo proprio nei punti rimasti giocoforza scoperti.
Ce la possono fare!”


“In effetti, è un piano eccellente” ammise Mousse
Avevo sbagliato a calcolare il loro livello?


“Sì, i nostri Allievi sono molto bravi, però…” iniziò Hayato.


“Però, se fosse così facile-finì Akisame-avremmo sbagliato a proclamare Ranma Maestro”


Il ragazzo col codino osservava Kenichi, che gli teneva gli occhi fissi nei suoi con un sorriso beffardo.


Stava facendo una fatica del diavolo a parare tutti i colpi, ma si stava divertendo un mondo.
Però non rinunciava a provocare gli avversari, che era la sua specialità.


“Umpf, Kenichi, non sapevo che il Ryusui Seikuken permettesse di leggere nella mente degli avversari”
“Ed invece ora vedrai che questo sarà il particolare che ti porterà alla sconfitta”
“Uhm…no, non è vero, ho mentito. Lo sapevo eccome”


“Eeh?”
“Ed è per questo motivo che è una tecnica tanto difficile da imparare, almeno per me.
Forse tu che sei per natura più empatico ci riesci meglio”.


“Che cosa…non vorrai dire che…”
L’Anziano l’ha insegnata solo a me. E’ una prova della sua fiducia. Non l’ha insegnata neppure a suo figlio Saiga.


Miu si preparò, iniziando a saltare per aria per tirare un triplo calcio in giravolta contro Ranma: uno alle gambe, uno alla schiena, uno alla nuca.


Tutti gli eventi successivi avvennero in una frazione di secondo.


Non può averti insegnato questa tecnica.
Lei e’ mia.
Tu…non puoi portarmela via!


“Uhm…Ranma sta eseguendo una delle sue tattiche più pericolose. L’attacco psicologico” notò Kensei.


“E su…Kenichi, questo…è…particolarmente…efficace” concluse Shigure.


“Sai, Kenichi, ti regalo un consiglio-disse Ranma, sardonico-è un proverbio: Lo stratega affoga nella sua stessa strategia.
Bravi voi ad influenzare le mie mosse, ma…non avete pensato che se lo fate…anch’io capisco cosa volete fare?”


COSA?


“Ad esempio, se mi obblighi a parare alto è per farmi mantenere il busto eretto…Miu sta per attaccarmi alla nuca, non è così? A volte, bisogna…”


Mentre Miu sferrava il calcio in giravolta alla nuca, Ranma fece una mossa che non era da lui: si abbassò in avanti di slancio, colpendo Kenichi con una testata al volto e facendo sì che il tallone della ragazza ferisse solo l’aria dove si trovava poco prima.


“…improvvisare!” concluse il ragazzo col codino.


“Che cosa? Sembra…il genere di cosa che farei io!” esclamò Ryoga.


In contemporanea, Ranma allungò una gamba all’indietro, alla cieca, e tirò un calcio a Miu, che si trovava sospesa a mezz’aria, colpendola in pieno nello stomaco e facendola volare in una parabola di una decina di metri, rovinando pesantemente a terra. La ragazza accusò il colpo.


“Uhm…il ragazzo contro di me ha imparato ad usare la strategia-osservò Sakaki-e contro di loro, che la usano a propria volta, sta affinando invece l’arte dell’improvvisazione, che è il concetto opposto”


“Entrambi sono infatti strumenti utili ad un buon guerriero” confermò Hayato.


Kenichi era sconvolto, aveva del sangue sulla fronte ed era scosso dai danni subiti da Miu.


“Tu…tu l’hai ferita!” ringhiò.
“Cosa c’è, vuoi metterti a frignare, ora?-lo rimbeccò il suo avversario-Miu è anche amica mia, e le voglio bene…ma, a differenza tua, io la rispetto come guerriera…e so che le farebbe molto più male se ci andassi piano con lei perché è una ragazza…anche se nemmeno a me piace granché colpire le donne.
Pensavo che ormai l’avessi capito”


Ah sì? Tu le vorresti bene? Tu la rispetteresti più di me? La conosceresti meglio?
Solo perché…solo perché…


Il ragazzo rivedeva di continuo nella sua mente quella scena.


“Kenichi sta perdendo la calma-osservò Akisame, alzando un sopracciglio-è una cosa insolita per lui, ed anche controproducente, in quanto combattente Sei”


“RANMAAAAAA!”


Il Discepolo Più Forte della Storia si scagliò all’attacco.
I colpi erano dati con furia, ma minor precisione.
Ranma li parò tutti, ma parve stupito della reazione del suo amico.


“Woah, calmati, Kenichi! Non intendevo offenderti! Mantieni la calma, altrimenti il tuo Seikuken…”


“NON VOGLIO CONSIGLI DA TE!”


“D’accordo!”
Ranma tirò un calcio frontale nello stomaco di Kenichi che gli spezzò il fiato e lo fece piagare in due dal dolore, tenendosi la pancia con entrambe le braccia.


Spietato…” rifletté Renka, con una gocciolona che le scendeva sulla tempia.
“Non ci si distrae in combattimento” sembrò leggerle nel pensiero Sakaki.


Ma in quella, una furia selvaggia ricomparve dal lato opposto del prato.
Miu spiccò un balzo rapidissimo e tirò a Ranma dei calci in volo, che il ragazzo col codino, voltantosi di scatto, parò con gli avambracci.


Kenichi si riprese.
“Kenichi, finiamo questa storia” dichiarò la ragazza.
“S-sì” fece lui, rialzandosi.


In breve, ricominciarono ad attaccarlo entrambi con raffiche di pugni e calci, ma Ranma, attingendo a sua volta al proprio Ki del Sei, parava tutti i colpi, voltandosi istantaneamente da una parte e dall’altra.


C’era qualcosa che non andava.
“Kenichi…non è concentrato-notò Kuno-è fin troppo intenzionato a vincere. Come contro di me, l’altro giorno…”
Mousse aggrottò la fronte.


Kenichi infatti si coordinava peggio di prima, perciò, di una combinazione di calci alti, tirati da Miu a Ranma e schivati rapidamente, un paio se li prese invece in faccia lui.


“Kenichi!”
“Sto bene!” e per ribadire il concetto, tirò un calcio basso di Thai per spazzare la gamba di Ranma.


Questi la sollevò e fu Miu, dall’altra parte, a venire colpita alla gamba d’appoggio, rovinando a terra, dolorante.
“Miu!”


“Non è niente, concentrati!” e tirò da terra un calcio con l’altra gamba al fianco di Ranma, che lo evitò spiccando un balzo e tirando a sua volta un calcio in aria a Kenichi, che lo parò incrociando gli avambracci, ma venendo sbalzato indietro per la forza del colpo.


C’è decisamente qualcosa che non va…da quando Kenichi e Miu sono coordinati così male? Eppure, fino a poco fa…anzi, praticamente da sempre…
Hayato non era l’unico a domandarselo.


Ranma atterrò in piedi, avendo guadagnato spazio.
“Ragazzi, va tutto bene?”
“NON TI IMPICCIARE!”


Miu scartò rapidamente in avanti e puntò con entrambi i pugni ai reni di Ranma
Sta andando tutto a rotoli, e non capisco perché, ma forse posso ancora…


<< FURINJI AWASE TSUBUTE! >>
Ranma, d’istinto, mise le mani all’indietro per parare, bloccando le nocche di Miu nei propri palmi.
Ma così aveva lasciato scoperto il busto.


“KENICHI! ORA!”
Il ragazzo si slanciò in avanti col suo pugno più potente, rifulgendo di Ki in tutto il corpo.
<< RYUSUI MUBYOSHI! >>


Ranma ebbe una frazione di secondo per decidere.
Abituato da sempre a schivare, e riconoscendo la tecnica come pericolosa, scartò di lato.
Kenichi ancora una volta non lo colpì per un soffio.


Ma colpì ciò che si trovava dietro di lui sino ad un attimo prima.


Miu venne centrata in pieno dal Mubyoshi, il Ki del Sei le attraversò il corpo come una scarica elettrica.


I suoi occhi divennero per un attimo bianchi.


E crollò a terra immobile.

◊◊◊◊◊


 


 

Nota dell'Autore:

In questi ultimi capitoli sono cattivello. Ma non vi preoccupate: nei prossimi sarà anche PEGGIO. 


Gli eventi degli ultimi tempi non potevano non aver lasciato degli strascichi. Kenichi è tormentato dalla gelosia, la sua mente non riesce a lavorare in modo razionale


E' un capitolo con un sacco di legnate. Ranma vs Ryoga non era uno scontro previsto all'inizio, ma poi mi è venuta voglia di buttarcelo dentro.


Invece non avevo più ripreso i risultati degli scontri programmati tra i vari allievi e tra gli allievi e Ranma, sarebbe venuto troppo lungo.
Però qui era necessario avere un focus. La situazione è precipitata, per un banale incidente.


Ed ora che cosa succederà?


Legenda


Kanto*: la regione in cui si trova Tokyo


Marzo**: come spiegato anche nel capitolo precedente, l’anno scolastico in Giappone inizia in Aprile e finisce in Marzo. Kenichi, Miu e Renka frequentano l’ultimo anno delle superiori, quindi si sono appena diplomati


***: in caso ve lo stiate chiedendo, Kisara ha un anno più di Kenichi e Miu e come detto nel capitolo 17, stava studiando da mesi per passare l’esame di ingresso.
Gli esami d’ingresso alle università giapponesi sono terribili e la maggior parte degli studenti deve ripeterli più volte.
Quindi non c’è nulla di strano che lei inizi le lezioni quasi un anno dopo il diploma e nello stesso periodo Kenichi inizi a studiare per il suo esame


Shinken Shirahadori****: per l’appunto, la tecnica con la quale si blocca una lama stringendola dai lati con i palmi delle mani, a “preghiera”. Viene usata spesso nel precedente manga della Takahashi, Lamù, da Ataru Moroboshi nelle sue baruffe con Shutaro Mendo


Powerbomb (5*): mossa di pro wrestling


Hurracanrana (6*): mossa di pro wrestling (lucha libre)



 

Mini-Guida per il manga di Kenichi:

Dou: il modo di combattere sfruttando le proprie emozioni e facendo esplodere il Ki all’esterno. Sakaki, Apachai, Miu, Ryoga, Kuno e Kisara usano il Dou


Sei: il modo di combattere sfruttando la calma interiore e la capacità analitica e controllando le emozioni, per trattenere il Ki. Hayato, Akisame, Kensei, Shigure, Kenichi, Ranma e Mousse usano il Sei.


Katsujinken: o Pugno Che Salva, è la filosofia seguita al Ryozampaku, per la quale le arti marziali si usano per il bene, per salvare il prossimo e non per uccidere


Satsujinken: o Pugno Che Uccide, è la filosofia seguita dall’Organizzazione Yami, per la quale le arti marziali si usano per egoismo, profitto personale ed uccidere i nemici
 

   
 
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