spina
Se chiude gli occhi gli sembra di sentire ancora quelle urla, e sulla pelle la sensazione di essersi spaccato in più punti.
“Louis, aspettami.”
“Muoviti, Jamie!”
I ricordi si sovrappongono senza che l’abbia voluto – passato antico e recente sbiadiscono l’uno nell’altro, e a James sembra di non riuscire ad afferrare né l’uno né l’altro, ma solo qualcosa di acuminato conficcato nel petto.
“Quindi adesso non ci parliamo più?”
“Non ci mancheremo, James, tranquillo.”
In lontananza sente il vociferare dei tanti, la scuola palpita di rabbia preoccupazione sgomento, e la sua spina sembra conficcarsi un po’ di più a ogni è grave e ha sofferto e morirà? captati – la memoria ripropone a oltranza immagini da cui vuole fuggire.
“Louis, ritira la sfida.”
“Paura per il tuo amico?”
Per entrambi.
Non gliel’ha detto, non gli ha detto tante cose – e quelle tante cose non dette sono evolute nel peso che ora lo comprime e che forse riuscirà a schiacciarlo del tutto.
Lo merita.
È quello che pensa quando la spina si radica dentro e insanguina tutto.
~
“Non pensare, James, dimentica tutto.”
“Non ci riesco, Lor… non ci riesco.”
NdA: la storia partecipa al gioco La penna fortunata indetta da Mari Lace, PescepallaSia, Shireith e time_wings sul forum Ferisce la penna ed è stata ispirata dal prompt “The price of a memory is the memory of the sorrow it brings.” [Mrs. Potter’s Lullaby, Counting Crows].
L’ambientazione temporale di questo piccolo clic è nei giorni immediatamente successivi al duello di maggio.
Grazie sempre per essere qui. ❤