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Autore: balboa    30/03/2024    0 recensioni
Importante: quello che ho scritto è frutto della fantasia, deliberatamente ispirato a dei fatti reali. Ho deciso di cominciare proprio dall'inizio dell'avventura di Axl Rose, anche da prima che nascesse. Scriverò su come secondo me potrebbe essere andata la sua vita, cercherò di catapultarvi dentro di essa, andando oltre alle solite informazioni che si trovano in Internet. Con ''personaggi-quasi tutti'' non intendo che saranno presenti già Slash, Duff o Steven. Li aggiungerò più in là o in un'altra storia. Intendo invece la famiglia e gli amici. Ok grazie per l'attenzione e buona lettura :D.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axl Rose, Izzy Stradlin, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Novembre 1978

Schiudo gli occhi, vedo i piedi dell'armadio e la polvere accumulata sotto. Sono disteso lungo in terra, con la guancia sulla moquette. Dopo qualche secondo comincio a sentire il classico dolore alla schiena e quel sapore di sangue sulla lingua. Faccio una smorfia, mi fa davvero male cazzo. Per cinque minuti rimango lì fermo senza la forza di alzarmi. Devo essere svenuto, come un bambino, chissà da quanto. Mio padre ci è andato giù pesante. Mi trascino seduto e poi mi tiro su. Il dolore mi dà alla testa ma non piango nemmeno più. Sono svuotato, mi sembra di non provare niente, mi sento un fantoccio. Forse preferisco stare così, alienato, stupido, per affrontare questo schifo di realtà ci vogliono le palle. Forse è che mi sono abituato e per me va bene così, forse è così che dev'essere. Vado al bagno, apro il rubinetto cigolante della vasca. Butto i vestiti sporchi in terra e per sbaglio mi guardo nello specchio annerito. Eccola lì la realtà, eccomi che mi fissò nello specchio. Anzi lo specchio mi fissa, come a dire guardami, mi devi guardare. Eccolo il fantoccio. Quello lì è troppo magro, le costole che sporgono leggermente, il sopracciglio tagliato col sangue che si è incrostato sulla tempia. Non me n'ero nemmeno accorto. Il gomito appuntito e la faccia arrossita, gli occhi pesanti. Odio guardarmi allo specchio nudo, perché preferisco non vedere la mia pelle e il mio corpo di neanche 50 chili e quanto sono debole. D'improvviso mi incazzo e sento la rabbia che non volevo sentire, mi monta dentro come un mostro che stava dormendo poco prima. Di solito la spingo in fondo dentro di me, molto in fondo, perché quando mi arrabbio sto male. Ma è peggio, poi finisco per esplodere. Ogni volta che reprimo la rabbia questa cresce ancora di più, non volendo la sto solo alimentando. D'improvviso mi arrabbio con tutti, con mia madre, con mio padre, con i miei fratelli, sento di odiare tutto il mondo. Cerco di respirare piano ma sto solo accumulando la pressione, sento che sto per tirare un pugno nel muro, nello specchio li a me stesso. Come se questo servisse effettivamente a levare quel dolore. Non lo faccio, stringo i pugni, cerco di pensare a qualche motivo per non farlo ma non ne ho neanche uno. Dovrei trovarlo io? Vorrei solo cancellare quella immagine lì, odio anche quella. Mi sento così impotente, non funzionante, mi sento guasto. Mi appoggio al lavandino continuando a guardare il tipo che mi fissa lì, ma cosa vuole da me? È messo così male, la sua faccia mi fa paura. Vorrei non essere come lui, solo, abbandonato. Vorrei dire che siamo due persone diverse, che non ho niente a che fare con lui. Magari. Mi fa così rabbia vederlo, perché so che quel riflesso sono io.
Entro nella vasca, l'acqua ormai è tiepida. Rimango lì a pensare finché le mani non raggrinziscono. Ma l'unica cosa che posso pensare è che odio tutto e tutti e voglio restare in questa vasca per sempre. Forse però più di tutti odio me stesso, perché non non so come uscire da questa merda, e non credo di avere le palle per farlo. Mi ripeto solo che niente dura per sempre, neanche la merda, neanche il dolore. Quando l'acqua è fredda e la schiuma è scomparsa esco dalla vasca, non ho alcuna voglia di asciugarmi i capelli, mi vesto solo e scendo in soggiorno. Tra poco torneranno mia madre e mio padre, e probabilmente mio padre si incazzerà perché non ho fatto i compiti o comunque troverà un pretesto eccetera. Forse è la mia ultima mezz'ora di libertà. Guardo il pianoforte, lì sul soppalco. Non suono da un paio di giorni ormai, perché il mio maestro è a casa malato. Mi siedo lì a sfogliare gli spartiti, l'ultimo brano che ho suonato era la nona sonata di Beethoven. È veramente una bella melodia. Rimetto gli spartiti apposto, non ho voglia di suonare di nuovo Beethoven, o Mozart. Mi piacciono altri generi ora, altri stili musicali, come quello dei Queen. Dopo le lezioni, quando il maestro se ne va, voglio sperimentare e stare da solo col pianoforte, suonando la mia musica, ispirata alla Elton John. Da qualche mese mi frullano in testa delle note sparse, che nella mia testa hanno perfettamente senso, ma non ho mai provato a suonarle. Forse perché ho paura che poi non mi piaccia il risultato, forse perché ho paura del giudizio dei miei. Mi decido a provare. Le dita scivolano sui tasti, io mimo con la voce le prime note sperimentali. Provo e riprovo la mia bozza, concentrato. Ecco si ha un senso, mano a mano comincio ad annotare su un foglio le note, pregne del mio dolore, sviscerato e rivoltato, mentre piano piano mi abbandona. Lo prendo, lo tiro fuori, lo intrappolo nella musica, in quel foglio. Lo sento meno forte dentro di me. Mi dimentico della mia vita, siamo solo io e la musica, lontani da tutto. Quello che ne esce è una musica grezza, appena 10 secondi, ma che so che ha il germe di qualcosa di piuttosto buono, se faccio qualche aggiustatina qui e là. Guardo fiero il foglio, pasticciato e pieno di cancellature e e freccette. Fuori piove, piove da tutto il giorno. Ma novembre sta finendo, e prima o poi smetterà anche di piovere.

Ciao a tutti, avevo un po' di nostalgia di questa storia lasciata incompiuta. Non l'ho riletta per molto tempo, perché penso non sia un granché. Però poi mi è venuta voglia di continuarla ed eccomi qui. Vorrei tanto sapere cosa ne pensate, anche se non so se c'è qualcuno che ha ancora piacere di leggerla o si ricorda di quando l'ho pubblicata ormai una vita fa ahah
Chissà quando ci rivedremo, forse a breve forse mai più ahah ma il vostro feedback mi potrebbe aiutare. A presto (forse)
   
 
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