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Autore: C_Totoro    31/03/2024    2 recensioni
Lord Voldemort ha ripreso il proprio corpo e l’Ordine della Fenice è pronto a contrastarlo di nuovo, esattamente come quattordici anni prima. Una nuova minaccia, però, si risveglia nelle terre irlandesi ed è qualcosa che non può essere combattuta né da Silente né da Voldemort: è necessario unire le forze, solo una commistione di Magia Bianca e Magia Nera sarà potente abbastanza. Inizia così una convivenza forzata a Grimmauld Place numero 12, dove nascerà un’amicizia e un’alleanza improbabile: quella tra Molly Weasley e Tom Riddle.
AVVERTIMENTI: è una storia che ho scritto per ridere, pur tentando di rimanere nell’IC il più possibile, con queste premesse è evidente che sia ardua impresa, ed è il motivo per cui ho messo OOC.
Genere: Azione, Commedia, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Molly Weasley, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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“Vedo che avete fatto pace”
Non era una domanda ma una semplice constatazione. La voce di Sirius era sarcastica e velenosa, come quando da ragazzino rispondeva a zia Walburga con il solo obiettivo di farla infuriare e reagire. Bellatrix decise di non dare nessuna soddisfazione al cugino, decise di ignorarlo: non aveva le forze per potersi perdere in un litigio con lui. Si sentiva svuotata, aveva passato una vita a rincorrere un uomo irraggiungibile e proprio quando era riuscita a raggiungerlo lo aveva sbranato, lasciato sanguinante e infuriato.
Non avrebbe mai più potuto riconquistarlo. Non allo stesso modo.
Ti amo, vi amo.
In risposta solo il vuoto del silenzio… ma alla fine, forse che anche il silenzio stesso non parla?
E tutto sommato, voleva davvero ritornare ad avere la stessa relazione di prima con lui? Il fatto che si stesse creando qualcosa di diverso non implicava qualcosa di meno importante, di meno potente… meno passionale… la serata di prima, era stata intensa, ben più intensa di molte sessioni di sadomaso avute con lui in passato, anche prima della caduta dopo l’attacco ai Potter.
“Non hai nulla da dire, signorina Black?” incalzò Sirius, dispettoso.
Bellatrix inspirò bruscamente dal naso, cercando di mantenere il controllo, perché altrimenti avrebbe messo mano alla bacchetta e avrebbe ucciso il cugino senza pensarci due volte. Tutto sommato, che utilità aveva Sirius quando era stato cancellato dall’albero dei Black? Perché non ucciderlo, farlo fuori e levarlo dai giochi definitivamente? Forse solo Potter lo avrebbe pianto, e a chi importava di quello che provava Harry Potter? Avrebbe ucciso anche lui, così sarebbero potuti tutti essere felici all’altro mondo, insieme per sempre: il pargolo, i genitori e il padrino. S’immaginò inginocchiata di fronte al Signore Oscuro mentre glielo annunciava, mentre annunciava di aver ucciso tutti coloro che lo infastidivano, forse, a quel punto, l’avrebbe perdonata… Forse, a quel punto, sarebbero potuti ritornare insieme e uniti…
“Com’è scopare con un Mezzosangue, Bella?”
“Com’è farsi le seghe in camera mentre si piange per gli amichetti morti?” rispose Bellatrix incapace di trattenersi oltre. E al diavolo tutte le buone intenzioni. Se quello era il gioco che voleva giocare il cugino, lei non si sarebbe tirata indietro. Cosa credeva, di essere l’unico ad avere dardi da lanciare? Credeva davvero di poter essere più cattivo e spietato di lei? Che idiota. Non gli avrebbe dato pace, sapeva come colpirlo e non avrebbe esitato oltre a farlo. Anzi, più lo vedeva soffrire, più la propria vitalità aumentava: solo così lei si sentiva realmente viva, era la sofferenza degli altri a darle forza, la sofferenza degli altri le faceva dimenticare la propria.
Sirius storse la bocca, colpito al cuore da quell’affermazione. La sua vita era stata stroncata per un reato che non aveva commesso, aveva perso i suoi amici e ora era lì… lì con quell’assassina psicolabile di sua cugina. Non poteva uscire, non poteva conoscere persone, non poteva vivere mentre Bellatrix si trastullava con il suo amante. Come poteva essere giusto tutto quello? Come poteva Silente permetterlo? Sirius ringhiò inferocito da tutti quei pensieri, fece per alzarsi in piedi ma Andromeda lo bloccò.
“Lascia perdere”
Lascia perdere? Hai sentito quello che ha detto?”
“Tu smettila di pungolarla, no? Cerca di comportarti da adulto, Sirius, non hai più dodici anni”
In cucina cadde il silenzio, Bellatrix riprese a fissare con fare corrucciato la sua tazza di tè, lasciando perdere il cugino e abbandonando quell’insulso battibecco.
Cosa ne sarebbe stato di lei?
Bella non ne aveva idea. Non riusciva a smettere di pensare alla sera precedente, non riusciva a smettere di pensare a Tom Riddle e al Signore Oscuro. Non riusciva a decidere che cosa preferisse, se stare con Tom e avere più “potere” o essere la sottomessa del suo Padrone come sempre…
Perché dovrei scegliere? Si chiese Bella sorridendo tra sé e sé, perché non potrei avere entrambi? Lei era Bellatrix Black e aveva diritto non solo a desiderare qualsiasi cosa le passasse per la testa, ma anche a ottenere tutto ciò che voleva. Poteva avere tutto e di più, niente e nessuno avrebbero potuto fermarla dall’ottenere le cose che desiderava.
Cercò di mettere a tacere quella parte di cervello che le ricordava dell’impurità di Tom Riddle: era qualcosa di collaterale e di marginale, niente che avesse tutta quella importanza. Sirius non capiva, Druella non capiva… nessuno poteva capire chi fosse davvero Tom Riddle, il Signore Oscuro… Lord Voldemort. Non doveva giustificarsi con nessuno. Certo, recuperare il rapporto con il Signore Oscuro era in salita ma non impossibile… non impossibile… altrimenti lui si sarebbe sottratto a lei. Invece… invece l’aveva lasciata comandare, per una volta, l’aveva lasciata seguire il suo istinto, si era lasciato mordere, graffiare… e poi, tutto era di nuovo cambiato, non mi fido… così le aveva detto… non si fidava…
Bellatrix indurì la mascella. Si sentiva il cervello scoppiare, la sua anima dilaniata, non capiva neanche più lei che cosa stesse provando. Come poteva riaverlo, come poteva rimediare al disastro che aveva compiuto…
Io lo amo così tanto, tutto, nel complesso… e per lui invece sono solo una nota a piè pagina, di quelle che neanche si ha voglia di leggere…
“Bene” sospirò Molly Weasley entrando trafelata in cucina e sedendosi a tavola con la schiena dritta “Sono pronta” annuì sistemandosi il mantello con fare nervoso “Sì, prontissima. Non succederà nulla, non ho nulla da temere… no? Insomma, sono con Silente e con Tom… cosa potrebbe andare storto?”
Bella le scoccò un’occhiataccia e notò che non portava la sua solita veste sciatta, ma una veste più larga che non le avrebbe impedito di muoversi come desiderava. Le venne da ridere al pensiero che quella sciacquetta pensasse che un cambio di veste potesse fare la differenza: una parte di lei desiderava che i Druidi fuoriuscissero e sbudellassero la Weasley, solo per dimostrarle che non bastava atteggiarsi da strega per esserlo. Si ricordò di tutti gli anni che lei aveva passato a praticare la magia, le Arti Oscure, donando tutto di sé, anima e corpo. Davvero Molly Weasley credeva di poter competere? Di avere una chance? Dopo che aveva donato la sua vita a sfornare figli e torte? Poi, però, la prese un senso di sconforto: il Signore Oscuro continuava a preferire di essere accompagnato da una sguattera buona solo a cucinare piuttosto che da una vera strega oscura. Una vera strega oscura che lui stesso aveva addestrato! Con la quale aveva un legame profondo, ben più profondo di quanto chiunque potesse immaginare, perché non era legato da un sentimento, non era legato al sesso… era stato forgiato nella magia e nulla aveva la stessa potenza di qualcosa che si basava sulla magia, sui rituali… sull’oscurità.
“Ma certo, andrà tutto bene” disse Andromeda chinandosi su Molly e sfiorandole una spalla per rassicurarla “Non hai nulla da temere: si tratta solo di far recuperare i ricordi a Tom”
Una parte di Bella aveva sperato, desiderato, che dopo quel riavvicinamento (fisico) il Signore Oscuro si sarebbe ricreduto e avrebbe chiesto a lei di andare… perché anche lui doveva sapere che era la scelta più… saggia, giusta… normale, sensata. Quanto doveva averlo deluso, ferito, per mettere a rischio una missione di quel tipo? Per mettere a rischio la sua stessa vita?
Non vuole farsi vedere debole da me… perché ha paura io mi possa approfittare di lui.
Lo conosceva fin troppo bene per non comprendere cosa la sua mente gli stava dicendo… lei lo comprendeva meglio di quanto non facesse lui stesso.
“Dubito tu possa avere un’utilità” sibilò Bella sprezzante e velenosa “Potresti rimanere qui e non cambierebbe nulla, credi di essere all’altezza di una cosa del genere?”
Molly si morse le labbra “No” scosse la testa “Non ho mai fatto nulla del genere, non sono quel genere di strega, lo so bene. Ma non…” esitò “Qualsiasi cosa ci sia da fare la farò, non mi tirerò indietro!”
“Non dovrai fare nulla”
Bellatrix si volse di scatto verso la porta nel sentire la voce fredda del suo Padrone. Il suo cuore prese a battere all’impazzata e si sentì avvampare. Lo ricordò sotto di sé, mentre la presenza di Tom Riddle era nella sua testa e nel suo corpo… lo desiderava con tutta sé stessa, con ogni atomo del suo corpo.
“È solo un viaggio di ricognizione, nella speranza che mi tornino i ricordi…”
“Ecco” annuì Andromeda in direzione di Molly “Come dicevo io”
“Sì ma i Druidi possono uscire” ribatté Bellatrix “Sono venuti qua… non bisogna abbassare la guardia”
“Non stiamo abbassando la guardia” la zittì Tom “C’è Silente”
“Ecco. Silente” s’intromise Sirius “Non capisco come possa ancora fidarsi di te, dopo tutto quello che hai fatto” strinse i pugni, lo sguardo fisso su un punto del tavolo come se pensasse che se avesse voltato la testa per guardare Lord Voldemort gli sarebbe saltato alla gola “E ora invischia anche Molly in questa follia”
“Nessuna follia, si tratta di strategia: se riprendessi i ricordi, potrebbe essere possibile capire come sconfiggerli dall’interno, comprendere la loro magia, formare una vera e propria strategia invece di continuare a muoverci a caso. Siamo sempre stati un passo indietro in questa schermaglia ed è arrivato il momento di metterci almeno in pari, se vogliamo avere una chance di vittoria”
“Per quale diamine di motivo hai tenuto tutto nascosto!” Sirius non ne poteva più, non voleva chinare più la testa a tutta quell’insensatezza. Possibile che Lord Voldemort potesse passarla liscia in qualsiasi modo? In qualsiasi modo lui l’aveva sempre vinta? Teneva nascosto di essere stato in contatto con i Druidi e tutti comunque lo perdonavano? Cosa doveva fare quell’essere spregevole per farsi odiare da tutti? Cosa doveva fare per far sì che tutti gli voltassero le spalle e fosse lasciato solo a morire, a marcire? Qualche mese prima tutti lo odiavano, ora Molly era lì a preoccuparsi per la sua incolumità… aveva manipolato tutti… e nessuno sembrava neanche rendersene conto.
“Non lo ricordavo” rispose stizzito Tom “Dovresti sapere come funzionano gli incantesimi di memoria, Black. O eri troppo distratto a Hogwarts?”
“Lo sai da settimane! Smettila di mentire! Tu pensi solo a te stesso, hai fatto tutto solo per poter avere più magia, acquisire altri mezzi che ti avvicinino all’immortalità…” Sirius si alzò in piedi e si avvicinò a Tom “Ma stai certo che ti ucciderò. Vendicherò James. Vendicherò Lily. Vendicherò Harry, la vita che gli hai tolto!”
Tom inclinò il capo di lato soppesando Sirius poi gli fece un sorriso serafico “Sono qui, Black, non trattenerti”
Sirius emise un ringhio, esasperato, fece un movimento ma lo schiocco della materializzazione lo bloccò.
“Interrompiamo qualcosa?”
Sirius grugnì in direzione di Grindelwald e fece qualche passo indietro allontanandosi da Tom. Doveva riprendere la calma: sarebbe arrivato anche il momento di quello, il momento in cui avrebbe avuto la sua vendetta, la sua rivincita. Prima su Bellatrix e poi anche su Voldemort. Non c’erano dubbi su quello.
“No, nulla” Sirius scosse il capo con una smorfia “Spero solo che tutto ciò finisca in fretta”
“L’obiettivo è questo” annuì Silente sfregandosi le mani. Era arrivato il momento di agire, di rimanere focalizzati sull’obiettivo, non potevano permettersi distrazioni, non potevano permettersi di lasciarsi andare e trasportare dai propri sentimenti, dalle proprie simpatie e antipatie.
“Molly, Tom… siete pronti?”
“Sono nato pronto”
Patetico” mormorò Gellert alzando gli occhi al cielo “Albus, posso farti notare, ancora una volta come tutto questo non abbia senso?”
“È l’unica opzione che abbiamo”
“Davvero ti fidi di quest’idiota?”
“No, Gell, non mi fido. Ma non abbiamo altra scelta” la voce di Silente era ferma, non ammetteva repliche.
“Non ti fidi?” chiese Tom inclinando il capo di lato e socchiudendo gli occhi. Cosa avrebbe dovuto dire lui? Lo avevano attaccato dopo che avevano giurato di non alzare bacchetta l’uno contro l’altro! “Pensi che io possa essere in combutta con i Druidi?”
“Penso che saresti capace di qualsiasi cosa, sì” rispose Silente “Ma penso anche che in ogni caso non ci sia migliore scelta di questa. Non abbiamo altro tempo da perdere” sospirò “Ne abbiamo perso fin troppo, il nostro giudizio obnubilato dai nostri moti interiori” annuì “Molly?”
Molly a quel richiamo scattò in piedi come se sulla sedia ci fosse stata una molla. Il suo sguardo guizzò verso Arthur che le fece un mezzo sorriso d’incoraggiamento “Beh… in bocca al lupo, allora” l’abbracciò stretta, il cuore batteva all’impazzata “Mi fido di te, Molly. Lo so che sei una strega con i fiocchi”
Bellatrix guardò quella scena patetica, fece una smorfia, poi si volse verso il suo Padrone.
“Sì… buona fortuna” aggiunse Bellatrix in direzione di Tom. Non pretendeva da lui un abbraccio come quello, non era un uomo dai gesti plateali ma…uno sguardo, un cenno… qualsiasi cosa che le facesse capire che una possibilità c’era, quello sì, lo desiderava con tutta sé stessa. Tom però non le rivolse neanche un’occhiata.
“Non abbiamo bisogno di fortuna” le rispose freddo e sprezzante, “Forza” Tom appoggiò la mano sulla Passaporta seguito subito da Molly e Silente.
“Al… mi raccomando, fate attenzione” disse Gellert facendosi avanti “E tu, chiama Bellatrix tramite il Marchio nel caso ci fossero dei problemi, ok? Noi siamo qui, pronti a raggiungervi… ad agire”
“Dovremmo venire subito” disse a un tratto Bella “Che senso ha…”
“Non è il momento” la interruppe Silente “Uno… Due…”
Bella vide lo sguardo di Tom guizzare verso di lei.
“Tre”
Non fece neanche in tempo a rendersi conto di cosa fosse successo, era un occhiolino quello?
Il gruppetto scomparve, lasciando gli altri indietro, a domandarsi se li avrebbero rivisti rientrare.
 
*
 
Comparvero di nuovo su quella scogliera e il vento li accolse con una forte sferzata.
“Wow” la voce di Molly appena percettibile sopra quel continuo ululare “La magia qui è fortissima!”
Tom alzò gli occhi al cielo pensando quanto quella strega potesse essere inadeguata alla situazione ma, tutto sommato, non c’era stata diversa scelta da quella: non avrebbe voluto Bellatrix accanto a sé per nessun motivo al mondo. C’era già Silente di cui non si fidava… come avrebbe potuto avere un’altra persona da sorvegliare? Da cui farsi vedere forte, indistruttibile?
“Le vibrazioni diventano ogni volta più forti” rispose Silente “Sembra quasi di essere nel centro di un campo magico”
“È eccitante però” commentò Tom socchiudendo gli occhi “Tutta questa magia… la senti, Albus? La senti come ti entra nel corpo, nelle vene? Quanto ancora c’è da sperimentare? Quanto ancora poco sappiamo?”
Molly a quelle parole fece una smorfia: a lei tutto quello la agitava, di certo non la faceva eccitare, no… era solo preoccupata di essersi messa in qualcosa di più grande di lei. Non era mai stata in una situazione di quel tipo.
“Sicuramente le vibrazioni sono interessanti” concordò Silente, la lunga barba bianca sbatacchiava da una parte all’altra “Ma non abbiamo tempo di perderci in romanticismi… Tom, te la senti di iniziare?”
Tom annuì, cercò di concentrarsi, ma non capiva come fosse possibile che il vento fosse così forte. La veste gli si attorcigliava intorno alle gambe e le sferzate che gli colpivano il viso gli facevano lacrimare gli occhi. Era difficile non farsi distrarre.
 “Cerca di concentrarti e capire se riesci a ricordarti qualcosa… la magia… la magia che senti…” lo incalzò Silente “Prova a richiamare i poteri druidici che sono in te… è così che hai iniziato a riprendere i ricordi, giusto? Bisogna riportarti in quelle condizioni”
Tom socchiuse gli occhi e provò a lasciarsi andare, a lasciarsi trasportare dalle sensazioni che quel posto gli dava. Non gli faceva piacere rendersi volubile ai ricordi… a Silente…
“Non pensare a me, Tom” Silente sembrava avergli letto nella mente “Sono qui per aiutarti… e c’è Molly”
“Sì” annuì Molly “Caro, so che ce la puoi fare! Mi fido di te, lo so che in questa circostanza sei dalla nostra parte… non ho dubbi!”
Tom chiuse gli occhi completamente, concentrandosi sul battito del suo cuore, sulla magia che gli scorreva nelle vene. La sentiva, non era sicuro che tutti i maghi fossero come lui… che tutti i maghi potessero percepire la magia proprio come faceva lui. Ma lui la sentiva ovunque, la sentiva pompare nelle vene, nel cuore, nella mente… ovunque… era un tutt’uno con la magia, con la natura…
Una folata di vento più forte gli fece quasi perdere l’equilibrio e cadere carponi per terra sull’erba umida di rugiada…
Tom spalancò gli occhi. Quel ricordo lo aveva colpito in pieno facendogli quasi perdere l’equilibrio e cadere carponi sull’erba umida di rugiada.
Fece qualche passo per mantenere l’equilibrio…
Un’altra folata lo fece balzare in avanti, agitò le braccia per mantenersi in equilibrio…
… ma poi sentì come se qualcosa gli stesse afferrando le caviglie…
Tom sentì prima una stretta al cuore, poi si sentì sprofondare di qualche millimetro. Era incastrato… le sue caviglie bloccate.
“Tom?” Silente lo chiamò, doveva aver capito che qualcosa non andava perché lo sguardo di Tom era venato dal panico “Cosa succede? Ti sei ricordato qualcosa?”
Tom abbassò lo sguardo: i suoi piedi erano sprofondati nel terreno, invisibili alla vista ma li sentiva stretti, come se qualcuno li stesse stringendo, aggrappandocisi, e stesse facendo di tutto per trascinarlo giù.
“Mi stanno prendendo” Tom indicò i propri piedi “Mi stanno portando giù, ad Atlantide”
Relascio!” urlò Silente agitando la bacchetta nel tentativo di liberarlo da quella presa ma tutta la magia druidica che impestava l’aria sembrava essersi accumulata intorno a Tom, impedendo agli incantesimi di Silente di raggiungerlo.
“Caro” Molly era agitata, non sapeva cosa dire o cosa fare perché non si era mai trovata in una situazione di quel tipo. Non era addestrata per salvare le persone, non conosceva gli incantesimi adeguati “Cerca… cerca di rilassarti… di… di rimanere lucido…”
Tom la guardò stralunato, cosa stava blaterando quella stupida? Una nuova fitta lo colpì alla testa, trasportandolo di nuovo lontano…
… Cosa stava succedendo? All’improvviso, si sentiva privato della sua energia magica come se qualcuno gliela stesse risucchiando… e s’inabissava sempre di più… sempre di più…
Il suo cervello era annebbiato più che mai, mentre continuava ad andare giù… sempre più giù…
“È già successo” borbottò a Silente, doveva dirgli quello che ricordava perché forse sarebbe stato utile a salvarlo “Mi è già successo…”
“Tom” lo chiamò Silente “Lascia perdere i ricordi. Non possiamo permetterci di perderti! Se tu vieni catturato…” lasciò la frase in sospeso, perché senza Tom Riddle non avevano modo di creare incantesimi completi, completi di Magia Bianca e Magia Nera. Non esisteva nessuno che potesse immergersi nelle Arti Oscure a quel modo.
“Dobbiamo tirarti fuori di qui!” Silente si volse “Molly mi devi aiutare”
Molly si fece avanti, provando a seguire le istruzioni di Silente, ma lei non… le sembrava tutto senza senso. Cosa ne poteva lei? Non c’era nulla che potesse fare “Dovrebbe esserci Bellatrix qui” mormorò in preda al panico “Lei saprebbe cosa fare, saprebbe come aiutarti”
Bella” borbottò Tom come se all’improvviso fosse tornato lucido. Sì, doveva chiamare Bella… doveva chiamare Bellatrix, la sua migliore luogotenente. Che follia era stata non portarla con sé? Lei… lei era l’unica… Cercò di riunire tutte le sue energie per chiamarla tramite il Marchio Nero, doveva imprimere in quella chiamata tutta l’urgenza, la disperazione. E lei sarebbe arrivata da lui, come aveva sempre fatto, senza esitare neanche mezzo secondo. Lei c’era sempre stata… non lo aveva mai deluso… non lo aveva mai abbandonato…
“Tutto questo è già successo” mormorò Tom di nuovo. La sua lingua impastata, era sprofondato nel terreno fino alle ginocchia e sembrava prossimo al deliquio. Era prosciugato, non si sentiva neanche più magico.
“È già successo… mi hanno già preso una volta…”
Scosse la testa, doveva rimanere lì con Silente e Molly se voleva provare a farsi salvare… senza il suo aiuto non sarebbero mai riusciti a tirarlo fuori di lì.
…“Questo sembra diverso dagli altri”
“Incredibile, vero? A maggior ragione ci serve. Dobbiamo portarlo da Bronwen…”
“Bronwen” urlò Tom all’improvviso spalancando gli occhi. Era come febbricitante, il viso sudato “Mi vogliono portare da Bronwen” provò ad allungarsi per afferrare il braccio di Silente ma quel movimento lo fece sprofondare ancora di qualche centimetro.
Silente smise di provare a fare incantesimi come folgorato “Bron… Bronwen?”
“La conosci?”
“Il nome mi dice qualcosa ma… è tutto confuso…” Albus aggrottò le sopracciglia, anche lui all’improvviso distante. Molly fece andare lo sguardo da Tom, ormai praticamente inglobato nel terreno, ad Albus, in piedi, ma con lo sguardo distante.
“Bronwen?” chiese Molly senza capire “Chi è Bronwen?”
“PADRONE!”
L’urlo di Bellatrix fece sussultare Molly. Si volse appena in tempo per vederla scattare in avanti, verso di loro, seguita a breve di stanza da Gellert Grindelwald.
“Cosa… cosa è successo?”
Bellatrix fece un balzo, lanciandosi verso il punto in cui c’era Tom. Piombò di petto e allungò le braccia appena in tempo per afferrare le punta delle dita del suo Padrone.
“Mio Signore, non vi lascio” ma la sua presa non era abbastanza forte, lottò per qualche secondo, Gellert si unì a lei provando ad afferrare ciò che rimaneva di Tom Riddle ma la magia che lo stava trascinando giù era troppo potente.
“Non vi lascio!” gridò ancora Bellatrix ma le punta delle dita di Tom erano scomparse e il terreno si richiuse non lasciando spazio a niente e a nessuno. Il vento smise di agitarsi, il capo magico sembrò quietarsi, come se i Druidi avessero utilizzato tutta la loro energia per attirare Tom ad Atlantide.
Bellatrix guardò con gli occhi sgranati il punto in cui poco prima c’era stato il Signore Oscuro e ora, davanti a lei, c’era il nulla.
Si trascinò nell’esatto punto in cui Tom era scomparso cercando di capire se ci fosse un varco “MIO SIGNORE!” urlò di nuovo, in prenda al panico, il cuore straziato. La poteva sentire? C’era modo che lui fosse lì sotto e stesse lottando per tornare su, da lei, in superficie? Come aveva potuto deluderlo così? Come aveva potuto non sconfiggere chiunque glielo stesso portando via?
Non c’era più.
Il nulla.
Lo aveva perso di nuovo.
Si sentì come trasportata di nuovo a quattordici anni prima, quando era scomparso dopo l’attentato ai Potter. In preda al panico si alzò la manica della veste ma lì, sul braccio sinistro, il Marchio Nero era scuro come sempre. Anzi, forse di più. Una parte di lei si rilassò, perché se il Marchio era nero e scuro significava che il Signore Oscuro stava bene, aveva tutti i suoi poteri intatti. Lontano da lei, dunque, ma con i suoi poteri, in vita, forte come sempre.
“È tutto colpa tua!” sbottò Bellatrix alzandosi in piedi e puntando il dito contro Molly Weasley “Sei stata inutile, inutile, INUTILE!”
“Io… io…” Molly fece un passo indietro, per la prima volta spaventata da Bellatrix. Non l’aveva mai vista così fuori di sé. Sembrava pazza di dolore. E come poteva darle torto? Era sì colpa sua… era stata inutile… ma lei… lei non era… non aveva mai… cosa avrebbe dovuto fare? Le avevano detto che avrebbe dovuto essere un supporto morale, nient’altro!
“Sì, stupida. TU!”
“Basta, smettila” la richiamò Gellert posando una mano sulla spalla di Bellatrix nel tentativo di farla calmare “Neanche Albus è riuscito a fare qualcosa. Dubito ci saresti riuscita tu”
“Io sarei andata con lui” rispose Bellatrix divincolandosi “Mi sarei aggrappata a lui, mi sarei… NON LO AVREI LASCIATO!” quel senso di impotenza la prese di nuovo. Era come durante la caduta dei Potter, tutti che le dicevano di tranquillizzarsi, che lei comunque non avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi… quanto si sbagliavano! Lei avrebbe fatto qualsiasi cosa, pur di non vederlo scomparire a quel modo… qualsiasi.
“Meglio allora che siamo arrivati tardi” controbatté Gellert “Perché altrimenti, oltre a perdere lui, avremmo perso anche te”.
Bellatrix emise un verso di stizza e si lasciò cadere in ginocchio. Le lacrime le solcavano le guance. Non voleva essere debole, non era il momento di perdere lucidità. Ma cosa poteva fare? Cosa doveva fare?
“Perché hanno preso solo Tom?” domandò Molly con fare incerto. Era bianca, pallida come un cencio “Perché non hanno preso anche Silente?”
“Forse non potevano” rispose Gellert “Forse…” si guardò intorno. Bellatrix era inginocchiata per terra a piangere, Albus era fermo immobile come una statua e l’unica che stava dicendo cose sensate sembrava essere Molly Weasley.
Già, perché non avevano preso anche Albus? Perché non ne stavano approfittando per attaccarli e farli fuori in quel momento di debolezza? L’unica conclusione sensata era che non potevano farlo. Semplicemente quello. Non potevano… forse tutte le energie le avevano utilizzate per Tom..
“Conviene che ce ne andiamo prima che prendano qualcun altro”
“Io non mi muovo di qui” rispose testarda Bellatrix “Credete davvero che me ne possa andare se il mio Signore…”
“Cosa risolvi stando qui a piangere? Dobbiamo…”
“Dobbiamo aprire un varco e scendere anche noi! Evidentemente questo è il punto di accesso ad Atlantide”
“E credi che noi quattro abbiamo una chance contro tutti i Druidi?”
Bellatrix si zittì.
No.
Non avevano chance alcuna.
“Dobbiamo rientrare… e a questo punto ingaggiare qualsiasi mago che se la senta di combattere” Gellert lanciò uno sguardo a Silente che si volse nella sua direzione con fare stanco.
“Mangiamorte compresi… anzi, soprattutto i Mangiamorte… almeno sono abituati a combattere, alle Arti Oscure… Ci servono maghi oscuri che possano controbilanciare la perdita di Lord Voldemort”
“Nessuno può prendere il posto del Signore Oscuro!” scattò su Bellatrix “A nessuno di voi importa di lui”
“No, non me ne importa nulla di lui, amoruccio. Corretto” ringhiò Gellert “Ci ha preso in giro tutti… te compresa… è colpa sua se siamo in questa situazione e tu ancora sei qui a disperarti?”
“Bronwen” mormorò Silente.
Gellert riportò la sua attenzione su Albus.
“Bronwen” ripeté Silente.
“Il nome con la B?” chiese Gellert confuso “È Bronwen?”
Albus annuì “Mi dice qualcosa”
“Anche a me” disse Gellert dopo qualche istante di silenzio “Ma ogni volta che mi avvicino al cosa… mi sfugge…”
“Siamo anche noi vittime dell’incantesimo di memoria?”
“Ma com’è possibile? Io sono sicuro di non essere mai stato in contatto con i Druidi”
Bronwen” disse ancora Silente “Dobbiamo ricordarcelo, ripeterlo”
“Io non ho problemi a ricordarlo” fece Molly “Non ne capisco minimamente il senso, però”
“A me… a me dice qualcosa…” fece Bellatrx “Penso fosse in uno di quei manuali che stavamo traducendo col Signore Oscuro ma… ma… non mi ricordo
“Dobbiamo andarcene” sbottò Gellert “Andarcene e radunare chiunque sappia praticare un minimo di magia. La nostra prima tappa deve essere Azkaban”
“La gente… i Membri dell’Ordine… non saranno mai d’accordo”
“Non importa!” Gellert sembrava aver perso il controllo “Lo capisci che se ora quel coglione fa parte del loro esercito le nostre possibilità, che già rasentavano lo zero, ora sono nulle?
“Leviamoci di qua” concordò Molly continuando a fissare il punto in cui Tom era scomparso “Ho un’orribile sensazione” sospirò “E… se il rilascio di… dei Mangiamorte è necessario…  la gente capirà. Deve capire che non c’è altra scelta che questa!
“Io non mi muovo” Bellatrix scosse il capo testarda. Appoggiò la guancia sull’erba umida come se si aspettasse di sentire la voce di Voldemort chiamarla.
“Padrone, io non vi lascio. Tornerò da voi, vi troverò, vi salverò… non vi abbandonerò mai… mai…
“Non abbiamo tempo per queste cazzate” Gellert l’afferrò per le spalle con fare brusco, poi si smaterializzò con lei, seguito da Albus e Molly, ancora una volta a Grimmauld Place numero 12.

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Buona Pasqua, amici e amiche! Tom è stato catturato dai Druidi... e sembra che alla combriccola si uniranno anche i Mangiamorte (... come si può stare senza il buon Tony!). Spero il prossimo aggiornamento possa avvenire in tempi più brevi, di modo da concludere presto la storia :)
A presto, 
Clo
  
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