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Autore: JackPortiero    01/04/2024    0 recensioni
Il capitolo 77 di Boruto, dove quel matto di Kawaki spedisce Naruto e Hinata in un'altra dimensione (spoiler necessario per spiegare la mia Fic), è un INCREDIBILE punto di spacco e di svolta nell'intero Manga. Da qui, si potrebbero ideare 100.000 trame, proseguimenti della storia. E', o non é, il TimeSkip che tutti aspettavamo? Questa mia Fic, evoluzione della storia a partire dal cap.77, non è del tutto daccordo. Davvero Naruto e Hinata, due ninja di élite, sono stati messi così facilmente fuori gioco da un adolescente pazzo e ribelle? Chi è, qual è la vera forza di Hinata?... Kawaki, vuole sul serio uccidere Boruto! Per evitarlo, l'unico modo è rivelare la VERITA'. Dove porteranno, certe rivelazioni?... FanFiction piena di segreti ed eventi dolorosi, e misteri di potenza mai svelati. Leggete e vedrete! :)
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Uzumaki, Kaguya Otsutsuki, Kurama, Shikamaru Nara, Sorpresa | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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( NOTA ALLA LETTURA: nella parte centrale del capitolo c'è un rimando alla serie animata "Castelvania", l'ultimo episodio della 4° stagione quando Lenore parla ad Hector della differenza tra "Forza" e "Potere". Il passaggio viene ripreso in questa Fic per spiegare la differenza tra "Pace" ed "Equilibrio". Se da un lato Naruto desiderava la vera Pace, i 5 Villaggi al contrario hanno sempre badato a un "Equilibrio di Potere" tra le 5 Grandi Nazioni. )





TUA MADRE PER L'ULTIMA VOLTA - (see you on the battlefield)



Non è per evitare un fendente di spada... che chiedo il tuo chakra, Kaguya.

Ma è per non chiederne a Kurama... e rivelare al mio bambino, che sono la Volpe a Nove Code.

Lo so... è sciocco. Sono sicura che Boruto capirebbe, e stimerebbe come non mai suo padre.

Ma... non me la sento. Non voglio che il mio bambino sappia così all'improvviso, che ho artigli e zanne.

Preferisco fargli sapere, che sono anch'io un Ootsutsuki. Proprio come è lui. 
È più semplice...

E poi... non c'è tempo per le spiegazioni complicate. Dobbiamo salvare HIMAWARI!




*****




Boruto Uzumaki, provò a rallentare il letale taglio di spada che stava portando ai danni di sua madre, apparsa improvvisamente alle sue spalle, in un punto cieco. D'istinto, aveva reagito. Giacché troppe volte, negli ultimi anni, da che il destino lo ridusse a fuggiasco, era stato attaccato a questo modo da qualsivoglia ispecie di nemico, persino dai migliori amici di un tempo, e a differenza del forse ormai dimenticato Madara Uchiha, il ragazzo addestrato da Sasuke prima e da Kashin Koji poi, aveva affinato l'istinto di sopravvivenza, e imparato a percepire la presenza di chi lo coglieva dietro, non avendo dunque il proprio dorso come punto debole.

Provò, Boruto, a frenare il colpo. Ma il tentativo unilaterale, da solo, non sarebbe bastato. Hinata Hyuga... dovette fare la sua parte e chiedere per la prima volta del chakra a Kaguya Ootsutsuki, la Madre del Chakra stesso, silente dentro di lei da quando nel fiore dei suoi 16 anni, proprio lei, Hinata, era stata scelta come contenitore e wild card "esci di prigione", durante la Quarta Grande Guerra degli Shinobi.

Sebbene la Principessa del Byakugan avesse sempre controllato perfettamente la situazione, senza averlo MAI darlo a vedere a nessuno, stavolta uscire allo scoperto fu inevitabile.

Avendo dunque elevato ad un tratto le sue prestazioni e la sua reattività grazie al chakra alieno, ma grazie in primis all'innata flessibilità che l'ha sempre contraddistinta, Hinata reclinò repentina la testa e finanche il busto all'indietro, velocissima di riflessi ad evitare efficacemente di venire decapitata, e, con una dinamicità e scioltezza tale da farlo quasi sembrare un gioco, si vide passare l'arma bianca del figlio, appena sopra gli occhi, ad un centimetro dalla fronte, come in una danza e il gioco del limbo, con l'asticella posta all'ultimo grado di possibilità, all'altezza minima.
 
"Himawari! È da quella parte!" - ebbe persino il tempo di pensare la donna, sicura di non aver rischiato nulla, e iniziando a percepire l'ambiente circostante, dunque anche l'attacco del figlio, a rallentatore.

Hinata, in buona sostanza, ignorò totalmente l'accaduto, il fatto di essere stata quasi uccisa da suo figlio, come anche il fatto di avergli palesato il chakra di Kaguya, e riportandosi in posizione eretta e attivando immediatamente il Byakugan, si concentrò su dove fosse sua figlia, dunque appena inquadrato il luogo scattò come folgore nella direzione dove aveva intravisto Himawari, ancora a parecchi chilometri di distanza. Lasciando, apparentemente di sana pianta sul posto, un meno reattivo Boruto.
 
"Sta andando dove si trova Hima! Non è una tecnica di trasformazione. È mia madre!..." - sembrò rimanere imbambolato Boruto.

Non fu così. Boruto, non fu affatto lento. Anzi, ignorando del tutto il fatto che sua madre l'avesse ignorato, lanciò fulmineo la propria spada, in direzione di lei. Non, per colpirla. Ma per far risultare, la lama, a pochi centimetri fianco, e colmare così le distanze. Per l'appunto... Hinata vide lo strumento d'offesa scagliato da suo figlio, giungerle a lato percorrendo assieme a lei qualche metro, e prima che il tale oggetto iniziasse a perdere velocità e a cadere per effetto di gravità, la Hyuga vide apparire Boruto a recuperare e impugnare il mezzo, usato come tramite. Essendosi di fatto teletrasportato, grazie ad esso.

"Hiraishin no Jutsu. Boruto... è in grado di usarlo?" - pensò Hinata tra sé e sé, non voltandosi a guardare il proprio figlio. Quasi che questi fosse un estraneo.

"
È il chakra di Kaguya. Può controllarlo così facilmente?" - si domandò al contempo Boruto, che alla metà dei 5 anni trascorsi senza di lei, ebbe a sapere da Sasuke che la donna che l'aveva dato alla luce, era anche lei il contenitore di un Ootsutsuki.

"Non sembra molto sorpreso. L'ha saputo?" - si chiese la madre. Il cuore le palpitava. Che dire? Come spiegarlo?

La discendente degli Hyuga, continuò per un po' a sfrecciare verso l'obiettivo, che era Himawari, con il proprio figlio al suo fianco. Ma dato che per imbarazzo materno nel doversi forse giustificare, Hinata non si decideva a degnarlo di uno sguardo, Boruto temette che anche lei, fosse sotto l'effetto dell'onnipotenza di Eida, non riconoscendolo più. Probabilmente, pensò il ragazzo, questa donna non era più affatto sua madre, ma un'estranea talmente concentrata sul raggiungere la propria figlia in pericolo, da fare buon viso a cattivo gioco, nell'avere a suo fianco non un semplice assassino, ma l'uccisore di suo marito, il Settimo Hokage Naruto Uzumaki.

A un certo punto, la presunta vedova volse gli occhi verso il biondo criminale, trafiggendolo con lo sguardo, quasi ad ammonirlo che di lui si sarebbe occupata e vendicata dopo, e di non tentare sciocchezze adesso, perché non era il momento adatto. Boruto... rimase calmo, non spaventato dal minaccioso avvertimento, solo alquanto dispiaciuto, che persino sua madre fosse talmente fredda, e non lo riconoscesse.

"Sei così forte da volermi sfidare?... Pur sapendo che sono Kaguya Ootsutsuki?" - recitò perfettamente Hinata. Il ragazzo, sebbene fosse abituato a spiegare a chiunque che la realtà è stata riscritta, non azzardò parola. Non sapendo bene che termini usare, proprio con sua madre, per convincerla anche solo un po', che un tempo lontano era stato suo figlio.

Quando però Hinata si accorse che Boruto ci era cascato come una pera cotta, cessò il gioco e cambiò espressione, sorridendo solare al ragazzo ormai maggiorenne, ma pur sempre il suo bambino, che aveva di fronte.

"Sei diventato forte. Sei davvero cresciuto molto... Boruto Uzumaki. Figlio mio." - sussurrò in un commosso misto di orgoglio e tenerezza, la madre. Boruto sentì sciogliersi, come non gli accadeva da anni. Fece persino fatica a capire, che tipo di sensazione fosse. Solo dopo qualche secondo, egli si convinse di aver ritrovato effettivamente un genitore, e rievocò in sé la confidenza filiale nel poter parlare con esso.

"Tu invece... sei sempre stata forte. Ma l'hai sempre dovuto nascondere per proteggere Hanabi. E poi, l'intero Villaggio." - la elogiò, lasciando intendere parecchie cose - "Hai persino lasciato che diventasse Hokage papà, alla fine." - sorrise leggermente Boruto, ma solo d'accenno, mentre guardava dritto e serio dinnanzi a sé, in direzione di Himawari.

"Beh... sai... per lui diventare Hokage significava sposarmi. Dunque, anche se Hokage era il mio sogno, l'ho lasciato fare." - arrossì un po' la mamma. Da quanto, non le accadeva?

"Infatti... 
È voluto diventare Hokage per te. Non lo sapevo, questo." - anzi, non lo sapeva nessuno, pensò di sfuggita il biondo - "E dire, che lo detestavo per questo. Perché era l'Hokage." - articolò sottovoce Boruto, mettendo in evidenza come, dopo avere compreso i veri intenti di suo padre, e cosa significasse davvero "diventare Hokage", lo stimasse più di qualsiasi altro uomo.

Potevano forse sembrare discorsi assai criptici, ma il fatto è questo: il mondo degli shinobi, ha parecchie regole segrete. E una di queste, prevedeva che l'Erede del clan Hyuga, Hinata, sposasse un Hokage. Per garantire una discendenza pura al clan Hyuga, e mostrare forza e potenza agli altri 4 Villaggi, come spesso accadeva in epoca e società medievale. Questa, era una regola. Un segreto. Hinata Hyuga, fin dall'infanzia, era destinata ad un Hokage. Gli shinobi, ma anche la gente comune, lo sapeva. Ma la regola stessa, prevedeva che non se ne parlasse mai apertamente, e quando nella sua ribellione adolescenziale, Hinata rifiutò questo assurdo destino di starsene tranquilla a casa ad aspettare, e si iscrisse invece ai mortali esami di selezione per chunin, il padre Hiashi per questo motivo la dichiarò inutile al clan Hyuga, con la scusa che fosse un debole scarto, inferiore alla sorella minore.

Ma la verità, è che Hinata aveva rifiutato il suo destino di matrimonio combinato. Iscrivendosi all'Esame per Chunin, che metteva a repentaglio la vita. E risultando così, a tutti gli effetti, una ribelle del Sistema come l'ormai sepolto Obito Uchiha. Una feccia, e una fallita, che trasgredisce le REGOLE.

Ma Naruto da giovane, lo sapeva? che Hinata doveva sposare un Hokage?... Certo, che lo sapeva. Era uno shinobi graduato, dunque aveva questa informazione da quando era diventato genin. E, pur sapendolo, andava in giro lo stesso come uno scemo, tutto il tempo, a dichiarare a squarciagola che sarebbe diventato Hokage?... Il futuro marito? Che significava?

"E' davvero mia madre. Sta ancora un po' arrossendo..." - pensò Boruto, immaginando uno scampolo di interiore romanticismo, da parte della madre, nel pensare al padre.
Anche se a dire il vero, Hinata era piuttosto intenerita e toccata nell'animo, nell'avere a fianco suo figlio. Così cresciuto, in gamba, piacente, e forte. Un adulto con dei forti valori e dai sani principi, che stima dal profondo del cuore entrambi genitori per averlo fortemente voluto, e avergli permesso di esistere.

"Ci sono talmente tante cose, che vorrei chiedergli, ma..." - si fece seria in volto, Hinata - "...prima che arriviamo sul campo di battaglia, ho bisogno di INFORMAZIONI su ciò che sta succedendo!" - si impose da quel momento in poi, il rigore militare. Il ragazzo si accorse che la madre, veloce quanto lui nell'avanzare verso il fronte, aveva mutato decisamente espressione, risultando, ora, un collega shinobi nel bel mezzo di una missione di livello S.

"Boruto..." - interrogò la Hyuga, con tono urgente, ma scevro di emozionalità - "Questa guerra... è a causa mia?" - pose il quesito.

"No... Non si è saputo che sei Kaguya. O che hai il Mokuton. 
È per ragioni economiche." - spiegò velocemente lo stato di cose, Boruto - "Dopo che Code, un superstite di Kara che adorava Isshiki, ha attaccato il mondo con un esercito di mostri simili agli zetsu, ma più potenti. Alcune delle loro vittime, diventavano Shinju, incarnazioni dell'Albero Divino ancora più potenti. Pur venendo sconfitti dai 5 Villaggi, quest'ultimi si sono ritrovati con ingenti perdite umane e strategiche, ed economicamente al collasso, non ricevendo più abbastanza richieste di missioni, per potersi sostenere." - cerco di essere il più possibile sintetico, il ragazzo.

Boruto, concluse dunque che i Cinque Villaggi si erano dichiarati guerra a vicenda, per uscire da una crisi di livello mondiale, ed ottenere il monopolio di ciò che restava di un Sistema ormai talmente impoverito, da risultare sull'orlo della bancarotta. L'unica soluzione che i Kage avevano trovato, era una guerra aperta, e totale, da vincere per l'esclusiva sulle missioni, piuttosto che soccombere lentamente, prima o poi. Si trattava, praticamente, di prevenire un'entropia finale, ed evitare di venire sopraffatti in anticipo, come la parte più debole del sistema stesso. Il meccanismo dei 5 Villaggi, non poteva più sussistere. Poteva solo divorarsi a vicenda, in cerca di un nuovo equilibrio. Sarebbero potuti esistere, tutt'al più, 1 o 2 Villaggi, al massimo. I vincitori. Una parte del Sistema, andava sacrificato. Per foraggiare l'altra.

"Non sarebbe stato... il momento giusto per concordare un disarmo generale?" - notò più intelligentemente la Hyuga, che essendo la moglie di un kage, un po' ne sapeva - "Risparmiando costosi investimenti nel militare, e combattendo con pietre e bastoni, piuttosto, anziché con lo spionaggio e la tecnologia, anche a costo di abbandonare il Sistema dei Villaggi nascosti?" - ipotizzò ragionevole.

"Sarebbe bastato concordare un ritorno ai jutsu e ai kunai. O condividere i più stretti intel. Creare un'unica organizzazione scientifica mondiale, che minimizzasse le spese. Di soluzioni, ce n'erano..." - delineò il fallimento di qualsiasi trattativa, Boruto, il ninja fugitivo - "Ma nessuno, ha voluto fare il primo passo. Sarebbe significato rischiare di venire gabbati, e buttare anni di investimenti nelle tecnologie scientifiche. Che sono diventate gli Intel del momento." - spiegò, concludendo - "Tutti, vogliono arrivare all'arma definitiva per primi, per poterla usare o vendere a peso d'oro, e come deterrente e mezzo di rivisitazione dei Trattati..."

Hinata, non poté fare a meno di pensare: "Se ci fosse stato Naruto a garantire imparzialità ed equità durante le trattative... anche gli altri Kage avrebbero cooperato. Ne sono sicura!"

"Ma soprattutto..." - confermò a suo modo Boruto - "Poiché non c'era più il Settimo a garantire un equilibrio di potere tra le Nazioni..." - fu nominato Naruto, non come genitore, ma per il ruolo che ricopriva - "I Kage, e i Villaggi, non si sono fidati l'uno dell'altro. Semplicemente. L'Alleanza, è stata dichiarata rotta quasi subito." - rese noto.

L'Alleanza tra i Cinque Villaggi, che sarebbe dovuta risultare eterna, poiché forgiata a prezzo di lacrime e sangue durante la Quarta Guerra per il destino del mondo, era sfumata.

"Quasi... subito." - strabuzzò gli occhi la Hyuga, stentando a credere alle proprie orecchie - "Merda... perché... MA perché!?..." - imprecò interiormente, in maniera scurrile, come non faceva mai a voce - "Il sacrificio di NEJI, e di tutti noi che ci siamo chiamati Alleanza, non è servito a NULLA!?..." - si domandò ferita, in qualità di essere umano che ha partecipato a una guerra mondiale -. "Quella Alleanza, era una farsa!? In realtà non è mai esistita!?..." - dovette concepire, di essersi soltanto illusa, come quasi tutti, d'altronde, da vera ingenua. Poiché nulla, né la caduta dei fratelli uno dopo l'altro, né il suo sentito monologo dopo la morte di Neji, per ritrovare lo spirito combattivo, e di unione fraterna... Nulla, era mai servito a nulla. Tutte chiacchiere. Tutta politica.  TUTTO, INVANO.



 
Perché nel mondo degli shinobi, la Pace, o un'Alleanza, è SEMPRE e SOLO, parola al vento, e precario equilibrio. Uno scenario da GUERRA FREDDA, prima dello scoppio di un'altra Guerra. Non esiste la vera Pace, nel Sistema Shinobi dei Cinque Villaggi. Di certo, non senza Naruto.




"È solo per via di Naruto... SOLO perché è esistito lui, che è sembrato ci fosse una Speranza... Ora che non c'è più lui..." - ebbe la più dolorosa delle intuizioni, Hinata.

"A proposito... Himawari è lì perché..." - provò ad enunciare Boruto, il fatto che Himawari si trovasse in prima linea come arma di artiglieria pesante, in quanto jinchuuriki del Demone Tasso.

"Lo so." - interruppe la Hyuga, per risparmiare tempo in cose che già sapeva, e acquisirne piuttosto altre di cui era ancora ignara - "
È per questo che Kawaki mi ha liberato, e sto andando lì." - spiegò, come fosse riuscita a tornare al mondo.

"KAWAKI... ti ha liberato!?... È stato lui?" - fu scioccato Boruto, nell'apprendere che era stato proprio il fratello adottivo e ribelle, a fare un passo indietro nei suoi vecchi propositi, al fine di evitare un tragico epilogo.

"Sì. Mi ha chiamato madre. E mi ha implorata di cooperare per salvare Himawari. Anche se sapeva da sempre, che sono Kaguya." - fu sintetica la Hyuga, sottolineando in cosa constava l'eccezionalità del fatto. Kawaki aveva difatti liberato, implorato, chiamato madre un Ootsutsuki. Sovvertendo tutte le sue priorità, nella speranza non fosse troppo tardi per salvare il RE.

"Lui, sapeva fin dall'inizio, che eri Kaguya?" - ripeté quasi meccanicamente di stupore, Boruto, ricevendo un ulteriore cenno affermativo dal genitore, e pensando intensamente, con fugace ottimismo - "Kawaki... tu hai mandato nostra madre in quella dimensione, anziché ucciderla come un qualsiasi Ootsutsuki. E ora, l'hai liberata. F
inalmente... hai messo del sale in testa, e siamo una famiglia." - credette per qualche secondo, quel giorno.

Hinata Hyuga, invece, nonostante Boruto fosse diventato un'anima fredda e impassibile nell'agire, proteggere e sopravvivere, era piuttosto lei, in quel frangente così delicato, la persona imperterrita che non avrebbe mosso un ciglio di speranza o di soddisfazione, fintanto che non avrebbe adempiuto al suo scopo, ossia salvare Himawari. Non c'era spazio, per un minimo di giovanile compiacimento od ottimismo, riguardo la piega degli eventi, fintanto che la sua bambina non fosse stata al SICURO.

"Boruto. Io ho preso una decisione. Noi... non siamo più shinobi." - se ne uscì di punto in bianco, e stabilì di netto, cogliendo di sorpresa il ragazzo, che forse credeva di poter fare anche qualcosa, per fermare questa guerra. E mentre cercava di presagire cosa intendesse sua madre, si sentì dire da essa: "Non stiamo andando lì per schierarci, e combattere una guerra sbagliata. Per quanto mi riguarda, il Sistema degli Shinobi ha fallito. I Cinque Villaggi possono anche distruggersi a vicenda."

 

"NOI... stiamo andando lì solo per salvare Himawari, e andarcene via il più lontano possibile."
 

Dopo un paio di secondi, in cui Boruto faticò interiormente al sentir parlare sua madre riguardo il disertare il ruolo di shinobi, egli rispose equidistante da qualsiasi opinione, e frettoloso giudizio.

"Certamente, stiamo andando lì solo per portare via Himawari. Ma una volta al sicuro da tutto e da tutti, non dovremmo tornare e fare anche qualcosa per questa guerra, come vorrebbe..." - prese una frazione di tempo - "....papà?" - lo nominò stavolta in quanto genitore, perché Hinata lo riconosceva come tale, e per comprendere meglio, gli intenti e pensieri di sua madre. Naruto Uzumaki, infatti, di certo avrebbe insistito e sperato di poter fare ancora qualcosa per il mondo intero, e Boruto ipotizzò, alquanto banalmente, di riportarlo poi indietro grazie a Kawaki, dato che egli era forse rinsavito, e sarebbe potuto risultare più malleabile.

"No. Impossibile. Kawaki non lo farà. Non getterà papà in mezzo a questa guerra, a rischio della sua vita." - assicurò di certo, senza alcuna possibilità d'errore, specificando: "Con me ha fatto un'eccezione, proprio per riportare indietro me, ANZICHÉ lui." - e facendo notare assai lucidamente - "E poi, poiché rapirò Himawari, l'arma della Foglia, grazie all'aiuto e al chakra di Kaguya, io... non sarò più la moglie del Settimo nella mente delle persone, ma Kaguya. Il capo dei nemici durante la scorsa guerra, e la peggiore delle criminali." - chiarì, il punto focale, e inevitabile.

Sarebbe stata, anch'essa, combattuta e ricercata in ogni dove. Proprio come Boruto. Allorché il figlio obiettò se non fosse il caso che fosse lui, ad agire in solitaria e salvare Himawari, dato che il destino di nemico pubblico numero 1, pendeva già su di lui. E poi, una volta che le acque si fossero calmate e fosse stato possibile, riportare indietro Naruto.
La Principessa del Byakugan, storse adunque il sopracciglio più esterno, quello che suo figlio d'altro lato non poteva vedere, all'udir parlare ancora di portare indietro Naruto, come se ci fosse ancora una qualche speranza. Boruto, che pure stava vivendo su di sé un destino da perseguitato che avrebbe gettato da tempo chiunque nel pessimismo più cosmico, usò proprio quella parola: speranza. Ma la risposta di Hinata, andò contro ogni aspettativa di suo figlio. Come se venisse dalla bocca di un'altra persona. Fu, a suo modo, incredibile...

"Boruto... NON esiste la Pace in questo mondo. E nemmeno la Speranza. Ciò che non ha valore nel mondo degli shinobi, è proprio la speranza. Sperare in un Sistema che vanifica sempre la Speranza, non significa altro che rassegnazione. Rassegnarsi a questa logica delle cose." - sentenziò la donna, sentendo come l'eco di un sovravissuto, nei più profondi recessi della propria anima.

Cosa frullava esattamente, nella testa di Hinata Hyuga? Sembrava volesse snocciolare determinati concetti, ma formulandoli in maniera migliore di un qualche suo predecessore. Come in un'istanza di cambiamento costruttiva, anziché distruttiva. Boruto Uzumaki, da contraltare, anziché rigettare in toto siffatte tesi, si era posto in neutrale attitudine d'ascolto, riguardo all'incipit propedeutico, per cui Hinata, notando in lui questa predisposizione non giudicante, non improntata al cieco conservatorismo, provò ad approfondire:

"Forse non lo sai, perché non hai vissuto quell'epoca." - incalzò Hinata, perché di tempo per le spiegazioni, non ne restava molto - "Ma uno shinobi formalmente è soltanto un killer, uno strumento privato ad hoc dei suoi sentimenti, ad esclusivo servizio del proprio Villaggio." - andò nel concreto, la realtà nuda e cruda, senza troppi filosofeggiamenti - "Noi tutti, io per prima, abbiamo creduto alle parole di Naruto per consolarci nella nostra patetica esistenza di assassini." - affermò con relativa certezza, mentre la risonanza con la persona che era solita enunciare questi discorsi, si faceva più forte. Ma nella bocca di Hinata, quei concetti risultavano alla mano, ragionevoli, forse persino rivoluzionari, anziché tetri, dettati unicamente dalla rabbia, e del tutto nichilisti.

"Mamma..." - sussurrò dapprima Boruto, proseguendo poi con tono indistinto, conscio e sicuro - "Lo so, che all'origine uno shinobi è soltanto un'ombra che uccide senza pietà e muore nell'anonimato, sacrificandosi come uno strumento, e senza venire mai più ricordato." - chiarì, di non essere in fin dei conti, una siffatta specie di stolto - "Ma pensavo che papà fosse riuscito a riformare il concetto stesso di shinobi. Almeno ufficiosamente." - enunciò, il motivo per cui non riusciva a seguire bene il filo, e le argomentazioni - "Dici che in realtà, papà non ci è davvero riuscito, ma era piuttosto la sua presenza a risultare un semplice palliativo, ciò che tenuto in equilibrio un sistema irrimediabilmente malato?" - domandò dapprima una volta, e poi di nuovo, voltando leggermente il viso verso la madre - "Davvero, credi in questo che stai dicendo?" - sollecitò una risposta sincera, e definitiva, mentre pensava in cuor suo, mestamente: "E se lo credi, mamma, che papà non ci è riuscito, quanto ti ferisce doverlo ammettere?" - cercò di rimanere impassibile, mascherando quest'ultimo pensiero.

"Se sono bastati così pochi anni dalla morte di Naruto, per tornare a una situazione precedente, se non peggiore... Sì, lo credo. Il mondo degli shinobi, ha fallito." - si sforzò di dire Hinata, ed enunciò bene, terra terra, il motivo, ossia che togliendo l'elemento fondamentale, la fonte di luce, ciò che illuminava, si era solo che tornati, nella più tetra oscurità - "Ormai, mi è chiaro." - sentenziò la corvina, in un turbinio di recondite individualità - "Niente va come previsto, in questo maledetto mondo." - affermò sul serio, quella sua citazione - "Non sappiamo proprio, come andrà a finire. Dobbiamo darci una svegliata, guardare in faccia la realtà, e tenerci pronti agli scenari peggiori." - si mostrò alquanto pessimista, o forse, piuttosto, realista.

"Non ti ho mai sentito parlare così, mamma..." - ammise a fatica, stranito, come colpito da un pugile, Boruto - "Davvero intendi dire che non c'è più Speranza? Che non possiamo fare più niente?" - questionò sul serio, un'ultima volta. Hinata rifletté per qualche secondo.

"Non fraintendermi, Boruto..." - provò a spiegare meglio di prima, la madre - "Quello che intendo dire è che se vogliamo che una speranza nasca, dobbiamo cercarla altrove. O dalle ceneri di ciò che rimarrà, dalle quali ripartire. Pensare che esista nel mondo degli shinobi, è da perdenti che non creano un futuro migliore per i propri figli. Un vero vincitore, che può permettersi anche di sperare, è chi sa guardare al futuro." - specificò, che l'assenza di speranza non era un verdetto assoluto, ma contestuale, relativo al Sistema dei Cinque Villaggi. Forse una speranza, sarebbe anche potuta finalmente sorgere, proprio a partire dalla caduta dello status quo che la negava.

"Ne parleremo meglio dopo. Pensiamo ad adesso." - provò a tagliare il discorso Hinata, volgendo lo sguardo agli imminenti sviluppi - "Non sto dicendo, che non dobbiamo fare più niente per nessuno. Tutt'altro. Dobbiamo iniziare a pensare a tutti gli orfani, gli indifesi, e gli oppressi dal Sistema." - tutti coloro che non possono difendersi, aggiunse la Hyuga, chiarendo - "Se al fronte c'è qualcun altro che è lì contro la sua volontà o che devi disperatamente salvare, dimmelo ora." - si espresse vivamente - "Dimmi tutte le persone che non possono reggere il peso di tutto questo, e che devi salvare, e salveremo anche loro." - assicurò, ciò il dovere morale imponeva.

"Mamma..." - si rincuorò in quel momento, il ragazzo - "...per un attimo, ho pensato che non fossi più tu. Invece, sono io che non ti conoscevo a fondo..." - iniziò a ponderare, a valutare meglio.

Finalmente, Boruto iniziava a capire. Sua madre non era diventata, d'improvviso, una persona egoista o insensibile. Quello che sosteneva, piuttosto, è che il Sistema della Shinobi in larga scala, ormai corrotto e disumano, dovesse cadere da solo, per sua stessa mano. Era talmente allo sfascio, ipocrita ed oscuro, da risultare insalvabile. Bisognava essere lungimiranti, e guardare al futuro, per poter finalmente iniziare a sperare.

Perché Naruto, lui sì, voleva davvero la Pace. Ma non i Cinque Grandi Villaggi. Ciò a cui avevano sempre guardato le 5 Nazioni, i Kage e i Daimyo, era un EQUILIBRIO bellico, di forze e di potere.


 
Ma Pace ed Equilibrio, sono due cose diverse. Naruto, lui voleva la Pace. Mentre i Cinque Villaggi, cercavano soltanto un Equilibrio. Un grande, internazionale, non diplomatico ed imposto Equilibrio di potere. Tutta un'altra cosa. Un Sistema certamente più potente, ma senza i vantaggi della vera Pace, che si insinua come una Propaganda nella mente delle persone, e diventa un parassita che devi nutrire col Sacrificio, un Sistema precario che richiede ciclicamente delle Guerre, per garantire brevi periodi di pace.

Un Sistema ciclico. Come una... SPIRALE.


Non andava più, difeso a spada tratta. Bisognava prenderne le distanze, e lasciare che crollasse nelle sue deboli fondamenta. Quanto al mostrare empatia e umanità ai singoli individui nella loro storia personale e nella loro particolarità, non voltarsi dall'altra parte, questo, restava una PRIORITÀ Ma il Sistema, doveva collassare. Per poter generare finalmente la Speranza.

"No. Non ci sono altri che devo salvare. Mi resta solo Himawari." - dichiarò trattenendo la propria tristezza alla Kakashi, Boruto - "Tutte le persone a cui tenevo... sono quasi tutte morte. Le poche che restano, hanno trovato il modo di disertare, o sono da un'altra parte o alla base, con altri compiti, di supporto e strategici. Non al fronte." - spiegò il biondo, di aver già visto la quasi totalità dei suoi affetti, cadere - "Dobbiamo solo salvare Himawari. E Kawaki. Sento chiaramente che è in anticipo, e sta arrivando lì prima di noi." - informò Boruto, riguardo i movimenti del fratello, in quanto connessi dal vincolo del karma che lega gli Ootsutsuki.


 
"Proteggi Himawari, Kawaki..." - pensò greve tra sé e sé, Boruto - "...non fare cazzate."


"Quasi tutte le persone a cui tenevi... sono morte!?..." - si dolse in se stessa, quasi del tutto pietrificata, la madre - "Boruto... bambino mio..."

"Anche la ragazza che amavi... è morta?" - domandò affranta Hinata, sapendo con relativa certezza che a Boruto piacevano le ragazze, e dando per scontato che una persona di quasi 19 anni, si fosse innamorata almeno una volta in vita sua.

"Vuoi dire... le due ragazze che amavo?" - confessò l'Uzumaki, senza remore nel ricordarle assieme - "Lo so... che non si dovrebbe amare due persone allo stesso tempo. Ma erano le uniche due che mi riconoscevano. Che mi erano rimaste davvero." - le descrisse, spiegando che su di loro l'onnipotenza di Eida, non aveva mai sortito il suo effetto  - "E ora che non ci sono più, penso che... avrei davvero voluto amarle entrambe..." - spiegò, abbozzando di sfuggita, un'espressione malinconica. E anche in questo caso, dopo non molto, il biondo ricevette un ennesimo riscontro incredibile, da parte di sua madre:

"E chi l'ha detto, che non si può?" - asserì esente da facili giudizi o moralismi, la donna - "Questo mondo shinobi è talmente folle e violento, che amare due persone potrebbe anche essere un diritto al quale non voler rinunciare." - affermò seriamente.
Boruto, non mosse i propri occhi stavolta, ma fu così talmente stupito, nel vedere che proprio sua madre, Hinata, monogama per eccellenza, non aveva nulla da ridire contro la bigamia, che per una frazione di secondo il ragazzo rallentò in velocità, ritrovandosi, seppur di pochi centimetri, più indietro nell'avanzare verso Himawari, rispetto al genitore.

"Mia madre, è diversa?... Oppure... è sempre stata così?... Con uno sguardo ampio, a 360 gradi?" - si interrogò a fondo, l'Uzumaki, rispondendosi che in fondo, era ovvio, aveva il Byakugan no? Ma criticandosi comunque, in tal modo: "Io, persino io... l'ho sempre sottovalutata. Ho sempre pensato che fosse la persona migliore del mondo, certo, ma un po' più semplice, di così... Buona e trasparente come il vetro. Ma lineare. Ma ora... mi rendo conto che ha sempre nascosto il suo forte modo di ragionare, non soltanto la sua forza!"

Hinata, nel mentre che Boruto riconsiderava, tese all'indietro la propria mano, e prese con amorevolezza quella di suo figlio, tirandolo avanti e permettendogli di tornare di pari passo. Questo, non rallentò la madre, che andava comunque alla sua massima velocità possibile.

"Chi erano, le due che amavi? Te la senti di dirmelo?" - domandò caldamente, ma vaga, come del tutto ignara sulle due identità, anche se almeno in un caso, Hinata aveva purtroppo un'idea.

"Sarada..." - rivelò dapprima Boruto, e fu un duro colpo, per la Hyuga, averne conferma - "...e Sumire. La capoclasse. Ti ricordi di lei?" - chiese il biondo cercando di rimanere impassibile, ma con animo rotto in più parti.

"Certo, che mi ricordo di Sumire... per me è passata soltanto un'ora, no?" - fece notare il genitore. Un piccolo rimprovero, forse?... Boruto, in qualità di shinobi, aveva commesso una piccola gaffe, si era per un attimo distratto rispetto al contesto attuale.

"Kakei Sumire e Sarada-chan... sono morte?" - rifletté veloce la Hyuga, valutando - "Ma se Sasuke-kun non l'ha impedito, vuol dire che anche lui è..." - prese atto di un altro lutto.

"Di solito... ho sempre perfettamente presente, il quadro della situazione..." - si criticò nel mentre, Boruto - "Ma oggi sono talmente in pensiero per Himawari... da risultare il tredicenne stupido di un volta, di fronte a mia madre. Devo essere più LUCIDO!" - si impose in maniera ferrea, da quel momento in avanti. La Principessa del Byakugan, si rese perfettamente conto che suo figlio stava rimuginando in tal senso.

"Come è successo?..." - domandò la madre, e se avesse inerenza con la Guerra Mondiale in corso, e fosse importante saperlo.

"Sumire... sono quasi sicuro che l'abbia uccisa Amado." - opzionò al 90%, Boruto, spiegando - "Sapeva ormai troppe cose sulle sue ricerche, e sui Villaggi. Soprattutto, verità oscure su Konoha." - anticipò dapprima lo shinobi, non essendo del tutto sicuro se fornire tali informazioni, e farne partecipe anche la madre. Ma in fondo, era appunto sua madre, e ormai erano saltati tutti gli schemi.


"Questo Amado... sempre lui." - aggrottò intanto decisamente gli occhi, Hinata, cercando di vederci subito meglio - "Che genere, di verità oscure?..." - domandò direttamente, senza sotterfugi, la donna, per capire come Kakei Sumire avesse trovato una morte infame, per mano del vecchio scienziato senza scrupoli, per il quale aveva lavorato per anni.

"Riguardo i precedenti Kage." - delineò senza più misteri di sorta, il giovane biondo - "Pare che tutti i kage, anche gli Hokage, si siano sporcati le mani nei peggiori modi, pur di garantire l'Equilibrio tra le Nazioni, e la stabilità nei villaggi nascosti." - specificò, che di sacrifici e torbidi insabbiamenti, ce n'erano stati parecchi, e soprattutto: "Sumire... stava indagando sul passato per poter proporre delle riforme, era persino riuscita a scoprire una verità impensabile, riguardo Itachi Uchiha." - mise infine sul piatto della bilancia, l'Uzumaki.

"Conosco, la verità su Itachi..." - anticipò tutta la storia sul massacro degli Uchiha, la Hyuga - "...c'entra anche con la morte di Sarada? Era venuta anche lei a sapere, di Itachi?" - domandò pressoché subito. Poiché c'era un'altissima probabilità, infatti, che il percorso e il termine della vita di Sarada, fosse anch'esso legato a doppio filo, con la scoperta della verità su Itachi.

Boruto, non poté fare altro che confermare: "Quando Sarada ha scoperto la verità su Itachi, e anche l'altra sulle proprie origini... ha lasciato il Villaggio, odiando tutto e tutti. Proprio come aveva fatto in passato Sasuke." - pose il parallelismo, giacché effettivo, e per rendere meglio l'idea. La Hyuga, ascoltava con attenzione. Boruto proseguì celere nel racconto.

"Sarada... ha iniziato a fare discorsi simili a tuoi sul Sistema dei Villaggi, che lei chiamava il Sistema infernale dei 5 Kage. Ha persino affermato che la Volontà del Fuoco è solo una Propaganda di convenienza, e rigettato il suo Sogno di Hokage. Dicendo che il Titolo di Hokage, è soltanto merda." - delineò, fino a che punto il cuore di Sarada fosse andato in frantumi, insanabile - "Ho provato in tutti i modi, a portarla indietro..." - sostenne con forza, il ragazzo dagli occhi blu oceano - "...ma non ho ricevuto alcun supporto strategico da parte del Villaggio, per una missione di recupero, e nemmeno scongiurandola e dicendo di amarla, sono riuscito a convincerla." - svelò, il rimpianto più grande.

"Sarada... cosa ti è successo..." - sì oscurò tetra in volto, la Principessa del Byakugan - "...la Volontà del Fuoco, ti ha abbandonata davvero..." - si incupì infinitamente.

"È stata... dichiarata come pericolosa ricercata e uccisa da Konoha perché nukenin?" - domandò quasi retoricamente, Hinata. Pareva la conclusione più ovvia. Ma Boruto, scosse leggermente la testa. L'epilogo della figlia di Sasuke, era stato qualcosa di addirittura peggiore, dell'abbattimento riservato agli oppositori. Una fine atroce, un inferno senza fine, qualcosa che forse nessuno meriterebbe.

"Sarada... non voleva vendicarsi della Foglia." - spiegò Boruto - "Almeno, non subito." - affermò, escludendo che l'anima di Sarada fosse stata oscurata dall'Odio, nonostante tutto - "Lei, stava solo scappando lontano. Ma quando infine Sarada ha saputo della morte di Sumire, probabilmente sì, voleva farsi giustizia da sola, ed è caduta nella trappola di Orochimaru." - terminò, enunciando il nome del più malvagio di tutti. ----- (segue un silenzio di un paio di secondi, ndr).

Hinata, spalancò gli occhi, le pupille quasi fuori dalle orbite, sentì d'improvviso come un senso di contorcimento interiore e di nausea, sentendo dire da Boruto che Orochimaru l'aveva fatto, si era impossessato del corpo di Sarada.

"Lui... l'ha presa. Deve averla presa nel suo momento di maggiore sconforto. Per il dolore, Sarada non è riuscita a difendersi." - si disse sicuro Boruto, del fatto che il Serpente l'aveva colta e fatta sua, nell'unico modo possibile, ossia perché Sarada, devastata nell'animo, non ebbe la forza di opporsi psicologicamente a un agguato studiato nei minimi particolari. In aggiunta, poi, di un fatto concreto. Orochimaru, aveva acquisito potenza nel tempo. Dopo aver preso anche Mitsuki, prima, Orochimaru è risultato abbastanza potente da impossessarsi del corpo di Sarada, nel suo momento più difficile.

"Dalle informazioni che sono riuscito ad ottenere..." - socchiuse le palpebre piene di angosciosa desolazione, Boruto - "...l'anima precedente, la penultima, viene totalmente consumata nel processo. Non credo ci sia più niente da fare, per Mitsuki... Non so nemmeno se la sua anima abbia trovato la pace in qualche luogo, o si trovi costretta a vagare in qualche specie di limbo..." - riuscì a dire a stento, il puro Uzumaki, colui che sarebbe dovuto essere il Sole, per Mitsuki. Che invece era caduto, anche lui, nell'Oscurità, per mano del genitore che gli aveva dato la vita, a mero uso e consumo, per pura volontà strumentale. In una diabolica, e machiavellica, lungimiranza infanticida.

Ci fu un lungo, assordante silenzio. Dopo un po', Hinata trovò le forze per avanzare un'ipotesi. Forse sciocca, idiota e inopportuna. E se...

"Forse, stai cercando di dirmi..." - chiese la donna, al proprio figlio che dissimulava quanto fosse in pena - "...che essendo l'ultima anima, potrebbe esserci un modo per salvare Sarada? Potrebbe esserci ancora una possibilità, per lei?" - provò a ipotizzare, sperando di non alimentare false speranze in Boruto. Egli, infatti, rimase del tutto in silenzio. Avrebbe davvero voluto rispondere che sì, che forse c'era una minima prospettiva di possibilità residua, nel poter salvare Sarada. Ma non se la sentiva, di affermarlo. Poiché si sarebbe trattato, sostanzialmente, di dover estrarre l'anima di Sarada dal corpo di Orochimaru, e nel momento stesso, fornirle un nuovo corpo. Forse del tutto artificiale. Riportarla indietro, dunque, a una vita effimera e non sua, in un corpo vuoto, debole ed estraneo. Una salvezza non richiesta, e una vita, comunque, d'inferno. Priva di sogni, e di qualsiasi significato. Ma ad ogni modo, ipoteticamente sì, un piccolo spiraglio di possibilità per Sarada, a differenza di Sumire e Mitsuki, ormai perduti per sempre, c'era.


Hinata Hyuga, fremeva di rabbia per ciò che aveva osato Orochimaru, sentì con chiarezza perdere la lucidità, la freddezza e la capacità di ponderare, che l'aveva contraddistinta finora.

"Orochimaru... RAZZA DI SERPENTE!..." - stringeva talmente forte i pugni, la corvina, fino a conficcare le unghie nella carne, e sanguinare - "Mentre venivi a bere il tè a casa nostra, e ti fingevi un buon genitore, sapevi già che un giorno avresti sacrificato Mitsuki, dato che stavi ancora cercando il modo di ottenere il corpo perfetto di un Uchiha. E dunque il Rinnegan, e le Due Vie di Rikudou." - considerò nel dettaglio Hinata, comprendendo per qualche motivo a fondo e nella sua interezza, i mefistofelici piani mai accantonati del Serpente - "Non sei nemmeno, un traditore." - lo giudicò Hinata, di un giudizio inappellabile - "Tu sei il DIAVOLO!" - stabilì, che fosse meritevole della punizione eterna, da parte di un dio - "Non eri affatto cambiato, dopotutto. Hai creato la vita, a TUO uso e consumo. Hai solo aspettato pazientemente come un serpente, che Naruto e Sasuke uscissero di scena!"

Boruto, sebbene cercasse di non lasciar trasparire alcuna emozione, pareva decisamente scuro in volto. La madre al suo fianco, prese allora per lui un bel respiro, per ritrovare la calma necessaria per poter salvare Himawari, una volta raggiunto il fronte. Ormai mancava davvero poco, e dalle immagini non del tutto nitide, che Hinata poteva scorgere in lontananza grazie al Byakugan, pareva quasi che due schieramenti di forze nemiche contrapposte, stessero per scontrarsi.

Hinata chiese, come ultima cosa a suo figlio prima dell'arrivo, se Sasuke Uchiha e Sakura Haruno, i genitori di Sarada, fossero ancora vivi. Dunque l'Uzumaki, informò che come era ben immaginabile, Sasuke non poté materialmente proteggere Sarada dalle spire di Orochimaru, giacché fuori dai giochi in quanto trasformato in albero divino, uno Shinju, più di due anni addietro. Sakura, al contrario, risultava essere ancora viva in quella che è la miserabile vita di ogni shinobi. Nel caso specifico, la prova di quanto attualmente fosse miserabile l'esistenza di Sakura, constava nel fatto che nemmeno lei era riuscita, come madre, a riportare indietro Sarada, e alla fine l'aveva persa a causa dell'oscurità e gli errori di Konoha prima, e per mano di Orochimaru poi. Ma se la malvagità di quest'ultimo era la causa finale e materiale, il vero MOTIVO della caduta di Sarada, era a monte. Come sempre, quando si tratta di un Uchiha, a causa del lato oscuro di KONOHA.

La Hyuga, provò a immaginare di sfuggita, l'infinito dolore di Sakura, per la perdita della figlia. Un Dolore non superabile, e non umanamente comprensibile, poiché esasperato dal fatto che la Haruno sapeva perfettamente, che l'anima della propria bimba Sarada non avrebbe mai trovato riposo, mentre ardeva e subiva le pene dell'inferno, all'interno del corpo di un demonio, nientemeno che Satana in persona, si potrebbe dire.

Poteva esistere DOLORE più grande, di sapere che l'anima del proprio figlio era sacrificata all
Inferno? E non essere riuscito ad evitarlo?... Probabilmente NO.

 
"Per favore, ti scongiuro Sakura... proteggi Himawari!" - ripose speranze in lei e nel futuro, Hinata - "Insieme cercheremo un modo per salvare Sarada. Te lo prometto!"

 
"Sakura... è al fronte come ninja medico?" - chiese a un certo punto conferma Hinata, poiché Boruto nel mentre di assai dolorosi pensieri, l'aveva specificato.

Il biondo ragazzo, lo ribadì, allorché avvertì tenue e delicata la mano della propria mamma, poggiarsi sulla guancia, mentre lei con amore gli prometteva che se al mondo esisteva un modo, l'avrebbero trovato, subito dopo Himawari avrebbero salvato Sarada!

"Sakura... è forte. Molto più forte di me." - sostenne con convinzione, Hinata - "Che lo sono solo perché ho delle abilità innate e qualcuno come Kaguya, dentro di me." - illustrò un motivo di facile utilizzo, l'amica della Haruno - "Vedrai. Insieme salveremo Sarada." - se la sentì di promettere, Hinata, al proprio figlio primogenito. Nonostante tutti i plumbei discorsi alla "Madara e Obito", enunciati seppur con cognizione di causa fino al quel momento.


Boruto, fu decisamente rinfrancato dal genitore, poi però si percepì subito come vacillare, perdendo improvvisamente le forze. La madre, infatti, mentre lo accarezzò in precedenza per confortarlo, gli aveva toccato un ben preciso punto di fuga del chakra vicino alla giugulare, che non lasciava scampo nel far perdere i sensi per una decina di minuti, se stimolato. Di conseguenza, l'Uzumaki decelerò e perse il controllo nella sua andatura scivolando rovinoso a terra per qualche metro, dal momento successivo che la Hyuga scostò la mano, l'indice, dal suo prezioso viso. Le membra del biondo, erano tutte come anestetizzate, del tutto inerti, e ormai Hinata aveva preso il distacco, era già parecchio distante.


L'ultima cosa che riuscì a pensare Boruto, prima di perdere conoscenza nel vedere che sua madre proseguiva da sola senza supporto, fu: "Mamma... ma perché!?"






*****






























BREVE DIALOGO TRA KAGUYA  e  MOMOSHIKI OOTSUTSUKI  -  (rispettivamente nei corpi di Hinata e Boruto Uzumaki)






Dunque ci ritroviamo, Momoshiki. Alla fine mi hai ritrovata. Eccomi qua. Ce l'hai fatta. Complimenti.

 
Kaguya... sorellona?... Sei davvero tu?... Ma allora... perché non sei uscita fuori da quella umana, in tutto questo tempo!?...

 
Perché?... La piccola Hyuga, non è poi così male... Avrei dovuto combatterla e annientarla, per uscire fuori subito?

Noi... siamo immortali. Qualche decina di anni in più o in meno, non cambia certo qualcosa. Sono stata un po' a guardare.

E poi, non volevi certo che Isshiki mi trovasse, no?...  Che trovasse la tua sorella maggiore, che è per te come una mamma.


 
Io... pensavo che ti avessero sigillato per sempre. Pensavo che avessi sofferto per colpa degli esseri umani. Credevo li odiassi. E di aver perso tutto...


Fratello mio... io amo, gli esseri umani. Sono così... fragili. La maggior parte di loro, è vero, è incline al male. Ma non sono, tutti uguali. Alcuni di loro, sono migliori di noi.

.
Kaguya.... sorella mia... Anzi no... Madre...


Abbracciami, Momoshiki. Mi hai ritrovata. Basta, essere come Isshiki!... Il fatto che il nostro pianeta sia esploso(1), non ci giustifica.

Questa non è, la nostra storia. Ma la loro. Non essere più un muro, per Boruto Uzumaki. Anche lui, non è poi così male...







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(1)  Ho immaginato che il pianeta degli Ootsutsuki sia esploso come il pianeta Vegeta dei Sayan. Gli Ootsutsuki alieni invasori sono un po' la razza Sayan, nel mondo di Naruto. Ma magari in principio non erano un popolo belligerante, e il fatto di invandere altri pianeti per assorbirne l'energia e creare i frutti dall'albero divino, è allo scopo di ottenere il potere necessario per ricreare il proprio pianeta e far rinascere il proprio clan. Invasori non per avidità e opportunismo, dunque, ma per tragica contingenza e necessità.




This... is my tribute.

 
R.I.P.  -  AKIRA TORIYAMA
  
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