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Autore: Nami89    04/04/2024    3 recensioni
“Qual è il problema?” – continuò a chiedere Zoro, senza alcuna apparente emozione nella sua voce.
“Il mio problema sei tu.” – sussurrò categorica Nami. Sfilò la sua mano da quella di Zoro e andò via.
Questa fanfiction si ricollega all'arco narrativo di Wano, dopo la vittoria contro Kaido e Big Mom.
In questa storia Nami e Zoro scopriranno che a legarli c'è qualcosa di più di una semplice amicizia!
Presenti spoiler!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 4 – “Ci penserò io”
 
 
Zoro era stato trasportato in una nuova stanza. Adagiato su un futon al centro dell’ampia camera, continuava a dormire profondamente. Di fianco al corpo dello spadaccino, un basso tavolino di legno su cui si trovava un piccolo vaso di ceramica con un coperchio traforato dal quale fuoriusciva lentamente dell’incenso profumato.

Si trovavano in un'altra ala del palazzo. Dopo la tempesta, Kinemon e Momonosuke avevano accompagnato i mugiwara nei nuovi alloggi, dati gli ingenti danni provocati dalle raffiche di vento.
La stanza di Zoro si affacciava sul vasto giardino interno del palazzo reale. Una grande vetrata costeggiava un lato della stanza, mostrando in tutta la sua magnificenza un brulicante paesaggio fitto di vegetazione, attraversato da ruscelli e ponti di legno che disegnavano un gioco di archi e riflessi.
Disseminate lungo i viottoli di ghiaia, si ergevano lanterne accese che emanavano aloni di colore rossastro, puntellinati da piccoli insetti in volo, attratti dalla fonte di calore.
Al centro un maestoso albero di ciliegio che si innalzava di centinaia di metri tanto da non poterne scorgere la cima, osservandolo dal basso. Possenti rami si snodavano lateralmente, sovrastando gran parte del giardino.
Una leggera brezza scuoteva i suoi rami, lasciando cadere petali rosa che volteggiavano sotto i placidi riflessi della luna, per poi posarsi lungo le acque cullanti dei ruscelli.

Aveva ormai smesso di piovere. Silenzio e oscurità si amalgamavano in uno stato di profonda quiete. Eppure il profumo di terra bagnata rendeva l'aria elettrica, tramutandosi in un fitto senso di allerta.

Nami fissava Zoro per accertarsi che respirasse ancora. Il ritmo del suo respiro accompagnava incalzante i suoi pensieri. Continuava a rivivere quei momenti terribili, cercando invano una spiegazione. Provava ad analizzare minuziosamente ogni singolo istante, cercando qualsiasi piccolo dettaglio che potesse aiutarla a capire.
Rivedeva il corpo inerme di Zoro tra le urla dei compagni e il frastuono provocato dagli oggetti distrutti dalle raffiche di vento. Poi il silenzio improvviso e il corpo di Zoro riprendere vita.
I suoi sensi sembravano anestetizzati. Tutto il dolore provato in quegli orribili istanti l'aveva completamente svuotata. Era come se non riuscisse a sentire nulla, se non vuoto.
Si ripeteva che Zoro era vivo e provava a convincersi che poteva sentirsi sollevata ma non ci riusciva. Non avere una spiegazione razionale di quello che era accaduto la faceva sentire impotente. Non avere informazioni significava non poter prevenire un nuovo peggioramento, se non l'inevitabile epilogo. Quello stato di incertezza rendeva la situazione estremamente imprevedibile e pericolosa.
Continuava a fissare ipnotica il petto dello spadaccino gonfiarsi e sgonfiarsi, a cadenza regolare, dettando simultaneamente quell’ossessivo flusso di riflessioni.

Intanto i suoi compagni discutevano animatamente di quello che era accaduto.

"Cosa è successo?" - chiese sbigottito Kinemon, che aveva accompagnato i mugiwara nella nuova ala dopo la tempesta.

"Ci stiamo facendo la stessa domanda." - rispose esausto Usop.

"Non ne abbiamo idea." - aggiunse sconsolato Chopper. “Vorrei potervi dare una spiegazione medica ma al momento non ne sono in grado.” – aggiunse la piccola renna con aria affranta.

"Chi se ne importa! Zoro è vivo!" - esclamò entusiasta Rufy.

"Speriamo lo rimanga questa volta." - disse impassibile Robin, osservando perplessa lo spadaccino.

"Diretta come sempre" - aggiunse Franky, sogghignando in direzione dell’archeologa.

"Già" - sbuffò rassegnato Usop, indeciso se rimproverare Robin per la schiettezza o concordare con lei per la sincerità.

"La situazione sembra stabile adesso ma, date le circostanze, non darei nulla per scontato." - disse Chopper con risolutezza.

"Non vi sembra tutto così strano? - domandò Sanji all'improvviso. Era rimasto tutto il tempo in silenzio dopo la fine della tempesta.
Era poggiato di schiena contro lo stipite laterale della porta che dava sul giardino interno. Tirò fuori dalla tasca un accendino con il quale si accesel’ennesima sigaretta. Tirò una lunga boccata di fumo mentre osservava assorto il giardino avvolto dall'oscurità della notte.

Alcune gocce di pioggia cadevano ancora dalle grondaie superiori, picchiettando sul porticato che circondava il giardino interno.
Approfittò del silenzio dei compagni per continuare.
"Insomma...prima quella tempesta improvvisa e poi quella testa d'alga che resuscita." - aggiunse velocemente Sanji, voltandosi verso i compagni.

Nessuno rispose prontamente. In fin dei conti il cuoco espresse a voce alta le considerazioni della maggior parte dei presenti.

"In effetti c'è un altro elemento di stranezza che abbiamo notato." - aggiunse Kinemon.

"La tempesta ha colpito violentemente solo l'ala in cui vi trovavate voi." - concluse il samurai.

"Come è possibile?" - chiese stupito Usop.

"Beh…anche la tempesta è stata insolita. " - aggiunse Jinbe, quasi riflettendo tra sé e sé.

"Cosa ne pensi Nami?" - chiese rivolgendosi alla navigatrice.

Nami era seduta accanto a Zoro.
Ascoltava preoccupata le riflessioni dei compagni. Aveva notato da subito la stranezza di quella tempesta. Non l'aveva prevista. Si chiedeva se quell’errore non fosse dovuto alla mancanza di lucidità e giudizio, data la concitazione dei quei momenti o se davvero la natura di quella tempesta fosse a lei sconosciuta.

"Non ne ho idea." - rispose lentamente, quasi ridestandosi dai suoi pensieri.

"Beh, mi sembra di capire che tutto ciò che è successo questa notte non sia facilmente spiegabile. Davvero inquietante! - aggiunse Brook con una nota di divertimento nella voce, smorzando la forte tensione che aleggiava nell’aria.

"Da che pulpito!" - aggiunse Usop irrequieto.

Rufy scoppiò a ridere.

"Qualsiasi cosa sia successa questa notte non importa! Zoro sta bene! - esclamò eccitato il capitano.

"Devi solo svegliarti adesso!" - fece per lanciarsi addosso a Zoro ma fu fermato rapidamente da Franky!

"Hey hey frena l'entusiasmo capitano! Vedi di non farlo fuori proprio adesso!!! - aggiunse Franky divertito.

Nami osservava la scena sollevata. L'aria era intrisa di tensione e felicità al tempo stesso, sfociando in un senso di eccitazione che accomunava tutti i suoi compagni. L’entusiasmo del capitano riusciva a stemperare la ferma inquietudine che Nami provava ogni volta che guardava Zoro e ripensava alla sua morte.

"Lasciami andare Franky! - borbottava scalciante Rufy.

"Ha bisogno di riposo." - urlava invano Chopper.

"Perché non ascolti mai Rufy" - si lamentava disperato Usop.

"Riflettendoci, non sono più l'unico ad essere morto e tornato in vita oh oh oh!! - rifletteva Brook ridendo da solo della sua battuta.

"Nemmeno la morte ha voluto quella testa d'alga bacata!" - disse ironicamente il cuoco, aspirando una lunga boccata di fumo.

"In effetti potrebbe essere una spiegazione."

Si fermarono tutti, voltandosi verso la porta d'ingresso. Era arrivato Kozuki Sukiaky, padre di Oden e nonno di Momonosuke, attuale shogun del regno di Wano.
Varcò la soglia della stanza, avanzando lentamente con le mani incrociate dietro la schiena. Al suo fianco sua nipote, la principessa Hyiori, che intanto reggeva un vassoio con del tè fumante. Il vecchio si avvicinò allo spadaccino e si fermò ad osservarlo. Lo squadrò a lungo con aria corrucciata.

"Cosa intendi dire?" - chiese incuriosita Nico Robin.

L’aria corrucciata del vecchio non presagiva nulla di positivo, pensò Nami.

“Sapete, gli eventi di questa notte mi hanno ricordato una vecchia storia. Si racconta di un'antica leggenda. La notte della luna rossa. La notte in cui un samurai sfuggì al dio della morte, la cui ira tinse il cielo di rosso e scatenò una violenta tempesta.". - raccontò il vecchio shogun, alzando lo sguardo dallo spadaccino ai presenti.

Calò il silenzio. Quella rivelazione fu sorprendente.

Nami fissò il vecchio con attenzione, cercando di scrutare la sua espressione. Nonostante avesse sfoggiato un sorriso disteso e confortante, non gli era sfuggito il suo turbamento mentre osservava Zoro.

"Ne ho sentito parlare. Davvero interessante." - rispose affascinata l'archeologa.

"Davvero spaventoso!" - aggiunse con voce tremante Usop mentre Chopper gli si era attaccato al polpaccio terrorizzato.

"E poi? Cos' è successo?" Hanno combattuto?"- chiese Rufy visibilmente emozionato.

"Perché ci racconti questa storia?" - chiese Brook con sospetto.

"Calmi, calmi! Mi è venuta in mente questa notte. Vecchi ricordi di un vecchio uomo. Perdonate la scarsa memoria di un anziano. Non ricordo bene tutti i dettagli. Magari mi torneranno in mente!" - rispose sornione Kozuky.

Quel racconto riportò un senso di cupezza tra i mugiwara. Nami si chiedeva come mai avesse deciso di raccontare quella storia o meglio di accennarla soltanto senza rivelare ulteriori dettagli. Doveva esserci un motivo. Era sicura che ricordasse tutto. Si domandava se davvero quella storia potesse avere un qualche legame con gli eventi di quella notte.

Scambiò uno sguardo furtivo con Nico Robin che contraccambiò annuendo discretamente. L’aveva capita al volo senza aver bisogno di parole. Dovevano saperne di più e in qualche modo Nico Robin avrebbe reperito informazioni e conoscenze a riguardo.

"Chi sconfisse il dio della morte?" - chiese Sanji mentre una folata di fumo usciva dalla sua bocca.

"È solo una vecchia legenda. Voci popolane senza alcun fondamento" - aggiunse Kozuki sorridendo e concludendo frettolosamente il discorso.

Robin lo guardò perplessa. Era sicura che il vecchio shogun ci credesse e che sapesse molto più di quanto non stesse raccontando. Il vecchio si accorse del suo sguardo indagatore e le diresse un sorriso mesto per poi rivolgersi a sua nipote.

"Cara Hyiori, servi pure il te per i nostri ospiti. La notte è ancora lunga."

"Con piacere." - rispose la principessa, osservando fugacemente Zoro con espressione tesa.

Il vecchio Kozuki andò via, seguito da Kinemon e Momonosuke.

Hiyori versò il tè, offrendo una tazza a tutti i presenti.

“Mia dolce principessa, questo tè è delizioso!” – esclamò il cuoco, iniziando ad elogiare zelantemente la principessa.

“Sei fin troppo gentile!” – rispose timidamente Hyiori mentre Sanji baciava delicatamente la sua mano.

“Avrei preferito della Cola!” – disse deluso Franky! – “Devo ricaricare le energie!” – proseguì, bloccando un lungo sbadiglio.

“Sii più gentile e apprezza il tè offerto dalla bellissima principessa.” – ringhiò Sanji.

“Oh no Sanji! Franky ha ragione! Sono state ore estenuanti! Dovreste andare a riposare!” – concluse Hyiori, sorridendo dolcemente al cuoco.

“Beh adesso Zoro è stabile ma sarà necessario monitorare la situazione tutta la notte.” – disse Chopper, rimettendosi in piedi.

“In effetti abbiamo bisogno di riposare!” – aggiunse Usop, stiracchiandosi rumorosamente.

“Ma io ho fame!” – esclamò Rufy mentre massaggiava il suo stomaco brontolante.

“Chiederò di prepararvi cibo e letti caldi!” – lo tranquillizzò la principessa.

Intanto si avvicinò a Zoro, inginocchiandosi accanto a lui e prendendogli la mano.

 “Ci penserò io. Voi tutti andate a riposare. Passerò io la notte qui a vegliare su di lui.” – concluse la principessa.

Nel frattempo guardava tutti sorridendo amorevolmente. Le sue gote arrossate mentre accarezzava la mano di Zoro. Sanji, pazzo di gelosia, disperatamente la supplicava di accarezzarlo amorevolmente proprio come faceva con lo spadaccino.

Nami era esattamente di fronte a lei, sul lato opposto del corpo di Zoro. Vederla accarezzare la mano dello spadaccino con tale familiarità le provocò un viscerale senso di fastidio.

Per giorni Hiyori era rimasta al fianco di Zoro. Sapeva bene che non si trattava di semplice riconoscenza verso colui che l’aveva salvata. Era ben consapevole dei sentimenti di Hyori. Eppure in quel momento provò fastidio e, senza nemmeno rendersi conto, pronunciò delle parole che nemmeno lei si sarebbe aspettata mai di dire.

“Non ci serve il tuo aiuto! Ci penserò io!” – disse Nami con tono fermo, fissando stizzita Hiyori che, a sua volta, ricambiò con uno sguardo di palese perplessità.
Tutti si voltarono a guardare Nami.

“Nami-san, la principessa ha offerto solo il suo aiuto…” – si azzardò a spiegare con cautela il cuoco, cercando di placare l’evidente imbarazzo generale.

Nami sapeva di essere stata troppo impulsiva. Si pentì subito del tono e delle parole che aveva usato.

“Mi dispiace, intendevo dire che non è necessario che rimanga tu ma ti ringrazio per la disponibilità ad aiutarci.” – cercò di rimediare la navigatrice.

Si sforzò di pronunciare quelle scuse. Non sentiva davvero quelle parole. La vista della principessa accanto a Zoro e quel suo continuo e affannoso prodigarsi ad accudirlo la infastidivano tremendamente. Si chiedeva cosa scatenasse quella sensazione di fastidio. Un fugace pensiero balenò nella sua mente. Che fosse gelosia? No, non poteva essere. Si ripeteva che era solo scossa e poco lucida. Si affrettò rapidamente a reprimere pensieri del genere.

“Vi chiamerò se ci saranno problemi!” – aggiunse Nami, sperando che qualcuno intervenisse per appoggiarla e uscire da quella impasse.

Robin e Franky si scambiarono uno sguardo d’intesa, sorridendo.

“D’accordo Nami! Siamo nelle stanze accanto! Chiamaci per qualsiasi evenienza” – esclamò Usop, tirandosi su e stiracchiandosi nuovamente.

La principessa si limitò ad annuire in silenzio.

“Nami swannnnnnn resterò io a vegliare su di teeeee!” – cominciò ad urlare Sanji, ronzandole intorno come una trottola impazzita.

“Oh oh oh posso restare anche io questa notte e guardare le tue mutandine???” – sibilò Brook.

Finirono entrambi per terra con due bernoccoli in testa. Rufy rideva a crepapelle.

“Scordatevelo!!!” – urlò furiosa Nami.

“Hei smettetela di fare baccano! Zoro ha bisogno di riposo!” – urlava Chopper, ignorato però da tutti.

 “Ciboooo!” – implorava nel frattempo il capitano disperato.

“Sempre i soliti!” – rise di gusto Jinbe.

Nami, dapprima furiosa e con i pugni ancora per aria, scoppiò a ridere. Finalmente di nuovo quella sensazione di calore che non sentiva da giorni. Finalmente un momento per lei familiare e rassicurante.

Guardava Zoro e ripensava alle parole di Usop. Era importante che lei ci fosse. Doveva esserci.
 
 
   
 
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