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Autore: Terreno    11/04/2024    0 recensioni
[Canzoni]
La libertà è un concetto molto bello, ma cosa succede se si abusa della libertà? Dove finisce la propria libertà e dove inizia quella degli altri?
 
Davvero è un male limitare la libertà, quando la gente ne abusa? Se la gente, anziché godere di ciò che può fare, finisce per fare danni, l'aggiunta di delle regole non è forse una conseguenza naturale?
 
La storia è stata realizzata a partire da una celebre ballata popolare.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rinchiuderanno Geordie in una cella d’oro,
è un privilegio raro!
Rubò sei cervi nel Parco del Re,
per ottener denaro.
 

Ripeteva in continuazione l’araldo. Il principe però non prestò particolare attenzione alla cosa e si diresse verso il castello. Passato il ponte che conduceva alla struttura, chiese di venir ricevuto dal padre il prima possibile.
Non ci volle molto che costui si trovò nella sala del trono, al cospetto di colui che regnava. Sicuramente sarebbe stata una conversazione animata tra i due, che, per semplificare, chiameremo il Re Padre e il Principe Figlio.
“Cos’è questa storia dell’ergastolo a Geordie?”
Esordì il giovane.
“Ha infranto la legge.”
Rispose il genitore. Sapeva che la persona di cui era padre, non avrebbe accettato facilmente la cosa.
“Vuoi rinchiuderlo in prigione solo per questo? Non è uno spregevole criminale, solo un ragazzo che, per amore, ha fatto una scemenza.”
Rispose il familiare.
“Lo so. Conosco bene i genitori di Geordie. Sono due membri della nobiltà, tra l’altro. Pensi che sia stata una decisione presa a cuor leggero quella di rinchiudere un ragazzo così giovane, perdipiù nato da due conti?”
Spiegò il Re Padre.
“Allora liberalo, se sai che stai facendo una cosa triste.”
Insistette il Principe Figlio.
“Non posso. Così dice la legge. Le leggi servono a tutelare l’esistenza del regno. Ciò vuol dire i suoi abitanti, ma anche i suoi confini e ciò che dimora al suo interno, compreso quel bosco. Se uno degli elementi all’interno non viene rispettato, anche gli altri ne risentono. Un giorno capirai come anche l’equilibrio di una zona selvatica, possa influire sulla vita delle persone.”
Il giovane trovò il discorso insensato.
“Grazialo.”
Chiese.
“Non ci sono attenuanti che possano creare i presupposti per una grazia. Geordie sapeva perfettamente quel che stava facendo, era stato avvertito, ha fatto tutto quello per un capriccio d’amore, per un motivo futile. Era completamente lucido, quando scoperto non ha collaborato, cercando di coprire quello che ha fatto, anziché chiedere perdono e offrire un atto riparatore e la cosa ha fatto scalpore.
Se graziassi lui, perché non dovrei graziare chiunque altro compia atti di bracconaggio o danneggi deliberatamente il bosco? La legge è chiara a riguardo.”
Spiegò il padre.
“Allora cambia la legge.”
Rispose il Principe Figlio, alzando la voce.
“Cosa accadrebbe se bastasse che ad infrangere una legge sia un ragazzo innamorato o un nobile, per cambiarla? Le leggi perderebbero qualsiasi efficacia. Cosa accadrebbe al Parco se tutti potessero fare ciò che vogliono? Pensi che ciò non si ripercuoterebbe sulla gente? La legge non può cambiare. La legge non deve cambiare.”
Spiegò il regnante, difendendo quella regola.
“Se le cose stanno così, ordina che sia rinchiuso solo quando sia vecchio.”
Chiese di nuovo il Principe, che ormai non sapeva più cosa inventarsi.
“Tanto varrebbe, allora, non imprigionarlo più. Nessuno capirebbe la punizione per un fatto avvenuto decenni fa. Sarebbe un modo per aggirare la legge. La legge perderebbe efficacia se bastasse così poco per restare impuniti.”
Capiva che il giovane volesse permettere al ragazzo di vivere almeno gli anni migliori della propria vita in pace, ma non si poteva fare. Al massimo si poteva graziare Joride quando ormai anziano.
“Legge qua, legge là. Padre, ti rendi conto che sei schiavo di questo concetto. Tu, che sei il re, colui che dovrebbe essere più libero di tutti, sei schiavo di questo schema.”
Si mise a urlare il principe, ormai furente.
“La libertà non è qualcosa di facile da gestire. Occorre responsabilità per evitare di fare disastri. Dove poi finisce la nostra libertà e dove inizia quella degli altri? Dove finisce la nostra e dove inizia quella delle prossime generazioni? Un tempo ero come te, poi ho imparato che anche la libertà ha dei confini, proprio come un regno. Se non si rispettano questi confini si farà soffrire gli altri, distruggere tutto ciò che si ha intorno e fare del male a se stessi, nei casi più gravi.”
Spiegò il Re Padre, senza scomporsi.
“Un giorno crescerai e capirai ciò che ti sto dicendo.”
Aggiunse il genitore. La discussione andò avanti ancora per un po’, poi il Principe Figlio, capendo che l’interlocutore fosse irremovibile, se ne andò, concludendo che l’altro fosse solo un povero bacchettone.
 
 
Gli anni passarono e venne il giorno in cui il Re Padre, concluse la sua permanenza terrena. Vi fu lutto nel regno per la perdita della persona saggia.
Arrivò quindi il momento per il principe di venir investito della nuova carica. Una delle prime cose che fece il Principe Figlio, divenuto il Re Figlio, fu quella di liberare Geordie.
Poi pensò presto di liberarsi di quella odiosa legge, tanto disprezzata da lui, per molti anni.
 
Non si chiese se potesse esserci un motivo per cui la legge fosse così severa e per cui il Re Padre insistesse per conservarla così come fosse. Che potesse esserci una ragione estremamente sensata, dietro a una legge apparentemente antipatica.
   
 
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