Anime & Manga > Mo Dao Zu Shi
Segui la storia  |       
Autore: Yuki Delleran    12/04/2024    0 recensioni
Anche se si sforzava il più possibile di non darlo a vedere e di trascorrere giorni spensierati finchè ne aveva la possibilità, quella situazione lo faceva sentire stranamente instabile. Aveva appena iniziato ad accettare la possibilità di vivere in pace e costruirsi un futuro tranquillo, quando erano giunti gli incubi. Non appena la sua mente cessava di essere all’erta e costantemente sul chi vive, immagini del passato la travolgevano, riportando a galla episodi dolorosi che gli spezzavano il respiro.
[WangXian e ZhuiLing post-canon novel]
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jin Ling/Jin Rulan, Lan Wangji/Lan Zhan, Lan Yuan/Lan Sizhui, Wei Ying/Wei WuXian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando aprì gli occhi scoprì che attorno a sé tutto era immerso nel buio. Faceva freddo e l’aria era impregnata di umidità. Era sdraiato su una superficie dura e scomoda, coperto solamente da un tessuto sottile insufficiente a scaldarlo. Man mano che il suo sguardo si metteva a fuoco e si abituava all’oscurità, scoprì che questa era permeata da bagliori rossastri e che quell’ambiente gli era familiare. Vi viveva da tempo, ormai era diventata la sua casa: la caverna ai Colli dei Sepolcri.

Mentre un senso di ineluttabilità gli gravava sul petto, si alzò a sedere e spostò le gambe dalla roccia piatta che gli faceva da letto. Si sentiva la testa confusa, come se avesse fatto un lungo sogno. Era stato un sogno felice, probabilmente, e gli capitava di rado da quando si trovava lì, ma i contorni già gli sfuggivano. La sua realtà era quella, non aveva senso tentare di rifuggirla. Era la via che aveva scelto, non c’erano alternative.

Sopra la sua testa, diverse catene bloccavano il Sigillo della Tigre sopra la grande matrice spirituale che imprigionava l’energia risentita e teneva sotto controllo quel luogo. Numerosi talismani tappezzavano le pareti emanando un lieve bagliore. Erano la sua sola ancora per mantenere il controllo ora che…

La sua mente si schiarì e una serie di immagini la attraversò con brutale chiarezza.

Pontile del Loto che andava a fuoco. I cadaveri straziati dello zio Jiang e della signora Yu. Jin ZiXuan che agonizzava, crollando in ginocchio sulle assi di legno di un ponte. Wen Qing che si scusava con lui e lo ringraziava prima di andare incontro alla sua fine. La spada che trafiggeva il petto di Shijie, lasciandola a terra in un lago di sangue. Il dolore straziante, ottundente, soverchiato dalla rabbia. Il desiderio di distruggere tutto e tutti.

«Sono qui. Non ti lascio. Andrà tutto bene. Troveremo il modo.»

«Vattene! Va’ via! Va’ via!»

Una mano che si sollevava, stanca, a scacciarne un’altra gentile.

«Vattene, vattene, vattene!»

Dolore. Sangue. Morte.

Si sentiva soffocare.

Corse fuori dalla grotta. Aveva bisogno d’aria.

Ma quello che lo aspettava là era molto peggio delle immagini nella sua testa.

L’intero spiazzo era ricoperto di cadaveri e due figure svettavano nel mezzo di quel massacro. Ai loro piedi, due corpi spiccavano in quel panorama di morte. Uno portava la veste bianca dei Lan, macchiata di fango e sangue, il volto nascosto da una massa di capelli scuri che ricadevano scomposti nella polvere non più trattenuti da un nastro frontale candido. L’altro, in uno stato altrettanto pietoso, lo sguardo spento rivolto al cielo e le gote rigate di lacrime, indossava l’inconfondibile giallo oro dei Jin.

Quando il suo sguardo si posò su di loro, sentì il cuore fermarsi. No. Non A-Yuan. Non Jin Ling. No!

Le due figure in piedi gli puntarono contro un dito accusatore.

«È colpa tua.» gridò Jiang Cheng con voce rotta. «Distruggi ogni cosa che tocchi e non te ne rendi nemmeno conto!»

«Lui voleva solo starti vicino e l’hai portato a questo.» disse con voce gelida Lan WangJi. «Ti considerava suo padre e questo è stato il risultato.»

Sentiva che stavano per cedergli le ginocchia. Sarebbe crollato a terra da un momento all’altro. Aveva ancora senso resistere? L’orgoglio e la dignità erano inutili se causavano solo la rovina di tutto ciò che veniva in contatto con lui.

«Sei un portatore di morte!»

Si coprì il volto con le mani.

«Io non volevo. Non ho mai voluto che succedesse nulla di tutto questo…»

La sua voce si spezzò. Sentì le prime lacrime di disperazione affiorargli agli angoli degli occhi.

«Trascini chiunque nella tua spirale. Starti vicino è una condanna, chiunque ci provi finisce annientato. Non meriti nessuna comprensione.»

«Lan Zhan…»

«Non meriti amore. Non meriti nulla.»

Il grido di disperazione proruppe dalle sue labbra senza che facesse più nulla per fermarlo.

 

Wei WuXian spalancò gli occhi nel buio, destato dal suo stesso urlo. Si guardò attorno frenetico, mentre il suo cuore batteva a mille.

Non è vero, non è vero, non è vero…

Per un interminabile istante non riuscì a capire dove si trovasse e la sua mente associò quell’oscurità estranea alla caverna sui Colli dei Sepolcri. Una mano corse a stringere la veste sul petto nel tentativo di placare i battiti impazziti. Se era così, nulla di quello che aveva visto era reale, nulla era ancora successo, poteva impedirlo, poteva ancora tentare di salvare…

Il suo sguardo si mise a fuoco sugli arredi di una stanza sconosciuta, il tavolino basso accanto al letto, i drappi viola che ornavano le pareti, lo stendardo con il loto. E a poco a poco ricordò.

Non era ai Colli dei Sepolcri. Non c’era nulla che potesse fare per salvare persone già morte da anni. Era a Yunmeng, a Pontile del Loto, ospitato da Jiang Cheng per la sua convalescenza. E aveva lasciato i Meandri delle Nuvole dopo una discussione con Lan WangJi. In questo modo sembrava una fuga. L’ennesima dalle sue responsabilità e dalla sua incapacità di gestire le situazioni.

Richiuse gli occhi e si massaggiò la fronte, un senso di vuoto e di abbandono che gli riempiva il petto.

«Distruggi ogni cosa che tocchi e non te ne rendi neanche conto!»

La voce del Jiang Cheng del sogno gli echeggiò nelle orecchie. Era vero? Aveva distrutto anche quella parvenza di felicità con Lan WangJi senza nemmeno capirne il motivo? Era stupido e avventato, parlava sempre prima di riflettere e le conseguenze delle sue azioni venivano sempre pagate dagli altri. Si detestava per questo. E si sentiva solo.

Si era abituato a dormire accanto a Lan WangJi e ora avvertiva tremendamente la mancanza del calore del suo corpo, del suo profumo di sandalo e incenso. Era una nostalgia talmente intensa che faceva male al cuore, ma era solo colpa sua. Aveva rovinato tutto con le sue mani, come al solito. Si era illuso di potersi crogiolare in quella felicità, ma la realtà dei fatti era che non aveva la più pallida idea di come funzionasse una relazione vera, non aveva mai avuto nessun modello a cui guardare: non i suoi genitori, era troppo piccolo, non gli zii Jiang e men che meno la sua Shijie. Aveva seguito l’istinto, era stato il più sincero e spontaneo possibile e aveva combinato un disastro. Aveva ferito Lan WangJi e lo aveva fatto arrabbiare per un motivo davvero futile. Non c’era da stupirsi se era stato trattato freddamente: se l’era meritato.

Almeno SiZhui e Jin Ling stavano bene, si disse, tentando di ritrovare la calma. Non importava come si sentisse lui in quel momento, quanto senso di colpa provasse e quanta sofferenza: i suoi bambini, se davvero poteva definirli tali, erano sani e salvi ai Meandri delle Nuvole, lontano da lui e sotto la protezione di chi poteva garantirgliela.

Almeno questo, almeno questo…

Si alzò e si avviò alla finestra. Albeggiava e le prime luci rosate illuminavano i canali attorno a Pontile del Loto. Quella dove alloggiava era una residenza per gli ospiti separata da quella principale, che gli permetteva di muoversi in totale autonomia; eppure, questo gli provocava una dolorosa fitta di nostalgia. La sua stanza, all’interno dell’edificio principale, non esisteva più. Dopo che Pontile del Loto era stato raso al suolo ed era stato ricostruito, la sua conformazione era cambiata, almeno in parte, e le camere principali erano state riassestate. Aveva trascorso così poco tempo in quella residenza, a cui sentiva di non appartenere più, che non era stato necessario ricavare un ambiente privato a suo uso personale. Per come stavano le cose ora, un alloggio degli ospiti era anche più di quello che si sarebbe aspettato.

La veranda appena fuori dalla stanza dava direttamente su un canale a cui era ormeggiata una piccola barca. Affacciandosi, vide che i pescatori si stavano già avventurando a bordo delle loro imbarcazioni lungo i canali dalle acque placide, punteggiate di foglie di loto dal verde brillante. Le donne si affannavano sui pontili, portando grandi cesti ripieni di merce dirette al mercato. Nonostante l’ora, le strade fremevano di attività.

Forse avrebbe fatto meglio anche lui a prendere una boccata d’aria: lo avrebbe aiutato a schiarirsi le idee, a riflettere meglio e ad allontanare gli ultimi brandelli dell’ennesimo sogno angosciante.

Si vestì adeguatamente, infilò Suibian alla cintura e si diresse verso il pontile principale, dove attraccavano le barche più grandi e dove sapeva avrebbe trovato il maggior numero di persone. Per diversi minuti, si perse a osservare i commercianti che allestivano le bancarelle, disponendo le mercanzie e chiamandosi a gran voce tra di loro. Era uno spettacolo familiare e confortante. Poi, la sua attenzione venne attirata da un capannello di gente che si assiepava sul pontile principale, indicando qualcosa e commentando. Incuriosito, si avvicinò a sua volta e seguì con lo sguardo la direzione indicata. Una sagoma si stava avvicinando nel cielo, a giudicare dalle apparenze un cultore solitario sulla propria spada. Quando la figura fu abbastanza vicina da distinguerne il profilo, il cuore di Wei WuXian perse un battito. Si fece largo a spintoni tra la folla, fino a raggiungere il bordo del pontile, ignorando le proteste degli astanti e, quando vide che l’altro era abbastanza vicino, sollevò le mani. Un istante dopo, Lan WangJi gli volò tra le braccia, mentre Bichen si rinfoderava senza un sibilo.

«Wei Ying.»

La sua voce, accanto all’orecchio, gli provocò un brivido che rischiò di far sgorgare quelle lacrime che si stava tanto sforzando di trattenere.

«Wei Ying.»

«Mi dis…» iniziò Wei WuXian, ma Lan WangJi lo interruppe, spiazzandolo.

«Mi dispiace!»

Wei WuXian scosse la testa, stringendolo a sé, incurante della piccola folla che li fissava.

«Nessun “mi dispiace” tra noi.» mormorò.

Voleva baciarlo lì, davanti a tutti. Non ce la faceva più ad aspettare.

Districandosi faticosamente da quell’abbraccio avvolgente, gli afferrò la mano e prese a trascinarlo verso le proprie stanze. Dovevano andare in un posto dove stare da soli, dove avrebbero potuto parlare, finalmente, dove avrebbero potuto toccarsi. Non se n’era reso conto, ma ora sapeva che sarebbe morto se non avesse avuto la propria bocca sulla sua entro massimo cinque minuti.

Attraversarono i pontili in un turbinio affannato di stoffe bianche e nere, del tutto dimentichi degli sguardi perplessi e vagamente allarmati dei passanti. Raggiunsero gli alloggi degli ospiti e Wei WuXian si sbatté il pannello scorrevole alle spalle. Lì, nella penombra della sua stanza, spinse Lan WangJi contro lo stipite e lo baciò con un trasporto che non sarebbe riuscito a trattenere oltre. Si staccarono solo quando entrambi furono a corto d’aria, ma rimasero così, stretti l’uno all’altro, per interminabili secondi. Sembrava non si vedessero da una vita intera ed era passata solo una notte. Era stato sciocco a pensare di aver rovinato tutto.

«Yunmeng è lontano da Gusu.» mormorò tra i suoi capelli. «Hai volato tutta la notte?»

«Mn.» fu la risposta, più che esplicativa.

«E le lezioni? E il caso dell’aggressore?»

«Niente è più importante di Wei Ying.»

Con orrore, si rese conto che le mani di Lan WangJi erano percorse da un tremito leggero. Lo vide crollare in ginocchio di fronte a lui, le braccia a cingergli la vita e la testa appoggiata sul suo ventre.

«Fa male.» disse.

Wei WuXian sentì la stoffa della propria veste inumidirsi.

«Fa male quando scherzi sulla tua morte.»

A quelle parole di Lan WangJi capì finalmente cos’era successo e sentì il cuore spezzarsi per la sua stupidità, per la sua superficialità e per non aver compreso subito qualcosa di così ovvio.

«Non lo farò più. Te lo prometto.» sussurrò. «Non ti ferirò più. Non dirò più stupidaggini senza pensare e non andrò più via da solo.»

Ma Lan WangJi non aveva finito.

«È difficile da spiegare, ma…» Scosse piano la testa. «A volte penso di non essere alla tua altezza. Tu sei così… luminoso. Brilli di luce propria e io posso solo guardarti. Non riesco nemmeno a proteggerti. Ho più bisogno io di te di quanto tu ne avrai mai di me.»

Wei WuXian si lasciò cadere in ginocchio a sua volta, abbracciandolo di slancio.

«Non è così. Non è così! Sai che ti amo tantissimo e non posso immaginare la mia vita senza di te. È solo colpa mia se non so esprimerlo come si deve e ti faccio stare male.»

«Sei un portatore di morte! Non meriti amore. Non meriti nulla.»

Quelle parole rimbombarono sul fondo della sua mente e si sovrapposero a quelle del Lan WangJi reale. Le lacrime iniziarono a scendere arbitrariamente. Non si era reso conto di avere uno spasmodico bisogno di conferme, come se quell’amore così assoluto dovesse davvero essere confermato per l’ennesima volta.

Lan WangJi alzò la testa e affondò le mani nei suoi capelli. Wei WuXian si chinò su di lui e lo baciò ancora e ancora, finchè non si trovarono entrambi sdraiati sul pavimento, lui sopra Lan WangJi. Vide una muta domanda passare negli occhi dell’altro, subito sostituita da un sorriso dolce e dal suo totale abbandonarsi nelle sue mani.

«Andiamo sul letto?» disse, mentre gli accarezzava una guancia asciugandogli le lacrime.

Si alzarono insieme e Wei WuXian si fermò per un attimo di fronte al compagno, le dita incerte che indugiavano sui bordi della sua veste, prima di iniziare a sciogliere i nodi dei nastri. Il primo strato di tessuto candido scivolò sul pavimento, seguito poco dopo dal resto.

«Lan Er-gege, hai troppi vestiti.» scherzò per spezzare le tensione.

Lan WangJi sbuffò una risatina.

«I tuoi sono fin troppo facili da togliere.»

«Ma che spudorato!» esclamò Wei WuXian, sentendosi finalmente di nuovo sé stesso.

Senza più barriere tra loro, Lan WangJi si lasciò distendere sul materasso morbido. Wei WuXian gli baciò le ciglia, le guance, le labbra, il collo, fino a scendere sulle clavicole e sul petto. Posò le labbra sulla bruciatura del sigillo Wen che ne deturpava la pelle pallida, mentre con le mani si prodigava in carezze per regalare più piacere possibile a quel corpo stupendo. Il respiro che si faceva sempre più affrettato era musica per le sue orecchie. Normalmente era abituato a chiacchierare all’infinito nei momenti di intimità: succedeva quando perdeva ogni inibizione e la sua mente andava a ruota libera. Ma questa volta avrebbe mantenuto la lucidità e la concentrazione. Voleva trattare Lan WangJi con ogni riguardo, non voleva perdersi nemmeno il più piccolo sospiro. Venne premiato quando, in seguito a un tocco più audace, l’altro si lasciò sfuggire un piccolo gemito. Immediatamente sbarrò gli occhi e si portò una mano a coprire la bocca. Wei WuXian scoppiò in una risatina alla vista del rossore che si stava diffondendo dai lobi delle orecchie al viso di Lan WangJi.

«Va tutto bene, Lan Zhan.» disse, accarezzandogli una guancia. «Mi piace la tua voce, non trattenerti.»

Lui, di solito, era sempre più che rumoroso e non si poneva remore a esprimere a voce alta le sue sensazioni. Poteva capire, tuttavia, come una persona morigerata e schiva come Lan WangJi potesse sentirsi a disagio. Allungò una mano e prese tra le dita l’estremità del suo nastro frontale, portandoselo alle labbra.

«Puoi lasciarti andare.»

Bastò uno strattone leggero perché il nastro, già allentato, si sciogliesse del tutto, lasciando ricadere i capelli raccolti e spargendoli sul lenzuolo come sottili fili di seta scuri.

Lan WangJi afferrò l’altra estremità e gliela avvolse attorno al polso, un gesto dal significato più che chiaro: il suo amato si stava mettendo completamente nelle sue mani.

Wei WuXian sorrise, intenerito ed eccitato al tempo stesso: gli avrebbe mostrato tutto l’amore che provava.

 

Doveva essersi addormentato, perchè a destarlo fu una melodia delicata e familiare. Aprì lentamente gli occhi e si rese conto che, ai piedi del letto, Lan WangJi era seduto di fronte al guqin e stava suonando. Aveva addosso solo i pantaloni, gli dava le spalle con soltanto i lunghi capelli sciolti a fargli da manto, lasciando comunque in vista le cicatrici di tanti anni prima. La musica che stava suonando era quella che aveva composto per lui quando erano adolescenti, la stessa che gli aveva permesso di riconoscerlo immediatamente al loro primo incontro: WangXian. Ripensarci gli portò un moto di commozione e si sporse in avanti, oltre il bordo del letto, per posare un bacio su uno dei segni che deturpavano la schiena di Lan WangJi, segni che erano la prova tangibile dei suoi sentimenti.

«Ben svegliato.» lo salutò l’altro con un piccolo sorriso, senza smettere di suonare.

Wei WuXian si spostò piano da una cicatrice all’altra, baciandole una ad una con reverenza e affetto. Solo quando ebbe finito, si alzò dal letto e si drappeggiò sulle spalle la veste che Lan WangJi aveva abbandonato sul pavimento. Così, senza altro addosso che la sopraveste dei Lan appena chiusa in vita e i capelli sciolti e scomposti sulle spalle, si presentò agli occhi del compagno, che a quella vista inciampò su una nota e smise di suonare.

Wei WuXian ridacchiò.

«Riesci ancora a sentirti in imbarazzo, Lan Zhan?» lo prese in giro. «Ti faccio ancora questo effetto dopo tutto quello che abbiamo fatto?»

Lan WangJi si alzò, lasciando il guqin sul pavimento, e gli circondò la vita con le braccia.

«Perchè sei bellissimo. Il bianco dei Lan ti dona.»

«Lan Zhaaan, ti prego, il mio povero cuore!»

Si portò una mano alla fronte in un gesto esageratamente drammatico.

«Di’ la verità, non ti ricordo un po’ il Patriarca di Yiling, in questo momento?»

Stuzzicare Lan WangJi su quell’argomento era diventato divertente, non si sarebbe mai aspettato che gli venisse data corda. Lan WangJi, però, passò le dita tra quelle lunghe ciocche scomposte e ne sollevò una per posarvi un piccolo bacio.

«Sì, e sei meraviglioso adesso come allora.»

Wei WuXian si coprì la faccia con le mani.

«Va bene, va bene, non c’è partita con te. Hai vinto. Non scherzo più. Mi arrendo.»

Si divincolò dall’abbraccio e prese a raccogliere i propri vestiti.

«Era da tanto che non dormivo così bene. Lan Er-ge, è merito tuo?» chiese, mentre si rivestiva. «Forse WangXian mi ha rilassato.»

«Mn. Ho suonato Clarity per farti riposare meglio, sono felice che abbia funzionato.»

Wei WuXian gli sorrise, radioso.

«Grazie, Lan Zhan! Sei davvero il migliore!»

Lanciò un’occhiata alla finestra e stabilì che doveva essere circa ora di pranzo.

«Che ne dici se andiamo a cercare qualcosa da mangiare? Al mercato di certo avranno ancora le frittelle di carne, oppure possiamo cercare dei panini al vapore. Di sicuro voglio dei semi di loto con il vino! Quello tipico di qui è più speziato rispetto al Sorriso dell’Imperatore, devi assolutamente assaggiarlo!»

Lan WangJi annuì, si rivestì di tutto punto a sua volta e lo seguì. Avevano fatto pochi passi fuori dalla porta, quando entrambi percepirono uno sguardo fisso su di loro e, voltandosi in direzione del molo, videro Jiang Cheng che li fissava da lontano. Aveva un’espressione corrucciata e per nulla amichevole, ma Wei WuXian sapeva ormai che quella era la sua aria abituale. Con un sorriso solare, prese ad agitare la mano nella sua direzione.

«Buongiorno, A-Cheng!» esclamò, suscitando stupore nell’uomo al suo fianco e irritazione in quello che si stava avvicinando a grandi passi.

«Ti ho detto di non chiamarmi in quel modo!» sbottò Jiang Cheng. «E tu. Ma che sorpresa, un ospite che non ha avuto nemmeno la buona grazia di annunciarsi.»

Lan WangJi unì le mani di fronte a sé e chinò appena la testa in segno di saluto.

Jiang Cheng sbuffò, alzando gli occhi al cielo, per poi tornare a rivolgersi a Wei WuXian.

«Ti aspettavo per pranzo, ma siccome non ti sei fatto vedere mi chiedevo se stessi ancora dormendo. Mi stavo addirittura preoccupando che avessi bisogno di assistenza, ma vedo che non era necessario.»

Il suo sguardo scese dai suoi occhi alle sue labbra, e improvvisamente Wei WuXian divenne acutamente consapevole dei segni che Lan WangJi doveva avervi lasciato con la sua abitudine di morderlo in certi momenti. Quella mattina nessuno dei due era stato particolarmente controllato e sentiva ancora la piccola ferita pulsare dolorosamente.

«Sto bene.» rispose, accennando un sorrisetto. «Siccome nessuno dei due ha riposato come si deve questa notte, abbiamo dormito fin adesso. Mi dispiace aver saltato il pranzo. Stavamo andando al mercato, vuoi unirti a noi?»

Un’occhiata obliqua di Lan WangJi gli rese chiaro che quella non era una proposta particolarmente gradita, ma fortunatamente Jiang Cheng agitò una mano nell’aria con sufficienza.

«Ho cose ben più importanti di cui occuparmi che farvi fare il giro turistico di casa mia.» disse, e girò sui tacchi per allontanarsi.

Fece un paio di passi, poi tornò a voltarsi con espressione irritata.

«Ricordati che sei ancora convalescente! Vedi di non strafare!» esclamò, agitandogli un dito contro, per poi andarsene definitivamente.

Wei WuXian scoppiò a ridere.

«Il solito Jiang Cheng! Si morderebbe la lingua piuttosto che ammettere che è preoccupato per me.»

Per tutta risposta Lan WangJi gli circondò la vita con un braccio e se lo tirò vicino.

«Non mi piace quando ti guarda così.» disse.

«Uh? Lan Zhan, è mio fratello, cosa…?»

Lan WangJi si chinò su di lui e pose un bacio sulla ferita che gli arrossava le labbra.

«Non voglio che ti guardi così.» ribadì.

Continuava a stupirsi di quanto il suo amato potesse essere geloso, specialmente quando le ragioni erano del tutto ingiustificate. Gli accarezzò una guancia con la punta delle dita.

«Va bene, va bene, non hai nulla di cui preoccuparti. Davvero. Adesso andiamo a mettere qualcosa sotto i denti.»

 

La vita a Pontile del Loto non era cambiata quasi per nulla in tredici anni e Wei WuXian si trovò spesso ad abbandonarsi alla nostalgia e a dolci ricordi d’infanzia. Tutto con il tempo e la distanza sembrava assumere sfumature più delicate, persino le sfuriate e le punizioni della signora Yu. Ricordava quando faceva il bagno nei canali e si abbuffava di semi di loto raccolti senza badare a spazi e proprietà, oppure quando andava a rubare le giuggiole solo per farne una scorpacciata di nascosto, quando si arrampicava su tutti gli alberi che trovava per scommessa o per nascondersi per un po’. Ricordava Shijie che lo andava a cercare e che, con pazienza, lo convinceva sempre a tornare a casa. Ricordava i dolci che lui e Jiang Cheng prendevano al mercato e non pagavano mai, perchè ci pensava lo zio Jiang, e la zuppa di loto di Shijie, che sarebbe per sempre stata il suo piatto preferito e ora gli mancava tanto.

Aveva portato a spasso Lan WangJi in lungo e in largo, mostrandogli dove si era allenato da giovane e i luoghi che era solito frequentare. Si era tenuto alla larga solo dalla sala ancestrale, temendo che Jiang Cheng, nonostante il loro parziale riavvicinamento, potesse non apprezzare.

 

Wei WuXian era ancora convalescente. A seguito di un’ispezione di Lan WangJi dopo il loro appassionato ritrovo, era emerso che la ferita si fosse in parte riaperta. Il suo amato era stato irremovibile: doveva stare a riposo assoluto. Passò quindi le giornate successive riposando sul pontile di fronte alla sua stanza, sotto il suo occhio vigile. A volte leggevano insieme, a volte suonavano dei duetti. La prima volta che Wei WuXian aveva preso Chenqing, Lan WangJi lo aveva fissato con un’espressione preoccupata.

«Non preoccuparti, Lan Zhan. Non evocherò zombie selvaggi, posso anche suonarlo normalmente.»

Lan WangJi continuò a fissarlo senza dire una parola.

«Non dirmi che credi alla storia del dizi maledetto?»

Ancora nulla, solo un intenso scrutare.

«Lan Zhan… Mi stai prendendo in giro?»

Un attimo dopo, ne avevano riso insieme e Wei WuXian si era reso conto di quanto potesse essere rinfrancante scherzare in modo così sciocco. E quanto fosse bello e coinvolgente suonare insieme. La musica di Lan WangJi era sempre serena e composta, la melodia semplice da seguire eppure elegante e raffinata. Wei WuXian lo seguiva facilmente con il flauto e, sebbene la sua preferita in assoluto fosse la loro WangXian, ben presto prese confidenza anche con la più nota delle melodie tramandate dal clan Lan, Clarity.

La mattina del terzo giorno trascorso in pace, quando ormai pensava che la sua intera convalescenza sarebbe stata solo domestica vita quotidiana, romantici intermezzi musicali e sporadiche visite di un fratello sempre troppo irritabile, qualcuno bussò con discrezione alla porta. Non poteva essere Jiang Cheng, che a malapena si sprecava a bussare e di certo non lo faceva con delicatezza. Incuriosito, Wei WuXian andò ad aprire e il suo cuore fece un balzo di gioia quando si trovò davanti Lan SiZhui.

«Il mio ravanellino!» esclamò, giulivo, gettandogli le braccia al collo e stringendolselo addosso.

«Baba…» fece quello, vagamente imbarazzato. «Sono felice di vedere che stai bene.»

Lan WangJi sembrava perplesso.

«Perché sei qui? È successo qualcosa ai Meandri delle Nuvole?»

SiZhui chinò il capo in segno di saluto rispettoso, poi scosse la testa.

«No, stanno tutti bene. Visto che la precedente caccia notturna è stata sospesa a causa dell’incidente, il capoclan Jiang ne ha organizzata un’altra per chiudere degnamente la stagione, quindi era necessario che Jin Ling tornasse a Yunmeng.»

«E tu l’hai accompagnato.» dedusse Wei WuXian.

Il sorriso di SiZhui si incrinò appena, mentre le sue guance si tingevano di un inaspettato rosa.

«Ho pensato che non fosse appropriato per un capoclan viaggiare da solo. JingYi e ZiZhen mi hanno detto che non era il caso, che avremmo potuto mandare delle guardie, ma… ho pensato che sarebbe stato utile al mio addestramento partecipare alla caccia. E volevo assicurarmi che stessi bene, baba

Wei WuXian annuì.

«Quindi sei venuto fin qui da solo con Jin Ling.»

SiZhui evitò il suo sguardo e annuì.

Oh.

Oh.

Il sorriso di Wei WuXian si allargò a dismisura.

«Sei stato bravo, ravanello!» esclamò scompigliandogli i capelli. «Quel ragazzo è una calamita per i guai e di certo non sarebbe arrivato sano e salvo fin qui, se non ci fosse stato qualcuno di coscienzioso come te con lui.»

SiZhui sembrò sollevato da quelle parole e ricambiò il sorriso.

«Pensavamo di pranzare presto oggi, ti unisci a noi?» continuò Wei WuXian, che aveva tutte le intenzioni di approfondire la questione.

SiZhui però lo stupì con un’espressione contrita.

«Mi dispiace molto. Dopo i saluti al capoclan, Jin Ling ha detto che ci terrebbe molto a farmi visitare i luoghi più importanti di Pontile del Loto. Sono davvero spiacente.» rispose. Poi aggiunse, come ulteriore giustificazione: «Ho pensato che fosse importante per la mia istruzione geopolitica conoscere come si deve la residenza di un clan alleato.»

Wei WuXian dovette trattenersi a forza dallo scoppiare a ridere, entusiasta.

«Oh, certo, la geopolitica tra clan alleati è mooolto importante!» esclamò.

«Wei Ying.» lo raggiunse la voce di Lan WangJi alle sue spalle, in tono di avvertimento.

«Che c’è, Lan Zhan? È vero. È importante conoscere bene i propri alleati, e se nel frattempo ci si gode anche un bel giro turistico che male c’è? Anche noi lo abbiamo fatto.»

Lan SiZhui non sapeva più da che parte guardare e aveva iniziato a stringere tra loro le mani, nascoste dalle maniche della veste bianca. Era così tenero.

«S-se non vi dispiace, ora mi congederei.» disse.

«Certo! Possiamo sempre vederci più tardi. Vai e divertiti! Ti consiglio di assaggiare i semi di loto con il vino!» esclamò Wei WuXian e, dopo averlo seguito con lo sguardo mentre correva fuori, si rivolse a Lan WangJi con un sorrisetto che non prometteva niente di buono. «Lan Zhan, il nostro bambino ha una cotta. Non avrei mai pensato che Jin Ling sarebbe stato ricambiato così presto. Dobbiamo assolutamente fare qualcosa!»

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Mo Dao Zu Shi / Vai alla pagina dell'autore: Yuki Delleran