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Autore: Kifuru    12/04/2024    0 recensioni
All'indomani della Quarta Grande Guerra Ninja, nel mondo shinobi iniziava una nuova era di pace, sotto l'insegna della grande alleanza. Tra i complessi e delicati rapporti diplomatici e la lotta contro pericolose organizzazioni criminali, i giovani eroi della guerra, salvatori dell'umanità, cercavano di costruire con tutte le loro forze una vita serena e felice, lasciandosi alle spalle tutto l'odio e la violenza del passato. In questo clima di incertezza e speranza, l'ambasciatrice Temari della Sabbia e lo stratega Shikamaru della Foglia affronteranno ogni genere di esperienza per poter difendere il loro legame e il loro futuro insieme.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Shikamaru Nara | Coppie: Hinata/Naruto, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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CAPITOLO 13
 
 
IL REGNO DEL GHIACCIO E DEL FUOCO
 
 
Malartor, Regno del ghiaccio e del fuoco
Palazzo imperiale
 
 
Il sole scompariva lentamente dietro le Montagne del Vento. Nel cuore di quei monti oscuri era davvero difficile assistere ad uno spettacolo del genere, ma di certo era possibile dal luogo in cui si trovava Varneim in quel preciso momento. Dall’elegante e ampia terrazza situata in cima all’imponente e maestoso palazzo imperiale, il grande leader Varneim, nella sua dorata tunica di seta, osservava come una divinità antica il suo regno costruito con le sue stesse mani e con il sangue dei suoi nemici. Si trattava di una terra arida e desolata, totalmente inesplorata dato che si trovava all’estremo confine delle Montagne del Vento. Nessuno era mai giunto così lontano, nemmeno la spedizione militare del Primo Kazekage. D’altronde quella terra selvaggia poteva essere raggiunta conquistata solo da chi vinceva fino in fondo il selvaggio mondo delle Montagne del Vento e lui, Varneim, antico e potente shinobi della nazione del Vento che aveva combattuto a fianco del Primo Kazekage in persona, era riuscito in quell’impresa. Un’impresa impossibile per un normale essere umano, ma non per un essere superiore.

Ora a distanza di secoli quella terra così isolata sarebbe presto diventata il punto di partenza nella costruzione del suo potente e invincibile impero. Per un essere superiore come lui, con l’esperienza e il potere che aveva accumulato nel corso della storia, era davvero possibile riconciliarsi con il concetto di dio in terra, di dio tra gli uomini. Varneim possedeva un corpo muscoloso e robusto, in apparenza sulla quarantina. Portava dei capelli lunghi fino alle spalle, di un rosso acceso come gran parte dei membri ormai defunti del suo antico clan della Sabbia. Il grande leader adorava passeggiare in quel vasto terrazzo, dal quale dominava con occhi attenti e scrupolosi i territori sotto il suo dominio.

Una volta Varneim era un ninja abile e potente, fortemente fedele agli ideali di conquista e di superiorità del suo tempo. Proprio quei sogni di conquista l’avevano portato a mettere in pericolo la sua vita nel corso di innumerevoli e sanguinose battaglie. Fin dalle sue origini il mondo dei ninja si fondava sulla forza. I ninja vivevano unicamente nello scopo di prevalere ad ogni costo sull’avversario. Era un mondo in cui i forti dominavano incontrastati sui deboli, ecco perché Varneim aveva sempre cercato di essere sempre il più forte in assoluto, non importa con quali mezzi. Ogni guerra che si era combattuta nel corso degli anni non aveva mai portato a cambiamenti significativi. Varneim aveva osservato attentamente il susseguirsi delle grandi guerre ninja e alla fine i risultati si rivelavano sempre gli stessi. La situazione politica e militare restava fondamentalmente invariata, le cinque Grandi Terre Ninja prosperavano in un precario equilibrio, fondato principalmente sul dominio esercitato nei paesi più piccoli.

Per secoli Varneim aveva sperato che almeno una delle cinque nazioni potesse essere indebolita o addirittura distrutta da una guerra mondiale. Poco importava quale potesse essere: Vento, Fuoco, Terra, Acqua e Fulmine. Una delle cinque Grandi Terre doveva cadere per sempre. Sfortunatamente nessuna guerra era mai arrivata a realizzare questo grande sogno. I grandi conflitti gli avevano soltanto fornito un’illimitata quantità di chakra dalle innumerevoli morti, aumentando il suo potere e allungandogli la vita proprio come un essere superiore.

Dal suo regno nascosto Varneim aveva osservato i grandi avvenimenti del mondo, li aveva soppesati e valutati senza riuscire mai a trovare il punto cruciale dal quale avrebbe potuto dare origine al suo progetto di espansione. La speranza si riaccese inaspettatamente con il caos scatenato dall’Akatsuki in tutto il mondo, tanto da arrivare a scatenare la quarta grande guerra ninja, il più terribile tra i conflitti mai combattuti. Neanche un essere superiore come Varneim avrebbe mai potuto immaginare che fosse effettivamente possibile mettere in pericolo l’intera esistenza del mondo ninja. Eppure accadde proprio questo: l’intera esistenza del mondo era stata minacciata come mai nella storia. E poi quella sconvolgente conseguenza che mai Varneim si sarebbe potuto aspettare: la nascita dell’Unione Shinobi.

In un attimo tutte le rivalità che avevano insanguinato il mondo per secoli furono in un istante abbandonate, dimenticate nel pericolo rappresentato da un nemico troppo potente per chiunque. Quella svolta degli eventi rischiava seriamente di compromettere del tutto i suoi piani di conquista. Varneim non desiderava per nulla la distruzione del mondo. Contro ogni previsione, però, l’Unione Shinobi aveva vinto la guerra, salvando il mondo e di nuovo tutti i morti, tutte quelle battaglie non gli avevano lasciato nulla, se non una nuova incredibile quantità di chakra che poté sfruttare, ma nessuna grande nazione era stata distrutta durante il conflitto. Al contrario il grande leader inorridiva dinnanzi all’odioso spirito di fratellanza che l’Unione Shinobi stava cercando di sviluppare tra popoli che si erano sempre odiati nel corso degli anni.

Tuttavia, nonostante tutto, in realtà l’ultima guerra gli aveva lasciato inaspettatamente qualcosa di concreto per il suo progetto, qualcosa che nessuna altra guerra gli aveva mai lasciato. La minaccia dell’Akatsuki gli dimostrò quanto potesse essere facile aggredire l’esistenza stessa di una nazione, addirittura del mondo intero. Il semplice pensiero lo faceva tremare per l’eccitazione. Finalmente il suo grande progetto, quello al quale aveva dedicato la sua intera esistenza, era pronto per una prima concretizzazione.

Il potere del fuoco e del ghiaccio fluiva incessantemente dentro di lui. Nessun ninja vivente poteva essere in grado di controllare una tecnica del genere, forse nessuno a parte lui avrebbe potuto riuscirci. Varneim, uno di quei ninja che costruì le fondamenta del Paese del Vento, era diventato il re di Malartor, il regno del ghiaccio e del fuoco e soprattutto era diventato il custode e il possessore assoluto del potere inimmaginabile che questa terra selvaggia celava tra i suoi vulcani in costante attività e i suoi ghiacciai indistruttibili.

Le riflessioni del grande leader vennero interrotte da un ingresso che stava attendendo da diverse ore e lui odiava aspettare così tanto. Un gigantesco uomo pelato con una corporatura imponente e una terribile cicatrice all’occhio destro si palesò alle sue spalle, distogliendolo dai suoi piani di conquista.

< < Grinor, finalmente. Ti sei fatto attendere > > disse Varneim, la sua voce era inumana e glaciale come i ghiacci eterni di Malartor.

Il volto del nuovo impallidì all’istante, quasi fosse entrato a contatto con la morte stessa. < < Chiedo perdono per il ritorno, mio signore. Come da vostri ordini sono appena rientrato dalla missione di perlustrazione dei nostri confini > >.

< < Notizie riguardo la missione di Sasha? > > chiese Varneim, apparentemente tranquillo.

< < Di lei abbiamo perso le tracce alcune ore fa, mio signore. Gli ultimi messaggi ci sono stati pervenuti dai nostri esploratori stanziati lungo la Strada del Demone. Ci hanno appena comunicato che il gruppo è sulla via di ritorno con i bambini prigionieri prelevati a Suna. A quanto pare Sasha si è dovuta separare dal gruppo per indebolire la squadra di inseguimento inviata dalla Sabbia. Dalle nostre informazioni sembra che Sasha abbia ingaggiato battaglia con la sorella maggiore del Quinto Kazekage e con ogni probabilità il combattimento è ancora in corso > >.

< < Quanti? > > domandò Varneim, senza mai distogliere lo sguardo dai vulcani e dai ghiacci che circondavano le terre desolate sotto il suo dominio.

< < Venti bambini in totale, mio signore. Tutti potenziali futuri ninja a servizio di Suna > >.

Varneim ghignò soddisfatto. < < A quanto pare anche un gruppo di volgari mercenari può diventare estremamente utile per un glorioso progetto > >.

< < Siete sicuro che possiamo davvero fidarci dei ninja mercenari, mio signore? > > chiese Grinor, restando umilmente chinato con il ginocchio posato sull’elegante pavimento di marmo e con il capo rigorosamente calato.

Il grande leader scoppiò in una sonora risata sguaiata, facendo tremare di paura l’uomo prostrato dietro di lui. La risata trasudava una crudeltà disarmante, troppo da sopportare per un normale essere umano.

< < Mio fedele Grinor, i ninja mercenari sono delle mere pedine, nulla di più. In caso di necessità le pedine si possono sempre spazzare via dalla scacchiera nel giro di un istante. Forse alcuni di loro impareranno presto quanto sia importante la nostra missione e apriranno la loro mente ai nostri ideali di conquista. Tuttavia, se non lo faranno, il loro contributo finale sarà quello di diventare parte integrante dei ghiacci e dei vulcani eterni > >.

< < Certo, mio signore. Il vostro volere è legge > >.

Varneim incrociò le braccia dietro la schiena. Era un gesto abituale che lo aiutava a riflettere meglio sulle sue mosse. < < La nostra armata spedita sul sentiero principale? > >.

Per un breve momento l’uomo esitò, ma si affrettò comunque a rispondere. < < Come previsto l’armata composta da alcune migliaia dei vostri……ehm….dei vostri…. > >.

< < Creazioni, Grinor > > completò per lui Varneim, con aria di superiorità. < < Ti ho sempre detto di chiamarle creazioni. Sono creature superiori, non esiste altro modo per definire una razza superiore in questo mondo > >.

< < Certo, mio signore. Le vostre creazioni > > confermò umilmente Grinor, affrettandosi poi a proseguire il suo rapporto. < < Dai rapporti dei nostri esploratori è certo che la nostra armata si sia scontrata con il gruppo di ninja inseguitori della Sabbia lungo il sentiero principale tra le montagne. La battaglia ha consentito al gruppo di mercenari, indeboliti dall’assenza di Sasha, di proseguire la marcia con i bambini prigionieri. In questo momento i bambini si trovano a poche miglia dai nostri confini e presto saranno al vostro cospetto, mio signore > >.

Una mano di Varneim si posò pigramente sulla balaustra del terrazzo. < < E la mia armata? Quale è stato l’esito dello scontro con i ninja della Sabbia? > >.

Grinor respirò profondamente. < < Non è stato possibile chiarire con certezza come sono andate le cose, mio signore. Tuttavia, sono costretto a riferirvi che la nostra armata sia stata completamente annientata dopo una dura battaglia. Nessuna…..vostra creazione è sopravvissuta allo scontro > >.

L’uomo non poté evitare di tremare di paura nell’osservare il lieve movimento di spalle del suo signore. Si trattava di un movimento brusco, forse dettato dalla rabbia e dalla delusione. Questo Grinor non avrebbe mai potuto accertarlo, almeno fino a quando il suo signore non avrebbe davvero scatenato la sua ira.

< < Come è stato possibile? > > chiese Varneim, calmo.

< < Dobbiamo ancora averne la certezza, ma è probabile che i nostri nemici abbiano all’improvviso ricevuto dei rinforzi, mio signore. Alcuni esploratori hanno percepito un chakra estremamente potente e anche per questo non sono riusciti ad avvicinarsi di più al luogo dello scontro. In un attimo questo chakra sconosciuto ha distrutto la nostra armata. Chiedo umilmente perdono, mio signore, ma non è stato possibile scoprire altro riguardo l’identità del possessore > >.

< < Un chakra potente, dici. Beh, allora molto presto sarà interessante scoprire quanto sia effettivamente potente > > commentò il grande leader, con voce totalmente disinteressata. < < Ma ora non importa. Ciò che conta di più adesso è la prosecuzione senza intoppi dei nostri piani di conquista. L’obiettivo primario resta sempre la Nazione del Vento e l’immediata distruzione della Sabbia. Per troppo tempo quei vermi si sono considerati i padroni assoluti del deserto, ma presto cambieranno idea piangendo lacrime di sangue > >.

< < Riusciremo a radere al suolo Suna, mio signore. Presto l’immensa distesa desertica del Paese del Vento sarà sotto il vostro controllo > >.

< < Sarà una battaglia molto dura > > osservò seraficamente Varneim. < < Dovremo colpire duramente e senza alcuna pietà. Dovremo farlo rapidamente, per impedire che le altre nazioni possano intervenire per aiutare il Kazekage. Su questo fronte Oteru e gli altri consiglieri corrotti saranno molto utili mantenendo un silenzio che favorirà l’invasione > >.

< < Politicanti senza onore. Per il potere sono disposti a tradire il loro stesso paese > > commentò Grinor disgustato, senza riuscire a trattenersi.

Per la seconda volta. Varneim rise di gusto in un divertimento che sembrava vedere solo lui. < < Comprendo il tuo disprezzo verso questa gente, mio fedele Grinor. Politici del calibro di Oteru sono subdoli, eppure restano estremamente utili per la nostra causa. Credimi, il loro unico interesse risiede nella comoda poltrona che ricoprono all’interno del Consiglio della Sabbia. Pensano solo a questo, la desiderano ad ogni costo, non importa quanti morti si lasciano alle spalle. Proprio questo loro cieco desiderio li rende facilmente manipolabili. Questi uomini, ciechi per la loro sete di potere, non riescono mai a vedere con chiarezza le conseguenze delle loro azioni > >.

< < Almeno fino a quando non sarà troppo tardi > > aggiunse con un sorriso di pura crudeltà.

< < Che cosa intendete fare con loro, mio signore? Quando sarà tutto finito > >.

< < Dovresti saperlo, Grinor. Quegli sciocchi si aspettano un semplice colpo di stato, si aspettano una guerra civile che avrebbe come unico scopo quello di spodestare Gaara No Sabaku dalla sua posizione di Kazekage. Te l’ho già detto, la loro arroganza, unita alla loro ingenuità, non ha limiti. Non si rendono conto che stanno per aprire le porte alla loro stessa estinzione > >.

< < Se ne accorgeranno a loro spese > > dichiarò Grinor, scrollando le spalle.

Senza commentare oltre, il grande leader riprese a passeggiare con calma lungo il suo spazioso terrazzo. Grinor non osò muoversi dalla sua posizione. Pazientemente e con il sudore che continuava a colargli dalle guance. il braccio destro attese che il suo signore raggiungesse l’elegante tavolinetto, nel quale erano posate diverse bevande alcoliche con costosi boccali d’argento. Varneim riempì uno di questi con una bevanda dal colore verdastro e ne bevve una grossa quantità prima di rivolgersi nuovamente al suo servitore.

< < Parliamo della produzione, adesso. Voglio un costante resoconto del numero di creazioni e bada che nelle prossime settimane la produzione non dovrà mai essere interrotta fino a mio ordine preciso. Esigo che il nostro esercito sia pronto al più presto per dilagare tra le montagne > >.

< < Su questo fronte, mio signore, ho delle buone notizie. Non si era mai visto un livello di produzione così alto. Le nostre armate crescono di numero ogni giorno, presto le nostre fabbriche saranno piene. Stiamo creando un esercito inarrestabile, mio signore, ve lo posso garantire > >.

< < Non essere mai troppo certo dei tuoi mezzi, Grinor > > ribatté freddamente il grande leader.

< < Sì, mio signore > > rispose tremante Grinor, chinando la testa ancora più in basso.

< < Attualmente a quanto ammonta il numero delle creazioni pronte a combattere? > > chiese ancora Varneim, questa volta con un tono più impaziente.

< < Abbiamo superato le ventimila unità, mio signore e la produzione è ancora in corso sia nei vulcani che nei ghiacci in ugual misura > >.

Varneim annuì lentamente, osservando l’orizzonte fatto da imponenti e minacciosi ghiacciai. I vulcani, ossia l’altra grande risorsa del suo regno, si trovavano a sud del palazzo imperiale che aveva fatto edificare già da diversi secoli.  < < Molto bene, Grinor, hai agito bene, ma non è ancora abbastanza. Ordina che la produzione prosegua senza interruzioni per altre due settimane. Voglio che il nostro esercito raggiunga almeno le cinquantamila unità prima di sferrare il nostro attacco alla Sabbia > >.

Grinor lanciò un’occhiata preoccupata al suo signore. < < Ma….. siete certo di poter resistere, mio signore? Avete consumato una quantità spropositata di chakra in questi ultimi giorni, forse sarebbe meglio……. > >.

Come colto da una scossa violenta, il grande leader si voltò di scatto, incrociando per la prima volta gli occhi con quelli del suo sottoposto completamente terrorizzato. Grinor aveva sperato fin dall’inizio di quella conversazione di non dover fissare direttamente i tenebrosi occhi del signore di Malartor. Erano occhi bui, senza pupilla e senza alcuna luce, come se l’essere che si trovava dinnanzi a lui non possedesse alcuna anima. Ogni volta che quello sguardo di morte si concentrava, anche se per pochi istanti su di sé, Grinor provava sempre la terribile sensazione di poter crollare da un momento all’altro.

< < Mio signore………Io……io > > balbettò, come un bambino preda del peggiore degli incubi.

< < Non provare mai a sottovalutare la portata della mia tecnica, Grinor. Nemmeno un Kage potrebbe mai gestire la forza che ora risiede in me. Stai molto attento, anche il più fedele servitore non sarebbe più così indispensabile se superasse certi limiti. Sono stato chiaro, Grinor? Tu non vuoi superare questi limiti, non è così? > >.

La voce del grande leader era glaciale in modo innaturale, risuonando ancora più sinistra e terrificante. Grinor aveva combattuto centinaia di battaglie, ucciso nemici di ogni nazione, eppure il terrore che sentiva era tale da farlo quasi impazzire. Non osò nemmeno chiedere perdono come era solito fare per il minimo errore che commetteva quando agiva agli ordini del suo signore. Passò qualche terribile secondo di angoscia e alla fine Grinor, incapace di proferire parola e preda di un terrore paralizzante e opprimente, si limitò ad annuire leggermente.

< < In due settimane esigo che l’esercito di Malartor sia pronto a marciare per la prima offensiva sulle Montagne del Vento > > ordinò Varneim, senza attendere la risposta del suo sottoposto.

 < < Ultimamente questi monti diventati troppo affollati per i miei gusti, ecco perché gradirei al più presto una pulizia definitiva.  Queste montagne dovranno cadere molto presto sotto il mio controllo, Grinor. È di vitale importanza, solo quando controlleremo interamente tutte le strade delle Montagne del Vento, potremmo iniziare la nostra invasione lungo la Pianura Rossa > > aggiunse rabbiosamente.

A fatica Grinor ritrovò la parola. Il suo signore non avrebbe mai tollerato un prolungamento di quella debolezza, per cui si sforzò con tutto sé stesso. < < Naturalmente farò in modo che niente si metta contro il vostro volere, mio signore > > disse il guerriero, cercando di mostrarsi il più sicuro possibile.

< < Tuttavia, mio signore …. > >.

Varneim aggrottò la fronte, tornando ad osservare il paesaggio davanti a lui. < < Continua, Grinor. Non aver paura > >.

< < Come dovremmo suddividere il nostro esercito una volta che sarà pronto a muoversi, mio signore? Le Montagne del Vento si snodano per centinaia di migliaia di chilometri, è un territorio troppo vasto e non sappiamo quanti nemici dovremo affrontare prima che l’esercito possa raggiungere la Pianura Rossa. Senza un piano preciso, rischieremmo di perdere gran parte delle nostre truppe tra i sentieri troppo stretti > >.

Con espressione indecifrabile, Varneim teneva gli occhi fissi sulle lontane vette oscure delle Montagne del Vento. Il primo obiettivo della sua conquista. L’invasione, l’inarrestabile avanzata del suo esercito, che avrebbe portato alla definitiva distruzione della Sabbia, doveva passare obbligatoriamente dalla conquista totale di quella immensa distesa montuosa.

Dopo un momento di apparente riflessione, Varneim parlò con una voce priva della benché minima emozione. < < Il gruppo di inseguitori della Sabbia si muove stabilmente sulla Strada del Demone, ma sono poco numerosi anche volendo contare i rinforzi ricevuti e soprattutto saranno stremati dagli ultimi combattimenti. Per questa ragione una piccola parte del nostro esercito sferrerà un attacco supportato da un centinaio dei nostri ninja mercenari. Sono carne da macello e sono sicuro che reciteranno al meglio la loro parte. Questo dovrebbe bastare per spazzare via gli insetti che infestano la Strada del Demone e anche questo misterioso personaggio dal chakra sconosciuto di cui non sappiamo praticamente nulla > >.

Grinor aggrottò la fronte pensieroso. < < Allora, se questa parte meno numerosa dell’esercito si muoverà verso nord, la nostra azione principale dovrà……. > >.

< < Hai capito bene, Grinor > > sbottò il grande leader, con un gesto sprezzante della mano ricolma di artigli. < < Sono stanco di tutte queste inutili resistenze, prima fra tutti della sciocca permanenza di un popolo ormai dimenticato tra questi monti che ormai mi appartengono di diritto > >.

< < In effetti questi essere inutili sono rimasti nascosti per troppo tempo nel nostro stesso regno, mio signore > > osservò Grinor, chinando umilmente il capo.

Varneim sogghignò compiaciuto. < < Il grosso del nostro esercito si muoverà verso est. La feccia della peggior specie si nasconde sempre negli angoli più bui e più sudici della terra. La mia armata li scoverà e li farà a pezzi una volta per tutte. Sono stato anche troppo paziente con loro, ora è terminato il tempo del perdono > >.

< < Mio signore > > disse Grinor, non osando alzare lo sguardo. < < Il nostro esercito dovrà stanare un’intera popolazione negli angoli più remoti delle Montagne del Vento > >.

Per tutta risposta Varneim ringhiò con crescente furia. < < E lo farà, Grinor, abbiamo forze sufficienti per controllare tranquillamente due fronti. Per troppo tempo quei vermi di montagna sono rimasti rintanati e nascosti all’interno del mio stesso regno. Ma ora non più, niente si dovrà più opporre al mio volere. Per prima cosa le truppe di Malartor dilagheranno tra le Montagne del Vento. Poi inizierà la vera invasione lungo la Pianura Rossa > >.

Gli occhi tenebrosi del signore di Malartor si posarono di nuovo sul suo braccio destro, facendolo di nuovo tremare come un bambino indifeso con una semplice occhiata. Con estrema calma e lentezza posò sul capo pelato dell’uomo una mano bianca e ossuta. Grinor trattenne il respiro.

< < Ora va, mio fedele Grinor. Conduci i miei eserciti verso la vittoria assoluta, altrimenti sarò costretto a chiedere la tua vita e la tua anima in cambio > >.
 
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Montagne del Vento
Sentieri orientali
 
Temari si strinse quasi con fare disperato nel calore della presa del suo uomo, lasciandosi portare via dal caos di distruzione che egli stesso scatenò per salvarla. Lei sorrise nonostante il terribile dolore per la ferita alla spalla. La freccia nera nella sua traiettoria precisa e letale le aveva letteralmente trapassato il corpo da parte a parte, per fortuna senza colpire gravemente gli organi vitali. Poggiando la guancia sul petto muscoloso e allenato di Shikamaru, la bionda si godette la sua vicinanza che tanto aveva desiderato durante le ultime ore drammatiche. Non era da lei abbandonarsi a simili debolezze, sebbene fosse preda del dolore e di un febbrone da cavallo. Evidentemente quel pigrone di uomo che si era scelta a distanza di anni l’aveva cambiata fino a quel punto. L’aveva trasformata in una persona così sensibile verso quei sentimenti che per tanti anni si era sforzata di ignorare o addirittura disprezzare.

Ora nella sua vita non esisteva niente di più importante per lei. Il suo pigro e adorabile fidanzato era giunto in quell’angolo remoto e sconosciuto della sua stessa nazione per salvarla da morte certa. Era difficile descrivere quanto si sentisse grata e felice per questo, nonostante quell’idiota avesse bellamente ignorato ogni sua indicazione. Giusto qualche giorno prima lei aveva cercato di spiegargli che la priorità doveva essere il supporto al gruppo di Kankuro e la difesa della posizione di Gaara come Kazekage. Invece quella brutta testa di ananas scelse lei, ma la cosa non la sorprendeva più di tanto. Riaprendo debolmente per un attimo gli occhi, Temari si accorse che il suo compagno era ancora impegnato in una corsa sfrenata e di sfuggita si accorse che accanto a loro c’era anche il suo fedele Kamatari. Evidentemente era stato lui ad aiutare Shikamaru a trovarla tra le vie apparentemente indistinguibili delle Montagne del Vento. Possibile, però, che uno stratega come lui si fosse avventato in un territorio così pericoloso senza rinforzi?

< < Shikamaru > > sussurrò la kunoichi, riuscendo a posare a fatica una mano piena di tagli profondi sul petto del suo uomo. < < Che fine ha fatto il gruppo di Kankuro?..............i bambini……. > >.

< < Devi calmarti, Tem, sei ferita gravemente. Ti spiegherò ogni cosa, ma ora devi calmarti > > la pregò il ninja della Foglia, con voce tremante. Era spaventato, molto spaventato per lei.

Anche se si trovava sul punto di perdere i sensi, Temari si rese conto di quanto fosse preoccupato il suo uomo. Avrebbe voluto dirgli di non preoccuparsi, che non c’era alcun bisogno di avere paura. Lei era una guerriera e come tale avrebbe combattuto. Per loro e per il futuro che li attendeva insieme. C’era anche altro che avrebbe desiderato dirgli, ma Temari perse i sensi emettendo un flebile lamento.
 
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Proprio in momenti drammatici come questo Shikamaru Nara rimpiangeva amaramente il vizio del fumo. Sicuramente non erano tante le sigarette che fumava al giorno, ma di certo gli effetti negativi sulla sua forma fisica si facevano già sentire. Se la donna fastidiosa che teneva fra le braccia fosse stata sveglia, con ragione lo avrebbe sgridato furiosamente. In quel momento Shikamaru desiderava tutto di Temari, persino le sue urla arrabbiate e i rimproveri.

Le esplosioni alle sue spalle si erano ormai arrestate. L’aiuto di Kamatari era stato essenziale per organizzare l’agguato alla radura. Per avere la speranza di salvare Temari di fronte all’estrema pericolosità del nemico, Shikamaru si era dovuto garantire anche una ritirata di emergenza. Per fortuna il piano sembrava essere stato un successo almeno fino a quel momento. Quando si allontanarono a sufficienza dal pericolo, finalmente si fermarono per riprendere fiato. Shikamaru ne approfittò per iniziare a prestare le prime cure alla sua compagna. Forse non si erano allontanati ancora abbastanza dalle grinfie dell’arciera rossa, ma il moro non poteva più aspettare, doveva correre il rischio. Doveva immediatamente bloccare l’emorragia e medicarle la ferita alla spalla, poi avrebbe pensato alle mosse successive.

La posò delicatamente a terra, poggiandole la testa sulla parete rocciosa. Per le situazioni di emergenza Shikamaru conosceva discretamente le nozioni base di medicina e di pronto soccorso. Nonostante la ferita alla spalla, le condizioni di Temari non erano così gravi da giustificare tempestivamente l’intervento di un medico vero e proprio. In pochi secondi egli stesso fermò l’emorragia, per poi affrettarsi a disinfettare con cura la ferita. Nell’incoscienza Temari si lamentava debolmente, anche mentre Shikamaru le fasciava accuratamente la spalla.

< < Quale sarà la nostra prossima mossa, Nara? I nemici saranno presto sulle nostre tracce e in queste condizioni non saremmo certo in grado di combattere > > volle sapere Kamatari. In groppa la fiera donnola ninja dal pelo bianco teneva saldamente il tessen di Temari recuperato sul campo di battaglia.

< < Dobbiamo trovare un rifugio > > rispose prontamente il giovane stratega, mentre si occupava frettolosamente delle altre ferite minori della sua compagna. < < Le ho prestato le prime cure e probabilmente resterà priva di sensi per tutta la notte. Abbiamo bisogno di un posto riparato per aiutare Temari a riprendersi. Non avremo speranze se continueremo la fuga in queste condizioni. Dobbiamo soltanto sperare che anche il nemico non sia nelle condizioni di cercarci. Una volta che saremo in grado di muoverci, potremmo tentare di riunirci agli altri > >.

La donnola fissò il volto riflessivo del ninja della Foglia. < < Ti aiuterò a trovare un rifugio sicuro, Nara. Non dovrebbe essere troppo difficile trovarlo tra queste montagne. Vi proteggerò per quanto possibile durante la notte. Sei sicuro che Temari possa cavarsela anche senza il soccorso di un medico ninja? > >.

Con un sospiro di stanchezza il giovane dai capelli neri abbassò lo sguardo sulla sua donna. Si chinò per prendere nuovamente la sua compagna tra le braccia. < < Per quanto fastidiosa, la mia Temari è una donna forte e io l’aiuterò a riprendersi. Abbi fiducia in lei, Kamatari > >.

Sotto la guida di Kamatari, il moro riprese la marcia con il sole ormai completamente sparito dietro le montagne e l’aria della sera sempre più fredda. Usò la sua giacca per coprire il corpo della sua  ragazza.

< < Donna fastidiosa > > sussurrò lei nell’aria fredda. < < Sarà meglio che ti riprenda in fretta. Sei tu quella che interpreta al meglio il ruolo della salvatrice in questa relazione > >.

Shikamaru si concesse un dolce sorriso, stringendo nuovamente a sé il corpo della donna che amava. < < Per me fare l’eroe è soltanto un’immensa seccatura, amore. Preferirei lasciare questo onore a Naruto lo sai > >.

< < Direi che non ti sei comportato male nonostante tutto > > mormorò Temari, sorridendo dolcemente.

Kamatari andò in avanscoperta mentre Shikamaru continuava a percorrere il sentiero ormai completamente immerso nelle tenebre. Fortunatamente Kamatari trovò in meno di mezz’ora il rifugio ideale. Tagliando tra sentieri e stradine sempre più strette, la donnola ninja li condusse nei pressi di una caverna ben nascosta tra rocce e vegetazione. La grotta era stretta e angusta, ma spaziosa quel tanto che bastava per far distendere Temari. Finalmente al riparo Shikamaru accese un piccolo fuoco da campo, stando bene attento che il fumo delle braci non uscisse dalla caverna. Si trovavano in pieno territorio nemico e ci voleva poco per essere localizzati.

Si sedette con la schiena poggiata sulla parete rocciosa e con cura, stando bene attento a non svegliarla, fece poggiare delicatamente sul proprio grembo la testa della fidanzata. Dalla bisaccia da missione Shikamaru tirò fuori le fialette di antibiotico fornitegli da Ino e Sakura e si affettò a somministrarle alla sua ragazza. Non era molto preparato nel fare iniezioni, ma le sue compagne sotto la supervisione di Tsnunade avevano creato quel tipo di fiale proprio per aiutare i ninja con le somministrazioni durante le missioni, specie in caso di assenza di ninja medici nella squadra. Le iniettò la fiala sullo stomaco, sforzandosi di essere il più delicato possibile. Per fortuna la bionda continuava a dormire pacificamente, stretta tra le sue braccia. Shikamaru sospettava che, oltre alle ferite, l’enorme quantità di chakra consumata durante il combattimento l’aveva prosciugata da ogni energia, facendola crollare.

A protezione di quel rifugio improvvisato c’era sempre il fido Kamatari, il quale si piazzò vigile all’ingresso della caverna con il tessen di Temari ben custodito al suo fianco. Con una punta d’ansia Shikamaru si concentrò nell’ascolto del respiro della sua amata, sospirando di sollievo quando si accertò che era calmo e tranquillo. Non conoscendo il territorio, al giovane ninja mancava la sicurezza concreta di trovarsi in un posto veramente sicuro, ma in quel momento la priorità assoluta restava quella di aiutare Temari a recuperare le forze per quanto possibile.

Con le dita le scostò delicatamente un ciuffo di capelli biondi dalla fronte madida di sudore. Gli antibiotici dovevano contrastare la febbre e le infezioni. Con ogni probabilità la medicina stava già iniziando a fare effetto. Shikamaru la strinse forte, baciandole fronte e guance, sperando con tutto il cuore di cullarla nel suo sonno nonostante ferite e stanchezza.

< < Donna fastidiosa > > sussurrò il giovane shinobi, con un dolce sorriso < < Continui a farmi preoccupare in ogni cosa che fai. Quando tutto questo calvario finirà, ti costringerò ad un periodo di totale pigrizia dentro una camera da letto. Puoi giurarlo, una volta tanto vincerò io, anche contro le tue fastidiose lamentele > >.

La donnola bianca fissava con curiosità i due giovani stretti l’uno accanto all’altro. Come fedele compagno di battaglia aveva accompagnato Temari durante la sua intera vita da ninja d’elite, imparando a conoscerla a fondo. Il rapporto con quel ragazzo si era evoluto gradualmente con alti e bassi, eppure ora a distanza di così tanti anni non ci poteva più essere alcun dubbio riguardo l’importanza della loro relazione. Kamatari mai si sarebbe aspettato di vedere un giorno la sua compagna Temari così presa e vicina ad un’altra persona, ad un ninja straniero pigro e dal volto spesso inespressivo, originario come se non bastasse di una nazione che in passato si era persino trovata in guerra contro la Sabbia.

< < Shikamaru Nara > > disse seraficamente Kamatari, lasciando passare quel breve momento di silenziosa riflessione. < < Cosa pensi di quelle creature che abbiamo incontrato prima di raggiungere Temari? > >.

Nella follia degli eventi e nella disperata ricerca di Temari, Shikamaru l’aveva completamente dimenticato. Una fitta allo stomaco gli fece rammentare lo spettacolo da incubo accaduto alcune ore prima del suo arrivo alla radura dove Temari stava combattendo contro l’arciera rossa. In passato lo stratega della Foglia aveva visto tante mostruosità, più di quanto avrebbe mai immaginato da ragazzino. C’erano stati i ninja del Suono guidati soltanto da uno odio sconfinato e terrificante, dai quali si salvò solo grazie all’intervento di Temari. A distanza di anni quel sorriso che lei gli aveva rivolto dopo averlo salvato restava tra le cose più belle che ebbe mai avuto la fortuna di vedere.

Poi c’era stato Hidan, un incubo ad occhi aperti che gli portò via l’uomo che gli aveva fatto da maestro e infine c’era stata la guerra, probabilmente il più grande conflitto nella storia dell’umanità. Per la salvezza del mondo Shikamaru aveva combattuto coraggiosamente, arrivando persino a comandare l’intera alleanza nel momento più drammatico, subito dopo aver perso suo padre, un’altra persona tanto amata e ammirata. A quanto pare, però, non era ancora abbastanza. In quel mondo così vasto e misterioso c’erano ancora mostruosità di cui non aveva idea e una volta penetrato senza esitazione nell’oscurità dei sentieri di montagna, proprio una di queste mostruosità si palesò davanti ai suoi occhi. Arrivati a quel punto l’unica domanda da farsi era una soltanto: quanti altri mostri dimoravano questo posto così tenebroso e sconfinato?

< < Sembrano essere dei mostri con una natura unica, ho avuto l’impressione che fossero tutti controllati da un’entità che si trova molto lontana da qui. Non sono molto pericolosi se attaccano singolarmente, ma in gruppo possono diventare molto pericolosi > >.

< < La cosa più strana è la loro invulnerabilità > > osservò Kamatari. < < Ne ho falciati diversi con le mie tecniche, eppure molti di loro sono rimasti in vita anche se con ferite mortali sui loro corpi. Hai trovato una spiegazione per questo, Shikamaru Nara? > >.

Il moro strinse dolcemente la mano di Temari, aggrottando la fronte nella sua tipica espressione riflessiva. < < Il combattimento è stato troppo breve per avere delle certezze e le nostre tecniche sono state troppo caotiche e poco concentrate per trovare delle risposte, però ho l’impressione che questi mostri non possano provare dolore. Questo particolare potrebbe essere un vantaggio, perché alcuni di loro sono morti all’istante sotto i nostri colpi. Questo potrebbe voler dire che esiste un punto debole > >.

Kamatari lo squadrò attentamente. < < Un punto debole? Non mi è parso > >.

< < E’ stato solo per un momento. Quando ho attivato la Tecnica dei fili d’ombra per arrestare la loro carica, ho mancato un bersaglio, tranne che per un unico filo che ha centrato completamente un demone di fuoco. È caduto morto in un attimo, ma non saprei dire se la stessa cosa si possa verificare anche per i demoni di ghiaccio. Non è nemmeno detto che sia davvero così > >.

< < E dove lo avrebbe colpito? > > chiese la donnola, ancora piuttosto scettica.

< < In testa > > rispose il giovane con sicurezza. < < L’ho trapassato con il filo d’ombra dritto in fronte e il demone è morto. Non posso averne la certezza dato che attaccavano in gruppo. Tuttavia, se la mia teoria si rivelerà corretta, presto questa informazione sarà essenziale per i prossimi scontri. Non sappiamo nulla: né da dove provengono, né il loro numero. Tuttavia la prima cosa che dobbiamo assolutamente scoprire è il loro punto debole > >.

< < Speriamo che la tua teoria sia corretta, allora. Un esercito di mostri immortali fatti di fuoco e ghiaccio scatenerebbe il panico in tutta la nazione > > disse Kamatari, accucciandosi accanto al fuoco da campo.

< < Ora cerca di riposare, Shikamaru Nara. Veglierò io su di voi. All’alba dovremmo muoverci in fretta per riunirci ai tuoi compagni della Foglia. Speriamo che nel frattempo abbiamo già raggiunto il gruppo di Kankuro > >.

< < L’hanno fatto. Ne sono sicuro > > concluse il giovane senza esitazione.

Con un sospiro di stanchezza Shikamaru finalmente si rilassò, continuando a passare delicatamente le dita tra i capelli sciolti ed indomabili della sua donna. Per tutta risposta Temari ancora immersa nel sonno si strinse ancora di più a lui. In pochi secondi anche Shikamaru si addormentò profondamente, stremato da quella giornata interminabile.
 
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Temari si svegliò con il sole già alto. L’aria calda e secca si insediava prepotente tra le vie anguste di montagna, tanto da rendere gli spessi corridoi naturali di roccia quasi del tutto incandescenti. Proprio per le abituali temperature troppo elevate del Paese del Vento, Temari si era abituata fin da piccola ad alzarsi poco prima dell’alba con l’aria del deserto ancora fresca. Dopo la battaglia contro l’arciera rossa, però, neanche la sua proverbiale robustezza ebbe la meglio contro il bisogno naturale e irresistibile di riposo. Persino il semplice atto di aprire gli occhi le parve un’impresa titanica. Non era più febbricitante e dolorante come la sera prima, ma si sentiva comunque spossata con a malapena le forze necessarie per rimettersi a sedere.

< < Mmmmhh > > mugugnò la giovane ninja, portandosi una mano alla testa. Solo di sfuggita percepiva delle dita familiari carezzarle dolcemente i capelli. < < Oh, la mia povera testa > >.

< < Buongiorno, donna fastidiosa > > la salutò dolcemente il suo uomo. < < E’ raro vederti dormire così tanto. Non vorrai diventare pigro come il tuo ragazzo > >.

< < L’ho sempre detto che la tua cattiva influenza mi impigrisce sempre di più, piagnucolone > > scherzò lei, con voce debole.

Provò di nuovo a sollevarsi con l’aiuto di Shikamaru, ma si bloccò subito per un’intensa ondata di malessere allo stomaco. Per un attimo pensò seriamente di rimettere il poco che aveva mangiato nelle ultime ore senza potersi minimamente trattenere. Quel possibile scenario la fece sorridere malgrado tutto, pensando che almeno avrebbe potuto deliziare la giacca da missione del fidanzato grazie a quel terribile dolore di stomaco. La sensazione di malessere, però, iniziava gradualmente a placarsi.

 Il suo uomo le strinse calorosamente una mano per tranquillizzarla. < < Non ti sforzare troppo, Tem. Ti ho somministrato delle medicine per la febbre e le infezioni. Hai ancora bisogno di riposo per recuperare parte del tuo chakra. Come ti senti? > >.

< < Come se fossi stata travolta da una mandria di bisonti inferociti > > ribatté lei con aria scontrosa.

 Shikamaru ridacchiò, sollevato di fronte alla tipica risposta burbera della sua ragazza, segno che stava iniziando a riprendersi sebbene fosse ancora molto debole. < < Ecco la mia indomabile principessa del deserto > >, pensò lo stratega della Foglia, carezzandole dolcemente una guancia. Di nuovo Shikamaru provò ad aiutarla a sedersi, tenendola saldamente con un braccio attorno alla vita e facendola poi appoggiare a lui. Il moro baciò dolcemente la fronte di Temari, la quale non riuscì proprio a trattenere un sospiro di contentezza e soddisfazione.

< < Dovrei esserci abituata ormai………. al fatto che non sembri minimamente capire come seguire anche le più semplici indicazioni. Se non mi sentissi veramente a pezzi, ti darei una lezione come i vecchi tempi, piagnucolone. Qui e adesso > >.

Era il suo modo di ringraziarlo. Shikamaru lo sapeva bene e aveva sempre segretamente adorato quel suo modo aggressivo di fare. Si limitò ad alzare gli occhi al cielo, prima di stampare un rapido bacio sulle labbra della kunoichi. < < Magari questa lezione la rimandiamo in un momento più tranquillo, donna fastidiosa. Ora dobbiamo pensare a come uscire da questa situazione e soprattutto a come restare vivi con tutti i nemici che ci cercano > >.

< < La via è libera > > intervenne Kamatari, sempre di guardia all’ingresso della caverna. < < Nessuna traccia di quegli strani demoni o dell’arciere rossa. Forse è il momento giusto per allontanarci da qui, poi potremmo fare dei segnali per ricongiungerci al gruppo di Kankuro > >.

< < Demoni? > > domandò Temari, confusa. Alzò di scatto gli occhi verso Shikamaru. < < Shikamaru, quali strani demoni? > >.

Gli occhi del ninja di Konoha si fecero seri e riflessivi. Temari sentì il cuore battere più forte, conosceva bene quell’espressione. Le parole dell’arciera rossa contro cui aveva combattuto le tornarono bruscamente alla mente. La donna aveva parlato di un’imminente invasione che si sarebbe presto scatenata nel cuore della sua terra natale. In un attimo la mente della kunoichi venne sconvolta da una marea di pensieri inquietanti: minacce e pericoli di un passato oscuro, il passato del Paese del Vento.

< < Shikamaru > > ripeté impaziente dinnanzi al silenzio teso del suo uomo.

< < Mentre cercavamo di raggiungerti > > disse il giovane ninja, allarmato dinnanzi alle reazioni di Temari. < < Io e Kamatari ci siamo imbattuti in qualcosa di molto strano. Dei mostri che non avevo mai visto prima, in nessun paese che abbia mai visitato. Mostri orrendi, Temari, spinti soltanto dalla volontà di farci a pezzi. Erano circa una cinquantina e ci hanno attaccato all’improvviso da una stretta via di montagna. Per fortuna non ci hanno sorpreso e siamo riusciti a respingerli. Non mi vergogno a dire che senza l’aiuto di Kamatari sarei morto sicuramente > >.

Temari si liberò con uno strattone dal caldo abbraccio del compagno, esclamando con forza. < < Che genere di mostri erano? Descrivimi il loro aspetto, Shikamaru > >.

Di certo Shikamaru non era per nulla abituato a vedere la sua fidanzata così spaventata. La loro situazione diventava sempre più complessa e forse le poche informazioni che aveva scoperto si sarebbero potute rivelare utili. Rifletté attentamente, proiettando nella sua mente l’aspetto di quelle creature da incubo.

< < Non erano tutti uguali, sebbene avessero tutti la medesima struttura fisica > > rispose il ninja di Konoha, provando a spiegarsi. < < Per meglio dire tutti i demoni sembravano possedere un corpo composto da nuda roccia. Ma non roccia della stessa materia > >.

< < Metà di loro era fatta di ghiaccio, mentre l’altra metà di pietra vulcanica o qualcosa del genere, non è così? > > domandò Temari, con un lieve tremore nella voce.

Shikamaru ne restò letteralmente sconcertato. Prese delicatamente il mento dell’amata per poterla guardare negli occhi. < < Come fai a saperlo, Temari? Che cosa sta succedendo? > >.

La sua compagna non rispose subito. Sembrava completamente in stato di shock. < < Questo non è possibile > > sussurrò dopo qualche secondo di silenzio.

< < Temari > > la chiamò a voce più alta il moro. Adesso era davvero preoccupato. Le afferrò le spalle cercando di scuoterla. < < Temari, amore, dimmi che cosa sta succedendo? > >.

< < Ehi voi > > intervenne Kamatari. < < Piantatela con le chiacchiere, ragazzi. Dobbiamo andarcene al più presto da qui. Se non lo aveste notato ci troviamo ancora in territorio nemico > >, ma entrambi i giovani lo ignorarono.

< < Temari, ti prego parlami > > la esortò di nuovo Shikamaru, stringendola ancora tra le braccia.

Per tutta risposta, come spinta da un irrefrenabile desiderio di protezione e sicurezza che solo lui era in grado di offrirle, Temari circondò con le braccia il collo del suo uomo, nascondendo il viso dall’orrore inaspettato che sembrava nascondersi in quei monti oscuri. In realtà Temari sperava ancora di sbagliarsi, che i suoi timori fossero del tutto infondati. Allo stesso tempo, però, Shikamaru rispose prontamente all’abbraccio e a quel bisogno di protezione.

La bionda gli strinse con forza la tunica dell’uniforme di cuoio prima di parlare con voce affranta. < < L’esercito delle tenebre è su di noi, Shikamaru. Le leggende del passato lo avevano predetto: la rovina e la distruzione si abbatterà a Suna, con una morte che sarà sia di ghiaccio che di fuoco > >.

Shikamaru trattenne il respiro, sperando di aver frainteso la situazione riguardo a quali fossero davvero i timori di Temari. < < Tem, stiamo parlando di una leggenda di Suna? > >.

< < No > > ribatté la kunoichi, lanciandogli un’occhiata adirata. Shikamaru si sentiva sempre più confuso.

Temari sospirò profondamente abbandonandosi ancora alla stretta del suo ragazzo. < < Stiamo parlando di una tecnica ninja, Shikamaru > >.

< < Cosa? > >.

< < Una delle più antiche e proibite tecniche della Nazione del Vento e l’ultimo in grado di usarla fu il Primo Kazegage in persona > >.
 


FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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