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Autore: Cesca_Haibara20    13/04/2024    0 recensioni
[Kagehina] [⚠️I personaggi sono +18⚠️ La storia contiene solo alcuni personaggi di "Haikyuu", il contesto in cui sono è totalmente diverso⚠️]
{Due perché siamo noi. Due lottatori, due reduci, due canzoni d'amore comunque io e te. Se amore, amore vedrai di un amore vivrai.}
Tobio Kageyama è un ragazzo incazzato e incattivito dalla vita, poteva avere tutto ma non ne ha avuto la possibilità a causa di una malattia diagnosticatagli alla giovane età.
Shoyo Hinata è un ragazzo dal sorriso pronto e trova sempre un modo per vedere il lato positivo delle cose senza farsi trasportare dalla negatività.
I due ragazzi finiranno per incontrarsi in un contesto che è stato e sarà un tasto dolente per entrambi, ma alla fine riusciranno a dare voce ai loro pensieri più intimi e profondi.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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«Ma perché? Cosa è successo?»
«Vieni su e lo scoprirai.»
«No, me lo dici adesso; cos’ha Tobio?»
«Ha bisogno di te.»
«Shina, che cos’ha Tobio?»
La donna rimane colpita dal tono di voce del ragazzo, autoritario ma disperato allo stesso momento.
Shina fa un profondo respiro e spiega la situazione a Shoyo che si spaventa a tal punto che, quasi, gli cade il cellulare dalla mano.
Tobio ha la febbre molto alta e non accenna a scendere, nelle sue condizioni, è molto grave che lui non riesca a migliorare. Per la sua patologia, la fibrosi cistica, avere la febbre può risultare pericoloso. Non è raro che gli capiti qualche episodio febbrile, ma durano poco, questa persiste da quattro giorni. È molto alta e non accetta a migliorare nonostante i medicinali. Tobio ha bisogno di Shoyo.

Grazie alla madre che lo porta d’urgenza in macchina, Shoyo raggiunge l’ospedale in quindici minuti. Si affretta a prendere l’ascensore e a raggiungere il suo reparto. Quando arriva alla sua stanza trova alla porta Shina che lo aspetta.

«Come sta?»

È la prima domanda che proferisce lui, col fiato corto.

«È molto debole, tu sei la nostra unica speranza.»
«Cosa devo fare esattamente?»
«Lui si rifiuta di prendere le medicine che sono sul tavolino, gli abbiamo dato medicinali simili in forma di flebo, ma non sono abbastanza. Devi convincerlo a prendere quelle pastiglie o saremo costretti ad utilizzare misure drastiche.»

Con il cuore che batte all’impazzata, Shoyo fa un profondo respiro prima di entrare lentamente nella stanza di Tobio. Appena lo vede si sente morire: il ragazzo è sdraiato a pancia in su nel letto con attaccate svariate flebo e gli immancabili occhialini al naso; è pallido e sudato mentre sulla fronte ha un panno fresco, il suo corpo trema a causa dei brividi di freddo che prova.
Shoyo si avvicina al suo ragazzo, prende delicatamente una sua mano e la scalda tra le sue.

«Ciao Tobio.» sussurra con voce tremante. «Sono io, Shoyo.»

In quel momento Tobio muove lentamente la testa portandola nella direzione in cui si trova il ragazzo.

«Shoyo… perché…?»

È tutto ciò che riesce a dire con un filo di voce.

«Shh… shh…» lo zittisce con tono delicato. «Adesso andrà tutto bene ci penso io a te.»
Shoyo protende un braccio verso il tavolino e lo avvicina a sé, riempie un bicchiere d’acqua.
«Ho bisogno che tu beva un po’ d’acqua, riesci a sollevare la testa?»
Anche se indebolito e febbricitante, il ragazzo alza lentamente la testa e, con l’aiuto di Shoyo, riesce a bere l’acqua, un sorso alla volta.

Il ragazzo rimane ad assistere il povero Tobio fino all’arrivo della sera, dove sembra migliorare anche se molto lentamente. Il panno non è più necessario ma deve tenere le flebo anche per reintegrare i liquidi persi a causa del sudore e deve ugualmente prendere le medicine finché la febbre non scende del tutto.
Approfittando del fatto che Tobio non può rimproverarlo, Shoyo spiega cosa è successo tra lui e Kei, spiegandogli che ha fatto il gelosone inutilmente e anche in maniera molto aggressiva. Tobio, ovviamente, si è scusato con lui e si è anche scusato per non averlo cercato subito dopo il litigio ma sapeva che Shoyo aveva bisogno di tempo per riprendersi.

Finito l’orario di visita, il carotino è stato mandato a casa in modo da lasciare il suo amato alle cure sapienti delle infermiere che lo conoscono da anni.
Appena arrivato a casa, il ragazzo ha ricevuto un messaggio da Tobio che lo ringrazia per le sue premure e che gli promette di non farsi più sopraffare dalla rabbia e dalla gelosia, cosa che rincuora il piccolo Shoyo.

Nei giorni successivi Tobio è migliorato a vista d’occhio; ha ripreso il suo solito colorito e recuperate le forze consumategli dalla febbre. Infatti, oggi Shoyo ha organizzato un piccolo appuntamento dove vanno a prendere il bubble tea insieme, volevano anche andare al cinema ma gli orari non erano accessibili con il blando permesso di Tobio che gli permette di stare fuori fino alle cinque di pomeriggio e di rimanere nei pressi dell’ospedale.
Shoyo è all'entrata dell’ospedale che sta aspettando che Tobio lo raggiunga.
”Vieni cinque minuti prima” diceva, “Così quando arrivi sono già pronto e devo solo prendere l’ascensore” diceva.” pensa il ragazzo con uno sbuffo. “Sono le due e venti… che gli sia successo qualcosa?
Proprio mentre estrae il cellulare dalla tasca per mandargli un messaggio, Tobio lo raggiunge con in spalla lo zaino che ha all’interno la bombola d’ossigeno.

«Eccomi Shoyo! Perdonami se ti ho fatto aspettare sotto al sole ma non si trovava nessuna infermiera che mi potesse dare una mano con i tubi degli occhialini e con la bombola da mettere nello zaino.»

Si scusa ulteriormente dandogli un bacio a stampo.

«Non fa niente. Mi stavo preoccupando e stavo per chiamarti ma sono sollevato nel sapere che non era nulla.»
Shoyo prende per mano il suo ragazzo facendo anche intrecciare le dita.
«Pronto per mangiare pokè e bubble tea?»
«Non è proprio la mia idea di pranzo ideale, però, per una volta posso fare un’eccezione.»
«Non è la tua idea di pranzo ideale? Questo è un pranzo che il Re Carlo e la Regina Camilla ci invidiano!»
«Oh, su questo non ho dubbi.» scherza Tobio. «Allora, dove si trova questa pokèria?»
«Me l’ha consigliata Nishinoya, un mio caro amico e mi ha anche detto che è vicino al parco giochi dove andiamo di solito, quindi è perfetto.»
«Nishinoya è quel tuo amico del Karasuno, giusto?»
«Esatto». sorride. «Mi sento ancora con i miei amici delle superiori, se ti va, un giorno di questi ci organizziamo e andiamo a mangiare fuori tutti insieme. Che ne pensi?»
«Non lo so, Shoyo…»
«Perché?»
«Non so se mi sentirei a mio agio, e poi sono i tuoi amici, magari non vogliono nemmeno conoscermi.»
«Ma che dici? Sono sicuro che ti adoreranno! E poi,  potremmo parlare di pallavolo.»
«E di come hai mandato a fanculo un’occasione d’oro per stare insieme a me?»
«Eddai, smettila con questa storia!»
«Potevi vivere il sogno di chiunque giocatore di pallavolo e hai preferito fare da balia a me. Ancora mi sembra assurdo…»
«Ti sembra poco? Pensaci: ti ho preferito alla pallavolo, nessuno è mai riuscito ad essere più importante.»
«Se la vogliamo vedere in questo modo, effettivamente è molto lusinghiero.»
Shoyo sorride soddisfatto.
«Comunque senti, che c’è dentro ‘sto pokè di solito?»
«Non c’è una ricetta tipica, da quello che so l’ingrediente principale è il riso e ci puoi aggiungere frutta, verdura e pesce a tuo piacimento.»
«Tu ci sei già stato?»
«Io no, però dei gusti di Nishinoya mi fido quindi sono sicuro che questo poké sarà buonissimo!»

Una ventina di minuti a piedi dopo, raggiungono il parco giochi e, a pochi metri più in là, si trova un locale dove si può mangiare pokè e bubble tea.
All’esterno del locale si trovano tre tavoli neri dove sono seduti dei ragazzi che sorseggiano un bubble tea.
Il piccolo locale ha una grande vetrata che mostra l’interno, ha due tavoli rettangolari neri accanto alla vetrata e dietro ad essi tre tavoli quadrati di legno con le gambe nere con sedie coordinate. Il bancone occupa quasi tutto lo spazio dove si trovano tutte le pietanze per il pokè, il bubble tea e frappè.
Appena i ragazzi entrano, la ragazza dietro al bancone li saluta con un sorriso cordiale in volto.

«Buon pomeriggio, cosa posso fare per voi?»

Domanda indossando i guanti in lattice.

«Salve, siamo qui per mangiare del pokè.»

Prende parola Shoyo per entrambe.

«Bene, volete una bowl piccola, media o grande?»
A quella domanda, il ragazzo si volta verso il suo fidanzato.
«Quanta fame hai?»
«Abbastanza, tu?»
«Io ho sempre fame.»
«Allora prendiamone due medie, dai.»
Shoyo annuisce e si volta verso la ragazza.
«Prendiamo due bowl medie, grazie.»
«Due bowl medie.»
Ripete prendendone due dalla mensole dietro di lei e si sposta di pochi passi verso destra dove si trovano gli alimenti del pokè.
«Ditemi pure, cosa ci volete all’'interno?»
I ragazzi rimangono in silenzio per alcuni minuti ad osservare la varietà di pietanze e scegliere cosa desiderano.
Dopo un silenzio che sembrava infinito, il primo a prendere parola è Tobio.
«Io desidero riso, salmone, edamame, avocado e semi di sesamo bianchi e neri.»
«Perfetto.» la ragazza porta l’attenzione su Shoyo. «E lei?»
«Oh…! Io lo prendo uguale, grazie.»

La ragazza annuisce e prepara le bowl per entrambi mentre loro si siedono su un tavolo all'interno del locale.

«È proprio carino, vero?»

Domanda Shoyo osservandosi intorno.

«È un po’ piccolino però ha anche spazio fuori, quindi ci sta.»

Commenta Tobio mentre sistema lo zaino tra i piedi del tavolo.

«Vero. Poi è vicino al parco quindi, bene o male, ci sono sempre persone.»
«Hai ragione. Stamattina avevi accennato ad un video che volevi farmi vedere, di che si tratta?»
«Ah, sì! Il coach Ukai ha trovato una registrazione di una vecchia amichevole che avevamo fatto col Nekoma.»
Spiega mentre estrae il cellulare dalla tasca.
«Si possono filmare le amichevoli?»
«Non proprio, ma siccome eravamo un po’ messi maluccio, il coach aveva chiesto il permesso.»
«Eravate messi così male?» scherza.
«Avevamo solamente bisogno di un po’ di idee, nulla di che.»

Poco prima che Shoyo possa appoggiare il cellulare sul tavolo, arriva la ragazza che posa le bowl di pokè in fronte ai ragazzi con annesse bacchette.
   
 
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