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Autore: Flofly    15/04/2024    2 recensioni
«É la cosa più sessista, classista, elitaria e…» iniziò alzandosi ed indicandogli l’uscita.
«E ragionevole che tu abbia mai sentito?»
Hermione Granger è la Strega più brillante della sua generazione ed un'eroina di guerra, eppure questo non basta per svecchiare il Ministero dai suoi pregiudizi. Ma per riuscire nel suo intento Hermione è disposta a tutto, persino ad allearsi con Draco Malfoy.
La storia è ispirata dall'iniziativa "Il mio finto fidanzato" lanciata da Rosmary su il Forum Ferisce più la penna.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Parkinson non ti ha detto che solitamente le persone non portano piatti smaltati e bicchieri di cristallo a un pic-nic in un parco?», puntualizzò Hermione, accomodandosi sulla coperta di cachemire con un misto di rassegnazione e divertimento, mentre osservava tutto quello che Draco stava tirando fuori dal cestino di vimini. Poi aggiunse sottovoce. «E che solitamente non vengono usati incantesimi ingrandenti? Non pensi di dare nell’occhio, visto che hai portato persino una teiera con il té ancora bollente?».

«E lo champagne ghiacciato, ovvio. Non mi pare che ci sia alcun divieto di portare oggetti magicamente modificati in giro, sbaglio?», replicò Draco, posizionando tra di loro un’alzatina con dei piccoli sandwiches bianchi grandi come un dito, grappoli d’uva bianca e rossa, pasticcini e mini porzioni di torta.

«Portarli no. Mostrarli ai Babbani, si», commentò staccando un acino d’uva. «Incluso anche il leggero incantesimo di modifica meteo, direi. Non fa un po’ troppo caldo per essere febbraio a Londra?» .

«Potresti smetterla di lamentarti e goderti questo appuntamento? Sarebbe carino se mi dicessi che ti è piaciuta la sorpresa».

«Non mi piacciono le sorprese», rispose secca togliendosi la sciarpa, poi , in tono fintamente magnanimo aggiunse. «Però devo dire che apprezzo molto l’idea, anche se la realizzazione è da fuori di testa. Non mi sembri un tipo da pranzo sull’erba…dì la verità hai dovuto fare training autogeno? » .

«Granger, perché sembra sempre che tu mi stia insultando anche quando non capisco un’acca di quello che dici? In realtà da piccolo li facevo spesso con mia madre, ovviamente senza tutta questa gente strana intorno… ehi cosa c’è da ridere?» 

«Dovevi essere carino da piccolo, specialmente prima che iniziassi a parlare», lo prese in giro, spalmando della marmellata di lamponi su uno dei piccoli e friabili scones ancora caldi. 

«Lo dice sempre anche mia madre. E Pansy. E Theo. E Blaise... come se loro invece stessero sempre zitti. Scusa ora non mi trovi carino? Sono offeso» .

«Com’è la storia dei pavoni?» chiese in tono neutro, ridendo di fronte allo sguardo truce che le aveva rivolto. «Scusa, tasto delicato» .

«Ah Ah, spiritosa. Vorrei farti notare che ancora non hai risposto alla mia domanda» 

«Cocco di mamma e vanitoso, che accoppiata. Senza far riferimento agli atteggiamenti da preadolescente», sorrise, mentre Malfoy continuava a ghignare, in attesa. «Va bene, sei carino. E sei molto più carino quando non sparisci per giorni senza dare segni di vita» .

«Lavoro, sai?». 

«Mi sembrava di aver capito che fossi io il tuo lavoro… anzi, non avevi detto che ero solo lavoro?». 

«Ho mentito, fammi causa» .

«Dovrei, tanto sei ricco, no? Qualche maligno potrebbe dire che lavori solo per occupare tempo prima di avere accesso alla tua eredità».

«Gli uomini belli devono avere da vivere, tanto quanto i brutti… e a quanto pare neanche io faccio eccezione» rispose lui, riempiendo una tazza di tè bollente prima di passargliela. «Vedi come sono stato bravo? Potrei sembrare uno del luogo» .

Hermione sbattè gli occhi, cercando di ricordare perché quella frase le sembrasse così famigliare. E poi le si accese una lampadina: «Questa è Jane Austen! Avevi detto che i libri non erano tuoi!», lo accusò. «Come faccio a fidarmi di te se menti anche sulle cose più piccole?». 

«Possibile che tud debba essere così melodrammatica? Considerali un prestito di mia zia, ha detto che dovevo leggerli prima di… si insomma prima di chiederti di essere la mia finta fidanzata. Ha detto che sono la prima cosa che le ha regalato Ted e che le ha fatto scoprire il mondo Babbano. Solo che non ci stavo capendo niente e ho chiesto aiuto a Pansy, che, per inciso ha capito meno di me, ma ci sta disegnando una linea di vestiti». 

«Non ci hai capito niente ma sai fare delle citazioni?». 

«Solo quelle belle. Sapevo che questa prima o poi mi sarebbe tornata utile.Allora come sono andato?» le chiese con un ghigno soddisfatto.

«Forse sarebbe stato meglio spiegarti come attraversare una strada…». 

«Come se ti fosse dispiaciuto prendermi per mano: ogni scusa è buona per mettermi le mani addosso, eh? Anche se vorrei riuscissimo a superare la fase undicenni al primo appuntamento».

«Stavi per finire sotto una macchina. Tre volte, se vogliamo essere precisi», rispose Hermione, mentre si portava la tazza alle labbra e lo fissava sbuffare in maniera plateale, non potendosi impedire di sorridere. Come si era trovata in quella situazione? Come, a quasi ventisei anni, poteva considerare quella che sembrava un’uscita tra preadolescenti qualcosa di più che piacevole?

«Quindi è così che cerchi di fare colpo con le ragazze? Con ceramiche dipinte a mano e un full afternoon tea? E pensare che sono sempre circolate voci strane…» .

«Se riguarda uno sgabuzzino e Millicent, sappi che l’ha messa in giro Blaise perché avevamo litigato perché secondo lui gli avevo fatto una foto in cui era venuto male».

«Mi ricordi perché tu e Blaise siete amici? Comunque no, non era Millicent». 

«Elettra Fowley e la torre di Astronomia?Sempre Blaise, credo fosse perché non gli ho voluto passare il compito di Pozioni». 

«No».

«Se è con Marcus Flint, sappi che è venuta dai vostri questa volta. Visto che non bastava accusarmi di essermi comprato il posto in squadra», disse fissandola a lungo. Poi aggiunse con un sorriso malizioso. «Anche se non alle tue amiche di Grifondoro non dispiaceva vedermi con la divisa di Quidditch, e, specialmente, senza». 

«Non hai avuto una storia con nessun Grifondoro, Malfoy». 

«Se ne sei sicura tu».

«Tenendo in conto il carattere di Pansy, l’avrebbe saputo tutta la scuola».

«So essere discreto», la stuzzicò. Era evidente che si stava divertendo un mondo. 

«Quindi Pansy non è stata la tua prima ragazza, ma la prima con cui ti sei fatto vedere pubblicamente. Molto vittoriano».

«Chissà perché ma mi suona come un insulto. Anche se sei dannatamente carina quando lo fai, inizio a pensare che a Hogwarts lo facessi apposta». 

«Merlino, corteggi davvero come un dodicenne. Ed esattamente come un dodicenne sembri pensare che io mi faccia distrarre. Allora chi è stata la tua prima ragazza?» 

«Perché ti interessa? Io non ti ho mica chiesto del tuo primo ragazzo».

«Perché sai perfettamente chi è. Ti devo ricordare che invece che hai una lista di tutti quelli con cui ho avuto una storia dopo Ron? Io non so niente di te e tu sembri sapere ogni cosa che mi è successa dopo Hogwarts». 

«Fa parte del mio lavoro» divagò, poi alzò le mani di fronte al suo sguardo più che dubbioso. «Ok,ok. Avanti cosa vuoi sapere? La prima ragazza che ho baciato? Coraline. Quella con cui ho fatto sesso la prima volta? Tracey Davis, l’estate prima del quinto anno. Che altro? » 

«Quella di cui ti sei innamorato» rispose secca. «Voglio sapere le tue storie importanti, le persone che davvero hanno contato per te». 

Draco sospirò: «Non ti hanno mai detto che non si parla degli ex?». 

«Tu parli sempri di Ron».

«Io non parlo di Weasley, io lo insulto, che è diverso».

«Solo nella tua testa. Allora, chi è stata la prima persona a cui hai detto ti amo?» .

Draco rimase in silenzio, poi sospirò: «Pansy».

Hermione morse un biscotto, pensierosa. In fondo era una cosa che aveva sempre saputo, eppure c’era una piccola parte di lei, una che non pensava potesse mai fare parte del suo essere, che era infastidita. 

«Hai della marmellata sul viso…» disse improvvisamente Draco, sporgendosi verso di lei, passandole un fazzoletto.

«Molto romantico da parte tua farmelo notare» borbottò. «È ancora lì?» .

Malfoy si avvicinò ancora, con un sorrisetto. «Dall’altro lato, vuoi che ti aiuti?» .

Hermione annuì e poco dopo sentì le labbra di Malfoy posarsi delicate sul bordo delle sue, per poi spostarsi di pochissimo, nell’angolo esterno, mentre la mano di Malfoy si muoveva sulla sua nuca.

«Molto maturo da parte tua», rise, mentre si girava per riuscire a rispondere al bacio..

Chinò indietro la testa, mentre le labbra di Draco si muovevano prima lungo lo zigomo, per poi baciarle la pelle morbida dietro l’orecchio, prima di mordicchiarle il lobo.

Da dietro le palpebre chiuse, però, le sembrò di riconoscere una figura familiare. Fin troppo famigliare. Una figura dai lunghi capelli rossi e uno sguardo accigliato.

«Ginny!» urlò, alzandosi così di scatto da far quasi cadere Malfoy.

«Cos’è una nuova strategia di comunicazione?» 

«Ginny, io..». 

«Senti Weasley, Potter o come diavolo vuoi chiamarti… Si può sapere qual è il tuo problema?». 

«In generale, che mi si dicano delle bugie. In particolare che sono dovuta ricorrere a Parkinson per sapere dove diavolo fosse finita Hermione, il che ha comportato tutta una serie di lunghe contrattazioni prima di avere una risposta. Senza contare che mi scoccia non poco che lei sapesse di questo e io no… Merlino, ma come puoi essere così pretenzioso anche con per un pic nic?», rimbeccò allargando le mani esasperata. Poi si rivolse a Hermione:«Angelina è entrata in travaglio e stiamo andando tutti al San Mungo. Malfoy, ti direi di venire, ma non mi pare il caso, già ho abbastanza fratelli a cui pensare, mi ci manchi solo tu».

Draco sembrò mordersi la lingua, poi scosse solo la testa.

«Ovvio».

«Cosa è ovvio?». 

«Che ci sia un Weasley di mezzo a rovinarmi un bel momento», borbottò, mentre Hermione si alzava di fretta e lo superava, tirando via Ginny, che si era impadronita di un pezzetto di torta Battemberg. «Da quanto? Perché non mi hai avvertito?». 

«No, ti prego, fate pure come se io non ci fossi…» mugugnò Malfoy, massaggiandosi il fianco che aveva sbattuto, il resto delle lamentele assorbite dal bacio veloce che Hermione si era chinata a dargli, prima di correre via.

«Fammi sapere qualcosa!» le urlò dietro, ma sia lei che la piccola Weasley erano già sparite dietro un albero, probabilmente lo stesso dietro il quale si erano smaterilizzate poco dopo.

E lui rimase lì, su un prato Babbano, circondato da Babbani urlanti e sulle labbra ancora il suo sapore misto a quello appiccicoso della marmellata.

Un misto di zuccherino e aspro, come lei, una contraddizione in termini. 

Quando si era ridotto così?





 

«Quale parte di fammi sapere qualcosa non era chiara? Mi sono dovuto far dare aggiornamenti da Potter, ti pare normale?», sbuffò Draco appena la vide entrare dal camino del primo piano, posando le carte che teneva in mano e alzandosi dal divano color vinaccia.

«Sai che pensavo che dopo che avessimo iniziato ad uscire insieme tu avresti iniziato a salutare in modo decente?», rispose di rimando, mentre si spogliava del cappotto e della sciarpa, facendoli levitare pigri sino alla sedia più vicina.

«Sai che pensavo che dopo avermi lasciato in un prato pieno di Babbani…». 

«... che tu stesso hai scelto…». 

«...e a metà di un bacio molto promettente, avresti avuto la decedenza di mandarmi almeno un gufo per dirmi che era andato tutto bene e che eri una zia felice».

«Quando sono arrivata c’era il caos, e poi George è uscito per avvisarci che Fred Junior era nato e Molly ha iniziato a piangere e allora Percy ha detto qualcosa sul nome e Ron e Percy hanno iniziato a litigare e Bill ha minacciato di maledirli se non l’avessero smessa…sono tornata a casa solo un paio d’ore per dormire un po’ prima di catapultarmi al Ministero per la riunione con i capi Dipartimento ».

La mascella di Draco si irrigidì di colpo. «Ron? C’era anche lui?».

«Fino a prova contraria fa parte della famiglia Weasley, no?» rimbeccò Hermione, alzando gli occhi al cielo. «Davvero vuoi litigare dopo la nostra prima uscita?». 

«Vorrei che mi avessi scritto per dirmi che era andato tutto bene», sbuffò, alzando le spalle e fissandola senza muoversi.« E mi sarebbe piaciuto anche un commento sul nostro appuntamento, sarebbe stato un pensiero carino. Mi fai pensare che non ti sia piaciuto, il che ammetto mi dispiacerebbe non poco, anche se potrei dire a Pansy che la sua era un’idea pessima, il che mitigherebbe un po’ il mio disappunto, ma non troppo».

«Ti avrei baciato se non mi fosse piaciuto l’appuntamento?».

«Blaise dice che potresti averlo fatto per distrarmi e poi scappare… cosa che,in effetti, è avvenuta».

«Ancora una volta, perché sei ancora amico di Blaise?». 

«É come quando osservavi Longbottom preparare una pozione: sapevi che sarebbe stato un disastro ma non potevi fare a mano di guardarlo» .

«Sono quasi certa che a te piacesse guardare la pozione di Neville esplodere».

«Sì, esatto. E mi piace anche Blaise, anche se a volte c’è il rischio di ritrovarsi ricoperti di qualcosa di appiccicaticcio e maleodorante».

«Ancora non mi hai risposto». 

Hermione sorrise e chiuse lo spazio tra di loro, gli cinse la nuca con le braccia e lo spinse verso le sue labbra. «Ti va bene come risposta?».

Ad essere onesti aveva solo l’obiettivo di farlo smettere di blaterare, soprattutto prima che dicesse qualcosa che l’avrebbe fatta davvero arrabbiare ed era completamente impreparata alla passione con cui Draco aveva risposto al bacio.

«Mmm… fammici pensare un attimo , rise infine lui, staccandosi appena«Granger, ti hanno mai detto che sei competitiva?».

Hermione ghignò, attirandolo di nuovo a sé «Potrei dire lo stesso, sai? E vincerò io» 

«L’unica volta in cui sarò felice di dare ragione a una Grifondoro… oh, cazzo non di nuovo».

Hermione si girò di scatto, sulla porta Pansy e Theo che li guardavano con due espressioni indecifrabili. Almeno più del mucchietto di Galeoni che Pansy consegnò di malavoglia all’amico senza dire una parola.

«C’è Kingsley di sotto. E credo che neanche lui voglia assistere a…. questo» disse con voce piatta, indicando i due ancora abbracciati. «Come la maggior parte di noi, del resto».


 


 

«Credi sul serio di poter continuare ad evitare la questione io e il mio finto fidanzato passiamo il tempo a sbaciucchiarci continuando a inventare appuntamenti di lavoro?» .

«Merlino, ma perché sembrate tutti regrediti all’adolescenza?» urlò Hermione, cercando di sovrastare con la voce il rumore dell’acqua della doccia.

«Perché vorrei sperare che se ci fossi andata a letto ti saresti tolta lo sfizio e l’avresti mollato. Mi preoccupa questo vostro giocare ai piccioncini: Parkinson mi ha raccontato che vi ha beccati a pomiciare davanti al divano invece di lavorare. Due volte».

«Parkinson deve imparare a bussare, e anche tu» ripeté secca Hermione, avvolgendosi nell’accappatoio e sostenendo lo sguardo di Ginny che laosservava a braccia conserte,appoggiata sullo stipite della porta. «Ed è esattamente questo il motivo per cui non te l’ho detto, volevo evitare di dover dare mille spiegazioni.» 

«Io di spiegazione ne avrei una, e riguarda Malfoy che ti prende per sfinimento».

«Sono più resistente di così, credimi. Senti Gin, ho tutto sotto controllo, voglio vivermi questa storia senza tante paranoie. In fondo rende il tutto più verosimile, no?».

«Quindi lo fai perché ti senti meno in colpa nei confronti di chi pensa che la vostra sia una vera relazione? Mi sembra esagerato persino per una perfezionista come te».

«É una vita che mi dici di essere più spontanea, beh, adesso lo sono». 

«Ho visto con quale spontaneità ficcavi la lingua in gola a Malfoy».

Hermione sbuffò, spargendo un’abbondante dose di crema sui capelli bagnati, prima di lanciare un incantesimo diffusore. «Quindi quando mi hai detto che mi avresti supportata, intendevi fino a quando fosse rimasta una finzione?».

Ginny la squadrò a lungo, mentre si infilava i jeans scuri.

«Noi pensiamo che forse state correndo troppo: possibile che improvvisamente tu abbia capito che in fondo in fondo anche a te è sempre piaciuto?».

«Ma Harry non dovrebbe pensare che stiamo insieme da un anno?» chiese Hermione girandosi di colpo. 

«Ma quale Harry e Harry. Io e Pansy. É simpatica se superi il fatto che credo abbia qualche disturbo della personalità».

«Non so se mi piace il fatto che tu e Parkinson diventiate amiche…».

«Non credere alle voci maligne che dicono che abbiamo esagerato un po’ con la nostra attività di persuasione, alla fine neanche sono finiti al San Mungo. Comunque non è questo il punto, lo sai benissimo».

«E il punto sarebbe invece?» chiese la Grifondoro, indossando infine la maglia che Pansy aveva preparato appositamente per l’occasione: una jersey a maniche lunghe grosso granata, con un bolide di filo dorato che veniva colpito da una mazza, prima di esplodere e rilevare il nome della squadra , che sarebbe stato una sorpresa per tutti,e quello del giocatore. 

Ginny scosse la testa. «Senti, io ho visto come è stato Malfoy dopo l’incendio, non penso che stia fingendo, ma tutti gli altri… Merlino è come se avessi questa sensazione di venire spiata. Pensavo fossero Nott e Blaise, ma quando sono andata da loro il giroscopio è rimasto assolutamente fermo, eppure…». 

«Eppure cosa, Gin?» Ginny non era mai stata una persona facilmente impressionabile, eppure era evidente che ci fosse qualcosa che la turbava.

«A Hogsmeade… l’avevo dimenticato nella tasca della giacca quando sono venuta alla riunione da te…». 

«E?».

«É letteralmente impazzito. Non vorrei credere alle stramberie di Luna, ma dice che sono nati i fiori di giuggiola selvatica sul balcone dei Black e che è il segno che qualcuno sta cospirando contro di noi». Ginny le si avvicinò fino a stringerle le mani e guardandola con una serietà che le aveva visto poche volte in vita sua. «Promettimi che starai attenta. E che mi dirai tutto».

Da quanto erano amiche lei e Ginevra? Da prima che si mettesse con Harry, da prima ancora dell’Esercito di Silente. Forse era successo durante l’estate del secondo anno, tutte quelle sere passate alla Tana senza dirsi nulla, guardandola poco per volta cercare di cancellare l’ombra che l’aveva posseduta. A quel tempo Ginny si era fidata di lei, si era confidata, proprio nel momento in cui era più vulnerabile.

Avrebbe dovuto fare lo stesso? Le avrebbe dovuto dire delle lettere che erano arrivate nelle ultime settimane, dai toni sempre più minacciosi? Ne aveva ricevute a dozzine, sin dalla prima foto che era apparsa sulla Gazzetta e le aveva liquidate tutte come innocue.
Beh, quasi tutte…

Il suono della sveglia magica che aveva imposto trillò nella stanza, facendo svegliare di soprassalto Grattastinchi che soffiò irato, prima di girarsi e mettersi a dormire.

Ci avrebbe pensato dopo, ora c’era la vita di un amico ormai scomparso da celebrare.

E, forse peggio ancora, un ex e un nuovo fidanzato da far convivere per qualche ora.




 

 

 


 

 

Se tutto procede secondo i piani - ovvero se non ricambio per la decima volta la storia e riesco a concentrarmi a concentrare tutto quello che deve succedere- siamo a - 4 capitoli alla fine.

E dal prossimo capitolo diminuisce la dose di zuccherosità, promesso.

Nel frattempo ho deciso di migliorare le mie (in) capacità a livello visivo e ho aperto una pagina instagram "Potentia Para Vis"

Se ti va seguimi, almeno superiamo un attimo la fase “finti bot del sud est asiatico che seguono pagine a caso”

 



 
   
 
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