Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Mione Nanako    17/04/2024    0 recensioni
Una nuova piccola strega fa il suo ingresso nella magica scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, chi è questa ragazzina che tutti definiscono pazza? La sorellina minore della Lunatica, come vivrà la sua adolescenza fra segreti, giochi e una cotta amorosa?
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Luna Lovegood, Nuovo personaggio, Pandora Lovegood, Xenophilius Lovegood | Coppie: Arthur/Molly
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I primi giorni di luglio la macchina stampatrice che avevamo nel salotto non smise per un attimo di sputacchiare via fogli; appena tornate a casa da scuola credevamo di poter dormire un po' invece quell'aggeggio infernale trottava a tutto ritmo. Xenophilius incollava carte su carte per il nuovo numero de Il Cavillo, sulla testata il grosso titolo a caratteri cubitali annunciava il ritorno di Lord Voldemort il mago oscuro più temuto degli ultimi anni. Papà aveva ascoltato la nostra versione dei fatti basata su tutto ciò che era accaduto a scuola nelle ultime settimane poi l'arrivo di vari gufi gli avevano permesso di mettere su abbastanza informazioni per far si che il principale articolo avesse più nozioni possibile, vi aggiunse anche meno aneddoti divertenti e più consigli sulla protezione personale o della casa. Luna con un pigiama blu a stelline gialle e una vestaglia azzurra si stava occupando della colazione mentre io nel mio pigiama rosso a stelline gialle e vestaglia rosa scendevo per la scala a chiocciola, papà Xeno invece indossava un pigiama oro con stelline blu e vestaglia giallo uovo stando seduto ancora alla scrivania.

«Papi, non starai lavorando troppo?»

Gli chiesi avvicinandomi a lui preoccupata, l'uomo si spostò una lunga ciocca bionda su un lato e mi guardò; le sue occhiaie erano molto pronunciate, da quanto tempo non dormiva tranquillo?

«No piccola sto bene, la gente deve sapere... siamo in tempi duri, molto duri»

Avrei voluto chiedergli quanto fosse stato duro prima, prima dell'assassinio dei Potter ma ci ripensai; sembrava già abbastanza stressato perciò non era proprio il caso di infierire.        Gli presi le mani dicendogli almeno che sarebbe dovuto venire a fare colazione e che gli serviva un attimo di respiro in famiglia. Di fronte ad una bella tazza di porridge e caffè forte, Luna ruppe il silenzio con ciò che da qualche giorno dovevamo dire al nostro unico genitore:

«Sai papà, nostro cugino Andrew è stato con noi fino alla fine dell'anno scolastico prima di salutarci però ci ha detto che gli farebbe piacere se andassimo a trovarlo in Francia questa esta-»

Prima che mia sorella potesse finire la frase sul viso di Xenophilius si allargò un grande sorriso, si pulì la bocca con il tovagliolo e con entusiasmo quasi urlò:

«Potremmo trasferirci in Francia! Vi iscriverò a Beauxbatons, vivremo lontano dal pericolo lì saremo più al sicuro!»

Non so se persi prima un battito o sbiancai, la sola idea di lasciare Hogwarts e allontanarmi da Fred proprio allora che sembrava che il nostro rapporto si stesse facendo più intenso, non rivedere più i miei amici di Tassorosso, Nigel, la piccola Elisabeth con la quale avevo appena legato, Ginny e sua madre Molly, una persona meravigliosa!

«COSA? No!»

Quasi urlai senza volerlo, guardai mio padre completamente confusa come poteva anche solo pensarla una cosa simile? Era forse impazzito?

«È la cosa migliore cara pensaci, rimanere qui in Inghilterra è troppo pericoloso...»

Scossi la testa e gli occhi mi si fecero appena lucidi

«No! Pericolo, non c'è pericolo e anche se ci fosse non è scappando che il pericolo se ne va, dobbiamo rimanere, combattere! Non voglio abbandonare i miei amici, non voglio abbandonare i Weasley, Fred...»

Xenophilius appoggiò una mano sul tavolo con un espressione confusa

«Weasley? Emily piccola non avrai forse un ragazzo?»

Davvero aveva sentito solo quello di tutta la conversazione?

«Non è questo il punto papà! Saresti anche capace di abbandonare qui la mamma?!»

Ormai mi ero alzata in piedi e nonostante non fossi per niente alta vidi papà farsi piccolo, intimidito e imbarazzato. Non volevo ascoltare nient'altro da lui, superai la sua sedia e feci le scale a passi pesanti fino a salire in camera e chiudermici dentro, Luna girava il suo cucchiaino nella tazza mentre Xenophilius guardava per terra ancora scioccato ad occhi spalancati. Lei gli si avvicinò appoggiando una mano sulla sua:

«Papà... io so che tu vuoi proteggerci e vuoi solo il nostro bene ma non sai quanto sia stato difficile per noi farci degli amici... non mi sarei mai ambientata bene in questa scuola dove so come mi chiamano tutti se non fosse stato per Ginny Weasley e la sua famiglia. Harry Potter non ci tratta come persone strane, sento che ci vogliono bene. Emily è più spontanea, più aperta di me non ha vergogna a parlare con gli sconosciuti... a volte si sente persino diversa da me e te, ha trovato ad Hogwarts un piccolo rifugio sicuro, non puoi chiederle di rinunciare a tutto questo..., »

Xenophilius ascoltò le parole della sua primogenita annuendo di tanto in tanto le prese poi la mano fra le sue baciandogliela più volte, la tirò delicatamente a sé abbracciandola e nascondendosi in quel gesto della quale aveva bisogno da giorni.

«Io sono fortunato ad avervi...»

sussurrò, Luna gli accarezzava delicatamente i lunghi capelli sorridendo

«Papà ti prego...»

Non me l'ero mai presa così tanto: mio padre, l'uomo che mi aveva cresciuta, colui che mi aveva insegnato tante cose, un codardo. Ero ferita, stringevo il mio coniglietto di peluche rannicchiata ai piedi del letto con la schiena appoggiata alla parete, piangevo, non sopportavo l'idea di venir allontanata da quella che ormai era la mia vita come potevo trovarmi bene in una nuova scuola dove non c'erano né i miei più cari amici né il ragazzo della quale ormai ero follemente innamorata?
Impulsivamente presi una decisione: sarei andata verso casa dei Weasley per parlare con Fred! Mi alzai e in un attimo mi cambiai: maglietta rosa, gonna rossa e scarpe da ginnastica rosa con le fragole, una borsetta gialla, due elastici uno rosa e uno rosso a legare i capelli in due codini e rapida fuori dalla stanza e successivamente giù dalle scale, con la mano sulla maniglia della porta venni bloccata.

«E-Emily dove vai?»

La voce tremante di Xenophilius

«Esco»

Gli risposi semplicemente con un tono freddo

«No non te lo permetto si signorina!»

Balbettava, come potevi prendere sul serio quel tipo di rimprovero?

«Non m'importa!»

E senza aggiungere altro o guardarlo girai la maniglia e in un attimo ero fuori. Xenophilius cadde in ginocchio arreso e mormorò

“Non andare piccola Emy è pericoloso...”

ma non potei sentirlo. Luna lo prese per un braccio per aiutarlo a rialzarsi lui sollevò il viso ed appoggiando la mano su quella di lei la pregò di raggiungermi, lei annuì senza esitazione, corse su per le scale prendendo le prime cose che trovò nell'armadio ed una volta pronta di nuovo di corsa si lanciò fuori al mio inseguimento.

«Mimi! Emy! Ti prego aspetta!»

Sentendo da lontano la voce di mia sorella non potei non fermarmi, girai il viso aspettando che mi raggiungesse e mentre riprendeva fiato la misi subito in guardia:

«Se sei venuta per riportarmi indietro non verrò, almeno non prima di aver fatto ciò che devo»

deglutì quando Luna rialzò la testa mi disse:

«No piccola, non sono venuta per riportarti a casa ma non voglio che vai da sola, so dove stai andando e anch'io ho voglia di rivederli... poi però torneremo a casa, papà è davvero dispiaciuto cerca di capirlo ti prego vuole solo proteggerci...»

Era un po' arrossita mentre mi parlava, capivo le parole di nostro padre ma le azioni erano completamente sbagliate

«Lo so... è solo che, non così...»

Avevo tante parole nella testa eppure nessuna di esse se espressa avrebbe acquistato senso; Luna mi camminava fianco a fianco in silenzio mentre procedevo a superare la grande collina, dalla sua bassa cima la Tana iniziava a vedersi finalmente, sentivo i battiti accelerare man mano che ci avvicinavamo alla recensione. Fin da subito però notammo qualcosa di strano: dal caminetto non usciva fumo e la stalla dei maiali era chiusa, ci scambiammo uno sguardo prima che, deglutendo, mi accinsi a fare un passo avanti e bussare sulla grande porta di legno.

Nessuna risposta.

Provai una seconda volta ma niente.

«C'è qualcosa di strano, dove posso essere andati?»

Ero confusa, a parte il signor Weasley che usciva per andare ogni giorno a lavoro, il resto della famiglia soprattutto sua moglie era sempre in casa, i ragazzi potevano essere usciti a giocare a Quidditch nel loro campetto privato ma Molly doveva essere lì!

«Non lo so tesoro... forse avremmo dovuto scrivere loro per avvisarli che saremo venute...»

Una lettera, la cosa più banale che mi era completamente passata di mente... Ecco la differenza fra me e Luna: lei pensava io agivo e la maggior parte delle volte come in quel caso, sbagliavo. Rassegnata, senza nessuna altra scelta, sospirai e mi lasciai condurre senza dire altro verso casa.

«Oh, piccola Emy!»

Xenophilius si precipitò alla porta, mi sollevò e mi strinse forte

«Scusa papà...»

Sussurrai stringendo le braccia attorno al suo collo, lui scosse la testa rispondendomi che non avevo niente da scusarmi e si prese tutta la colpa, Luna ci si avvicinò facendosi stringere anche lei. La sera durante la cena riuscimmo a riprendere il discorso di Andrew e del suo invito, alla fine concordammo insieme di partire la settimana successiva per restare in Francia almeno fino alla fine del mese. Una volta saliti nelle rispettive camere mentre Xenophilius scriveva a zia Marie, io cercavo le parole migliori per non far capire a Fred quanto fossi preoccupata e mi mancasse:

Caro Fred,

Scusami se ti scrivo con così poco preavviso e soprattutto se ti disturbo. La situazione qui in casa è un po' tesa ma stiamo tutti bene. C'è un fatto che mi incuriosisce... dove siete? State bene? Siamo passate a casa vostra ma non abbiamo trovato nessuno, per favore fateci sapere...

Ps. Settimana prossima partiremo per la Francia, andiamo a trovare nostro cugino, spero ci rivedremo presto...

Tua, Emily.”

La rilessi una volta ed una seconda, la passai anche a mia sorella per sapere la sua opinione e l'indomani mattina dopo colazione uscì di casa per consegnarla alla nostra piccola gufetta Puckle che volò via con le due buste, l'altra destinata alla zia in Francia. Non ci rimaneva altro che aspettare le risposte chiuse in casa senza altra scelta.                           Proprio il penultimo giorno, prima della partenza quando ormai pensavo che la lettera non ci avrebbe potuto raggiungere, arrivarono le risposte! Zia Marie scrisse che non vedeva l'ora di accoglierci e che aveva già preparato tutto al meglio per il nostro arrivo Fred invece scrisse solo poche righe:

Ciao Emily,

Si non preoccuparti stiamo tutti bene, purtroppo no non siamo a casa ma non posso dirti niente di più scusami... fai buon viaggio ci rivedremo appena possibile!

Un abbraccio,

Fred”

Rilessi più volte, girai persino il foglio nel tentativo di trovare un messaggio nascosto ma niente.

«Tutto qui?»

Esclamai delusa passando anche la lettera a Luna così che anche lei capisse

«Che significa? Perché? Non capisco!»

Mi agitai cominciando a camminare da una parte all'altra della stanza, c'era un codice nascosto? Un messaggio non rivelato? Perché nessuno spiegava mai niente?!

«C'è sicuramente qualcuno che gli impedisce di parlare piccola o ha paura che la lettera possa essere intercettata»

tentò di consolarmi Luna

«Può succedere?»

le chiesi ingenuamente

«Oh, si tesoro, soprattutto in tempi come questi...»

L'indomani di buon mattino presto partimmo, diversamente dal viaggio verso la Coppa del Mondo di Quidditch dell'anno scorso andare in Francia fu più complicato; dato il traffico causato da molte famiglie intenzionate già a fuggire dopo aver saputo del ritorno del potente mago oscuro o meglio coloro che ci credevano, dovemmo servirci soprattutto di mezzi babbani. Papà rimpicciolì le valigie per potarle comodamente in tasca e tenendoci per mano attraversammo la collina, la bacchetta esposta per chiamare il Nottetempo e una volta raggiunta la stazione di Londra prendemmo il treno per Parigi. Il viaggio durò solo due ore e all'arrivo trovammo ad accoglierci zio André e Andrew, il nostro bellissimo cugino ci abbracciò forte mentre lo zio e papà si strinsero la mano. Ero piuttosto curiosa di come funzionava lo Statuto di Segretezza in Francia e perciò seguì lo zio e Andrew in silenzio, capì dal fatto che stavamo viaggiando con un altro treno che forse lì erano un po' più rigidi. Raggiunto il nord ci trovammo nel quartiere di Montmartre superammo la grande basilica e ci infilammo poi in una via stretta chiamata Place Cachée, lì avvertì un brivido capendo di essere finita in un posto particolare.

«Ora possiamo smaterializzarci»

Ci comunicò ammiccando Andrew

«Cosa? Qui davanti a tutti?»

domandai non troppo forte

«Questo è il nostro quartiere magico, non dovete preoccuparvi»

ne rimasi sorpresa non mi ero nemmeno accorta di essere passati dall'altra parte, sarà l'abitudine londinese ma era davvero strano. Per mano a papà e seguendo le istruzioni dello zio la materializzazione congiunta ci teletrasportò davanti alla piccola villetta dei Boyer. Il giardino occupava la metà del territorio era su un lato non dietro come le tipiche casette inglesi, pieno di lilias piccoli fiorellini viola e una fontana bianca e zampillante nel centro; la casa a due piani anch'essa bianca, era sufficiente ad ospitarci tutti quanti.

«Lune! Milly! Le mie nipotine preferite»

Zia Marie ci accolse a braccia aperte con il suo buffo accento francesizzato

«Venite mon petit, Drew tresor porta su le valigie delle ragazze e del vecchio Xeno»

papà estrasse dalla tasca le valigie e dopo averle ingrandite di nuovo con un incantesimo Engorgio le consegnò al nipote che sparì su per le scale

«Ho fatto il tè, su venite accomodatevi non fate complimenti»

Il blu in diverse tonalità era il colore principale dell'arredamento e si univa al bianco con un'armonia rilassante, Marie posò le tazze bianche ricamate con fiorellini azzurri sul tavolino e prese posto sulla morbida poltrona mentre io, Luna e papà sprofondammo sul comodo divano.

«Allora che mi raccontate? È stato lungo il viaggio?»

ci chiese, il silenzio era troppo imbarazzante

«Molto interessante penso che avremo tante cose da vedere qui»

disse Luna alla zia dopo una bella sorsata di tè.

«Sono sicura che Andrew vi accompagnerebbe volentieri in giro per la città, n'est-ce pas mon amour?»

Marie si girò verso suo figlio che era appena rientrato in salotto

«Oui mamam molto volentieri»

sorrise il ragazzo, Xenophilius si irrigidì stringendo le ginocchia quando la zia lo notò si morse un labbro.

«Bonbon... mostra alle ragazze la loro stonsa s'il vu plait»

Annuendo Andrew ci fece segno di seguirlo conducendoci sulla rampa di scale, appena fummo fuori portata d'orecchio Marie fissò severa Xenophilius:

«Cosa scé che non va?»

e l'uomo dai capelli lunghi e biondi prese a raccontarle tutto quello che era successo negli ultimi mesi; ora era il turno della zia di rabbrividire

«e così ho proposto alle bambine di trasferirci qui ma Emily non ha voluto»

e concluse parlando anche del nostro piccolo litigio

«Xeno... la ragazza è adolescente ormai, se Luna magari è più pacata, Amilie no, pensasci, Pandora avrebbe mai fatto questo?»

Xenophilius si coprì il volto con le mani

«Emy è così diversa, non ha mostrato nessuna paura nel voler rimanere e combattere se sarà necessario e io mi vergogno così tanto»

Marie si avvicinò per mettergli una mano sulla spalla

«Allora lascia che lei sia»

E appese così la frase sperando che Xenophilius capisse che la sua seconda bambina sapeva ciò che era giusto. La cameretta che ci aveva sistemato Zia Marie era piccola e confortevole, i due letti con lenzuola bianche a fiorellini rosa erano separati solo da un comodino nel mezzo in comune con una candela profumata sopra

«La mia è proprio qui accanto, venite ve la faccio vedere»

Andrew ci portò nel suo piccolo rifugio: le pareti azzurre e il letto a baldacchino bianco come quasi tutto il resto della casa erano così ordinati e puliti che potevano sembrare persino finto, ci sedemmo a gambe incrociate sul morbido tappeto celeste ed Andrew cominciò a raccontarci tutti i possibili posti che avremmo potuto visitare l'indomani e il giorno dopo e quello dopo ancora, per cena zia Marie cucinò uno squisito gateau di patate e quella notte ci addormentammo subito stanche di tutte le emozioni.                                                                     Durante quelle tre settimane facemmo gite quasi un giorno si e l'altro no: visitammo i grandi musei, la torre alta simbolo della città, i mulini rossi, una cattedrale grande e bellissima chiamata Notre Dame, un giardino immenso pieno di ogni tipo di fiori colorati e persino una grande reggia dove un tempo, come ci stava raccontando Andrew, vivevano il Re e la Regina di Francia; nel corso dell'ultima settimana facemmo anche un escursione ai Pirenei, monti nella quale sempre dai racconti di Andrew si trovava la scuola di Beauxbatons. Scattammo tante foto ricordo ma papà non volle apparire in nessuna, il suo comportamento spesso era strano: guardava a destra poi a sinistra, nervoso, oppresso e sempre con la fretta di tornare a casa come se temesse che i suoi lettori del Cavillo si preoccupassero ad non avere sue notizie per un mese intero.
Il giorno del rientro in Inghilterra arrivò con una velocità impressionante, zia Marie ci strinse più volte sbaciucchiandoci su entrambe le guance, ci preparò qualcosa per pranzo e ci augurò buon viaggio, raccomandò persino a Xenophilius di farsi sentire spesso per qualsiasi cosa, zio André come all'andata ci accompagnò in stazione e non se né andò finché il treno non fu più visibile.
Tornare nella grigia Londra e respirare la solita aria mi fece star bene, non era male il sole della Francia però in nessun posto si sta meglio se non nella propria casa; prendendo il treno verso sud rientrammo nel Devon e successivamente da lì potemmo finalmente smaterializzarci davanti al cancello. Papà sciolse gli incantesimi di protezione attorno alla casa e quando aprì la porta corsi subito di sopra per la scala a chiocciola fino in camera, dalla finestra cercai con lo sguardo la Tana dei Weasley sperando di veder uscire del fumo dal loro comignolo ma niente. Perché non erano rientrati? La scuola iniziava a breve e se non tornassero affatto?

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mione Nanako