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Autore: Biblioteca    17/04/2024    0 recensioni
E se Harry non fosse mai cresciuto con i Dursley?
Se la McGrannitt, Hagrid e Piton, di comune accordo (e con molti complici) avessero deciso di portare Harry a Hogwarts prima del tempo e di crescerlo al sicuro?
Harry Potter sarebbe sicuramente stato diverso, al primo anno come ai successivi. Ma come e quanto sarebbe cambiato? E perchè?
In questa prima storia (che inizia la notte prima dei suoi undici anni e finisce con il suo smistamento) voglio presentarvi un Harry Potter diverso e vedere, insieme a voi, se può diventare un personaggio interessante su cui lavorare o restare solo una fantasia di una storia diversa dalle solite...
Genere: Fantasy, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Minerva McGranitt, Rubeus Hagrid, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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“Perdonami l’intrusione a quest’ora della sera Hagrid…”
Harry ascoltò la voce profonda, lenta e calma di Silente per la prima volta e si sorprese: si era aspettato una voce più autoritaria e spaventosa da parte di una figura come il preside di una scuola. Sì, una scuola di magia, ma sempre una scuola.
“Lei è sempre il benvenuto lo sa!”
“Oh… ecco il puledro fortunato. Cresce bene vedo!”
Harry udì il nitrito di Quercia e i suoi piccoli zoccoli che si spostavano per avvicinarsi. Dalle fessure, non riusciva a scorgere la figura del preside, ma vide chiaramente sprazzi del manto dorato di quercia.
“Eh sì professore, sta diventando un bel giovanotto…”
“Ti da anche molto da fare, vero Hagrid? Ti vedo poco in giro in questi giorni.”
“Oh professore, se è per le lumache del giardino, il mio rimedio è quasi pronto ormai…”
“Hagrid, sono solo preoccupato per te: da quando sei stato con Diagon Alley con il ragazzo, mi sembri più nervoso del solito…”
Ci fu una lunga pausa, rotta da qualche impacciato grugnito del mazzogigante. Harry si tese e istintivamente strinse la strana collana che Piton gli aveva messo al collo. Solo allora si rese conto che la superficie della stessa sembrava calda.
“Professore… io ho riportato il ragazzo da quei babbani e… e non è molto giusto secondo me che lui stia con loro… e poi quando a settembre verrà qui…”
“Sei molto emozionato, insomma.”
“Beh sì, molto.”
“Mi hai detto che ti ha fatto molte domande mentre eri con lui…”
“Beh sì lui fa sempre domande… cioè, immagino che farebbe sempre domande! Non sapeva nulla della magia, il ragazzo, proprio nulla! L’ho convinto accendendo il fuoco nel camino col mio ombrello!”
“Ah, questo ad esempio non me lo avevi raccontato. Ma non era stato murato il camino a casa dei Dursley?”
“Beh… diciamo che ora dovranno murarlo di nuovo professore.” E Hagrid esplose in una risata nervosa.
Harry sentì il cuore accelerare. Aveva una gran paura che Hagrid venisse scoperto. L’idea che potessero punirlo per colpa sua, lo terrorizzava.
“Oh Hagrid, l’importante è che alla fine sia andato tutto bene con il ragazzo. Ma se mai dovessi chiederti di rifarlo…”
“…non ripeterò l’errore professore.”
“Comunque, sono state alcune di quelle domande a renderti nervoso?”
Altro silenzio. Quercia si spostò verso il camino e passando davanti all’armadio si fermò e girò il muso. Uno dei suoi occhi incrociò quello di Harry.
“Ho dovuto dire al ragazzo il nome… in effetti.”
“Il nome?”
“Il nome di colui-che-non-può-essere-nominato.”
“E glielo hai detto?”
“Sì. Non me la sono sentita di mentire professore. Ma ho detto al ragazzo che non deve pronunciare quel nome. Per nessun motivo.”
“Hai preso la decisione giusta Hagrid… Beh, vedo che stai preparando un dolce. Cerca di finire presto il tuo antidoto per le lumache. Appena hai finito passa al castello, d’accordo?”
“Certamente professore, magari passerò anche a trovare Fuffi!” Subito dopo aver pronunciato quella frase, Hagrid si lasciò sfuggire un gemito.
“Tutto bene Hagrid.”
Il mezzogigante tossì: “Sì, professore, scusate… mi è finita della farina in gola.”
“Capisco… allora vado.”
“Buonanotte professore.”
Ci fu una pausa e Harry, anche se non poteva vederli, si sentì gli occhi del preside addosso.
“Buonanotte… Hagrid.”
E la porta fu chiusa.
Ma Hagrid aspettò dieci minuti prima di farlo uscire.
“C’è mancato poco… per fortuna nonostante gli errori non mi sono lasciato andare troppo.”
“Hagrid… se mi scoprono, cosa succederà a te, alla McGrannitt e a Piton?”
Hagrid si incupì e non rispose. Mise una mano sulle spalle di Harry e disse: “Preferisco pensare a non farmi scoprire, Harry. Le conseguenze alla fine non sono così importanti se un piano funziona.”
Harry annuì. Stringeva ancora la collana tra le dita. Anche se il metallo che componeva il filo e le piccole perle equamente distribuite erano praticamente roventi, le sue dita non provavano una sensazione di bruciore.
“Quella non la togliere. Deve farlo il professor Piton.”
“Ma che cos’è?”
“Una forma di protezione. Per sicurezza. Ne porto una anch’io.”
Un oggetto magico? Un amuleto? E protezione da cosa?
Hagrid, che tuttavia era ancora nervoso e teso, si era rimesso a fare la torta, e stava raccontando ad Harry, per l’ennesima volta, la ricetta di quel dolce, proprio per evitare le domande.
E Harry, per quanto volesse saperne di più su quella collana, non chiese nulla.
Mentre il dolce era in forno, Piton arrivò.
“Ho parlato con Silente… Ha capito che stai nascondendo qualcosa… Ma per nostra fortuna, sospetta dell’unicorno, e non del ragazzo.” Disse con aria severa e i denti stretti “Ed è merito del fatto che i Dursley sono ancora lontani da casa. Ho detto che sarei andato a mettere a posto il disastro da te causato con il camino…”
“Oh professore, grazie… Ammetto che ho improvvisato.”
“NON SI PUO’ IMPROVVISARE QUI, HAGRID!” Il tono di Piton si era fatto al tempo stesso più alto e profondo, come l’urlo vibrante di una caverna. Fece paura anche al puledro che si agitò e iniziò a scalpitare. Harry però riuscì subito al calmarlo.
“E quello dovrebbe stare fuori dalla capanna! Sta diventando troppo grosso!”
“Lo… Lo faccio sempre dormire fuori professore…” balbettò Hagrid ancora impressionato.
Piton poi andò verso Harry e tese la mano: “Puoi ridarmi la collana, Potter.” La voce era tornata normale.
Harry si tolse la collana e gliela restituì: “Professore, può dirmi che cos’è questa?”
“Protezione Potter… L’ho incantata in modo che se qualcuno cerchi di leggere i tuoi pensieri, non riesca a farlo. Purtroppo il suo effetto non dura molto. È molto calda, quindi il suo effetto sta già svanendo.”
“Il professor Silente… può leggere nel pensiero?”
“Legilimanzia. Non è esattamente una lettura del pensiero, ma una magia molto complessa che pochi possono padroneggiare.”
“Ma quando sarò uno studente…!”
“Non leggerà la tua mente, Potter. Né lo farà con altri studenti. Al momento il professor Silente è molto nervoso per il tuo arrivo, ma non sei tu a preoccuparlo.”
“E perché mai dovrebbe voler leggere la mai? Lui di me si fida ciecamente.” Disse Hagrid togliendosi anche lui una collana molto simile a quella di Harry.
“Perché conoscendoti e sapendo quanto ti lasci sfuggire, vorrei almeno essere sicuro per quel che riguarda i pensieri.”
Hagrid abbassò lo sguardo con vergogna.
“Ora mi tocca tornare dai babbani… Cerca di non combinare altri guai. E tu Potter… Mi raccomando, prudenza.” Fece Piton uscendo dalla capanna.
Quella notte, Harry non dormì bene. Il russare di Hagrid, che di solito non sentiva mai perché si addormentava ben prima del mezzogigante, non lo aiutò ad addormentarsi. Quercia, che era accovacciato vicino alla sua branda, teneva il muso poggiato vicino a lui e si lasciava accarzzare. Hagrid aveva raccontato una bugia sul farlo dormire fuori a Piton.
“Leggere nel pensiero… è davvero possibile? La magia è anche questo?” domandò Harry all’animale “E posso farlo con gli animali?”
Il puledro sbuffò.
“No infatti. Tra noi non ce n’è bisogno… Ma è davvero giusto imparare questa legi… leggio… come era? Non me lo ricordo… E non sono neanche sicuro che sia giusto chiedere. Se scopro troppe cose, potrei insospettire tutti, anche il preside… e metterei nei guai Hagrid e Piton e la Mcgrannitt… Però… ora che so questo… ci sarà un modo per difendersi da una magia così?”
Hagrid si girò nel suo letto e finalmente smise di russare.
Harry sentì che gli occhi iniziavano a cedere. Mentre la sua testa cadeva nel sonno gli tornò in mente la parola giusta.
“Legilimanzia…” mormorò Harry e subito prima di addormentarsi, pronunciò anche un’altra parola che aveva sentito, ma ignorato “Fuffi…”
E sprofondò nel mondo dei sogni.

 
  
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