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Autore: Scribbling_aloud    17/04/2024    3 recensioni
Siete anche voi dell'idea che un ragazzo come il nostro Harry Potter dopo: infanzia con gravi carenze di affetto e tutori abusivi, traumi pesanti in adolescenza con minacce di morte, perdite di affetti rilevanti nel corso della vita, non avrebbe mai potuto avere una vita troppo facile con una famiglia alla mulino bianco e soprattutto una mente equilibrata e serena?! Secondo me PTSD come se non ci fosse un domani. Questa è una trilogia molto poco magica che, in un crescendo, esplorerà la sua mente e la sua vita famigliare con i suoi mille problemi e difficoltà data da tormenti mai risolti, una popolarità cresciuta a dismisura che non lo fa vivere bene, fragili equilibri nelle sue relazioni che si frantumano. Partiamo diciannove anni dopo, esattamente dove ci ha lasciati la Rowling. Il Natale di quell'anno.
ATTENZIONE: comincia molto leggero, quasi frivolo, ma ci tengo a precisare che non è un testo per bambini. Da più o meno metà del primo libro e poi nel terzo, ci sono parecchi punti intensi, violenza e tratta temi delicati. Specie il terzo libro, dove ho raffinato un po' la mia scrittura quindi le immagini sono più vive.
E' una traduzione dall'inglese.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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Harry

(fine lunga)

 
 
È già alcune settimane che sono qui. Sto scrivendo perché Ted mi ha consigliato di tenere una sorta di diario per aiutare la mia memoria. Tende ad essere inaffidabile di tanto in tanto e questo potrebbe servire a stabilizzarla.
Chiama tutti i giorni per vedere come sto e mi sta dando una marea di consigli. Si sta trasferendo in Grimmauld place con Victoire. Scoprendo cos’ho fatto, ha chiamato per lamentarsi, gli ho detto che sono il suo padrino e che quindi è mio dovere decidere cosa è meglio per lui. Ha riso e da quel momento non si è più opposto. Non ha menzionato le memorie di Lupin ma per una volta sono stato io a leggergli dentro e so che è riconoscente.
Anche Luna chiama spesso. La sua gravidanza procede bene, un maschietto apparentemente. Si è scusata per non avere intenzione di chiamarlo come me nonostante sia di moda in Inghilterra, dice che è troppo comune e leggermente sopravvalutato. Sono completamente d’accordo. Anche lei sembra preoccupata per me e mi ha consigliato di trovarmi una donna per passare in modo piacevole le notti mentre Siry dorme. Le ho detto che non voglio nessuna donna.
Mi ha consigliato di provare con un uomo.
Ora, Ted può dire quello che gli pare sul fatto che lei “ci vede giusto”, per me è solo stramba.
Ha anche preso un cucciolo per George perché, mi ha rivelato, quando è stata a casa sua ha avuto il presentimento che si sentisse un po’ solo.
George non l’ha presa bene. Fa delle sfuriate ogni giorno chiamandola impicciona e lamentandosi di questo molesto animale da babbani che lo segue dappertutto e minaccia di abbandonarlo al Regent alla prima occasione.
Eppure, sono già passati mesi e il cane è ancora lì. Molly e Arthur mi hanno confidato ridacchiando che lo segue anche in bagno; se lo lascia fuori fa un tale casino che George è obbligato ad aprire la porta per farlo entrare.
Sono contento che chiamino così spesso, è qualcosa che mi obbliga a stamparmi un sorriso in faccia e rompe la monotonia. Se no, la mia vita qui è piuttosto vuota non avendo niente da fare per tutta la giornata.
La casa è bellissima. Probabilmente troppo grande visto che siamo solo io e Siry ma lei l’adora esattamente come me. Sapevo che era quella giusta al primo sguardo e l’ho presa senza quasi dare un’occhiata all’interno. Non se perché mi ricordi così insistentemente di Lily e Ginny, come se fossi già stato qui prima. Mi domando come mai mi dà questa sensazione.
È giusto sulla spiaggia, circondata dal verde e ha una bellissima veranda dove ho appeso un’amaca. Io e Siry passiamo parecchio tempo a dondolarci. Le piace molto.
All’alba, prima che si svegli esco e vado ad allenarmi.
Quando sono arrivato qui non ci andavo perché non la volevo lasciare sola in casa, ma ogni mattina facevo fatica ad uscire dal letto, visto che non dormo mai bene, ed era facile scivolare nell’apatia e non fare quasi nulla per tutta la giornata. Lei piagnucolava tutto il giorno. Ted, leggendo le mie espressioni e la mia mente come al solito, me l’ha suggerito. Ho seguito il suo consiglio (non quello di Luna ovviamente) e mi aiuta moltissimo; mi sento sempre meglio dopo.
Non è che mi faccia impazzire l’idea di lasciare Siry da sola, sto sempre in vista della casa e cerco di essere il più veloce possibile ma mi permetto comunque una nuotata prima di tornare e l’acqua è così bella e cristallina che mi fa bene. Mi dà l’energia necessaria per affrontare la giornata e le mie mansioni matutine.
Mentre preparo la colazione per Siry prendo una foto di famiglia e faccio degli esercizi per la memoria.
Mi sforzo di ricordare più dettagli possibili. Comincio dicendomi i compleanni ed età di tutti. Mi ripeto gli hobby di James e Albus, i nomi dei loro amici e tutto quello che riesco su di loro, poi continuo nominando ogni membro della famiglia Weasley e anche lì cerco di ricordarmi qualcosa di nuovo. Lascio sempre Lily e Ginny per ultime perché voglio dedicarci più tempo. Non voglio dimenticarle di nuovo. Quindi, mi sforzo di ricordare tutto quello che posso. Qualche volta mi sovvengono così tanti dettagli che è sconcertante, qualche volta mi ritrovo a non ricordare il suono delle loro voci o alcune delle loro espressioni. Non so quale sia peggio. Sto molto attento a fare tutto ciò quando Siry sta dormendo, non voglio che si agiti.
Quando una nuova memoria mi salta in testa la metto in una bottiglietta. Ho comprato un pensatoio per essere sicuro che nulla vada perduto. Non le guardo mai, ma le raccolgo per Siry per quando crescerà. Magari le interesseranno. Ancora non so quanto e cosa le dirò di me e della nostra situazione, non so neanche se ne sarò capace. Non sono stato molto bravo a gestire la situazione con Albus e James ecco il motivo. Non voglio fare lo stesso errore due volte.
Quando si sveglia e so che lo posso fare serenamente, le guardiamo insieme. Non vorrei che dimenticasse Ginny e vorrei che sapesse qualcosina su Lily, quindi le racconto di loro. Lo chiamiamo “momento famiglia”.
Per il resto della giornata non combiniamo molto, la faccio giocare sulla spiaggia, le leggo qualche libro per bambini, ci dondoliamo sull’amaca e qualche volta andiamo al paese.
Non ho stretto amicizia con nessuno. Tutti sono molto carini, e siamo osservati con curiosità, ma il loro inglese non è abbastanza buono per fare conversazione e non sono troppo prono a rivelare molto su di me in ogni caso. Preferisco rimanere nell’ombra. Sanno solo che sono vedovo e so che si divertono a fare congetture e a spettegolare. Li lascio fare. Non mi disturba.
In Inghilterra tutti stanno facendo lo stesso. George ha detto che una valanga di voci stanno cominciando a circolare sulla mia sparizione. Alcune sono assurde. Ha dato il suo contributo e ne ha messe in circolazione alcune delle più ridicole per puro divertimento. Di nuovo, non mi interessa visto che non penso che tornerò. Non per un lungo tempo perlomeno.
La situazione peggiorerà soltanto comunque visto che Hermione si è messa in testa di scrivere dei libri sui tempi di Hogwarts. Sette dice, uno per ogni anno di scuola. Sono sempre stato fortemente contrario al progetto quando ero a Londra ma ora che sono qui, non mi interessa.
Le memorie per Siry le invio prima lei. Ci metto dentro anche un regalo, qualcosa di carino di qua, qualche volta della sabbia o se trovo delle belle conchiglie sulla spiaggia, o dei fiori secchi, ce ne sono di coloratissimi qui. Sunrise fa sempre dei disegni post-modernisti da aggiungere.
Hermione le manda indietro quando ha fatto insieme a una lettera e più spesso che no, un libro. Per stare al passo con tutto quello che mi manda dovrei leggere anche durante il sonno.
Ha ottenuto il divorzio abbastanza facilmente sembrerebbe. Ron non ha osato fare troppa opposizione, ma a malapena le parla e odia me velenosamente imputandomene la colpa. Forse ha ragione, non lo so.
Comunque, le possibilità di fare una visita alla Tana sono molto sottili, quasi non esistenti. Dichiara ad ogni possibile occasione che se mi trova anche solo ad un raggio di cento metri da lì me ne pentirò. Neville me l’ha detto, gli dispiaceva molto. Ha cercato di intercedere per me per Natale ma non penso proprio che accadrà. Lo sapevo di già, ma è stato carino da parte sua provare.
Ron non vive lontano da Hermione che è buono per i bambini ma probabilmente non troppo per lei. Sappiamo tutti com’è fatto Ron. Dovrebbe tornare in Inghilterra. Non è felice lì.
Spero veramente che incontrerà un brav’uomo un giorno che la amerà come merita. Non posso essere quella persona sfortunatamente.
Non ci sentiamo molto spesso comunque. Quello che è successo a casa mia ha cambiato la nostra amicizia completamente. È ancora più forte di prima, almeno per quanto riguarda me, ma sento di dover mettere dei paletti per il suo bene. Non posso comportarmi con la stessa leggerezza del passato, devo mantenere le distanze.
Qualche volta mi domando se ho preso la decisione giusta venendo qui. Il mio umore non è dei migliori e combatto contro la depressione quotidianamente, ogni giorno mi devo sforzare per alzarmi e non far scivolare la mia mente in pensieri nocivi.
Spesso, senza ragioni apparenti, sento attacchi di panico che mi assalgono. Ted e Hermione mi hanno spiegato cosa sono e come gestirli, ma mi sento come se stessi morendo o impazzendo tutte le volte. Siry ne risente molto e non c’è niente che io possa fare per fermarli.
Ginny mi manca da impazzire, i giorni e soprattutto le notti. Riesco a dormire a malapena due ore consecutive perché quando succede, sono spesso assalito da orribili incubi con Ginny che viene torturata e violentata, di lei che giace al suolo di quella casa coperta di sangue. Tendono a essere così intensi che anche Siry si sveglia con delle fitte isteriche. Spero vivamente che non veda quello che vedo io ma temo che possa essere così, quindi non dormo bene.
La mia mente è piena di Ginny in ogni istante devastandomi nel profondo. È l’essenza di ogni mio pensiero, sentimento e della mia anima e darei tutto per riaverla. La vita è diventata un’eterna battaglia in cui combatto per non farmi inghiottire da quel crescente dolore che mi assale ogni giorno. Vedere Siry felice è la mia priorità però, è quello che mi spinge a non arrendermi, eppure, da quando siamo arrivati qui, ha perso molta della sua allegria, è molto più seria e meno chiacchierona. Sto facendo del mio meglio ma non importa quanto io mi sforzi, non riesco a migliorare la situazione.
Sta succedendo anche qualcosa di strano, sta facendo dei sogni che non so come interpretare. Come, per esempio, la prima volta che è successo mi ha veramente scioccato.
Ha cominciato rivelandomi che ne aveva fatto uno. Una frase che mi riempie sempre di angoscia. I suoi sogni non possono essere trattati con leggerezza e non so se posso sopportare altri problemi.
‘C’era la mamma’ mi ha detto.
‘La mamma?’ ho ripetuto perplesso. Sognando il futuro sembra improbabile incontrare una persona che non può farne parte.
‘Sì, papà. Mamma e Lily’ ha affermato sicura.
Mi sono sentito tutti gli organi ribaltarsi.
Ha cominciato una storia incredibile dove aveva giocato con Lily e un coniglio di peluche (come cazzo può sapere che il pupazzo di Lily aveva quella forma??? Forse una foto??? Devo controllare). Sia come sia, le è piaciuta, ha detto che è molto carina e apparentemente le sono piaciuti i suoi capelli.
‘E la mamma?’ le ho chiesto.
‘Mi ha abbacciata!’ ha cinguettato gioiosa.
Non sapevo cosa pensare, i suoi sogni non sono mai solo sogni. Ma poi mi ha sconcertato.
‘Mi ha detto di abbacciare anche te’ ha detto e mi ha gettato le sue braccine al collo, e non so se era la mia immaginazione che mi faceva uno scherzo o era effettivamente vero, ma ho percepito l’odore di Ginny e mi ha dato un dolore talmente lancinante che anche Siry ha tentennato.
Mi sono dato un contegno percependolo e ho forzato la mia mente e il mio viso in un sorriso.
Ci ho pensato tutto il giorno. È successo qualche altra volta. E mi ha dato sempre baci, abbracci o dei messaggi. Ho cercato di approfondire ma il suo inglese è troppo carente, o la sua mente troppo giovane per dargli un senso. Ho anche il presentimento che qualche volta i messaggi che cerca di riportarmi sono incompleti o tradotti nella lingua dei bambini, non molto accurati.
Darei tutto per avere la possibilità di esserci anche io in quei sogni ma, sfortunatamente, lei ha pieno accesso ai miei ma non funziona al contrario.
Qualche volta, quando non riesco a dormire, vado nella sua stanza e sussurro un messaggio per Ginny nel suo orecchio, giusto in caso la stia sognando e il mio messaggio le può essere trasmesso in qualche modo misterioso.
Ma forse è solo il mio bisogno di lei che mi fa costruire castelli su quelli che probabilmente sono sogni normali di una bambina che ha perso la madre. Non ne ho idea.
Mi domando quando comincerò a stare meglio. Non vedo cosa potrebbe aiutarmi.
 

Non ho fatto niente di speciale oggi. Sono stato in spiaggia con Sunrise per un paio d’ore, e ci siamo dondolati sull’amaca per un po’. Un vicino mi ha portato del cibo. L’ho ringraziato e poi l’ho buttato nella pattumiera. Non mi fido di cibo che non ho cucinato personalmente.
Siry ha piagnucolato tutta la mattina, meglio nel pomeriggio.
 

Oggi praticamente lo stesso di ieri. Siamo stati in paese per fare un po’ di spesa. Alcune persone hanno tentato di instaurare una conversazione ma ho tagliato corto. Non voglio che sappiano troppo di me. Siry ha piagnucolato per la maggior parte della giornata.
 

Come ieri meno il paese. Una prostituta è venuta alla mia porta un’ora fa con delle intenzioni esplicite. Non è la prima volta. L’ho mandata via; non ero in vena, e non mi fido di nessuno in casa mia. Specie una donna.
Siry ha piagnucolato praticamente tutto il giorno. Le ho comprato un giocattolo ma non ha migliorato molto la situazione.
 

E che cazzo!!! Ancora non riesco a credere a quello che è successo oggi!
Questa mattina Siry era in uno strano stato di eccitazione mentre facevamo colazione.
‘Ho fatto un sogno, papà. Giny viene’
‘Ginny?’ ho chiesto stupito.
‘Sì papà, Giny’
Ho smesso di mangiare e l’ho guardata mentre si stava impiastricciando l’intera faccia con lo yoghurt che sarebbe dovuto entrare nella sua bocca.
‘Non è possibile, amore mio’ ho detto irrigidendomi mentre le pulivo il viso. Questa volta non poteva che essere un sogno. Non c’è nessun modo in cui Ginny possa venire a bussare alla nostra porta. Non importa quanto lo desideriamo.
‘Giny viene. Io sogno’ lei ha ritorto sventolando il suo cucchiaio sotto il mio naso minacciosamente.
‘Volevi dire “ho sognato”, amore mio?’ l’ho corretta sovrappensiero buttando la mia colazione visto che la fame era sparita completamente.
‘Ho sognato’ lei ha ripetuto decisa.
Dopo quello, ha passato la giornata di fronte alla porta in attesa causandomi un tuffo al cuore tutto le volte che guardavo nella sua direzione. Ho provato a spostarla ma cominciava a urlare tipo crisi isterica, quindi mi sono arreso.
Uno si può immaginare la mia sorpresa quando ho sentito qualcuno bussare alla porta.
Siry ha fatto uno stridio emozionato e io mi sono ritrovato incapace di muovermi. Quando si è ripetuto mi sono lanciato lì, il mio cuore che batteva all’impazzata.
Non c’era nessuna Ginny fuori dalla porta, ovviamente. Ma c’era qualcuno. Nessun altro che Regina.
Regina cristo di un santo!!! Sfacciata come non so cosa sull’uscio della mia porta.
Regina, con i suoi soliti vestiti inesistenti, le labbra lucide color ciliegia, capelli luminosi, occhiali da sole sulla testa e una valigia gigante proprio dietro di lei.
Prima che potessi anche solo parlare, Siry stava volando tra le sue braccia, gridando ‘Gina!!!’
E lì ho capito. Era una porca miseria di Gina, non Ginny. L’irritazione mi ha aiutato a non sentire la delusione.
‘Cosa cavolo ci fai qui???’ ho gridato mentre lei copriva la faccia di Siry con dei baci (sorprendentemente senza lasciarle tracce di rossetto) facendola strillare di gioia.
Ha alzato lo sguardo, totalmente imperturbata con un sorrisetto sornione ‘Volevo stare con te’
‘Questo non vuol dire che io voglia stare con te’
Lo so, un po’ sgarbato, ma porca miseria! Mi ha seguito fin dall’altra parte del mondo!
Comunque, non se l’è presa per niente.
‘Non ti preoccupare, non sarò un peso! Ho messo via dei soldi; non dovrai avanzare neanche una falce. Posso comprarmi il mio cibo e tutto. Posso anche contribuire con le spese!’
Giuro su Dio ‘sta ragazza è incredibile.
‘Non è una questione di soldi’ ho sibilato ‘Non puoi restare qui!’
‘Perché?’ lei mi ha chiesto sorpresa ‘Hai una donna lì dentro?’
Mentre tutto questo accadeva, era riuscita a divincolarsi da Siry che ciarlava allegramente, tirandola dentro casa. Io ero ancora come folgorato sull’uscio.
‘No! Non ho nessuna donna qui e non ne voglio una’
‘Oh, ma è perfetto!’ ha squillato deliziata ‘Allora è deciso! Sunny è felice di avermi qui, giusto bambolina?’ si è rivolta a Siry con una voce raddolcita.
‘Sì, Gina! Vieni a vedere la mia stanza!’ ha strillato emozionata tirandola con prepotenza in casa.
Beh, cosa potevo fare? Certo non potevo rimandarla indietro dopo un viaggio così lungo.
E Siry sembra così felice…
Mi ha seguito fin dall’atro capo del mondo dopotutto…
 

A cena ero ancora un po’ imbronciato per via della sua intrusione nella mia vita.
Lei e Siry però erano in un mondo femminile fatto di urletti, blateramenti, stridii tutto loro e devo dire che ero deliziato di sentire Siry che rideva di nuovo.
‘Non metterti strane idee in testa!’ l’ho avvisata appena gli stridii si sono calmati in favore del cibo ‘Puoi stare per il momento, ma torni alla prima opportunità che abbiamo. Non è questo il tuo posto’
‘Il mio posto è dove sei tu’ lei ha replicato convinta mangiando il suo pasto con un sano appetito.
Ho preso un bel respiro. Ci dev’essere un limite all’ammirazione delle groupies, porca miseria!
‘Non hai un fidanzato? Non hai un lavoro? Devi stare in Inghilterra. È il tuo posto, non qui lontano da tutti. Non c’è ragione per cui tu dovessi raggiungermi’
‘C’erano tutte le ragioni per raggiungerti. Non ho un fidanzato e non lo voglio. Ho lasciato il lavoro e la sola persona da cui ero lontana eri tu. Tu e Ginny eravate le persone a cui tenevo di più’
Non sono riuscito a replicare decentemente. So il passato della ragazza, non ha nessuna famiglia lì. So che si è molto affezionata a noi.
‘Non importa, torni indietro alla prima occasione’
‘Dove dormo?’ mi ha chiesto sorridente, ignorando completamente il mio commento.
‘Con me!’ Siry ha cinguettato con un luccichio negli occhi.
‘No, non con te’ ho replicato severo. Non voglio che Siry si abitui alla sua presenza visto che se ne andrà presto. Mi sono girato verso Regina ‘Scegli una stanza, falla tua, ce n’è in abbondanza’ ho detto raccogliendo i piatti sporchi.
‘Grazie, Harry’ lei ha detto illuminandosi e scattando dalla sedia per lanciarmi le braccia al collo, arrampicandosi per schioccarmi un bacio sulla guancia facendomi quasi cadere i piatti che stavo portando ‘Ti amo!’
‘Sì, lo so…’ ho detto scrollandomela di dosso.
Che mocciosetta sfrontata.
 


Questa ragazza è incredibile!
Stavo mettendo Siry a dormire (vuole sempre una storia della buonanotte, quindi mi ci vuole un po’), quando ho fatto e mi stavo dirigendo nella mia stanza preparandomi mentalmente per la mia nottata in bianco, ci ho trovato Regina, nella sua camicia da notte, pronta per dormire, che sistemava i suoi vestiti nel mio armadio.
‘Cosa ci fai qui?’
‘Hai detto che potevo scegliere una stanza qualsiasi. Ho scelto questa.’
‘Questa è la mia di stanza. Vattene e prendere un’altra’
‘E’ perché è la tua stanza che l’ho scelta. Non voglio dormire sola’
Questa ragazza mi farà diventare matto, lo giuro.
‘Non esiste che divida la mia stanza con te’ ho sibilato ma lei stava già entrando nel letto non curante.
‘Buonanotte’ ha detto spegnendo la luce e rannicchiandosi nel letto.
Ero senza parole, onesto… Ma cosa potevo fare? Trascinarla fuori a forza?
Sono andato sulla veranda e mi sono installato sull’amaca. Era una bellissima notte stellata comunque con un venticello perfetto.
Mi sono dondolato pigramente pensando a Ginny. Cerco di non farlo quando Siry è sveglia ma di notte diventa difficile tenerla fuori dalla mia mente.
Penso di aver passato lì una o due ore a guardare il cielo quando un rumore mi ha fatto girare.
Era Regina.
Perché cavolo è truccata pure di notte solo Dio lo sa.
‘Non vieni a letto?’ ha chiesto tutta assonnata.
‘Te l’ho detto. Non esiste che io dorma nel tuo stesso letto’
Non ha risposto è solamente sparita in casa.
Stavo già per tornare nella mia depressione quando è apparsa di nuovo con un cuscino e una coperta.
‘Fammi posto’ ha preteso con la lingua impastata venendomi vicino.
La sfrontatezza di questa ragazza ha dell’incredibile.
‘Assolutamente no’ ho sbottato ‘Vai a letto. Se possibile non nel mio’
‘Ho bisogno di compagnia se no non riesco ad addormentarmi. È tutto così nuovo qui. Mi sento disorientata’
‘Ti ci abituerai signorina Disorientata. Non sono affari miei. Non ti ho chiesto di venire’ ho risposto riportando la mia attenzione al cielo.
È rimasta un momento immobile e poi ha sistemato il cuscino sul pavimento, praticamente sotto l’amaca, e ci si è sdraiata, avvolgendosi nella coperta.
‘Che fai??’ ho chiesto innervosito.
‘Te l’ho detto, voglio dormirti vicino’
‘Non puoi dormire sul pavimento!’
‘Buonanotte’ ha risposto solamente chiudendo gli occhi.
Per un momento ho pensato ‘Fanculo’ se vuole dormire sul pavimento, che dorma sul pavimento. Ma poi la cavalleria ha avuto la meglio di me. Non posso lasciarla dormire lì, ai miei pedi, come un cucciolo! È troppo degradante. Quindi, sospirando miseramente, e domandandomi perché questa ragazza doveva piombarmi addosso considerando tutti i problemi che già ho, sono sceso dall’amaca.
‘Ok, va bene. Andiamo’ ho detto ad una Regina raggiante che mi ha preso felicemente la mano e mi ha seguito in camera.
Tuttavia, una volta a letto, contrassegnando la metà del letto con la mano, le ho detto ‘Questa è la mia metà, e l’altra è tua. Non si fanno invasioni. Stai nel tuo lato’
‘Ok!’ ha sorriso raggiante sdraiandosi nella sua parte ‘Mi tieni la mano fino a che non mi addormento, però’
‘Scusami?! Quanti anni hai esattamente?! Sei?!’ ho detto tagliente.
‘Mi aiuta a dormire’ ha riposto semplicemente afferrandomi la mano possessivamente.
Cosa potevo fare? Se l’aiuta a dormire…
‘Grazie, Harry. Ti amo’ ha mormorato con una voce sonnacchiosa.
‘Sì, lo so’ ho detto imbronciato.
E come il suo respiro si faceva più profondo, il mio malumore stava di conseguenza alleggerendosi, serenità ne stava prendendo il posto. Mi ero dimenticato quanto bello fosse avere qualcuno a  letto, sentire il suo respiro di fianco a te, il tepore della sua mano nella mia. E come prendevo la risoluzione che, in ogni caso, appena si fosse veramente addormentata, sarei tornato sulla mia amaca, la situazione era così rilassante che senza rendermene conto mi ero addormentato anche io.
 


Mi sono svegliato la mattina sbattendo gli occhi nella pallida luce che proveniva dalla finestra. Mi ci è voluto un po’ rendermi conto che ho dormito. E giudicando dall’orologio sul comodino, ho dormito cinque ore di seguito! Era una vita che non dormivo più così bene, senza neanche Incubi né nulla! È un miracolo.
Regina, tutta le regola dei lati del letto completamente dimenticata come se mai esistita, era confortevolmente appiccicata a me stile polpo, ancora truccata alla perfezione. I misteri inspiegabili della vita.
Mi sono liberato con cautela per non svegliarla e sono andato a farmi la mia corsa. Mi sentivo meglio e più energetico del solito. Sono riuscito a correre più a lungo e ho nuotato un bel po’ prima di tornare. Il pensiero che Sunrise non fosse sola a casa mi ha liberato da molta della mia inquietudine e sono riuscito a rilassarmi e godermela senza la solita preoccupazione di tornare il prima possibile.
Quando ho raggiunto la casa però mi sono allarmato. Regina era lì, sulla veranda contro il cornicione che studiava la spiaggia con un’espressione ansiosa. Quando mi ha visto, ha sussultato, e ha cominciato a correre nella mia direzione. Nonostante fosse lontana riuscivo a vedere che piangeva. Ho accelerato in panico e appena ci siamo raggiunti mi si è gettata tra le braccia ululando da matti.
‘Harry…’ ha singhiozzato.
‘Cosa?? Cos’è successo??’ ho chiesto, pronto a schizzare verso casa.
‘Ero preoccupata!’ ha borbottato tra le lacrime.
‘Preoccupata per cosa??’
‘Per te! Mi sono svegliata e tu non c’eri. Ho guardato dappertutto e non c’eri. Non sapevo dove fossi!’
Ho messo insieme i pezzi e ho sbuffato. Mi ha fatto venire un infarto per niente.
‘Regina, se sei una stupidotta! Dove cavolo pensavi che fossi?!’
‘Non so’ ha piagnucolato ‘Mi sono spaventata così tanto! Ho pensato che ti fosse successo qualcosa. Ho visto la tua bacchetta sul comodino, e di solito te la porti sempre dietro, e poi, non so perché, ho cominciato a pensare che qualcuno fosse venuto a cercarti, e tu eri in pericolo o morto e io ero lì da sola, e non sapevo cosa fare…’
Ho sospirato. La povera ragazza. È traumatizzata quanto me.
Quindi l’ho presa tra le braccia per consolarla e le ho carezzato la testa ‘Mi spiace. Avrei dovuto lasciartelo scritto. Non ci ho pensato. Vado a correre tutti i giorni prima che Siry si svegli. Mi spiace non averti avvisata. Ma sto bene come puoi vedere, non c’è bisogno di piangere’ ho detto con un tono rassicurante, pulendola dal viso un mix di lacrime e mascara.
Se dovessimo lasciare il mondo solo nelle mani delle donne, annegheremmo in un mare di lacrime.
Ha annuito ancora scossa dai singhiozzi.
‘Ti amo’ ha farfugliato, la sua voce rotta.
‘Lo so’ ho riposto sorridendo ‘Andiamo a casa’
 

Quella ragazza è un terremoto!
Da quando è arrivata qui non ho avuto un momento per respirare. La sera sono sempre devastato, questo è il motivo per cui non ho scritto per un po’ ma non c’è modo che io mi possa dimenticare nulla di questi giorni appena passati.
Il giorno del pianto matutino, subito dopo colazione, ha insistito per andare a fare un giro in paese. Più di un uomo è trasalito al suo passaggio e le donne si sono gettate in uno spettegolamento forsennato che è cominciato ancora prima che girassimo le spalle. Non capisco la lingua, ma il significato era inequivocabile. Ho pensato che fosse il caso di comprarle un vestito per coprirla un po’ ma ha solo peggiorato la situazione visto che, quando gliel’ho dato con una richiesta di indossarlo, si è emozionata talmente tanto che mi è saltata in braccio con entusiasmo, riuscendo con abilità ad agganciarsi incrociando le gambe intorno alla mia vita obbligandomi in tutta fretta a tenerla su, per schioccarmi un bacio gigante sulla guancia scatenando il pettegolezzo, che già era bello vivace, in un improvviso apice. Siry, ovviamente, in una frenesia da copiatura, ha cominciato ad arrampicarsi sulla mia gamba energeticamente. Mi sono trovato a tenere su Regina con un braccio e cercare di recuperare Siry con l’altro per evitare di essere denudato di fronte a tutto il villaggio visto che stava usando i miei pantaloncini come aiuto per l’arrampicata.
Dopo il villaggio ha spinto per andare a vedere una spiaggia dall’altra parte dell’isola di cui ha sentito parlare. Ci siamo fermati a mangiare in un ristorante al porto. Neanche un momento per rilassarsi e mi ha pregato di fare una passeggiata nel boschetto dietro la spiaggia. Dopo di quello, con difficoltà, l’ho convinta e sdraiarsi un po’ sulla sabbia. È durata mezz’ora. Lei e Siry sono volate nell’acqua, strillando e giocando per il resto del pomeriggio uscendo solo di tanto in tanto per supplicarmi di unirmi a loro senza nessunissima fortuna.
Mi sono accontentato di osservarle dalla riva con un insolito sentimento di benessere che pensavo non potesse riaffiorare. Il sempre presente nodo in me, il disagio interiore, l’ansia insensata, mi ha dato un po’ di tregua mentre le guardavo giocare allegre e spensierate.
Il giorno dopo ha insistito per fare una lunga passeggiata attorno all’isola. È troppo grande per farla in una volta sola ma si è accontenta di parecchie ore di marcia. Ero distrutto. Specie perché ero sveglio dall’alba, mi ero allenato la mattina, e ho dovuto portare in braccio Sunrise praticamente per tutta la strada. Ma ha cucinato la cena e si è occupata di tutto dopo aiutata da Sunrise che ha giocato con il sapone per i piatti e si è inzuppata d’acqua fino al naso. È stato piacevole. Ero anche stranamente affamato, di solito non è che mi vada troppo di mangiare ma quella sera ho mandato giù con avidità tutto quello che mi ha servito.
Il giorno dopo è entrata in una smania di pulizie. Abbiamo messo in ordine e pulito tutta la casa. Ha dato a Siry una bacchetta per mangiare facendo finta che fosse una bacchetta magica gettandola in un giubilo di emozione. Ha insistito per compare degli utensili che giudicava indispensabili e degli ornamenti. La casa sembrava vuota apparentemente, e aveva bisogno di alcuni tocchi femminili qui e là. L’ho lasciata scegliere tutto quello che voleva. Ero troppo stanco per discutere. Ma devo dire che è più carina ora. Più accogliente.
I vicini hanno cominciato a fare la loro apparsa alla porta con regali di cibo per accoglierla. Volevo buttare tutto come al solito, ma mi ha detto con tono di rimprovero di non essere paranoico e sprecare del buon cibo quando nessuno di noi due sa cucinare un pasto per salvarsi la vita. Forse ha ragione. E il cibo era buono, differente, ma buono.
Ieri è andata in una seria paranoia perché apparentemente la nuova edizione del Settimanale delle Streghe è uscita in Inghilterra e non poteva vivere un altro secondo senza averla.
Le ho detto che non c’è modo in cui possa trovarla qui visto che:
  1. Siamo a migliaia di chilometri dall’Inghilterra.
  2. Non ci sono streghe o stregoni che vivono sull’isola o nell’intero arcipelago per quanto ne sappia, quindi nessun negozio magico.
Si è agitata così tanto sentendolo che ho accettato di andare sul continente per vedere se si riusciva a trovare in una città più grande.
Mi ci è voluta più di un’ora per cambiare l’aspetto mio e di Siry. Regina è rimasta affascinata da tutto il procedimento. Mi ha chiesto di arrotondarle i fianchi. Mi sono rifiutato. È già abbastanza rotonda in ogni dove.
Abbiamo dovuto smaterializzarci sulla isola più vicina e poi prendere un traghetto. È veramente lontano.
Però, a Siry il tragitto è piaciuto moltissimo e, una volta lì, si è esaltata a vedere tutte quelle persone e colori. È tornata ad essere la chiacchierona che era e abbiamo passeggiato in giro per un bel po’ cercando quella cavolo di rivista. Ad un certo punto, visto che gli incantesimi stavano sparendo, mi sono dovuto chiudere per un’ora in un bagno pubblico per rimetterli tutti; stavano per buttare giù la porta pensando che non mi sentissi bene o qualcosa del genere.
Regina ha voluto visitare una marea di posti. Si è comprata per sé un paio di inappropriati costumi creando un pandemonio nei camerini. C’erano due altri uomini che aspettavano in un parossismo di noia per loro rispettive compagne quando è uscita da quel cubicolo. Si sono quasi dislocati il collo per vedere meglio e, quando le loro compagne sono uscite giusto mentre Regina si stava studiando attentamente le cosce nello specchio dicendo ‘Non lo so. Cosa ne pensi, Harry? Mi sa che mi fanno sembrare un po’ grassa. (e stiamo parlando di tre triangoli di stoffa così piccoli che in nessun modo avevano il potere di alterare la percezione del suo anche fin troppo perfetto corpo) Il mio sedere sembra decisamente gigante con questo’ quando il suo sedere è uno di quei sederi che vuoi semplicemente  è un bel sedere (confermato dalle pozzanghere di bava che si stavano espandendo sotto agli uomini presenti), beh le rispettive mogli o fidanzate non sembravano molto contente. Le hanno lanciato un velenoso perfido sguardo (non se n’è neanche accorta), uno ancora peggiore ai loro fidanzati scrivendo la parola fine allo sbavamento generale, e per quanto riguarda me, essendo chiaramente troppo giovane per essere suo padre ma troppo vecchio per un senso di decenza generale per qualsiasi altra cosa e Siry avendo cinguettato innocentemente ‘Gina sei blellissima’ dichiarandola non sua figlia ma chiaramente mia, ne ho ricevuto uno pieno di rimprovero al limite del disgustato. I tipi, dall’altro lato, mi hanno riservato rispettivamente un pollice in su e un sorrisetto cospiratorio. Non so se mi sono sentito più imbarazzato dal rimprovero o dall’approvazione.
Comunque, non felice, ha insistito per comprare qualcosa anche per me. Ha detto che dovrei prestare più attenzione a come mi vesto e mi ha riempito le braccia con migliaia, di camice, magliette, jeans, pantaloncini e qualsiasi cosa la sua giovane mente le suggerisse, insistendo per controllare come mi stesse tutto. Lei e Siry erano felicissime, e devo dire che è stato divertente in un certo senso. Ha gusto per la moda da uomo. Alcune delle cose che mi ha proposto mi si addicevano. O comunque questo è quello che ho dedotto tra gli urletti di approvazione. Apparentemente sono “blellissimo” anche io.
Giusto quando dovevamo tornare per prendere il traghetto, ha intravisto un negozio magico che aveva l’apparenza di una farmacia, è venuto fuori che era una versione in miniatura di Diagon Alley. Io non sono entrato; non volevo correre rischi (nonostante molto curioso di vedere che tipo di scope usano qui). Ho aspettato con Siry in un negozio di giocattoli dall’altra parte della strada. Ne è uscita tutta su di giri, il suo preziosissimo Settimanale delle Streghe premuto al petto. Non sono riuscito a trattenermi dallo sghignazzare alla sua espressione estatica ma ho comunque dichiarato fermamente che non sono disposto a fare tutta questa trafila ogni settimana quindi la sua dipendenza deve finire ora.
Ci siamo messi d’accordo per una volta al mese alla fine.
Sul traghetto Siry mi si è addormentata sulle gambe e Regina sulla spalla.
Quando ci siamo trovati a letto (lati del letto come se mai contemplati) le ho chiesto per prenderla in giro ‘Allora, l’hai letta? È valsa tutto ‘sto casino??’
Ha mormorato un assenso, i suoi occhi (truccati) già chiusi, mentre si rannicchiava contro di me.
‘C’è un articolo su di te. Possiamo leggerlo insieme domani se vuoi’
‘Tra l’altro’ le ho chiesto improvvisamente curioso ‘La Skeeter ha cercato di estorcerti informazioni su dove fossi?’
‘Certo che l’ha fatto. In tutti i modi possibili. Mi ha offerto soldi, promozioni e ogni sorta di ascesa personale. Mi ha fatto seguire, ha ascoltato tutte le mie conversazioni private e mi ha assillato in ogni modo possibile. Capendo che era inutile, ha cominciando a minacciarmi di abbassarmi di grado, di licenziarmi e rovinare la mia carriera… E sai, dopo di quello non ho potuto più starmene zitta’
Tutto questo era stato detto con una voce sonnacchiosa e all’ultima frase il timore mi ha assalito.
‘E cosa le hai detto??’ ho chiesto allarmato.
‘Che è una stronza impicciona, una schifosa bugiarda senza scrupoli o principi. Che ti deve lasciar stare e che si poteva infilare le sue minacce dove non batte il sole e poteva andarsene a fanculo lei e la sua rivista.’
Mi ha sbalordito talmente tanto che non sono riuscito a parlare.
‘Ho dovuto licenziarmi poi ovviamente. E non penso che riuscirò a trovare un altro lavoro decente in Inghilterra. Sarà pure stronza ma è influente.’
Lì, non sono riuscito a frenare un vigoroso scoppio di risa.
‘Mio Dio Regina, non ci credo! Sei terribile!’
Devo dire che questa ragazza mi piace ogni giorno di più.
Lei ha cercato di far finta di essere ancora assonata ma ho visto un sorriso di compiacimento farsi largo sul suo viso.
‘Ma perché allora continui a comprare quella roba???’
Ha rinunciato a far finta di essere assonnata per scattare su, offesa.
‘Non è una “roba”! Ci sono degli articoli molto interessanti! Lei è quel che è, ma ha talento per quello che fa. Ha i migliori fotografi, migliori visual, migliori modelli, gli inserti di moda sono sempre stupefacenti e ci sono un migliaio di consigli utilissimi per la cura personale e cose di questo genere. Lei è una vacca, ma la sua rivista è sul pezzo’
Ho inarcato le sopracciglia scettico ‘Se lo dici tu…’ spegnendo la luce ‘Comunque non preoccuparti della tua reputazione rovinata. Come ricompensa per avermi difeso ti meriti assistenza pecuniaria per il resto della vita.’
‘Non ne ho bisogno. Mi cercherò un lavoro quando avrò bisogno di soldi’
‘Ho abbastanza soldi per sostenermi sontuosamente per almeno venti vite e nessuno per cui spenderli se non Siry…’ ho detto sbadigliando ‘Non devi lavorare se non ne hai voglia. Ti posso comprare tutto quello di cui hai bisogno’
‘Non ho bisogno di nulla se non il permesso di stare qui con te’
‘Sai che c’è? Ho il presentimento che non ho scelta nella cosa. Non mi sembri il tipo di ragazza che attende pazientemente il permesso per fare cose…’ ho mormorato sonnolento.
Lei ha ridacchiato e si è tuffata vicino a me, accoccolandosi sotto il mio braccio e facendo presa con ogni arto in suo possesso.
Probabilmente avrei dovuto spingerla via, mantenere le distanze ma è così bello avere qualcuno vicino, una sensazione così piacevole avere qualcuno da abbracciare, non ho potuto fare a meno di godere del suo tocco.
‘Non dovrebbe esserci una regola sui lati del letto? Non dovresti stare dal tuo di lato?’ ho chiesto per punzecchiarla.
‘Il mio lato è di fianco a te’ ha biascicato sonnolenta ‘Mi sono divertita molto oggi. Grazie’
Lo so che è tutta una sorta di devozione insensata e una cieca ammirazione, ma è stato comunque bello sentirselo dire.
‘Di niente. Ne sono felice’
‘Ti amo’ ha mormorato.
‘Lo so…’ ho risposto carezzandole la testa e avvolgendola saldamente tra le braccia.
Sì, è decisamente valso tutto il casino.
 

Oggi è successo qualcosa di stupefacente che mi ha risollevato di molto l’umore.
Leggevo la Gazzetta del Profeta che mi ha mandato Percy quando una civetta si è avvicinata alla finestra.
Era la Regina-civetta con una lettera.
Mi è venuto il panico.
Ne ho già ricevute alcune da Albus. Sta bene. Frequentando Rose anche se in segreto. Solo Hermione lo sa. Non ne è entusiasta, ma è saggia abbastanza da lasciare che le cose seguano il proprio corso. Per il momento, Albus sta facendo l’impossibile per trovare un modo di far venire Rose qui per l’estate ma l’unica sarebbe che la accompagnasse Hermione mentendo a Ron e non sono sicuro che sia il caso per più di una ragione.
Ma la lettera nella mia mano non era da parte sua ma di James, e pensavo che non sarebbe mai successo. Non ha mai risposto a nessuna delle mie nonostante ne abbia scritta più d’una. McGonagall mi sta tenendo informato e solo qualche giorno dopo che sono arrivato qui, pensavo di non avere scelta e dover tornare indietro. Apparentemente la situazione si stava deteriorando velocemente e anche Neville ha accennato alla necessità che io tornassi. Ma poi, quando mi sono deciso e stavo per organizzare tutto per la partenza (non una scelta facile; il viaggio con i mezzi di trasporto babbani è estenuantemente lungo, specie per Siry, ne eravamo ancora un po’ frastornati), ho ricevuto una lettera di McGonagall con notizie sconcertanti.
Senza nessuna ragione apparente i suoi voti sono migliorati all’improvviso. Così tanto, che è tornato a essere uno dei migliori studenti. Ha ricominciato a frequentare le lezioni, che fino a qualche settimana prima erano state completamente abbandonate, ed è diventato più tranquillo e obbediente. McGonagall si è spaventata così tanto da questo improvviso cambio di comportamento che l’ha convocato più di una volta nel suo ufficio per avere spiegazioni ma tutto quello che è riuscita a cavarne sono state battute e impertinenze. È molto sospettosa e lo segue come un’ombra ma non sembra fare molto a parte studiare e uscire con gli amici e una ragazza. Teme qualcosa di grosso e io non temo meno di lei. La ragione poteva facilmente essere in quella busta chiusa.
Ho esitato però. Sono ancora piuttosto sensibile e facilmente turbabile e so quanto quel ragazzo può essere tagliente nei suoi tentativi di punirmi per Ginny.
Ho preso coraggio, mi sono corazzato la mente e l’ho aperta.
Beh, sono rimasto sorpreso. Era qualcosa di grosso. Per cominciare, era una lettera normale, non lunga, non effusiva, ma una lettera normale e non una spedizione punitiva. Apparentemente ha una nuova ragazza. Questa sembra diversa dalle altre però: è stato più comunicativo del solito sull’argomento, il che mi fa pensare che possa essere importante. Vuole invitarla quest’estate per presentarmela. A quanto dichiara è diversa da tutti gli altri e ci si può fidare. Ma ho il presentimento che non è tanto il fatto che mi fidi di lei ma più che mi fidi di lui e sono disponibile a provarci anche se potrebbe rivalersi catastrofico se lei si lasciasse sfuggire qualcosa una volta tornata in Inghilterra. Comunque, non posso ignorare il fatto che ha mosso un passo verso di me, e io devo fare altrettanto se voglio recuperare il rapporto. E sono pronto a tutto quel che serve.
Ho intravisto un possibile problema però.
Ho guardato verso la porta a vetri che dà sulla veranda, Regina si stava dondolando sull’amaca leggendo il Settimanale delle Streghe con Siry accucciata al suo fianco che si succhiava pacificamente il pollice (devo toglierle quell’abitudine il prima possibile). Regina era appena tornata dalla spiaggia, i suoi capelli ancora bagnati di acqua di mare, indossando il suo nuovo luccicante costume che non lascia spazio all’immaginazione, le sue lunghe gambe ambrate incrostate di sabbia.
È decisamente un potenziale problema.
Nessuno sa che lei è qui a parte Ted, a cui niente può essere nascosto (apparentemente sono più animato), e George che l’ha scoperto per sbaglio (mentre gli parlavo attraverso il fuoco della camera, lei è entrata senza neanche bussare, mezza nuda come al solito, per prendere gli occhiali da sole).
Entrambi la giudicano una cosa positiva, ovviamente per ragioni differenti. Quelle di Ted sono probabilmente sensate, quelle di George assolutamente inapplicabili visto che non la sfioro neanche con un dito. Sono solo una sorta di surrogato padre/amico e questo è quanto voglio rimanere. Però, come George ha saggiamente fatto notare, non ci crederebbe nessuno visto che lei è… Beh… Diciamo che è messa bene.
James è sempre stato assolutamente contrario che lei venisse da noi, continuando a ricordarci che è una Serpeverde e che quindi non ci si può fidare. Geloso per via di Ginny e, nonostante le molte rassicurazioni del contrario, sospettando una sorta di relazione adulterina, il che era assolutamente ridicolo.
Il suo essere qui sarebbe una conferma dei suoi sospetti se nulla. Non reagirebbe per niente bene.
Non posso correre il rischio; siamo già in bilico su un burrone così com’è. Non posso permettermi passi falsi.
Non deve essere trovata qui per l’estate. Deve andarsene.
Perché ho sentito una stretta al cuore riflettendoci?
 

 
Oggi mi è venuto un altro attacco di panico. Improvviso e senza ragioni apparenti. Ero sul divano a lucidare l’unica scopa che mi sono portato dietro con l’intenzione di farmi una volata di notte e l’ho sentito crescere dentro. La mia fronte si è coperta di un sudore freddo, ho cominciato a tremare, il solito senso di pazzia che minacciava di sopraffarmi.
Ho cercato di ignorarlo e continuare con la mia occupazione ma non ce l’ho fatta. Ho lasciato giù la scopa e ho cominciato a prendere dei bei respiri come Ted mi ha insegnato. Sfortunatamente, delle volte ci mette un po’ a passare.
Mentre lo facevo, Regina è arrivata con in braccio Siry.
‘Harry, non so perché ma Sunny ha cominciato a piagnucolare e chiedere di te. Non riesco…’ si è fermata improvvisamente vedendomi.
‘Harry! Cos’hai??’ mi ha chiesto allarmata affrettandosi con una Sunrise che, appena è stata abbastanza vicina, si è arrampicata sulle mie gambe e si appallottolata piagnucolando.
‘Va tutto bene, Regina. È solo un attacco di panico’ ho balbettato instabilmente tra l’affanno ‘Succede qualche volta. Mi passerà presto’
‘Posso fare qualcosa?’ mi ha chiesto sedendosi vicino.
Ho scosso la testa cercando di tenere a bada quelle orribili sensazioni.
Lei ha fatto scivolare la sua mano nella mia e l’ho tenuta stretta. Mi ha aiutato. Il suo contatto fisico mi ha aiutato a farlo scemare.
Lentamente Siry ha smesso di piangere e si è addormentata. Le succede sempre dopo uno dei miei attacchi.
E quando finalmente è completamente sparito, ho reclinato la testa contro il divano, stanco.
‘È andato?’ Regina ha chiesto preoccupata accomodandosi vicino a me, carezzandomi il volto.
Ho annuito ‘Scusami’
‘Non ti devi scusare’
Ho fatto un mezzo sorriso e ho girato la testa per guardarla, la sua mano che ancora elargiva rassicuranti carezze.
‘Visto che ti sei imposta in questa casa, mi sembra giusto informarti che oltre ad avere frequenti attacchi di panico, ho anche dei problemi di memoria. Tendo a dimenticare le cose se non sto attento, specialmente quando sono sotto pressione. Non ti allarmare se lo noti. Gli ultimi eventi hanno avuto ripercussioni sul mio cervello. Ted ha detto che ci posso convivere senza problemi, posso prendermi cura di Siry e tutto e potrebbe anche migliorare se mangio bene, faccio esercizio, evito alcohol, droghe ed eventi traumatizzanti’ ho ammesso ridacchiando debolmente ‘In ogni caso non dovrebbe peggiorare se prendo i giusti accorgimenti. Questo è il motivo per cui mi vedi sempre scribacchiare. Mi aiuta a fissare le cose.’
Lei ha annuito cupa ‘Ti aiuterò in ogni modo’
‘E visto che ti sei anche gentilmente imposta nella mia stanza, dovrei probabilmente informarti che faccio anche degli spaventosi incubi di tanto in tanto. Tendono a essere belli intensi, e urlo nel sonno senza rendermene conto. So che non è piacevole dall’altro lato ma non ho modo di controllarli’
‘Ok’ ha mormorato sottovoce con gli occhi sgranati ‘Ok’ ha ripetuto con decisione ‘Non è un problema’
Il silenzio è sceso e riuscivo a percepire il suo sguardo preoccupato su di me quindi ho ridacchiato a disagio.
‘Vedi?! Non sono poi così grande e forte come ti immaginavi. Proprio il contrario. Sono tutto rovinato’
‘Non lo sei’ ha detto, le sue dite che mi spingevano indietro i capelli e cominciavano a tracciarmi il contorno della cicatrice sulla fronte ‘Sei grande e forte. Un’altra persona al tuo posto sarebbe in un manicomio’ ha continuato, il suo tocco che scendeva dalla mia fronte alla mia guancia e sul mio collo, seguendo il segno lasciato dall’Horcrux e fermandosi sul mio petto dove l’impronta rotonda del medaglione è ancora perfettamente visibile. La sua mano si è fermata lì, coprendola.
‘Ci sono quasi finito. E solo grazie a Hermione se è andata diversamente’
Le sue dita hanno lasciato il mio petto per cadere dolcemente sulla mia mano dove la cicatrice lasciata dalla Umbridge è ancora altrettanto visibile di quando avevo quindici anni. Ne ha tracciata ogni lettera.
‘Sicuramente ti ha aiutato, ma non avrebbe potuto fare molto se tu non avessi avuto la forza di aiutare te stesso’
La sua mano si è mossa di nuovo leggera verso il mio avambraccio dove tre cicatrici lo attraversano verticalmente.
Non ho mai provato a rimuoverle con la magia. Dubito che verrebbero via. Qualcosa mi fa pensare che sono dello stesso tipo della mia fronte ma al contrario di quella, non voglio neanche provare. Voglio Ginny e Lily sulla mia pelle. Voglio essere ricordato di quello che ho quasi fatto per non fare lo stesso errore.
Regina ha percorso anche quelle.
Ho seguito con lo sguardo le sue dite, ‘Sai cosa vogliono dire?’ ho chiesto.
Ha annuito tristemente appoggiandomi la testa sulla spalla ‘Non essere troppo duro con te stesso. È comprensibile. Hai sempre dimostrato un coraggio e una forza straordinaria. Lo stai ancora facendo. Stai facendo del tuo meglio per te e per Sunny, cercando di mettere insieme i pezzi della tua vita. Non puoi aspettarti che sia facile. Per me tu sei il più grande e forte di tutti.’
Sono fermamente convinto di aver avuto una vera benedizione nella mia vita. E non è di certo frivola. Ho sempre incontrato sulla mia strada donne eccezionalmente intelligenti che mi hanno aiutato e sostenuto tutto il tempo. Sarei stato niente senza di loro. Gli sono indebitato con la vita e la sanità mentale.
‘Grazie, Regina’ ho mormorato fermando le sue dita esploratrici e portandomele alle labbra ‘Sai? Tutto considerato, sono contento che ti sei imposta nella mia vita’
Si è commossa così tanto a quella frase banale che ha cominciato subito a piangere.
‘Che stupidina!’ ho esclamato ridendo ‘Non c’è bisogno di piangere!’
‘Mi spiace!’ ha farfugliato tra i singhiozzi ‘Ma questa è la cosa più bella che mi sia mai stata detta’
Mio dio, queste groupies… Si emozionano per un nonnulla.
‘Ti amo’ ha farfugliato  nascondendo il volto nel mio collo.
‘Lo so’ ho riposto carezzandole i capelli.
 


Ho trovato una soluzione al problema dell’estate! È perfetto!
Ora che c’è Regina in casa con Siry, qualche volta mi alleno da qualche altra parte, mai troppo lontano, ma mi sono avventurato dall’altra parte dell’isola già un paio di volte e oggi sono stato su un’isola vicina. È più piccola di questa, tranquilla e piacevole come sono tutti questi posti. C’era un uomo seduto su una panchina e dietro di lui un gruppo di case che sembravano messe meglio di quelle che di solito ci sono qui. A gesti gli ho chiesto di chi fossero. È venuto fuori che era una signora anziana. Sono in affitto ma avvicinandosi la bassa stagione ce ne sono di vuote. Ne ho presa una dall’inizio di luglio fino alla fine di agosto. Sono sicuro che Regina non avrà problemi qui. Sembrano moderne e sicure.
Stasera glielo dico.
 

Ok, sono incazzato nero! La conversazione con Regina non è andata esattamente come pianificato.
Quella ragazza è ostinata e irragionevole. Non avrei dovuto lasciarla entrare!
Ho aspettato fino a che Siry si addormentasse per parlarle. Era spaparanzata sul divano con indosso uno dei suoi soliti pantaloncini troppo corti e una maglietta troppo attillata, che provava un incantesimo, una magia o non so bene cosa sulle unghie, sbirciando con attenzione le istruzioni sul Settimanale delle Streghe.
Mi sono seduto di fianco a lei.
‘Cosa ne pensi?’ mi ha chiesto entusiasta mostrandomi la sua perfetta mano dove le unghie erano di un azzurro chiaro ‘Ho pensato che sarebbero risaltate con la mia nuova abbronzatura…’
‘Molto carino’ ho commentato la mia mente sulla comunicazione che volevo fare mentre lei girava la pagina della rivista.
‘Voglio provare qualcosa di un pochino più difficile ora, magari un motivo di qualche tipo. Cosa ne pensi?’ ha mormorato sdraiandosi prona sul divano ancora intenta nel suo studio della rivista piazzandomi le sue lunghe gambe in grembo.
Gambe stupende tra l’altro.
Un po’ di lotta interiore per non cedere all’impulso di accarezzarle. Un po’ di lotta interiore per non  alzare lo sguardo sull’anche più stupendo sedere coperto solo parzialmente da quegli inappropriati jeans. Ho cominciato una lista della spesa mentale per concentrare la mia attenzione su altro.
Ha funzionato alla perfezione.
‘Sì, buona idea’ ho risposto ritornando al ruolo dell’amico privo di impulsi sessuali interessato nell’assolutamente non interessante.
È scattata su improvvisamente, la sua attenzione catturata da qualcosa sulla rivista, avvicinandosi a me tutta emozionata e mettendomela sotto gli occhi.
‘Vedi?? Questo è carino. Voglio provare questo!’ ha esclamato indicando qualcosa.
‘Mh-mh’ ho assentito ‘Regina ti devo parlare un momento, possiamo guardarla dopo?’
‘Certo!’ ha esclamato lasciandola sul tavolino e guardandomi con aspettativa ‘Che succede?’
‘Sai, sta arrivando l’estate…’
‘Lo so! Non è la stagione migliore qui, ma ho comunque pensato che potremmo fare qualcosa di carino! C’è…’
‘Regina, ascoltami’ l’ho interrotta ‘Quello che intendo è che James e Albus verranno qui…’
Mi ha guardato senza capire ‘L’ho immaginato’ ha detto stringendosi le gambe al petto ‘Sarà bello. Mi sono sempre piaciuti. Sono dei ragazzi dolcissimi.’
Pensando che questa descrizione poteva sicuramente essere adatta per Albus ma decisamente no per James, ho continuato serio ‘Non possono trovarti qui. Devi andartene’
Lei non ha risposto. Mi ha solo guardato confusa.
‘Ma… perché?’ ha detto dopo un po’, e pronunciato con così tanta innocenza che devo ammettere di aver tentennato.
‘Perché non voglio che si formino un’idea sbagliata’
‘Che idea sbagliata?’ ha chiesto ansiosa, il suo viso che incominciava a crollare.
‘Sai… Tu che sei qui e tutto… potrebbe sembrare… lo sai!’ ho farfugliato a disagio ‘Devi andare via almeno per quei due mesi’
‘Ma…’ ha mugugnato, una cascata che minacciava di infrangersi dai suoi cocchi ogni secondo ‘Non stiamo facendo niente di sbagliato. Non c’è niente di sbagliato nel fatto che io sia qui!’
‘Lo so questo, ma è meglio per il momento che non lo scoprano’
‘Non capisco. Mi conoscono, non sono un’estranea!’
‘Lo so ma sembrerebbe comunque strano’ ho detto cercando di essere consolante anche se poco disposto a spiegare tutta la situazione. In realtà un’estranea sarebbe stata di gran lunga meglio.
‘È perché dormo nella tua stanza? Posso spostarmi in un’altra stanza, non c’è problema!’ ha detto improvvisamente volenterosa con i suoi occhi imploranti fissi su di me rendendomi il compito più difficile che mai.
‘No, Regina. È proprio il fatto che tu sia qui’
‘Hai detto che sei contento di avermi qui…’ ha gemuto nascondendosi il viso tra le ginocchia.
‘Regina, non è poi così male’ le ho detto carezzandole la testa cercando di prevenire quello scoppio di lacrime che sicuro sarebbe seguito ‘Ho trovato una soluzione. Ho già affittato una casa per l’estate nell’isola vicina. Puoi stare lì. Verrò a trovarti tutti i giorni se riesco’
Ha avuto una reazione così repentina che mi ha fatto sussultare. Le lacrime erano state sì fermate ma solamente perché rimpiazzate da un subitaneo stupore.
‘Hai fatto cosa??’ ha sibilato.
Sono rimasto basito dalla sua reazione ‘Ho affittato una casa nell’isola a fianco…’ ho balbettato ‘Cosa c’è di male?’
‘Senza neanche consultarmi, hai affittato una casa che non ho neanche visto, decidendo tutto da solo che avrei passato lì la mia estate?!’
Ho replicato con un vago rumore d’assenso. Detto come lo aveva detto non sembrava un’idea poi così grandiosa.
È scattata in piedi dal divano ‘Scusa ma chi sei per prendere decisioni per me?!’ infuriandosi immediatamente ‘Non sono una bambina che puoi comandare! Non permetto a nessun uomo di prendere decisioni per me! Nemmeno te!’
Onestamente, tutto questo che spuntava così dal niente mi ha sbalordito e ho sentito l’irritazione montare velocemente.
‘Certo che no. Mi sembrava semplicemente una buona soluzione’ ho borbottato ‘Senti, puoi fare quello che ti pare, non potrebbe fregarmene di meno. Ti sto solo chiedendo di andare via per due mesi’
‘Ok, capito. Non te ne può fregare di meno, giusto?’ ha detto affrontatissima ‘Ok!’ mettendosi le mani sui fianchi aggressivamente ‘Allora, visto che non te ne importa e non mi vuoi qui, mi cercherò un posto da sola’ ha detto arruffata ‘Mi cercherò anche un uomo per andarci a letto visto che vado in bianco da secoli e tu starai qui, da solo, e sono sicura che saremo entrambi così soddisfatti alla fine che nessuno dei due vorrà vedere l’altro di nuovo. Va bene?!’
Beh, lì ho perso proprio il lume. Mi sono alzato minaccioso, troneggiando su una Regina per niente intimorita, e le ho urlato contro ‘Non me ne frega un cazzo di quello che farai’ e lì ho aggiunto qualcosa di non proprio gentile e di cui non vado fiero, ma qualche volta ho dei problemi a tenere sotto controllo quello che mi esce dalla bocca quando sono arrabbiato.
Lei ha fatto una smorfia offesa, mi ha voltato le spalle e ha marciato verso una delle stanze degli ospiti e, mostrandomi il dito medio, mi ha sbattuto la porta in faccia.
Ok. Questo è quello che è successo e adesso, ore dopo, sono a letto nel peggior umore possibile. Incazzato nero per molte ragioni differenti. E quello che mi infuria più di tutto e che sono arrabbiato principalmente con me stesso.
Primo perché mi sono reso conto che senza di lei sono totalmente incapace di prendere sonno. Sono tornato nella mia insonnia pre-Regina e ciò mi fa imbestialire. Non voglio che il mio sonno dipenda da lei!
Secondo, se scopro un uomo a casa suo, lo smembro. Devo scoprire dove intende andare e lanciarci sopra degli incantesimi anti uomo o qualcosa del genere. Mi domando se esistono. Devo controllare.
Il solo pensiero di lei a letto con qualcuno mi fa ribollire malignamente. Può fare quello che le pare ovviamente ma questo non toglie che se lo scopro ci sarà uno spargimento di sangue.
E non voglio esplorarne la ragione!
E non voglio ammettere che quello che mi fa infuriare più di tutto è che immagino me stesso al posto di quell’uomo!
 

La questione si sta complicando.
Visto che non riuscivo a dormire sono uscito a farmi una corsa per far sbollire la rabbia. Sono tornato a letto sperando che lo sforzo fisico mi avrebbe aiutato ad addormentarmi ma non è stato così. Mi mancava la sua presenza. Volevo che tornasse. Quindi, ho ingoiato il mio orgoglio e sono andato a bussare alla porta degli ospiti per scusarmi. Non mi sono comportato troppo bene dopotutto.
Non ha risposto quindi ho spinto la porta e sono scivolato dentro. Era ben illuminata dalla luna piena. Mi sono avvicinato al letto e mi sono accovacciato di fianco. Lei era rivolta verso il muro.
‘Regina?’ ho sussurrato ‘Stai dormendo?’
‘Sì’
Ho ridacchiato ‘Allora, visto che stai dormendo, e non mi senti, posso ammettere senza minare la mia autostima che sono stato un idiota. Molto arrogante. Non avrei dovuto prendere tutte quelle decisioni senza consultarti prima. Scusami’
Non ha risposto quindi ho continuato ‘La situazione con James è delicata. Qualche giorno fa ho ricevuto una sua lettera, è stata la prima da mesi. Pensa che sia colpa mia per… sai… L’incidente…’ ho deglutito.
‘Ma non è vero!’ un mormorio oltraggiato è venuto da lei.
‘Beh, non voglio entrare nei dettagli, ma ha considerato seriamente di farsi adottare dai parenti di Ginny e non vedermi più’
Un sussulto ha interrotto la mia frase.
‘L’ultima volta che l’ho visto mi ha detto che sarebbe venuto qui solo per Siry, e non è molto contento che io mi prenda cura di lei. Voleva che venisse cresciuta lontana da me cosicché si potesse dimenticare della mia esistenza’
Ha ribattuto con un esterrefatto silenzio.
‘Forse sta cambiando idea. Non lo so. Ma non voglio perdere mio figlio e devo fare attenzione. È sempre stato geloso di te per via di Ginny. Pensa che avessimo una relazione’
‘Ma non è vero!!’ ha esclamato ‘Non l’avrei mai fatto a Ginny! Tu non glielo avresti mai fatto!!!’
‘Io lo so. Tu lo sai. Lei lo sapeva. Albus lo sa. Tutti lo sanno, tranne lui. Questo è il motivo per cui non ti deve trovare qui. Non posso correre il rischio. Lo capisci?’
Un mormorio è provenuto da lei ‘Perché non me l’hai detto prima?’
‘Perché tra le mie bellissime virtù che stai incominciando a scoprire, un carattere pessimo, essere prono a scoppi d’ira ed essere completamente rovinato, ho anche una tendenza inguaribile alla riservatezza. Faccio fatica ad esternare i miei problemi’
Lei è rimasta silenziosa per un po’ e poi ha detto a voce bassa ‘Possiamo andare a dare un’occhiata a quel posto che hai affittato e se mi piace, andrò lì a passare l’estate’
‘Brava ragazza’
‘Mi verrai a trovare però?’
‘Ogni mio momento libero ti sarà dedicato. Tornerai qui alla fine dell’estate?’
‘Solo se lo vuoi’ ha borbottato mettendo il broncio.
‘Diciamo che se non lo fai, ti verrò a cercare dovunque tu sia, e ti riporto qui. Che tu lo voglia, o no.’
Lei ha fatto una risatina ‘Ti amo…’
‘Lo so che mi ami…’
E poi è successo qualcosa di strano, si è girata verso di me, e la finestra ha proiettato la luce della luna proprio sul suo viso ed era completamente diversa! Una ragazza completamente diversa!
Sono trasalito così visibilmente che lei ha sussultato, si è coperta il viso immediatamente e si è rituffata contro il muro.
‘Aspetta!’ ho esclamato ‘Girati! Sembravi diversa!’ ho insistito cercando di farla girare, ma lei mi ha scrollato via tenendosi le mani premuto sul volto.
‘Non guardarmi!’ ha supplicato.
‘Perché?? Cos’hai fatto???’
‘Niente! È solo che non sono truccata! Non pensavo che saresti venuto qui e la pelle ha bisogno di respirare! Non posso tenerlo su tutto il tempo! Mi sono completamente dimenticata di non averlo!’ ha piagnucolato.
Sono rimasto esterrefatto per un paio di secondi, senza parole. Poi sono scoppiato a ridere come un matto.
‘Regina, sei incredibile! Dai, fammi vedere la faccia!’ ho insistito cercando di farla girare ‘Perché cavolo ti sei sentita obbligata a stare truccata giorno e notte, mi piacerebbe saperlo!’
Sono riuscito a farla girare ma in nessun modo a farle abbassare le mani che le sono rimaste incollate sulla faccia.
‘Perché sono brutta senza e non voglio che tu lo veda’
‘Che scemata! Perché dici così?’
Lei ha esitato un momento e poi in un tono di voce più basso ‘Mi è stato detto’
Sono rimasto sconcertato ‘Da chi?’
Una pausa silenziosa ne è succeduta quindi ho ripetuto la mia domanda.
‘La donna che mi ha cresciuta’
‘Ti ha detto che sei brutta senza trucco?’ ho chiesto senza capire.
‘No’ ha borbottato ‘Mi diceva semplicemente che non ero niente di speciale, bruttina, tipo, tutto il tempo. Che non valgo nulla e che non avrei mai trovato un uomo che mi avrebbe voluta e che non avrei combinato mai nulla nella vita. Diceva che ero solo un peso e ora sono un peso per te e non valgo niente per te’
Ho sospirato mestamente. La povera ragazza ha avuto un’infanzia anche peggiore della mia.
Le ho carezzato i capelli, e ho capito dalle sue spalle tremanti che stava piangendo.
‘Vali già qualcosa. Sei intelligente, ambiziosa, e leale. Piena di entusiasmo ed energia. Eri importante per Ginny. Stai diventando indispensabile per me e Siry. È solo grazie a te se riesco a dormire la notte. Prima che venissi avevo un serio problema di insonnia che mi stava distruggendo. Siry era sempre giù di morale, io ero sempre giù di morale. Sei l’opposto del non valere niente per noi. Sei l’opposto del non valere niente per me’
Non ha risposto e ho sentito un ultimo singhiozzo venire da dietro le sue mani.
‘Dai, tira via quelle mani. Lascia che sia io a giudicare la tua bellezza’
‘Mi dirai una bugia solo perché sto piangendo’ ha piagnucolato.
‘Ti prometto che non lo farò. Sai che non sono un bugiardo per natura. Se non sei carina, te lo dico, ok? Dai, fammi vedere. Voglio vedere cosa si nasconde dietro la maschera’ ho insistito ‘Sono quasi emozionato’ ho concluso riuscendo a strapparle un sorriso e a farle abbassare le mani.
Degli occhi giganti e grigi pieni di lacrime mi si sono presentati, le sue ciglia castano chiaro ne erano soffuse, la sua bocca ben formata di una bella tinta rosa. Sembrava più giovane ma allo stesso tempo più adulta, i suoi occhi più grandi e più espressivi, la sua bocca in tutta la sua nudità era molto più sexy che con il solito strato di rosso che la copriva. Sembrava più dolce. Sembrava più vera.
L’ho osservata giocosamente fingendo una seria valutazione ‘Hai ragione. Non sei carina’ ho detto, al che il suo sorriso è sparito. Ha abbassato lo sguardo e come le sue mani stavano per tornare in tutta fretta sul suo viso, le ho bloccate ‘Sei bellissima’ ho chiarito.
Mi ha lanciato un’occhiata sorpresa, i suoi occhi che diventavano ancora più grandi, ma poi ha aggrottato la fronte, poco convinta ‘Ho una faccia così comune’
‘Stronzate. Sei uno spettacolo. E non sei mai stata così bella come stanotte’
Lei ha ridacchiato tra le lacrime mentre gliele asciugavo via. ‘La malefica befana era solo invidiosa, credimi. Poteva ben vedere che saresti cresciuta in una ragazza centinaia di volte più bella di quello che lei avrebbe mai potuto aspirare’
Mi ha lanciato le braccia al collo con veemenza ‘Grazie, Harry’
‘Non devi ringraziarmi sto solo dicendo la verità. Per quello che mi riguarda puoi smettere di truccarti del tutto. La vera Regina mi piace molto di più’
Lei ha annuito.
‘Ora, torni a letto? Sono stanco e senza di te non c’è verso che io riesca a farmi neanche un’ora di sonno’
Ha riso e, prendendo la mano che le ho offerto, mi ha seguito fino in camera.
‘Come farai in estate?’ mi ha chiesto giocosa mentre mi si sdraiava accanto.
‘Non me lo dire. Sarà orribile’ le ho risposto circondandola con le braccia e sentendo un senso di appagamento nell’averla così vicino ‘Magari sgattaiolerò fino a casa tua per passare la notte. Questo se non avrai nessun uomo lì’ ho concluso per prenderla in giro.
‘Non ci sarà. Non voglio altri uomini se non te’ ha detto accoccolandosi contro di me.
‘Regina, puoi avere altri uomini. È ok, non sono mica tuo marito. Però fallo di nascosto per favore, se no poi devo ucciderli’
Lei ha riso ‘Sei per caso geloso?’
‘Certo che sono geloso. Questa è un’altra delle mie affascinanti virtù. Sono uno psicopatico. Possessivo ed estremamente geloso. Nessuno ti può toccare a parte me’
‘Non ti preoccupare. Nessuno mi toccherà a parte te’
Nonostante mi sentissi particolarmente appagato da questa risposta non ho potuto fare a meno di specificare le regole su cui voglio che la nostra relazione si basi. ‘È sicuramente lusinghiero. Ma sai che non ti puoi aspettare certe cose da me, vero? Abbiamo una cosa tipo di amicizia/paterna, direi. Non ho intenzione di andare oltre’
‘Lo so e sono felice così’ ha detto decisa.
‘E se un giorno mi dovessi trovare una donna?’ ho chiesto per stuzzicarla spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
‘Ovviamente mi farò indietro’
‘E’ molto nobile da parte tua. Mi fai quasi sentire in difetto’ ho risposto divertito sdraiandomi sulla schiena.
‘Te l’ho detto migliaia di volte, ti amo’ ha affermato decisa sollevandosi su un gomito.
‘Lo so che mi ami. Me lo dici tutti i giorni. Ora possiamo dormire? Sono esausto’ ho sbadigliato.
Lei mi ha poggiato una mano sul petto e si è fatta pensierosa ‘te lo dico tutti i giorni ma non penso che tu abbia recepito il messaggio’
‘Che messaggio?’ ho chiesto assonnato.
‘Che ti amo. Tipo, sul serio’
Ho sorriso, le ho preso il viso tra le mani baciandole la fronte ‘Lo so, Regina. Ho capito’
‘Ma io invece penso di no’ ha replicato corrucciandosi ‘Di cosa pensi che il mio amore sia fatto?’
‘Cosa vuoi dire?’ le ho chiesto perplesso alzandomi sui gomiti.
‘Che tipo di amore pensi che sia…’
Ho aggrottato la fronte  e mi sono lasciato cadere sul cuscino riflettendoci ‘Non saprei’ ho risposto stancamente. Onestamente, ero mezzo morto dal sonno e cominciavo ad avere problemi a concentrarmi.
‘Forse l’amore di una ragazzina per il suo idolo?’ ha chiesto esitante osservando vacuamente la sua mano ancora sul mio petto.
‘Sì… probabilmente…’ ho ammesso ‘Ma lo apprezzo lo stesso’
‘Allora, avevo ragione. Non hai capito’
‘Cosa vuoi dire?’ le ho chiesto prendendole la mano e facendo scivolare le mie dita tra le sue, già mezzo addormentato.
‘Harry, quando dico che ti amo, intendo che ti amo. Non come una ragazzina con il suo idolo, come una donna innamorata di un uomo’
Ho sgranato gli occhi immediatamente.
‘Ti amavo per le ragioni sbagliate quando ero una bambina perché eri un eroe e così coraggioso, una sorta di principe azzurro che poteva salvarmi dalla mia situazione, ti amavo per le ragioni sbagliate quando ero un adolescente perché eri così attraente e sexy, ti amavo per le ragioni sbagliate quando tu e Ginny mi avete accolto a casa vostra perché eri stato buono con me, ma ti dimentichi che negli ultimi anni sono arrivata a conoscerti molto bene e da quel momento ti ho amato anche per le ragioni giuste. Ti amo per quello che sei, per i tuoi pregi ma anche per i difetti di cui parli così male. E il mio amore è completo e perfetto perché ti amo per il giusto e per lo sbagliato, perché ti amo per il male e per il bene. Non sono più una bambina anche se tu continui a vedermi come la ragazzina che ti aspettava davanti al Ministero. Sono una donna. So riconoscere l’amore vero e ti amo, profondamente e assolutamente’
Quando ha smesso di parlare ero così sconvolto che sono rimasto congelato esattamente nella stessa posizione di quando aveva cominciato il suo discorso. Le mie dite erano ancora intrecciate alle sue, e mi sono dovuto sforzare per non sfilarle via direttamente. Mi sono anche dovuto ricordare di respirare ad un certo punto.
‘Buona notte’ ha detto serenamente dopo un po’.
Sicuro ci devono essere degli uomini su questa Terra che riescono ad ascoltare una dichiarazione d’amore così profonda e devota da una ragazza giovane e attraente eppure rimanerne indifferenti. Non sono uno di loro.
Non mi sono mai sentito così sveglio in tutta la mia vita.
Non riesco a dormire. Non riuscivo più neanche a stare nello stesso letto con lei. Sono sull’amaca a e passerò qui il resto della notte.
È un disastro.
È di nuovo Hermione.
Devo mandarla via.
 

In mattinata ero così nervoso e agitato che non ne ho fatta una giusta. Ho rotto una tazza, ho sbrodolato il caffè, ho bruciato il porridge obbligandomi a farlo da capo.
Siry che chiacchierava allegramente non mi dava la possibilità di pianificare una strategia di comportamento per la giornata.
Alle nove Regina è apparsa in cucina quando ancora non ero per niente pronto a gestire la situazione.
La luce del mattino l’ha investita e ho tentennato notando quanto diversa sembrasse.
Non era truccata, aveva i capelli sciolti un po’ arruffati che le cadevano sulle spalle e aveva indosso una delle mie magliette al posto delle ben pianificate camicette da notte o i suoi vestiti rivelatori.
Non era mai sembrata così sexy e femminile come in quel momento. Solo una ragazzina ieri e una donna fatta e finita oggi. Incredibile.
Ho fatto del mio meglio per darmi un contegno ripetendomi maniacalmente ‘Non ha ancora ventidue anni, tu ne hai quasi cazzo di trentanove! Potrebbe quasi essere tua figlia! Devi mandarla via!” e facendo una veloce lista della spesa nel frattempo giusto per andare sul sicuro.
Si è strofinata gli occhi assonnata ‘’giorno’ ha tubato.
Si è diretta verso Siry ‘Ciao bambolina. Hai dormito bene?’ baciandola.
‘Sì, Gina!’ ha cinguettato ‘Ho fatto questo per te!’ ha detto sventolando in aria un foglio di carta ‘È un fiore!’
‘È bellissimo, bambolina. Sai che mi piacciono i fiori. Lo attacchiamo al muro quando finiamo di fare colazione, va bene?’
Si è diretta verso di me ‘Buongiorno’ ha detto con dolcezza mettendosi in punta di piedi e poggiandomi una mano sulla spalla per raggiungere la mia guancia.
Voglio dire, lo fa tutte le mattine e di solito non mi dispiace. È piacevole. Ma questa mattina ha preso un altro significato dopo la sua confessione.
Ed è diventato più che piacevole. Il tocco della sua mano e la vicinanza del suo corpo mi hanno dato una scossa talmente potente, che ho dovuto scostarmi.
Notandolo, ha esitato ‘Cosa c’è?’
‘Niente’ ho sorriso a disagio.
Lei ha aggrottato la fronte ‘Perché ti sei scostato?’
‘Non è niente. Facciamo colazione’
‘Voglio saperlo…’
Grazie al cielo in quel momento Siry ha fatto cadere il latte giusto sul disegno ed è scoppiata in un pianto talmente disperato che siamo dovuti intervenire immediatamente.
Dopo quello la giornata è stata opprimente in tutti gli sforzi impiegati per starle lontano. L’ha notato ovviamente e ha cercato ripetutamente di intrappolarmi per parlarne ma l’ho evitata abilmente.
E mi sembra di aver passato l’intera giornata cercando di non notare quanto lunghe siano le sue gambe, com’è perfetto e tondo il suo sedere, quanto sexy la sua vita, quanto pieno il suo seno, quanto eccitante la sua bocca.
Con varie fantasie allegate.
La determinazione di mandarla via è diventata più pressante che mai.
È tutto sbagliato.
Non voglio che succeda.
Ho già fatto troppi casini e mi sono ripromesso di comportarmi meglio. Non posso cercare di colmare il vuoto lasciato da Ginny con una groupie. Ho già imparato quanti danni può produrre. A me stesso illudendomi di averla indietro e anche dall’altra parte.
È successo lo stesso con Hermione. Con il mio bisogno di scappare dal dolore l’ho quasi distrutta psicologicamente. L’ho usata e l’ho ferita moltissimo. Non voglio fare lo stesso errore con Regina. Non importa il mio sonno, non importa il mio benessere.
Perché diavolo non imparo mai la lezione?! Avrei dovuto sbatterle la porta in faccia. Avrei dovuto accorgermi che dietro la ragazza c’era una donna e mantenere le distanze invece di trattarla con affetto.
Tra queste considerazioni, qualcos’altro mi ha colpito che ha peggiorato tutta la situazione.
Non posso non notare quanto Siry si sia affezionata. Passano così tanto tempo insieme, si è abituata alla sua presenza. Come posso mandarla via senza che anche Siry ne vada a soffrire?
Fanculo e fanculo!
 

 
Dopo la storia della buonanotte ho baciato Siry sulla fronte.
‘Buonanotte, amore mio’ ho mormorato.
‘Buonanotte, papà’
Ho guardato nei suoi occhi verdi e sereni e ho sentito una ventata di amore sopraffarmi pensando a quanto il suo umore sia migliorato da quando è arrivata Regina. Non posso togliergliela. Ha già perso così tante persone negli ultimi mesi. Ha bisogno di lei.
‘Sei felice, tesoro mio?’ le ho chiesto poggiandole Teddy di fianco.
‘Sì, papà’ ha risposto stringendolo avidamente.
‘Ti piace Regina, vero?’
‘Molto’ ha risposto decisa.
‘Sei contenta di averla qui?’
‘Sì papà. Fa ridere’
Ho riso ‘Ah sì?’
Ha annuito e poi ha aggiunto qualcosa che mi ha sbalordito ‘Anche la mamma è felice’
‘Cosa vuoi dire, amore mio? Come lo sai?’ ho chiesto con impeto sedendomi sul bordo del letto.
‘Me l’ha detto’
‘Quando?!’
‘Domani’
Gli avverbi sono ancora un grosso problema.
‘L’hai sognata?’
Ha annuito tutta presa dal suo Teddy ‘Vuoi dare un bacio a Teddy??’ ha chiesto sventolandomelo sotto il naso.
‘Sì, amore, dopo, prima voglio sapere cos’ha detto la mamma’
‘È felice’
‘E poi?’
‘Mi ha fatto il sollelico!’ ha cinguettato ridendo.
Come al solito ho capito che non aveva senso porle altre domande. È ancora troppo giovane. Mi domando se avrà questo genere di sogni quando crescerà e se il tutto diventerà più chiaro allora. In ogni caso, che siano reali o solo sogni, sono contento che li faccia. Almeno uno dei due ha il conforto di essere con Ginny.
Ho baciato lei e Teddy, le ho augurato la buonanotte e ho spento la luce. Giusto quando stavo per lasciare la stanza, mi ha chiamato.
‘Sì, amore?’
‘La mamma ha detto di non mandarla via’
 

Ok, calmiamoci.
Regina deve rimanere. E su questo non ci piove. Siry è felice, anche Ginny approva apparentemente o Siry lo vuole così tanto da farlo dire a Ginny che è la stessa cosa.
Deve rimanere ma io devo mantenere le distanze. Ce la posso fare. Non sono un’animale, ma un fottuto essere umano, posso controllarmi e lo farò. Sarò un amico per quella ragazza o nient’altro.
 

Mi piace essere recidivo comunque. C’è uno schema inalterabile nella mia vita che non riesco a modificare.
Al posto di andare in camera, ho deciso di farmi una nuotata notturna per calmarmi la mente. Provavo un entusiasmo un pochino troppo marcato al pensiero che sarebbe rimasta e lo volevo tenere a freno prima di trovarmela nel letto.
L’acqua era semplicemente perfetta, vellutata e tiepida. Ho nuotato per un po’ godendomi la sensazione che mi procurava a contatto della pelle. Mi ha calmato stupendamente.
Tornando a riva ho notato Regina lì che mi osservava.
‘Cosa ci fai qui?’ le ho chiesto mentre lei mi passava l’asciugamano che avevo lasciato lì.
‘Volevo parlarti’
Mi sono preso del tempo asciugandomi il viso.
‘Di che?’ ho chiesto alla fine.
‘Perché mi evitavi oggi?’
‘Non ti evitavo’ ho riposto incominciando a dirigermi verso casa in un tentativo di concludere la conversazione.
Ha totalmente ignorato la mia risposta e mi ha preso il braccio, fermandomi ‘È per quello che ti ho detto ieri?’
Ero uno stupido pensando di poter evitare questa conversazione. Se ti cerchi delle donne intelligenti come compagnia ne devi pagare le conseguenze.
Non ricevendo una risposta e vedendo che i miei occhi erano su tutto a parte lei, mi ha preso l’asciugamano dalla mano e l’ha steso sulla sabbia ‘Parliamo’ ha detto imperativamente, facendomi un categorico segno di sedermi.
Visto che non c’era modo di scappare o evitare di rispondere, mi sono seduto, optando per la verità ‘Sì, è per quello che mi hai detto ieri’ ho cominciato mentre si sedeva di fianco a me ‘Se avessi saputo che l’amore che provavi per me era di quel tipo, mi sarei comportato diversamente’
‘Perché?’
‘Perché non voglio fare stupidate. Una situazione del genere è già successa, e non è finita bene. Non per me ma soprattutto per lei’.
‘Hermione?’ mi ha interrotto.
‘Come lo sai??’ ho esclamato stupefatto.
Lei ha allungato le gambe davanti a sé, appoggiandosi indietro sui gomiti, tracciando cerchi nella sabbia con gli alluci.
‘So fare due più due. So che è una tua buona amica, so che ti ha aiutato dopo l’incidente; chiedevo aggiornamenti giornalieri a George. Hai preso il suo cognome e tutto… Ed è l’unica persona che non ti ha chiamato da quando sono qui e tu sembri sempre un po’ a disagio quando parli di lei…’
Sì, lo confermo. Se decidi di frequentare donne intelligenti, devi accettarne le conseguenze.
‘Beh, hai indovinato giusto. Ha sempre sofferto vedendomi con Ginny con la consapevolezza che io non avrei mai provato lo stesso per lei, ma sono comunque stato anche fin troppo affettuoso, prono a dimenticare che lei ne avrebbe potuto soffrire. Ho dovuto prenderne le distanze per il suo bene’
‘Capisco’ ha detto scrollandosi via la sabbia dalle mani e incrociando le gambe ‘Ma vedi Harry, per me è completamente diverso’
Con uno sguardo deciso ha continuato ‘Ero felice di vederti con Ginny, non ne ero gelosa o ferita. Vi meritavate l’un l’altro e quello era sufficiente per me. Ho vissuto tutta una vita con la nozione che sei irraggiungibile, non è nulla di nuovo, ho imparato tempo fa a non sperare niente. Ti amerò sempre, non importa cosa. Tu sei l’uomo che voglio ma non mi aspetto di essere la donna che vuoi’
Solo l’infrangersi delle onde disturbava la calma della notte, e la luce della veranda era così soffusa che non poteva offuscare la luminosità delle stelle.
La mia mente stava rimuginando le sue parole domandandomi cosa avessi fatto per meritarmi quell’amore così assoluto quando ha continuato.
‘Non mi sto facendo delle speranze. Non hai bisogno di evitarmi. Non sono un pericolo.’
Dicendo quella frase mi ha guardato e le sue gambe erano deliziosamente nude, le sue mutandine nere appena distinguibili sotto il bordo della maglietta, e la sua bocca così invitante. Non poteva sapere l’enormità del pericolo che rappresentava.
E giusto quando stavo per sentire la necessità di farmi una lista mentale della spesa, si è piegata verso di me per baciarmi la guancia, ma la mia lista non aveva ancora sortito i suoi effetti ed ero ancora potentemente sovraccarico.
Il suo bacio era un pochino troppo morbido, un pochino troppo vicino alla mia bocca e quando si è allontanata, un pochino troppo lentamente, la carica erotica un pochino troppo forte, non ho potuto resistere alle sue labbra.
Le ho solo appena toccate con le mie, in un impulso di cui già mi pentivo e lei, dopo un momento di esitazione, ha fatto lo stesso.
E la diga è crollata.
Il suo odore mi ha invaso in tutta la sua selvatica femminilità, la morbidezza di quel bacio mi ha sopraffatto e in un decimo di secondo la mia mente si è saturata di tutti quei momenti in cui, senza volere, l’ho immaginata nuda, tutte le volte in cui, inconsapevolmente, mi ha riempito la mente con la sua voluttuosità e tutte le volte in cui, conseguentemente, mi sono immaginato ad approfittare di quel corpo.
E mi sono trovato a divorare quella bocca come ho sempre voluto fare, e il suo sapore era così afrodisiaco che quel barlume di buon senso che stava sopravvivendo si è zittito del tutto.
Non mi ricordo molto di quello che è successo dopo, a parte averla sdraiata giù, e non per via di un vuoto di memoria ma solo perché ero troppo annebbiato dall’eccitazione.
So solo che, dopo un imbarazzante corto momento di delirio fisico e mentale, stavo ansimando pesantemente su di lei. E apparentemente la cosa è stata così improvvisa e travolgente che non mi sono neanche curato di togliere il costume o neanche le sue mutandine se è per quello.
Essere umano? Direi più un animale.
‘Scusami’ ho borbottato ritirandomi da lei in una fitta di profonda vergogna. E giuro su dio che non so se mi stessi scusando per il fatto che l’ho attaccata tipo bestia o per la scarsità della mia prestazione.
‘E’ ok’ lei ha detto tirandosi su, tutta rossa, cercando di ricomporsi ‘E’ stato solo inaspettato’
‘Mio dio. Regina mi spiace. Non so cosa mi è preso!’ la ragione che tornava in sede e mi rendevo conto appieno di quello che avevo fatto ‘Sono imperdonabile’
‘Non ti preoccupare, veramente!’ ha detto veemente vedendomi così agitato ‘Non era mica la mia prima volta. Ed era il mio sogno da quando avevo quattordici anni se dobbiamo dirla tutta… Anche se forse non così corta…’
‘Potresti essere mia figlia, Cristo santo!’ ho esclamato strofinandomi la faccia. La vergogna che prendeva il sopravvento.
Mi si è avvicinata e cercandomi gli occhi ha affermato con fermezza ‘Non sono una bambina, Harry. Non sei il mio primo uomo e decisamente non sono tua figlia’ e poi ha aggiunto sogghignando ‘E meno male’
Non abbiamo potuto non riderne.
‘Tutte le volte che ci ho fantasticato però non l’ho mai immaginata così’ ha detto tra le risa.
Ho scosso la testa ‘No, neanche io. Ho fatto pena’
Mi ci è voluto qualche secondo in cui lei mi fissava per capire il significato delle mie parole, e mi sono sentito arrossire.
‘Cioè… Non è che io… Cioè, solo fugacemente di tanto in tanto’ ho blaterato confusamente e sempre più in imbarazzo ‘Dai, uno dovrebbe essere di marmo per non farlo!’
Cavolo di ragazzina mi ha portato a dire quello che ho detto.
Ora posso ammettere a me stesso che è sempre stata la mia fantasia proibita dal primo giorno. Non per scelta, con riluttanza,  perennemente repressa, mai permessa, ma è così.
Con quel corpo, e che cavolo! Il più delle volte che era in mia presenza l’ho passato cercando di pensare ad altro. Questa è la ragione della mia umiliante breve prestazione. Mai, nella mia carriera sessuale sono durato così poco, neanche quando ero un ragazzino, questa ragazza mi tramuta veramente il sangue in lava rovente. Non mi stupirei se si scoprisse che è parte Veela.
Lo so, sono un pervertito e non mi si dovrebbe permettere di girare in libertà.
‘Come ti puoi aspettare il contrario con le lettere che mi inviavi??’
‘Le hai lette???’ facendo un sorrisone in tutta sfrontatezza.
La mocciosa.
‘Alcune ma erano molto inappropriate. Non avresti dovuto farlo’ l’ho sgridata giocosamente.
‘Lo so, mi spiace’ ha ammesso per niente pentita ne sono sicuro, ‘ma ero giovane’
‘Scusa?? Giovane?? Perché adesso cosa sei?!’
Mi ha dato una sberletta sul braccio con una smorfia ridente.
‘Beh, non perdiamo la testa solo per una scopata comunque’ ha aggiunto.
Teniamo a mente che questa è la stessa ragazza che solo giorni fa è scoppiata a piangere perché le ho detto che ero contento di averla in casa.
Si è strofinata le braccia e le gambe per liberarsi dalla sabbia e si è tirata indietro i capelli ‘Sarei contenta se potessimo continuare visto che, ovviamente, non è che abbia fatto in tempo a godermela ma se pensi che sia stato un errore e vuoi tornare alla storia padre/amico, per me va bene. Cioè, se ce la fai’
Sto cominciando ad avere ripensamenti sul fatto di averla comparata ad Hermione. Non sono per niente simili.
‘Torniamo a casa, comunque, a meno che non hai un fazzoletto, e non credo, ho un forte bisogno di una doccia’ ha detto alzandosi e gettando uno sguardo in basso alle mutandine ‘Ti ha mai detto nessuno che dovresti venire fuori e non dentro? Vabbè… Dovremo preparare una pozione stasera o al più tardi domani mattina’
No, per niente come Hermione.
Mi piacerebbe molto a questo punto scrivere che la mia integrità è diventata inscalfibile. Che data l’opportunità sono stato capace di usarla al meglio cancellando questo sfortunato episodio e ricominciando da zero. Che non sono un animale ma un essere umano in grado di controllare i miei istinti. Un essere umano che ha imparato la lezione.
Sfortunatamente, sono l’opposto di quanto sopra.
Quell’assaggio di lei non aveva per niente soddisfatto la mia sete, aveva solo avuto il modo di accentuarla di più. Ho a malapena aspettato di essere dentro casa. Sicuramente non è riuscita a farsi quella doccia. L’ha fatta un lungo e soddisfacente dopo con me.
E il suo corpo sotto la doccia mi ha infiammato così tanto che una volta a letto abbiamo continuato. Quella pozione servirà in abbondanza domani e l’infamia dell’eiaculazione precoce è stata spazzata via grazie al cielo; mi è sembrata molto soddisfatta a giudicare da tutta la fatica che ha fatto a tenerla silenziosa per non svegliare Siry.
Dorme ora, in tutta la sua eccitante nudità. Sono distrutto ma volevo avere tutto scritto perché nonostante il mio comportamento sia riprovevole e dovrei voler dimenticare tutto, non voglio che neanche un secondo di questa nottata vada perduto.
Lo so che è sbagliato ma, a quanto pare, a me lo sbagliato piace tantissimo.
Sono pazzo di questa ragazza.
 

La mattina dopo la prima cosa che si è rivelata ai miei occhi è stata  un’abbronzatissima Regina che dormiva sulla pancia. La luce proiettata sulla sua schiena mi ha informato che avevo abbondantemente dormito, una nuova e fantastica esperienza da quando sono arrivato qui.
Ero pronto a sentirmi sopraffatto dalla vergogna e dal pentimento, ma ho notato con piacere che non era così; mi sentivo perfettamente bene, meglio del solito se vogliamo dirla tutta.
Mi sono concesso qualche momento per osservarla dormire sopraffatto da sensazioni piacevoli che avevo quasi dimenticato e una nuova energia mi ha pervaso. I miei atti illeciti della sera prima erano stati così elettrizzanti che ero pronto a sguazzarci più a fondo con lei.
Ha baciato dolcemente tutte le pozze di sole sulla sua schiena, indulgendo in quella deliziosa morbidezza, ma lei si è solo appena mossa, ancora in un sonno profondo.
Tenendo a bada i miei impulsi, sono andato in bagno che l’intenzione di farmi la barba. Era da un bel po’ che non lo facevo. Non mi sembrava avesse senso, mancavo di motivazione. Ma stamattina mi è venuta voglia di farlo di nuovo.
Quando il mio viso è tornato liscio, mi sono fermato osservandomi allo specchio. Non so perché non mi sembrava di aver finito. Mancava qualcosa. Ho guardato il lavandino. Prima che arrivasse Regina era piuttosto vuoto. Solo un pettine non molto usato e il mio spazzolino da denti, ora è allegramente ingombro con migliaia di cose sue. Tra quelle ho individuato una forbice. L’ho presa e senza sapere esattamente cosa ne avrei fatto, ho tirato un dei miei ricci e l’ho tagliato. Mi è parsa immediatamente la cosa giusta da fare. Ho sempre tenuto i capelli un po’ lunghi per nascondere la cicatrice sulla fronte, Ginny me li aggiustava di tanto in tanto ma erano già cresciuti molto.
Non li ho scorciati questa volta. Li ho tagliati corti, riccio dopo riccio. Non serve che io nasconda la cicatrice qui.
Quando ho finito, ho messo giù la forbice e ci ho passato una mano attraverso. Ho provato una bella sensazione. Non so perché. Ero diverso e mi piaceva.
Una voce mi è arrivata da dietro le spalle.
‘I ricci…’ una Regina nuda era in piedi vicino alla porta guardandomi con un’assonnata smorfia critica ‘Stai bene, ma forse dovremmo aggiustarli un po’’
Ho fatto un mezzo sorriso ‘Se lo sai fare, vai pure’
È sparita ed è ricomparsa con la sua bacchetta, facendomi sedere su uno sgabello e cominciando a lavorare sui miei capelli mentre ammiravo le sue forme dallo specchio ‘Ti ha mai detto nessuno che sei perfetta?’ le ho detto quando ha finito, e finito anche bene, direi.
Ha fatto un sorrisetto compiaciuto ‘Sì, mi è stato detto’
Mi sono girato a guardarla con finto rimprovero ‘Ah sì?’
‘Sì, ma vale di più se viene da te’
Mi sono alzato repentinamente e l’ho tirata su facendole uscire un urletto e poi una risata.
‘Meglio così perché da ora in poi non ti sarà più permesso di sentirlo a meno che non venga dalle mie di labbra’ l’ho portata a letto e le ho usate per imparare il suo corpo a memoria ‘Ora sei solo mia’
‘Sono sempre stata solo tua’
Sono scivolato con facilità tra le sue gambe, carezzando tutto quello che c’era da carezzare, baciando tutto quello che c’era da baciare.
‘Mi devi promettere che non avrai altri uomini all’infuori di me. Devi giurare che non permetterai altre mani sul tuo corpo ma le mie’ ho biascicato già in un vortice di lussuria.
Ho ricevuto solo un ansimare come risposta che è suonato come un’accettazione in piena regola e come stavo per far valere il mio possesso su di lei con l’intenzione di far valere quel diritto per tutta la mattina, un grido ha riverberato nella casa ricordandomi un dettaglio cruciale.
‘Papààààààààààà?!’
Sono padre di una bambina di tre anni che non ha tempo per maratone sessuali matutine.
‘Penso che Sunny si sia svegliata’ Regina ha ansimato passando le dita tra i miei capelli ora corti.
Ho grugnito, lasciandomi cadere su di lei.
‘Sì, amore’ ho gridato afflitto verso la porta ‘Dammi un secondo’
‘Scusa’ ho mormorato a Regina ‘questo è quello che succede quando ti prendi un uomo con una famiglia al seguito’
Lei ha ridacchiato sommessamente le sue dita scivolando sulla mia schiena, le sue unghie facendo un piacevole solletico che non aiutavano a farmi tornare a una necessaria calma.
‘Non fa niente. Per il momento il positivo supera ampiamente il negativo’
Abbiamo avuto appena il tempo di renderci presentabili che Siry stava facendo irruzione arrogantemente nella stanza, trascinandosi dietro il suo Teddy.
‘Non sei venuto’ ha detto piena di rimprovero cercando di arrampicarsi sul letto.
L’ho aiutata ‘Non me ne hai dato il tempo. Mi hai impedito anche solo di cominciare’ ho detto maliziosamente stampandole un bacio sulla sua guancia cicciosa e facendo scoppiare a ridere Regina.
Ha studiato Regina incuriosita e poi me ‘Gina dorme con te’ ha affermato offesissima in tutta la sua innocenza infantile.
Regina ha riso ‘Sì bambolina. Sto dormendo con tuo padre’ e poi con uno sguardo furbetto rivolto a me ‘Finalmente’
Che ragazzina impudente.
‘Non l’hai fatta dormire con me’ Siry ha detto corrucciando le labbra.
‘La volevo tutta per me, immagino’ ho detto stringendo forte la mia bambina.
È strano quando ci penso, non ho permesso a Regina di dormire con Siry e come risultato, è venuta a dormire con me rendendomi dipendente dalla sua persona come temevo potesse succedere con Siry.
Siry è diventata pensosa e poi se n’è uscita fuori con ‘Come la mamma’
Ecco, in quel momento è stato come se un’improvvisa brezza gelida si fosse infilata nella stanza portandosi via in un lampo tutto il buonumore.
Il sorriso di Regina è sparito e io ho sentito una sensazione spiacevole alla bocca dello stomaco.
‘No, amore mio. È diverso. Completamente diverso’
Ed è stato in quel momento che ho capito molte cose.
Ginny è Ginny, Regina è Regina. Due persone completamente diverse.
Questa nuova nozione mi ha lasciato basito. L’unico dubbio su questa faccenda (lasciando da parte la differenza d’età, il problema James e il fatto che lei sia stata una delle mie groupies) veniva dal fatto che ho temuto che quello che succedeva con Regina sarebbe finito a essere come con Hermione dandomi delle preoccupazioni per lei e per me, ma mi rendo conto ora che è totalmente differente.
Ci sono tutte queste emozioni positive che si agitano in me e quel brivido che parla di qualcosa di speciale. Non ho sperimentato niente di tutto questo mentre facevo sesso con Hermione. Mi sentivo solo malissimo, mi sembrava di aver toccato il fondo, non c’era il fremito dell’anticipazione, nessuna complicità. Non da parte mia. Era solo un modo per fuggire il dolore. Volevo solo morire. Con la forza della disperazione ho cercato di riprodurre Ginny nella mente tormentandomi nel frattempo con la nozione che non fosse lei. Non ho mai neanche veramente fatto sesso con Hermione.
Mentre con Regina, lo sto facendo con Regina. Mai, neanche per un istante, ho fatto sesso con lei facendo finta di essere con qualcun altro. Non sto cercando di riempire il vuoto lasciato da Ginny, sto costruendo qualcosa di nuovo. Non c’è tristezza, nessun desiderio per qualcosa di diverso. È quello che voglio. È lei che voglio.
‘Sì, bambolina. Tuo papà ha ragione. È diverso. Dormo con lui solo perché, se è da solo fa gli incubi e non riesce ad addormentarsi’ Regina ha aggiunto lanciandomi un’occhiata per cercare di capire il mio stato d’animo.
Siry ha annuito decisa ‘Non mi piacciono gli incubi. Fanno paura’
Mi sono stretto Regina a fianco e le ho baciato i capelli per rassicurarla che tutto andava bene.
Prendendo coraggio dal mio gesto ha chiesto a Siry ‘Posso dormire con lui allora? Ho il tuo permesso?’
‘Sì, non voglio fare brutti sogni’ ha detto imperativamente ‘Voglio andare al mare’
Ci è voluta una vita per prepararci visto che io e Regina continuavamo a sentire questa necessità di pomiciare come due adolescenti in ogni angolo della casa.
Quando finalmente lì, siamo andati a fare il bagno tutti insieme rendendo Siry euforica.
Non è mai stata così felice da quando siamo arrivati qui e, ora che ci penso, vale lo stesso per me.
E non penso che questo sia sentimento sia nato stamattina dal nulla, era già lì solo non riconosciuto come tale. Giudicando dal comportamento di Siry è cominciato più o meno quando è arrivata Regina.
È così felice perché lo sono io o il contrario?
Ha importanza?
Che sia uno o l’altro finalmente sono riuscito a riportare l’allegria su quel viso. Capisco ora come fossero inutili i miei tentativi di riuscirci senza provarne io. Tutto quello di cui avevo bisogno era solo impegnarmi su me stesso. Forse ho sempre avuto torto cercando di fare gli altri felici senza mai lavorare su di me, forse la mia è sempre stata essenziale per ottenere la loro.
Sono pronto a imparare la lezione e lavorarci sopra perché voglio che Siry sia felice, che lo siano Albus e James e, guardando Regina giocare nell’acqua con Sunrise, mi rendo conto che voglio che lo sia anche lei tanto quanto lo desidero per gli altri.
E stasera, portando Siry a letto dopo che si era addormentata tra le mie braccia mentre io e Regina ci stavamo coccolando sul divano parlando dei suoi piani per il giorno dopo, mi sono soffermato lì, di fianco al suo letto, carezzando i suoi ricci corvini. Prima di andarmene le ho sussurrato nell’orecchio un messaggio per Ginny. Ho bisbigliato un grazie per i vent’anni di amore assoluto che mi ha donato. Un saluto perché ora ho veramente bisogno di lasciarla andare per mettere in atto la mia risoluzione. È stupido, lo so. Ma in qualche modo era necessario che lo facessi.
Nessuna donna sarà mai in grado di farmi dimenticare Ginny, nessun amore sarà mai come quello che ho provato per lei, e so che lei sarà parte di me per sempre.
Ma so anche che non la devo dimenticare per essere di nuovo felice, posso tenerla lì e continuare con la mia vita.
Nessun amore sarà mai lo stesso, ma posso averne uno diverso altrettanto forte senza togliere niente da quello che ho sentito per lei.
Come ho amato Siry dal primo momento che l’ho presa in braccio continuando ad amare Lily con la stessa forza, l’amore per una che non ha sostituito l’altro, lo stesso accadrà di nuovo.
Sono tornato in salotto; Regina era ancora sul divano. Sedendomi me la sono tirata contro per baciarla e guardando in quei grandi occhi grigi mi sono sentito di voler condividere quelle scoperte con lei. Volevo metterla al corrente dei miei sentimenti. Essere aperto come non lo sono mai stato.
Quindi tracciando quelle bellissime labbra con le dita, ho parlato ‘Regina, devo dirti una cosa…’
Mi ha interrotto con un sorrisetto ‘Lo so, Harry’ e la sua frase mi ha sorpreso così tanto che ho interrotto la mia. Considerando quello che volevo dirle e, considerando quello che ho sempre risposto quando lei ha fatto la stessa dichiarazione, per un momento ho pensato che avesse indovinato il senso del mio discorso, ma poi ha continuato ‘È carino da parte tua voler chiarire per questa mattina ma non ne hai bisogno, veramente. So già tutto. So che è diverso. So che è solo sesso, so che sono “solo per il momento” e mi sta bene. Conosco le regole del gioco. Un giorno incontrerai una donna che ti merita e quando succederà, sparirò senza una parola. Non ti rimprovererò e non mi sentirò tradita. So molto bene che le persone come me non sono all’altezza di quelle come te.’
Sono rimasto perplesso dal discorso; ha completamente frainteso tutto. Volevo che la mia dichiarazione fosse diretta e semplice ma dopo di quello mi è sembrato che un po’ più di eloquenza fosse necessaria. C’erano ancora parecchi punti da chiarire.
‘Capisco…’ ho cominciato appoggiando la schiena al divano ‘Non so esattamente cosa intendi con “persone come me” e “persone come te”, e neanche “le regole del tuo gioco” anche se posso immaginarle ma lasciati dire le mie’ mi sono fermato per essere sicuro di avere la sua piena attenzione ‘”Le persone come me” sono persone che hanno dovuto sopportare una fama immeritata’ lei era sul punto di intervenire ma l’ho fermata continuando ‘questa fama ha reso la vita delle “persone come me” un incubo, proibendole interazioni normali, condannandole alla solitudine’
Sentendo questo ha arrestato i suoi tentativi di parlare ed è rimasta ad ascoltare, sorpresa.
‘Ora “Le persone come te”, nonostante abbiano avuto parecchie difficoltà, sono riuscite a diventare persone positive, piene di energia e buoni valori, alle “persone come te” affiderei la mia vita senza esitazione’
Quelle due frasi sono state abbastanza per produrre una cascata di lacrime. Ho cercato di prenderla tra le braccia nonostante la sua reticenza nell’essere avvicinata. Si è appallottolata su se stessa allontanandosi come se avesse paura di quello che le stavo dicendo.
‘Ora che abbiamo definito i ruoli, fammi spiegare le regole del mio gioco. Se deciderai di stare qui come mia compagna (e spero veramente che lo farai), devi sapere che mi sono praticamente auto-bannato dall’Inghilterra e probabilmente non tornerò mai indietro, i miei figli verranno sempre per primi, il loro benessere ha ogni priorità su tutte le mie decisioni, e tu sai che non smetterò mai di amare mia moglie con tutto me stesso. Lei è l’unica che avrà quel titolo. Non mi risposerò mai, nessuna la può sostituire. Ma a parte quello, se mi vuoi, sarò solo tuo. Questa mattina ti ho chiesto di essere solo mia e vale lo stesso per me. Invecchierò molto prima di te e scoprirai ben presto che ho un caratteraccio, che sono disordinato, prono all’ira, mi agito per niente e sono gelosissimo ma, dall’altra parte, ti puoi aspettare da me una giurata lealtà e devozione. Mi prenderò cura di te; farò del mio meglio per rendere la tua vita il più felice possibile ogni giorno della mia. Questo non è solo sesso’ arrivati a quel punto lei stava singhiozzando convulsivamente rannicchiata su se stessa tipo palla in un angolo del divano nonostante i miei tentativi di srotolarla da quella posizione ‘Non sei solo una “per il momento”, sei, o almeno spero, una “per sempre”. Mi sono fermato un momento e poi ho aggiunto quello che volevo dirle fin dal principio ‘Regina, ti amo’
Tutta questa dichiarazione era stata fatta principalmente alla sua nuca e visto che il singhiozzamento non sembrava scemare. Le ho carezzato la testa ‘Tutto bene?’ ho chiesto un po’ preoccupato.
Ha tirato su col naso e ha piagnucolato ‘Sì… È solo che non ho mai pensato… Questo è… Non ci credo…’
Sono riuscito a tirarle su il capo e l’ho baciata.
‘Ti amo’ ho ripetuto. E baciandola e asciugandole le lacrime gliel’ho ripetuto ancora e ancora. Una per ogni volta che me lo ha detto lei e io ho riposto così insensibilmente.
Quando si è calmata e ha cominciato a rispondere ai miei baci, mi è sembrato giunto il momento di dimostrarglielo in maniera pratica. Le ho dimostrato il mio amore come so fare meglio, impegnandomi per darle tutto il piacere necessario per arrivare alla convinzione. E subito dopo, quando ero ancora dentro di lei e il suo corpo ancora fremeva contro il mio, gliel’ho sussurrato all’orecchio ancora una volta.
Beh, mi sento abbastanza certo nell’affermare che ha ricevuto il messaggio; direi che ora ci crede.
Adesso, devo veramente dormire. È l’una passata, mi ci è voluto una vita a scrivere tutto questo. Sento di essere pronto a mettere un punto, tracciare una riga e da domani tutto sarà diverso perché io sono diverso.
Sono determinato; niente più depressione, niente più strapensare, basta torturarsi con il passato. Il presente è quello che conta. Non so se questa nuova cosa con Regina sia giusta o sbagliata, se darà problemi in futuro. Non mi importa. So solo che sto bene, e questo è quello che importa. Seguirò questa corrente senza preoccuparmi troppo, vivrò giorno per giorno assaporando ogni istante con lei.
Ma prima di andare a letto voglio mettere giù un’ultima considerazione che mi è appena venuta in mente. Ho quasi riso ad alta voce realizzandolo.
Non è ironico che la persona che mi ha ridato la felicità, la persona che mi ha obbligato ad amare ancora, la persona con cui, spero, passerò il resto della vita insieme, è nientemeno che una Serpeverde?!

 

n.d.a E con questo è veramente tutto! Ciao e grazie!
   
 
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