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Autore: Xandalphon    18/04/2024    0 recensioni
Dopo molti tentennamenti, ho deciso di rieditare e revisionare 'A new Generation' e ripubblicarla da capo.
Per chi si approcciasse ora alla storia, si tratta di una 'what if?' che prende il largo dalla trama del manga dal capitolo 689.
In questa versione della storia, un Naruto ancor giovane si metterà nei panni del sensei per addestrare tre scanzonate ragazzine... Cambiando completamente il mondo ninja (Niente Boruto e Sarada. E più avanti si scoprirà anche perché)
Genere: Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'A new generation'
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28)Rotten Roots – Part five: Hellz Wind Staff

 


NewGen2

Quando scoprì che non poteva utilizzare la riscrittura della realtà per sconfiggere i propri nemici, Danzo rimase molto sorpreso. Ma, ripensandoci, si diede dello stupido per non aver pensato che Sasuke avesse preso delle precauzioni, nel caso avesse tentato quella tecnica. Dopotutto, lui non si sarebbe comportato diversamente, a parti invertite. Ma adesso era troppo tardi per poter mettere in atto qualche jutsu evasivo. Certo, non poteva morire, ma avrebbe preso in pieno la tecnica dei due mocciosi, cosa che gli avrebbe impedito di inseguire il piccolo sorcio che correva dall'hokage. In più, probabilmente, ci avrebbe messo un po' a rigenerarsi, l'edo tensei: quel jutsu aveva l'aria di essere fastidiosamente potente. D'altro canto, andava a suo vantaggio che i ninja della foglia non si aspettassero di dover affrontare un morto vivente, per cui certamente non avevano alcuno strumento per sigillarlo a dovere.

La tecnica combinata di Kiba, Hinata e Akamaru lo investì. Avrebbe probabilmente disintegrato il suo braccio destro se non fosse riuscito, all'ultimo, a deviare la traiettoria del colpo quel tanto che bastava per colpirlo appena più giù, sul fianco, causandogli un enorme buco. Fosse stato fatto di carne e sangue, sarebbe senza dubbio morto (di nuovo).

Ora però, era giunto il suo turno. Era stato arrogante, e la sua arroganza era stata punita. Ma era già finito il tempo di farsi prendere dal panico per la sorpresa.

Sapeva vincere anche utilizzando altre tecniche, oltre ad Izanagi.

“Già a corto di idee, ragazzi? Tranquilli, ci penso io a movimentare le cose, allora, se non vi spiace.” Detto ciò iniziò a scagliare contro i suoi avversari una quantità incredibile di proiettili di vento. Quel che era peggio era che il loro numero faceva presagire un lancio causale, ma non era affatto così: erano diretti con una precisione mortale verso tutti i punti deboli di chi si trovava davanti. Dopo tutto, essere stato grande amico di Hiashi ai tempi della giovinezza, aveva i suoi vantaggi. Anche senza byakugan, poteva leggere piuttosto bene il flusso di chakra interno dei propri avversari.

“Kiba, Sai! Dietro di me!” Urlò prontamente Hinata. Con un attacco del genere la risposta era ovvia: la rotazione suprema.

Lo sguardo perplesso di Danzo lasciò spazio ad un lieve ghigno: “Ragazzina, mai sentito parlare della parola ‘diversivo’?”

Più veloce ed ancora più accurato dei suoi proiettili, Danzo si fiondò contro Hinata. Ma non era lei che voleva. Saltando, evitò l'onda d'urto della rotazione suprema per atterrarle alle spalle e puntare Sai e Kiba. A distanza così ravvicinata quest'ultimo e Akamaru non avrebbero potuto far partire la Gastsuuga Tenshou. Non senza il rischio di ferire gravemente i propri compagni, perlomeno.

Futon: Shinkurenpa! Raffica di lame del vuoto!

Danzo aprì la bocca e esalò una quantità impressionante di lame del vuoto. Akamaru, nella sua linea di pensiero semplice da cane, frappose il proprio corpo a quello del suo padrone, così da impedire che venisse ferito. In compenso, si procurò una quantità terribile di tagli su tutto il corpo, in particolare sulla schiena. Si fosse trattato di un normale essere umano, non avrebbe avuto scampo. Non a così breve distanza. Malauguratamente, però, il fedele animale fu anche la causa della rovina di Kiba. Infatti Akamaru, dopo la raffica che aveva preso, caracollò, perdendo sensi ed equilibrio proprio sul suo padrone, investendolo con tutto il suo peso.

Più lucido e pronto, Sai evitò all'ultimo di fare la stessa fine e, prima che Danzo gli potesse lanciare un nuovo attacco e finirlo, ebbe la prontezza di spirito di disegnare un'aquila di inchiostro per portarsi fuori tiro.

Nel frattempo, Hinata aveva dissipato la rotazione suprema ed era accorsa subito da Kiba.

Il quale, dal canto suo, tentava di liberarsi dalla massa che l'aveva investito senza procurare danni. Era preoccupato a morte per la sorte del proprio cane.

“Dannazione! Mi secca ammetterlo, ma quanto vorrei che ci fossero Naruto e Sasuke con noi in questo momento!” L'imprecazione dell'Inuzuka era rivolta più a sé stesso che ad Hinata, ma ebbe l'effetto di accrescere ulteriormente la decisione e la grinta della ragazza.

“No, Kiba, hai torto a pensarla così.” Senza nemmeno attendere la risposta dell'amico, si fiondò all'attacco di Danzo.

Sono stufa. Stufa marcia di pensarla così, Kiba! Non voglio essere la principessa rinchiusa nella torre che attende di essere salvata dal principe azzurro, come in quelle strane storie che ci vengono dal lontano occidente! Che lo vogliamo o no, che ci piacciano o meno i nostri limiti, i protagonisti della nostra vita siamo noi, vero Naruto?

Queste furono le parole che gli rimasero in gola, e che avrebbe voluto dirgli, mentre si lanciava contro il nemico che aveva di fronte. Ma d'altronde, non era mai stata brava con le parole. Poco importava, il suo compagno di team avrebbe capito ugualmente solamente guardandola.

Jukenho Hakke Rokujūyon Shō! Tecnica delle sessantaquattro chiusure!

Danzo si lasciò scappare un sorriso. Non era mai stato un nostalgico, ma non poteva non pensare ai tempi in cui il padre della ragazza che si batteva contro di lui con tanto furore, gli faceva da sparring partner durante le sessioni d'allenamento.

Hinata non poteva saperlo, ma, Edo tensei o meno, le tecniche Hyuuga per lui erano un libro aperto, non escluse le sessantaquattro chiusure.

“Apprezzo lo sforzo, bambina, ma non basta! Futon! Shinkugyaku! Tecnica delle sfere del vuoto!”

Danzo creò una serie di sfere che andavano a infrangersi sistematicamente, contro i fendenti della Hyuuga, di fatto fungendo come scudo contro il potere distruttivo dello Juken ad alta velocità. In più, quando i proiettili del vuoto impattavano contro i colpi di Hinata, esplodevano, ferendola.

Fortuna volle che le aquile di inchiostro di Sai, lanciatesi in picchiata contro Danzo, deviassero parte dei colpi, altrimenti la ragazza sarebbe stata crivellata senza pietà.

“Hinata-sama! Via di lì! Di questo passo vi farete solo uccidere!”

Sai si portò con la sua aquila a volo radente, per poter caricare con sé una ansimante e sanguinante Hinata e fuggire via. Dopotutto, Yue, ormai, doveva essere fuori portata anche per Danzo. Ostinarsi a combatterlo aveva perso la sua utilità razionale.

Ma nel momento in cui il ragazzo fece per stendere la mano verso la Hyuuga...

Fūton: Shinkūdaigyoku! Tecnica della grande sfera di vuoto!

Danzo aveva fatto partire uno dei suoi colpi più devastanti, che colpì in pieno Sai. E, quel che era peggio, anche Kiba, di nuovo. Quest'ultimo, infatti, era appena riuscito a liberarsi ed era accorso al fianco di Hinata. Ebbe appena il tempo per capire cosa stesse succedendo e la prontezza di riflessi per buttare con forza Hinata per terra, per permetterle di schivare il colpo del nemico.

A questo punto, l'unica che non era riversa a terra priva di sensi era proprio la ragazza, che si gettò con un urlo a capofitto contro Danzo. E con una mossa che non si sarebbe mai aspettato. Mosse le mani come per una serie velocissima di colpi con lo Juken, aumentando progressivamente la rapidità. Dopo pochi secondi si creò una sfera di energia che vorticava ad un ritmo impressionante. Infine, la Hyuuga la lanciò contro il proprio nemico con un colpo ben assestato di palmo d'aria.

Hakke Koushou Rasengan! Rasengan del palmo d'aria!

Già. Il rasengan, il marchio di fabbrica di Naruto. Alla fine, era riuscita, sfruttando le tecniche dello juken, a impararlo. E non solo, era stata perfino in grado di idearne una sua “versione personale” impiegando la distruttività intrinseca del palmo d'aria.

Questa volta Danzo non riuscì a fermarlo completamente con le sue sfere di vuoto, era una tecnica troppo potente. Ciò nonostante, per superare le abilità rigenerative garantitegli dall'essere un Edo Tensei ci voleva ben altro, qualcosa che lo riducesse letteralmente in briciole. Vedendo che ormai Hinata era quasi a secco di chakra, represse a stento una risata.

I quattro che aveva di fronte si erano dimostrati veramente un osso duro, ma comunque non erano nulla in confronto a Sasuke. Dopo una spossante serie di colpi era rimasta in piedi, pur ansimante e sanguinante, solo la figlia del vecchio Hiashi.

Strano, se non ricordava male era sostanzialmente una fallita. Che in quegli anni di assenza avesse fatto progressi così notevoli era fuori dalla sua capacità di comprensione. Sarebbe stato difficile prenderla viva, questo era poco ma sicuro. L'Uchiha gli aveva detto che, nel caso ci fosse stato uno Hyuuga nelle squadre mandate da Konoha, sarebbe stato utile prenderlo vivo. Non aveva aggiunto altro alle sue istruzioni, ma dopotutto non ce n'era bisogno. Quel che voleva fare l'avrebbero capito anche i sassi: trovare un modo per impiantarsi un byakugan senza giocarsi la pelle.

Era una cosa risaputa sin dalla fondazione del villaggio che byakugan e sharingan non potevano stare sulla stessa persona, pena la morte del soggetto. Sicuramente degli esperimenti c'erano stati, perché radice qualche fascicolo secretato in merito l'aveva anche trafugato dagli archivi di Konoha. Ma i documenti che aveva raccolto sulla questione non dicevano nulla che lui già non sapesse. Una cosa che non riusciva a spiegarsi era perché Sasuke, che sembrava già forte a sufficienza, volesse provare, per puro divertimento, a condurre esperimenti del genere. Ma dopotutto, non era nemmeno troppo affar suo, a dire il vero. Il fatto di essere un Edo tensei aveva, per certi aspetti, spento la sua curiosità per questo genere di cose.

In fondo, ne aveva viste fin troppe di meschinità e complotti nella sua vita. Cambiava la bravura degli attori in scena, ma lo spettacolo aveva sempre un copione molto simile. Si sorprese a pensare che se l'umanità si fosse vista dall'esterno, si sarebbe trovata piuttosto noiosa e ripetitiva nelle sue azioni.

Per questo, prima di pensare ad un modo per farle perdere definitivamente i sensi senza ammazzarla, Danzo chiese ad Hinata: “Perché stai ancora in piedi ragazzina? E niente stronzate idealistiche, quelle me le puoi anche risparmiare.”

“Stronzate idealistiche? Combattere per difendere chi si ama e garantirgli il più possibile un futuro di pace le chiama stronzate idealistiche?”

“Ancora con il lei nonostante le mazzate che ti ho elargito con tanta generosità? Ma che ragazzina ben educata ha tirato su il vecchio Hiashi... Ebbene sì, le chiamo proprio così, stronzate idealistiche. E' così sconvolgente? Bambina mia, gli uomini sono tutti uguali e combattono solo per la soddisfazione di un proprio desiderio. E tu cara, mia, non me la raccontare, non ne sei esclusa.

Il resto, sono balle che servono a lavarci la coscienza prima di andare a dormire. Sotto le fondamenta di Konoha c'è tanto di quel marciume che un bel faccino come il tuo inorridirebbe anche solo dopo aver dato una grattatina alla superficie. Per cui, signorinella, se trovi un posto in pace, è perché da qualche parte c'è un posto in guerra. Il benessere degli uni è costruito SEMPRE sulla sopraffazione di altri. Ma sai qual è la cosa divertente? Che alla gente non importa. Oh, certo, finge che gli importi. Nel migliore dei casi si dedica persino, nel tempo libero, a fare qualcosa per il prossimo. Ma rinunciare davvero al proprio benessere per permettere a dei perfetti sconosciuti di non crepare di fame? Mi spiace far scoppiare la tua bella bolla ma… L’uomo semplicemente non ne è in grado.

“Ma tu, tu stesso che hai difeso la foglia fino alla tua morte, ora perché la attacchi?”

“Vedi perché sei stupida? Non ti fai le domande giuste, bambina mia. Non mi nasconderò dietro al fatto che obbedivo a degli ordini, anche se si può dire che la verità è anche questa, in parte. Io difendevo il posto in cui stavo, perché ci stessi il più comodamente possibile e perché coloro che volevano rubare il mio benessere venissero tolti di mezzo. Punto. E ora... Beh, combatto perché mi è stata data la possibilità di dare una lezione a tutti voi ipocriti. E lo trovo sommamente divertente, te lo confesso in tutta sincerità.

Ti ripeto la domanda: se non combatti per te stessa, e se non lo fai solo perché te l'hanno imposto, cosa combatti a fare?”

“Io combatto perché credo davvero che i ninja possano vivere tutti in pace! Ti fa tanto strano pensare che io possa dare la mia vita per un ideale del genere?”

“Oh, no affatto, principessina. Ti trovo solo un'idiota ingenua. Se vuoi la mia però, non sei meno ipocrita di tutti gli altri. La realtà è che combatti per farti vedere forte e coraggiosa agli occhi del jinchuuriki, dato che lo ami.

O almeno, lo spero, perché dal mio punto di vista sarebbe una spiegazione più sensata rispetto alla cazzata che hai appena tirato fuori.

Ma ti sei ascoltata? I ninja imparano come uccidere, come ferire, come paralizzare. Sono assassini. Predicare la pace è un controsenso unico. Se scoppiasse la pace, quella vera, definitiva, come vuoi tu, con tanto di arcobaleni, colombe e agnelli che pascolano insieme ai leoni e tutto quanto l'armamentario, i ninja non servirebbero più. E sai una cosa? I villaggi nascosti verrebbero tutti distrutti, dato che i daimyo li troverebbero qualcosa di ingombrante e molto, molto costoso. Le guerre, i conflitti, le lotte di potere e di fazione, il caos... Agli shinobi tutte queste cose servono, per sopravvivere. E’ letteralmente il nostro lavoro! Il sistema dei villaggi ideato da Hashirama ha solo reso la scala dei conflitti più grande. La sua intima speranza era che le maggiori dimensioni dissuadessero i Daimyo dal tentare con troppa leggerezza di scannarsi alla prima occasione.  La verità è che non ha risolto un bel niente. Non ha eliminato il principio di fondo. Ma se sei troppo buona per realizzare  che l'umanità sia nel complesso meschina, arrogante ed egoista, non ci posso fare proprio niente.”

“Ne basta uno!”

“Come, piccola Hyuga?”

“Ne basta uno, diverso, per iniziare un cambiamento. Se uno trova una cosa bella, non vede l'ora di rendere partecipi gli altri della bellezza che ha scorto. E' da lì che tutto comincia.”

“Oh, come siamo romantici! Bella idea, ma sai, è tipico della gente morta rimanere sulle proprie posizioni. Quattro banali paroline dolci non bastano a convertirmi alle tue idee. Più in generale, non diversamente da me, ricordati che la gente è fondamentalmente pigra. Tra scegliere di rimanere sulle proprie posizioni e fare la fatica di cambiare idea, di solito sceglie la prima opzione. Adesso, se non ti dispiace, penso di aver perso sufficiente tempo in inutili chiacchiere.”

Nonostante la sua abilità con il Byakugan, Hinata finì comunque vittima del genjutsu di Danzo, che la intrappolò infine nel suo incubo fino a farle perdere i sensi. L'amabile conversazione era stata tutta un giochetto volto a prendere tempo per preparare la trappola illusoria e gettarla sulla sua vittima. Per quanto dovette ammettere che il tentativo di incrinare le certezze morali di una ventenne avesse avuto i suoi lati divertenti.

Caricò la Hyuga sulla spalla, gettando un'occhiata agli altri due ed al cane che giacevano riversi. Avrebbe potuto anche dar loro il colpo di grazia, ma un misto di pena e altre emozioni più o meno indefinibili gli attraversavano la mente. Che i discorsi della ragazza avessero in qualche modo influito? No, in realtà, per come li aveva conciati, sarebbero morti comunque se non li avesse recuperati un bravo ninja medico nel giro di breve tempo. Avrebbe dato l'onore di un lauto pasto a corvi ed avvoltoi.

 

 
  
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