Intuizione
Tra le formiche ammantate di verde, una le sguscia tra i piedi, indifesa e minuta.
Annie sa che non dovrebbe, ma non riesce a impedirselo. Si accoscia e in punta di dita gli alza il cappuccio dal viso: piano, senza fargli male1, perché sa già che è lui.
Un lampo misto a orrore gli illumina lo sguardo: come era ovvio, ha capito. Un soffio basterebbe per ucciderlo, un tocco per farlo tacere per sempre.
Annie si sente stringere la gola; la sua, non del gigante: prima che il dovere prenda il sopravvento, si rialza e corre via. Sente i suoi occhi ancora su di sé: come può farle tanta paura?
Questo momento non poteva certo mancare, anche se in forma di drabble rapidissima! Spero che possa trasmettervi un po' di tenerezza in tanto orrore. 🩷
Noticina:
1. Se vi sembra familiare, è perché ho avuto la faccia tosta di rubare (quasi alla lettera) nientepopodimenoché da una delle poesie più strappalacrime di Pascoli (L'aquilone, v. 64).