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Autore: Chillram9    21/04/2024    1 recensioni
Elizabeth Belvoir ha un sogno: incontrare il suo idolo Aldric, il mago più potente del regno.
L'occasione per riuscirci si presenta quando riceva una lettera d'ammissione dalla misteriosa Accademia di Magia Reale Duelcrest.
Di questa scuola si sa poco e nulla, se non che Aldric è l'unico ad averne mai ottenuto il diploma.
Elizabeth è determinata a fare lo stesso. Non sa però che il terribile segreto che si cela dietro l'Accademia e l'incontro con una strana ragazza cambieranno per sempre la sua vita.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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28. Un regalo problematico



I due mesi successivi furono i più spensierati tra quelli che avevo trascorso finora nell’Accademia.
Ora, oltre che Amy, avevo due altre persone che potevo chiamare amiche.
La prima era Sophia.
Dopo le sue iniziali rimostranze, era diventata un’abitudine seguire le lezioni assieme. Da lì si eravamo passate a mangiare insieme sempre allo stesso tavolo e a chiacchierare nella stanza comune.
Tutto questo aveva portato grandi cambiamenti.
L’aura di terrore che circondava Sophia sembrava essersi indebolita.
Certo, nessuno osava ancora rivolgerle la parola, ma quantomeno non veniva più evitata come la peste nei corridoi e gli altri studenti non sembravano più considerare i posti liberi vicino a lei come dei patiboli.
Sophia stessa era cambiata un pochino.
Sorrideva molto più spesso e in generale sembrava essersi addolcita. Non che io e lei avessimo smesso di scannarci ad ogni occasione, ma forse era solo il modo in cui funzionava il nostro rapporto.
Purtroppo ancora non ero riuscita a scoprire di più su di lei.
Avevo provato a spingere la conversazione in quella direzione, ma si era sempre dimostrata elusiva alle mie domande.
Ma forse col tempo avrebbe iniziato ad aprirsi un po’ di più.
A questa routine si erano aggiunti anche i miei allenamenti con la mia seconda nuova amica: Celeste.
Avevo fatto un’ottima scelta nel chiederle una mano.
Come avevo notato seguendo i suoi duelli, era una maga estremamente capace, tanto che se ci fossimo sfidate seriamente non ero sicura di chi avrebbe vinto.
Dal punto di vista del puro potere magico ero avvantaggiata, ma Celeste sembrava molto più pratica nei duelli e aveva un controllo sul suo mana anche superiore al mio.
Grazie a lei avevo già imparato molti nuovi incantesimi da aggiungere al mio arsenale.
Quando le avevo chiesto se non le dispiacesse aiutare una sua futura rivale mi aveva risposto:
«Renderà solo più divertente sconfiggerti!»
Tipica Celeste.
Alcune volte si era unito a noi il suo promesso sposo, Philemon.
Sembrava un ragazzo serio e taciturno, ma malgrado quello che mi aveva detto Celeste, i due sembravano abbastanza affiatati.
Forse a volte era proprio vero che gli opposti si attraggono.
Ci aveva aiutato ad allenarci evocando numerosi scudi elementali, su cui avevamo sperimentato i nostri incantesimi più potenti.
Alcune volte ci era venuta a far visita anche Amy. In quei casi io e Celeste ci eravamo prodigate nell’insegnarle qualche trucchetto.
Al momento era di nuovo al sicuro in classifica. Sia io che Sophia la sfidavamo ogni giorno per poi arrenderci, garantendole un ammontare costante di punti.
Ora che oltre a me, anche Sophia le girava attorno, nessuno si azzardava a sfidarla.
Ma sapevamo che questo metodo non avrebbe funzionato in eterno. Quando il numero di studenti si sarebbe assottigliato, sarebbe inevitabilmente stata in pericolo.
Per questo era importante che migliorasse le sue abilità nei duelli finché poteva.
A proposito di Sophia, a differenza di Amy, non era mai venuta ad allenarsi con noi.
Ero certa che, malgrado quello che le avevo detto, sospettasse ancora di Celeste.
In ogni caso, quei giorni felici non facevano altro che farmi ribollire il sangue. La mia vita sarebbe stata perfetta in quel momento se non fosse stato per il gioco mortale in cui eravamo intrappolate.
A ricordarmelo ogni giorno c’era la classifica, che ora leggeva:

82 studenti rimanenti

Quasi venti studenti erano già morti e quel numero non avrebbe fatto che aumentare di settimana in settimana.
I miei giorni di pace erano contati. Dovevo trovare una via di fuga prima che fosse troppo tardi.


 
***


Il 18 dicembre sarebbe dovuto essere un giorno come tanti altri. Come al solito, al mattino mi incontrai con Amy e Sophia e facemmo colazione insieme. Dopodiché ci dirigemmo in classe, sedendoci negli ultimi banchi e chiacchierando in attesa del professore.
Ma non arrivo.
A fare il suo ingresso fu Skylark.
Era da quando mi aveva ricevuto nel suo ufficio insieme a Sophia che non vedevo il vecchio preside.
Probabilmente se ne stava rintanato là su al secondo piano tutto il tempo. Dopotutto non insegnava e i professori non mangiavano insieme a noi alunni.
Un silenzio tombale calò immediatamente nella classe.
Sapevamo tutti che se il preside era qui, non poteva esserci  dietro nulla di buono.
Skylark aspettò che gli ultimi ritardatari prendessero posto e si rivolse alla classe.
«Buongiorno. Non abbiate paura, il motivo per cui sono venuto a parlarvi è piuttosto piacevole.»
“Non ci credo neanche se mi paga.”
«Come sapete tra una settimana avrà luogo la festa della Luna Invernale,» iniziò il preside.
“Uh?”
Certo che me ne ricordavo, ma seriamente Skylark si aspettava che festeggiassimo?
Dopotutto, se anche fossimo stati dell’umore giusto, durante la festa della Luna Invernale era tradizione scambiarsi regali. Ma qui ovviamente non c’era neanche un negozio in cui comprarne uno.
Forse voleva forse che li realizzassimo da soli con la magia?
No, come sempre quando c’era di mezzo Skylark, la cosa puzzava.
«Per questo l’Accademia ha deciso di farvi un regalo.»
L’intera classe rabbrividì.
“Che diavolo ha in mente?”
«Oh non preoccupatevi non è niente di terribile,» commentò Skylark sorridendo sprezzante sotto i baffi, «dopotutto non è niente di diverso da quello che avete fatto finora. Il regalo che vogliamo farvi è un duello: il migliore che abbiate mai fatto!»
Un brusio si sparse tra gli studenti, era chiaro che tutti ci stessimo chiedendo cosa intendesse.
«Cosa intendo è molto semplice. In questi tre mesi io e gli altri professori abbiamo osservato attentamente le vostre abilità. Bene o male, ora abbiamo una buona idea di cosa siete capaci e di come combattete.
Abbiamo quindi selezionato tra tutti gli altri studenti il vostro avversario ideale.
Vi sfiderete tra una settimana in un duello entusiasmante in cui dovrete mettere tutti voi stessi per vincere.
Dato che si tratta di un'occasione speciale, al vincitore andranno ben 50 punti, mentre lo sconfitto non riceverà alcuna penalità.
Vedetela come un’opportunità per far vedere ai vostri compagni di cosa siete capaci.
Come vi dicevo si tratta di un regalo. Nessun trucco.»
Onestamente, detta così, non suonava così male.
Certo c’era la possibilità di trovarsi contro qualcuno con un potere innato, ma era improbabile che qualcuno svelasse le sue carte solo per 50 punti.
Avevo però un brutto presentimento.
«Bene è ora di scoprire contro chi andrete a sfidarvi.»
Il preside battè le mani.
La classifica sul lato destro della stanza cambiò. I nomi dei superstiti andarono a mescolarsi formando 41 coppie.
Cercai in fretta il mio nome.
Ma in cuor mio sapevo con chi mi sarei ritrovata a duellare.
Fu così che, senza alcuna sorpresa, ma con rassegnazione andai a leggere:

Elizabeth Belvoir vs Sophia Thornton

Era così ovvio. Quel bastardo di Skylark non avrebbe deciso altrimenti.
Tirai un’occhiata di sbieco alla mia avversaria.
Il volto di Sophia non tradiva alcuna emozione. Ero sicura che anche lei si fosse aspettata di trovarsi contro di me.
Ne avremmo parlato dopo.
Riportai il mio sguardo sulla classifica.
Celeste si sarebbe sfidata con Philemon. Quello sì che sarebbe stato uno scontro interessante.
Quanto a Amy…
«Owen Finch?! Ma sta tipo venti posizioni davanti a me! Non ho possibilità di vincere!» esclamò a fianco a me.
«Mmmh se l’hanno scelto come tuo avversario deve esserci un motivo… Comunque puoi contare su di me, se vuoi provare a vincere ti darò una mano a trovare una strategia.»
Affrontare uno studente in top 30 poteva essere un buon test per gli allenamenti che aveva fatto con me Celeste.
Dopo aver aspettato che la classe ritornasse in silenzio, Skylark riprese la parola.
«Molto bene, questo è tutto. Fate in modo di prepararvi a dovere. Per l’occasione vi sfiderete in un’arena speciale, mi aspetto che offrirete uno spettacolo degno di questo nome a me ed ai vostri compagni. Buona fortuna!»
Detto questo uscì dall’aula, dandosi il cambio con il nostro solito professore il quale iniziò subito la lezione.
Ma probabilmente nessuno ascoltò una parola quel giorno.
Tutti stavamo pensando al duello che avremmo dovuto affrontare da lì ad una settimana.
Non potei fare a meno di lanciare diverse occhiate di sfuggita a Sophia, la cui espressione continuava ad essere imperturbabile.
Decisi che le avrei parlato prima di andare a pranzo. Volevo sapere cosa le girava per la testa…

 

***


Fu così che, finite le lezioni mattutine, mentre stavamo uscendo dalla classe, mi rivolsi a Sophia:
«Possiamo parlare un minuto?»
Si limitò ad annuire in risposta.
«Io vi aspetto al solito tavolo,» disse Amy e si diresse con il resto degli studenti verso la sala da pranzo.
Aspettai che il resto dei miei compagni fossero usciti, così che io e Sophia fossimo le uniche a rimanere nell’aula.
«Allora?» le chiesi.
«Allora cosa?» mi domandò a sua volta, alzando un sopracciglio.
“Uff perché deve sempre fare la difficile…”
«A proposito del duello, ovviamente,» le risposi alzando gli occhi al cielo.
«Cosa vuoi che ti dica? È una perdita di tempo. Per 50 punti non vale la pena neanche pensarci.»
Era un ragionamento perfettamente logico come al solito. Io e lei avremmo potuto racimolare quei punti in un paio di giorni dopotutto. 
«Quindi cosa vorresti fare? Da come ne ha parlato Skylark non sembra che potremmo rifiutarci di duellare.»
«Basterà semplicemente che una di noi si arrenda appena il duello comincia,» rispose Sophia con fare svogliato.
Ancora una volta, aveva ragione. Facendo così, il nostro “scontro” sarebbe durato solo una manciata di secondi.
Ma c’era qualcosa su cui volevo vedere chiaro.
«D’accordo, quindi sarai tu ad arrenderti dato che l’hai proposto?»
Per la prima volta la maschera serafica di Sophia sembrò tremare.
Ci avevo preso.
«Perché, ti interessano quei miseri cinquanta punti?»
«Non particolarmente. Dicevo così tanto per, dopotutto è la stessa cosa no?»
Silenzio.
“Lo sapevo.”
Malgrado ogni giorno lo facesse di proposito per il bene di Amy, ero certa che Sophia odiasse perdere. A maggior ragione se contro di me.
«Allora?» la incalzai, «l’hai detto tu, non vale la pena combattere. Quindi ti arrenderai appena inizia il duello, giusto?»
Finalmente Sophia gettò via la maschera:
«Non vedo perché dovrei essere io a farlo. In un vero duello vincerei di sicuro! È più giusto che sia tu ad arrenderti!» esclamò uscendo allo scoperto.
Seppur mi aspettassi quelle parole, non potei fare a meno che sentire una certa irritazione montare dentro di me.
«Ah è così che la pensi? Certo che non hai problemi a mostrare quanto sei arrogante!»
«Che ci posso fare, è la verità!» rispose Sophia piccata, «ma se devi fare così tante storie va bene, mi arrenderò io.»
Ma ormai il danno era fatto.
«Quindi le cose che mi ha detto in infermeria erano tutte cazzate?»
Ormai la mia voce tremava di rabbia.
Grazie a lei avevo superato le mie insicurezze, ma proprio per questo ora mi sentivo insultata dalle sue parole.
Certo, non c’erano dubbi che sarebbe stata in netto vantaggio contro di me grazie al suo potere, ma il fatto che fosse così sicura di vincere non mi andava giù.
Nonostante fossimo diventate amiche, la consideravo ancora come una rivale, ma evidentemente non valeva lo stesso per lei.
Dal canto suo, Sophia sembrò colpita dalla mia reazione e si sbrigò a replicare:
«Non è così! Io… le cose che ti ho detto le penso davvero. Ma per quanto tu sia abile, una semplice maga non può fare nulla contro il mio potere!»
Ma ormai era come buttare benzina su un fuoco.
«OH! Una semplice maga, eh? È questo che pensi di me?!»
Non era sicura di cosa mi stesse facendo alterare così tanto.
Sapevo che in fondo Sophia stesse solo dicendo la verità.
Quest’ultima sembrò andare ancora di più nel panico nel vedere che le sue parole avevano sortito l’effetto contrario a quanto auspicava.
«No! Non è quello che intendevo! Non voglio sminuire le tue abilità davvero… È solo come… sasso, carta, forbice! Per quanto ci provi sasso non batterà mai carta. Il mio potere è perfetto contro la magia.»
Ma non volevo sentir ragione.
«Pensi veramente di essere invincibile? Ti farò vedere cosa succede quando uno prende sotto gamba la magia!»
Ormai Sophia non sapeva più cosa dire, la sua espressione era a metà tra la confusione e il rimpianto.
Era chiaro che avrebbe voluto rimangiarsi tutto quello che aveva detto finora.
«Perché te la stai prendendo così tanto per uno stupido duello!?... Elizabeth!?»
Ma avevo già girato i tacchi.
Uscii dalla stanza, ignorando Sophia che chiamava il mio nome, esasperata.
Presto, mentre correvo l’ala ovest, iniziarono a venirmi i sensi di colpa. Dopotutto ero sicura che non intendesse ferirmi con le sue parole.
Comportandomi così rischiavo di azzerare tutti i progressi che avevamo fatto nel nostro rapporto.
Ma comunque, non tornai indietro.
Nonostante tutto non riuscivo a perdonarla.
Avevo capito il perché mi fossi arrabbiata così tanto.
Non riuscivo a sopportare il fatto che per lei un duello tra noi due fosse “stupido”, quando per me era quello più speciale che avrei mai potuto combattere.
E glielo avrei fatto vedere.
Probabilmente mi avrebbe comunque battuto, ma l’avrei fatta sudare sette camicie prima di farlo.
Per questo appena arrivai nella sala da pranzo. non mi diressi al solito tavolo dove Amy mi stava aspettando.
Il mio sguardo si perse tra i miei compagni di classe finché non individuai quei vistosi boccoli biondi.
«Oh Elizabeth, buong- Oh?»
Afferrai Celeste per un braccio e offrendo un cenno di scuse alle ragazze che erano sedute al suo tavolo, la trascinai fuori dalla sala.
«A cosa devo questo rapimento?» mi chiese Celeste sorridendo per nulla turbata.
«Scusami tanto, ma ho un enorme bisogno del tuo aiuto. Fra una settimana io DEVO sconfiggere Sophia!»
   
 
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