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Autore: Vallentyne    24/04/2024    10 recensioni
A volte le cose si rivelano diverse da come ce le siamo immaginate. Come la vita a Milano per Yukari che, dopo aver accettato con entusiasmo la proposta di Ryo di raggiungerlo in Italia, si ritrova a fare i conti con una realtà deludente.
Per fortuna esistono gli amici…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Ryo Ishizaki/Bruce Arper, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte

 

Mezzanotte è passata da un pezzo.

Sanae è stravolta, ha le caviglie gonfie e le fa male la testa.

«Tsubasa, non ne posso proprio più… Portami a casa, ti prego. Sono sfinita.»

Lui sorride dandole un buffetto sulla guancia.

«Amorino… Avevi così tanta voglia di venire a ballare… Sei almeno contenta?»

«Tantissimo. Mi sono proprio tolta lo sfizio!»

«Ne sono felice, tesoro…»

«Però adesso non ne posso più. Noi tre…» e si indica la pancia «vogliamo andare a dormire, ok?»

«Ok…» le scocca un bacio sulla fronte «Adesso torniamo a casa… Dobbiamo solo cercare Nishimoto…»

«Oddio, Yukari! Chissà dove si sarà cacciata, non la vedo da quasi un’ora…»

«Nemmeno Ryo, eheheh! Magari se ne sono andati via insieme!»

«Non so… Non sarei troppo ottimista, sai?»

 

La festa si sta lentamente spopolando, una buona parte degli avventori continuerà la serata da qualche altra parte. Trovano Hikaru seduto su una delle poltroncine vicine all’ingresso, sta cincischiando con il cellulare.

«Ehi! Che fai qui da solo? Ti avevo lasciato impegnato in una conversazione con una bionda, mi pare…»

Gli risponde con una smorfia.

«Mah… Impossibile fare conversazione in un posto come questo. E non c’è niente da fare, non sono il tipo per queste situazioni.»

Sanae gli sorride comprensiva, Tsubasa allunga il collo per cercare Shun. E non lo trova.

«Nitta dov’è? Se ne è andato per i fatti suoi?»

«Già, così pare… Era su di giri, credo abbia trovato compagnia.» fa spallucce «Siamo nello stesso hotel, lo becco domani. Voi state tornando a casa?»

«Sì. Io sono stanca morta. Non reggo più gli stessi ritmi di prima, la pancia già pesa…»

Hikaru annuisce.

«Si capisce…»

Interviene Tsubasa, che intanto le cinge le spalle con un braccio con fare protettivo.

«Sì, però lo spirito è sempre lo stesso…»

«Beh, non è che siccome una è incinta allora si trasforma per forza, no?»

«Affatto, tesoro.»

«Ecco. Ma senti, Matsuyama, non è che per caso hai notato in giro Nishimoto? L’ho persa poco dopo l’arrivo di Ishizaki, e non l’ho più intravista…»

Hikaru si gratta il mento, pensieroso.

«Non sono andati via insieme?»

«È quello che ho subito pensato anch’io…» concorda Tsubasa.

«Io non ne sono poi così sicura.»

«Beh, però se non c’è, vuol dire che non c’è.»

 

Yukari, naturalmente, non è andata via con Ryo. Non l’ha raggiunto e neppure cercato, è rimasta su quei divanetti a sorseggiare champagne con Genzo chiacchierando a voce alta, per farsi sentire sopra la musica, finché qualcuno non li aveva interrotti. Non avrebbe saputo dire chi fosse, perché in quel momento l’alcol che aveva in corpo l’aveva ormai quasi stordita del tutto. Sa solo che ad un certo punto Genzo non era più lì seduto davanti a lei, e lei aveva in mano questa flûte molto graziosa, e piena di questo liquido di un colore appena dorato, ma pallido, con tante bollicine. E se l’era portata alla bocca, aveva bevuto, per poi appoggiare la testa sullo schienale, e tutto ad un tratto si era presentato un tizio che aveva cominciato a parlarle, ma lei non lo capiva bene, forse era colpa della confusione o forse era colpa sua. Lei gli sorrideva, per educazione, e questo si avvicinava, e poi non aveva capito come ma Genzo era tornato, non da solo ma con alcune ragazze e con qualcuno che aveva immaginato potesse essere Schneider, si erano seduti vicino a lei e lo sconosciuto era scomparso.

 

Ryo è furioso. Yukari è riuscita a fargli andare il sangue alla testa con il suo modo di fare indisponente, non gli ha permesso di dire quello che avrebbe voluto dire e l’ha trascinato invece in una sorta di palude fatta di recriminazioni e di tensione. Si ritrova amaramente pentito di aver accettato quella proposta di Tsubasa, è stata un fallimento su tutti i fronti. Lo strappo con Yukari si è soltanto fatto più profondo, ha litigato con Genzo, non si è divertito per niente e ha buttato via soldi e tempo. Quando s’infila sotto le coperte del suo letto, stizzito, dopo aver puntato la sveglia alle cinque e mezza, si ripromette di non cascarci una seconda volta. Non si farà trascinare ad altre feste in giro per l’Europa, non si presterà ad altri giochetti organizzati dai suoi amici per forzare qualche riappacificazione. Che poi, riappacificazione… Che termine ridicolo. Lui e Yukari sono in rotta, in via definitiva, è evidente che entrambi ne abbiano piene le scatole l’una dell’altro. Non si sopportano già più, sembrano una coppia di vecchi bisbetici.

A quanto pare, la convivenza è comunque servita a qualcosa. Serve sempre. A noi, è servita per farci capire che non siamo fatti per stare insieme. Funzionavamo meglio distanti.

Sbuffa, rigirandosi tra le lenzuola, inqueto.

 

Sanae è combattuta: sta letteralmente morendo dalla voglia di togliersi i tacchi, ma il senso del dovere le impone di recuperare la sua amica. Fa partire una chiamata, Yukari non risponde, e dopo dieci squilli è costretta a riattaccare.

«Te l’ho già detto, sarà andata via con Ishizaki… Per forza non ti risponde!»

«Non lo so… Ho visto bene la faccia che ha fatto quando si è accorta della sua presenza, non era entusiasta, te lo assicuro… E poi li hai sentiti anche tu come si sono parlati, non c’era un clima, ehm, piacevole.»

«Sì, hai ragione, però poi noi ci siamo allontanati. Per me hanno fatto pace, adesso saranno in camera a darsi da fare per recuperare il tempo perduto…» fa scivolare una mano sul sedere della moglie e le sussurra all’orecchio «che poi è quello che farei anch’io, se ti decidessi a levare le tende.»

Sanae sospira e arriccia le labbra, indecisa. Poi, all’improvviso, compare Genzo.

«Ehi, Wakabayashi! Per caso hai visto Nishimoto?»

Lui la guarda imperturbabile, poi dà un’occhiata al Patek Philppe che tiene al polso.

«Le ho lasciato una delle chiavi della mia camera mezz’ora fa, non si sentiva troppo bene.»

«Come… Come non si sentiva troppo bene? La tua camera? Ma perché?»

«L’hanno accompagnata Clarissa e Rocìo, non l’ho lasciata da sola.»

«E chi diavolo sarebbero Clarissa e Rocìo, ma non potevi chiamare me?!» Sanae lo fissa stizzita, i pugni sui fianchi.

«Non è andata via con Ishizaki.» Tsubasa interviene nella conversazione.

«No, è stata con me seduta per un po’ su uno dei divanetti là dietro…» indica con un movimento della testa la zona in fondo alla sala «Abbiamo chiacchierato e preso da bere, poi si sono unite anche altre persone... Era incazzata come una vipera con Ishizaki…»

«Vedi che non poteva essersene andata con lui?» sottolinea Sanae dando una leggera gomitata al marito che si gratta appena la testa pensieroso.

«E adesso che facciamo? Andiamo a controllare come sta?»

Genzo fa spallucce.

«Come volete… Io però non mi preoccuperei, Rocìo fa l’infermiera, Yukari è in buone mani.»

«Ah, beh… Meno male.»

Tsubasa ammicca in direzione della moglie che lo ignora.

«No. Non posso mollarla così. Non esiste.»

Estrae il cellulare dalla borsetta, prova a chiamarla di nuovo.

Non risponde.

«Chiamo io Clarissa, aspetta…»

L’amica di Genzo risponde al secondo squillo. Li sentono parlare in inglese, si scambiano poche battute, poi lui chiude la conversazione.

«L’hanno messa a letto adesso. Poverina, non è stata bene…»

«Sta… sta dormendo, ho capito bene?»

«Così pare… Dai, non diventate matti. Lasciatela dormire qui stanotte. Domani si sarà ripresa, o almeno spero, e vi vedrete per l’ora di pranzo. Mi sembra assurdo svegliarla per poi metterla su taxi con voi e portarvela a casa…»

Sanae e Tsubasa si scambiano un’occhiata.

«Davvero non ti pesa avere Yukari in camera, Wakabayashi? Non hai niente di meglio da fare?»

«Ma figurati. A parte che la camera è una suite e c’è spazio… Non sono qui per fare follie, domani nel primo pomeriggio rientro anch’io in Germania.»

«E non hai da fare con delle, ehm, top class? Incontri privati con Clarissa? Rocìo? Qualcun’altra?»

«Cosa ti fa credere che stasera non li abbia già avuti?»

Sanae arrossisce.

«Va bene, se proprio la metti così… Se non ti pesa, e non è un problema lasciarla dormire… Noi ci sentiamo poi domattina, ok?»

«Certo. Non ci sono problemi e non mi pesa. Andate tranquilli, dai… Godetevi il resto della notte.»

 

 

   
 
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