Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Celiane    25/04/2024    1 recensioni
Irma Croyso ha 25 anni e proviene da una delle più antiche famiglie di alchimisti del regno di Chiad.
Il padre, Nicholas Croyso, ha sacrificato la sua vita nel tentativo di proteggerla e le ha lasciato in eredità Elysium, una pietra misteriosa in grado di dominare tutti e quattro gli elementi.
In molti sono interessati al potere di Elysium, tra questi vi sono gli eredi al trono di Chiad, impegnati in una lotta alla successione senza esclusione di colpi: Lancel Calypse, eccezionale magus amico di Irma sin dai tempi dell'infanzia e Nathaniel, unico figlio del precedente imperatore, il più valevole quanto spietato cavaliere dell'impero di Chiad.
Ma anche forze oscure temono il potere della pietra, un manufatto in grado di alterare l'equilibrio del mondo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L’ Adhair era la principale ricorrenza del regno di Chiad.

Tutte le città dell’impero si animavano per ricordare l’antica alleanza tra l’ultimo drago ed il primo imperatore, grazie alla quale la razza umana era riuscita a prevalere e contrastare le forze non umane.

Ogni anno, per ricordare quel patto ed i doni che ne erano seguiti, milioni di lanterne si libravano in cielo da ogni parte del regno e nessun altro luogo in tutto l’impero offre una migliore visuale del palazzo reale, situato nel punto più alto della capitale, nel luogo dove una volta sorgeva la dimora di Adhair: l’ultimo drago.

Irma aveva atteso che sua madre si ritirasse nei suoi appartamenti per riposare prima di sgattaiolare fuori. 

Fortunatamente erano riuscite a ritrovare nei meandri del guardaroba della madre un abito adeguato ad una festa a corte e Christine aveva fatto ricorso a tutte le sue capacità per truccarla e domare i suoi capelli ribelli,

Da quando suo padre le aveva lasciate, Maude Croyso si era praticamente ritirata a vita privata e non l’aveva mai portata ad eventi del genere, tuttavia, a giudicare dalla sfilza di abiti da sera che avevano trovato nei bauli gelosamente custoditi nei suoi appartamenti, un tempo la loro vita doveva essere stata decisamente più movimentata.

Certe volte stentava a capire perchè, nonostante fosse passato ormai così tanto tempo dalla morte del padre, sua madre continuasse ad evitare ad ogni costo a corte ed il palazzo. 

Era pur vero che, sebbene Nicholas Croyso avesse prestato a lungo servizio come alchimista di corte, in seguito alla sua dipartita nessun membro della corte aveva proposto di sponsorizzare lei o la sua educazione e questo ancora prima che venisse fuori la sua totale assenza di talento per l’alchimia, ma certe volte, soprattuto quando si assentava da casa per qualche missione per conto dell’Ordine, non poteva fare a meno di preoccuparsi per la solitudine dietro cui si era trincerata sua madre.

Ancora cullata dai suoi pensieri, Irma gettò uno sguardo dietro le pesanti tende che oscuravano la finestra della carrozza sulla quale viaggiava.

Nascosti dal prezioso tessuto di velluto poteva intravedere i profili delle case farsi sempre più lontani mentre i cavalli si inerpicavano lungo la stretta salita che conduceva al palazzo reale e poi,

dopo avere passato una stretta curva a gomito, lo vide.

Il profilo dell’antico castello imperiale che diveniva sempre più nitido e con esso l’effige in pietra di un drago dormiente che si stagliava sul fronte principale, al di sopra del pesante cancello in ferro.

Il legame con quella bestia aveva segnato tutta la storia del regno e, sebbene ormai le origini di Chiad si confondessero con il mito, sia tra la gente comune che tra le casate nobiliari era ancora forte il senso di devozione nei confronti di quella creatura che aveva consentito all’uomo di prevalere sui non umani e così riuscire finalmente ad assicurarsi una vita pacifica dopo anni di fughe e soprusi.

Prima del dono dell’alchimia, infatti, la possibilità di utilizzare gli elementi era appannaggio unico di demoni, elfi e sirenidi.

Solo grazie al dono del drago anche gli uomini riuscirono a ingaggiare una lotta ad armi pari, ritagliandosi un posto nel mondo e il dominino di quegli elementi che erano stati loro negati come diritto di nascita.

Adhair, ormai giunto alla fine dei suoi giorni ed impietosito dallo stato in cui l’uomo si trovava, decise infatti di donare ad uno sparuto gruppo di uomini giunto nella sua tana in cerca di riparo le scaglie del suo corpo stanco e strinse con il più prode di questi un patto di sangue, grazie al quale lui ed i suoi discendenti avrebbero potuto guidare il resto delle loro genti alla salvezza.

Se le scaglie dell’ultimo drago, tramandate di generazione in generazione tra i discendenti di quelli eletti, erano la chiave che consentiva di praticare l’alchimia, quello che poi divenne il primo imperatore di Chiad ricevette qualcosa in più e che lo distingueva da tutti gli altri: la possibilità di dominare l’elemento proprio unicamente di quella stirpe sacra ed ormai perduta: l’aria.

A rimarcare l’importanza di quell’antico patto e dell’immenso potere che ne derivava, tra i discendenti dei Calypse solo coloro i quali possedevano il segno del drago potevano avere la possibilità di ascendere al trono: le iridi dorate.

Un tratto che un tempo aveva caratterizzato l’intera casata, ma che generazione dopo generazione diveniva sempre più raro e con esso lo stesso dominio dell’aria.

Alcuni detrattori lo vedevano come un segno della perdita di forza del sangue della stirpe Calypse, della delegittimazione dei suoi componenti a ritenere il trono come un loro diritto di nascita, tuttavia quegli occhi dorati venivano ancora intesi dalla maggioranza della popolazione quasi come un segno divino, marchio della benedizione elargita dalla creatura più potente al mondo.

Anche re Reuben III doveva essere di quest’ultima opinione visto che, nonostante appartenesse ad un ramo cadetto della famiglia Calypse, aveva interpretato il fatto di possedere anche lui degli occhi dorati come giustificazione delle sue mire al trono, poco importava che lo stesso fosse già occupato.

E molto probabilmente le lotte dinastiche non erano destinate a fermarsi…

Irma venne distratta dai suoi pensieri dal brusco arrestarsi della carrozza. 

Sentì il cocchiere scambiare due parole con una delle guardie che vegliavano l’ingresso del palazzo per poi proseguire lentamente oltre i pesanti cancelli di ferro.

La ragazza si calò sul viso il cappuccio dell’elegante mantella di velluto scuro, l’ultima cosa che voleva era attirare l’attenzione su di sé.

Meno persone sapevano della sua presenza a quella festa, meno probabilità c’erano che la notizia raggiungesse le orecchie di sua madre.

Non appena scesa dalla carrozza, non potè che trattenere il respiro difronte l’opulenza del palazzo. Era stata una sola volta nella sua vita in quel luogo ma l’effetto era lo stesso.

Un sorriso le si dipinse sul volto nel ricordare di quella rocambolesca prima visita a palazzo. 

Aveva circa cinque o sei anni ed era riuscita a sgattaiolare in una delle carrozze del padre per seguirlo in una delle sue frequenti visite a corte.

La sorpresa non doveva essere andata come sperava, nei suoi ricordi confusi si susseguivano le immagini sfocate di una sua caduta in un lago e del susseguente salvataggio grazie a qualche membro della servitù di palazzo.

Non aveva mai visto suo padre così furioso in tutta la sua vita.

Irma diede uno sguardo sottecchi agli altri invitati che insieme a lei percorrevano i viali del giardino dentro le mura del palazzo.

Donne meravigliose dentro abiti dalla fine fattura, bambini che si rincorrevano allegramente e uomini impettiti che si scambiavano cortesi cenni di saluto.

La ragazza tratteneva a stento l’entusiasmo, il rumore dei suoi tacchi si faceva sempre più concitato mentre percorreva a passi svelti il lungo corridoio di marmo costellato di quadri raffiguranti i precedenti imperatori di Chiad.

Irma si fermò prima di arrivare alla sala di rappresentanza, davanti a lei ricambiava il suo sguardo il mezzobusto di un affascinante uomo sulla quarantina dai corti capelli scuri.

Math I accennava un sorriso a chiunque avesse realizzato quel ritratto, era stato un re gentile, un mediatore che aveva cercato di costruire un dialogo con gli altri popoli dopo anni di conflitti.

Gli occhi della ragazza si spostarono sui volti delle altre due persone rappresentate nel dipinto.

La sua attenzione fu prima rubata dal volto di una donna bellissima, dai lunghi capelli biondi e dagli occhi verdi come due smeraldi. Sul viso dell’imperatrice non vi era ombra di alcun sorriso e dallo sguardo non traspariva alcuna emozione.

Accanto a quella che era probabilmente la donna più odiata di Chiad, capace di sposare il presunto assassinio del marito pur di non perdere la propria posizione, stava un bambino di circa quattro anni.

I fulgidi occhi dorati erano identici a quelli del padre.

La musica che proveniva dalla sala centrale la scosse. Irma entrò nell’enorme sala trattenendosi ai lati della stessa ed ammirando quegli scintillanti lampadari di cristallo che pendevano dal soffitto ed illuminavano le danze degli ospiti.

Il suo sguardo percorso tutta la stanza sino a fermarsi sui due imponenti troni posti sul fondo in posizione sopraelevata. 

Poggiato sullo schienale intarsiato d’oro del più alto, stava il corrente imperatore di Chiad: Reuben III.

I capelli biondi, striati d’argento, incorniciavano un viso dai tratti severi e dall’espressione annoiata, gli occhi color oro vagavano per la stanza in cerca di qualcosa che potesse catturare il suo interesse. 

Irma seguì lo sguardo del regnante sino a vederlo posarsi su un gruppo di donne che discuteva pacatamente poco distante da lei.

Tra loro, per bellezza e per l’opulenza del vestito, spiccava la regina Opal. Nonostante il trascorrere degli anni, l’imperatrice rimaneva una delle donne più belle di tutta Chiad; i lunghi capelli ancora biondo chiaro erano raccolti in un’intricata acconciatura che lasciava esposto il lungo collo sottile.

Irma non potè non notare come tanta bellezza, rimasta intatta nonostante il passare del tempo, in realtà celasse quello che era probabilmente l’essere più temibile di tutto l’impero.

Tra le dame con cui la regina conversava amabilmente vi era una ragazza più o meno della sua età. 

Era impossibile non notarla in quanto indossava un appariscente vestito verde ed oro, che esaltava il bellissimo colore scuro della pelle, dalla profonda scollatura leggermente nascosta dalla folta treccia laterale in cui erano raccolti i lunghi capelli color ebano. La conturbante fanciulla indossava un diadema adornato da scintillanti pietre verdi, un gioiello reso ancora più prezioso dal fatto che quelle, non aveva alcun dubbio in proposito, erano pietre alchemiche della terra.

Irma sorrise alla sfrontatezza di quella ragazza.

Un occhio poco attento avrebbe potuto scambiare quelle gemme per smeraldi ed invece erano incontrovertibilmente delle gemme frutto di alchimia.

- Che spreco - sussurrò a denti stretti mentre si immaginava i cento possibili utilizzi alternativi di quella risorsa, pietosamente ridotta ad orpello estetico solo per affermare il proprio lignaggio.

Un leggero tocco sulla spalla attirò la sua attenzione.

Davanti a lei, un uomo sulla quarantina stava accennando un inchino al suo cospetto.

  • L’ho vista qui da sola ad annoiarsi ed ho pensato che avrebbe avuto piacere di danzare con me il prossimo ballo - Irma rimase per qualche secondo impietrita dalla sfrontatezza di quel tipo. 
  • La ringrazio per il cortese pensiero, ma ho più piacere a fare quattro passi - esclamò ironicamente facendo una riverenza per poi allontanarsi a passo spedito.

L’ultima cosa che voleva era attirare l’attenzione, o meglio la penultima cosa visto che l’ultima si era appena tramutata nel ballare con quel tizio.

La ragazza si diresse a passo spedito verso uno dei grandi terrazzi su cui si apriva quell’opulente salone. 

Oltrepassate le pesanti tende di velluto tirò un sospiro di sollievo mentre si liberava dal cappuccio del mantello.

Poggiando le mani sulla balaustra in marmo bianco, Irma ispirò a pieni polmoni la fresca aria ormai serale.

Il sole era completamente tramontato e le prime stelle avevano iniziato a puntellare il cielo.

Non doveva mancare molto al lancio delle lanterne.

Le dita della ragazza si strinsero intorno alla sottile catena dorata che portava al collo, lentamente tirò fuori da sotto il corpetto del vestito il ciondolo posto alla fine di quella lunga catena.

Poteva quasi vedere i suoi occhi riflettersi su quella superficie liscia e vitrea, ancora fredda a contatto con la sua pelle nonostante fosse a contatto con il suo cuore da ormai diciassette anni. 

La ragazza si poggiò contro la balaustra mentre portava il ciondolo in alto verso la luna che ormai campeggiava nel cielo.

In controluce la pietra disvelava la ricchezza dei suoi profondi colori: un rosso scuro così profondo da sembrare quasi nero ed al cui centro spiccava, come quegli insetti rimasti incastrati nell’ambra, un piccolo oggetto dalla forma triangolare.

  • Finalmente possiamo guardare insieme le lanterne papà- sussurrò amaramente mentre nascondeva nuovamente il pendente sotto il corsetto.

Irma cercò di sporgersi un po’ più in avanti nel tentativo di scorgere meglio il lontano profilo della città, quando un movimento alle sue spalle le fece perdere l’equilibrio.

Mentre ondeggiava pericolosamente verso il vuoto, sentì tirarsi con forza verso l’interno del balcone.

La sua schiena batté su qualcosa di rigido, mentre una mano la teneva saldamente per un fianco. Prima ancora di rendersi conto di cosa stesse succedendo, fu colpita da un forte profumo muschiato.

  • Dovresti proprio stare attenta a dove metti i piedi

Irma alzò lo sguardo sino a incrociare quello del proprietario di quella voce profonda.

Era poggiata sul petto di un ragazzo di qualche anno più grande di lei, sul viso dai lineamenti perfetti cadeva un piccolo ciuffo di capelli scuri che le impediva di guardarlo negli occhi. 

Era più alto di lei di almeno una ventina di centimetri ed il fisico possente, fasciato in vestiti semplici ma di cui si poteva dedurre l’estrema buona fattura, lo faceva sembrare ancora più imponente.

Era assorta nello studio di quei particolari tanto che impiegò qualche secondo a realizzare come quella mano si stesse trattenendo più del dovuto sul suo fianco.

  • Ti ringrazio ma sei stato tu a cogliermi di sorpresa - mormorò allontanandosi di qualche passo dallo sconosciuto.

Sentiva lo sguardo di lui fisso su di lei, quasi la stessa studiando. 

Le era capitato di ricevere le attenzioni degli uomini, soprattutto considerando che l’Ordine era un’ente a prevalenza maschile, eppure in questo sguardo c’era qualcosa di diverso, era come se quel ragazzo stesse cercando di imprimere ogni dettaglio nella sua mente.

Come un predatore fa con la sua preda.

  • Dovresti stare un po‘ più attento a non piombare di soprassalto in luoghi già occupati - esclamò a disagio dando una sistemata alla gonna del suo vestito.
  • Luoghi già occupati? Non sapevo di dovere chiedere il permesso prima di uscire su un terrazzo di questo palazzo - l’espressione del ragazzo rimase seria eppure Irma potè notare un leggero cambiamento nel tono della voce, quasi come se il suo interlocutore fosse rimasto stizzito da quelle sue parole.

L’uomo si scostò il ciuffo di capelli dal volto, Irma sentì il sangue congelarsi nelle sue vene quando incrociò il suo sguardo.

Due occhi del colore dell’oro ricambiavano il suo sguardo attonito.

La ragazza chinò velocemente il capo in segno di rispetto.

  • Nathaniel ecco dove diamine ti eri cacciato… padre ti cerca da tutta la sera… Irma?!

Irma alzò il volto verso il nuovo individuo che si era aggiunto su quella balconata. 

Un ragazzo magro dai capelli biondi, anch’egli vestito elegantemente, la guardava con aria interrogativa.

Il suo aspetto quasi etereo era amplificato da un paio occhiali tondi che campeggiavano sul suo viso e dietro i quali si intravedevano due iridi anch’esse dorate.

La ragazza si lasciò scappare un gemito soffocato.

Se il suo proposito iniziale era quello di dare nell’occhio il meno possibile, stava riuscendo a fallire nel più miserevole dei modi. 

Davanti a lei troneggiavano quelli che da tutti erano considerati i futuri protagonisti della prossima potenziale lotta dinastica al trono di Chiad: i fratellastri Nathaniel e Lancel Calypse

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Celiane