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Autore: _Fedra_    25/04/2024    1 recensioni
Greta ama l'arte e per questo ha deciso di abbandonare la grigia provincia in cui vive per trasferirsi a Firenze.
Lì, tra le aule della Scuola di Comics e le austere gallerie colme dei capolavori del Rinascimento, incontrerà Noemi. Le due ragazze scoprono di avere molte cose in comune, gli stessi sogni insieme a qualcosa di più oscuro. Una rabbia bruciante verso il proprio passato che a poco a poco inizia ad affiorare.
Greta si accorge che intorno a lei sta accadendo qualcosa di terrificante. A poco a poco, tutte le persone che la circondano iniziano a isolarla, quasi stentassero a vederla. E, man mano che lei scompare, Noemi emerge sempre di più nel fumetto come nella sua vita privata, fino a cancellare qualsiasi confine che separi l'identità di una dall'altra.
Cosa sta accadendo davvero?
Greta sta scivolando nella follia o esiste una terribile verità dietro l'innocente finzione dell'arte?
Genere: Sovrannaturale, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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7.
 
Fabbricanti di sogni
 
*

 
 
 
 
 
 
Greta sa che i sogni possono trasformarsi in favole pericolose. La sua attrazione per il fantastico, in particolar modo i fumetti, non era vista di buon occhio quando viveva ancora con i suoi. Le era stato più volte fatto notare quanto queste sue illusioni la estraniassero da un mondo dal quale non desiderava altro che fuggire.
Tra le linee sinuose dei disegni e i colori sgargianti delle sue storie, non riusciva più a percepire il ronzio incessante dei macchinari che tenevano in vita sua sorella, le urla isteriche di sua madre, la monolitica assenza di suo padre. E lei non era più di troppo, un dettaglio incastonato a forza all’interno della perfetta infelicità che la circondava.
Sin da piccola le era stato insegnato che i desideri sono cose da egoisti. Doveva essere grata per ciò che aveva, anche se questo significava rimanere imprigionata nella fredda indifferenza che la circondava. La sua colpa non era solo quella di essere l’unico elemento funzionante all’interno di una famiglia difettosa, ma anche quella di rifiutare di rompersi per assomigliare un po’ di più a loro.
Greta era abituata a cavarsela da sola, senza mai chiedere aiuto, perché in fondo nessuno si era davvero preoccupato di lei, non aveva bisogno di medicinali o macchinari per tenerla in vita, così come poteva muoversi liberamente sulle sue stesse gambe.
La sua mente l’aveva portata lontano con la stessa tenacia del suo corpo. Solo che a un certo punto sognare non le era bastato più. Lei voleva vivere. E l’arte era il suo lasciapassare.
Ma a quale prezzo?
Greta è seduta di fronte al pc, l’unica finestra sul mondo che le è rimasta. Si sfiora il volto calvo, quasi nella vana speranza di vederlo tornare normale da un momento all’altro.
Sa di essersi meritata quanto le è accaduto. Le era stato predetto nel momento stesso in cui aveva mosso il primo passo fuori dalla casa in cui era cresciuta, e dentro la quale stava soffocando un giorno alla volta.
Il diavolo è affamato di sogni, così come dell’egoismo dei sognatori. È pronto ad attenderli dietro l’angolo, con la promessa di esaudire qualunque desiderio a buon prezzo per poi risucchiarli nella rete delle loro stesse illusioni.
Illusioni come Hugo, l’unico vero amico che Greta abbia mai avuto nel buio di quelli che avrebbero dovuto essere gli anni della spensieratezza. Un fioco bagliore di speranza a cui aggrapparsi mentre sperava in segreto che persone come lui, gentili nei modi e nobili d’animo, esistessero anche nel mondo reale.
Greta ripensa a sua sorella, venuta a mancare troppo presto. In fin dei conti, il vero impostore è lei, il pezzo difettoso che si è rifiutato di prendere il posto della figlia perfetta dopo essere sopravvissuto. Sapeva di essere il rimpiazzo sin dalla nascita, quando i suoi genitori avevano capito che quel momento fatale sarebbe arrivato prima o poi.
Anche sua sorella lo sapeva, glielo aveva sempre fatto notare attraverso gli sguardi neri e cattivi che le scagliava attraverso la muraglia di cuscini in cui era stata confinata negli ultimi anni della sua vita.
Greta non aveva mai avuto il diritto di essere se stessa, ma solo l’ombra di qualcun altro che avrebbe continuato a perseguitarla anche dopo essersi lasciata alle spalle le macerie desolate del suo passato.
In qualche modo, ora l’essere priva di un volto le dà quasi un minimo di sollievo. È quel nulla in cui ha sempre desiderato scomparire, e dal quale può nascere qualcosa di completamente nuovo. Qualcosa che sia davvero suo.
Eppure Hugo sembra ostinarsi a ricordarle ogni giorno di essere ancora viva. È stato grazie a lui se Sara le ha impedito di compiere un gesto malsano, la sera in cui si sono incontrate per la prima volta. È stato sempre lui a non darle requie durante le lunghe notti insonni, nascosta nella camera della sua nuova amica con la quale divide l’appartamento di nascosto, nella speranza di dare un senso all’ostinato presente che le si dipana davanti.
Rannicchiata nel buio, Greta non ha potuto fare altro che ascoltare l’unica voce che non l’ha mai abbandonata del tutto. Ha ricominciato a disegnare, a scrivere, a sognare. A progettare un futuro.
Ha finito la graphic novel di Hugo come l’aveva immaginata, ha aperto un blog dietro pseudonimo ed è stata assunta come copywriter. Un lavoro per il quale non serve mostrare il suo vero volto, e che le ha permesso di ripagare l’affitto senza diventare un peso.
Sara le è rimasta accanto durante tutte quelle settimane di oscurità. Non si è lasciata impressionare dal suo aspetto inquietante, non fa che ripeterle quanto sia stato ingiusto il suo passato e che in qualche modo la verità verrà a galla.
È una ragazza concreta, Sara. Aiuta i suoi genitori all’interno del ristorante di famiglia, e intanto studia all’università per diventare una psicologa. Greta la stima, e un poco la invidia. Sara è forte e indipendente, ma allo stesso tempo è circondata da una famiglia pronta a sostenere anche il più insignificante dei progressi.
Greta ha paura dell’amore, perché non l’ha mai provato davvero sulla sua pelle. È bene che resti tra le pagine dei libri, dove non può nuocere a nessuno. Di tutte le illusioni, è l’unica che non vuole vedere disintegrata nel crudele gioco della realtà.
Eppure, persino in un mondo dove esistono demoni mangiatori di volti, persone come Sara non sembrano smettere di volerle stare vicino. La sua dolcezza ha tenuto viva quella debole luce di speranza che ancora non accenna a spegnersi all’interno del suo cuore. Se ne è presa cura e l’ha alimentata fino a trasformarla in un incendio nel momento in cui Greta ha capito di essere abbastanza forte da affrontare la creatura che le ha rubato il volto.
Poteva portarle via tutto, tranne Hugo. L’ultimo frammento rimasto intatto di lei.
 
Io ti vedo.
 
Tre semplici parole, sufficienti a ricordarle quanto in realtà fosse viva. L’impostore aveva capito l’inganno. Era come se riuscisse a percepire il suo terrore. Sara era lì, seduta davanti a lei mentre componeva il fatidico messaggio con le dita che tremavano.
Proprio come quando aveva notato il commento di Luca e l’aveva incoraggiata a ricontattarlo.
Sara non aveva cessato un solo istante di tenere d’occhio l’impostore. Sa che persino i migliori bugiardi prima o poi commettono un errore. È solo una questione di tempo.
Nascosta nel buio della cameretta, Greta continua a disegnare. L’idea di restare in attesa in quel modo è estenuante, lei che è abituata a non stare mai ferma. La matita continua a scorrere sui fogli da disegno, affamata di nuove avventure che aspettano di essere raccontate. È solo una questione di tempo, lo sente.
L’improvvisa vibrazione del telefono appoggiato accanto a lei la fa trasalire. La matita perde il controllo e traccia uno sfregio scuro sul foglio bianco, simile a una cicatrice.
Il cuore accelera i battiti, forse per la verità che finalmente sta venendo a galla o per il semplice fatto di sentire di nuovo Luca. Recupera il cellulare e legge il messaggio. L’euforia le si inerpica lungo le guance simile a un grido disperato verso la vita.
 
So come smascherare l’impostore.


 
**** Eccoci arrivati al penultimo capitolo. Come vi accennavo, si tratta di un racconto breve, spero che non sia un problema per chi ama opere più lunghe che di sicuro troverete su questi schermi. Tra la fine della settimana e l'inizio della prossima scopriremo come andrà a finire lo scontro tra Greta e il suo inquietante imitatore... chi ha ragione?
Se avete piacere di seguirmi, potete trovarmi sul mio profilo Instagram le_storie_di_fedra.
A presto!

F.

 
   
 
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