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Autore: TacitorumCantor    26/04/2024    0 recensioni
Questa storia, ambientata cent'anni dopo agli eventi di Assassin's Creed Odyssey, racconta alcune avventure di Kassandra, divenuta Custode dei Ricordi. L'ascesa al potere del grande generale macedone Alessandro Magno minacciano l'integrità del mondo, dato che egli è, secondo Aletheia, fortemente influenzato dall'Ordine degli Antichi. La sua sete di potere, unite al suo fortissimo legame con la Civiltà Isu, sono una seria minaccia per la stabilità dell'intero mondo.
In particolare, a preoccupare Aletheia è la possibilità che Alessandro e gli antichi entrino in contatto con la tecnologia dell'Antica Babele, situata in Mesopotamia, tecnologie che, unite agli innati poteri del generale, potrebbero portarlo a soggiogare gran parte dell'umanità.
Kassandra e Aletheia decidono dunque che, per evitare il sopravvento di Alessandro e degli Antichi, il generale va ostacolato in ogni modo.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Il mattino dopo le truppe smantellarono il campo. Erano dirette a Rodi, la città di Memnone. Io avevo deciso di seguirli.
Salii sulla stessa nave di Memnone insieme a una cinquantina dei suoi soldati. Nonostante la recente sconfitta, il viaggio si rivelò leggero, grazie anche alle abbondanti scorte di vino stivate.
Arrivammo in due giorni nelle vicinanze di Rodi, in una notte senza luna. Memnone comandò alle navi di fermarsi in rada, dato che il mare era piatto.
Fu una serata festosa che, nonostante i tristi eventi recenti: bevemmo, cantammo, improvvisammo storie strampalate e persino una breve gara di pancrazio, che riuscii a vincere.
A notte inoltrata, i soldati scesero in coperta e lì seguì. Il mattino seguente ci svegliammo di buon’ora e approdammo nel porto di Rodi. I soldati si dispersero in pochi minuti, alla ricerca delle migliori bettole dove passare quella breve licenza.
Memnone era invece rimasto solo e pensoso sul molo, così decisi di andargli a parlare.
-Si può certamente dire che i tuoi uomini sappiano alleviare la delusione, Memnone- gli dissi sorridendo.
-Sì, misthios. Ed è giusto così. Non sono loro gli inetti comandanti che hanno causato la disfatta di Abido. Sono i miei uomini, mandati da Ares stesso: non potrei mai essere deluso nemmeno dal peggiore di loro-.
-Cosa faremo adesso, dunque?-.
Memnone mi guardò molto sorpreso: -Faremo?- domandò, -Intendi restare con noi?-.
-Abbiamo un obiettivo comune, e ho molta stima di te-.
-Apprezzo molto la tua forza d’animo. Mi tocca però avvertirti che non daremo più battaglie gloriose: ci daremo ad assedi, contro-assedi, sabotaggi e schermaglie, nel tentativo di indebolire i collegamenti tra l’esercito di Alessandro e la madrepatria-.
-Stare un po’ defilata dalle scene è ciò che più desidero, dopo quanto ho rischiato sul Granico-. - Molto bene. Sono sicuro che sarai la mia miglior sabotatrice-.
-Sarà un grande onore, Memnone. Dove siamo diretti, quindi-.
-è probabile che Alessandro voglia conquistare le città costiere dell’Asia. Ci insedieremo ad Alicarnasso, in attesa del probabile assedio che i macedoni metteranno alla città. Da lì partiremo di volta in volta per infastidirli, soprattutto in mare-.
-Intendi forse affidarmi una nave da guidare?- gli chiesi, mal celando un certo entusiasmo.
-Non immaginavo ti piacesse così tanto la vita del corsaro-.
-Beh, molti anni fa ne comandavo una. Era robusta, e l’ho portata fuori indenne da molte battaglie. Non sarebbe male riprenderci un po’ la mano-.
-Sono proprio curioso di vederti all’opera. Domani salperemo all’alba, e lascerò a te il comando-.
-Sarò molto attenta a non deluderti, allora. Buona notte, Memnone-.
-Buona notte, misthios-.
Scesi sottocoperta, e destreggiandomi tra marinai ubriachi e svenuti, raggiunsi la mia branda.
Grazie anche al vino, che non avevo certo disdegnato, presi sonno abbastanza rapidamente.
Al sorgere del sole mi alzai abbastanza riposata. Mangiai rapidamente delle gallette, dopodiché raggiunsi Memnone.
 
 
-Quindi domani ci lascerai- proseguì lui, cambiando discorso.
-Già- gli risposi.
-Bene. Così, i nostri destini si separano, misthios- riprese Memnone dopo alcuni istanti di pensoso silenzio.
-Sì. Le mani, gli occhi e le orecchie di Alessandro coprono l’intero mondo greco, persino le località più sperdute. Alessandro ha alleati pericolosi e ambiziosi, che non possono essere lasciati liberi-.
-è così, amica mia. E dove andrai ora, se posso sapere?-
-Devo raggiungere Atene, per incontrare e conoscere la fazione antimacedone-.
-Oh, quindi incontrerai quell’esaltato di Licurgo?- rise Memnone.
-Immaginavo che avessi già avuto contatti con essi- risposi io, incuriosita.
-Sì, misthios. Lui e Demostene non hanno mai placato il loro disprezzo per i macedoni. Ho incontrato più volte Licurgo, fornendogli uomini, navi e armi. È un po’ bacchettone, ma è un uomo tutto di un pezzo. Se hai bisogno di incontrarlo, di’ loro che hai combattuto con me sul Granico e le sue guardie dovrebbero lasciarti passare-.
-Ti ringrazio molto, Memnone-.
-Non ce n’è bisogno. Porgigli i miei saluti quando sarai con lui, e spiegagli che io e le mie truppe ci avvicineremo alla Grecia-.
-Sarà fatto-.
-Addio, dunque. Anche se per una sola battaglia, sei stata la combattente più valorosa che io abbia comandato-.
Dopodiché mise le mani nella sua bisaccia e ne tirò fuori una sacca stracolma di monete d’oro.
-Questa è la tua paga. Te la sei ampiamente meritata-.
-Non serve, Memnone- risposi senza prenderla, -sono io a dover ringraziare te per avermi permesso di avvicinarmi così tanto ad Alessandro. Non serve che mi paghi per aver fatto quel che era mio desiderio fare, soprattutto dopo che ho fallito. E dopo tutti questi anni, posso assicurarti che le dracme non mi mancano.
-Se non sono per te né una necessità né una giusta ricompensa, accettale come dono di un amico- mi rispose lui sorridendo placidamente.
-Beh, questo posso farlo. Addio, Memnone- dissi malinconicamente, per poi allontanarmi.
-C’è una remota probabilità che tu possa dirmi il tuo nome, prima di andare?- mi chiese Memnone, facendomi fermare.
-No, non credo-, risposi.
-Che il mistero rimanga, dunque-.
-È meglio così-.
 
Il viaggio verso la Grecia fu tranquillo e arrivai velocemente ad Atene. Qui rimediai un’ottima giumenta per la quale non badai al prezzo. D’altronde conoscevo la situazione della mia terra natale sotto il dominio macedone, e avevo realizzato che avrei dovuto cavalcare a lungo per cercare tutti i “serpenti nell’erba”.
 
  
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