Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
Segui la storia  |       
Autore: LubaLuft    26/04/2024    1 recensioni
Questa storia originale si incrocia con il primo volume del manga Glass No Kamen, da noi conosciuto come Il Grande Sogno di Maya.
I protagonisti sono inventati da me ma le loro vicende sfioreranno quelle del manga, appena appena, per avere un contesto.
Grazie a chi leggerà!
Dal testo:
"In quel micromondo aperto H24 - nel quale il giorno e la notte non avevano una reale consistenza ontologica se non per via di un orologio appeso al muro - una giovane voce maschile annunciava i numeri estratti al bingo, traducendo in fonemi i capricci della fortuna: ichi … gojūroku … hachi … sanjūyon …
Nanako ascoltava quella voce durante la sua pausa-cena, che durava circa mezz'ora (...) Era cominciata così ed era più forte di lei: quando sentiva quella voce, veniva colta da una sensazione di straniamento: i numeri in sé erano un fatto neutro, una successione anarchica di cifre, significavano solo il proprio valore. Non comunicavano nulla. E allora perché quel desiderio di ascoltarlo tutte le volte?"
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3 - Biglietti misteriosi 


Quel sabato sera, Nanako si era portata appositamente un cambio d'abito. Nel retro del negozio c'erano l'office e il magazzino con le merci.
Pioveva ancora ma per fortuna, il suo ombrellino kitsch era tornato alla base, con tanto di messaggio di ringraziamento da parte dello sbadato.
Era felice di averlo ritrovato, ora le sembrava una specie di souvenir, il testimone di un incontro mancato. Le sarebbe piaciuto vederlo aperto a riparare un uomo, sicuramente quelle fragole e il rosa carico non erano passati inosservati. Chissà, magari quel tipo era un impiegato ed era abituato al grigio, e magari i suoi colleghi d'ufficio lo avevano anche guardato male quando lo avevano visto entrare in azienda coronato di rosa!

Quella sera Nanako aveva un permesso speciale per dormire fuori, a casa di Sachiko: era il compleanno della sua amica e, insieme ad Akhira l’avrebbero portata a ballare nella città cinese.
Nel piccolo bagno dell'office si truccò accuratamente. Si sistemò i capelli sciolti sulle spalle e si guardò allo specchio: indossava un paio di pantaloni aderenti, tacchi alti e una maglietta color argento. Infilò la sua giacca e attese le amiche all'uscita della stazione.

Akhira e Sachiko arrivarono puntuali. Akhira era stata dal parrucchiere e ora sfoggiava un caschetto biondo e una minigonna che esaltava le sue gambe lunghe, Sachiko invece aveva intrecciato i capelli raccogliendoli in uno chignon alla base della nuca e si era messa un abito lungo al ginocchio.

"Io ho fame! Andiamo a mangiarci un bel ramen da Manpuku? Il ramen più buono di Yokohama!" propose Akhira.
"Perché no? Che ne dici Sachiko? È il tuo compleanno…"
"Mi sembra una splendida idea… però non abbiamo prenotato …"
"Andiamo a dare un'occhiata, se è troppo lunga l'attesa ce ne andiamo…"

Arrivate al locale, c'era davvero la fila. Troppa: loro volevano mangiare bene ma senza attardarsi, volevano ballare!
"Piano B: andiamo al Fiore Di Giada" si rassegnò Sachiko.
Mangiarono bene anche lì. Alle dieci erano già in discoteca.

Nanako si lanciò subito in pista, a ballare il rock e mentre era già in piena febbre del sabato sera, a un certo punto si trovò davanti un ragazzo che la guardava intensamente.
Continuò a ballare modulando il suo sguardo su quello serio e attento di lui. Era una situazione strana, qualcosa la colpiva di quel ragazzo, e non era solo il fatto che fosse attraente. Da quando le si era avvicinato si era tutto mescolato, tutto confuso. Musica e folla non sembravano reali quanto i suoi occhi scuri.
Iniziò lentamente a rilassarsi e anche lui sembrò sciogliersi. Iniziarono a ballare insieme, ignorando chi avevano intorno. Una strana tensione che però riuscivano a controllare, complice la musica che permetteva loro di sfogarla.
Gli altoparlanti sparavano intanto a tutto volume. Poi, dopo un tempo indefinito durante il quale, ballando così vicini, potevano quasi percepire l'uno il calore e l'odore dell'altra, Akhira li aggiunse: si era fatto tardi e dovevano andare.
Lui tentava di dirle qualcosa ma era impossibile sentire la sua voce.
Allora le prese la mano e scrisse sul palmo, in hiragana, Jun.
Anche lei gli lasciò il suo nome prima di uscire.

Non le era mai capitato prima!


****


Più tardi, alla stazione, le tre amiche aspettavano l’ultimo treno per rientrare a casa.
Nanako aveva ancora il fiatone. Meno male che Akhira si era accorta che stavano facendo tardi, se avessero perso l’ultima corsa avrebbero dovuto dormire lì al konbini!

Era scappata via come Cenerentola, con gli occhi di quel ragazzo che le erano rimasti addosso.
Jun….

Akhira, che andava nella direzione opposta rispetto a Nanako e Sachiko si trovava sulla banchina di fronte a loro.
Continuava a chiacchierare con le altre due con tono allegro, raccontando loro di quel ragazzo conosciuto in pista che l’aveva seguita fuori per una sigaretta.
Mitsuo, si chiamava.

Nanako le rispondeva, divertita dal racconto dell’amica: questo Mitsuo si credeva Rodolfo Valentino, non era male ma forse aveva bisogno che qualcuno lo rimettesse al suo posto.

“Non mi era mai capitato di incontrare uno come lui. È un personaggio! Mi ha subito chiesto se sto con qualcuno e se mi andava di proseguire la serata con lui. Quando si è inginocchiato sulla pista ho capito che aria tirava… però mi piace. Anche se è più basso di me! … Ma tu piuttosto? Chi era quello con cui ballavi?”

“Un bel tipo, tutto qua …”

Nanako evitò di spostare l’attenzione delle amiche su quel ragazzo che aveva scritto il proprio nome sulla sua mano. Non voleva condividere il suo stato d’animo perché lei stessa non sapeva come descriverlo. Perché si sentiva così sicura che lo avrebbe rivisto? Era da folli, ma aveva la netta sensazione che sarebbe stato così.

Sachiko era invece molto silenziosa. Solo dopo aver salutato Akhira ed essere salite sul loro treno, prese timidamente la parola.
“Stasera ho conosciuto Watanabe…”
“Chi?”
“Watanabe, quello che lavora al Million. Si chiama Shiro.”
“Lo so che si chiama Shiro. Io non l’ho visto, però… dov'era?”
“Era al bar. Mi sono avvicinata per prendere da bere, mi sono seduta e niente … ce l'avevo accanto. È… è davvero un bell’uomo.”
Sachiko arrossì.
“Io non ho resistito e mi sono presentata…” continuò.
“Davvero…??”
“Sì. Le ho detto che siamo amiche e che eravamo venute in discoteca per il mio compleanno … sono stata sfacciata?”
“Dipende. Gli hai chiesto anche fino a che numero sa contare?” Nanako sorrise maliziosa, ripescando fra le battutine delle sue amiche a proposito della durata ottimale di un amplesso.
Sachiko la fissò interdetta, poi realizzò, divenne di fuoco e scoppiò a ridere.
"Touché! In questo momento, chissà perché non riesco a scherzarci sopra… Io stasera ero… non lo so che cos’ero. Stavo lì e lo guardavo. Lui sembrava lontano anni luce eppure mi era vicino. Mi attraversava con lo sguardo e allo stesso tempo era come se non volesse guardarmi. Quando poi ho visto Akhira che ti trascinava fuori, cercando anche me con lo sguardo, mi sono alzata di colpo per venirvi incontro e prima che potessi dirgli ciao o qualsiasi altra cosa lui mi ha fermata appoggiando una mano sul mio braccio, e poi mi ha dato questo.”
Le porse un biglietto.

Dopo il sale più pungente viene lo zucchero più dolce

"Un biscotto della fortuna?..."
“Perché me lo ha dato, secondo te?”
“Non saprei… forse è una specie di regalo di compleanno? Se vuoi, puoi chiederglielo tu stessa. Credo faccia sempre lo stesso turno al Million… potresti passare da me sabato prossimo, magari ci facciamo un giro e con l'occasione…"
“Ha almeno trent’anni, vero?…”
"Anche trentacinque.”
“Dieci più di me…”
Sachiko scosse la testa, improvvisamente triste.
“Tutto bene?”
“Forse è meglio lasciar perdere… Grazie ancora per stasera, non potevo festeggiare meglio il mio compleanno!”
Restò silenziosa per il resto del viaggio.
Nanako rifletteva su quella serata così banale e insolita allo stesso tempo. Jun, Watanabe e quel Mitsuo si erano affacciati all'improvviso, e ognuno aveva dato loro da pensare.
Come se si conoscessero … ma no, era solo una coincidenza…

Poi un pensiero la trapassò come una lama.

… L'ombrello!!
Lo aveva lasciato al guardaroba, in discoteca! Di nuovo!
Si passò una mano sul viso, sconsolata.


****


Verso le tre, Jun e Watanabe si incamminarono verso il guardaroba per recuperare le loro giacche.
La discoteca si era svuotata, resisteva solo qualcuno al bar.

Erano rimasti al bar del locale a chiacchierare a lungo.
Watanabe era un uomo profondo e le sue riflessioni sulla vita, sui rapporti personali, sul dovere e la necessità erano interessanti.
Se fosse rimasto a discutere con Mitsuo, sarebbero sicuramente andati a parare invece su questioni di donne e sesso. Ma Mitsuo se n’era andato praticamente nello stesso momento in cui la ragazza bionda lo aveva salutato, farfugliando qualcosa che nel volume altissimo della musica era completamente evaporato.

Anche per delicatezza verso Watanabe e la sua situazione sentimentale, Jun decise quindi di non tirare fuori l’argomento della fanciulla in argento che lo aveva così colpito.

La ragazza al guardaroba li guardò con una espressione eloquente, sembrava dire Alla buon’ora!
In effetti, appese erano rimaste solo le loro giacche .

Mentre gli restituivano la sua, Jun, si accorse di una macchia rosa con le fragole che brillava in un angolo del guardaroba.

Lei era stata lì quella sera! Era una fra almeno trecento persone. Gli sfuggì una risata incredula.

"Jun, che cosa c'è di tanto divertente?"

"Nulla, Watanabe, nulla… Mi scusi" Disse poi rivolto all'addetta al banco "La mia ragazza ha dimenticato il suo ombrello, è quello rosa con le fragole. Sa, ultimamente è parecchio distratta…"

"Ah si, la ricordo. Molto carina…"
Jun restò con il fiato sospeso. Aspettò di avere qualche altro dettaglio, di certo lui non poteva fare domande e farsi scoprire un bugiardo, correva il rischio di passare per un depravato che rubava ombrelli rosa.

La ragazza però non trovò nulla da ridire e gli porse l'ombrello.
“Bene, ora posso chiudere!”

Watanabe lo guardava con interesse ma era la voce di Mitsuo che Jun sentiva nelle orecchie

Ma è una fissazione, la tua! Capirei se fosse biancheria intima e tu un collezionista … ma che diavolo ci fai con un ombrello rosa?

Come se stesse rispondendo all’amico, disse quasi fra sé “Glielo riporto, chiunque lei sia. Lo lascio alla stazione… Watanabe, è stata una bella serata…"

L’uomo annuì, continuando a osservarlo.

Jun lo salutò e corse via.
Davanti al konbini, fortunatamente, c'era un'altra guardia giurata: era la seconda volta che riportava indietro quell'ombrello, la cosa iniziava ad avere risvolti comici.
Prese dalla tasca della giacca il bigliettino del biscotto della fortuna e lo infilò sotto una stecca.

La pioggia nasconde la verità solo agli occhi distratti. E aggiunse a penna dietro E lei è più distratta del sottoscritto

La “distratta” era ora in vantaggio e lo statistico in lui era pronto ad affrontare sfide più complesse.
Lasciarle il suo numero di casa?
Scriverle che poteva trovarlo al Million?

Però, ripensandoci… che senso avrebbe avuto giocare con una sconosciuta quando quella stessa sera aveva incontrato una ragazza che gli era rimasta così impressa? Fasciata da quella maglietta color argento, quel trucco perfetto… perché pensare di incontrare invece una ragazzina, magari del liceo, che lasciava ovunque ombrelli improponibili?

Jun decise che la favola dell'ombrello perduto poteva terminare lì. Piuttosto, come fare per rivedere l'altra?


****


Sul presto, il telefono di casa di Sachiko prese a squillare.
Nanako si rigirò nel suo futon mentre l’amica invece usciva fuori dal suo e si allungava per afferrare la cornetta.

“Pronto?… Akhira?…Ma che c’è a quest’ora? È domenica!… Eh?? Ti ha seguita?…”

Nanako spalancò gli occhi.

Sachiko ascoltava in silenzio. Ogni tanto annuiva. I lineamenti del suo viso però intanto si distendevano.

“Un tipo davvero strano… sì, glielo racconto io. Ok, a dopo!”

Sachiko rimise giù la cornetta e guardò l’amica ormai sveglia.
“Hai presente il tipo di ieri sera che ballava con Akhira? Beh, stamattina lei è scesa a fare colazione al caffè sotto casa e ha trovato un bigliettino sotto la porta. Un bigliettino prestampato …ora che ci penso … come quello che Watanabe ha dato a me! C’era scritto sopra qualcosa tipo Al mattino lasciati alle spalle il vecchio giornoe dietro un’aggiunta a penna Io però non ci riesco. Vorrei rivederti.
Un numero di telefono e la firma Mitsuo.”

“E lei che cosa farà? Lo chiamerà?”

“Non lo sa… certo che è inquietante, però! Quello ieri era appostato alla stazione da qualche parte! … e se ci avesse ascoltato?”

“Beh, ha parlato soprattutto Akhira, che tra l’altro sembrava anche molto interessata. Lui forse non ha voluto esagerare con le avances e ha scelto di lasciarle il biglietto… come Watanabe con te!….” Nanako le scoccò un’occhiata curiosa “Sachiko, ti è mai venuto in mente, in queste ore, che potresti davvero piacere a Watanabe?”

Sachiko arrossì fino alla radice dei capelli ma scosse il capo, non sembrava convinta.

“Beh, sai dove trovarlo… io il dubbio me lo toglierei. A te lui piace, no?”

“Molto. Ecco, l’ho detto!”

“Sabato sera vieni a trovarmi al negozio, poi andiamo a cena al bistrot del Million.”
“Ok … affare fatto!”

La settimana trascorse lentamente.
Nanako saltò il turno infrasettimanale perché doveva finire di prepararsi per un esame piuttosto complesso.
Chiamò la discoteca nella vana speranza di recuperare il suo ombrello ma le dissero che al guardaroba non c’era. A quel punto, tanto valeva comprarsene uno nuovo. Ne prese uno al mercato, color giallo sole ma senza decorazioni. Era l’unico che le ispirasse un minimo di allegria, e lei quando pioveva aveva bisogno di allegria.

I primi giorni della settimana, le sue amiche rimasero in silenzio stampa. Vide Sachiko in facoltà, era piuttosto presa anche lei: aveva finito tutti gli esami di letteratura giapponese e stava per definire la tesi di laurea.

Akhira non si fece sentire fino al mercoledì, quando propose a entrambe di vedersi a pranzo. Aveva una storia da raccontare loro, aveva detto.

Scelsero un locale vicino all'università.

“Ragazze” esordì Akhira “Faccio questa premessa: io credo fermamente nella rivoluzione sessuale. Credo che le sovrastrutture culturali patriarcali di questo Paese debbano essere sovvertite e il sesso ci aiuterà. Bene, detto questo … sono uscita con Mitsuo e ci ho fatto l’amore.”

Silenzio e stupore.

“Akhira… ma lui non era quello che si credeva Rodolfo Valentino?” Mormorò lentamente Sachiko.
“Andiamo per gradi. Siamo usciti a bere qualcosa e abbiamo parlato tanto.”
“Che cosa fa nella vita?” Domandò invece Nanako.
“Scrive sceneggiature, testi … per la Daito Art Production dì Tokyo! Ed è bravo sapete? Non mi sono mai divertita così tanto a un primo appuntamento in vita mia. È simpatico, interessante, ci ho parlato di tutto. Poi siamo andati da me e a casa mi ha recitato un paio di monologhi tragicomici, ridevo e battevo le mani come una scema!... E poi…"
"E poi?..." Chiese Sachiko.
"Ecco… è cambiato da così a così. Sembrava a disagio. Come se fosse uscito dalla sua zona di sicurezza. Mi ha detto ora vado e si è alzato in piedi, e io allora mi sono avvicinata a lui e l'ho baciato. Una scena buffa, è più basso di me di almeno dieci centimetri. Dopo il bacio mi ha detto sei alta, eh? e ci siamo messi a ridere. Poi ci siamo spogliati e l'abbiamo fatto sul divano. È stato dolcissimo, mormorava il mio nome, diceva che ero bellissima … e io mi ci sentivo davvero bellissima! … Stasera ci rivediamo. Ceniamo da me."
"Akhira, se stai bene con lui … allora doveva andare così!" Esclamò Nanako.
"Devo essere sincera: quel biglietto che mi ha lasciato sotto la porta, in un certo senso già mi aveva conquistata. Semplice e diretto come sono io."

Nanako osservava Sachiko: aveva un'aria trasognata. Forse pensava a Watanabe e al suo, di biglietto?
Improvvisamente le venne in mente il suo ombrello rosa e lo scambio di messaggi che lo aveva accompagnato negli ultimi giorni.

L'ombrello era sparito e il mistero dell'uomo della pioggia sarebbe rimasto irrisolto...
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Il grande sogno di Maya / Vai alla pagina dell'autore: LubaLuft