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Autore: crazy lion    28/04/2024    0 recensioni
[Crossover Taylor Swift/Tarzan]
Taylor ha trentasei anni, è single e, dopo due cicli di fecondazione artificiale andati male, alla fine ha avuto il suo bambino, che ha chiamato Tarzan. Il nome le è sempre piaciuto, soprattutto perché le ricorda il bimbo dell'omonimo film, un piccolo che ha sempre adorato. In questo lungo acrostico, che è una storia in versi, in cui ci sono anche dialoghi, racconto alcuni momenti della vita tra mamma figlio, con la madre di lei che la aiuta. Taylor si prende cura di Tarzan, che ha solo due giorni, con amore. Già da tempo, comunque, lui le è entrato nel cuore e ha cambiato la sua vita in meglio e per sempre.
[Nota: non è vero che Taylor ha sofferto di depressione e preso farmaci. L'ho inventato perché serviva per raccontare il suo percorso tortuoso verso la maternità. Inoltre, negli anni ho letto tanto sui bambini, per cui spero di essere riuscita a descrivere bene un neonato sotto ogni aspetto].
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo. Il personaggio di Tarzan non mi appartiene, ma è proprietà della Disney.
Genere: Fluff, Poesia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Taylor Swift
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Tarzan, tu sei il mio bambino! Starai per sempre con me. E io ti amo con tutto il cuore. Sei meraviglioso!
 
Tarzan, non posso ancora credere di averti fra le mie braccia. Hai due giorni. E ho fatto fatica ad averti.
Avevo pensato all’adozione, ma poi ho preferito fare la fecondazione artificiale. Dopo due cicli andati male,
rimanevo ogni volta tristissima. Piangevo e soffrivo da morire, ma speravo. Speravo. E Pregavo.
Zitta, a volte, altre a voce, o ancora con la mia famiglia. I miei genitori e Austin sono la mia ancora.
Adesso, però, ci sei tu. Sei nato il 5 dicembre. Sei nella culla e io non faccio che guardarti in adorazione.
Non riesco a non sorridere nel sentirti dormire. Ma ti sveglierai per un cambio o per mangiare.
 
Tarzan, per caso mi hai letto nel pensiero?”
Un attimo dopo ti svegli e piangi.
 
Sai, è il suono più bello del mondo. È musica per le mie orecchie.
Eh, eh, eh, eh, eh, eh, eh, eh, eh, eh, eh.”
I gorgogli che fai sono questi. Assieme al tuo pianto, mi fanno capire che sei sano. “Vieni dalla mamma!”
 
Io ti prendo fra le mie braccia. Ti ho accarezzato e ti ho parlato ancora, perciò ti sei calmato.
L’odore è inconfondibile, quando ti sollevo inalto. “Hai ragione tu, è ora di cambiarti il pannolino.”
 
Ma, per quanto mi stia abituando, il compito è più arduo di quel che mi sarei mai aspettata.
Io ti dico: “Dai, sta’ fermo.” E tu fai il contrario.
Oh, tesoro, bisogna avere pazienza con i neonati” mi dice mia mamma. Resterà un po’ ad aiutarmi.
 
Be’, sì, lo so. O meglio, lo sto imparando. Immaginavo sarebbe stato difficile ma non così tanto.
Ah, però sai una cosa? Sono felice. Sono felicissima di averlo avuto. È una benedizione. Un miracolo!”
Mia madre mi aiuta a cambiarti e torniamo in salotto, dove ci sistemiamo e ti allatto.
Bellissimo. Quello che hai detto, intendo. Ogni bambino, voluto o no, è un dono di Dio, per chi ci crede.”
Io, come la mia famiglia, abbiamo fede. Abbiamo pregato per te. E per tua nonna. Ha il cancro.
Non lo sai ancora – e meno male, beata innocenza! –, ma soffriamo tutti per questo. Sono anni che lotta.
Oh!” sussurri. Mi stringi la punta del dito con la manina. Riprendi a succhiare. “Mmm. Mmm. Mmm.”
 
Starai per sempre con me.” Ti accarezzo la testolina castana quando hai finito di mangiare, poi sbadigli.
Ti stringo. Ti tengo sollevato il collo e armonizzo il mio respiro con il tuo. Abbasso il capo. Essi si uniscono.
Amore, sdraiati a letto. Lo metto io nella culla.” Mia mamma mi parla con dolcezza.
Rimango ancora un po’ qui con lui.” Sono riluttante a lasciarti andare. Mi piace troppo tenerti in braccio.
Amore mio, ti assicuro che resterei così per l’eternità. Mi tocchi una mano nel sonno e mi si scalda il cuore.
Io… io…” Non sono capace di dire altro. La mia anima canta, il mio cuore salta più di un battito.
 
Per favore, Taylor, dimmi se c’è qualcosa che non va. Ti senti male?”
Ed è la voce di mia madre a riportarmi alla realtà. “No, è che non credevo che l’amore di una mamma…”
Resto zitta. “Fosse infinito” conclude lei per me. “Già. È un’emozione incredibile!”
 
Sì,” continuo, “lo amo da quando ero incinta, ma adesso è diverso.”
Eh, eh, ah.” Altri mormorii nel sonno. Sorrido. Non puoi sognare, ma io immagino che, invece, sia così.
Mmm.” “Shhh, shhh, buono. Fai la nanna. C’è la mamma, qui con te.”
Per calmarti, la nonna ti accarezza. “Non vedevo l’ora che arrivasse il momento! Hai sofferto tantissimo.”
Ragione. Ha ragione. Tra un ciclo e l’altro, mi sono fermata. Stavo male. Rimanevo a letto.
E mentre il mondo continuava come se nulla fosse, quasi mi stesse prendendo in giro, io restavo ferma.
 
Come mi aveva detto lo psichiatra, soffrivo di depressione. Due anni di psicoterapia e farmaci,
oh, è stata dura, ma tra alti e bassi, risalite e ricadute, sono guarita e ci ho riprovato.
Non ce l’avrei fatta senza un aiuto esterno. Ma ora va tutto bene. Perché tu e io siamo qui insieme.
 
Mamma?” “Sì?” “Grazie. Di avermi aiutata anche tu, come Austin e papà.” Mi abbraccia.
E Continuo. “Ho trentanove anni e ho realizzato il mio sogno. Sono una madre, adesso.”
 
E noi ne siamo felicissimi, Taylor. Stai bene? Pensavi al passato?”
 
Io… sì, ma sto bene, davvero, sul serio. Non ci voglio pensare più, per ora.” Ma non potrò dimenticare
Oh, no, non potrò. Non scorderò il dolore. Anche se si guarisce e si riprende una vita normale, non si riesce.
 
Ti va di stenderti un po’, adesso?”
Ih.” Il tuo sembra un: “Sì, mamma, hai bisogno di dormire anche tu.” Quindi non protesto.
 
Amore mio, sono stanca! Stanotte ho dormito due ore alla volta, visto quanto ti sei svegliato.
Mentre siamo in camera, io nel letto e tu nella culla accanto a me, mi giro verso di te e ti cerco nel buio.
Oh, eccoti.” Ti sfioro piano la fontanella. Bisogna fare attenzione. Quel punto è delicato. “Ti amo, Tarzan!”
 
Con tutto il cuore.” E poi dormiamo, almeno per qualche ora. Riposiamo senza problemi.
Ormai, non ho più bisogno di una sveglia. A chi serve, quando ha con sé un neonato?
No, non posso credere di averlo pensato” ti dico mentre ti prendo in braccio e tu continui a piangere.
 
Tutto. Ricominciamo con tutto. Mangi e dormi. Ti svegli quando hai fame, vuoi le coccole o sei bagnato.
Un giorno alla volta. È così che vivrò con te, mentre ti vedrò crescere. Non tornerò al lavoro per due anni.
Tre o più, nel caso in cui fosse necessario. Il mio manager è statocomprensivo e i fan mi supportano.
Tre, quattro, cinque. E di nuovo uno, due, tre, quattro, cinque.” Rido.
Ora che cosa stai facendo?” mi chiede la mamma. “Gli conto le dita. È sveglio e voglio legare con lui.”
 
Io sorrido quando lei ci dice che ci lascerà soli per andare a prendersi un caffè fuori. Ne ha bisogno.
La nonna è stata gentile a venire qui qualche giorno con noi, vero, Tarzan?”
 
Cucciolo” continuo. Ti accarezzo il viso minuscolo e tu apri la bocca. È il riflesso di suzione. “Bravo.”
Un riflesso è semplicemente tale. Non dovrei complimentarmi, a te viene naturale. È un gesto automatico.
Ovviamente, però, ti conosco minuto dopo minuto, e anche tu. Scopriamo sempre cose nuove.
Resta così piccino, tesorino.” “Uah.” “Sì, esatto. Non crescere.” Ma lo farai, non si può fermare il tempo.
E io vorrei tanto che accadesse. C’è un incantesimo di Harry Potter. Basta dire: “Arrestum momentum.”
 
Se lo facessi, noi potremmo muoverci, ma non cresceremmo. Tutti gli altri rimarrebbero immobili.
E, invece, queste cose non esistono. Alla fine, non mi dispiace.” Ti parlo e tu pieghi la testa per ascoltare.
Io voglio vederti diventare grande. Solo… non avere fretta, okay?”
 
Mmmmmm!” Prendo le tue manine fra i miei palmi e le bacio. Ti riempirei di baci tutto quanto.
E sei così dolce che vorrei mangiarti. Sì, la mamma mangia il bambino!”
Restiamo così, a toccarci le mani, mentre io ti accarezzo il pancino sotto i vestiti. Hai la pelle morbida.
Ancora una volta, dopo poco, eccoti succhiare. Il suono è di una dolcezza infinita. Io ti sto nutrendo.
Visto? Hai mangiato, hai fatto il ruttino, hai rigurgitato e ho dovuto cambiare sia me che te.”
I bambini fanno anche questo” dice mia madre, che è tornata e mi ha dato una mano in quel momento.
Gli… come dire? Le avventure della vita da mamma, giusto?” le domando. “Giustissimo.” Ridiamo.
Ora dopo ora ti coccolo come non mai. I nostri sguardi paiono incontrarsi. I tuoi rari gorgogli mi sciolgono.
So che la vita di una mamma non è facile. Ma ho fatto una scelta. E fisso i tuoi occhi azzurri con amore.
Ora il mio posto è qui con te. Ti cullo fino a quando non ti addormenti. “Non ti lascerò, Tarzan. Promesso.”
   
 
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