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Autore: Rosmary    28/04/2024    1 recensioni
Raccolta disomogenea su diversi coppie e personaggi. Alcuni racconti sono missing moments di Paradiso perduto.
1. Incastrati nella testa (Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy)
2. Quando il buongiorno non si vede dal mattino (Scorpius Malfoy/Gwendolen Goldstein)
3. Scorci (Molly Weasley junior/Atlas Nott)
4. Sono tutti i colori (Luna Lovegood, Rolf Scamander, Lorcan e Lysander, Ron Weasley, Rose)
5. Emozioni (Albus/Moira, Albus/Teti, Albus/Scorpius)
6. Se non è per sempre (Moira Meadowes/Atlas Nott)
7. Di impiccioni, offese e chiacchiere (James Sirius, Rose, Un po’ tutti)
8. Legati (James Sirius, Rose, Un po’ tutti tra genitori, zii e cugini)
9. Un sabato tutto Grifondoro (James Sirius, Rose)
10. Il più bello del reame (più o meno) (Un po’ tutti)
11. Un modello per Louis (Louis, James Sirius, Fleur e Bill, Percy)
12. Tasselli (Un po’ tutti)
13. A lezione di Babbanologia (Albus, Scorpius)
14. Ritornare – e restare (Louis/Isabelle)
15. Promesso (Lysander, Gwenda)
16. Vita da Capitano (Louis, Amanda)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Molly Weasley, Molly Weasley Jr, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Vari personaggi | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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La oneshot è un missing moments di Paradiso perduto, ma non ha veri e propri spoiler alert.


 
 
Di case spettrali e parole a raffica
 
Luglio 2021
 
Quando Albus ha chiesto a suo padre se potesse invitare degli amici a casa e ha tanto insistito affinché lui fosse presente per accoglierli, a Harry è sfuggito del tutto il sorriso furbo del figlio e ha accondisceso senza neanche pensarci. Col senno di poi, è chiaro che avrebbe dovuto registrare almeno due stranezze: Albus non ha mai voluto che i genitori si intrattenessero con i suoi amici e non ha mai chiesto il permesso per invitare qualcuno a casa.
“Allora, papà, ci porti?”
“Siete già a casa, Al.”
“Ma anche l’altra è casa, papà, e mi hai dato il permesso, ricordi? Ai miei amici l’ho già detto che andiamo lì.”
“L’hai già detto.”
“Sono qui proprio per visitare casa, ma…”
L’altra,” completa Harry per il figlio. “Sei proprio un Serpeverde, James ha ragione!”
“E tu sei proprio tanto Grifondoro, per mia fortuna!”
A Harry sfugge un sorriso arreso nonostante conosca il reale significato di quella frase – che Albus gli stia dando dell’ingenuo, nel migliore dei casi, è impresso nel ghigno divertito che sfoggia senza vergogna alcuna. Ginny non fa che ripeterglielo, che con i figli si è rimbecillito, ma a lui va benissimo così.
“Di’ ai tuoi amici di raggiungerci in sala da pranzo.”
Albus gli sorride entusiasta e raggiunge in poche falcate la propria stanza, dove il gruppetto di coetanei è in trepidante attesa.
“Papà ci aspetta, questa è l’ultima occasione per tirarsi indietro!”
E se Scorpius e Basile ridacchiano, Teti si aggrappa dubbiosa al braccio di Clarissa. Le uniche a non reagire affatto sono Rose e Allison.
“Non è più infestata, non può esserlo,” dice Clarissa. “Teti, ‘sta tranquilla.”
“In verità potrebbe esserci ancora qualche Molliccio in giro,” interviene Rose, scambiando uno sguardo divertito col cugino. “L’ultima volta ci ha aggredito, vero?”
“Fortuna che c’era Teddy,” si accoda Albus. “Spaventoso!”
“Teti, sei sicura di voler venire?” chiede Allison. “Ti vedo un po’ pallida.”
“Io vedo te po’ pallida, AllyKatty, dovresti proprio fare una passeggiata con me per riprenderti!”
“Ma perché non sei rimasto a casa?”
“Ti sarei mancato da morire!”
“Va bene, zitti tutti, andiamo,” interviene Albus, trascinando Basile con sé e facendo cenno agli altri di seguirli.
Allison lancia uno sguardo irritato a Rose, che ingoia una risata e l’affianca in coda al gruppetto.
“Te l’avevo detto che era una pessima idea unirci a loro.”
“Non puoi chiedere a James di pietrificare Zabini?” scherza Allison. “È sempre tra i piedi… come Teti.”
“Al non la guarda neanche, sta’ tranquilla.”
“Ma lei sa parlare di Quidditch!”
“Che avete da confabulare?” chiede sospettoso Albus, fissando poi lo sguardo sulla cugina. “Se stai tramando qualcosa…”
“Non sto tramando niente! Ally vuole vedere la casa di Sirius.”
“E deve vederla proprio adesso?”
Albus e Basile alzano gli occhi al cielo alla domanda retorica di Clarissa, mentre Scorpius si stringe nelle spalle e le fa cenno di ignorare le due ragazze.
Quando Scorpius ha detto ad Albus e Basile di aver bisogno di un pretesto per scrivere a Clarissa e chiederle di vedersi senza sembrare troppo disperato, Basile gli ha detto che sarebbe parso disperato in ogni caso – “La scuola è finita da quando? Una settimana? Sei disperato se già le scrivi, non state neanche insieme.” –, ma Albus gli ha fornito un pretesto coi fiocchi – “Volevate vedere la vecchia sede dell’Ordine, no? Invita anche lei.” –; l’idea di estendere l’invito a Teti è stata di Basile, certo che invitare entrambe avrebbe assicurato una risposta affermativa da parte di Clarissa. Hanno comunicato via gufo per circa una settimana per riuscire a organizzarsi, infarcendo le varie lettere di aneddoti piuttosto bugiardi su fantasmi e creature magiche che un tempo avrebbero infestato l’abitazione.
Rose e Allison sono state un’aggiunta dell’ultimo minuto, Albus non ha ben capito perché la cugina abbia voluto salutarlo quel pomeriggio né perché gli abbia chiesto di unirsi a loro, ma Basile gli è parso sin troppo contento all’idea che ci fosse anche Allison per rifiutare o chiederle spiegazioni – spera solo che Rose non abbia qualcosa in mente, alle volte ragiona un po’ troppo come Lorcan Scamander e diventa fastidiosa.
Ad ogni modo, ormai è fatta.
Una manciata di minuti dopo – e piedi pestati e sgomitate – il gruppetto si ritrova infatti nella pretenziosa sala da pranzo del numero dodici di Grimmauld Place. L’abitazione, un tempo variamente raggiungibile, è da anni accessibile solo attraverso il caminetto di casa Potter e a causa di cavilli ereditari e nuove protezioni solo in compagnia di Harry – a seguito del matrimonio, Ginny non ha voluto saperne di addossarsi anche le beghe di quella proprietà.
“Benvenuti a casa Black!”
“SUDICI PEZZENTI!”
I ragazzi sobbalzano all’unisono, persino Albus e Rose che sanno, e guidati dalla curiosità seguono quelle urla inferocite sino ad accalcarsi attorno al ritratto di Walburga Black, che non appena li vede emette un sibilo straziato e strizza più volte gli occhi, come colta dall’irrazionale speranza che quelli dinanzi a lei siano solo brutte allucinazioni.
“Ma chi è?” chiede allucinata Teti, facendo un passo indietro quando Walburga, pur costretta nella cornice, tenta di sporgersi verso di lei per scacciarla. “Quanto è brutta!”
“La puzza del tuo sangue è nauseabonda!”
“Cosa?”
“È la madre di Sirius, una fissata coi Purosangue, Voldemort,” elenca annoiato Albus. “Una piaga, non si stacca dalla parete. Ci hanno provato anche James e Louis, ma niente, però ha chiamato Louis sozzo ibrido,” sghignazza. “Un momento memorabile!”
“Se ha insultato il re è la mia preferita,” ghigna Scorpius. “Non gridi così tanto, signora!”
“Tu… Il figlio di Narcissa…”
“No, io…”
“...e di Lucius, tu…”
“No, in verità…”
“…CON QUESTA FECCIA, CHE VERGOGNA!”
“Smettila di gridare!” sbotta Basile. “Sei maleducata, signora!”
“Altra feccia, sempre feccia nella mia nobile casa!
“Ma questa vecchia lo sa che sono uno Zabini?”
“Non penso che a lei interessi chi sei.”
“AllyKatty, spostati, questa pazza ti fa male.”
Allison strabuzza gli occhi quando Basile la allontana dalla cornice, ma diffidente si allontana anche da lui e affianca Teti e Clarissa che hanno fatto diversi passi indietro.
“CHE VERGOGNA! LA MIA CASA INSUDICIATA!”
“Ma che problemi avevi da viva?” chiede Basile.
“NON RIVOLGERTI A ME, SOZZURA!”
“Perché ti insulta se sei Purosangue?” chiede stranito Scorpius all’amico. “Signora Black, mi faccia capire…”
“IL FIGLIO DI NARCISSA CON QUESTA SOZZURA!”
“Non sono il figlio di Narcissa! Mi chiamo Scorpius, sono il nipote di…”
“Non capisce niente, è inutile,” dice Albus. “Rose, zittiamola.”
Rose non se lo fa ripete e aiuta il cugino a imbavagliare il ritratto di Walburga con quello che sembra essere nastro adesivo – e devono anche esercitare un po’ di forza, perché Walburga tenta di mordere il nastro pur di non farsi zittire.
“Finalmente,” esulta Basile. “Non la sopporto, non toglietele più quel coso.”
“È roba dei Tiri Vispi, prima o poi va via.”
“O Kreacher la libera.”
“Chi è Kreacher?”
E prima che Albus o Rose riescano a rispondere a Clarissa ad apparire è proprio Kreacher, l’anziano elfo domestico di casa Black.
“Kreacher ha sentito parlare, Kreacher è corso subito per accogliere i padroni… sozzura putridume luridi traditori del loro sangue che insultano la signora padrona…
“Ci ha insultati o sbaglio?” chiede divertito Scorpius. “Simpatico.”
“Ci insulta sempre,” liquida Albus, per poi rivolgere l’attenzione all’elfo. “Kreacher, ti ordino di non togliere il nastro al ritratto di Walburga finché siamo qui. E poi… fai quello che stavi facendo… insomma non pensare a noi.”
“Potrebbe portarci qualcosa da bere, però,” tenta Basile.
“Io non bevo, ci avvelena,” dice Clarissa, guardando l’elfo di sottecchi.
“Sono d’accordo con te,” gracchia Teti. “Non ne avevo mai visto uno da vicino.”
“Perché sei babbana,” scherza Scorpius, ridacchiando assieme agli altri due Serpeverde. “Dovevamo presentarti alla vecchia, impazziva ancora di più!”
Kreacher, esausto e irritato dal gruppetto, ubbidisce volentieri ad Albus e sparisce di lì a un istante.
“Quindi i Potter hanno un elfo domestico,” insinua Clarissa. “Questo è uno scoop!”
“Non abbiamo un elfo domestico,” ribatte Albus. “Kreacher deve stare qui, non so perché, ma è meglio così, e poi quando papà gli ha parlato delle nuove leggi l’ha presa malissimo, non mangiava più, credeva di essere stato punito…”
“Gli elfi più anziani hanno avuto difficoltà a capire che la libertà non è una punizione,” spiega Rose. “Almeno così dice mia madre.”
“Una storia molto commovente che ora non ci interessa,” interviene Basile. “Al, facci vedere la casa!”
“Sei sempre il più sensibile, Zabini.”
“E tu sempre la più noiosa, AllyKatty, per fortuna hai me che ti sopporto!”
Allison alza gli occhi al cielo e trae un sospiro di sollievo quando Albus afferra di nuovo l’amico per trascinarlo con sé. Lei e Rose si ritrovano a seguire il gruppetto distanziandosene un po’, sino a quando Rose non fa cenno all’amica di seguirla al piano di sopra per raggiungere una stanza in particolare.
“Era la stanza di Sirius,” spiega Rose mentre entrano. “Zio Harry ne parla molto.”
“È piena di fotografie babbane,” nota Allison, guardandosi intorno curiosa. “Perché volevi che vedessi questa stanza?”
“Piace a James, dice che è una stanza importante.”
“Perché si chiama James Sirius, scommetto.”
Rose sorride e si appoggia al davanzale per sbirciare al di là della finestra chiusa. Allison le è accanto in un istante.
“Albus non mi guarda neanche,” mormora. “Credi che gli piaccia Teti? O Clarissa?”
“Mi ha detto che Clarissa piace a Scorpius, anche se non escono ancora insieme… Teti non credo gli piaccia, se vuoi glielo chiedo.”
“No, non voglio saperlo. Solo che… non avevo capito ci fossero anche loro due.”
“Ma perché non lo lasci perdere? Mio cugino è nato scemo e Roxi dice che fa la faccia da pesce lesso quando vede Moira Meadowes… E Roxi ha sempre ragione.”
“Sempre questo Quidditch, lo odio!”
“Albus è troppo stupido per te,” insiste Rose. “Tu sei intelligente, lui no.”
Allison ride e le rivolge un sorriso grato.
“Non devi insultarlo per forza.”
“Sì che devo! Siamo qui per lui e lui non ti pensa!”
“Chi è che non ti pensa, AllyKatty?”
“Ci mancava solo lui,” biascica Allison. “Che vuoi, Zabini?”
“Sai che la pazza del quadro è quasi più simpatica di te?” scherza lui. “Sono qui perché ti mancavo!”
“Stiamo parlando di cose nostre,” interviene Rose. “Vattene.”
Ma Basile anziché andare via sorride sornione e si accosta a Allison, che a sua volta si avvicina di più a Rose.
“Ditele anche a me queste cose vostre, sono bravo a tenere i segreti.”
“Sei bravo a impicciarti, vorrai dire,” ribatte Rose. “Nessuno è più pettegolo di te.”
“Un motivo in più per dirmi tutto! Non c’è miglior confidente di un pettegolo!”
“Sei insopportabile, perché non torni dai tuoi amici?”
“Non ci provare, AllyKatty, so di essere il tuo preferito.”
“Se potessi ti schianterei.”
“A scuola puoi, ma non lo fai mai,” ghigna lui. “Senza di me chi ti ricorda quanto sei brutta?”
“Ma perché vi siete rintanati qui?”
“Al, finalmente, riprenditi il tuo amico.”
Albus sghignazza e, per nulla intenzionato ad accontentare Rose, entra nella stanza assieme a Scorpius, Teti e Clarissa.
“Questa era la stanza di Sirius Black, il padrino di mio padre.”
“Questa casa dà i brividi,” dice Teti. “A voi non dà i brividi?”
“Lennox, non ti facevo così fifona,” scherza Basile. “È una bella casa, un po’ vecchia.”
“Molto vecchia,” soggiunge Scorpius, guardandosi attorno dubbioso. “Ma come facciamo ad andare via? Dobbiamo aspettare tuo padre?” chiede a un tratto, come colto dal timore di essere intrappolato tra queste mura finché il papà di Albus non correrà in loro soccorso.
“No, per andare via possiamo usare il camino da soli, le protezioni impediscono di entrare, non di uscire.”
“Non ha molto senso,” borbotta Scorpius, ma all’occhiata di sbieco di Albus mima un sorriso e cambia argomento. “E quindi qui facevano le riunioni dell’Ordine della Fenice?”
“Sì, ed è dove si sono nascosti papà e i genitori di Rose durante il regime di Voldemort.”
“Lunga vita ai salvatori,” scherza amaro Scorpius, scambiando uno sguardo d’intesa con Albus. “A casa mia c’è l’altra parte della storia.”
“I tuoi erano Mangiamorte, vero?”
“Teti, non si chiedono queste cose!” rimprovera Clarissa. “Scorpius, scusala.”
“Non fa niente, davvero…”
“Anche perché non ci importa niente delle cose vecchie,” interviene svelto Albus. “A parte le case, dico,” precisa, accorgendosi degli sguardi scettici puntati su di lui. “Insomma, avete capito!”
“Sì, abbiamo capito,” ridacchia Basile. “Dovreste provare a cambiare colori, qui dentro, diventerebbe più allegra.”
“Secondo me resta spettrale,” insiste Teti.
“Non puoi avere paura sul serio,” dice Albus. “Poi ci sono io a difenderti!”
“Ora sì che sono tranquilla,” scherza in risposta, tuttavia si avvicina a lui e si aggrappa al suo braccio. “Somiglia al set di un film horror, dove c’è il gruppo di protagonisti decimato da un mostro.”
“Non ho capito niente di quello che hai detto,” si intromette Scorpius. “Però sei hai paura anche tu, Clari, puoi starmi vicino!”
Clarissa si imporpora un po’, ma fa ugualmente qualche passo verso di lui, aprendosi in un dolce sorriso quando avverte le dita di Scorpius cercare le sue.
Albus e Basile ridono dell’espressione soddisfatta dell’amico, ma l’ilarità si spegne in fretta, perché da un punto non identificabile dell’abitazione riecheggia un feroce ululato che spaventa tutti, o quasi – Allison e Rose, più in disparte, ingoiano risate.
“Ma cosa… Questa casa è stregata!”
Albus guarda Teti dubbioso, ma anziché consolarla dirotta lo sguardo sulla cugina e le si avvicina di lì a un istante – Rose ha appena il tempo di strappare dalle mani di Allison il Tiro Vispo che ha causato quell’attimo di terrore per addossarsi la colpa.
“Confessa, Rosie,” la sbeffeggia Albus.
“Confesso, Albussino,” ribatte Rose, mostrandogli la piccola sfera di gomma che se schiacciata emette suoni terrificanti. “Fifoni, i tuoi amici.”
“Sei la solita…”
“Stronza!” interviene Clarissa. “Non sei divertente, Weasley.”
“Io mi sono divertito,” sghignazza Basile. “Che roba è?”
Tocca-e-fuggi,” risponde Albus. “E a voi è andata bene, zio George lo ha testato su di noi, alla Tana, di notte. Mentre noi eravamo quasi morti dallo spavento lui rideva tutto allegro perché funzionava a meraviglia.”
“Tuo zio è un pazzo,” gracchia Scorpius.
“Ehi! Attento a come parli di mio zio.”
“Non mi dire, Weasley, passi la vita a difendere anche qualcun altro oltre a Potter primo?”
Rose inarca le sopracciglia, ma non risponde alla provocazione di Scorpius; Allison accanto a lei assume un’espressione speculare, mentre si chiede perché non siano fuggiti tutti a eccezione di Albus dopo il Tocca-e-fuggi – ha sperato così tanto di poter guadagnare un po’ di tempo in compagnia del solo ragazzo.
“Cosa c’entra mio fratello,” sbotta invece Albus. “Ma… non vi ho ancora mostrato la soffitta!”
“Scordatelo, lì non ci metto piede,” dice Clarissa. “E neanche Teti.”
“Coraggiose le nostre Corvonero,” scherza Basile. “Piuttosto, visto che siamo tutti qui, datemi qualche pettegolezzo. Chi nomineranno Prefetti per le vostre Case?”
“Di sicuro non noi,” ride Teti. “Non ne abbiamo proprio idea, ma so per certo che Allison sarà uno dei due Prefetti Tassorosso!”
“AllyKatty, prometto che ti farò compagnia ogni sera durante ogni ronda!”
“E io prometto che ti detrarrò così tanti punti che i tuoi compagni di Casa chiederanno la tua espulsione!”
“Ehi, potrei essere io il nuovo Prefetto Serpeverde.”
“Non essere stupido, Basile,” interviene Clarissa, che superato l’impaccio e la diffidenza si è seduta sul letto che è appartenuto a Sirius. “Nomineranno Albus, e ovviamente la Weasley,” aggiunge scoccando un’occhiataccia a Rose.
“Al, la tua amica pensa che siamo raccomandati.”
“Non è amica mia,” biascica irritato, allungando qualche passo verso la cugina e Allison. “La sopporto solo perché piace a Scorpius,” mormora a Rose. “Sei fuori strada, Corner.”
“Tu dici?”
“Penso anch’io,” interviene Basile. “Dopotutto suo fratello non è stato nominato Prefetto, quindi non fanno preferenze.”
“Sarebbe stato oltraggioso preferire Potter a Louis Weasley!” esclama Clarissa. “Louis è… perfetto.”
E se i tre Serpeverde si scambiano occhiate irritate e Teti ridacchia, Rose e Allison si guardano confuse – ma alla Corner non piace Malfoy?
“Bene, ora che sappiamo che il re ha anche la benedizione delle nostre amiche, possiamo dormire sogni tranquilli!” scherza poi Basile, facendo ridere tutti, persino Allison. “AllyKatty, se non ci fossi io a farti ridere!”
“Se non ci fossi tu, riderei sempre.”
“Che gran bugiarda!”
“Zabini, se infastidisci di nuovo Ally ti metto fuori dal club di scacchi.”
“Mia adorabile Presidentessa, non puoi.”
“E perché?”
“Perché sono amico di tuo cugino.”
“Albus è una pessima raccomandazione.”
“Ehi!”
Albus si imbroncia quando scoppiano tutti a ridere, ma prima che possa lamentarsi del trattamento riservatogli da cugina e amici ad affacciarsi alla porta è James, mani in tasca e sguardo annoiato.
“Ti ha mandato papà?”
“No, ma hai portato con te qualcosa di mio,” scherza James in risposta, guardando Rose.
“Già che ci sei resta,” tenta Albus, ignorando l’espressione infastidita di Scorpius. “Anzi, perché non ci porti qualcosa da mangiare?”
“Chiedi a Kreacher.”
“No, lui ci avvelena,” dice sicura Teti. “Sul serio.”
James non si premura di rispondere all’amica del fratello, tuttavia si apre in un sorriso quando Rose e Allison salutano gli altri e raggiungono lui sull’uscio.
 
Qualche minuto dopo, i tre sono tra le pareti accoglienti di casa Potter, dove Allison si abbandona a uno sbuffo plateale.
“È stata una pessima idea, lo ammetto,” dice a Rose. “Però… non lo so nemmeno io.”
“Di che sta parlando?” chiede stranito James.
“Seguire Al e i suoi amici,” spiega Rose, evitando di accennare alla neonata infatuazione di Allison per Albus. “Zabini le ha dato fastidio come al solito.”
Allison, grata all’amica per averle risparmiato l’imbarazzo di rendere partecipe James della sua insensata cotta – perché lo sa che non ha senso, con Albus ha zero speranze, per lui nella migliore delle ipotesi è solo un’amica della cugina, nella peggiore è il bersaglio preferito del suo insopportabile amico –, si muove a disagio sul divano dove si sono seduti, d’improvviso consapevole di essere stata ingenua e avventata nel credere che fosse un buon piano trascorrere quel pomeriggio con i Serpeverde; se anche non ci fossero state Teti e Clarissa, Zabini le avrebbe comunque reso impossibile scambiare mezza parola con Albus.
“Dovresti cacciarlo dal club di scacchi, per me.”
“E poi andrebbe in giro a dire che lo pensi così tanto da farlo escludere dal club.”
“Non è… Ma sì che lo farebbe,” dice sconsolata. “Non lo sopporto!”
“Perché non lo ignori e basta?” chiede perplesso James, mentre appella delle bibite.
“Io… Ma tu non hai ancora sedici anni?”
Rose reprime una risata alla domanda perplessa di Allison, James invece si limita a porle una delle bibite.
“Mi hai sentito pronunciare una formula?” chiede retorico. “Per quanto ne so, non ho fatto proprio niente.”
“È stato zio Harry, infatti, l’ho visto io,” scherza Rose. “L’hai visto anche tu, Ally, ne sono sicura!”
“Non voglio saperne niente,” liquida lei, accettando però la bibita. “Non è così facile ignorarlo, lui è… insistente. E insopportabile! E parla sempre, non smette mai di parlare, Zabini è veramente…”
Insostituibile, meraviglioso, l’unico motivo per cui frequento ancora Hogwarts,” interviene a tradimento Basile, mal imitando la voce di Allison. “Ciao, Potter primo, ti dispiace se mi siedo? Sono il migliore amico di tuo fratello, te lo ricordo casomai stessi pensando di cacciarmi di casa o testare qualche tuo incantesimo su di me! Oh, è sono anche amico di Rose e AllyKatty!”
“Non è vero,” dicono in coro le due ragazze. “E io spero proprio che James ti cacci,” aggiunge Allison. “E non mi chiamo AllyKatty!”
“Certo che ti chiami AllyKatty, AllyKatty.”
“Che sei amico di Al passa in secondo piano se continui a parlare a raffica,” chiarisce quieto James. “Ti è chiaro?”
E se Rose e Allison assumono espressioni soddisfatte, Basile forza un sorriso di circostanza e ingoia a vuoto – il fratello di Albus e Lorcan Scamander gli incutono da sempre un certo timore, motivo per cui preferisce starne a larga e non infastidirli.
“Parlerò il giusto, va bene?”
“Va benissimo,” concede James, ingoiando però una risata divertita. “Vuoi qualcosa da bere?”
“Avrei anche un po’ fame, e in genere quando mangio sto abbastanza zitto.”
James scoppia a ridere e a Basile sembra un buon segno. A differenza di poco prima, però, James non ricorre alla magia, ma si alza e raggiunge svelto la cucina per prendere altre bibite e qualcosa da mangiare.
“Zabini non mangia così tanto.”
James sorride, non l’ha vista seguirlo, ma ha sperato che lo facesse.
“Credo che tra poco ci raggiungeranno anche gli altri.”
“Che tenero che sei a prenderti cura del fratellino!”
“Quanto sei simpatica,” scherza. “Perché eri con quelli?”
“Te l’ho detto. Piuttosto, a te com’è andata?”
“È stato bellissimo. Non ci siamo potuti trattenere perché sai che papà non vuole mi alleni quando i cadetti la frequentano ancora, ma… È quella la mia vita, ne sono sicuro. Teddy mi ha anche insegnato un nuovo incantesimo scudo, devo perfezionare il tempo di reazione, ma sono riuscito a eseguirlo al primo colpo.”
James ha lo sguardo acceso mentre le parla della giornata trascorsa assieme a Teddy nella sala addestramento dei cadetti, ore intere a osservare promettenti Auror allenarsi e poi a fare pratica lui stesso insieme a quello che considera un fratello maggiore. Rose lo ascolta con un sorriso in viso, certa che i sogni di James non possano che avverarsi, perché lui è capace, caparbio e volitivo – non c’è nulla che possa impedirgli di ottenere qualcosa che desidera così tanto.
“Mi piace vederti così felice.”
James le regala un gran sorriso e le scocca un bacio sulla guancia. La voce di Allison che chiama l’amica con un tono esasperato tuttavia ricorda a entrambi di non essere soli e li sprona a raggiungere di nuovo i due ospiti, trovandoli l’una infastidita e l’altro divertito.
“Ti diverti proprio a farle saltare i nervi,” dice James.
“Abbastanza, lo ammetto,” sghignazza Basile, agguantando subito uno dei tramezzini portati dal ragazzo. “Ma lei mi adora, anche se dice di no!”
“Io ti detesto. Perché non torni dai tuoi amici?”
“Infatti, Zabini, che vuoi da noi?”
Basile a Rose risponde con un’occhiata furba, gli altri tre lo osservano dubbiosi.
“Non lo so ancora, perché non mi raccontate qualcosa? Prima siamo stati interrotti.”
“Non avrai nessun pettegolezzo da noi,” risponde Allison.
“E dal fondatore del Fight Club?” chiede spostando lo sguardo su James. “C’è qualche duello interessante che ci aspetta al ritorno a scuola?”
“Non lo so,” ribatte James. “Vuoi proporti tu, magari?”
Basile non fatica a rintracciare la nota provocatoria in quella domanda – Potter e Scamander hanno la fastidiosa abilità di dare un tono sinistro e pericoloso a qualsiasi parola pronunciata.
“No, grazie. Preferisco restare intero.”
“Non ti facevo così fifone.”
“Si chiama autoconservazione,” precisa Basile all’indirizzo di Rose. “Ho ragione, AllyKatty?”
“No.”
Basile le lancia uno sguardo di sbieco e Allison concentra l’attenzione sulla bibita che ha tra le mani – certo che concorda con lui, ma non gli darà la soddisfazione di saperlo.
“Io dico fifone,” insiste Rose. “Vero, James?”
“Forse è solo incapace, o l’uno o l’altro.”
Basile ha improvvisamente voglia di tornare dai suoi amici, ma la presenza di Allison lo attrae come una calamita. Per sua fortuna, non deve combattere alcuna battaglia con se stesso, perché di lì a un istante ad apparire in salotto sono proprio Albus e Scorpius.
“Ti siamo mancati?” chiede subito Scorpius.
“Non immagini quanto,” esclama. “Dove sono Teti e Clarissa?”
“Sono andate via appena siamo tornati qui, col camino,” spiega Albus, fissando poi lo sguardo sul fratello che si è alzano non appena sono arrivati loro. “Dove vai?”
“Anche Allison deve tornare a casa, faccio compagnia a Rosie.”
“Sei stato al Ministero?”
“Dovresti venirci anche tu, qualche volta, è bellissimo!”
Albus storce le labbra; non ha le stesse ambizioni di James e studiare Difesa anche d’estate gli sembra una cosa da pazzi – le vacanze servono a rilassarsi, in fondo, non a chiudersi in una sala d’addestramento precocemente.
“No, grazie, quello è il tuo mondo, non il mio.”
James si limita ad annuire e si defila assieme a Rose e Allison. Scorpius sbuffa non appena restano soli, ma prima di dire qualcosa addenta a sua volta un tramezzino.
“Passiamo ai commenti?” chiede Basile.
“A noi Clarissa non piace,” dice subito Albus. “È antipatica.”
“A te non piace che insulti i tuoi cugini quando fa la cronaca,” sghignazza Scorpius. “A me piace tanto, è bella e divertente.”
“Teti è divertente,” ribatte Albus. “E anche più carina di lei.”
“Mi fa piacere sentirtelo dire, perché la prossima volta voglio organizzare un’uscita a quattro, lei sicuramente porterà Teti, io porto te.”
“Scusami?” interviene irritato Basile. “Perché sono stato escluso da questa cosa?”
“Perché tu le distrai tutte, sei troppo… Alle ragazze piaci. Quando sei andato via, Clari ha passato dieci minuti a parlare di te, quindi tu resti a casa e Al viene con me.”
“Stai dicendo che devo venire io perché sono invisibile?”
“Non l’avrei detto proprio così…”
“Vacci da solo.”
“Dai, Al, che ti costa. A Clari poi sei anche un po’ antipatico perché sei un Potter, sei perfetto, guarderà solo me.”
“Ma che ha contro la mia famiglia?”
“Dice che credete di essere i padroni della scuola.”
“Immagino tu mi avrai difeso,” ribatte sarcastico Albus.
“Ovviamente,” concede Scorpius. “Le ho detto che il ramo Serpeverde è a posto.”
“Le avrei detto la stessa cosa,” sghignazza Basile. “Questi sono complimenti, Al!”
“Non sono né divertito né lusingato.”
“Perché non hai senso dell’umorismo.”
“E hai troppa poca autostima, amico!”
Albus fissa gli amici con un broncio sempre più appariscente; sa che per Basile e Scorpius è sempre stato troppo divertente punzecchiarlo sull’argomento famiglia per rinunciarvi, ma questo non riesce ad ammansirlo del tutto – c’è qualcosa dentro di lui che ogni volta lo induce a chiedersi se sotto strati di ilarità e affetto non vi sia un briciolo di verità e che anche i suoi migliori amici vedano in lui l’ingombrante cognome prima di tutto il resto.
“Al,” chiama Scorpius. “Stiamo scherzando.”
Albus strizza le palpebre come a cacciar via un pensiero e abbozza un sorriso.
“Non ci vengo lo stesso, con te e le Corvonero.”
“Sì che ci vieni, e parlerai il quidditchese con Teti.”
“Ma perché non inviti solo Clarissa?” interviene Basile. “È palese che le piaci, ti dirà di sì.”
“Tu dici?”
“Se ha passato un pomeriggio in casa Potter pur di stare con te… AL!”
Scorpius scoppia a ridere vedendo Basile proteggersi dal cuscino con cui Albus lo sta colpendo.
Harry, rincasato assieme a Ginny e Lily, si affaccia nel salotto attirato dagli schiamazzi e sorride schivando un cuscino lanciato proprio da Basile.
“Pessima mira!” esclama bonario all’indirizzo del ragazzo. “Vi azzuffate?!”
“Signor Potter, è tutta colpa di tuo figlio, io ero qui a mangiare tranquillo e lui mi ha colpito!”
“Quante volte ti ho detto di chiamarmi Harry?”
“Sempre, ma signor Potter suona meglio. Conosco Harry Potter, voglio che si sappia!”
Harry ride e scocca un’occhiata benevola al figlio.
“I tuoi amici cenano qui?”
“Sì che cenano qui, restano a dormire, non ti ricordi?”
“Certo che non si ricorda,” interviene Ginny, entrata nell’accogliente salotto con un gran sorriso. “Però vi spedisco a dormire tutti e tre nel garage se non ripulite questo disastro.”
I tre ragazzi sbarrano gli occhi, consapevoli di briciole ovunque, divano spiegazzato, cuscini a terra e forse anche un po’ di bibita versata sul pavimento.
“È stato James a portare queste cose qui,” si difende Albus. “Deve pulire lui.”
“Io vedo te, qui, non James.”
Albus sbuffa e guarda il padre alla ricerca di aiuto.
“Dai, Ginny, ci penso io a riordinare. I ragazzi possono apparecchiare.”
Ginny alza gli occhi al cielo, ma acconsente – l’ultima volta che lo ha convinto a punire James ha passato ore a chiederle se non fossero stati troppo duri nel proibirgli di andare in giro con la moto per una settimana.
“Allora, com’è andata la visita dai Black?” chiede cordiale Harry. “Vi è piaciuta la casa?”
“Un po’ vecchiotta,” dice Basile. “Dovreste cambiare colori alle pareti, quell’aria spettrale non va più di moda.”
“Hanno conosciuto Walburga,” sghignazza Albus. “Ha confuso Scorpius con suo padre.”
“E mi ha insultato.”
“È il suo modo di dimostrare affetto,” scherza Harry. “Sei il primo vero Purosangue che vede da anni, probabilmente era sul punto di chiederti di comprare la casa!”
“Se mi assicura di insultare il re ogni giorno, la compro subito,” sussurra Scorpius ad Albus e Basile, che ridacchiano sotto lo sguardo curioso di Harry.
“Io vi aiuto e voi mi ripagate con i segreti,” scherza Harry.
“Dovresti saperlo che tutti hanno segreti, papà, persino Al.”
La voce irriverente di James li raggiunge a sorpresa. E se Harry scuote il capo divertito, Albus scambia uno sguardo complice col fratello – c’è una distanza tra le due generazioni che gli adulti sembrano non vedere e che i giovani non solo vedono, ma cercano per sguazzarci dentro, è fatta di un mondo capovolto e di priorità differenti, come un’ombra che si specchia al contrario.
 
 
 



 
Note dell’autrice: questo racconto non ha molto senso, me ne rendo conto, ma avevo voglia di scrivere qualcosa di leggero con questi personaggi (il finale è virato mio malgrado verso i toni della long, evidentemente è proprio più forte di me).
Non ho ancora risposto a troppe recensioni dei passati capitoli, ma sappiate che le ho lette tutte e che vi sono immensamente grata del tempo dedicato ai miei racconti.
Se siete qui, spero che questa oneshot senza capo né coda vi abbia fatto sorridere!
Un abbraccio. ❤
   
 
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