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Autore: Lifia    29/04/2024    1 recensioni
Sequel de "A Legendary Story of Dragons"
Consiglio di leggere la prima parte della storia (benchè sia vecchia e da sistemare in molte parti) per avere un idea chiara del continuo del racconto.
Lyanna è viva.
Riuscita grazie alla sua vera natura a sopravvivere a quanto accaduto a un anno e mezzo prima, tenta da tempo di lasciare l'isola dalla quale non riesce a fuggire.
Sarà il destino a darle una possibilità per riuscire finalmente a intraprendere il suo viaggio per ritrovare Law, che la crede ancora morta.
Ma il destino spesso è infame e ritrovare il capitano perso non sarà poi così facile.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Eustass Kidd, Pirati di Kidd, Pirati Heart, Trafalgar Law
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< L’isola di Spinx è in tutt’altra direzione e non abbiamo un log pose per arrivarci >> ringhiò Kidd fissandomi con astio, dall’alto al basso e a braccia conserte, mentre io mi muovevo nervosa passando il peso da una gamba all’altra, senza riuscire a stare ferma.
Avevo parlato a lungo con Killer, cercando di convincerlo di aiutarmi a parlare con il capitano e trovare una soluzione al mio problema, ma sembrava una cosa impossibile.
<< A Spinx posso dirvi come arrivarci. Ho una vivrecard che potrebbe portami la >> spiegai gesticolando nervosa.
Mi era rimasto quell’unico pezzo di carta per ritrovare Marco, quando avessi terminato la mia ricerca della perla per esaudire il mio desiderio. Ormai dopo due anni con tutta probabilità il secondo di Barbabianca sospettava il mio decesso come aveva fatto Law, ma era l’unica persona che mi venisse in mente capace di aiutarmi e non troppo distante da dove il mio capitano era stato sconfitto.
Il problema era riuscire a convincere lo scimmione che avevo di fronte.

<< Scordatelo! Non perderò tempo per portarti dove vuoi! Sbarcherai come pattuito sulla prima isola! Fine! >>
<< Che razza di ingrato! >> sbottai, incrociando le braccia al petto e fissandolo con astio. Poco mi importava se mi avesse lasciato fuoribordo di nuovo.
<< Ohi, Kidd, calma… >> intervenne Killer mettendosi nel mezzo, reagendo prontamente nel vedere Kidd farsi più grosso e incazzato alle mie parole, pronto a reagire. << …Spinx non è poi lontana, sarebbe solo un piccolo fuori programma. Dobbiamo comunque rientrare sulla rotta maggiore e le correnti marine ci hanno portato più vicino a quell’isola di quanto non sembri. >>
Il rosso ringhiò frustrato, assottigliando lo sguardo e fissandomi minaccioso. Se non ci fosse stato Killer mi avrebbe ammazzato di sicuro, soprattutto alla vista della mia espressione di sfida in risposta alla sua intimidazione.
<< Io la uccido! Togliti di mezzo! >>
Killer gli pose in risposta le mani sulle spalle << Kidd, smettila! >>
<< Ci metto un secondo a toglierle quell’espressione dalla faccia >> replicò però il capitano, intenzionato a non ascoltare il suo compagno e avanzando di un passo.
Non sembrava che le parole di Killer facessero qualche effetto.

<< Lyanna, esci! >> mi ordinò l’uomo con la maschera, lanciandomi un’occhiata, severo e risoluto, voltandosi appena nella mia direzione. L’irritazione svanì dal mio volto come sentii quella voce, rendendomi conto che il capitano fosse davvero molto più seccato e irritato del solito e che non stesse affatto scherzando. 
A quanto pare ero riuscita nuovamente a fargli perdere la pazienza, tanto per cambiare, benché questa volta sembrava molto peggiore delle altre.
Beh, era pur sempre una mia prerogativa far saltare i nervi alle persone a cui era meglio stare lontano.
Come al solito la mia autoconservazione non era stata minimamente presa in considerazione, da me.
Seguii l’ordine di Killer, uscendo celere dalla cabina di Kidd, lasciandoli da soli.
Rimasi sul ponte diverse ore, camminando avanti e indietro, scambiando qualche parola di poco conto con i membri della ciurma intenti a lavorare e dandogli svogliatamente qualche aiuto dove servisse.
I due rimasero a lungo a parlare tra loro, forse per calmare gli istinti omicidi o per convincere Kidd ad andare nell’isola da me richiesta, mettendomi addosso solo maggiore frustrazione, ma lasciandomi il tempo di pensare a eventuali alternative per convincere il rosso a portarmi nell’isola delle sfingi.
Passò quasi un’ora prima che il biondo mascherato uscisse dalla cabina con il capitano che bellamente mi ignorò, lanciandomi solo uno sguardo sprezzante, prima di scendere sottocoperta.
Killer invece venne da me.

<< Kidd non vuole andare a Spinx >> dichiarò incrociando le braccia al petto e osservandomi mentre mi portando le mani tra i capelli, alzando le braccia, voltandomi a guardare il mare con un sopirò esasperato.
<< Perché è così stronzo?! >>
<< Non è stato saggio dargli dell’ingrato e guardarlo a quel modo. Kidd non ha pazienza, né diplomazia. Saresti morta se non fossi intervenuto. Ormai sei tu che mi devi più favori di quanto te ne debba io >> valutò serio, sebbene fossi certa che in quella voce ci fosse un filo di ironia, appena percettibile.
<< Dove vorreste andare voi? Quale è la rotta? >> domandai, cercando di farmi un’idea della direzione in cui saremmo andati.
<< Elbaf, con tutta probabilità il Log Pos punta là. Un maremoto ci ha colti impreparati e fatti uscire dalla rotta maggiore. Ci siamo trovati in mare aperto, non comprendendo bene dove. Dopo giorni di navigazione casuale è apparsa la tua isola.  Secondo i miei calcoli non siamo distanti da Spinx. Dalla prima isola in cui ti lasceremo dovrebbe essere facile farti portare la. >>
<< Ci vorrebbe troppo tempo… >> valutai stringendo le labbra e scuotendo il capo, guardando il mare.
<< Rinuncia a cercare di convincere il capitano. Lui… >> iniziò a consigliare Killer.
<< Ho un’idea… >> dissi, interrompendolo, senza guardarlo.
<< No, Lyanna… le tue sono pessime idee >> borbottò con tono palesemente frustrato.
Accennai un sorriso affilato, sfumato di sarcasmo, per poi dirigermi verso le scale che portavano sottocoperta.
<< Questa volta non interverrò. Se muori te la sei cercata >> mi avvisò il ragazzo alle mie spalle, rimasto fermo e a braccia incrociate. Non risposi, benché lo sentii sospirare appena iniziai a scendere, seguendomi.

Entrai nel refettorio, dove già alcuni pirati stavano mangiando, liberi dal loro turno di lavoro della giornata.
Avanzai verso Kidd, sedendomi sulla panca di fronte a lui, dall’altra parte del tavolo.
Meglio avere qualcosa tra il rosso e me, non sapevo cosa aspettarmi, dopotutto.
Lui mi rivolse uno sguardo carico di fastidio. << Non dirmi che vuoi insistere! >> ringhiò minaccioso.
<< No, ho capito. Non sono tanto ostinata >> dissi incrociando le braccia al petto, con lui che continuava a guardarmi sottecchi e palesemente diffidente.
Anche Killer si sedette accanto al suo capitano, nella mia stessa posizione.
<< Elbaf è la prossima isola in cui approderemo, da quello che ho capito… >> valutai prendendo una delle caraffe di birra poste sul tavolo, versandomene un po'. Il rosso annuì in risposta, serissimo e continuando a guardarmi male.
<< E cosa c’è di così pericoloso su Spinx da farti desistere in ogni modo dall’andarci? >>
<< Desistere? >> domandò inarcando un sopracciglio.
<< Non sai cosa voglia dire? >>
<< Certo che lo so, piccola idiota! >> mi sbraitò contro, sbattendo la mano sana sul tavolo, facendo oscillare pericolosamente brocche, bicchieri e piatti.
<< Scusa… >> dissi con falso tono mortificato. << L’avevi detto in un modo che mi sembrava che non capissi… >>
In risposta lui si alzò in piedi, sporgendosi verso di me e afferrandomi per il colletto della giacca, facendomi alzare e tirandomi verso di lui, tanto da essere faccia a faccia.
Killer, accanto a noi due, sospirò.

<< Senti, non ti ho ancora fatto pentire di essere salita sulla mia nave solo grazie a Killer, ma alla prossima parola sbagliata ti assicuro che non ne avrai neppure il tempo, di pentirtene >> sibilò, lasciando andare piccole scariche elettriche attorno al suo braccio metallico e al suo stesso corpo.
Sentii la pelle d’oca solleticarmi in risposta al suo atteggiamento, percependo benissimo il pericolo, ma cercando di restare impassibile.
<< Non voglio mancarti di rispetto, Capitano Kidd, ma permettimi di farmi delle domande se un pirata con la tua nomea non vuole andare per nessuna ragione su un’isola, quand’è praticamente una deviazione da nulla. Quella è la mia meta, ho capitò che non mi ci porterai… >> dissi afferrando il suo braccio e cercando di liberarmi dalla sua presa. << ma se hai paura vuol dire che è pericolosa e credo tu capisca che in quel caso vorrei saperlo. >>
In risposta lui strinse maggiormente la presa, senza lasciarmi.
<< Credi davvero che abbia paura? >> lo domandò con rabbia ma anche sarcasmo, facendo un mezzo sorriso di sfida.
<< Aye, credevo non temessi nulla. Hai sconfitto Big Mom e combattuto Kaido; non ti sei mai tirato indietro di fronte a niente >> gli feci notare senza cedere, sudando freddo lungo la schiena dalla tensione << ma a Spinx non ci vuoi andare e se uno come te non vuole metterci piede deve per forza essere pericoloso. >>
Lanciai un’occhiata verso Killer che scuoteva il capo guardandoci, per poi tornare sul rosso al forte scossone che mi tirò per farmi tornare a guardarlo.
<< Non c’è un cazzo di pericoloso su Spinx, solo non ho nessuna intenzione di portarti là >> insistette il mio interlocutore, lasciandomi andare.

Mi riassettai, portando le mani sul boccale nel tentativo di tenere a freno le dita che avevano iniziato a tremare.
<< Come vuoi >> annuii distogliendo lo sguardo con fare falsamente deluso. << Sarà bello spiegare ai giganti che non sei voluto approdare sull’isola vicina. Si chiederanno di certo perché… >>
<< Maledetta… >> sibilò lui guardandomi malissimo, per poi voltarsi a guardare Killer << Di al timoniere di fare rotta verso Spinx, le priorità sono cambiate >> berciò irritato, tornando poi a guardarmi.
<< Vedi di sparire per il resto della tratta. Se ti incrocio, anche per sbaglio, ti butto giù dalla nave e Killer non ti verrà a prendere >> minacciò, alzandosi e guardando il suo secondo. << È un ordine! >> dispose in un ringhio che non ammetteva repliche, per poi voltarsi e risalire le scale.
Il biondo lo osservò andare via, tornando poi a guardarmi mentre sospiravo profondamente, rilassandomi sulla panca e tirando una lunga sorsata.
<< Ti è andata bene… >>
<< Molto bene >> ammisi facendogli mezzo sorriso tirato. << Sapevo ed avevo visto che fosse competitivo e che non resisteva alle sfide, ma non sapevo come avrebbe reagito. Ho tentato. >>
<< Ti consiglio di rimanere nella tua cabina fino alla fine del viaggio >> mi disse con un sospiro. << Massimo tre giorni e saremo là. >>
<< Non penso di muovermi >> annuii finendo la birra con un ultimo sorso. << Anzi, mi ritiro immediatamente. >>

Il resto del viaggio procedette tranquillo e come da richiesta non uscii dalla mia stanza fino a che non arrivammo all’isola designata.
Fu Killer che venne a chiamarmi la mattina svegliandomi dal mio sonno, ancora in uni stato di imbarazzato dormiveglia.
<< Siamo arrivati… >>
<< Dove? >> farfugliai stiracchiandomi.
<< Sei stupida? Su Spinx >> mi rispose irritato. << Prendi le tue cose e scendi. Il capitano non vuole che resti qui un minuto di più. >>
<< Sempre il massimo della gentilezza. Un esempio di galateo… >> borbottai alzandomi e iniziando a sistemare le mie cose.
<< Siamo pirati, cosa ti aspettavi? >>
<< Oh… beh. Ci sono pirati e pirati e per la mia esperienza non sono affatto tutti come voi, per mia fortuna. >>
<< Kidd aveva ragione, quindi. Aveva sospettato che tu avessi già navigato con dei pirati >> valutò lui.
<< Così pare >> risposi sistemandomi la giacca e lo zaino sulla spalla. << Ma non ci sono state le occasioni per parlarne. >>
<< Le occasioni le hai sviate ed evitate ogni volta… >> mi fece notare seccato.
<< Chissà, forse ci reincontreremo. >>
<< Dubito, o meglio, per te potrebbe essere un problema. Credo che il capitano non avrebbe piacere. >>
<< Neppure io… >> ridacchiai, prima di porgergli la mano che lui guardò dubbioso.
<< Oh, eddai. Un ciao quantomeno! >>
<< Mh… >> rispose, prendendo la mano, stritolandomela in un saluto.

Passai sul ponte, a seguito del secondo, salutando distrattamente gli altri con frasi di circostanza.
A differenza dei pirati Heart con loro mi ero tenuta a debita distanza e per mia fortuna, a parte con Killer che era l’unico con cui avessi avuto davvero a che fare, non avevo legato affatto.
Inoltre il mio primo e unico pensiero era ritrovare Law.
Arrivai alla passerella per scendere quando il capitano mi raggiunse.
<< Aspetta! >> intimò, facendomi voltare verso di lui, perplessa.
<< Perchè quest’isola? Le case sono tutte abbandonate, non c’è nulla >> mi fece notare guardando i resti di una cittadina ormai abbandonata da tempo.
<< Qualcuno c’è >> dissi osservando a mia volta il villaggio. << Vuoi scendere e farmi compagnia? >> domai, pentendomi subito di averlo fatto, ma per mia fortuna questa volta Kidd non sembrò accettare la sfida.
<< Non ho tempo per queste cose >> sbuffò seccato, assottigliano lo sguardo. << Abbiamo altro da fare! >>
Si voltò, facendomi un cenno con la mano, iniziando a berciare ordini ai suoi sottoposti.
<< Grazie, Capitano Kidd >> gli urlai dietro, prima che fosse tropo lontano, vedendolo girarsi e rispondermi con un ghigno sarcastico, prima di tornare a organizzare la prossima partenza.
Io scesi rapidamente dalla nave.

Li guardai partire restando sulla costa, avviandomi lentamente in direzione dell’enorme ammasso roccioso al centro dell’isola, tenendo comunque sott’occhio l’imbarcazione.
Mi era sembrato strano che il capitano avesse accettato così di buon grado di portarmi la, accorgersi che si trattasse di un’isola apparentemente deserta, per poi ripartire e il dubbio che non se ne andassero per davvero mi aveva attanagliata.
Tuttavia dopo diverso tempo li vidi sparire all’orizzonte.
Attesi a lungo, girovagando per le case abbandonate della costa, usate per far credere a pirati o malintenzionati che qualcuno la ci vivesse, dirigendomi poi verso la cascata che scendeva rapida lungo uno dei lati della grande roccia, dietro la quale sapevo ci fosse un passaggio che portava all’interno dell’ammasso roccioso e al villaggio nascosto ivi difeso.
Mi fermai all’ingresso, dando una lunga occhiata alle colline verdeggianti e alle costruzioni di agricoltori e contadini che lavoravano, osservando la stradina che serpeggiava in direzione di una piccola chiesa tra una manciata di conifere.
Le sfingi pascolavano tranquille sui prati, pacifiche, mentre alcune di esse erano appollaiate sulle rocce e le rupi laterali che attorniavano l’intero villaggio e si innalzavano in una muraglia impenetrabile di difesa.
Sorrisi, memore di quando un tempo ero stata la, assieme al Babbo e alcuni della ciurma, e iniziai a incamminarmi molto più allegra e rincuorata.
Era decisamente un luogo sereno, ideale per chi cercasse calma e tranquillità.

Alcuni degli uomini intenti a lavorare mi videro, fermandosi e parlando tra di loro, piuttosto interdetti e sorpresi del mio arrivo. Vidi uno di essi dire qualcosa a una bambina, che iniziò subito a correre in una direzione.
Ignorandola mi avvicinai agli uomini, salutandoli.
<< Scusatemi, non ho cattive intenzioni. Stò solo cercando Marco, la Fenice >> gli dissi sorridendo spontanea, felice, tutto sommato, di essere là.
<< Marco? >> domandò uno di loro, quello che sembrava il più vecchio. << Perché lo cerchi? >>
<< È, diciamo, un amico di vecchia data. >>
<< Chi sei? >> si intromise uno dei giovani.
<< Mi chiamo Lyanna. Ho navigato per un periodo con il Babbo, ma non facevo parte della sua ciurma. Mio padre era un suo sottoposto >> spiegai guardandomi attorno. << Fu lui portarmi qui, molto tempo fa. Non ero che una bambina. >>
<< Ho mandato mia figlia a chiamare Marco >> mi disse un terzo, osservandomi pensieroso, per poi indicarmi la direzione che aveva preso la bambina. << È da quella parte. >>
Ringraziai chinando il capo, per poi superarli a passo svelto, non vedendo l’ora di rivedere la Fenice.

Feci solo un breve tratto di strada, prima di notare la bambina in compagnia di Marco, il quale si fermò appena mi vide, sgranando gli occhi.
<< Lyanna?! >> mi chiamò sorpreso, mentre al contempo sul volto si allargava un sorriso.
Abbandonai lo zaino a terra, sorridendo a mia volta e saltando verso di lui per un abbraccio al quale non si sottrasse, ridendo.
<< Non posso crederci! Sei davvero tu? >> mi dimandò afferrandomi per le spalle. << Sei… cresciuta! >>
<< No, sono rimasta uguale >> risi di cuore.
Non mi sentivo tanto felice ed euforica da quasi due anni. Mi sentivo addirittura gli occhi bruciare dalla commozione.
Mi tolsi una lacrima con un gesto rapido, indicandogli il viso per distogliere l’attenzione dai miei occhi lucidi. << Tu invece porti gli occhiali! Da quando i polli portano gli occhiali? >> lo presi in giro, ricevendo un buffetto sulla testa in risposta assieme a una risata.
<< Vedo invece che tu non hai perso il sarcasmo e l’auto conservazione >> ghignò lui incrociando le braccia. << L’ultima volta sei finita in mare, ti ricordo. >>
<< Tanto per cambiare. E comunque ora so volare anche io, non ti sarebbe facile farmi precipitare >> risi di gusto, vedendolo inarcare un sopracciglio e inclinare il capo di lato, sempre sorridente.
<< Voli? Hai mangiato un frutto? >>
Scossi il capo. << No, ho… solo capito chi, o meglio, cosa sono >> spiegai, cambiando tono di voce e affilando appena il mio sorriso, affrontando la sua espressione incuriosita.
<< Centra con tuo padre? >> domandò voltandosi e facendomi cenno di seguirlo, per poi rivolgersi alla bambina che era con noi, dicendole gentile di poter tornare a casa.
<< Esatto. Tu… sapevi, giusto? >>
<< Qualcosa >> annuì. << Ma non siamo mai entrati nello specifico o nel dettaglio. A dire il vero sapeva poco anche lui e onestamente voleva stare lontano dal passato >> spiegò rivolgendo l’attenzione verso un punto imprecisato e facendosi mesto. << E voleva che ci stessi lontana anche tu. >>
<< Pare che il suo desiderio non si sia avverato >> constatai in tono basso, continuando a camminare e guardare avanti a me.
<< Sono passati anni, di cose ne sono successe… >> mormorò la fenice, accigliandosi poi nel vedendomi fermare di colpo. << Lyanna? Tutto bene? >>

<< Marco… è davvero un orso polare quello che vedo? >>  
   
 
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