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Autore: ilenia23    20/09/2009    4 recensioni
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E se Albus Silente avesse una figlia? E se Sirius Black  se ne innamorasse? E se la storia fosse andata tutto in un altro modo o quasi?
Un intenso sguardo, durato un solo istante.
Pieno di dolcissima tensione.
Complicità.
E paura.
E ansia.
E passione.
E felicità straziante.
Gioia pura, autentica.
In un brevissimo sguardo  tutto questo.
Eravamo tutto questo io e Sirius.
E quel poco d’amore che c’era.
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con un altro chap, pronto per voi!!! Il prossimo sarà l'ultimo dei frammenti nonchè flashback quindi si tornerà al presente per sempre(scusate il gioco di parole) e da lì in poi la storia procederà scorrevolmente. Spero che vi piaccia e mi raccomando, RECENSITE!!!!

Azkaban

Sirius Black

Ci furono diverse fasi della mia vita ad Azkaban: prima il dolore, poi l’accettazione e infine l’indifferenza totale.
All’inizio l’odio era l’unica cosa capace di mantenermi in vita ma non era un tipo d’odio normale, umano.
Era peggiore di qualsiasi altra cosa...forse non era nemmeno odio..cinismo, rancore, forse.  
Poi le cose peggiorarono.
L’ indifferenza divorò qualsiasi parvenza di umanità insita in me.
Nulla poteva toccarmi o sconvolgermi.
La cosa peggiore che possiate fare ad un uomo è togliergli la voglia di vivere ma ,in ogni modo, in lui rimarrà sempre la paura della morte.
Ecco, loro erano riusciti a togliermi anche la paura della morte, anzi, per certi versi morire era un’ipotesi allettante.
Non avevo timore..l’unica cosa che ho sempre voluto dalla vita era amore o morte.
Il primo non potevo averlo perciò non rimaneva che il secondo.
Peccato che fosse impossibile procurarsi la morte senza una bacchetta e senza alcun altro mezzo perciò non mi rimaneva altro che aspettare..senza più nessuna speranza,nessuna.
E il tempo passava inesorabile e lento, come un’ agonia senza fine.
L’unico modo per ingannarlo era il ricordo.
Già, perché quando ti tieni stretti i ricordi puoi conservare un minimo di lucidità e soprattutto puoi fermare il tempo..
Ed era quello che io facevo per tutto il giorno..fermavo il tempo..ricordavo, pensavo e mi tormentavo.
Mi consolavo pensando che esistono milioni di persone al mondo che non vivono davvero la loro vita.
Si limitano ad aspettare un’ occasione senza reagire davvero. Gioiscono senza davvero provare gioia,amano ma non fino in fondo, mentono a se stessi, pensando che hanno trovato davvero la felicità ma non è così.
Loro in fondo al loro cuore, sanno che non è così.
Sono solo scimmie ammaestrate, leoni in gabbia, imprigionati nelle loro inutili e patetiche vite costellate da momenti di banale e vuota quotidianità, incentrata sulla finzione.
Se pensavo a tutte queste persone, il mio animo si rialzava leggermente anche se la soglia della mia infelicità era talmente bassa che un minimo sollevamento del mio animo non era neanche percepibile da parte dei Dissennatori.
Mi faceva bene pensarci perché, più o meno, potevo ritenermi soddisfatto della vita che avevo avuto.
Ero stato amato e avevo amato con tutta la mia anima e il mio cuore, mettendoci tutta la passione di cui ero capace.
Avevo viaggiato, avevo conosciuto razze diverse, vissuto momenti entusiasmanti, combattuto il male, avevo avuto amici straordinari al mio fianco e , ad ogni modo, ero stato parecchio felice, felice davvero.
Fra le tante cose che mi rammaricavano c’era il fatto che sarei stato ricordato per sempre come un assassino, un traditore.
Aryana e tutte le persone a cui volevo bene, compreso Harry, sarebbero andati avanti pensando quelle falsità di me.
Ma il mio peggior rimpianto rimaneva comunque quello di aver ucciso mio figlio e non avrei mai pagato abbastanza per quello.
Mai.

                                                                                **************

Azkaban - Giugno 1993

Sirius Black

Un brivido percorse tutta la mia schiena: la mia prima emozione dopo dodici anni di indifferenza.
Dopo anni di buio e di gelo, qualcosa stava smovendo la mia anima.
Quella foto..aveva riaperto ferite che pensavo cicatrizzate da tempo, aveva fatto riemergere sensazioni che pensavo di aver dimenticato.
Il mio vecchio “amico” Peter Minus era vivo e stava proprio lì, ritratto in quella foto, tra le braccia del figlio di Arthur. Aveva vissuto dodici anni nascosto, da topo, come il più vile tra gli esseri.    
Finalmente una luce in fondo al tunnel, quel briciolo di speranza, seppur fioca ,seppur debole, bastò a farmi uscire da quell’ inferno.
Incominciai a meditare la mia evasione, incominciai a risvegliarmi dal torpore in cui ero sprofondato in quei lunghissimi anni.
Dovevo fare in fretta ,però, perché i Dissennatori cominciavano ad accorgersi della differenza.

                                                                                  ****************

Azkaban - Luglio  1993


Poi, all’improvviso l’illuminazione, la mia salvezza.
Usai il mio talento di Animagus come ancora, come mezzo per evadere.
E funzionò, nonostante i miei mille dubbi.
Funzionò perché non avevo nulla da perdere.
La lucida e folle disperazione guidava i miei gesti, la mia volontà era ferma e sicura come la mano di un assassino. Occhio vitreo, immobile, imperturbabile.
Niente poteva più ferirmi.
Il mio cuore era ormai stracciato così come la mia anima.
Non era rimasto niente di me..niente fino a quel giorno..
Adesso avevo un obiettivo, un motivo per combattere, un pretesto per un riscatto, magari l’occasione di rimettere a posto le cose, di ricominciare.
La sete di giustizia, forse solo vendetta, avrebbe guidato ogni mia mossa con successo.
L’idea di libertà, seppur limitata, mi eccitava e la luce del sole sarebbe stata già una consolazione dopo anni trascorsi nel buio pesto.
Il cielo per un evaso è come aria nei polmoni.
Il mio addestramento e intuito da Auror, gli anni di peregrinazioni con Aryana mi avrebbero aiutato a sopravvivere durante il tragitto per arrivare ad Hogwarts.
Doveva funzionare.
E anche se non avrebbe funzionato, avrei preferito morire piuttosto che gettare l’occasione di vendicare i miei amici. Di rivedere Harry. E chissà, forse anche Aryana. Un giorno.
Forse era solo un sogno.
Un incantevole sogno.                         



                                                                               *********************



Shantaram – 30 Luglio 1993(giorno dell’ evasione di Sirius)

Troppo debole, troppo fievole, troppo fiacca la sua energia..ma esisteva ed io la percepivo.
Sentivo i suoi aneliti, i suoi sospiri seppur impercettibili, io li sentivo.
Ma più di tutto percepivo la sua rabbia, il suo odio, la sua sete di vendetta, il suo desiderio di potere, insaziabile. Era così forte quella brama che faceva male..sentivo il suo tormento, il suo dolore , la sua agonia causata dal suo corpo così debilitato, indegno di possederlo ,una cella troppo piccola per ospitare il più grande mago oscuro di sempre.
Non aveva paura, solo impazienza…impazienza, perché?
Poi capii..quell’ essere irriconoscibile e deformato emise un verso simile ad una risata malefica che mi raggelò il sangue.
Impazienza per il suo ritorno..
Si, perché Lord Voldemort stava per tornare, più forte di prima.
 
Mi svegliai di soprassalto, con il cuore  a mille, incapace di calmarmi.
Erano tornati i fantasmi.
L’ultima volta che ebbi un incubo premonitore fu quella maledettissima notte del 31 Ottobre di dodici anni fa.  
Misi a soqquadro la stanza, rompendo l’ordine sacro che mi contraddistingueva: mi servivano carta e penna.
In fretta e furia scrissi un brevissimo resoconto del mio incubo e spedii il messaggio a mio padre attraverso Syria. Dopodiché mi precipitai nella stanza adiacente la mia: tutto apposto, lui dormiva placidamente.  
In mente un solo pensiero: dopo un’ assenza di quasi dodici anni ,era giunto il momento di tornare a casa.
Stava per scoppiare una nuova guerra e io dovevo essere in prima linea a combatterla.
Non si può scappare per sempre.

                                                                                       *******************


Londra - Ex casa Black/Silente - Agosto 1993


“Non ho toccato niente, è tutto come lo avevi lasciato tu”disse mio padre, facendomi strada mentre trasportavamo le valigie dentro casa.
“È esattamente come l’avevo lasciata. Sul tavolo c’è persino la gazzetta del giorno in cui lasciai Londra”.
“Ho solo dato una pulita ogni tanto, nient’altro”.
“A proposito, hai la gazzetta del giorno?”.
“Si ma non penso sia una buona idea..”mormorò titubante mio padre.
“Perché? Andiamo, cosa può sconvolgermi ancora?”chiesi ironica.
Per tutta risposta, mio padre uscì fuori dal mantello la gazzetta del profeta e me la porse senza tante cerimonie.
“Questo”sentenziò indicando il volto che occupava metà della prima pagina.
Già sapevo dell’evasione di Sirius ma ritrovarmi il suo viso, mortificato e sconvolto dal male, spiattellato in prima pagina era troppo persino per me.
Non potei non provare un moto d’angoscia per lui.
Era inevitabile e questa volta non provai nemmeno a rimproverarmi tanto era perfettamente inutile.
Non puoi uccidere i tuoi sentimenti. Più cerchi di reprimerli più ti si ritorcono contro.
Il mio amore per Sirius era irriverente, implacabile, nonostante tutto.
Ed era la mia croce.
Io sapevo che non era un amore sano, che c’era qualcosa di profondamente malvagio e depravato nel mio sentimento ma non potevo farne a meno.
E mi maledicevo per la mia immensa debolezza.
Dopo qualche attimo di silenzio, decisi di riprendere la parola, cambiando totalmente discorso.
“Non penso  sia stata una buona idea lasciarlo a Shantaram”.
“Certo che è stata una buona idea. Qui sarebbe stato troppo esposto. Quando lunedì tornerai al Ministero, sai cosa succederà. Si innalzerà un polverone senza precedenti attorno a te e a questa casa. Ti assilleranno di domande, ti osserveranno, aspettano un tuo errore. Dobbiamo far assestare la terra che trema prima di pensare a ricostruire”.
“Già, hai ragione ma l’anno prossimo ci sarà il Torneo e sarà difficile vederlo quindi speravo che almeno quest’ anno saremmo potuti stare insieme..”.
“Aryana, quando hai deciso che era il momento di tornare, sai  a cosa andavi incontro. Devi avere pazienza, si aggiusterà tutto”.
“Come l’ ha presa Caramell?”.
“Abbastanza bene, anche se non se si aspettava il tuo rifiuto. Ovviamente pensava di farti un favore affidandoti l’ incarico più prestigioso dell’ Ufficio Auror al momento: la fuga di Sirius Black”.
“Già, proprio un gran favore. E si è bevuto la storia dell’ assestamento psicologico?”.
“Diciamo di si, l’ ho distratto con le idee che hai avuto per la coppa e il Torneo. È rimasto entusiasta”.
“Anche di Remus come professore è rimasto entusiasta?”gli domandai sarcastica.
“Non gliel’ ho nemmeno accennato. La scuola non deve rendere conto al Ministero delle sue scelte e in ogni caso Remus non mi ha ancora risposto”.
“Accetterà. Lo convincerò io”.
“Oh, non ne dubito. D’ altronde è impossibile dirti di no”.
“A  proposito di interventi del Ministero, Remus mi ha accennato ai Dissennatori attorno alla scuola..”.
“Oh, ti prego non parlarmene. Sai cosa penso riguardo quelle creature e adesso dovrò ritrovarmele in giro per il castello. Sinceramente, non credo che Sirius, per quanto malvagio, sia così stupido da voler affrontare i Dissennatori. Credo sia pura pubblicità quella di Caramell”.
Per un attimo pensai a Sirius baciato da un Dissennatore.
Il sangue mi gelò nelle vene.
“Credi davvero che lui voglia Harry?”.
“Non lo so ma è evidente che i tuoi incubi e la sua fuga sono chiari segnali del ritorno di Voldemort”concluse mestamente mio padre.
Presi a passeggiare per la casa..era tutto troppo familiare.
Era casa mia, in fondo.
Ma avrei preferito che ci fosse un distacco più grande tra me e quella casa, sapevo che era impossibile.
Era inevitabile che i ricordi si facessero avanti…
Mio padre aveva ragione, sapevo a cosa andavo incontro tornando in Inghilterra.
Avrei dovuto affrontare il mio passato, nonostante cercassi di sfuggirgli da dodici anni.
  
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