Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Yssis    11/05/2024    0 recensioni
Fra problematiche figure genitoriali, amici-bulli molto affezionati, le splendide cotte delle scuole medie e l'affetto per sua sorella, il goffo e magro orfanello Yuuto diventerà l'arrogante regista e capitano Kidou.
*
Dai capitoli...
1: Le abilità di problem solving di Yuuto lasciano a desiderare.
2: Kageyama Reiji e Kidou Honzo giocano a scacchi da tutta la vita. Yuuto però non capisce chi vince e chi perde.
3: Kidou conquista autorevolezza nella sua squadra rotolando giù dalle scale.
4: Kidou e Genda condividono il compleanno.
5: Kidou pensa che la mamma di Sakuma sia molto bella.
6: Genda chiede aiuto ai suoi amici per affrontare un evento familiare intollerabile.
7: Kageyama Reiji è un professore delle scuole medie a cui non piace portare i ragazzini in gita: tuttavia, lo fa lo stesso.
8: Gouenji è il risveglio sessuale di Kidou, ma non il suo primo bacio.
9: Yuuto organizza la festa di compleanno della sua sorellina.
10: In ogni trio c’è un duo e Genda pensava di farne parte.
11: Kidou soffre per l'improvvisa morte di Kageyama e Fudou gli resta accanto.
12: A Fudou non piacciono i ragazzi della Inazuma né quelli della Teikoku: però gli piace molto Kidou.
Genere: Angst, Comico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Altri, David/Jiro, Joe/Koujirou, Jude/Yuuto, Kageyama Reiji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Waiting for Love'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Kidou, in boxer di fronte allo specchio della propria stanza, lanciò un’occhiata affascinata alla divisa del liceo che aveva appena ricevuto da Hakamada, linda e tirata a lucido.

Era passato solo un anno dall’avventura mondiale, eppure così tante cose erano cambiate… Lui, come tutti i suoi compagni di squadra del resto, aveva passato metà anno scolastico impegnato con il Football Frontier International. Tornati con la coppa, si erano dedicati intensamente allo studio per i restanti mesi, quello autunnale e invernale, così da riuscire ad accedere al diploma. Non avrebbe mai osato chiedere a suo padre di presenziare all’evento, temeva quasi un rimprovero per aver abbandonato la Teikoku Gakuen; invece, con sua grande sorpresa, non solo suo padre era venuto alla cerimonia del diploma, ma anche i suoi amici della Teikoku erano accorsi, per poter festeggiare tutti insieme quella giornata memorabile. Dopodiché, era iniziata una nuova avventura, chiamata scuole superiori.

Se glielo avessero chiesto, avrebbe risposto senza esitazioni che il primo giorno di scuola non sarebbe affatto stato un problema: fino a qualche mese prima aveva calcato campi giganteschi, condividendo con avversari e compagni ansia pre partita, adrenalina e endorfina in quantità notevoli... Insomma, era stato titolare della squadra di calcio giovanile giapponese che aveva appena vinto una competizione mondiale, che cosa poteva mai essere, a confronto, un primo giorno di scuola? Invece, naturalmente, quando si trovò di fronte a quell’edificio imponente, al cortile gremito di sconosciuti e nessun amico a fiancheggiarlo, si sentì improvvisamente solo e alquanto a disagio.

Da lieve, il suo passo si interruppe bruscamente: mentre si dirigeva nell’aula indicata per gli iscritti al primo anno di corsi, scorse Fudou Akio, appoggiato al muro, con il naso per aria e la sua stessa divisa addosso. Vibrò interiormente di gioia e gli si affiancò in un attimo. Akio si accorse di lui ma, quando notò che era intenzionato a parlargli, si fece un poco più rigido. Gli occhi sorridenti di Kidou sembravano quelli di una fata.

-Fudou-kun! Tu, qui?-

Il moro lo squadrò, constatando fra sé e sé l’ovvio, ovvero che avevano la stessa divisa addosso e si trovavano nello stesso edificio scolastico alla stessa ora. Interiormente ne trasse rassicurazione, ma cercò di mascherarlo al meglio che poté: -In realtà no, sono solo un’allucinazione. A quanto pare sei troppo spaventato, senza i tuoi amichetti, e così la tua mente ha creato un’immagine per te rassicurante e…- Rendendosi conto che stava ammettendo di considerarsi a sua volta un suo amico, si ingarbugliò e sbuffò, creando un cerchio con le labbra: -Quanto sei sfigato per pensare a me come amico immaginario?-

Con aria perplessa e divertita, Kidou si sistemò la montatura di occhiali sul naso: da quando aveva dismesso gli occhialini sportivi, lo faceva di continuo, era più forte di lui. Suo malgrado, Fudou lo trovò delizioso. Poi, con tono scherzoso, Kidou gli tirò un pizzicotto sulla fronte ed esclamò: -Magari sono io l’amico immaginario di cui tu hai bisogno! Escludi questa ipotesi?-

Akio fece spallucce, volgendo il capo dall’altra parte: -La escludo completamente!-

Kidou ridacchiò e gli fece cenno di seguirlo: -Okay! Vieni, amico immaginario, ho proprio bisogno di sostegno emotivo e una faccia amica per entrare in quella sala!-

Quel primo giorno di scuola entrarono uno al fianco dell’altro all’incontro delle matricole. E, per tutti i giorni che seguirono, si sedettero vicini nelle diverse aule che frequentavano.

Durante i vari corsi, Kidou incontrò e conobbe tanti ragazzi e ragazze, figli o nipoti di colleghi e conoscenti di suo padre. Invero, non ebbe difficoltà a fare amicizia con nuovi coetanei, ma fece attenzione che Fudou non si isolasse mai: se lo teneva al fianco, facendo le dovute presentazioni e dentro di sé sentiva un gradevolissimo formicolio, battiti d’ali di cento farfalle, ogni volta che si accorgeva del sollievo di Akio.

Passando le settimane, divennero sempre più intimi e scoprirono molte cose l’uno dell’altro: senza i loro compagni della nazionale, circondato da estranei che non avevano un forte pregiudizio nei suoi confronti, emerse un lato del suo carattere estroverso, quasi disinvolto, per non dire provocante. Fudou Akio aveva in sé una latente e tirannica insicurezza, qualcosa di subdolo che usava per farsi notare, per non rimanere nell’ombra. Kidou si convinse che avesse paura del buio e non sbagliò. Fudou, d’altro canto, era meravigliato che Kidou non lo lasciasse indietro: non tradì mai le sue origini, economicamente poco dignitose, alludendo alla borsa di studio con cui aveva avuto accesso a quella scuola e, prima, al diploma alla Teikoku Gakuen. Kidou, paradossalmente, si era infine diplomato in una scuola meno prestigiosa ma, grazie alla sua mente brillante e la sua elevata preparazione, si fece subito notare fra studenti e insegnanti. Fudou invero non sfigurava al suo fianco, anzi, si contendevano il titolo del più bravo della classe, come mesi prima si erano contesi il titolo di regista titolare della squadra. I docenti cercavano di fomentare la competitività fra loro, ma i due ne ridevano e studiavano insieme, come in passato avevano collaborato agli schemi e alle tattiche di gioco. Era finito il tempo della guerra: avevano capito che si vince insieme, così colmarono le rispettive solitudini e paure.

Quando il suo compagno di classe prese la patente della moto, Kidou gli regalò un casco spettacolare, con dei motivi colorati molto aggressivi e brillanti. Fudou, lusingato dal regalo, orgoglioso di aver conquistato quel piccolo pezzo di indipendenza e fuori di sé dalla gioia di avere qualcuno con cui condividere quel momento, ficcò in testa di Yuuto il proprio casco e guidò fino ad Hayama. Sulla spiaggia di Morito mangiarono dorayaki e bevvero acqua frizzante al mango; Yuuto era euforico e Akio sentiva la testa leggera come mai era successo in vita sua. Era una pazzia, ma l’avevano fatta insieme. Quando fu l’ora di rientrare, si riavvicinarono al parcheggio dove avevano lasciato la moto e Fudou si accese una sigaretta. Kidou lo osservava con quei suoi occhi grandi e brillanti e Fudou pensò: “Ora o mai più”. Quando aprì bocca per confessargli i suoi sentimenti però gli mancò il coraggio, così gli porse solo il pacchetto. Yuuto esitò un momento, come se neanche lui si aspettasse quello: ciò nonostante, si fece insegnare dall’amico come accendere e tirò la sua prima sigaretta. Tossì per dieci minuti buoni, ma poi la fumò tutta: -Mica male.-, fu il suo commento e Akio la poté comunque considerare una vittoria.

Venne l’estate e il mister Kudou, insieme al signor Hibiki, organizzarono un raduno della Inazuma Japan: il torneo scolastico nazionale era quasi finito e alcuni giornalisti avevano chiesto il permesso di intervistare i campioni mondiali, per chiedere loro alcune impressioni sulle squadre e fare pronostici sul prossimo vincitore. A Fudou non era parsa una grande idea, avrebbe preferito concentrarsi e studiare per i test di settembre, ma Kidou lo convinse a partecipare.

Così tornarono alla Raimon Jr High. Fudou era nervoso all’idea di rivedere tutte quelle persone, che non erano state né gentili né accoglienti in passato con lui: aveva sperato fino all’ultimo che, alla luce di quello che stavano condividendo, Kidou gli sarebbe rimasto al fianco e l’avrebbe aiutato a stemperare la tensione. Invece, volente o nolente, appena arrivato Kidou si vide saltare al collo quell’esaltato di Endou e Fudou poté dire addio alle sue speranze di pace.

Endou si trascinava naturalmente appresso tutta la combriccola; Gouenji Shuuya, sempre perfetto e biondissimo, lasciava dietro di sé una lunga scia di cuori infranti di fans, essendo in partenza per la Germania… Kazemaru Ichirouta, il quale si era iscritto in un buon istituto superiore, stava rivalutando gli allenamenti di atletica e si era portato appresso la fidanzatina, Michi-Qualcosa, una ragazza slanciata dai lunghi capelli castani e gli occhi dalla intensa sfumatura violacea: un vero sogno… Naturalmente Fudou si impegnò a dimenticare all’istante il suo nome e la sua esistenza. Seguivano Fubuki e Someoka, che fortunatamente si compensavano reciprocamente nel rumore e nel fastidio che riuscivano a produrre…. Tsunami e Hijikata affermavano di essersi messi in attività come proprietari e soci di un locale vicino ad una certa spiaggia, nell’isola di Okinawa. Fudou pensò di chieder loro, con un certo tono allusivo e provocatorio, che tipo di locale fosse, giusto per metterli a disagio, ma subito cambiò idea, valutando che non fossero in grado di capire l’offesa… Sakuma, subito agganciato a Kidou, sembrava aver recuperato di colpo punti personalità e carisma, ma a Fudou di nuovo mancò il coraggio di farlo notare, questa volta a causa del bel sorriso sul volto di Yuuto, essendosi ricongiunto con il suo amico d’infanzia… Restava Tobitaka, il quale gli era sempre stato profondamente antipatico: si trattava di una sorta di antipatia istintiva, di cui Fudou si fidava molto… Così, semplicemente, ignorò la sua esistenza, d’altronde non era complicato. Molto defilati dalla scena, perché silenziosi e in un certo senso mansueti, erano Kiyama e Midorikawa: a osservare il modo in cui si guardavano attorno e rimanevano ai margini delle conversazioni dei loro ex compagni di squadra, Fudou li paragonò ad animali lasciati improvvisamente all’esterno dopo tanta cattività. Il loro disorientamento era palpabile, osservando i loro occhi, però in pochi li guardavano così attentamente e Akio per sicurezza stette in silenzio: non aveva bisogno di un ulteriore carico di inquietudine da gestire.

I più giovani erano davvero i più scalmanati: il Football Frontier di quell’anno li aveva visti compagni e avversari, così raccontavano senza fermarsi ai loro senpai le azioni più importanti delle partite che avevano disputato, mentre, con toni entusiastici o sorrisi accondiscendenti, i maggiori assicuravano che non si erano persi una partita. Fudou si chiedeva se fossero seri oppure no: possibile che, realmente, avessero guardato tutte le partite del torneo delle scuole medie? Certo, quelli della Raimon erano parecchio svitati, oltreché decisamente affiatati, per cui… Forse… Beh, senz’altro lui non l’aveva fatto ed era abbastanza convinto che anche Kidou si fosse perso numerose partite, per non dire tutte. Ciò nonostante, Kidou, al fianco di Endou, Someoka, Gouenji e tutti gli altri, era perfettamente integrato: sembrava addirittura contento di essere lì.

Mentre cominciavano le interviste e alcuni improvvisavano qualche azione di gioco, per ingannare l’attesa, Fudou si mise da parte, sulla panchina. Non aveva nessuna intenzione di socializzare più del necessario, era già stanco e voleva tornare a casa a studiare. Con sua grande sorpresa, lo salvò la più insospettabile fra le persone: Otonashi Haruna, la sorella minore di Kidou.

-Fudou-senpai!- lo salutò con tono vivace -Ti ho visto arrivare in moto, hai preso la patente?-

Lui, malgrado tutto, sorrise del suo entusiasmo. -E’ così, in effetti. Perché ti sorprendi, pensavi che non ne fossi in grado?-

-Ma no!- rise lei, sedendosi al suo fianco sulla panchina. -Sei fortissimo, anzi, ti stimo un sacco! Vorrei farlo anch’io.-

-Fallo allora. - propose lui, alzando le sopracciglia in tono di sfida.

-Mh…- la ragazza si fece pensierosa, poi sollevò l’indice in segno di sfida: -Va bene, allora scommettiamo!-

-Che cosa?-

-Sì, scommettiamo! Se non riesco a prendere la patente della moto, ti offro il gelato per tutta l’estate!-

Fudou gongolò. - Interessante… E se ci dovessi riuscire, cosa dovrei fare?-

-Regalarmi un casco bello come quello che hai lì!- Fudou sobbalzò, vedendo che la ragazza indicava quello che gli aveva regalato Yuuto. Lei aggiunse: -E’ bellissimo.-

-Sì, lo penso anch’io. E’ un regalo, in realtà.- Lo sguardo di Akio cadde involontariamente su Yuuto, il quale, dall’altra parte del campo, chiacchierava con Utsunomiya e Kurimatsu. Lei naturalmente non si perse il sorriso che colorò il volto del ragazzo, accorgendosi che suo fratello, incrociando lo sguardo del compagno, lo richiamava vicino a sé. Akio balzò subito in piedi; l’attenzione tutta su Kidou, senza che cercasse più di nasconderlo.

Haruna increspò le labbra, divertita oltremisura: -Allora, punk, scommettiamo?-

-Scommettiamo.- accettò lui, annuendo e tornando a rivolgerle lo sguardo. -Ora devo andare, forse è il mio turno per queste noiosissime interviste.-

-Forse mio fratello vuole farsi intervistare con te.- suggerì lei, dandogli una lieve spinta con le spalle. Lui oscillò sul posto, presto alla sprovvista.

-... Mi pare strano.-

-E perchè mai? Eravate i due registi della nazionale… E poi ti stima molto, penso che ti trovi una compagnia simpatica e stimolante.-

-Lo pensi?-

Haruna cinguettò con tono affermativo e Fudou si sentì più leggero. Fece per dirle qualcosa, ma lei lo precedette.

-Lui lo sa?- Sogghignava, la birbante.

-Che cosa?- si schermì subito.

-Okay okay!- fece spallucce lei con aria maliziosa e ritrosa, un sorriso da gatta sulle labbra. -Ho capito tutto, stai tranquillo. Il tuo segreto è al sicuro con me.-

-Ma che segreto?! Cosa ti sei messa in testa!?-

-Shhh! - lo spinse lei con poca grazia in avanti, verso il campo. -Ora va’, che vi devono intervistare! A Yuuto fra un po’ cascano le braccia!-

Fudou non ebbe bisogno di altro convincimento, attraversò di corsa il campo e con suo grande stupore scoprì che la manager aveva ragione, Kidou aveva concordato con il giornalista di rispondere insieme alle domande. Fin troppo sorridente, si sedette allora al suo fianco e si lasciò intervistare: passando accanto a Sakuma, si sentì accerchiare da una nube di perplessità, ma lasciò che evaporasse, senza badarci troppo.

*

Passò anche l’estate, ognuno tornò alle proprie faccende e impegni scolastici. Dopo quel raduno ne organizzarono altri, più informali, dove capitava di vedersi, andare insieme allo stadio per poi finire, come sempre, al campetto al fiume per due tiri. Kidou riusciva a tenere separate le sue compagnie, gli amici della Raimon e quelli della Teikoku, e Fudou poteva capire il perché: quello che non capiva era invece perché lo coinvolgesse in entrambi i gruppi. Di fatto, per mesi, tutte le volte che Kidou usciva con i suoi amici, Fudou era sempre lì, con lui.

Akio era incuriosito, Yuuto era gentile e divertente, aveva un modo accomodante di creare spazio anche laddove non sembrava ce ne fosse, per lui e per nessun altro.

Di natura, aveva un’indole cauta, derivata dalle sue precedenti esperienze di delusione, ma i suoi istinti di conservazione si abbassavano quando si trattava di Yuuto. Poi un giorno, durante un’assemblea scolastica, trovò la risposta a tutte le sue domande.

Erano seduti un po’ defilati, in fondo ad un’aula magna dove stava venendo proiettato un film per un qualche tipo di ricorrenza. Una noia mortale: di solito Kidou era più ligio e concentrato di lui, ma quel giorno era curiosamente distratto. Gli chiese se poteva accompagnarlo un momento in bagno e Akio, temendo che non si sentisse bene, acconsentì.

Fu lui a sentirsi cedere le gambe, quando Yuuto, arrivati in bagno, violò la distanza consentita tra due amici e, guardandolo negli occhi, gli baciò tutto tremante le labbra. Fudou sbarrò gli occhi, incredulo, ma rimase dov’era: nemmeno nei suoi sogni più audaci era Kidou a fare la prima mossa.

Era arrossito, maledizione: aveva preso l’iniziativa di baciarlo e ora, in piedi di fronte a lui, ancora così dannatamente vicino, Yuuto era arrossito e lo guardava, implorando una reazione. Disgraziatamente, però, era la prima volta che qualcuno lo baciava e Akio non sapeva proprio come si dovesse reagire.

-Come sono andato?- domandò, cercando di usare un tono spavaldo che in quel momento sentiva estraneo. Si sentiva le ginocchia tremare, ma doveva assolutamente rimanere in piedi, ne andava del suo onore.

Kidou, ancora rosso in viso, si avvicinò ulteriormente, fino a far sfiorare le loro fronti, senza parlare. Fudou trattenne il fiato, gonfiando le guance, e chiuse gli occhi: le sgonfiò appoggiando le sue labbra a quelle di Kidou, il quale non si allontanò, anzi, dischiuse la bocca.

Fudou pensò di volare e quel giorno benedì quella noiosissima assemblea scolastica.

*

Kidou, deliziato, volle dare la notizia prima ai suoi amici della Teikoku, rispetto ai ragazzi della Raimon. A Fudou non parve troppo strano, in fondo erano amici da più tempo, e, per quanto lo riguardava, si trattava di scegliere fra il marcio e la muffa: quantomeno quelli della Teikoku avevano un’energia violenta, ma rispettabile… Quelli della Raimon erano di una caoticità sconvolgente, Fudou faticava a tenere il passo.

Dunque, il primo verdetto venne riservato a Genda, Sakuma e annessa compagnia di bulli vestiti griffati. Tutto sommato andò bene, si era conquistato una certa stima fra quei ragazzi e le loro battute omofobe non erano poi molto serie. Forse. Kidou ne rideva e glissava, per cui Fudou decise di soprassedere: il fatto che, dopo tanti tentennamenti ed esitazioni, fosse stato Yuuto a fare il primo passo e dichiararsi, bastava e avanzava per renderlo felicissimo e noncurante di ogni problema.

Iniziò l’autunno e anche la loro relazione adolescenziale: per quei mesi, ad Akio parve che il sole brillasse un po’ di più e i colori, nonostante l’inverno, fossero più accesi.

author's corner
Eccoci arrivati alla fine di questo viaggio!
Un ringraziamento a tutte le persone che hanno letto e apprezzato.
Questa storia si può leggere in maniera indipendente, ma, se siete curiosi di quello che succede dopo, potete sbirciare "Come un sogno d'amore preadolescenziale può avverarsi (Nonostante tutto)" :)
<3 <3
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Yssis