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Autore: fanny6    20/09/2009    6 recensioni
L'era dei Malandrini è nel suo splendore, ma il tempo passa anche per loro, l'ultimo anno è arrivato.... "Ah, il tempo. Il tempo è una cosa potente, può cambiare tutto..." "Insomma Lunastorta, smettiamola con queste cose noiose...! Oh guarda! C'è la Evans, devo farmi bello!" Inoltre, l'arrivo di due nuove studentesse darà all'anno scolastico una svolta del tutto inaspettata...
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'The living years'
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...E così siamo giunte alla fine di questa nostra storia. Io e Nene vi vogliamo ringraziare per averla letta, per aver sperato per loro. So che chiedevate un lieto fine per Sirius, e che questo probabilmente non lo sembra, ma non si possono cancellare le cose brutte che ci sono, e così riteniamo che questo, a suo modo, sia un "lieto fine" adatto. Grazie a tutte!!!



Era trascorsi cinque anni da quando Voldemort era stato definitivamente sconfitto, e nonostante i numerosi sacrifici di vite umane, nel mondo della magia la tranquillità era tornata a ristabilirsi poco per volta.
Tutti erano cambiati, dopo quell'esperienza, ma col passare del tempo, avevano trovato anche nuove strade aperte davanti ai loro occhi.
Quella fresca sera di inizio Ottobre, Jane stava sul portico di casa sua, osservando le stelle con una coperta indosso.
Il cielo era limpidissimo, e la quasi totale assenza di luce permetteva una visuale perfetta. Era uno spettacolo magnifico, e c'era una stella che brillava sempre più delle altre.
Sirius era morto sette anni prima, ma la sua luce non si era mai affievolita, nemmeno per un istante
Jane sentì la finestra alle sue spalle cigolare, e un rumore di passi avvicinarsi.
-Jane...ancora qua fuori?-
Si voltò, sorridendo dolcemente a suo marito -Scusami-
Quello scosse il capo, con un sorriso comprensivo.
Era maturato tanto da cinque anni a quella parte, da quando aveva perso la metà più importante di sè, suo fratello Fred
Lo invitò ad avvicinarsi di più, offrendogli un lembo della coperta
George si strinse accanto a lei, mentre alzava a sua volta lo sguardo verso il cielo stellato. -Sempre a guardare lassù, eh?-
Jane annuì, ma sapeva che non c'era tono accusatorio, o di gelosia, da parte di George.
Non si era mai sentito "secondo" a nessuno, nè trascurato, neanche per un secondo da quando l'aveva sposata. Dal canto suo, lui era sempre stato innamorato di Jane, e a suo modo comprendeva cosa era stato Sirius per lei.
Jane gli era stata vicina nel momento più duro della vita, la perdita di suo fratello, ed era sempre lei che lo confortava, la notte, quando si svegliava sognando Fred che dallo specchio invocava il suo aiuto
-Gracey si è appena addormentata. Sai, dovresti essere orgogliosa del fatto che dorma in qualisiasi condizione si trovi-
Jane sorrise. George era un padre meraviglioso, voleva fin troppo bene a sua figlia, tanto che non la sgridava davvero mai.
-Merito tuo-
-Lo so, la gente si addormenta spesso quando parlo-
Jane fece un sorriso più ampio, accarezzandogli la guancia. Gli indicò Sirio, sempre luminosa, e non molto lontana Isis, la stella che dava il secondo nome alla piccola Grace. La stella vicina a Sirio
George le accarezzò i capelli, un sorriso dolce e malinconico sul viso un tempo così spensierato e allegro.
-E' sempre lì-
-Lo so...e anche Fred. Anche lui è lì-
-Già. Gli parlo sempre, comunque- disse lui, con una composta tristezza
-Anche io parlo con lui, sai? Con lui...con Sirius, Remus e Tonks, James e Lily...-
-...e tutti quelli che se ne sono andati, sì. Ma infondo è servito a qualcosa-
Jane annuì tristemente -E' difficile da accettare- mormorò, affondando il volto sul petto di George
George lasciò che il proprio sguardo si perdesse nel mare infinito di stelle, mentre teneva stretta sua moglie, ancora una volta immersa nel dolore. Quanto male aveva potuto creare una sola persona?
-Rimarranno vivi per sempre, dentro di noi- bisbigliò Jane, passando un pollice sulle labbra di George, prima di stringerlo in un abbraccio.
Si ricordò di come, sconfitto Voldemort per sempre, avesse trovato un compagno nel nuovo lui, così mutato. Sempre allegro, ottimista, ma con una nuova malinconia nello sguardo, una profondità nuova.
George stampò un bacio sul capo di sua moglie -Lo so, Jane. Basta ricordarli-
Dopo aver 'salutato' le loro stelle, rientrarono, per contemplare la piccola Grace che dormiva
Aveva i capelli rossi del padre, ma gli stessi occhi blu e profondi della madre. Era arrivata appena un anno prima, a riempire il cuore dei genitori di una nuova inattesa gioia, dopo tanto soffrire.
Dormiva tenendo il pollice in bocca, con accanto un magnifico peluche regalatole da Miriam, a forma di Puffola Pigmea
-Quando dorme, somiglia tutta a te-
-Ma io non dormo col dito in bocca...- fece notare lei, con un sorriso
-Ma hai un'espressione così angelica che per poco non ti spuntano le ali e l'aureola-
-Anche tu sei più angelico quando dormi- lo prese in giro sua moglie -Peccato che poi non ti svegli-
-Beh, ma non mi pare di aver russato forte al posto di dire "Si, lo voglio!"-
Dopotutto, un lato di George era rimasto sempre lo stesso.
Jane sorrise. Amava George, in un modo diverso da come aveva amato Sirius. Sirius era stato il suo primo,appassionato e tragico amore, non avrebbe mai potuto cancellare quello che provava per lui, e che ancora ogni tanto le faceva battere il cuore. George era l'amore della maturità, più duraturo, più consapevole, era il matrimonio. Erano cambiati entrambi, e poi si erano trovati, in un momento che sembrava troppo buio
-E' tardi, Jane. Io andrei a dormire...- fece lui, lanciando ancora uno sguardo alla bambina, beatamente addormentata
-Ti raggiungo- acconsentì lei, sporgendosi per dargli un bacio
George la baciò sulle labbra, e si diresse verso la camera. Non era la prima volta che Jane s'intratteneva qualche minuto di più.
La capiva, lo rispettava. E questo gli dava tempo di parlare con Fred.
Jane contemplò sua figlia. Si avvicinò alla fotografia che la ritraeva appena nata, scorse le altre. Aprì un cassetto, tirò fuori una lettera.
Era l'unica cosa che le era rimasta di Sirius.
Una lettera scritta poco dopo la sua partenza da Grimmauld Place per iniziare il quinto anno ad Hogwarts. Meno di un anno prima che lui morisse. Era stato Remus, a dargliela. Sirius gli aveva chiesto di farla arrivare a Jane al momento giusto.


Cara Jane,
se stai leggendo questa lettera, probabilmente sono finito in qualche guaio, e tu sai già tutto di noi.
Non so dove saremo quando tu leggerai queste righe, ma so per certo che il passato, il nostro passato, non sarà stato cancellato.
Sei stat la prima ed unica che io abbia mai amato, mi hai insegnato ad amare, Jane, ad aspetare, a custodire.
Mi hai cambiato, mi hai lasciato qualcosa di te, per questo so che non te ne sei mai andata davvero.
Perfino durante i giorni trascorsi ad Azkaban ho sognato come sarebbe stata la vita con te, una casa vera, una vera famiglia, amore.
Dovevo pensarci, dovevo resistere, o adesso non sarei qua; eri lì con me, anche se tu ancora non sapevi.
Ora che sono "libero", so che non potrò averti mai più, non ti imporrei mai la persona che sono diventato. Ma posso ancora amarti, e questo vale tutto.
Per come sono messe ora le cose, probabilmente in questo momento staremo combattendo la stessa battaglia; forse non fianco a fianco, ma comunque uniti. Vorrei dirti che prima o poi tutto finirà, che potremo essere felici, anche se non insieme, ma non posso farlo, non lo so.
Quello che so è che, comunque vadano le cose, io sarò sempre con te, e che ti auguro di essere felice, e...si: anche con qualcuno che non sia io.
So che lo troverai, e so anche che sarà giusto per te, più giusto della persona che sono diventato crescendo.
Ti prometto di ricordare per sempre il tuo volto, e quello che significa per me. Ti amerò sempre, e per sempre.
Sii sempre forte, lotta contro tutto il male e le ingiustizie che ci sono.
Per sempre tuo
Sirius




Jane rilesse migliaia di volte quel "per sempre tuo, Sirius". Ogni volta che riapriva quella lettera, provava le stesse sensazioni discordanti: tristezza, gioia, malinconia, speranza.
Una lacrima le scese sulla guancia. Piangeva per lui, e per tutti quelli che avevano avuto il suo destino. La ferita era ancora aperta, nei cuori di tutti coloro che avevano affrontato Voldemort, e la notte era il momento peggiore.
Era anche il momento delle stelle, la notte; quello in cui Sirius, in tutto la sua bellezza, risplendeva di una luce particolare.
Ripiegò la lettera e la rimise nel cassetto, e con un ultimo sguardo alla sua bambina, si avviò verso la camera da letto. George aveva un'espressione quantomai malinconica
-Heilà. Ti è venuto sonno, eh?- disse, forzando un sorriso
Jane sapeva di giungere alla fine di un duro colloquio -Vado a prendere una coperta in più...fa freddo, stanotte.-
-Già- annuì quello, mentre tornava con lo sguardo e la mente altrove, dove freddo o caldo non avrebbero fatto poi differenza.
-Salutami Fred,....digli che manca tanto anche a me-
Gli occhi di George si velarono di lacrime, mentre le sorrideva, triste e rassegnato.
Erano felici, ma c'erano determinate sere, con un clima particolare, e questa era una di quelle, in cui non potevano comportarsi così
Il fatto è che, inevitabilmente, nella vita ci sono esperienze che lasciano un marchio indelebile. E la perdita di così tante meravigliose persone, è una di quelle.
Quando Jane tornò, George le rivolse un sorriso più aperto e libero
-Ti saluta, credo. E credo anche sia molto felice per noi-
Jane sorrise a sua volta, andando a stendersi accanto a lui. -George!- esclamò ad un tratto -Gracey sta lievitando sulla culla!-
-Oh, Merlino! Di già?!?-
George scattò in piedi, e corse dalla piccola, in aria a mezzo metro di distanza dalla culla
-Come sta? Sta male?- esclamò Jane preoccupata dei voli della piccola Gracey
George era riuscito a recuperarla in tempo, e ora la stringeva tra le braccia, mentre lei dormiva beata.
-Male? Penso di non aver mai visto nessuno più in salute di lei!.
Jane scoppiò a ridere, felice -Ma..ma...ha i poteri! E' bellissimo!!-
George si unì alla risata -Beh, ma io non ne ho mai dubitato!-
-Beh, magari prendeva dal tuo proprozio magonò!-
-Naaa! Ero sicuro che i geni della magi avrebbero prevalso-
-Con un fior di mago come il suo papà!- esclamò lei dandogli un bacio sulla guancia
-Beh, modestamente. Ma anche la mamma non è male come strega- sorrise George, fieramente
-Teniamola nel letto con noi...non vorrei che volasse da qualche parte!!!-
-Mi sembra ragionevole- concordò George, mentre poggiava delicatamente la piccola nel mezzo del lettone
-NON girarti mentre dormi!-
-Non potrei mai! Esiste anche l'istito paterno, dovrei saperlo!-
Jane ridacchiò, andando a tirare le tende. Scorse inaspettatamente una stella cadente, che scomparve in prossimità di Sirio. -Grazie- mormorò, al cielo
E forse fu solo suggestione, forse invece fu proprio la realtà, nessuno avrebbe mai poturo dirlo con certezza... Jane sentì che quella stella cadente era il segno che, da qualche parte, in un luogo diverso, Sirius Black stava sorridendo, gli occhi grigi finalmente brillanti di una vera gioia
  
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