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Autore: Elisempreeli    03/07/2024    0 recensioni
Ascoltando involontariamente le conversazioni altrui, nella nostra mente possono scattare delle lampadine, o semplicemente un segnale che ci ricordi qualcosa di cui avevamo dimenticato l'importanza.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi, prima di andare a danza, ho fatto una passeggiata al solito più lunga di quanto prospettassi, quindi per ricaricare le pile mi sono seduta su una panchina del Viale, facendo a gara con una vecchietta con la stampella che aveva adocchiato il mio stesso posto. Siamo arrivate assieme, ce lo siamo divise, mi sembra uno scontro finito equamente. Ma ho seriamente temuto per la mia incolumità una volta pensato che potesse colpirmi con la sua arma camuffata da ausilio deambulante, se quel posto fosse stato l'oasi nel deserto per lei.

Apro lo zaino per prendere la borraccia d'acqua, dopo due sorsi l'ho già finita e penso che prima di iniziare la lezione dovrò riempirla assolutamente, ma già so che me ne dimenticherò.

In quel momento, sento involontariamente pezzi della conversazione del signore sedutomi a fianco, non avendo ancora la capacità di togliermi le orecchie a piacimento.

 

"...deve pensare alla fotografia, alla tecnica del viraggio. Dal bianco e nero, si passa ai colori. Ma deve essere lei ad impegnarsi per questo cambiamento".

 

Ho collegato che il tipo potesse essere un qualche medico al telefono con una paziente, visto che dopo ha terminato la chiamata con "mi stia bene, signora Taldeitali", e ho trovato bizzarro che un dottore si intrattenesse a parlare con un paziente seduto su una panchina come chiacchierasse con un amico di vecchia data. Bizzarro e lodevole.

 

Ora, io non sono esperta di fotografia e non so nello specifico come funzioni questo viraggio, ho dato una letta sull'internet e sì, è in parte vero che da una foto in bianco e nero si possa ottenere una versione a colori, anche se inizialmente la pratica serviva principalmente alla conservazione della fotografia. Ma oggi, si sa, la tecnologia permette di tutto, quindi non me ne stupisco e prendo le parole del medico come vere.

 

A ripensarci, è ancora più bizzarro che io mi sia trovata lì in quel preciso momento mentre lui stava pronunciando quelle esatte parole, che decisamente si adattano al periodo di vita che sto vivendo. Se mi fossi seduta un minuto dopo o se avessi continuato a camminare non le avrei sentite e non avrei scritto tutto ciò. Un ennesimo sliding door che la vita mi ha riservato, e che voglio credere sia un segno a cui dare un significato.

 

Ho riflettuto anche altre volte sul senso di tornare a vedere i colori, passando da un mondo in bianco e nero, se non principalmente nero, ad uno in cui la luce potesse riflettere le sfumature che la mente si impegna tanto a cancellare. E ho imparato che le emozioni, belle e meno belle, sono i colori della vita, e che un'esistenza priva di esse perde ogni sapore. Rimane tale, ma non contiene nulla.

Resiste, persiste, rimane, sta, ma non è.

È soltanto una scatola vuota, una soffitta ammuffita, un film senza colonna sonora.

 

E quindi grazie, signore, dottore, per avermi ricordato questo pensiero, questo modus operandi di vita come tela su cui dipingere le emozioni di ogni momento, di ogni esperienza, di ogni vissuto. Grazie per avermi ricordato che sono io ad impugnare il pennello, che basta un niente per farlo cadere e che la scelta dei colori o del tema al negativo è anche una mia responsabilità.

 

Avrei voluto chiedere al signore di approfondire con me l'argomento ma non volevo apparire invadente né impicciona, magari avrebbe pure potuto recriminarmi la violazione di privacy della sua paziente, vai te a sapere. L'ho detto, non mi stupisco più di niente ormai, e sinceramente non ho bisogno di altre grane.

 

Ecco, con tutto questo scrivere sto facendo tardi a lezione.

Chissà che non sia tardi anche per colorare la mia vita.

Non sapendolo, mi alzo e mi dirigo a danza, sicura che almeno lì qualche colore lo troverò.

 

PS: ho stranamente riempito la borraccia d'acqua.

 

   
 
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