Salveeee sto saltellando di gioia per tutti i vostri bellissimi commenti! wow sono contentissimaaaaaaaaa ... mi state facendo super felice! é gratificante vedere che la storia viene apprezzata
e proprio per ringraziarvi eccovi il nuovo capitolo ...
sto seguendo tempi di inserimento dei capitoli : record XD. Praticamente uno al giorno!!
Mi dispiace non poter risp ad uno ad uno, ma è tardi e stavo scrivendo il capitolo 6 di questa storia (se voglio continuare con questi ritmi devo anche trovare il tempo di scrivere XD ...ardua impresa!!!)
Cmq dedico questo capitolo a JustCrazy ahahahahahha ( sei <_genio_> del forum Twilight lovers???)
Betato by Ronnie8437
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I
miei piani andarono a farsi benedire molto presto,
quando mi resi conto che le mie supposizioni non potessero essere
così distanti
dalla realtà dei fatti.
Quel
giorno scoprii in Bella molto di più di quello
che avrei mai immaginato, ma soprattutto desiderato. Il suo carattere
timido e
riservato celava una personalità brillante ed interessante.
Davanti
a me avevo la donna perfetta, quella che
avevo cercato per anni senza incontrarla. Quella con cui avrei
desiderato
intraprendere una relazione … quella che stava per sposare
mio fratello.
Se
questa non è sfiga!?
“Quindi
ti interessa la letteratura classica?”
domandai, notando il libro che stringeva tra le mani. “Emma”
di Jane Austen.
Lei
annuì ed i suoi occhi furono attraversati da una
strana luce. “Si, adoro i romanzi della Auten …
trovo che i classici
rispecchino un mondo che, benché possa apparire tanto
distinto dal nostro, a
causa delle convenzioni sociali che lo muovevano, si prospetta invece
più
simile di quello che crediamo. I suoi personaggi sono così
veri, con i loro
vizi e le loro virtù. Peccano talvolta di ignoranza e
superbia, ma nonostante
ciò, alla fine si abbandonano ai sentimenti. Tutto cade
davanti all’amore, che
siano le differenze di ceto o i pregiudizi, oppure quelle convinzioni e
quelle
certezze a cui si erano attaccati con tanto ardore. – prese
fiato. – la
galanteria dei gesti, quell’accuratezza di linguaggio. Per
non parlare della
capacità della Austen di proiettarti nella sua epoca. Tutto
è descritto in modo
tanto vivido da trasmetterti ad ogni parola le emozioni dei suoi
personaggi, le
loro paure e le loro gioie diventano le tue ….”
La
passione di cui quelle parole erano intrise
mentre si abbandonava alla sua esposizione mi incantarono. Mi trovai a
pendere
completamente dalle sue labbra. La veemenza con cui si
soffermò successivamente
sul rapporto di Elisabeth e Darcy,
sull’incontrollabilità di ciò che
l’amore
impone.
Rimasi
immobile ed incantato ad ascoltarla, sino a
quando il suo viso non assunse particolari colorazioni purpuree e
balbettò
qualche scusa sconnessa riguardo il suo sproloquio.
La
rincuorai, ammettendo di aver gradito non poco il
suo pensiero, non troppo dissimile dal mio. Come lei, ero un estimatore
delle
opere classiche.
“Sono
incorreggibile, quando qualcosa mi appassiona
non sono in grado di frenare il mio entusiasmo” ammise per
l’ennesima volta,
rigirandosi il libro tra le mani, ostentando un’espressione
imbronciata
estremamente deliziosa.
Sorrisi
incoraggiante. “Credo sia normale. Se così
non fosse, non sarebbe realmente una passione.”
Annuì
vistosamente“Già. Tu però eri venuto
qui per
rilassarti, ed invece hai subito i miei vaneggiamenti!”
asserì increspando le
labbra.
Scossi
il capo divertito. “In realtà ero venuto qui
per distrarmi e cercare di riacquistare un minimo di
ispirazione” ammisi in
tono contrito.
Arcuò
le sue sopracciglia perfette. “Ispirazione? –
domandò curiosa. – credo di non averti chiesto
quale sia il tuo lavoro!”
“Sono
un pianista!”
Lei
sgranò gli occhi sorpresa. “Davvero?- domandò
entusiasta. – cosa suoni di preciso?”
“Mie
composizioni, sul genere classico. Se vuoi
posso procurarti un biglietto per il prossimo concerto, che si
terrà tra pochi
giorni!” proposi nervosamente.
Contrariamente
ai miei propositi, mi sentii
veramente ansioso di udire la sua risposta. Desideravo farle ascoltare
la mia
musica, sperando che l’apprezzasse.
Le
sue labbra si stesero in un sorriso elettrizzato
che contagiò inevitabilmente anche il sottoscritto.
“Mi
piacerebbe tantissimo! - esclamò – ti
ringrazio!”
Stavo
per risponderle quando la suoneria del suo
cellulare riempì il silenzio.
“Claire
de Lune”
Oh
mio dio … ama anche la musica
classica?
Destino
infausto, perché mi stai
punendo? Cosa ho fatto di così terribile ed atroce per
meritare un simile
trattamento?
Tentai
di celare il mio sbigottimento ed il moto di
delusione che ne conseguii quando intuii chi fosse il suo
interlocutore. Il
tono di voce che utilizzava con Emmett era inconfondibile. Tanto simile
a
quello di una mamma con il proprio bambino, intriso di dolcezza e
tenerezza.
Devono
amarsi molto …
Mi
accasciai malamente sul prato, chiudendo gli
occhi e godendomi i caldi raggi solari che inondavano il parchetto.
Udii un
sospiro sommesso di Bella, ma non proferii parola cercando di
distogliere la
mia attenzione dalla conversazione che stava avvenendo tra loro. A
quanto
pareva, Emmett si era preoccupato non trovandola a casa.
Mi
sorprendeva poter ammirare tali premure da parte
di mio fratello. Ero sempre stato contrario alle sue precedenti
relazioni, conscio
di quanto quelle ragazze non fossero al suo livello. Ed ora che aveva
incontrato una donna meravigliosa non riuscivo a gioire per lui.
In
quegli istanti mi sentii un mostro.
Maledizione
Edward, cosa cercavi di
fare? È la fidanzata di tuo fratello …
Eppure
sono così diversi?
Ciò
non toglie che non siano innamorati.
Anche Alice e Jasper non hanno granché in comune, eppure la
loro è una
relazione più che felice, che si protrae da anni!
Sbuffai
esasperato dai miei stessi pensieri.
“Edward,
tutto bene?” la sentii mormorare. Istintivamente
aprii gli occhi, trovando il suo viso più vicino del
previsto.
Il
mio cuore perse un battito e rimasi incantato a
fissare due enormi occhi color cioccolato.
Deglutii
a fatica, riuscendo a biascicare un flebile
“si”, prima di scattare in piedi allontanandomi da
lei. Quella vicinanza non
era affatto salutare per il mio stato mentale. L’odore di
fresie che mi avvolse
mi fece inevitabilmente fremere.
“Credo
sia il caso di andare, non credo sia opportuno
far preoccupare lo sposino!” affermai ironico, passandomi
stancamente le mani
sul volto.
Lei
asserì con il capo ed insieme ci dirigemmo verso
casa, mentre la mia mente veniva invasa dall’inquietudine per
quella situazione
a cui non trovavo alcuna soluzione. Non potevo che sperare che la loro
permanenza fosse la più breve possibile, e che tornassero a
New York una volta
celebrate le nozze.
Solo
la lontananza mi avrebbe permesso di reprimere
quelle sensazioni e quei sentimenti che ormai stavano scuotendo il mio
animo
dal primo istante in cui i miei occhi si erano posati su di lei.
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Giungemmo
a casa in pochi minuti, mantenendo un
reverenziale silenzio, ognuno assorbito dai propri pensieri. Sebbene il
desiderio di poter comprendere cosa le provocasse
quell’espressione imbronciata
mi tormentò non poco.
Temevo
avesse compreso il mio interessamento nei
suoi confronti, e non potevo negare di essere tremendamente a disagio
presupponendo ciò.
Mio
fratello ci accolse sulla porta con un sorriso
gaio stampato in volto. Avrebbe potuto illuminare l’intera
cittadina di Forks.
Trasudava gioia da ogni poro!
Beh,
con una ragazza come lei non
potrebbe essere altrimenti!
Bella
si congedò poco dopo, esternando il suo
desiderio di concedersi una doccia rilassante. Io ed Emmett restammo in
cucina
a chiacchierare, come ai bei vecchi tempi.
Quando
gli fu offerto quel lavoro a New York, non
ero stato affatto entusiasta. Benché fosse per lui una
grande opportunità, il
pensiero di separarmi dal mio fratellone mi aveva non poco afflitto. La
nostra
era sempre stata una famiglia molto unita ed affiatata.
“Ehi
Ed, che ne pensi della mia futura mogliettina?”
domandò Emmett euforico, distogliendomi dai miei pensieri.
Deglutii
rumorosamente, ancora imbarazzato per
quello che era accaduto durante quei giorni, per non parlare dei miei
sproloqui
mentali al parco. L’espressione di Emmett mi permise di
intuire che non si era
accorto delle mie esitazioni, e ciò in parte mi
rincuorò.
“Carina!”
mormorai con fare indifferente, scrollando
appena le spalle.
Recuperai
distrattamente il telecomando, iniziando a
fare zapping tra i canali sperando di trovare qualcosa che attirasse la
sua
attenzione, distogliendolo da quella conversazione tutt’altro
che piacevole.
Un
incontro di wrestling, donne che
lottano nel fango
… qualsiasi cosa potesse essere
funzionale al mio scopo.
Lo
vidi arcuare un sopracciglio in una posa alquanto
scettica. “Carina? – mormorò perplesso.
– ma l’hai vista?”
Cazzo,
si che l’ho vista. Ed è proprio
questo il problema.
Ostentai
una tranquillità non mia, fingendo totale
disinteresse per quella meravigliosa creatura che, in quel momento, si
godeva
una bella doccia.
Dovetti
fare forza su me stesso per non immaginarla.
Oh
mio Dio …
Edward
per carità, no! Pensa ad altro …
pensa alla dentiera di zia Margaret, oppure alle verruche di nonna Peg!
“Dove
vi siete conosciuti?” domandai nel vano
tentativo di sviare il discorso su qualcosa di meno pericoloso.
Oltretutto, ero
sinceramente curioso di comprendere come due persone tanto diverse
avessero
istaurato un rapporto d’amore tanto solido da aver spinto mio
fratello ad
aspirare al matrimonio.
Lui,
il libertino per eccellenza.
“Al
campo di basket per l’intervista … ma
lì non
accadde nulla! C’era troppa gente –
spiegò rigirandosi una penna tra le mani. –
fortunatamente ho avuto modo di incontrarla nuovamente”
“Dove?”
Bella non mi pareva essere tipo da
discoteca. Troppo timida ed impacciata per scatenarsi in un simile
ambiente.
“In
biblioteca!” rispose mesto, sorridendo
sardonico.
Corrugai
la fronte in un’eloquente espressione
dubbiosa. “Tu, in biblioteca?” chiesi ironico.
Emmett
considerava i libri come una semplice
appendice dell’arredamento. Qualcosa da osservare a distanza.
Ero certo che le
sue letture fossero tendenzialmente limitate ai giornaletti
“hot” che da
adolescente nascondeva nell’armadio, almeno sino a quando
Alice non li scovò.
All’epoca, io e la piccola peste avevamo appena nove anni.
Ricordo ancora lo
sbigottimento e l’imbarazzo dei miei genitori e di mio
fratello che tentavano
di sviare – con scarso successo – le nostre
pressanti curiosità.
Una
scena esilarante, almeno per me!
“Cosa
ci trovi di strano?” domandò rivolgendomi uno
sguardo torvo ed imbronciato.
Alzai
le mani ghignando. “Nulla … figurati”
biascicai tentando invano di reprimere le risa incontrollate.
Ridemmo
insieme, rammentando la nostra infanzia e
scherzando come allora. In quel momento compresi ciò che
avrei dovuto fare. Non
avrei mai arrecato alcun dispiacere a mio fratello, non gli avrei
permesso di
notare la mia infatuazione per la sua ragazza … sarei stato
lontano da lei,
da loro.
Nessuna
alternativa …