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Autore: ilenia23    21/09/2009    3 recensioni
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E se Albus Silente avesse una figlia? E se Sirius Black  se ne innamorasse? E se la storia fosse andata tutto in un altro modo o quasi?
Un intenso sguardo, durato un solo istante.
Pieno di dolcissima tensione.
Complicità.
E paura.
E ansia.
E passione.
E felicità straziante.
Gioia pura, autentica.
In un brevissimo sguardo  tutto questo.
Eravamo tutto questo io e Sirius.
E quel poco d’amore che c’era.
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi qui!! Come vedete il mio aggiornamento è ossessivo ahah. Il fatto è che ne vorrei approfittare ora che siamo all'inizio della scuola per avvantaggiarmi di qualche capitolo prima che venga travolta da una mole di compiti (questo è il mio ultimo anno di liceo classico, quindi alquanto impegnativo...) per pubblicare quanti più capitoli è possibile. Verranno tempi in cui dovrete digiunare, ve lo assicuro.
Comunque tornando al chap, questo è l'ultimo frammento dei dodici anni di distacco e dal prossimo chap la storia,ormai allineatasi completamente al presente, comincerà a prendere una piega molto diversa. Un ringraziamento a tutti coloro che recensiscono assiduamente e anche ai sempre più numerosi lettori che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite. Gradirei anche un vostro commento oltre alle solite voci(per altro apprezzatissime)!!!
Ora vi lascio.
Buona lettura.



Londra, Casa di Aryana - Aprile 1994

Aryana Silente

“Sei sicuro che non vuoi qualcosa da bere?”chiesi a  Winston  mentre mi versavo un bicchiere di vino rosso.  
“Si, si, cerco di rimanere lucido”balbettò, titubante.
 Avevo sempre messo a disagio quel ragazzo, seppur involontariamente.
Lavoravamo insieme al Ministero ormai da molti mesi.
Non era il primo appuntamento che accettavo da lui, anzi, era l’ultimo di una lunga serie.
Per qualche folle motivo avevo accettato la nostra frequentazione…forse volevo semplicemente consolare il mio orgoglio ferito, rivendicare la mia dignità di donna, sentirmi desiderata.
Winston era giovane quanto me, alto , tratti regolari, complessivamente un bell’uomo.
Ero uno dei più ambiti al Ministero.
A me aveva fatto da subito simpatia per i suoi modi riservati e garbati.
Non mi piacevano le persone invadenti.
Aveva una cotta per me fin dal primo giorno in cui mi vide.
Fra di noi crebbe una timida amicizia, poco a poco, e insieme a questa crebbe l’invidia e la gelosia di Amanda Roberts, da sempre innamorata di lui.
Non mi piaceva essere al centro di questi pettegolezzi ma ci finii ugualmente, seppur controvoglia.
E così ci ritrovammo a casa mia per  l’ ennesima cena insieme.
Non si andava mai oltre le chiacchiere con Winston e a me andava benissimo così.
 Era un ragazzo rispettoso e paziente oltre ogni limite.
Spesso capitava che mi sentissi in colpa..probabilmente l’ avevo illuso o stavo illudendo me stessa di poter costruire qualcosa con qualcun altro.
 “Aryana, non hai già bevuto abbastanza?”.
“Sembri mio padre..”dissi buttandomi sul divano accanto a lui.
Mi sfilai le scarpe a tacco alto, ridando sollievo ai miei piedi.
Senza rendermene conto mi ero accoccolata sinuosa sul divano , a pochi centimetri da lui.
 Avevo decisamente bevuto troppo quella sera.
Stavo facendo delle cose che non volevo realmente fare, come essere sensuale.
Winston era già diventato porpora, un ‘altra cosa che non volevo fare.
Buttai giù il resto del bicchiere quasi automaticamente e lo poggiai sul tappeto.
Adesso ero davvero più che brilla.
“Winston, rilassati…”quasi miagolai.
Non volevo che mi uscisse quel tono di voce ma accadde.
“È difficile con te..così…”.
“ Prima hai detto che mi dovevi chiedere una cosa importante..”.
“Si, anche se adesso è un po’ complicato..Aryana, ormai ci conosciamo da tanto tempo, e posso dire senza alcun dubbio che tu sei la donna più bella e intelligente che abbia mai incontrato..”.
Lo interruppi subito.
“Ti prego, questi discorsi melensi non sono nel mio stile..arriva al punto”.
“Io..sono..innamorato di te e..mai lo sono stato di nessuna..credo che mai lo sarò..dopo di te..”.
Lo guardavo sconvolta. Avevo sbagliato tutto con lui.
“Quello che cerco di dirti è che non penso di innamorarmi di nuovo per cui faccio quello che mi hai detto tu fin dall’ inizio..mi butto”.
Lo interruppi di nuovo.
“Sai, Winston, credo che buttarsi sempre non sia una cosa saggia e sono sicura che io non ti ho detto questo..forse, volevo dire di rilassarti ma..”.
Questa volta fu lui a interrompermi, ormai parlava spedito come un treno..
“Aryana, mi vuoi sposare?” esclamò all’improvviso, tirando fuori l’ anello dalla giacca.
“Oh Merlino, Winston…io..”.
“Non mi devi rispondere adesso..io..ti saprò aspettare..”disse dolcemente.
Era un ragazzo d’oro ma io ero troppo orgogliosa, troppo stupida per “accontentarmi”.
Mentre io cercavo le parole più adatte non mi accorsi che Winston mi stava baciando.
E io non lo sentivo.
Non provavo niente.
Era qualcosa di addirittura fastidioso..le labbra di qualcun’ altro, che non fosse Sirius, sulle mie.
Lo scansai bruscamente.
 “Scusa, Winston. Non sei tu, sono io. Mi dispiace, non posso”.
“È sempre per colpa di quell’uomo di cui mi parlavi?”.
“Io..si”.
Era inutile mentire.
“Cos’ ha lui che io non posso darti?”.
“Winston, questo non c’entra niente. Tu non hai sbagliato niente, sei stato perfetto. Sei l’unico con il quale mi sia aperta dopo tanto tempo. Tu sei perfetto per qualsiasi donna sana di mente e normale. Ma io non sono così e purtroppo non fai al caso mio. Credo che nessuno faccia al caso mio. Nessuno tranne..lui”.
“Hai detto che ti ha fatto soffrire tanto e , da quello che vedo, continua a farlo..non capisco come fai ad amarlo dopo tutto questo. È il tuo carnefice, ti tiene imprigionata a lui , ti tortura e tu..riesci ad amarlo?”.
“È molto più complicato di così..c’è qualcosa che ci tiene legati..forse sono legata al ricordo di lui..non alla persona che è adesso”.
“Che vuoi dire?”.
“Lui prima era diverso. Era perfetto per me..poi, è cambiato. Io non amo l’uomo che è diventato ma quello che era. Ti assicuro che non sono pazza, sono davvero due persone diverse”.
“Di chi sei innamorata tu? Com’era l’uomo di cui mi parli?”.
“Com’era? È difficile da spiegare..lui era..lui. Indefinibile per molti versi. Ottanta per cento diavolo, venti per cento angelo, sempre con la testa per aria, fin troppo sicuro di sé, arrogante quasi, ma anche elegante e intuitivo. Capiva le persone fin da subito. Aveva capito tutto anche di me e tu sai quanto è difficile. Viveva a velocità supersonica, non si fermava mai. Corri o muori, era la sua aspettativa di vita. Era orgoglioso, testardo, fumantino, fiero. Bugiardo quanto basta, misterioso per certi versi. Chi non lo conosceva non aveva la minima idea di cosa gli passasse per la testa, era l’imprevedibilità in persona.  Era irruente, passionale , incontentabile, fin troppo istintivo,  il suo corpo si muoveva all’unisono con il pensiero e poi ancora impaziente, esagitato, caotico. Con il suo sorriso attraeva tutti e tutto come una calamita, era la sua natura. E poi..il suo sguardo..ti poteva uccidere o  rendere la persona più felice del mondo, solo guardandoti..due occhi che ipnotizzavano..intensi e decisi. Mai visti due occhi come i suoi”.
“Praticamente è quasi l’opposto di me”.
“Già…Mi dispiace, Winston”.
“Non fa niente. Non puoi comandare il cuore..”.
“Vorrei tanto smettere di amarlo, non sai quanto vorrei ricominciare daccapo ma non posso. Ci ho provato, ma è impossibile. Quando una persona ti tocca il cuore e l’anima come lui ha toccato me, non si può più spezzare il legame che vi unisce. È come una maledizione, è triste ma è così e prima lo accetterò meglio sarà per tutti. Ho sbagliato con te, dovevo essere chiara fin da subito”.
“Non c’è proprio modo di riparare con questa persona?Mi piange il cuore a vederti così”.
“Purtroppo No. Lui adesso è diverso, è cattivo. Anzi, non so se è mai stato come ti ho detto prima. Forse ha solo finto tutto il tempo..comunque è tutto troppo complicato..”.
“Senti, lo so che è scontato ma..lui non ti merita. Voglio dire, tu sei straordinaria, sotto tutti i punti di vista. Non capisco come abbia fatto a lasciarti andare. Io non ti avrei mai lasciato, mai”.
“Lo so, Winston e forse è proprio questo il problema. Comunque è meglio che tu vada ora..”dissi alzandomi e accompagnandolo alla porta.
“Certo, ti lascio sola. Volevo dirti anche che domani parlerò con Caramell. Credo che rifiuterò l’incarico per l’organizzazione del Torneo”.
“Cosa? Perché? Non lo farai per me, vero?”.
“A dire il vero, si. Scusa, non fraintendermi, non voglio darti sensi di colpa..è che..non credo di poterlo sopportare. Vederti ogni giorno e fare finta di niente..sai, credo sia troppo”.
“Oh, bhe..se la metti così..Io..mi dispiace..non so che dire”.
“Non devi dire niente..è la cosa migliore per tutti”.
“Winston..Ti voglio bene”mormorai e lo abbracciai stretta sull’uscio di casa.
Quella era una delle poche cose giuste che avevo fatto quella sera.

Sirius Black

Nascosto tra i cespugli del giardino della mia ormai ex casa, in forma canina,  osservavo mestamente la scena che mi si parava di fronte.
Lei..stava abbracciando un altro.
Cercavo di metabolizzare la cosa, pensavo di essere preparato.
Innumerevoli volte nei meandri della mia cella avevo immaginato una scena simile.
Ma niente era in confronto a quello che stavo  provando adesso.
 L’ istinto mi diceva di saltare addosso a quell’ idiota ma non potevo farlo.
Equivaleva ad un suicidio e ,se c’ era qualcosa che era cresciuto in me dopo l’evasione, era l’istinto di sopravvivenza.
 Mi scorreva dentro le vene un fuoco sottile, avevo serpi dentro la pancia, un veleno nella gola  ma  l’unica cosa che potevo fare era ringhiare.
La vedevo sorridere,con il suo solito rossore sulle gote,gli occhi immensamente verdi che luccicavano.
Forse non era felice, ma era  serena.
 Questo era l’importante.
Io morivo dentro ma lei ci stava provando ad avere una vita decente dopo che io l’avevo distrutta.  
Ero stato un idiota ad arrivare fino a Londra.
Probabilmente l’ avevo messa solo in pericolo.
Il mio piano per acciuffare Peter procedeva spedito..le cose stavano prendendo la giusta piega..ma io dovevo sempre rovinare tutto.
Ero un masochista.
Che cosa mi aspettavo di trovare?
Mi ero solo illuso, più la guardavo più mi si stringeva il cuore , più mi maledicevo per la mia cecità.  
Rimasi là anche  quando lui se ne andò, fermo a guardarla.
Lei rimase un po’ sull’ uscio, aspettando non so cosa.
Sembrava la stessa di tredici anni fa...lo stesso modo di portare i capelli dietro le orecchie, di appoggiarsi sull’ uscio della porta e guardare l’ orizzonte con quel suo sguardo così profondo, che guardava al di là delle cose, le scavava in profondità e le leggeva a modo suo..in maniera diversa..non umana.
Era sempre bellissima.
Anzi di più.
Aveva perso i tratti adolescenziali e aveva assunto una femminilità piena, matura. Di una bellezza ineguagliabile, così irraggiungibile, quasi regale..quasi austera.
Solo io conoscevo quanto potesse diventare incredibilmente passionale e folle.
Ma soprattutto, cosa molto più grave, era sempre così perfetta per me..
Poi all’improvviso i nostri occhi si incrociarono.
Un pugno nello stomaco.
Un pugno che vorrei ricevere altre mille volte.
La sentivo, sentivo il suo sguardo che mi scavava l’anima seppur per un brevissimo istante.
A malincuore scappai via, correndo veloce come lei mi aveva insegnato.
Non le avrei distrutto la vita anche stavolta.
Non potevo offrirle niente e lei invece meritava tutto il mondo.
Dovevo riprendere il mio piano da dove l’ avevo lasciato e dimenticare quella follia.
Dovevo scordarmela, per il mio e per il suo bene.  

Aryana Silente

Sirius.
Impossibile.
I suoi occhi grigi, gli stessi suoi, proprio là nel giardino.
Un grosso cane nero che scappava.
Lo rincorsi, aguzzando la vista ma lo persi.
Di nuovo.
Mi ritrovavo sola, per strada, come una stupida per colpa delle mie stupide allucinazioni ,dovute all’alcool.
Come poteva essere Sirius?
 Lui mi odiava, mi aveva solo usato.
Anche se adesso era scappato da Azkaban, anche se proprio quel giorno io ebbi quell’incubo, queste erano solo coincidenze.
La sua evasione e il mio ritorno erano solo coincidenze.
Doveva essere così, dovevo convincermene, altrimenti sarei impazzita.
Lui era un servo dell’ Oscuro Signore, uno dei malvagi, il nemico da combattere.
Dovevo tenere bene a mente questo.
E allora perché continuavo a pensare a quegli occhi grigi?
Perché non lo lasciavo andare sul serio?
Perché non avevo la forza di occuparmi della sua fuga?
Perché avevo rifiutato l’incarico?
Queste domande mi trapanavano il cervello e non c’erano risposte, nessuna risposta ,o almeno,quelle che c’erano non erano dettate da ragione.
Rientrai in casa e mi gettai sul divano.
Avrei solo voluto sprofondare in un sonno profondissimo ma quando si trattava di Sirius non si dormiva.
 Mai.
Quando si trattava di Sirius si piangeva, sempre.
E infatti piansi, composta, fredda, come al solito.
I miei pianti non erano disperati o scomposti.
Ero troppo orgogliosa per farlo.
No, io mantenevo integra la mia corazza, la mia maschera.
Non era importante che fossi sola.
Io dovevo essere inaccessibile, imperturbabile, forte.
Le mie lacrime erano amare.
Non piangevo per lui ma per me.
Perché quando mi catapultai in mezzo alla strada cercando di dare un senso alla mia visione, io speravo che fosse lui.
Io speravo che quegli occhi fossero i suoi.
Perché lo amavo, inevitabilmente lo amavo.
E mi dannavo, mi maledicevo, perché dopo tutto quanto, io non riuscivo a smettere.
E quello rappresentava il mio più grande fallimento.
Non importava quanti premi avessi ricevuto o quanto la gente mi stimava.
Io sapevo.
Quando tornavo a casa, da sola, al buio, nel mio letto vuoto, io sapevo.
Sapevo che avevo perso la mia guerra infinita contro Sirius.
Questa volta il prezzo da pagare però era stato troppo alto..il mio cuore.  



***********************


 Londra – Casa  A. Silente – Giugno 1994

“Per l’ennesima volta, Ary. Si, è così che è andata. Ha fatto un incantesimo Confundus ai tre ragazzi, convincendoli che fosse totalmente innocente raccontando quella storia assurda su Peter”disse Remus Lupin, pazientemente seduto sul divano del salotto sorseggiando la sua tazza di the fumante.
“Incredibile non si ferma neanche di fronte alla memoria dei morti. Vuoi sapere qual’ è la cosa che mi manda fuori di testa? Il fatto che quel viscido di Piton ha trovato il modo di acquistare prestigio dall’ intera faccenda, riuscendo anche a buttarti fuori dalla scuola per altro”.
Tu come stai?”.
Ecco la domanda che temeva.
In quei tredici anni aveva fatto a meno di chiedersela.
Aveva fatto finta di non averne bisogno, di non aver bisogno di niente.
“Che vuoi dire?”.
“Andiamo, Aryana, ti conosco. So che questa storia ti ha scosso e non poco, soprattutto dopo l’ incontro accidentale avvenuto nel tuo giardino”.
“Ascolta, Remus. L’ ho superata, ok? In fondo sono passati tredici anni. Me ne sono fatta una ragione. L’ unica cosa che mi preoccupa è Harry. Quel pazzo in giro per l’ Inghilterra non può che essere un pericolo per quel ragazzo, come se non avesse già abbastanza problemi. È incredibile quel bastardo non si è fermato nemmeno di fronte ai Dissennatori. Questo vuol dire che è pronto a passare sopra la sua stessa vita pur di raggiungere i suoi sordidi scopi”.
“Perché non ti sei occupata della sua fuga, allora? Sai benissimo che con un talento come il tuo lo trovereste in pochi mesi”.
“Forse ti sei dimenticato di quanto è bravo Sirius come Auror. E in ogni caso, sai che non me la sento. Voglio solo dimenticare..”.
“Prima hai detto che avevi già dimenticato”.
“Insomma Remus, cosa vuoi tirarmi fuori, si può sapere? È come se stessi cercando di farmi confessare il mio amore disperato per Sirius”.
In effetti era esattamente ciò che voleva fare Remus..trovare una speranza per l’ amico da poco ritrovato.
“Ma che stai dicendo? Sono solo preoccupato per te, tutto qua”.
“Non c’è niente di cui preoccuparsi. Piuttosto dovresti preoccuparti di te stesso. Non sono certo io quella disoccupata, senza l’ ombra di una sterlina”disse Aryana, ridendo.
 In realtà dentro di lei stava scoppiando una tempesta.

Aryana Silente

Sirius aveva trovato il modo di sconvolgermi la vita ancora una volta e non era neanche passato un anno dal mio ritorno in Inghilterra.
Ma adesso il mio obiettivo era Harry,doveva essere lui.
Non avrei mai permesso che quel bastardo facesse del male anche al mio figlioccio. Mai.
L’ incarico per organizzare il Torneo cadeva come una manna dal cielo.
Sarebbe stata un’ ottima occasione per tenere d’ occhio Harry, per proteggerlo da quel maledettissimo guaio, di cui non riuscivo a liberarmi neanche dopo quasi tredici anni.
Quel guaio portava il nome di Sirius Black. 
  
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