La vita in città era frenetica, i clacson suonavano ad ogni angolo e il rumore degli uccellini veniva sovrastato da quello dei passi frettolosi dei passanti.
Mathilde non vedeva l'ora di andare in vacanza, tornare a casa, respirare un po' di leggerezza e libertà dopo quell'anno intenso all'estero, passato tra colloqui e trasferimenti, primi appuntamenti
Per fortuna, a detta sua, aveva trovato una casetta in periferia che le ricordava vagamente quella dei suoi nonni, con un gattino che spesso le faceva visita e il pesciolino rosso dei vicini che faceva cucù dal davanzale; non poteva credere che quello in cui sperava, quel posto che tanto desiderava raggiungere, l'aveva trovato, con coraggio, dedizione e voglia di fare.
Non aveva smesso di cercarlo quando, anni prima, era tornata a casa piangendo per non essersi sentita pronta a quella vita, quando ancora aveva bisogno di qualcuno che le dicesse cosa fare e dove andare.
Trovare sè stessa in un luogo che non avrebbe mai pensato essere il suo, imparare a stare da sola, volersi bene, aveva fatto accendere in lei quello che fin da sempre ardeva dentro ma non riusciva mai a farle davvero luce... la sua strada.
Era sempre stata lì, tra i ricordi della sua infanzia, la casetta in campagna, le risate di Simon, il loro rapporto speciale ed anche un po' matto, come era lei.
Tornare a casa era come rivivere tutto quanto, i momenti belli ed anche quelli un po' meno, l'odore dell'orto ed anche quello del ciliegio in fiore, tutto era come doveva essere.
Pensò che sotto sotto era tutto magico così.
Così come l'aveva sognato Mathilde.