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Autore: Slits    21/09/2009    4 recensioni
Crack? OOC?
You eat it?
La ciurma di Cappello di Paglia approda su un arcipelago sperduto e scopre che l'amore non è sempre quel sentimento destinato a sbocciare con il tempo. Soprattutto se il bocciolo prossimo a schiudersi altri non è che una semplice pera di dubbio sapore.
La dimostrazione di come anche una crack, alle volte, possa riservare gradite soprese.
[Zoro/Nami; Franky/Rufy; Robin/Usopp; Chopper/Brook; Zoro/Sanji]
[!OOC; !Crack]
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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× Pegni d'amore e menestrelli in fusciacca.


Non era mai stato propenso a particolari lavori e fu anche per questo che Rufy si stupì non di poco quando, seduto in un angolo nella nave, scorse il carpentiere intento a sopravvivere alla propria sfida quotidiana con ago e filo. A circondarlo, ritratti di ciò che a prima vista sarebbero potute apparire come foto di prugne affette da una grave forma di narcolessia.
- Fraaanky! Che stai facendo? – il cyborg sobbalzò quando il suono di quella voce, dolce come miele che stilla dagli alveari in fervore in un agosto inoltrato di gelido settembre, lo raggiunse mellifluamente sino a sfiorargli l’animo.
Si chinò su stesso cercando riparo nel grembiule rosa shocking - un ritaglio di stoffa talmente striminzito da coprirgli a malapena i pettorali - ed arrossì vistosamente. Dio se poteva esser bello.
Lo coglieva dall’eleganza con cui le sue dita stessero esplorando gli anfratti più nascosti delle sue narici; lo percepiva in quel tono colmo di mal celata grazia, pronta a traboccare senza esitazione dalle sue labbra carnose.
- Fico! E’ una cacca quella? – per l’appunto.
L’ex smantellatore faticò a trattenere un gemito di puro piacere quando il suono di quelle parole sembrò quasi cullargli il cuore che, sino a pochi giorni prima, avrebbe giurato sommerso dalla tempesta. Mai termine più dolce, mai tono più sensuale si ritrovò a riempire con la propria forza ogni singola parete di quella nave.
- E’ il nuovo strofinaccio da cucina che stai facendo per Sanji? Così almeno ogni volta che dice “merda” ha qualcosa a cui rivolgersi anziché sempre l’espressione del sottoscritto! – le dita del carpentiere si strinsero con così tanta forza che la cruna dell’ago, sino a pochi istanti prima tenuta in precoce equilibrio sui polpastrelli, si ritrovò ben presto a giacere sul pavimento. Spezzata.
- E perché mai dovrei fare qualcosa per quel cigolò fallito? Di’ la verità: in realtà ti piace perché ti cucina da mangiare vero? Lo vuoi perché fuma? Oppure perché è così per bene da essere inarrivabile? Eh? EH?! – il capitano sbarrò gli occhi, visibilmente confuso, quando all’aggiunta di ogni possibile motivo vide il colorito del compagno portarsi ad una nuova graduazione di viola.
Giunto a “inarrivabile” la tonalità “porpora Von Chan” era divenuta oramai un improponibile “nero caccola Mr Five” ed il suo sguardo, solitamente ben nascosto dalle lenti scure, talmente iniettato di sangue da far invidia ad una bistecca del cuoco. Una calda, dolce e corposa bistecca cucinata da Sanji, con appena un’aggiunta di olio e qualche spruzzata di rosmarino, semplicemente per aromatizzare.
Senza neanche rendersene conto il suo livello di salivazione aveva oramai raggiunto i livelli di massima saturazione, traboccando pericolosamente dalle sue labbra.
- Mi è venuta fame! – gli occhi del carpentiere si illuminarono non appena quell’ultima frase solleticò le sue orecchie. Finalmente la tanto agognata occasione era arrivata!
Adesso avrebbe potuto mettere in mostra tutto il proprio talento e giungere così a creare quella fantomatica breccia nel cuore del proprio capitano. Sì, ne era sicuro!
La vita aveva appena incominciato a girare e lui era riuscito a prendersi uno dei posti migliori nel vagone di testa. Lo aveva sempre detto che quella settimana sarebbe stata Super, del resto.
Con un movimento fulmineo del busto gettò via il nuovo paio di boxer, calzandosi infine un cappello da cuoco in testa.
Per il suo pasticcino avrebbe cucinato persino un re dei mari.
Per quel bocciolo d’autunno appena sbocciato fra le acque infernali di un fiume in tempesta avrebbe persino colto le…
- Vado a cercare Sanji, speriamo che mi cucini qualcosa anche per strada. A dopo, Franky! –
- … -
Una nube scura trovò lietamente la propria dimora sulla chioma cerulea del carpentiere mentre il capitano, insolitamente ansioso all’idea di potersi incontrare con il cuoco, si apprestava a lasciare la nave.  
Senza dire una parola, il cyborg si trascinò sino all’angolo dove da inizio mattinata aveva lavorato alla propria creazione.
Una smorfia di disgusto attraversò le sue labbra quando l’ennesimo improponibile ritratto di Rufy ad opera di Zoro incontrò il suo sguardo.
Forse il loro capitano aveva davvero trovato, seppur inconsciamente, il modo migliore per descrivere l’insolita vena artistica dello spadaccino. Una vera merda.
Ma, in compenso, il ricamo di Rufy che ben presto sarebbe uscito sul retro di quegli slip sarebbe stato un vero e proprio capolavoro di perfezione e fascino. Che poi, con un meccanismo che al momento di stringere entrambe le natiche univa talmente tanto i loro visi da farli sfiorare, sarebbe stato davvero inarrivabile.
I suoi occhi sfiorarono un’ultima volta, perplessi, il plico di fogli lasciato poche ore prima da Zoro.
- Sarà… - si disse prima di reimbracciare con nuova passione ago e filo - …eppure a me ricordano di più delle prugne secche. –


- Non ho mai creduto a simili stronzate. -  camminavano fianco a fianco da alcune ore oramai.
Il biondo era rimasto vagamente perplesso quando il bambino, subito dopo avergli venduto una di quelle improponibili pere, si era limitato a prenderlo per mano, come se fosse la cosa più naturale al mondo.
Non era mai stato abituato a simili gesti e - per quanto facile potesse apparire - persino il semplice stringere quelle dita così sottili parve esser in grado di costargli uno sforzo immenso.
Vide il mercante sorridere al suono di quelle ultime parole ed aumentare impercettibilmente la presa, in modo da render quell’ultimo diniego nulla più che un semplice sussurro.
- Quindi tu non credi nell’amore? – il biondo sbuffò stancamente prima di rispondere. Possibile che tutte a lui dovevano capitare?
Partito con l’intento di trovare una bionda mozzafiato e di ritorno con un moccioso petulante. Qualcuno da lassù, ne era certo, doveva essersi divertito più del dovuto con il suo destino.
- Siamo pirati. Credi davvero che vi sia spazio persino per amare per gente come noi? – si limitò a dire stancamente. Vide il bambino socchiudere gli occhi e tornare con lo sguardo alla folla.
- L’amore è bello per questo, non fa alcuna distinzione. Potresti essere persino un marimo senza cervello e dimora e ti garantisco che potresti amare benissimo qualsiasi altro essere vivente. –
Questa volta toccò a Sanji incassare il colpo.
L’esempio usato era stato sin troppo palese del resto, sin troppo ben architettato, per poter anche solo sperare di lasciare espressione diversa sul suo viso aristocratico. Affondò una mano in tasca, mentre con l’altra tentava ancora ed ancora di mantenere quanto più ferma la presa delle proprie dita, insolitamente viscide e sudate, su quelle posate del bambino.
- Chi sei tu? – chiese infine.
- Kami. – si limitò a rispondere il piccolo, sorridendo insolitamente compiaciuto alla vista dello stupore sul volto del biondo.


Il fragore della porta precedette l’ingresso della navigatrice nelle camerate della nave.
Robin alzò gli occhi dal libro che stava leggendo, un manuale piuttosto sostanzioso circa i vari usi del suo ultimo acquisto, e rimase a fissare la ragazza lasciarsi cadere pesantemente sul letto.
Se anni prima le avessero detto che avere una sorella sarebbe stato così difficile, probabilmente avrebbe riso sino a sputare i polmoni. Curioso quindi, si ritrovò a pensare, come crescendo si fosse ritrovata costretta a dover cambiare idea su tutto.
- Qualcosa non va? – si limitò a chieder candidamente.
Lo sguardo che le ragazza le lanciò di rimando avrebbe potuto parlare a suo nome per le prossime tre vite, lasciando spazio sufficiente persino per potervi annoverare una possibile quarta. L’archeologa chiuse con un movimento serafico il manuale e ricambiò l’occhiata, arcuando maggiormente il proprio sorriso.
- Secondo te? – sospirò sconsolata.
- Se ti riferisci allo spadaccino direi che è ancora presto per struggersi. La notte deve ancora passare. –
- Sinceramente non vedo come potrebbe andar peggio di… - le parole della ragazza vennero interrotte dal rumore di ciò che, ad orecchie disattente, sarebbe potuto apparire come un barile scagliato senza troppa cura contro il rivestimento della nave.
Specificare che in realtà si trattasse di un comodino non avrebbe probabilmente potuto cambiare molto, ma per il carpentiere fu comunque una doverosa annotazione da fare.
- Scusa, sorella! Glielo avevo detto io al buzzurro che un sassolino sarebbe stato sufficiente, ma figurarsi se questo da mai retta al super Franky! – la classica posa del cyborg coprì parte di ciò che un tempo, qualche coraggioso, avrebbe osato definire il demone dell’Est Blue.
Adesso probabilmente persino attribuirlo all’Est sarebbe stato un oltraggio. Per le isole di quella parte di mare, ovviamente.
- E muoviti, idiota! Di’ quello che devi dire ed amen! – facendosi forte di tutta la propria forza di volontà, lo spadaccino fece capolino fra le possenti spalle del carpentiere.
- A-affacciati alla finestra, amore mio! – il cyborg mormorò qualcosa perplesso, non abituato a simili approcci. Nami si prese semplicemente la faccia fra le mani.
Dall’allaccio Nord del porto, invece, una decina di oblò si spalancarono astiosi, dando spazio a marinai che volendo usare un linguaggio politicamente corretto, in molti avrebbero definito “diversamente belli”. Molto diversamente.
Lo spadaccino si portò una mano dietro la nuca e facendosi piccolo piccolo, si limitò ad indicare la navigatrice.
- Io parlavo di quell’amore mio. Tornatevene a letto voi! – una serie di imprecazioni considerate ai limiti del legale in circa la metà dei paesi della Grand Line fu tutto ciò che quelle nuche, scomparendo rapide come erano emerse, riuscirono a lasciarsi alle spalle.
Solo il prestante Alfonso parve essere in grado di ritirarsi in silenzio, richiamato da una voce che non in pochi avrebbero attribuito non erroneamente all’anziana vedova Paolini. Fedele cliente tanto nel lavoro quanto nella vita privata.
- Prendi quel comodino ed ingoiatelo, idiota! E Franky, tu, non posso credere che gli stia persino dando manforte! Ma vi siete bevuti il cervello tutti e due?! – la navigatrice non riuscì a gridare nient’altro dall’alto della propria camera.
Ed in verità di quel “tutti e due” era rimasto ben poco.
Il carpentiere aveva infatti saggiamente deciso che sparire in una nube di polvere e sassi gli avrebbe potuto arrecare molti meno danni che continuare a prestarsi, non volontariamente certo, da bersaglio mobile ai lanci della donna. Tiri di rara bravura per altro.
Lo spadaccino invece, cosciente quel tanto in più che fosse sufficiente a fargli sussurrare ogni tanto un “Befanina” o “Streghetta mia” , si limitava a bilanciare il proprio peso quando su una gamba e quando su un'altra.
Variabili stabilite, per altro, dalla direzione verso cui le mani della navigatrice si trovavano a scagliare parte del mobilio della propria stanza.
“Io non mi son bevuto il cervello. Ho semplicemente fatto dono della mia immaginazione alla tua leggiadra persona, o mia divina”
Zoro si portò una mano all’orecchio, infastidito, quando quella voce incominciò a divenire un’instacabile nenia fra i suoi pensieri.
- Ma che diamine… -
“E togli quel mignolo ungulato, imbecille! Qui c’è qualcuno che si sta facendo in quattro per aiutarti!”
- Franky? -
“Per salvarti il culo.”  Dall’altro capo dell’auricolare il cyborg sogghignò un’ultima volta. Fra le sue mani ciò che mai nessuno avrebbe pensato di poter vedere all’in fuori delle camerate dei ragazzi.
E mentre lo spadaccino si limitava ad arcuare un sopracciglio, vagamente perplesso, il “Sanjiko’s world, keep out all the rest” faceva lietamente mostra delle sue prime pagine fra le rudi dita del carpentiere.
Adesso sì che le cose avrebbero finalmente potuto incominciare a girare per il verso giusto…


---
E per chiunque se lo stia chiedendo, Zoro è un menestrello nato

Volendo invece passare ai ringraziamenti:


Per Zorina : Robin non a caso è sparita proprio nel momento di massima espressione della poesia marimesca. Non a caso con il suo bel manualino U____U'
Per quanto riguarda il resto dei poveri pazzi come vedi li ho sviluppati sadicamente con amore qui. Quindi... ù____ù
Ti ringrazio per il commento, caVa. * sventola un paio di mutande pitonate *
Crocco boy : ._____.

Per Seiko : la logica marimesca è ciò che muove gli ingranaggi del mondo. Non la pace, non l'amore, non la fratellanza.
Bensì la certezza che girare con un cappotto a Ferragosto è di moda e KUL è____é9
Il cuoco per ora sta stringendo nuove amicizie con il moccioso di turno. E tornerà. Fidatevi quando vi dico che lo farà ù____ù
Grazie mille per seguirmi Cra, ancora di più per sopportare i miei deliri e soprattutto per una cosa che qui non posso dire che osserva tutto e tutti ù____ù
STRAP ._____.

Per Lusty : demolire i tuoi neuroni è lo scopo della mia esistemza. Esserne sprovvisti è una prerogativa necessaria per noi seguaci del crack ù___ù
Alfonso l'ho fatto tornare solo con te, con la nostra ( o mia ) guest star preferita. So che è un modello di vita e non potevo di certo ignorarlo così è____é9
Lusty-chwan i tuoi commenti sono ogni volta una manna dal cielo. Non so quanto potrò mai ringraziarti. *-*
GrazieH °ç°
Fatto ù___ù
Zoro : Di già? .____.
...
Zoro : N- * BOOOOOOOOOM *
U____U'


Ringrazio inoltre chiunque abbia voluto aggiungere questa storia fra seguiti/preferiti etc.
   
 
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