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Autore: Dioni    26/07/2024    0 recensioni
In un mondo di eroi,mostri,uomini e dei,dove immense nazioni si fanno guerra per la supremazia,Milziade,un uomo dalle mille professioni e abile combattente viene contattato da Lucilla,una giovane sacerdotessa di Apollo per scortarla fino alla città-stato di Aegis,dove sa di poter trovare rifugio dalle grinfie di Nova,l'impero che lui legioni si spandono sempre più per posare il vessillo della'aquila dorata su nuove terre e su nuove razze e dal suo imperatore,Lucio Cornelio Silla,il segreto per la quale la ragazza e perseguitata,intrecciando così il suo destino con quello del mercenario,trascinandolo in un avventura che li porterà alla ricerca di un antichissimo potere,pari forse a quello degli dei stessi e che nelle mani sbagliate può cambiare il destino del loro mondo per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ora nona del giorno, a circa tre miglia dalla capitale.


Era ormai pomeriggio quando Nevia e Seleuco si erano spostati dall'urbe alla campagna,percorrendo prima la via Caliga,la strada principale che collegava la Capitale alle zone meridionali dell'impero,per un breve tratto,per poi prendere una strada secondaria percorsa che tagliava per una decina di villaggi, facendosi strada tra le coltivazioni di grano,avena,miglio,orzo e anche per i campi di allevatori,con le mandrie di vacche e gli allevamenti di maiali,polli,mentre i buoi,gli asini erano impegnati a lavorare la terra trascinando l'aratro mentre i cavalli per lo più,erano ad appannaggio dei ricchi o dei soldati,gli uni per prestigio e gli altri per bisogno,quindi era raro,se non impossibile,che un civile possedesse un equino,se non come allevatore e non come proprietario di un bene personale che non fosse destinato alla vendita. Ma più di tutto,capre e pecore,greggi su greggi di ovini destinati per la produzione di latte,formaggio,carne e lana, nessun animale da fattoria e più sacro e importante nell'intera storia di Nova come questi due,anche perché in origine, i primi noviani, a discapito delle mitiche origini da parte di Romulus e Remus in quanto popolo avevano iniziato come semplici pastori di pecore e capre,umile gente dedita alla pastorizia e al lavoro nei campi,circondati da tribù ostili,umane e non e da civiltà ben più antiche e sofisticate di loro. Chi di quelle persone avrebbe mai detto che un giorno che i loro discendenti avrebbero espanso i confini di quel piccolo territorio collinare fino a farlo divenire un impero,colmo di popoli,razze,civiltà e divinità differenti? Che i loro figli e i loro nipoti sarebbero stati un giorno mercanti,artigiani,soldati,amministratori,ingegneri,insegnanti,politici e via dicendo? Forse nessuno,ma quanto si erano sbagliati quegli umili pastori. L'aria di campagna era così diversa dalla città,la vista sul paesaggio ricompensava la fatica del tragitto,alleggerita anche dal fatto che i due si viaggiavano a cavallo,lei perché ne aveva requisito uno dalle stalle militari e lui perché,in quanto senatore,poteva permettersene uno,anche se i minotauri solitamente non era ricordati come buoni cavallerizzi e Seleuco confermava questa realtà. In secondo luogo,l'aria, o meglio, il buon odore dell'aria fresca. In città non c'era una strada che non odorasse di qualcosa,che fosse il cibo cotto per strada o nelle popine, che fosse l'aroma di piante officinali ed erbe lasciate ad essiccare fuori dalle botteghe degli erboristi o soffocanti profumi per le signore, dai sentori di gelsomino,lavanda,rosa,cardamomo e così via,tanto forti quanto costosi che molti scrittori in passato avevano criticato il fatto che le signore, erano talmente generose con la propria profumazione che divenne moda dire, che nessun odore era un buon odore. Ma ben peggio veniva dalla città che poteva attaccare le narici di coloro che passavano in città,capitale compresa. Immondizia,lerciume,il puzzo d'urina agli angoli delle strade più degradate, l'odore di sesso e sudore proveniente dai peggiori postriboli,le fogne aperte che dovevano essere riparate e pulite e l'olezzo degli escrementi e della sporcizia era tale che avrebbero fatto vomitare persino la più lurida e ributtante tra le bestie. Fortuna che li,fuori dalle mura,il rischio di sentire certe cose era impossibile,o per lo meno raro. Ma a parte queste due cose vivere fuori da un città presentava anche il rovescio della medaglia, la mancanza di infrastrutture e la mancanza di sicurezza per le strade erano un problema serio, in quanto il primo era la mancanza fisica di edifici che potessero fare da luoghi per l'amministrazione della legge,la mancanza di terme e di fontane pubbliche per il fabbisogno personale di acqua,sebbene i pozzi compensassero in parte a questo problema ed anche i luoghi di svago e di cultura,carenti in quanto ai contadini,per fare la vita che facevano non avevano bisogno di tale sofisticherie,come le avrebbero definite loro e per contro,la maggior parte delle persone che viveva nelle campagna era spesso culturalmente carente,per non dire analfabeti,problema ancora molto diffuso tra la popolazione che raramente frequentava la città. Poi c'era il problema dei briganti,che spesso derubavano i passanti e di tanto in tanto ci scappava anche il morto e c'erano anche i mostri,solitamente animali più grossi del normale,come lupi e cinghiali dai tratti mostruosi,i goblin,divenuti abbastanza comuni durante le incursioni dei barbari ai danni dell'impero e che molti si erano stabiliti all'interno dell'impero,moltiplicandosi e in certi casi considerati un autentico problema quando attaccavano in massa. Lo stesso Silla aveva condotto delle piccole guerre contro questa razza di creature dove rischiavano di divenire un autentico flagello durante i primi anni del suo governo. Fortunatamente per loro due si trovavano ancora vicino alla capitale e il territorio era protetto da regolari ronde di manipoli di legionari intenti a girare per controllare che non ci fossero atti illeciti contro i passanti,per non parlare delle acquile giganti che volavano di tanto in tanto sopra le loro teste,le stesse appartenenti alla legione Rex Aquilae, che l'avevano fatta passare quando ancora portava l'armatura alata della Superba,della quale ancora sentiva il peso su tutto il corpo. Quanto le mancava quell'armatura.

Sei sicuro che questa sia la strada giusta?”,chiese Nevia smarrita.

Si ne sono certo,del resto come avvocato è mio interesse sapere in quale prigioni vanno determinati carcerati, anche perché ho timore che qualcuno di quelli che potremmo incontrare c'è li ho mandato direttamente io.”

E non sei preoccupato che potrebbero riconoscerti?”

Nello specifico,più che preoccupato sono spaventato. Per questo sono certo di sapere che questa è la strada giusta.”

Quindi non ci sei mai stato in quel postaccio,vero?”

Esatto e non vedo il motivo per la quale mi sarei dovuto recare proprio li. Mi bastava sapere che la feccia peggiore di Nova marcisse lontano dalla società e questo è esattamente quello che mi bastava per vivere felice,oltre il compenso per il mio lavoro da avvocato ovvio.”

E come mai un avvocato tanto rinomato,un principe del foro,ha scelto di fare il senatore?”

Seleuco girò la testa in direzione dell'orizzonte,osservando le colline,così belle quando baciate dalla luce del sole d'estate,mentre il cielo azzurro gli donava un senso di pace che raramente in città aveva provato così profondamente,se non quando di tanto in tanto si allontanava dalla camera senatoriale e si ritirava nella sua piccola dimora,lontano dal mondo esterno.

Un po' di tempo fa,durante la guerra civile,il mio villaggio fu attaccato da una piccola armata di mercenari,non ho mai saputo per quale fazione combattessero,ma decisero di fare razzia e mettere a ferro e fuoco tutto ciò che potevano portare via. Fu un disastro,molti tra i nostri morirono,compresi donne e bambini.”

Ma i minotauri non sono famosi per essere guerrieri feroci?”

Le leggende sul famoso minotauro nel labirinto di Cnossos non rendono giustizia alla realtà. La maggior parte dei minotauri sono allevatori di vacche e contadini,ironico no? Mezzi bovini che allevano bovini per intero. Comunque, Provammo a difenderci con quello che potevamo e credimi Nevia,io di certo non ero tra i migliori. Poi,ad un tratto,arrivò un soldato,forse un legionario o un esploratore,non l'ho mai ben capito,ero ferito e accasciato contro un muro,ma ricordo solo che si era lanciato nella mischia,come una furia e iniziò a menare fendenti a destra e a manca e quello,in netto svantaggio numerico ebbe la meglio sugli assalitori e li uccise quasi tutti,pochi altri fuggirono.”

E poi? Cos'è successo dopo?”

Non lo so,non me lo ricordo. Mi svegliai in un campo profughi,mentre un medico era intento a curarmi e io ero troppo debole per poter reagire. Impiegai dei giorni a riprendermi e quando potei tornare a camminare seppi che il mio villaggio era distrutto. Non avevo più nessuno dalla quale tornare. Fu così che decisi intraprendere un altra vita e presi la decisione di andare a vivere in città,insieme ad altri profughi. Per farla breve,sentivo il bisogno di ricambiare quell'atto di generosità facendo la cosa giusta per il prossimo e col tempo ebbi l'opportunità di studiare legge e poi divenni avvocato,da avvocato divenni magistrato e da magistrato console. Tutto qui.”

Quindi è per un atto di giustizia che sei intervenuto durante il processo?”

Eri un imputato senza difesa e questo per la legge è severamente vietato,in quanto anche la peggiore delle canaglie ha diritto di potersi difendere e poi,le accuse a tuo carico comandante erano al quanto deboli. Certo,voi eravate diretta responsabile dell'assedio di Aegis,ma il fallimento dell'impresa non può essere attribuita all'esito di un duello finito male e all'addormentamento di massa di un intero armata e in più, non ci sono testimoni a parte voi che possono testimoniare quanto accaduto, ne a vostro favore né contro,senza contare che i resoconti della battaglia mai avvenuta sono stati fatti dopo gli avvenimenti e non durante gli svolgimenti, quindi,le prove non sussistono alla vostra colpevolezza e perciò a finire il discorso, si applica il detto, in dubio pro reo.”

Già, in dubio pro reo. Nel dubbio giudica a favore dell'imputato. Un vecchio adagio sulla natura della colpevolezza quando non può essere accreditata con equità e giustizia, perché e meglio lasciar libero un probabile colpevole che imprigionare un uomo innocente. Ma era veramente innocente? Oppure colpevole? Nevia sapeva bene che era stata lasciata andare su ordine di Silla che l'aveva giudicata colpevole e ora,doveva riscattarsi ai suoi occhi con la morte di una ragazza,la cui unica colpa era quella di essere la precedente erede al trono della più potente nazione della loro epoca e, per quanto Lucilla non gli avesse fatto niente di personale, lei era una nemica giurata di Silla e per riflesso anche sua,sebbene non la odiasse, forse non le piaceva,ma sul piano personale non la contava nemmeno. Se l'imperatore le aveva chiesto di portarle la sua testa lei lo avrebbe fatto,per dovere,per riscattare il proprio onore di soldato...e per amore,si,anche per quello. Una macabra dimostrazione di autentico affetto da parte di una donna che non poteva dire nulla riguardo ciò che provava,lo sapeva solo Cleia e anche...lui,rinnegato da Silla,dichiarato traditore e messo subito agli arresti se avesse osato tornare al cospetto dell'imperatore, o almeno nella versione ufficiale. Lei personalmente credeva che se Alcmeone fosse tornato da loro,Silla gli si sarebbe saltato immediatamente addosso, come una bestia feroce e senza badare a coloro che gli stavano attorno, lo avrebbe ucciso sul posto e poi avrebbe gettato il cadavere nella prima cloaca che avrebbe trovato aperta,personalmente. Avrebbe taciuto a parole quello che la testa di una giovane rinnegata avrebbe significato per lei verso di lui, in una macabra e muta dichiarazione d'amore,pura e senza riserve per quell'uomo che tanto la teneva vicina e tanto più lei soffriva di quella vicinanza. Non ci volle ancora molto che presto trovarono sulla loro strada una pattuglia di legionari posti ad una piccola guardiola di legno.

Fermi,dichiarate le vostre identità e le vostre intenzioni.”,disse da lontano uno dei legionari posto di guardia alla strada.

Sono il senatore Seleuco e questa è la mia guardia del corpo e ho qui un permesso,scritto e firmato dal prefetto imperiale che mi autorizza a entrare nei vostri confini.”,disse il minotauro mentendo sull'identità della ragazza.

Il soldato fece loro segno di avvicinarsi e i due senza dire una parola mossero i cavalli a passo d'uomo per evitare che i legionari si allarmassero, in quanto non era comune ricevere visite dall'esterno da parte di due civili e per lo più senza scorta armata. Poi il legionario, quando vide che si era avvicinati abbastanza gli fece segno di fermarsi e avvicinandosi al senatore gli fece segno di mostrare il documento,una pergamena bianca .

Non avete ancora dichiarato il motivo della vostra visita senatore.”, disse il legionario intento ad aprire il rotolo.

Temo che il motivo della nostra visita sia alquanto privata,ma ritengo opportuno che li dentro troverete le risposte che vi convinceranno a tenere queste informazioni per voi.”,disse Seleuco con tono pacato e tranquillo.

Il soldato non capì il significato delle parole che il minotauro togato gli aveva rivolto,ma quando vide lo stemma della testa del lupo dentro la corona d'alloro,simbolo del potere del governo di Silla e vicino ad esso anche lo stemma del pugno che stringe la corona d'alloro, vessillo personale di Silla. Non c'era bisogno di leggere le parole sopra di essi,qualunque soldato avrebbe capito che il permesso aveva valore inequivocabile.

Prego signore passate pure,attenti solo a non uscire fuori dalla strada, per qualsiasi ragione.”

Certo,ma come mai questa preoccupazione?”

Mi creda signore se glielo dico non ci crederebbe,Andate pure.”

Il soldato si scansò dal cavallo del senatore e fece segno ai suoi compagni di liberare il passaggio,lasciando che Seleuco e Nevia continuassero il loro tragitto.

Che cosa credi avesse voluto dire quel legionario?”,disse Seleuco confuso con ormai i soldati alle spalle.

Non lo so e non mi interessa,entriamo e usciamo da questo posto il prima possibile.”,disse Nevia intenta a tenere gli occhi fissi sulla strada.

Bastarono cinque minuti a cavallo che il territorio,aperto sul paesaggio collinare passò al margine di una grande foresta,con gli alberi al confine che si estendevano per tutta la fila dell'orizzonte per almeno un paio di leghe,una fitta vegetazione dominata da una selva interminabile di cipressi,tutti allineati in maniera innaturale,come se qualcuno si fosse impegnato a piantare ogni singolo albero a distanza l'uno dall'altro. La cosa dava una sensazione di inquietante malessere,ma a parte questo pareva essere una foresta come tante altre. Inoltrandosi tra le prime fila degli alberi i cavalli andavano con passo calmo e cadenzato ma di tanto in tanto si guardavano attorno,alzando la testa e drizzando le orecchie mentre con quegli occhi così espressivi,mostravano segni di ansia e preoccupazione e la loro andatura iniziò a farsi più timorosa ed emettendo piccoli nitriti quasi continui,come se cercassero di individuare un pericolo che non vedevano.

I cavalli si comportano in maniera strana. Siamo a malapena entrati e già questo posto mette i brividi.” Disse Lucilla guardinga

Quindi torniamo indietro?”

Al contrario, se è vero quello che si dice di questo posto allora è un bene che siamo giunti fin qui. Acceleriamo il passo.”

Nevia diede un colpo di tacco ai reni della montatura per farla andare avanti e un colpo alle briglie per convincerlo a fare quello che voleva lei. Il cavallo di mosse dubbioso,ma poco alla volta riprese il passo e stessa cosa anche per Seleuco,ma la mancanza di esperienza da parte del senatore non parve aiutarlo molto,ma il suo cavallo si mosse lo stesso seppur ancora più titubante dell'altro. Continuarono ancora per alcune una ventina di stadi,quando all'improvviso, un suono,un ramo che si spezzava e quando si girarono per controllare videro un uomo correre in mezzo agli alberi,vestito di stracci e mezzo nudo.

Ma che cosa....”

Nevia non finì la frase che qualcosa,di non ben definito,uscì da un cipresso e prese con se l'uomo,facendolo sparire nell'albero. A quella vista l'ex comandante estrasse un gladio mentre con l'altra mano teneva le briglie fissando la cosa che aveva catturato l'uomo.

IN NOME DI GIOVE CHE COS'ERA QUELLA COSA?”,disse Seleuco spaventato.

Forse dovreste chiedervi,cos'era un tempo quella creatura. Ve lo dirò io cos'era....”

Una voce,quella di un uomo fece eco attorno a loro e sulla strada di fronte a loro comparve un cerchio nero dalla quale comparve un figuro dall'aspetto spaventoso. Era un vecchio,calvo,pallido e macilento,con indossa una lunga stola nera che gli arrivava ai piedi,coprendoli e gli lasciava scoperte le braccia e sulle spalle portava una pelle di montone nero,con la testa scheletrita della bestia posata su una spalla come macabro ornamento.

Un mortale,di carne e ossa esattamente come voi.”,disse l'uomo con voce spenta.

E tu chi sei vecchio?”,chiese Nevia puntando la spada contro l'uomo.

Chi sono? Un uomo come tanti, chi ero? Non ha importanza, chi sarò? Un morto,come tutti del resto. Un sacerdote di Plutone non si pone queste domande, poiché dal giorno che veniamo al mondo siamo destinati a morire,questa è la verità dell'esistenza,nulla più di una pallida luce in un eternità di tenebra.”

Un sacerdote di Plutone, un tetro servitore del sovrano degli inferi. Molte erano le voci che circolavano su questi religiosi dall'animo cupo e spento,l'una più tetra dell'altra: Custodi di tombe senza nome, uomini afflitti dalle pene di una vita di stenti, bevitori di sangue di capra, discepoli di pratiche occulte tenute sotto suolo, le voci su questi individui erano tante,se non troppe, ma facevano parte dei culti imperiali delle origini,tanto quanto i sacerdoti di Giove e quelli di Nettuno,gli altri due fratelli di Plutone,rispettivamente re degli dei e signore di tutti i mari e tra questi tre,Plutone era il più vecchio, per tanto il suo culto era annoverato tra i più antichi di Nova e quindi accettato per forza di cose. Ciò però non cambiava l'inquietudine che i suoi più fedeli proseliti trasmettevano a chi li incontrava,per non parlare poi dei servizi che svolgevano nella vita di tutti i giorni,in quanto erano anche becchini e svolgevano le funzioni funebri durante i funerali. Ma cosa ci faceva un sacerdote di Plutone in mezzo ad una foresta? Questo era quello che i due si chiedevano.

E cosa ci fa qui un seguace degli inferi?”,chiese Nevia continuando a puntare l'arma contro l'uomo.

Spesso capita che quando le ombre uccidono dei fuggitivi lasciano i corpi a marcire sottoterra e io,come alcuni miei colleghi,dobbiamo cercare i corpi in avanzato stato di decomposizione e portarli indietro. Sapete,non molti sono disposti ad avere a che fare con un cadavere putrefatto,ma a noi, non fa alcuna differenza. La carne e momentanea, lo spirito invece,anche se infelice, è eterno. Ma immagino che non siate qui per i morti,ma per coloro che sono ancora vivi...suppongo.”

Supponi bene.”

Ebbene in questo caso,vi chiedo di seguirmi,stavo giusto tornando indietro,sapete, ho finito di raccogliere cadaveri.”

Il vecchio si girò verso la meta dei due visitatori e senza tener troppo conto di loro,avanzò,con i piedi nudi a contatto diretto con il terreno. Passarono cinque minuti da quando avevano incontrato il sacerdote di Plutone e durante il tragitto,lontano dalla strada, si accorsero di tanto in tanto di altre figure nere comparire e scomparire in mezzo ai cipressi ben allineati,in maniera armonica e innaturale,con quegli strani esseri che passavano ai lati della strada sterrata e ogni tanto qualcuno di loro si fermava ad osservarli,giusto una manciata di secondi,poi se ne andavano chissà dove a fare chissà cosa. A pensarci bene quella foreste in effetti non pareva loro una foresta. Beh si glia alberi c'erano,eppure,l'atmosfera lugubre nonostante la chiara giornata dal caldo estivo,il cielo terso e il sole splendente si aveva la sensazione di trovarsi più all'interno di un giardino che di un ambiente naturale. I cipressi,le ombre c'era qualcosa di molto tetro in quel luogo,eppure,non sapevano dire cosa fosse,sfuggiva loro qualcosa,ma non sapevano cosa.

Scusi buon uomo, manca molto all'entrata della prigione?” chiese Seleuco leggermente nervoso.

Siamo quasi arrivati,avete fretta?.”, rispose l'uomo tranquillamente.

Solo un pochino ma nulla di così urgente.”

Me ne compiaccio.”

Mi tolga una curiosità, è vero quello che si dice di questo posto?”

Che cosa si dice su questo posto?”

Che la prigione sia stata costruito sopra un cimitero è che i morti ne fanno da custodi. Comunque strana quella magia vista poco fa nella foresta è opera vostra forse?”

Non lasciatevi abbindolare dalle supposizioni sbagliate di qualche visitatore dalla fantasia un po' troppo vivace...”

Sia lode agli dei.”

La prigione è stata costruita sopra i resti di un antico tempio dedicato a Plutone,il cimitero invece e quello che voi erroneamente ritenete essere una foresta. Il cipresso è l'albero dei morti,perché credete che qui c'è ne siano tanti? E comunque, il fatto che i morti né fanno da custodi è una sciocchezza,qui i lemuri vagano perché si sono reincarnati dai condannati a morte spediti qui dalla legge.”

Le speranze di Seleuco nel credere che quelle voci fossero solo un espediente per terrorizzare i detenuti e i visitatori con brutte intenzioni erano passate in un solo attimo da radiose a sprofondate negli inferi, non voleva credere che quel luogo fosse pieno zeppo di fantasmi e non morti e purtroppo il sacerdote aveva confermato che tali voci erano vere. Lemuri, le anime tormentate di coloro che avevano lasciato questo mondo dopo una morte violenta e continuavano a vagare a tormentare i vivi,e loro due,n'è avevano visti diversi ai margini della strada. Che brutta giornata era stata quella per avere a che fare con la morte, o meglio, con i morti.

Lemuri? Quelli?,ma allora perché non ci attaccano?...”

I soldati di guardia vi avranno detto di non uscire dalla strada vero?”

Si.”

Bene,la strada che percorrete è consacrata al dio degli inferi a difesa dei vivi che vengono in visita o vengono qui a scontare la loro pena e nessun lemure può toccarla,pena l'ira del dio,né tanto meno uscire da questa selva colma di morte,poiché anch'essa è terra consacrata al dio ma consacrata al suo dominio sui morti,anch'essa, pena l'ira del dio. Per ora pare che nessuno spirito abbia mai voluto sfidare la sorte contro Plutone e fortunatamente per voi, ho fiducia che non lo faranno. Oh,guardate laggiù,siamo quasi arrivati.”

E in quel momento,purtroppo,la videro.

Eccola, Dis.”

Dis,l'innominabile Dis. La temuta Dis, La peggior prigione di tutto l'impero,dove al suo interno venivano incarcerati solo i peggiori criminali in circolazione. La prigione non sembrava in alcun modo a come Nevia e Seleuco se l'erano aspettata. La struttura era situata all'interno di una larga fossa,dove quattro colline facevano da ostacolo naturale per la fuga dei carcerati,mentre l'architettura della prigione ricordava in tutto e per tutto un tempio,un grande e lungo tempio di classica fattura Noviana,dall'aspetto antico,rettangolare,con due colonnati di marmo bianco per lato e a struttura chiusa,con un tetto di tegole nere con ornamenti in oro,dove la luce del sole rimbalzava parzialmente su di esse e all'ingresso,da lontano,c'era un gigantesco portone laccato in foglia d'oro.

Un po' troppo regale per essere una prigione imperiale.”,disse Nevia contrariata a quella strana immagine che si presentava ai suoi occhi.

Plutone è il signore dell'oltretomba e sovrano supremo dei morti,spesso la gente dimentica anche che egli è anche il dio della ricchezza e dei beni materiali,in particolar modo l'oro,ma vi invito a non pensare male riguardo al dio. L'oro,come ogni altra forma ricchezza avrà pure valore a questo mondo,ma tra i morti,i tesori di questa vita valgono poco una volta condotti oltre il fiume che separa i vivi dai morti,per tanto,che valore si può dare all'oro in questo luogo? Nessuno, giacché alla fine della vita ,non conta più nulla.”

Allora il pagamento al traghettatore è inutile per giungere dall'altra parte della sponda.”

Caronte va pagato per il mestiere che compie,non è un anima,compie la tratta da una parte all'altra dello Stige in quanto vive di quello. Pretendete forse che trasporti le anime dei defunti gratuitamente?”

Nevia non seppe controbattere a quella affermazione,anche perché di intraprendere discussioni di natura teologica non né aveva voglia,era li per cercare dei condannati,dei vivi da poter utilizzare per la sua missione, i morti restavano bene dov'erano.

Però bisogna ammettere che è una strana prigione. Non mi pare di vedere mura e non scorgo guardie carcerarie da nessuna parte. Che razza di gestione ha questo posto?”

I muri sono fatti per i vivi,qui, non abbiamo bisogno di nulla di simile e per quanto riguarda la sicurezza, ho già parlato dei lemuri che avete intravisto prima.”

Veramente io parlavo di guardie vere,vive,in carne ed ossa presente i legionari che ci hanno sbarrato la strada per arrivare fin qua?”,chiese Seleuco curioso.

Quelli non li gestiamo noi,li manda l'esercito,non sono di nostra competenza. Se fosse per noi chiunque sarebbe il benvenuto in questo posto. La morte non fa distinzioni,prende chi deve prendere quando deve prenderlo. Così gli dei hanno stabilito.”

Si...capisco,ma non temete che qualcuno possa riuscire a fuggire?”

No,che vivano o che muoiano per noi non fa alcuna differenza,se muoiono vanno a far parte delle file di lemuri,se riescono ad uscire da qui vivi e compito della giustizia terrena fare il suo dovere ed altri penseranno ai fuggiaschi. Per ora,pare che nessuno sia riuscito nell'intento.”

Siete degli strani carcerieri.”

Siamo strani carcerieri per strani carcerati. A ognuno il proprio compito e ad ognuno la propria sorte, né più né meno di quello che gli dei ci chiedono di fare.”

Nel mentre il minotauro e il tetro sacerdote parlavano Nevia Si diede un occhiata attorno scrutando ancora tra gli alberi i lemuri passare quasi inosservati,girare e nascondersi,quasi non volessero farsi vedere da loro. Si,infondo ora capiva perché quel posto era così sicuro da mandare il peggio del peggio di tutto l'impero,quale miglior difesa contro la fuga e la ribellione,quando l'unica cosa che ti separa tra te e la libertà e la morte? E in questo caso però non si poteva parlare di morte in maniera astratta,come un concetto,un idea o come termine dell'esistenza di un essere vivente. No, qui la morte era qualcosa di reale e autentico,i lemuri, i fantasmi delle storie che raccontavano ai piccoli e che ogni anno venivano dedicate delle feste in onore dei morti, I lemuria, nella quale i capi famiglia gettavano alle spalle fave e lenticchie per nutrire simbolicamente i morti,ma mai una volta gli era capitato di avere a che fare direttamente con l'anima di un morto ed ora, né era circondata. Quando sai che la morte ti circonda,quando sai che è la morte stessa a venire a ucciderti non puoi fare a meno di preservare te stesso e impedire di essere ucciso. Morire per mano della morte, l'omicida supremo,terrore primordiale di quello che accade dopo la fine della vita,una difesa eccellente. A che servono i muri e le torri di guardia piene di arcieri,quando sono i morti a tenerti sotto custodia,per conto dei vivi?

A Poco a poco,mentre si avvicinavano al tempio alle loro spalle si udì una serie di ruote percorrere la lo stessa strada e videro un carro,fortunatamente la strada era abbastanza grande affinché Nevia,Seleuco e il sacerdote potessero spostarsi di poco,senza uscire fuori di strada e far passare il veicolo in tutta tranquillità. Il carro che passava al loro fianco era un grande carro nero con delle sbarre di ferro posta sulle finestre,trainato da due cavalli del medesimo colore,alti,larghi e possenti, non particolarmente veloci ma molto resistenti a giudicare dalla stazza.

Oh,abbiamo un nuovo ospite venuto a farci compagnia.”

Di sicuro un pessimo individuo da far rimanere nella società.”,disse Seleuco tagliente.

Dove altri vedono la fine di una vita noi vediamo un nuovo inizio. Forse qui quella persona potrà essere più utile qui da noi che altrove.”

Impiegarono ancora un po' di tempo prima di scendere in mezzo alle quattro colline e infine si ritrovarono di fronte a Dis è più si avvicinavano più i loro cavalli si facevano nervosi e irrequieti,tanto che in alcuni tratti si fermavano e iniziavano a indietreggiare mentre in altri si alzavano su due zampe e iniziavano a nitrire come posseduti da uno spirito nefasto,ma in un modo o nell'altro riuscivano a farli andare avanti e poco alla volta eccola,Dis,la casa delle ombre. Ora capivano il perché di quel nome. Poco prima dell'edificio videro una serie di sacerdoti su entrambi i lati della strada disposti in due file differenti e alla fine della strada, poco prima della porta d'oro, un caprone nero,con le zampe bloccate da una serie di corde,giaceva a terra inerme,incapace di ribellarsi e vicino a lui due sacerdoti,in disparte dalle altre due file.

Cosa stanno facendo queste persone?”,chiese Lucilla alla vista di quella scena.

Preparano un rito per il nuovo prigioniero.”,rispose il sacerdote atono.

A che scopo?”

Per consacrarlo a questa casa...per l'eternità.”

Il carro giunse poco prima delle due file di sacerdoti e dal veicolo,dal posto del cocchiere,scese un essere coperto di cienci e stracci neri come la pece il cui volto era coperto da una maschera di porcellana di pallido bianco,che rappresentava il volto di un teschio,tanto assomigliante da sembrare vero. Scendeva con passo goffo e malfermo,ma pareva un tipo robusto e forte tanto era grosso e si diresse verso il retro,sulla quale vi era presente una porta,che aprì e dalla quale estrasse un umano,che aveva indosso solo uno straccio lurido e incolore intorno alla vita mentre rudi manette di ferro gli stringevano i polsi e le caviglie. L'uomo si dibatteva con tutte le forze,ma niente poteva infastidire il colosso che lo aveva preso con la forza e se lo caricò sulle spalle mostrando le braccia nude,che erano insolitamente verdi e bluastre,come la carne dei corpi in decomposizione e lo portò con se,in mezzo ai sacri uomini,fino a giungere di fronte alla caprone nero,che ancora si agitava nel tentativo di riacquistare la libertà. Poi l'uomo venne gettato a terra come un sacco di verdure e bloccato da un piede dell'omone,premendogli sullo stomaco,con nessuno sforzo. I due sacerdoti vicino all'ariete guardarono l'animale e dove uno lo prese per le corna ricurve l'altro tirò fuori un coltello e premendo la lama da parte a parte recise la gola della bestia,che sanguinò copiosamente e il sangue bagnò il prigioniero,con gli schizzi di sangue che andavano alla testa ai piedi.

Ora e consacrato a questa casa di tenebra. Ora è parte di questo gregge di anime buie.”,disse il sacerdote osservando freddamente la scena e senza battere ciglio.

Nevia e Seleuco si guardarono un attimo e chiedendosi se avessero fatto bene la loro scelta di andare in un posto simile. Poi,all'improvviso, la grande porta d'oro si aprì lentamente e nel mentre l'energumeno riprese l'uomo,paralizzato dalla paura e dalla confusione di quanto accaduto ed entrò,sparendo nelle tenebre all'interno,poiché da fuori pareva impossibile vedere cosa ci fosse dentro,come se un ombra coprisse l'atrio da occhi esterni ad esso. Poi si alzarono anche gli altri sacerdoti che non curanti dell'ovino morto lo lasciarono li,come se nemmeno esistesse.

Piaciuto lo spettacolo?”,disse sempre il sacerdote monocorde.

Per nulla,quale malato può provare piacere per una scena tanto barbara?”,disse Nevia senza nascondere un tono colmo di disprezzo.

Me ne compiaccio, la morte è verità non gioia e chi non né comprende il significato non merita di vedere i segreti di questa oscura casa. Ora andiamo, Dis-pater attende con ansia l'incontro con degli ospiti vivi...una volta tanto.”

E i cavalli? Li lasciamo qui?”,chiese il senatore.

Certamente,ammesso che non escano da soli dalla strada,in quel caso, non potrò far nulla per loro.”

Non sapendo cos'altro fare scesero da cavallo e appena misero piede per terra i due equini scapparono,percorrendo la strada al contrario e senza che diede loro il tempo di poter fare qualcosa per bloccarli rimasero a piedi,mentre osservavano le loro cavalcature andare via,mentre poco alla volta le loro figure non si ridussero ad un puntino. Nella mente di Nevia però l'effetto di quella visione rievocò un ricordo recente, di un guerriero umano, che fuggiva da un accampamento investito da una nebbia azzurra,mentre lei,dolorante e sanguinante per colpa del calcio di un cavallo che la presa dritta in faccia e l'atterrò,nonostante l'elmo a coprirle il volto. Ricordava la rabbia,il profondo rancore verso lui,lui e quella maledetta bestia.

Tsh,dannati equini.”

Un sibilo come quello di un serpente,un insulto verso un animale che aveva saputo abbatterla tanto facilmente. Era li perché aveva bisogno di uomini per la sua missione e il pensiero di portare a termine quel compito la spingeva ad andare avanti. Che sulla sua strada venissero pure tetri sacerdoti,fantasmi e lo stesso Plutone se gli si fosse trovato davanti. Che camminasse sulla terra dei vivi per poi giungere nel Tartaro a prelevare lei stessa le anime dei dannati. Per sconfiggere quella squadra infame necessitava di gente infame, e quel luogo, di infame, pareva avere molto. Si preparava ad entrare nelle tenebre.

  
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